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Archive for novembre 2009

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
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Diego Buonanotte vorrebbe sbarcare in Europa

Il suo nome iniziò a circolare con insistenza più di tre anni fa, subito dopo il suo esordio ufficiale nel River Plate.
Era il 9 aprile 2006, infatti, ed i Millionarios giocavano contro l’Instituto. Proprio nel corso di quella partita scese per la prima volta in campo uno scricciolo di un metro e sessanta e diciassette anni di età.
Di lì a breve conquistò fama mondiale grazie ai suoi numeri di alta classe: dotato di una tecnica sopraffina, infatti, ha nel dribbling l’arma vincente e grazie al baricentro basso sa essere letale nello stretto.

A lui si interessarono tutti i maggior club del mondo, che decisero però di non affondare il colpo: un fisico leggerino come il suo (pesa una cinquantina di chili) può infatti essere troppo penalizzante a certi livelli.

Lui, comunque, non si è mai scoraggiato ed ha sempre continuato a mostrare tutta la sua classe.

Membro delle selezioni nazionali under 16, 17, 20 (con cui ha vinto un Torneo giovanile di Tolone venendo anche eletto MVP della competizione) e dell’Olimpica (con cui ha vinto la medaglia d’oro a Pechino) è diventato nel corso degli anni un elemento cardine della sua squadra di club, dove ha già giocato un centinaio di partite.

Proprio con il River, per altro, si è reso protagonista della vittoria nel Clausura del 2008, vittoria sancita proprio da una sua doppietta realizzata nella penultima partita di quel campionato.

Nel passato, come detto, molte squadre si sono interessate a lui. Tra queste anche le big del nostro campionato, che però hanno poi abbandonato la pista che portava all’Enano, com’è soprannominato in Argentina.

Nel corso dello scorso mercato invernale, poi, c’era stato, almeno secondo i media, un forte interessamento del Napoli, pronto a portare un altro Diego argentino all’ombra del Vesuvio.

Alla fine, però, non se ne fece nulla ed il ragazzo di Teodolina, città vicina a Santa Fe, vide ancora una volta sfumare il sogno di approdare in Europa.
Perché le cose stanno proprio così: Diego Buonanotte, chiare origini italiane che gli sono valse il doppio passaporto, ha un grande obiettivo: sbarcare nel Vecchio Continente e dimostrare a tutti di poter giocare ad alti livelli anche nei nostri maggiori campionati.

Per intanto il ragazzo continua a disputare prestazioni interessanti in un River in piena crisi tecnica: i Millionarios, infatti, nonostante possano contare su alcuni buoni talenti sono quattordicesimi in classifica e si apprestano di qui a breve a chiudere un campionato assolutamente deludentissimo.

Una motivazione in più per l’Enano che può spingerlo a lasciare l’Argentina.

I media internazionali continuano a vociferare di interessi italiani. Sul ragazzo, infatti, si starebbero muovendo le due milanesi, la Fiorentina e la Juventus. Sembra però, a prima vista, una boutade: da nessuna parte, infatti, vengono confermate voci di questo tipo e difficilmente i nostri top club torneranno su di un giocatore già preso in esame a suo tempo e che per altro non sta nemmeno brillando particolarmente in questo periodo.

Non solo le nostre squadre sarebbero interessate al giocatore. Su di lui, infatti, avrebbero posto gli occhi anche Benfica, Spartak Mosca, Olympiakos e Besiktas, tutte squadre che sarebbero interessate ad un suo acquisto a gennaio.

L’europea più vicina ad un suo ingaggio, però, sarebbe il Suderland. Secondo quanto riportato dal News of the World, infatti, i Black Cats sarebbero determinatissimi a portare Buonanotte in Inghilterra e starebbero per formalizzare un’offerta ufficiale al River Plate.
Perché poi è questo il punto fondamentale: un conto è vociferare un interesse, ben altro è formalizzare un’offerta.

A questo proposito è quindi giusto dire una cosa: l’unica squadra che ha sinora presentato un’offerta ufficiale per il giocatore è il Cruz Azul, club messicano disposto a mettere sul piatto 5 milioni di dollari per assicurarsene le prestazioni.

L’offerta, però, non sarebbe vista di buon grado né dal River né, tantomeno, dal ragazzo.

Diego Buonanotte sarebbe un obiettivo del Sunderland

Da una parte, infatti, i Millionarios vorrebbero guadagnare qualcosa di più dalla sua cessione (la base d’asta sarebbe di almeno 6 milioni di euro), dall’altra il giocatore, come detto, sogna l’Europa e non vedrebbe di buon occhio l’avventura messicana.

Vedremo quindi da qui a breve come si evolveranno le cose.

Ad oggi, comunque, mettendo assieme tutti i pezzi sarebbe il Sunderland, qualora davvero decidesse di formalizzare l’offerta, ad essere la squadra con più chance di arrivare al giocatore.
Chissà che però non si inserisca nella trattativa qualche altro club che per una questione monetaria o di appeal non riesca a far saltare tutto, scompaginando un po’ un trasferimento che sembra sempre più probabile ogni giorno che passa…

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Gago lascerà la Casa Blanca?

Fernando Gago sarebbe il primo nome appuntato sulla lista della spesa invernale di Corvino.
Ancora molto calda, quindi, la pista Madrid-Firenze.

Dopo i recenti rumors che volevano i Viola tornati alla carica per Drenthe arriva la voce di un interessamento dei Della Valle per il volante di Ciudadela. Voci di una non meglio precisata fonte spagnola riportata dalla testata giornalistica Violanews.com definisce come “molto ben avviato” il contatto tra i dirigenti fiorentini e quelli della Casa Blanca.
Secondo quanto si dice da più parti, insomma, sarebbe l’ex bochense il giocatore che Corvino ed il suo staff puntano per rinforzare la rosa della Fiorentina. Il giocatore che, insomma, sarà deputato a sostituire Felipe Melo, partito la scorsa estate in direzione Torino.

Una cosa è certa: in Spagna si dicono piuttosto sicuri che, anche complice il Mondiale sudafricano che si disputerà a fine stagione, la prossima sessione invernale di calciomercato vedrà aprire una sorta di supermarket madridista.
Molti sarebbero infatti i giocatori a tutt’oggi in forza alle Merengue che scontenti della propria posizione chiederebbero di poter lasciare Madrid per trovare una squadra in cui scendere in campo con continuità potendosi così giocare in sei mesi le loro residue chance mondiali.

