Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for the ‘Europa’ Category

Sono stati sorteggiati stasera, con due conduttori d’eccezione come gli ex campioni continentali Gullit e Lizarazu, i gironi che vanno a comporre la prima fase dell’Europeo 2016.

Che, ricordo, sarà innovativo rispetto al passato: si passerà infatti dalle 16 squadre qualificate dall’edizione 1996 in avanti (ancora nel 1992 le squadre erano 8) alle attuali 24, col primo turno che diventerà di fatto una sorta di girone preliminare a scremare le 16 squadre che si giocheranno il tutto per tutto in partite secche ad eliminazione diretta, dagli ottavi in avanti.

Questa modifica regolamentare va tenuta ben presente, perché porterà una modifica anche nella qualificazione alla fase ad eliminazione diretta: oltre alle canoniche prime due di ogni raggruppamento, infatti, si qualificheranno anche le migliori quattro terze (su sei). Una scrematura più che un’eliminazione, appunto.

Per questo, partiamo da un presupposto: si tratta di una sorta di “secondo turno di qualificazione”. C’è da aspettarsi che tutte le squadre più forti, anche qualora tentino di suicidarsi sportivamente in Francia, approderanno alla fase ad eliminazione diretta…

24bt508

Il girone A è quello dei padroni di casa.

Che tutti leggono come facile e scontato e beh, stante quanto abbiamo detto prima (e cioè che tutte le teste di serie passeranno al 99%), difficile pensare altrimenti.

Anzi, è probabile che i padroni di casa, anche al di là del fattore campo, vincano questo raggruppamento.

C’è comunque da dire che i francesi hanno già iniziato a cercare un modo nuovo per tentare il suicidio, loro che sono sempre così bravi a farlo (negli ultimi dieci anni l’hanno fatto diverse volte), con l’affaire Benzema.

Certo, davanti restano comunque forti (Giroud, Griezmann, Lacazette, Martial, Coman e chi più ne ha più ne metta), ma come al solito saranno loro i primi avversari della Francia.

Alle spalle dei Galletti la lotta potrebbe comunque essere interessante, equilibrata. La Svizzera è una squadra interessante e di prospettiva, anche se rischia di arrivare con il proprio miglior talento – Shaqiri – totalmente appannato.

L’Albania è una squadra molto quadrata, ben allenata dal nostro De Biasi, che in particolar modo contro gli svizzeri giocherà una partita carica di emotività, posto che molti dei loro giocatori sono cresciuti proprio nei cantoni elvetici.

La Romania non è particolarmente talentuosa (anzi, è forse una delle squadre meno talentuose dell’Europeo), però si è dimostrata molto solida nell’ultimo paio d’anni.

Sicuramente sarà interessante vedere chi la spunterà, con la Svizzera che parte come seconda forza del girone.

zvzjnr

Nel secondo raggruppamento troviamo un’altra squadra dedita al suicidio sportivo, l’Inghilterra.

Anche qui sulla carta non dovrebbero esserci grossi dubbi, a patto che i Tre Leoni tengano fede al loro potenziale e non alla loro tendenza suicida.

Alle loro spalle sono curioso di vedere cos’accadrà. Sulla carta non è certo uno dei gironi più interessanti, ma potrebbe essere aperto. Perché i russi non stanno attraversando un momento storico particolarmente positivo, e tutto sommato credo possano aver gioito per questo sorteggio.

Chissà se il Galles dopo aver trovato la qualificazione alla fase finale non abbia in serbo altre sorprese. I vari Bale e Ramsey hanno sicuramente un’occasione importante per scrivere la storia del football del loro paese.

14c8pxd

Il gruppo C dovrebbe essere un po’ più definito.

Davanti a tutti partono di certo – e probabilmente finiranno anche – i tedeschi campioni del mondo.

Seconda forza del girone, a mio avviso, la Polonia della nuova generazione d’oro, di cui ho parlato un paio di mesi fa. Con la stella Lewandowski davanti più alcuni altri buonissimi interpreti nel resto del campo i polacchi avrebbero potuto dire la loro anche in un Europeo più ristretto. Certo non un’outsider per la vittoria finale (poi vabbè, dopo il caso “Grecia 2004” tutto è possibile!), ma una Nazionale che potrebbe togliersi qualche soddisfazione.
Ecco, essere stata inserita con quella che sulla carta è la squadra più forte del mondo non le renderà facile centrare un possibile upset. Perché dal mio punto di vista ci sono almeno un paio di teste di serie cui la Polonia avrebbe potuto anche provare a giocare lo scherzone…

Ucraina ed Irlanda del Nord quindi, sulla carta, dovrebbero giocarsi la terza piazza, provando a strappare uno dei quattro posti utili alla qualificazione.

Poi certo, in campo non ci va mai la carta…

33dkxtw

Sulla carta sicuramente il girone più competitivo del lotto.

Difficilmente la Spagna replicherà il fallimento totale del mondiale brasiliano, ovvio quindi che partiranno per vincere (il loro raggruppamento, ma pure l’Europeo).

Dietro, seconda forza del girone, sicuramente la Croazia. Che se non si fosse complicata le cose con le proprie stesse mani nel corso della qualificazione avrebbe potuto tranquillamente sopravanzarci.

Croati che sono la nazionale, in un certo senso, più “spagnola” tra tutte (le altre che non siano spagna). Col duo Modric – Rakitic a centrocampo (motorino del Real e del Barcellona non per caso) daranno quindi vita ad una sfida sicuramente molto interessante con la mediana iberica.

Dietro a queste due, non senza possibilità di un qualche upset, Repubblica Ceca e Turchia. Per un girone che, come detto, è sicuramente quello sulla carta più interessante. Per quanto ceki e turchi non stiano attraversando momenti brillanti come in passato (1996 per i primi e 2002 per i secondi, ad esempio).