Difficile comunque, per ovvi motivi, che possano essere tutti accontentati: il Real non può certo far partire tutti per poi trovarsi con una rosa ridotta all’osso che non gli permetta di concorrere su più fronti.

Gago, comunque, sembrerebbe ben deciso nel voler lasciare Madrid. In questa stagione, infatti, è stato utilizzato in campionato dal primo minuto in due sole occasioni, subentrando altre due volte a partita in corso. Quattro presenze su di un totale di undici partite disputate non sono certo un bottino accettabile per un giocatore del suo calibro.
A rincarare la dose, poi, lo scarso utilizzo in Champions League, dove ha visto il campo dal primo minuto in una sola occasione.

Una sorta di mini tragedia sportiva per un ragazzo che a 23 anni non è ancora riuscito a sbocciare come ci aspettava, perdendo quindi posti su posti nelle gerarchie madridiste. Oggi tutto è, infatti, fuorché nel giro dei titolari.

Il Sudafrica, però, è un dolce miraggio, un sogno che nemmeno chi sta passando questi mesi a svernare in panchina non vuol smettere di coltivare.
Fernando sa bene, però, che per poter essere preso in considerazione da Maradona non può accontentarsi di giocare una decina di partite in tutta la stagione: deve riuscire a trovare una soluzione, possibilmente di alto livello, nella quale poter trovare il campo con continuità. Perché non sarà certo il fatto di essere sceso in campo in 14 occasioni nel corso delle qualificazioni al Mondiale che potrà salvarlo dall’essere escluso dai 23 che partiranno per l’Africa Meridionale qualora non riuscirà a guadagnarsi in questi pochi mesi la convocazione grazie alle sue prestazioni ottenute con il proprio club.

Gago è pronto a lasciare Madrid pur di potersi giocare fino in fondo le sue chance mondiali

Proprio in questo senso la Fiorentina, che ha proprio oggi ottenuto il pass per gli ottavi di finali di Champions League, potrebbe fare al caso suo.
Un giocatore del suo talento, infatti, non dovrebbe fare eccessiva fatica a trovare non dico un posto da titolare fisso ma comunque ampio spazio in una rotazione tra un numero comunque ristretto di giocatori.
Inoltre pur non potendo giocare in Champions, Gago farebbe comunque parte di una delle squadre che compongono oggi l’elite del panorama europeo e che, al di là di tutto, è stabilmente, negli ultimi anni, tra i top club del nostro campionato.

Una soluzione più che accettabile, insomma, per un ragazzo che ha assoluto bisogno di ritrovare continuità di gioco e di rendimento.

Questo, quindi, sarebbe il piano di Corvino: a gennaio il giocatore verrebbe richiesto in prestito oneroso con contratto pagato dalla propria società ed inserimento di una clausola che possa garantirne il riscatto al termine della stagione ad un prezzo già fissato.
Il D.S. Viola, insomma, vorrebbe concludere l’affare con le stesse modalità proposte per l’acquisto di Drenthe. Quest’estate con l’olandese andò male ed il giocatore non si mosse da Madrid, vedremo come andrà invece quest’inverno col regista Albiceleste.

Non sarebbero i Viola, comunque, l’unica società interessata al giocatore.
E se per Ben Arfa, come abbiamo visto, pare non si stia muovendo nessuna italiana per Gago sono invece i nostri club ad essere in pole position. Oltre alla Fiorentina, infatti, anche le tre big della nostra Serie A (Inter, Juventus e Milan), starebbero pensando a lui.
L’unico interesse che potrebbe trasformarsi in offerta concreta, comunque, pare proprio essere quello dei Della Valle.

A tal proposito Zoran Vekic, agente del giocatore, ha così commentato – a Calciomercato.it – una situazione definita in evoluzione: “E’ vero, il giocatore piace in Italia ma fino ad ora non sono stato contattato ufficialmente da nessuna squadra. Da qui a gennaio può presentarsi qualche possibilità, ma tutto dipende dal Real Madrid con cui ha un contratto fino al 2013. E fin quando non ci comunica che vuole cederlo noi non ci muoveremo”.

Gago sbarcherà a Firenze?

Chiara la dichiarazione d’intenti arrivata dall’entourage del giocatore: leggendo tra le righe, infatti, si può capire come la disponibilità a lasciare Madrid ci sarebbe tutta, anche se c’è un contratto da rispettare ed è quindi giusto e doveroso che le società interessate all’acquisto di Fernando contattino il Real mostrando loro le proprie offerte.

Nel corso dei prossimi due mesi, quindi, vedremo come si svilupperà anche questa situazione.
Finirà davvero a Firenze questo volante argentino che ha passato undici stagioni tesserato per gli Xeneizes prima di raggiungere Madrid?

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Ben Arfa sul piede di partenza dopo il litigio con coach Deschamps

Giusto una settimana fa, martedì 17, chiudeva in anticipo un allenamento dell’OM prendendo a male parole il suo coach, Didier Deschamps.
Oggi sembra sempre più probabile, per non dire quasi sicuro, che a gennaio lascerà la città natale di Cantona e Zidane.

Di chi stiamo parlando? Ma di Hatem Ben Arfa, talentuosissimo trequartista nativo di Clamart, che dopo aver passato infanzia ed adolescenza tra Mountrouge CF 92, AC Boulogne-Billencourt, il centro tecnico di Clairfontaine e le giovanili dell’Olympique Lione esordì tra i professionisti proprio nell’OL, squadra da cui passò, nel 2008, all’OM per 13 milioni cash più incentivi futuri.

Dopo una prima stagione in cui ha potuto giocare con continuità (48 match disputati conditi da 8 reti e 2 assist tra Ligue 1, Coppa di Francia e Champions League), però, è finito con l’essere messo ai margini della squadra titolare da Deschamps, allenatore arrivato proprio in estate a sostituzione di Eric Gerets, andato ad arricchirsi allenando l’Al-Hilal.

In questa stagione, infatti, l’ex allenatore di Monaco e Juventus ha schierato titolare Hatem solo in tre occasioni tra campionato e Champions League, facendolo entrare a partita in corso in altre otto occasioni e preferendogli solitamente Valbuena o Konè.
Davvero un bottino troppo magro per un giocatore che ha qualità assolute e che è, a livello di talento puro, il giocatore più dotato dell’intero roster marsigliese.

Ben Arfa, per altro, non è un ragazzo propriamente tranquillo. E’ infatti piuttosto irrequito, una sorta di testa calda, come si dice.
Ecco quindi che la lunga lontananza da un posto da titolare ha fatto pian piano crescere il malumore di Hatem, che ha finito con lo sbroccare dando luogo ad un vivo alterco con il proprio allenatore.

Deschamps che, dal canto suo, riconosce in pieno le qualità tecniche del ragazzo, dicendo però che lo stesso dovrebbe capire come non basta avere la capacità di saltare quattro uomini per andare in goal a potergli garantire un posto da titolare, perché il calcio non è solo questo ed un giocatore non può vivere solo di queste fiammate.

Conferme riguardo ad una sua partenza, intanto, arrivano anche da Josè Anigo, direttore sportivo dell’OM.
Al termine di una riunione con i rappresentati del giocatore, infatti, Michel Ouazine, uno di questi, ha affermato: “Alla fine di una lunga discussione José Anigo mi ha confermato che Hatem sarà lasciato libero di trovarsi un’altra sistemazione nel corso del mercato invernale. La discussione si è svolta in un clima confidenziale e molto costruttivo”.

Ogni cosa sarebbe quindi ormai stata decisa. Nonostante Deschamps avesse affermato che “Alla fine dell’allenamento si è scusato: per me il caso è chiuso. Deve capire che il calcio di alto livello ha le sue esigenze”. Una dichiarazione che pareva essere distensiva ma che evidentemente serviva più a gettare acqua sul fuoco che a ricucire uno strappo che sembra insanabile.

Quali, quindi le possibili destinazioni di questo grande talento, punto fermo di ogni selezione giovanile francese dall’under 16 all’under 21 (43 presenze totali per lui con 24 reti all’attivo) e già sette volte in nazionale maggiore?

Tottenham, Portsmouth, Siviglia e Villareal stanno seguendo Ben Arfa in vista del mercato di gennaio

La destinazione più probabile, a livello di campionato, sembra essere la Premier League.
In Inghilterra, infatti, non mancano le squadre anche di medio livello che abbiano però la capacità economica per acquistare un giocatore del genere, che costerebbe tra i 15 ed i 20 milioni solo di cartellino, soldi cui bisognerebbe poi aggiungere l’ingaggio.

E ci sarebbero già delle squadre che vorrebbero portare Hatem al di là della manica.
Tra queste le due pretendenti principali e più accreditate alla riuscita del tutto sarebbero Tottenham e Portsmouth, squadre che non si sono mai tirate indietro quando è stato il momento di aprire il portafogli e che, in special modo la seconda, potrebbero garantire un posto da titolare al genietto francotunisino.

Anche in Spagna, però, starebbero muovendosi con interesse su Ben Arfa.
A voler portare l’ex lionese nella Liga, infatti, ci sarebbero due tra le outsider del calcio iberico: Siviglia e Villareal.

E le italiane?

Ancora una volta, invece, pare che le nostre squadre restino alla finestra.

Certo, Ben Arfa è un talento piuttosto discontinuo che per i succitati limiti caratteriali ha già dimostrando che con ogni probabilità non riuscirà a fare onde tra i professionisti come riusciva a farne tra i pari età nel corso della sua carriera giovanile.
Però resta pur sempre un giocatore dotatissimo a livello tecnico, capace di illuminare il campo a suon di giocate e colpi di genio, caratteristiche che raramente un giocatore riesce a possedere.
Hatem è davvero uno di quei pochi giocatori al mondo in grado di decidere un match con un’invenzione ed il fatto che abbia solo 22 anni dovrebbe anche rassicurare gli eventuali club interessati a lui del fatto che se si riuscisse a farlo maturare un altro po’ si potrebbe avere un trequartista coi fiocchi.

In Italia, purtroppo, pochissime squadre avrebbero i soldi per poterne acquistare il cartellino e tra queste poche sembrano quelle che possano essere interessate ad un giocatore con le sue caratteristiche.

L’Inter, ad esempio, ha in Sneijder un ottimo trequartista ed in Stankovic un eccellente back up. Acquistare Hatem, quindi, risulterebbe superfluo. Senza tener conto del fatto che il fantasista francotunisino non ha nemmeno quelle caratteristiche che Mourinho richiede ai propri trequartisti.
La Juve, invece, ha appena speso 25 milioni di euro per Diego e nonostante il brasiliano stia impressionando meno di quanto ci si aspettasse non lo si può certo bocciare già a gennaio. Spendere una ventina di milioni per una riserva, poi, sarebbe una follia, ammesso e non concesso che il club di Corso Galileo Ferraris abbia quei soldi da spendere. Il Milan sembra invece in crisi economica, come testimonia l’ultimo mercato estivo, e difficilmente, anche dopo l’affare un po’ sballato che ha portato Huntelaar in Rossonero, accetterebbe la scommessa, anche posto che sulla trequarti può far giocare Seedorf e Ronaldinho, non proprio due signori nessuno.

Nessun club italiano pare muoversi su Ben Arfa

Per il resto ben poche cose… la Fiorentina sarebbe forse l’unica squadra in grado di coprire – pur con un notevole sforzo economico rispetto agli standard Viola – il costo del cartellino e quello dell’ingaggio, ma difficile che un investimento così notevole possa essere fatto su di un giocatore che comunque non dà alcun tipo di garanzia. La Roma attraversa invece uno dei momenti peggiori della sua storia e sicuramente non potrebbe effettuare uno sforzo economico di quel tipo. Le altre squadre non rappresentano ad oggi una possibilità valida.

Insomma, a gennaio potrebbe cambiare squadra uno dei talenti più cristallini dell’attuale panorama giovanile Mondiale. Ma i nostri club – a ragione questa volta? – restaranno ancora una volta a guardare.

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Si prospetta una stagione transitoria per i Red Devils dopo la partenza di Cristiano Ronaldo

Fino allo scorso anno apparivano essere una delle grandissime superpotenze mondiali.
Reduci dalle vittorie in Champions, Premier e Mondiale per Club i Red Devils, guidati da un grandissimo Cristiano Ronaldo, sembravano essere un’armata eventualmente seconda solo al grandissimo Barcellona di Guardiola.

Cosa che si confermò proprio in finale di Champions League, quando la squadra di Ferguson venne battuta 2 a 0 dai Blaugrana guidati da Eto’o e Messi.