16947k0

A bocce ferme penso non ci sia andata così male come molti penserebbero. Certo, Ibrahimovic permettendo.

Allora, il Belgio è una squadra molto talentuosa. Ma ancora un po’ inesperta (i talenti sono praticamente tutti nati negli anni novanta e stanno al massimo alla seconda esperienza a questi livelli, dopo il discreto Mondiale giocato due estati fa). Sulla carta ci partono davanti, ma nello scontro diretto, quantomeno se trovassimo l’amalgama dei tempi migliori, potremmo anche superarli.

Al di là della prima forza del gruppo, comunque, partiamo nettamente davanti a Svezia ed Eire.

Questi ultimi sono sì tignosi, come si dice, ma assolutamente abbordabili. Poi la palla è rotonda, come si dice, e soprattutto ultimamente siamo usciti in gironi più morbidi di questo. Però se dobbiamo andare in Francia con la paura degli irlandesi stiamo a casa direttamente.

Che dire poi della Svezia, se non che è Ibrahimovic + 10?

Certo, si parla di uno dei migliori giocatori del suo tempo, ma è comunque un giocatore solo. Senza di lui, per intenderci, sono abbastanza convinto che la Svezia non sarebbe nemmeno arrivata a questo Europeo allargato.

Che dire, pur non avendo un Ibrahimovic la squadra del 1994 era sicuramente di profilo molto superiore a questa.

Anche qui, sulla carta partiamo favoriti.

In definitiva, quindi, l’obiettivo non può non essere il secondo posto come minimo, con un pensierino al primo. Anche se secondo me questa Italia, che è povera di talento ma meno scarsa di come molti la dipingono, manca in convinzione nei propri mezzi, proprio perché dipinta come scarsa. Speriamo che Conte ripeta il miracolo che già compì al suo primo anno di Juve (quando vinse uno Scudetto con una squadra oggettivamente inferiore a quel Milan, che ancora vantava giocatori come lo stesso Ibrahimovic e lo stellare Thiago Silva, a roster).

rkssxx

Se l’Ungheria fosse quella dell’Aranycsapat non avrei dubbi su chi vincerà questo raggruppamento. Invece i magiari sono tra le squadre meno talentuose del torneo, e difficilmente passeranno il turno.

Questo perché se il Portogallo è sulla carta la più morbida delle teste di serie, ma comunque non dovrebbe finire fuori se non altro per la presenza del buon Cristiano Ronaldo, Islanda ed Austria sono due squadre rampanti che potrebbero fare da outsider in un po’ tutti i gironi di questo Europeo.

Sarà quindi molto interessante, ammettendo che il Portogallo riesca a vincere il girone, vedere chi tra le due gli arriverà dietro.

Debbo dire che per interesse mi auguro passino comunque entrambe, e che quindi una delle quattro migliori terze esca da qui.


Seguimi su:
Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.


Le estati del 1974 e del 1982 non verranno mai cancellate dalla memoria del popolo polacco. Anzi, dal suo DNA.

In quei due anni, infatti, una squadra che sino a prima del Mondiale tedesco aveva raccolto una sola partecipazione iridata – con uscita diretta dopo una partita, sconfitta subita dal Brasile ai rigori – seppe stupire il globo, arrampicandosi su sino al terzo gradino del podio.

Erano quelle le nazionali polacche di Grzegorz Lato (capocannoniere dell’edizione 74 con 7 centri) prima e Zibignew Boniek poi.
Furono quelle due squadre capaci di compiere qualcosa di quasi irripetibile per una squadra che era da sempre annoverata (e forse ancora oggi, escluso quel particolare periodo storico, viene annoverata) tra le cenerentole del calcio europeo.

Perché la Polonia nella sua storia prima e dopo quei due bronzi iridati ha il nulla più assoluto, o quasi.

Nel 1936 arrivò quarta ai giochi olimpici, in quell’unica edizione vinta da una compagine Azzurra. Poteva essere l’inizio di una bella storia, invece, ad esclusione di quella precoce eliminazione Mondiale due anni più tardi, il nulla più assoluto.

Nessun’altra partecipazione a Mondiale ed Europei (al torneo continentale la Polonia si qualificherà per la prima volta nel 2008) sino a che il grande circo del calcio non decise di tornare in Germania, terra con cui i polacchi hanno un evidente rapporto di amore-odio.

In casa dei loro vicini, infatti, seppero migliorare quel quarto posto olimpico (sì, in quel 1936 le Olimpiadi vennero disputate nella Berlino nazista di Hitler, che solo tre anni più tardi invaderà la stessa Polonia dando di fatto inizio alla Seconda Guerra Mondiale) centrando il bronzo iridato.

Dopo l’uscita al secondo turno al Mondiale del ’78 ecco il secondo bronzo, quello di Spagna ’82.

Da lì in poi ancora poco o nulla, con il calcio polacco che ha ripreso a dare segni di vita giusto con l’avvento del nuovo millennio: tra il 2002 ed il 2012 due partecipazioni Mondiali e due Europee, in entrambi i casi con eliminazione al primo turno.

E oggi?

Oggi – anzi, ieri sera – la Polonia è riuscita a dare continuità alla sua partecipazione europea (è stata presente alle ultime due edizioni) battendo l’Irlanda in quello che di fatto era uno spareggio qualificazione e chiudendo il proprio raggruppamento un sol punto alle spalle dei cugini tedeschi, Campioni del Mondo in carica.

La squadra non ha quindi fatto nulla di eccezionale e con ogni probabilità non andrà in Francia a fare la voce grossa. Però credo si possa dire senza gran timore di smentita che quella che sta uscendo oggi sembra essere la Nazionale migliore dal post 1982 in poi.
Una squadra che ha un condottiero di valore mondiale (un po’ come poteva essere quel Boniek dell’epoca) ed una serie di giocatori affidabili e di buon livello.