In estate poi la partenza, destinazione Madrid (dove c’era da far ripartire il progetto Galacticos targato Florentino Perez), del fenomeno portoghese con i Red Devils che andavano quindi a perdere moltissimo del loro potenziale offensivo.
Le ripercussioni dell’addio del fuoriclasse lusitano si stanno quindi facendo sentire: lo United, che viene dal 3 a 0 di sabato nei confronti dell’Everton, non è più infatti la squadra schiaccia sassi della scorsa stagione: già tre – su tredici – sono state le partite chiuse con una sconfitta, oltre ad un pari che portano i Red Devils a quota 28 punti, cinque meno del Chelsea del nostro Carletto Ancelotti.

Vanno invece meglio le cose in Champions dove lo United guida il gruppo B a quota 10 davanti a Wolfsburg (7), CSKA (4) e Besiktas (1), con l’approdo agli ottavi che è sempre più prossimo e dovrebbe arrivare già nel corso della prossima settimana.

Ma come guarda al futuro la dirigenza dei Red Devils?

Innanzi tutto la questione legata all’allenatore: Sir Alex Ferguson guida la squadra dal lontano 1986 ed ha un palmares ormai strabordante: 3 Campionati scozzesi, 4 Coppe di Scozia ed 1 Coppa di Lega scozzese con l’Aberdeen, 5 FA Cup, 3 Coppe di Lega inglese, 11 Campionati inglesi ed 8 Charity/Communiy Shield con il Manchester United per quanto riguarda le competizioni nazionali più 2 Coppe delle Coppe (una con l’Aberdeen, l’altra con lo United), 2 Supercoppe UEFA (una con l’Aberdeen, l’altra con lo United), 2 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale ed 1 Mondiale per Club con i Red Devils per quanto riguarda le competizioni internazionali.
A tutto quanto questo, poi, vanno aggiunti i premi individuali. Ferguson è stato infatti eletto per otto volte manager dell’anno della Premier League inglese, una volta allenatore dell’anno per la League Managers Association, che lo ha anche eletto come allenatore del decennio per gli anni ’90 e due volte miglior allenatore dell’anno al mondo per la IFFHS.
Insomma, una curriculum notevolissimo che pochissimi altri allenatori nella storia possono e potranno vantare.

Oggi, però, Alexander Chapman Ferguson (questo il suo nome completo) è arrivato alla veneranda età di 68 anni e potrebbe decidere di lasciare la squadra – ed il calcio, probabilmente – da un momento all’altro, per ritirarsi quindi in pensione per un meritato riposo.
Questa, tra l’altro, è la sua ventitreesima stagione in casa dello United, record non da poco.

A Manchester, comunque, si vive con la speranza che il tecnico scozzese possa continuare il suo rapporto con il club. Ad essere portavoce di questo sentire comune è Paul Scholes, uno dei leader carismatici dello spogliatoio dei Red Devils.
Interrogato riguardo al futuro del proprio manager dal Manchester Evening News, infatti, il rosso centrocampista inglese ha affermato che “I suoi record parlano per lui. 23 anni sono un periodo lunghissimo, spero possa continuare a lavorare per portare altri trofei allo United”.

United che, comunque, starebbe già tutelandosi per il futuro.

Ferguson pare (ma non ci sono conferme ufficiali al riguardo) voglia continuare ad allenare fino ai settant’anni (un paio di stagioni ancora, insomma), ma i dirigenti dei Red Devils stanno cominciando a guardarsi in giro. Ed avrebbero già individuato il successore di Sir Alex: secondo il Times, infatti, sarebbe il Mourinho, tecnico lusitano attualmente alla guida dell’Inter, il manager individuato a rilevare lo scozzese quando questo deciderà di lasciare la panchina.
E la scelta di Mourinho sarebbe avallata proprio da Ferguson stesso: “Mourinho ha un gran rapporto personale con Ferguson ed è sicuro che Sir Alex avrà un certo peso nella scelta del suo successore. Sebbene Ferguson, 67 anni, non abbia annunciato la data del suo addio, questo dovrebbe avvenire nel caso dovesse vincere un’altra coppa europea”. Questo quanto apparso scritto sul quotidiano britannico.

Vedremo tra un paio d’anni, quindi, se sarà davvero l’ex tecnico del Chelsea a raccogliere la pesantissima eredità che lascerà Sir Alex quando deciderà di dare l’addio alla panchina dello United.

Ci sono comunque anche questioni più immediate sulle quali discutere.

Detto del futuro della panchina del Manchester c’è da capire quali sono invece le mosse studiate per rinforzare l’organico e da attuare nel breve/medio periodo.

Innanzitutto un portiere: Van der Sar ha ormai 39 anni, è in scadenza a fine stagione e difficilmente sarà confermato oltre.
Una priorità per la dirigenza dei Red Devils è quindi trovare un degno sostituto al ragazzo di Voorhout che dopo cinque anni di militanza tra le fila della prima squadra di Manchester sembra vicino all’addio.

Akinfeev è il giocatore individuato come successore di Van der Sar a difesa della porta dello United

La scelta del suo successore sarebbe comunque già stata fatta. A raccogliere l’eredità dell’ex portiere di Ajax, Juventus e Fulham, infatti, dovrebbe essere Igor Akinfeev: il portiere di CSKA e nazionale russa, 24 anni ad aprile, sarebbe stato individuato come il sostituto ideale del grande Edwin.
Gli entusiasmi della dirigenza dello United, però, sarebbero stati frenati dall’esosissima richiesta del club russo, almeno secondo quando riporta il News of the World. Evgeni Giner, attuale Presidente della società moscovita, chiederebbe infatti ben 25 milioni per il cartellino del suo giovane portiere, richiesta giudicata eccessiva dai dirigenti inglesi.

E se Akinfeev resta il sogno nel cassetto arrivano invece novità per quello che riguarda Ben Foster, attualmente terzo portiere (dietro a Van der Sar e Kuszczak) dello United. Secondo quanto riporta il Guardian, infatti, Ferguson avrebbe posto il veto sulla cessione – a titolo definitivo quanto in prestito – del portiere ex Watford. Vedremo quindi da qui a gennaio se le cose cambieranno o se il ragazzo nativo di Learnington Spa dovrà continuare a fare tribuna a Manchester.