Certo, non una squadra completa e talentuosa come altre (tra le “outsider” mi viene in mente sicuramente il Belgio, per non parlare ovviamente delle big stile Germania, Francia o Spagna che sulla carta sono di ben altro retaggio), ma comunque un buon gruppo di giocatori che trovando le giuste alchimie e, perché no, il giusto stato di forma in quel mese di competizione potrebbe anche provare a stupire.

Il campione di valore mondiale, manco a dirlo, è ovviamente Robert Lewandowski.

Capitano dei Biało-czerwoni, è ormai arrivato alla piena maturità sportiva. E si vede.
Ad oggi è sicuramente tra i migliori centravanti al mondo (fare classifiche precise è impossibile, ed ognuno ha giustamente il proprio punto di vista. Converrete però con me che è innegabile sia tra i migliori in assoluto, oggi). Forse il più completo.

Unisce fisico e senso del goal da centravanti vecchio stampo ad una tecnica raffinata che non così di sovente è possibile riscontrare in giocatori con le sue misure.
Non è comunque il classico centravanti d’area che si limita a passeggiare per novanta minuti in attesa di poter affondare la stoccata buona: Lewandowski è anzi un giocatore di grande lotta e molto movimento, che svaria su tutto il fronte di gioco e dà una mano alla manovra, che tiene palla e fa salire la squadra, che fa reparto da solo e lotta coi difensori su ogni pallone.

Robert Lewandowski è il condottiero di questa squadra, che sembra seguirlo fedelmente. Non è quindi un caso il fatto che sia proprio lui il capocannoniere di queste qualificazioni europei, con ben 13 goal all’attivo (pareggiato il record storico del nordirlandese David Healy): alle sue grandi doti da finalizzatore si unisce la disponibilità della squadra a lavorare e metterlo nelle condizioni di concludere.

Robert Lewandowski è il simbolo di questa squadra, ma non è certo l’unico giocatore di valore della rosa.

Rimanendo all’attacco c’è sicuramente da tenere d’occhio il giovane Arkadiusz Milik, classe 1994 in forza all’Ajax.

Fisico da corazziere abbinato a buona mobilità, Milik è una delle nuove sensazioni del calcio polacco, nonché di certo uno dei calciatori deputati a dare continuità anche sul lungo periodo al recente periodo di rinascita del movimento calcistico nazionale.

E’ comunque scendendo a centrocampo che si può trovare quello che è forse, ovviamente dopo Lewandowski, il mio giocatore preferito di questa squadra: sto parlando di Grzegorz Krychowiak, mediano di lotta e di governo ormai alla seconda stagione in forza agli spagnoli del Siviglia.

Adattabile anche come interno di centrocampo ed all’occorrenza difensore centrale, Krychowiak si fa forte di un fisico potente e ben strutturato e di una spiccata intelligenza tattica, che lo porta a trovarsi spesso al posto giusto.
Pur non essendo tecnicamente dotato quanto il suo capitano ha sicuramente tutto, sia dal punto di vista calcistico che personale, per diventare uno dei punti di riferimento dei Biało-czerwoni per gli anni a venire.

Arrivato ai 25 anni di età sta entrando in quel periodo della carriera in cui raggiungerà il giusto mix di esperienza e forza fisica. Non credo il Siviglia se ne libererebbe per due spicci, ma resta sicuramente un giocatore che terrei d’occhio anche in ottica mercato…

Altro centrocampista molto interessante, dalle doti più offensive rispetto a Krychowiak, è il giovanissimo Karol Linetty, classe 1995 ma ormai già stabilmente nel giro della nazionale maggiore (pur essendo in pieno in età da under 21, trattandosi del biennio dei 94/95).

Mezz’ala offensiva del Lech Poznan, mostra ottimo controllo e già sapiente gestione della sfera. A tutto ciò abbina anche una buona capacità di gestire la pressione che certi palcoscenici e certe partite comportano.
Se è in grado già oggi di dare il proprio contributo sostanzioso e sostanziale alla squadra, è molto probabile che saranno dai suoi piedi che passerà la manovra polacca del futuro.

Interessante sarà capire come evolverà la sua carriera: a maggior ragione con l’impiego agli Europei il suo nome finirà sulle bocche di molti operatori di mercato, ma chissà che qualche osservatore più sveglio di altri non convinca i propri referenti a muovercisi prima…

Parlando di giovani centrocampisti, anche se dal futuro molto meno assicurato, permettetemi di riproporvi due nomi che vi feci già più di un anno fa: Krystian Bielik ed Hubert Adamczyk, due classe ’98 che non credo proprio faranno parte della spedizione in Francia ma che potrebbero portare linfa vitale alla squadra negli anni a venire…

Restando in mediana, ma allargandoci in fascia, impossibile non citare il neo viola Jakub Błaszczykowski, ala destra capace di adattarsi in ogni posizione possibile del suo out di competenza che dopo qualche periodo fisicamente complicato passato al Borussia Dortmund, squadra nella quale si è affermato al grande calcio, sembra stia riuscendo a ritrovare continuità all’ombra della Torre di Giotto.

Le qualità del giocatore non si discutono, la sua esperienza internazionale nemmeno: qualora continuasse come ha iniziato questa stagione la Polonia avrebbe un’ottima freccia in più al suo arco…

Sempre parlando di esterni bene citare anche Kamil Grosicki del Rennes, giocatore di discreta qualità.
Per quanto concerne la quantità mi ha invece stupito molto Krzysztof Mączyński, un giocatore che fino a ieri non conoscevo: instancabile.

Venendo alla difesa, sono sicuramente due i giocatori-copertina: il “nostro” Kamil Glik ed il buon Łukasz Piszczek, che a differenza di Lewandowski e Błaszczykowski gioca ancora al Borussia Dortmund.