Per quanto riguarda il reparto difensivo, invece, lo United sarebbe pronto a pescare in Italia.
Il Daily Mirror riporta infatti un episodio piuttosto curioso che ha subito stuzzicato i media inglesi: Ferguson sarebbe stato visto due settimana fa ad una cerimonia di premiazione a Copenghen, dove era stato invitato da un suo ex giocatore, Peter Schmeichel.
Qui il manager dei Red Devils avrebbe avuto come vicino di tavolo niente popò di meno che Simon Kjaer, centrale difensivo attualmente in forza al Palermo.
I due si sarebbero intrattenuti a lungo al termine della cerimonia e Sir Alex avrebbe sondato il terreno con il giovane danese, che si sarebbe detto – ovviamente – onorato di vestire la casacca dello United.
Sarà quindi lui il giocatore destinato ad andare a rinforzare la linea difensiva dello United?

Red Devils che comunque pensano anche al reparto offensivo.
Proprio in questo senso Ferguson sta lavorando su Daniel Villalva, talentuosissimo prodotto della cantera del River Plate e colonna della nazionale under 17 argentina.
Secondo quanto riporta il News of the World, infatti, il tecnico scozzese avrebbe inviato alcuni osservatori al suo seguito nel corso dell’ultimo Mondiale under 17 e sarebbe fortemente interessato al suo acquisto.

L’operazione più importante per l’attacco dei Red Devils, comunque, si starebbe perfezionando in questi giorni ma riguarda un giocatore che attualmente è già un punto di forza dello United: sempre secondo il News of the World, infatti, la dirigenza inglese starebbe preparando un’offerta irrinunciabile per convincere Wayne Rooney a non accettare la corte del Barcellona (che punterebbe su di lui per il dopo-Henry) legandosi quindi a vita con la società attualmente presieduta da Martin Edwards. 10 milioni di euro l’anno sarebbero infatti pronti per lui, con il ragazzo di Liverpool che qualora accettasse quest’offerta diventerebbe il giocatore più pagato della Premier League.

Sempre riguardo al reparto offensivo della squadra allenata da Ferguson, intanto, esce un retroscena interessante.
In un’intervista rilasciata all’Evening New, infatti, Andy Cole, ex punta proprio dei Red Devils (squadra nella quale ha militato per sei anni tra il 1995 ed il 2001) ha rilasciato una dichiarazione che di certo non farà piacere ai tifosi. Parlando di Fernando Torres, infatti, l’ex centravanti dello United ha detto che “So che lo United lo aveva seguito da vicino, ma poi decise che non era adatto a giocare all’Old Trafford”.
La squadra di Manchester, ed in particolare il suo attuale manager, avrebbe quindi in passato avuto l’occasione di ingaggiare Torres, decidendo poi però di non sfruttarla lasciando che l’attuale punta dei Reds s’imponesse nell’Atletico Madrid prima di sbarcare al Liverpool.
Se davvero così andarono le cose, insomma, si potrebbe parlare di errore di valutazione incredibile da parte di un allenatore i cui meriti, comunque, andrebbero al di là anche di un errore così marchiano.
Pensate però che tridente avrebbero formato Rooney-Torres-Ronaldo e che coppia formerebbero oggi i primi due…

Non solo mercato in entrata, comunque.
Oltre ai tanti giocatori seguiti da vicino, infatti, Ferguson sta lavorando anche per piazzare Nani, ala portoghese che non ha mai davvero convinto da quando è sbarcato a Manchester.

Sembrerebbe essere in Italia il futuro di Nani, seguito da Milan, Juventus e Fiorentina

Su di lui nei giorni scorsi venivano dati Milan e Juventus che sarebbero però ora stati sorpassati dalla Fiorentina. Secondo il Daily Mail, infatti, i Viola sarebbero pronti ad avanzare un’offerta per l’ex giocatore dello Sporting Lisbona già a gennaio quando preleverebbero il ragazzo in prestito con un diritto di riscatto fissato intorno ai 17 milioni di euro. Operazione sicuramente interessante per una squadra che di anno in anno punta ad accrescere la forza del proprio organico per poter consolidare la propria posizione nel nostro campionato ed accrescere quella in Champions League (dove quest’anno potrebbe, in compartecipazione con il Lione, sancire la clamorosa eliminazione del Liverpool già al primo turno).
Nani, comunque, resterebbe un giocatore tutto da testare: già a Manchester ha dato idea di non riuscire a sviluppare fino in fondo le grandi potenzialità di cui era accreditato, è da capire quindi come si inserirebbe in un campionato difficile e tatticamente all’avanguardia come il nostro.

Queste sono, in breve, le notizie principali della situazione che sta attualmente attraversando il Manchester United. Vedremo quindi nei prossimi mesi come si svilupperanno le cose e se Ferguson riuscirà nell’ennesima impresa di regalare un altro trofeo ai suoi tifosi. Il tutto prima del suo, come abbiamo visto, sempre più imminente ritiro.

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Grande spettacolo nel corso delle due finali giocate a chiusura del Mondiale di beach soccer che si è svolto nel giro di una settimana in Dubai.

Nella finalina per il bronzo, infatti, un grandissimo Madjer ha illuminato il Main Pitch mettendo a segno la bellezza di sette reti, bottino fondamentale nella vittoria portoghese: i lusitani, infatti, hanno avuto la meglio sulla Celeste per 14 a 7, con quelle sette reti del proprio capitano che sono quindi state decisive a staccare ed affossare gli avversari.
Di Torres (tripletta), Ze Maria (doppietta), Miguel (autogoal) e Coimbra le altre reti per i portoghesi, di Coco, Pampero, Matias, Alan, Ricar, Fabian ed Oli, invece, le reti per gli uruguaiani, che terminano quindi in quarta posizione questo loro Mondiale.

Dejan Stankovic (secondo da sinistra) si laurea capocannoniere del Mondiale con 16 reti all'attivo

E’ invece il Brasile a vincere la finalissima con due parziali nei primi due tempi da urlo grazie ai quali affonda gli elvetici: brasiliani che chiudono la prima frazione sul 4 a 1 grazie alle reti di Andre, Betinho, Buru e Daniel, con Jaeggy unico svizzero a trovare la via della rete.
Verdeoro che chiudono quindi il match nella seconda frazione grazie ai goal realizzati da Buru, Benjamin, Andre e Betinho, con un 4 a 0 parziale che chiude il match.
La terza frazione è quindi terreno di caccia svizzero che chiudendola con un parziale di 4 a 2 (Meier, Rodrigues, Schirinzi e Stankovic per gli elvetici, di Sidney e Bueno per i brasiliani) fissano quindi il punteggio sul definitivo 10 a 5.

Brasiliani che conquistano quindi il loro terzo Mondiale (le edizioni organizzate dalla FIFA, infatti, sono solo quattro) di beach soccer.
E’ invece lo svizzero Stankovic il capocannoniere del torneo: 16, infatti, le sue reti, tre in più del portoghese Madjer, secondo dopo il suo exploit nel corso della finalina.

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Nessuna sorpresa nel corso delle semifinali del Mondiale di beach soccer: i campioni in carica brasiliani, infatti, liquidano facilmente il Portogallo con una prima frazione choc chiusa sul 4 a 0 grazie ai goal di Sidney, Benjamin ed alla doppietta di Bruno.
Portogallo schiantato, lusitani che non riusciranno più a tornare in partita e chiuderanno il match con una secca sconfitta. 8 a 2, infatti, il risultato finale con Daniel, Betinho, Buru e Daniel Souza che partecipano alla festa del goal Carioca. Di Bilro ed Alan, invece, le reti portoghesi.

Benjamin segna la rete del 2 a 0 sul Portogallo

Nella seconda semifinale è invece un grandissimo Dejan Stankovic, sempre più capocannoniere della competizione, ad affossare i sogni della Celeste: i suoi quattro goal, uniti a quelli di Spaccarotella, Leu e Rodrigues, rendono infatti vane le segnature di Martin (doppietta per lui), Coco e Matias.
Gli elvetici giocheranno quindi nella serata di domenica la loro prima finale ad un Mondiale di beach soccer.

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E’ il Santa Fe Corporacion Deportiva il club che si impone nell’edizione 2009 della Copa Postobon, nome con cui viene attualmente chiamata la Copa Colombia.

L’Expreso Rojo, club di Bogotà fondato il 28 febbraio del 1941 ed attualmente presieduto da Armando Farfan Pena, si è infatti imposto sul Deportivo Pasto al termine dei calci di rigore.
Il match, disputato allo stadio El Campin di Bogotà, era infatti terminato sul risultato di 2 a 1 per i padroni di casa, risultato che andava quindi a riequilibrare quello ottenuto dalla squadra di Pasto la settimana precedente nella partita disputata all’Estadio Departemental Libertad.

Nel match di andata, infatti, il Deportivo si era imposto sul club di Santa Fe grazie alla rete arrivata nel recupero da Centurion dopo che Anchico aveva pareggiato l’iniziale vantaggio casalingo realizzato da Rodriguez.

L’Expreso Rojo, quindi, era chiamato alla grande impresa casalinga dove doveva ribaltare la sconfitta del match dell’Estadio Departemental Libertad.
A passare in vantaggio, però, era stato il Deportivo Pasto con Castro, il cui goal, arrivato in chiusura di primo tempo, sembrava porre fine ad ogni questione riguardante l’assegnazione della coppa. Nella ripresa, però, la doppietta di Omar Sebastian Perez ribalta il match con la seconda rete, arrivata a due minuti dal termine, serve a mandare ai supplementari il match.

Qui, però, la partita non si sblocca ed è necessaria la lotteria dei rigori per arrivare all’assegnazione della Copa Possebon.
Ben tre sono gli errori commessi da entrambe le squadre nella serie iniziale: per i padroni di casa sono Valdez, Gonzalez ed Anchico a non trovare la rete, per gli ospiti sono invece Hugo e German Centurion oltre ad Andres Mosquera a non trovare la porta.
A quel punto, quindi, i giocatori dell’Expresso Rojo non sbagliano più: Luis Manuel Seijas, Andres Gonzalez e Mario Gomez, infatti, centrano tutti il bersaglio grosso. Dall’altra parte fanno altrettanto Ferley Villamil e Julian Mesa. Oscar Altamirano, però, si fa neutralizzare il tiro dal portiere avversario, consegnando al Club Santa Fe la sua seconda Copa Colombia della storia.

Santa Fe che quindi corona la rincorsa al titolo partita nel marzo scorso: dopo aver terminato in seconda posizione alle spalle dei Millionarios e davanti a La Equidad, all’Academia F.C., ai Centauros Villavicencio ed al Bogotà F.C. il gruppo D si sono liberati a fatica del Deportivo Cucuta in un doppio match epico (4 a 0 per il Santa Fe l’andata, 5 a 1 il ritorno in favore del Deportivo e partita vinta ai rigori dai primi) nel corso della fase due, hanno pareggiato 3 a 3 contro il Deportivo Pasto nel corso della fase tre e hanno avuto la meglio solo ai rigori sull’Atletico Nacional prima, appunto, di imporsi ai rigori contro il Deportivo Pasto nella doppia finale di Pasto e Bogotà.

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Sono stati giocati nel corso della giornata di venerdì i quarti di finale dell’edizione 2009 del Mondiale di Beach Soccer in corso in Dubai, giornata come da pronostico infausta per i nostri colori: gli Azzurri, infatti, vengono sconfitti 6 a 4 nella riedizione della finale dello scorso Mondiale da un Brasile sempre più padrone della competizione.
In triplo vantaggio con la rete di Sidney e la doppietta di Andre gli Azzurri tornano sotto grazie ad una doppietta di capitan Pasquali subito prima che Bruno riporti a due reti il vantaggio dei Verdeoro. Pasquali, però, non ci sta e riaccorcia le distanze. E’ quindi ancora una volta Andre a riportare a due reti il vantaggio della Selecao, subito prima che Pasquali firmi la quarta rete del suo match. Ci pensa quindi Buru a chiudere i conti al trentacinquesimo, fissando sul definitivo sei a quattro il risultato.

Finisce secondo pronostico anche il match tra Giappone ed i portoghesi con i secondi che dopo essere passati in vantaggio col solito Madjer si fanno recuperare da Uehara. A regalare la vittoria ai lusitani, quindi, è una rete di Belchior.

Madjer, capitano del Portogallo, è una delle stelle del beach soccer mondiale

E’ invece la Svizzera a vincere il match più equilibrato, sulla carta, di questi quarti: una tripletta di Stankovic ed una rete di Stephan Meier, infatti, trascinano gli elvetici alla vittoria facendo quindi risultare inutili le reti di Makarov e Shishin.