Il primo viene da un’annata straordinaria giocata in maglia granata: quasi perfetto dietro, praticamente devastante davanti.
Una stagione forse irrepetibile, ma di certo se dimostrasse lo stesso stato di forma anche in Francia sarebbe una bella sicurezza per la Polonia.

Il secondo è invece un esterno a tutta fascia, capace tanto di disimpegnarsi come esterno di difesa che di agire più alto a seconda delle necessità.
Un giocatore ormai nel pieno della sua maturità e che potrebbe non avere più chance di scrivere parole di fuoco nella storia del calcio del proprio paese, se è vero che qualificarsi ad un Mondiale è più complicato che non farlo ad un Europeo, e che alla prossima manifestazione continentale lui ci arriverà da 35enne…

Dove potrà arrivare questa squadra è difficile dirlo, ancor più senza conoscere le composizioni dei gironi dell’Euro 2016.
Di certo c’è che passando le prime due di ogni girone più le quattro migliori terze le possibilità di approdare agli ottavi di finale saranno molte per tutti. Ed è questo l’obiettivo minimo che, a bocce ferme, la Polonia si deve porre.

Una volta passato il primo turno, poi, le cose potrebbero andare un po’ in ogni modo. Di certo, soprattutto in caso di accoppiamento favorevole, i quarti di finale potrebbero non essere un’utopia. Difficile però pensarli oltre, tra le quattro migliori del continente.

Ma se è vero come è vero che nel 2004 ad imporsi fu la modesta Grecia di Rehhagel, ecco che un minimo di credito devono averlo anche i polacchi, sicuramente tra le possibili squadre outsider di Francia 2016…


Facebook    Facebookpage    Twitterblog    Twitter    G+    Youtube    Instagram

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.


Il possibile doppio acquisto dell’Inter, che sulla metà campo sembra stia per chiudere per la coppia francese Imbula-Kondogbia, mi stimola a provare a buttare l’occhio in avanti, per capire verso quale tipo di conformazione si sta cercando di portare l’Inter in vista della prossima stagione calcistica.

Prima di provare ad addentrarmi in qualche ipotesi, però, faccio un paio di doverose premesse: innanzitutto nel momento in cui scrivo nessuno dei due giocatori ha ancora firmato per l’Inter, quindi le mie saranno semplici speculazioni “fantacalcistiche”.
In secondo luogo è evidente che se anche i due firmeranno a breve il mercato dell’Inter continuerà e la squadra non verrà quindi schierata come da me ipotizzato. Ma del resto questo è un gioco fatto solo per provare a tracciare una direzione, non ho la minima intenzione di provare ad indovinare l’undici base del prossimo anno (cosa che credo oggi sarebbe impossibile per lo stesso Mancini, per altro).

Nel provare a tracciare il futuro dell’Inter darò quindi tre diverse opzioni tattiche – inteso come modulo base, posto che ovviamente il gioco lo determinano poi i compiti dei singoli e che il modulo è semplicemente una rappresentazione “stilizzata” di qualcosa di molto più complesso di come appare – utilizzando come base i giocatori attualmente in rosa, con due varianti: le coppie Murillo-Miranda ed Imbula-Kondogbia, che fa da stimolo a questo pezzo, e l’assenza di Kovacic, che con l’arrivo dei due francesi credo proprio sarebbe destinato a partire.

Veniamo quindi alla prima soluzione, quella che ad oggi mi sembrerebbe la più probabile: 4-3-3.

Detto che la difesa non la toccherò mai e quindi non ne parlerò oltre, credo potrebbe essere schierata a quattro con la coppia D’Ambrosio-Santon sugli esterni e Miranda-Murillo (altri due giocatori sul punto di arrivare a Milano) in mezzo. Con in porta, confermatissimo, Handanovic, fresco di rinnovo.

Bene. A centrocampo a questo punto si potrebbe utilizzare Kondogbia mezz’ala sinistra con uno tra Medel e Brozovic a destra, anche a seconda del tipo di avversario da affrontare. Logico che Medel porta meno qualità alla manovra, ma in compenso garantisce un livello altissimo di quantità. Brozovic è invece una mezz’ala più di palleggio, ma per quanto discreta anche in transizione negativa sicuramente non garantirebbe la corsa che può assicurare il cileno.
Tra i due, poi, si installerebbe l’ormai ex centrocampista dell’Olympique Marsiglia, che già in Francia ha messo in mostra doti interessanti come fautore di gioco. Certo non è un regista classico alla Pirlo, ma il suo gioco è sempre molto orientato a prendere per mano la squadra e provare a dettare i ritmi. Per di più pur non avando il talento puro dell’Azzurro è comunque giocatore più completo, essendo dotato di una fisicità di altissimo livello che gli permette di essere più incisivo in fase di non possesso.

In attacco a questo punto potrebbe schierarsi Shaqiri largo sulla destra, con licenza di rientrare e “uccidere”, Palacio sull’out opposto, ovviamente con licenza di tagliare, ed Icardi come punta centrale.

Cosa manca a questa formazione? Sicuramente un terzino andrebbe comprato per elevare il livello della linea – ma questo vale a prescindere dalla soluzione tattica -, poi anche un’ala sinistra che possa svolgere il compito meglio dell’improvvisato Palacio.

Già così, comunque, sarebbe un upgrade rispetto alla squadra di oggi.

La seconda opzione prevede invece il 4-3-1-2.

Una soluzione che di fatto cambia poco rispetto a quella precedente. Anche nulla in termini di uomini, qualora il trequartista fosse Shaqiri (con però Hernanes valida alternativa).

Una soluzione che garantirebbe così a Palacio la possibilità di giocare in un ruolo a lui più consono (quello di seconda punta). Ma che potrebbe limitare Shaqiri, che preferisce partire largo.

Per il resto la linea a tre di centrocampo potrebbe rimanere inalterata, con il solito ballottaggio Medel/Brozovic ad affiancare il duo francese.