La sorpresa del turno, quindi, giunge dal match tra Uruguay e Spagna. Se sulla carta era una partita sicuramente piuttosto equilibrata probabilmente nessuno, realmente, si aspettava potessero vincere i primi, autori, fino a qui, di un gioco davvero pessimo.
Alla Celeste servono quindi i supplementari per avere la meglio sugli avversari dopo che i tempi regolamentari erano terminati in parità viste le reti di Martin e Ricar per gli uruguagi ed Amarelle e Cristian Torres per gli iberici.
E’ quindi una rete di Ricar a decidere i giochi, spedendo la Celeste in semifinale.

Semifinali che vedranno quindi scontrarsi i Campioni in carica brasiliani contro il Portogallo e gli svizzeri contro l’Uruguay.

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Royston Drenthe vorrebbe lasciare Madrid per giocarsi le sue chance mondiali

La scorsa estate appariva chiaro: non c’era posto per Royston Drenthe nel Real Galactico di Florentino Perez.
A quasi tre mesi dall’inizio della stagione le cose non sono cambiate.

L’olandese di origine surinamese, infatti, sta scendendo in campo solo saltuariamente: 3 (di cui una partendo dalla panca) le sue presenze in campionato, 2 (di cui una partendo dalla panca) quelle in Champion’s League, per un totale di cinque sole partite giocate.

Davvero una miseria se si pensa che Drenthe è comunque un giocatore dalla discreta fama e che, soprattutto, il suo obiettivo dichiarato ad inizio stagione era quello di andare in Sudafrica con gli Orange e disputare il Mondiale.
Ma come può il giovane Royston guadagnarsi una chiamata da parte di Bert van Marwijk se non vede mai – o quasi – il campo?

Ecco quindi che sembra esserci una sola soluzione al suo problema: lasciare Madrid.

Nelle Merengue, infatti, non sembra proprio esserci spazio per lui. La rosa del Real è folta e composta da molti talenti e Drenthe nonostante la sua capacità di adattamento in più ruoli (da quando è a Madrid ha giocato sia terzino, che esterno di centrocampo che ala a sinistra – disimpegnandosi però anche a destra in alcuni casi – oltre che da interno sulla linea mediana) non sembra essere una prima scelta di coach Pellegrini.

Come se non bastasse, poi, i media spagnoli hanno recentemente iniziato a parlare del fatto che l’Orange sarebbe stato inserito nella lista di partenza e che a gennaio Perez farà di tutto per farlo accasare altrove.

L’agosto scorso diverse squadre sembravano essersi interessate a lui, tra queste parevano esserci anche Milan e Juventus.
Il club che più si avvicinò al suo ingaggio, però, fu la Fiorentina: la società dei Della Valle, infatti, aveva visto in lui il rinforzo giusto per la fascia mancina ed aveva tentato l’affondo richiedendo il prestito con diritto di riscatto già fissato, formula però che non convinse il Presidente della Casa Blanca che preferì quindi declinare l’offerta decidendo di tenere Royston integrato alla rosa della propria squadra.

Oggi, però, la situazione sarebbe cambiata: il giocatore, come detto, non trova spazio al Real e preme per giocare con continuità, visto il suo obiettivo di fine stagione. In più viene pagato profumatamente, cosa che porta quindi Perez a elargirgli un lauto stipendio per non rendersi poi nemmeno utile alla causa Merengue.

Tutto questo ha quindi portato, pare, ad un cambiamento di rotta da parte dell’esecutivo madridista: a gennaio quindi Royston tornerà sul mercato, questa volta con un prezzo inferiore rispetto alle richieste estive e probabilmente, se proprio non lo si riuscirà a piazzare a titolo definitivo, si potrebbe riuscire ad ottenere anche in prestito.

La valutazione del suo cartellino si aggirerebbe quindi oggi tra i 6 ed i 7 milioni di euro, indubbiamente una cifra molto contenuta per un giocatore di soli 22 anni con certe potenzialità.

Su di lui si starebbero quindi muovendo diverse squadre. Tra queste vengono segnalate il Chelsea del nostro Carlo Ancelotti, la Fiorentina (che tornerebbe quindi alla carica dopo che i tentativi estivi), il Milan (alla caccia di un giocatore che possa coprire tutto l’out di sinistra) e la Juventus, squadra che ha dimostrato di avere come proprio punto debole proprio gli esterni difensivi.
A Torino, inoltre, Drenthe verrebbe comodo anche perché potrebbe giocare in posizione di ala nelle occasioni in cui Ferrara decidesse di riproporre il 4-2-3-1.

Qualora accettasse un trasferimento in queste squadre, però, Royston non potrebbe certo dirsi sicuro del posto da titolare. Se dovesse lasciare Madrid per finire a far panchina da un’altra parte, quindi, finirebbe dalla padella alla brace.

Proprio per questo nelle ultime ore si stanno delineando altre due possibilità che, almeno nel breve periodo, l’MPV dell’Europeo under 21 del 2007 potrebbe preferire: tra le squadre che lo seguono, infatti, ci sarebbe anche il Feyenoord, squadra in cui il giocatore crebbe ed esordì nel calcio professionistico e da cui il Real lo prelevò due anni fa, ed il PSV, nobile del calcio di casa sua.
Le due compagini olandesi sarebbero interessate a lui solo con la formula del prestito, ma non è detto che Perez, vista la situazione, non decida di accettare quest’eventualità.

Tornato in Olanda, quindi, Drenthe avrebbe sicuramente la possibilità di giocare con più continuità giocandosi le chance rimanenti di volare in Sudafrica, potrebbe quindi vedere la valutazione del suo cartellino lievitare di qualcosa e, soprattutto, potrebbe demandare al mercato estivo, dove potrebbe guardarsi attorno con più calma, la decisione di quale squadra scegliere per il suo futuro.

E' in vista un ritorno a casa per Drenthe? Rotterdam l'aspetta a braccia aperte...

Royston, comunque, non sarebbe l’unico madridista che starebbe per lasciare la Casa Blanca.
Secondo il quotidiano iberico El Mundo Deportivo, infatti, la lista dei partenti conterebbe altri cinque giocatori, ovvero sia: Mahamadou Diarra (seguito in estate da Juventus e Milan, oggi richiesto dall’Arsenal), Ruud Van Nistelrooy (seguito dalla Roma e dal Tottenham, con gli inglesi nettamente favoriti sui capitolini), Jerzy Dudek (che potrebbe tornare in Inghilterra, questa volta al Chelsea), Fernando Gago (che sarebbe seguito dai Gunners e dai Citizens) e Cristoph Metzelder (che potrebbe finire allo Zenit o al Lione).
Il grande supermercato madrileno, insomma, potrebbe aprire presto coi saldi di metà stagione.

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L’under 19 di Massimo Piscedda si qualifica alla Fase Elite delle qualificazioni agli Europei under 19 di Francia 2010.

Come detto qualche giorno fa gli Azzurrini dovevano disputare sul territorio sanmarinese i tre match di qualificazione della prima fase. Andiamo quindi a vedere come si sono comportati i nostri.

Venerdì 13 novembre la nostra under 19 ha giocato contro i pari età albanesi in un match che, com’era prevedibile, è risultato essere a senso unico. Gli Azzurrini si impongono infatti 5 a 0 in un match senza storia alcuna in cui centreranno per ben 18 volte la porta difesa da Fabiol Rexhepi riuscendo, come detto, a bucare l’estremo difensore albanese in cinque occasioni.
Pratica già chiusa a fine primo tempo: al 21′ è Dumitru a portare in vantaggio gli Azzurrini, in chiusura di prima frazione ci pensa invece D’Alessando a chiudere i conti. Nella ripresa, poi, la nostra under dilaga con la rete di Destro e la doppietta di Zigoni, capace di segnare due reti in trentatrè minuti di gioco.

Due giorni più tardi è quindi la volta dei padroni di casa, l’under 19 di San Marino. Rispetto al primo match Piscedda effettua alcuni cambiamenti nella formazione titolare: tra i pali finisce quindi il napoletano Luigi Sepe, in difesa Michelangelo Albertazzi (già colonna delle under 19 e 20 dello scorso biennio) scende in campo dal primo minuto al posto di Grieco, a centrocampo Taddei lascia il posto a Bertolacci mentre in attacco è Nicola Sansone a fare coppia con l’interista Destro.
Al contrario di quanto successo contro gli albanesi ci vuole molto di più ai nostri ragazzi per avere la meglio sulla difesa avversaria. Se nel match d’esordio i nostri erano passati in vantaggio dopo soli ventuno minuti, infatti, questa volta bisognerà aspettare il 71′ per passare in vantaggio; vantaggio che, tra l’altro, arriverà solo grazie ad un’autorete di Brolli.
Una volta sbloccato il risultato, poi, i nostri dilagheranno prima con Zigoni (una rete in trentotto minuti giocati) poi con la doppietta di Destro.
La difficoltà ad andare in rete dei nostri, comunque, non deve far pensare che l’Italia under 19 abbia avuto particolari problemi a trovare la conclusione. Basta dare una rapida occhiata alle statistiche, infatti, per rendersi conto che la porta difesa da Manzaroli è stata subissata da una gragnuola di ben 36 tiri, davvero un’enormità.

Destro è il capocannoniere del primo turno di qualificazione della nostra under 19: 5 reti in 3 partite per lui

Ieri, quindi, è stata la volta dello scontro al vertice con l’Irlanda (che nei due precedenti match aveva battuto rispettivamente 5 a 0 e 2 a 0 le rappresentative di San Marino ed Albania). All’Olimpico di Serravalle non ci si giocava il passaggio del turno (dato che a qualificarsi alla Fase Elite sono le prime due di ogni girone più le due migliori terze) quanto il primo posto nel girone per assicurarsi il quale il nostro tecnico federale decide di presentarsi con la terza formazione diversa in tre partite: Colombi si riprende il posto in porta, Crescenzi, Caldirola, Albertazzi ed Adamo vanno a comporre la linea difensiva a protezione del portiere atalantino oggi al Pergocrema, Taddei, Sala, Tremolada e Galano sono invece i quattro centrocampisti con Sansone e Destro confermati di punta.
Gli avversari sono sicuramente più ostici rispetto a quelli incontrati nelle prime due gare, ma alla fine i nostri ragazzi riescono ad aver la meglio grazie ad un uno-due firmato da Destro poco dopo l’ora di gioco: la doppietta della punta interista (che sale quindi a quota 5 reti in 3 partite) vale quindi la vittoria del match quanto quella del girone.

Italia che, come ampiamente previsto, non ha quindi problemi a qualificarsi alla Fase Elite. Forte del migliore attacco (11 reti segnate, come noi solo la Norvegia) e della miglior difesa (0 reti subite, come noi solo Portogallo e Serbia) di queste qualificazioni i nostri ragazzi veleggiano quindi sicuri verso l’Europeo di Francia.

A partire da marzo, quando avrà inizio la fase elite, vedremo quindi se i nostri sapranno confermarsi su questi standard. In quel caso non si sarebbero dubbi riguardo alla nostra qualificazione alla fase finale.

Ma chi, oltre agli Azzurrini, si è qualificato per la Fase Elite?

E’ presto detto: Repubblica d’Irlanda, Inghliterra, Slovacchia, Turchia, Germania, Croazia, Svizzera, Serbia, Grecia, Scozia, Romania, Bosnia, Irlanda del Nord, Portogallo, Spagna, Russia, Ungheria, Olanda, Repubblica Ceca, Norvegia, Belgio, Ucraina, Montenegro (grande exploit per questa giovane repubblica capace, grazie a tre pareggi, di eliminare Georgia e, soprattutto, Svezia), Danimarca ed Azerbaigian direttamente, Polonia ed Austria come migliori terze (da notare che la classifica avulsa per le migliori terze la si è calcolata tenendo conto solo dei risultati ottenuti contro le due squadre del proprio girone qualificatesi direttamente alla Fase Elite; Polonia ed Austria, quindi, sono state le uniche due nazionali capaci di raccogliere tre punti in questo senso).

Queste 28 squadre, quindi, saranno ora divise in sette gruppi da quattro e si giocheranno l’accesso diretto agli Europei francesi. Solo la prima di ogni girone, stavolta, strapperà il pass per Euro 2010. C’è da sperare, insomma, che i nostri ragazzi riescano ad avere la meglio su ogni avversaria per poter quindi andare in Francia dove dovranno cercare di bissare l’unico successo continentale in questa categoria: nel 2003, infatti, l’under 19 di Chiellini, Aquilani e Pazzini si laureò per la prima – e finora unica – volta Campionessa d’Europa under 19.

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