Al netto di Shaqiri e del problema terzino, quindi, sarebbe forse questa la soluzione ad oggi migliore, sulla base della rosa a disposizione. La squadra sarebbe di per sé già pronta a giocare senza aver bisogno di adattare Palacio sulla fascia.

Una soluzione prevista anche dalla terza ipotesi che avanzo, il 4-2-3-1.

In questo caso la mediana passerebbe a due, con l’esclusione di Brozovic e Medel. Palacio andrebbe quindi nuovamente adattato a sinistra, come detto, mentre Hernanes potrebbe agire sulla trequarti (a meno di non voler avanzare il croato, avendo lui già ricoperto quel ruolo in passato) con Shaqiri largo a destra ed Icardi sulla sinistra.

In definitiva ad oggi si può dire che l’Inter acquistando i due francesi farebbe un passo avanti a prescindere dal modulo tattico che sceglierebbe, che per me ad oggi sarebbe il 4-3-3.

In realtà, come abbiamo visto, la soluzione probabilmente migliore sarebbe il 4-3-1-2, con licenza di allargarsi concessa al buon Shaqiri.

Come la si vuol mettere un passo avanti importante rispetto alla scorsa stagione. Sempre che oltre all’ormai probabilissima partenza di Kovacic non se ne aggiunga un’altra dello stesso livello.

In questo senso: io non credo alla partenza di Icardi. Ma se penso che Kondogbia + Imbula facciano fare un salto di qualità ad un reparto che pure perderebbe Kovacic (nell’immediato, perché a livello di potenziale quella di Kovacic potrebbe rivelarsi cessione sanguinosissima), credo anche che se la campagna di quest’anno portasse anche alla cessione di Icardi le possibilità di fare un passo indietro rispetto allo scorso anno diventerebbe a quel punto molte.


Compra il mio secondo libro, “La carica dei 301″! Costa solo 1 euro!
Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

Wolfsburg vs. Napoli

Sulla carta il quarto più interessante. Anzi, una sorta di finale anticipata, potremmo dire.

Per quanto mi riguarda il Wolfsburg, nonostante abbia i suoi bei limiti, ad ora è la favorita numero uno per la vittoria finale.
Il Napoli la due, però.

A questo punto chi passerà sarà davvero lanciatissimo verso la vittoria finale.

Napoli spacciato?

Tutt’altro.

A mio avviso ha tutte le carte in regola per passare.

Pensate a questo: l’Inter tra andata e ritorno ha regalato tre goal ai tedeschi, in maniera piuttosto assurda. Due Carrizo all’andata, uno la difesa ieri.

Nonostante questo se proprio nella partita di ieri Benaglio non avesse fatto 2-3 ottime parate l’Inter sarebbe stata in gioco fino all’ultimo secondo.

Sintomo, di fatto, che il Wolfsburg è sì forte ma comunque battibile.

Dinamo Kiev vs. Fiorentina

Sulla carta la Viola, soprattutto visto l’attuale stato di forma, parte favorita.

Salah, Joaquin e Rodriguez in questo momento sono giocatori che potrebbero tranquillamente incidere anche in Champions League, figuriamoci al piano inferiore.

Altrettanto vero, però, che la Dinamo è una squadra sempre pronta a vendere cara la pelle. E che il 5 a 2 rifilato ieri al tutt’altro che scarso Everton deve comunque dare da pensare.

Importante quindi riuscire a mantenere questo stato di forma, magari recuperando anche quei giocatori che attualmente non sono a disposizione, tipo Mario Gomez.

Poi, ovviamente, bene non sottovalutare gli avversari.

Siviglia vs. Zenit

Anche questa, volendo, potrebbe essere considerata una finale anticipata.

Del resto questi due club hanno vinto quattro delle ultime nove edizioni (tre gli spagnoli ed una i russi).

Impossibile non dire che sia il Siviglia la favorita, comunque. Un po’ perché campione in carica, un po’ per la tradizione di cui ho appena parlato e soprattutto molto perché mi sembra squadra più solida. Zenit che, del resto, ha rischiato di uscire già contro il Torino.

Dnipro vs. Bruges

Sulla carta il quarto meno interessante del lotto.

Bruges che sta disputando un’Europa League ad altissimo livello ed è arrivata dove probabilmente non credeva di riuscire. Proprio per questo, però, vorrà provare a stupire di nuovo. Del resto, come si dice, la fame vien mangiando.

Sempre la carta, comunque, dice che il Dnipro parte come favorito.

_______________________________________________________________

Compra il mio secondo libro, “La carica dei 301″! Costa solo 1 euro!

Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

Juventus vs. Monaco

Partiamo dal presupposto che nessun avversario va mai sottovalutato, più che mai se è stato capace di arrivare tra le prime otto d’Europa.

Detto questo è comunque innegabile il fatto che alla Juventus, stante le altre avversarie, sia andata bene.

A parer mio, infatti, la squadra bianconera è sulla carta superiore ai monegaschi, che pure si sono appena sbarazzati di un avversario certo non semplice come l’Arsenal.

Se sapranno giocare con la stessa compattezza e lucidità mostrata contro il Borussia Dortmund passeranno sicuramente.

Occhio, però, a non sottovalutare il Monaco. Prendere sotto gamba un avversario è sempre il modo migliore per uscire sconfitti dal rettangolo di gioco…

Atletico Madrid vs. Real Madrid

Solo lo scorso anno questa era la finale di Champions League.

Non solo. Un derby non è mai una partita come le altre.

Di sicuro, insomma, sarà questo il quarto di finale più importante, quantomeno assieme a quello dell’altra spagnola.

E qui già abbiamo due certezze: se da una parte la Spagna è sicura di mandare in semifinale almeno una squadra, dall’altra è altresì certa che ne perderà una.

Sul chi passerà… beh, difficile dirlo.

O meglio, rispondessi di botto direi sicuramente Real. E’ però altresì vero che l’Atletico è una sorta di kriptonite per i Blancos, che proprio anche nella scorsa finale di Champions faticarono tantissimo rischiando fino all’ultimo di perderla.

PSG vs. Barcellona

In realtà è proprio questo il quarto che mi affascina di più. Perché il Paris ha compiuto una grande impresa eliminando il Chelsea e sembra crescere in personalità ogni anno che passa.

Sarà questo l’anno giusto della definitiva consacrazione?

Vincere la Champions non è necessario, battere il Barça per dimostrarlo sì.

Attenzione, però: pur senza essere più la squadra praticamente imbattibile di guardiolana memoria questi Blaugrana hanno il trio offensivo più forte del mondo, anche più del Real Madrid a mio avviso.

Ed in più un Messi che sembra aver iniziato questo 2015 davvero sui suoi livelli migliori…

Porto vs. Bayern Monaco

Il quarto meno interessante, almeno da osservatore italiano, resta quindi quello che vedrà il Porto opposto al Bayern Monaco, primo favorito per la vittoria finale.

Proprio per questo c’è poco da dire: sulla carta credo sia il quarto più scontato. Nel mio “power ranking”, infatti, il Bayern Occupa la prima posizione, mentre il Porto la penultima.

Certo però che il Porto è una squadra talentuosa ed affamata. Un po’ come per la Juve, anche se con meno possibilità che succeda, il Bayern dovrà quindi comunque stare attento a non sottovalutare gli avversari…

_______________________________________________________________

Compra il mio secondo libro, “La carica dei 301″! Costa solo 1 euro!

Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

Torna, dopo l’1 a 1 nella gara disputata ieri tra Lazio e Napoli, la Coppa Italia, con l’andata della semifinale tra Juventus e Fiorentina.

Prendendo spunto dalle probabili formazioni pubblicate sulla Gazzetta di oggi andiamo a vedere, ruolo per ruolo, quale squadra parte – sulla carta – avvantaggiata.

Storari vs Neto

Neto iniziò male la sua avventura italiana, crescendo però nel tempo sino a guadagnarsi la fiducia di tutto l’ambiente Viola e ad iniziare a rendere per quelle che erano le aspettative.
Promesso sposo proprio della Juventus, è un portiere di buon livello. Ad oggi sicuramente superiore al pur buon Storari, la cui carriera è però ormai arrivata – con ogni probabilità – alla fine.

Caceres vs. Richards

Caceres è un jolly di difesa che mi è sempre piaciuto, già da ben prima che arrivasse in Italia. Spesso troppo irruento, ha quella garra tipica dei giocatori sudamericani che non può lasciarmi indifferente.
Richards, di contro, è una vera promessa mancata: ai suoi esordi in maglia Citizens stregò tutti, ed un suo futuro ad altissimo livello sembrava praticamente scontato.
Ultimamente l’inglese sembra si stia ritrovando, dopo momenti bui passati nelle ultime stagioni. Però ad oggi dovessi scegliere tra i due prenderei sicuramente l’uruguaiano.

Bonucci vs. Basanta

Un po’ come Neto, Bonucci ha passato stagioni non facilissime, ricche di sbavature troppo marchiane per potersi imporre ad alto livello. Quest’anno invece, gli va riconosciuto, la sua percentuale di errore si è abbassata molto, e l’ex Bari sembra si stia attestando su livelli importanti.
Ecco perché la sfida a distanza con Basanta non può che vincerla lui.

Ogbonna vs. Gonzalo

Tecnicamente tutt’altro che disprezzabile, Angelo Ogbonna è un centrale difensivo che non ha mai saputo fare il salto di qualità soprattutto da un punto di vista della concentrazione mentale.
Se oltre ad avere piedi discreti – per il ruolo, almeno – è stato da sempre dotato di doti fisico-atletiche eccezionali, proprio la testa, in senso lato, gli ha sempre fatto difetto. Fin dalle prime volte che lo vidi giocare, quando era ancora un ragazzino, fu sempre la scarsa capacità di concentrarsi il limite che gli imputai. Un limite che continua ad avere tutt’ora.
Proprio per questo motivo Gonzalo Rodriguez, tra i centrali più affidabili dell’intera Serie A, vince il duello senza discussioni.

Padoin vs. Alonso

Negli ultimi tempi Padoin è diventato una sorta di fenomeno della rete. Inneggiato da più parti, un po’ come in passato capitò al buon Moscardelli, viene così però quasi svilito nel suo valore effettivo. Jolly di buon rendimento, può occupare senza problemi almeno quattro diverse posizioni in campo, tra cui quella di terzino.
Certo non un fenomeno ma nemmeno un buco unico, personalmente prenderei lui in un eventuale duello con Alonso.

Vidal vs. Aquilani

Da una parte una delle migliori mezz’ali al mondo. Dall’altra un eterno incompiuto.
Vero, Vidal nell’ultimo anno – da quando ciò ha iniziato ad avere problemi di salute che non sembrano ancora del tutto superati – ha reso sicuramente meno rispetto al suo potenziale. Vero anche, però, che Aquilani ha sempre promesso tantissimo ma mantenuto poco, vuoi per i molti infortuni che l’hanno colpito quando ci si aspettava un salto di qualità, vuoi per una certa fragilità mentale che sembra accompagnarlo ancora oggi.
Di certo c’è solo che oggi, tra i due, prenderei tutta la vita il cileno.

Marchisio vs. Badelj

Intendiamoci, Marchisio non è Pirlo. Il miglior Pirlo. Ma del resto nemmeno Badelj vale, oggi, uno scarpino di Pizarro.
Ecco, ci fosse in campo il cileno prendei probabilmente lui, anziché Claudio Marchisio. Ma nel duello col croato è sicuramente quest’ultimo a vincere, anche forte di un rendimento da perno centrale che non mi sarei mai aspettato da lui, mezz’ala fatta e finita.

Pogba vs. Fernandez

Ai tempi del Colo Colo stravedevo per Mati Fernandez, re delle rabone e talento tracimante.
Il suo impatto in Europa, però, è stato molto al di sotto delle aspettative, anche se probabilmente era prevedibile sarebbe andata così.
Fattostà che nonostante a Firenze si stia comportando sicuramente in maniera più che dignitosa, un confronto diretto con Paul Pogba non può che vederlo uscire sconfitto…

Pepe vs Joaquin

Personalmente Pepe non mi ha mai fatto impazzire. Grande atleta, tecnica discreta, abnegazione assoluta. Ma sull’esterno vorrei sempre giocatori con quel quid in più. Quello spunto che ti porta a superare l’avversario in maniera secca, creare superiorità numerica, spaccare le difese.
Esattamente ciò che in gioventù riusciva a Joaquin. Che dopo un periodo non facile è tornato su ottimi livelli. E che quest’anno sta giocando sicuramente una delle migliori annate della propria carriera.

Llorente vs. Gomez

Chi mi conosce sa che apprezzo molto Fernando Llorente, da sempre. Un giocatore che in Spagna, nell’Athletic, diede bella mostra di sé, tanto da guadagnarsi la chiamata della Juve.
A Torino non ha sempre fatto bene. Certo non negli ultimi mesi. Ecco perché nonostante i suoi tanti limiti ad oggi scelgo comunque Mario Gomez, un giocatore che mi sembra comunque più affidabile sotto rete.

Coman vs. Salah

Salah, ho già avuto modo di parlarne sui miei profili Facebook e Twitter, ha avuto un impatto devastante in Italia, nonostante anche lui abbia qualche limite evidente (e già palesato anche in Viola).
Coman invece è un giovane di grande prospettiva, ma che – come del resto era preventivabile – a Torino sta facendo molta fatica a trovare spazio.
Se si parlasse di prospettiva la sfida sarebbe aperta. Parlando di oggi, invece, la discussione credo non possa nemmeno partire.

Risultato

Ecco quindi che con una rapida cernita dei probabili undici in campo (anche se personalmente resto dubbioso, in particolar modo per quanto concerne l’attacco Bianconero) il responso è questo: la Juve si aggiudica il confronto ruolo per ruolo con 6 giocatori contro 5.

Il che farebbe pensare che la partita potrebbe essere equilibrata. Come in effetti mi aspetterei, anche al di là di questo giochino…

_______________________________________________________________

Compra il mio secondo libro, “La carica dei 301″! Costa solo 1 euro!

Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

E fu così che in una notte di mezzo inverno il – sempre – malandato calcio italiano fu protagonista del miracolo: cinque squadre su cinque qualificate agli ottavi di Europa League, qualcuna anche in palese contrasto con i pronostici.

Un ottimo risultato per il calcio azzurro, che si appresta così a salutare l’arrivo di marzo con ancora tutte e sei le proprie compagini in gara. Di certo un avvenimento dalla portata notevole, difficile da ripetere e che deve far riflettere sul livello del nostro calcio.

No. Come dicevo i problemi non sono spariti di colpo ed il nostro calcio resta assolutamente malandato. Ma anche piangersi addosso come si fa spesso serve a poco: per quanto tecnicamente inferiore ad altri campionati in Europa la Serie A ha comunque alcune compagini che in Europa possono provare a dire un minimo la loro.

Certo, non come qualche anno fa quando eravamo i protagonisti assoluti, ma non è ancora detto che noi si debba rimanere a fare sempre gli spettatori delle imprese altrui.

E così, per una volta, l’impresa la facciamo noi.

TORINO

La prima squadra cui voglio rendere omaggio è lo splendido Toro di Ventura. Il Vecchio Cuore Granata torna a battere proprio in una serata che aveva tutti i tratti per poter essere epica. Cosa che puntualmente si realizza.

Torino che scende in campo e per più di mezz’ora gioca indubbiamente meglio rispetto agli avversari. Passa anche in vantaggio col fortunoso rigore di Quagliarella ma si fa poi rimontare, per chiudere comunque la prima frazione con la capocciata di Maxi Lopez a ridare il vantaggio ai ragazzi di Ventura.

Nel secondo tempo, quindi, il Toro si fa riprendere ancora. E stavolta è Darmian, con un interno al volo sul secondo palo, a ridare il vantaggio – definitivo – ai Granata.

Torino che nel doppio confronto dimostra di meritare senza se e senza ma un passaggio del turno cui sia prima del match dell’andata che questo pomeriggio si poteva solo sperare.

Davvero un bella impresa per il Toro, prima italiana ad espugnare Bilbao.

FIORENTINA

Altra squadra che non partiva coi favori del pronostico sono sicuramente i Viola.

Ma del resto il Tottenham è squadra strana. Dal potenziale tecnico assoluto, che spesso però rimane inespresso.

E così è stato anche per lunghi tratti proprio nella duplice sfida contro la Fiorentina. Che sui 180 minuti, a parer mio, dimostra di meritare il passaggio del turno.

La vittoria esterna di stasera, poi, è proprio il coronamento di uno spirito indomito espresso in questa duplice sfida. Da parte di una squadra che ha una qualità discreta ma che soprattutto ha dimostrato di crederci e voler lottare contro tutto e tutti.

Davvero un piacere per gli occhi, un po’ come per il Torino.

ROMA

Sulla carta, nonostante il Feyenoord sia una squadra con diversi elementi interessanti, non doveva esserci partita.

La miglior Roma, infatti, avrebbe fatto di un sol boccone il pur buon Feyenoord.

Solo che la miglior Roma si è smarrita dopo quel tremendo 7 a 1 c0ntro il Bayern di Monaco. Ed ora al suo posto è rimasta una squadra scialba, con la testa altrove, troppo spesso incapace di esprimere il proprio potenziale reale in campo.

Un vero peccato, se si pensa ad esempio al match di esordio in Champions, quando i Giallorossi fecero ottima figura contro il Manchester City.

Totti diceva che una vittoria oggi avrebbe potuto rilanciare la squadra. Difficile, vedendo come la stessa è arrivata.

Però se vogliono avere chance di arrivare fino in fondo i capitolini farebbero bene a ritrovare presto la retta via…

INTER

Sulla carta aveva un compito agevole. Che però si è complicata non poco, soprattutto con quel rocambolesco risultato all’andata in cui ha gettato alle ortiche una partita che avrebbe dovuto vincere comodamente.

Comunque alla fine la differenza – piuttosto netta – tra il valore tecnico delle due squadre è uscito. E seppur con qualche affanno più dell’immaginabile anche l’Inter ha strappato il pass per gli ottavi.

NAPOLI

Sul loro passaggio del turno personalmente non nutrivo il minimo dubbio. Per le mie valutazioni, del resto, avevano incontrato l’avversaria più morbida tra quelle pescate dalle italiane.

Tutto secondo pronostico, quindi. E passaggio agli ottavi in carrozza.

OTTAVI DI FINALE

E adesso?

Domani alle 13 ci sarà il sorteggio di ottavi e quarti, e sapremo “di che morte morire”.

Il tutto tenuto conto del fatto che saranno possibili i derby. Quindi, teoricamente, potremmo anche ritrovarci con quattro italiane poste l’una contro l’altra.

Da tenere d’occhio, tra le straniere, sicuramente il Wolfsburg. A mio modesto avviso la migliore tra le non italiane ancora in corsa.

Poi, certo, occhio anche al Villareal del mefistofelico Vietto. Oltre che a squadre come Everton, Siviglia e Zenit.

Insomma, la maggior parte delle avversarie rimaste sono di buon livello, ma non si potrebbe sperare altrimenti.

Sicuramente ci sarebbe da sperare in un incrocio di una nostra compagine col Bruges. E che non si concretizzi nessun derby.

Ma, soprattutto, che si possa festeggiare una nuova manita anche in relazione alla qualificazione ai quarti!

_______________________________________________________________

Compra il mio secondo libro, “La carica dei 301″! Costa solo 1 euro!

Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

Credo che un po’ tutti tra ieri ed oggi abbiano sentito parlare del blocco del campionato greco imposto dal Governo.

Mi sembrava doveroso, vista l’importanza del tema, interpellare uno dei massimi esperti di calcio ellenico, Francesco Piacentini, per provare a capire meglio il momento.

Ovviamente dando poi anche un respiro più prettamente di campo alla chiacchierata…

Il Governo Tsipras ha sancito la sospensione del campionato ellenico. Per quale motivo si è arrivati a tanto?

I problemi del calcio greco partono da molto lontano, ma, nel caso specifico, si è arrivati alla sospensione per ciò che è successo nel derby degli eterni nemici. L’allenatore dell’Olympiakos, Vitor Pereira, ha fatto un sopralluogo del campo di gioco, andando a controllare la porta situata sotto la curva dei tifosi organizzati del Panathinaikos. C’è chi dice li abbia provocati, c’è invece chi smentisce, fatto sta che dalla curva è partito un commilitone pronto al linciaggio, armato di mazze e bastoni. Il responsabile della sicurezza della Lega è stato colpito in testa da una sedia e un fumogeno ha colpito Kasami alla mano. In tribuna è andata in maniera simile: Alafouzos (presidente del Panathinaikos) e Marinakis (presidente dell’Olympiakos) sono quasi venuti alle mani, per poi replicare lo show nell’Assemblea di Lega, dove Marinakis avrebbe lanciato una bottiglia sul volto di Konstantinou, il vicepresidente dei verdi. Questa escalation di violenza, comunque non nuova nel calcio greco, ha portato alla sospensione del campionato, la terza stagionale.

Parliamo di prospettive: la stagione verrà portata a compimento? Se sì, con quali tempistiche indicative credi si procederà?

Il campionato verrà portato a compimento, non penso proprio ci si possa permettere il contrario. Sulle modalità, prepariamoci a una serie di infrasettimanali. Data la mancanza di competizioni per le Nazionali, penso non sia un problema sforare la data prefissata per la fine della Super League e dei playoff Europa. Più che altro, l’aspetto che preoccupa di più è quali saranno le condizioni per poter ripartire. Il ministro dello sport parla di biglietto elettronico e maggiore sorveglianza, ma tutto ciò comporta costi che i piccoli club non possono sempre permettersi. Infatti molti presidenti invocano una tavola rotonda tra le istituzioni e i vertici delle tre grandi (Olympiakos, PAOK e Panathinaikos), affinché trovino una soluzione ad hoc e non ci vadano di mezzo le piccole realtà. Si parla addirittura di sciogliere i gruppi ultrà, ma sinceramente spero si faccia marcia indietro al più presto: innanzitutto, perché sono parte integrante della realtà greca, una delle sue peculiarità; inoltre, i problemi del podosfero non stanno nelle curve, ma ai piani alti di Federazione e Lega.

 

Questa, come dicevi, non è la prima sospensione nel corso di questa stagione. Cosa sta succedendo al calcio greco?

Sì, come dicevo siamo al terzo blocco stagionale. Il primo ha riguardato la morte di un tifoso dell’Ethnikos Pireo a Creta, durante gli scontri con gli ultrà dell’Irodotos, che ha ricevuto una penalizzazione di 15 punti (questo è un altro tema che scotta, poiché molti invocano grosse punizioni economiche per le società e non detrazioni alla classifica). La seconda, invece, è avvenuta dopo il pestaggio subito dal vice-presidente dell’Associazione degli Arbitri, Christoforos Zografos. Sono stati tirati in ballo grossi nomi per quel caso, tra cui quello di Melissanidis, il presidente dell’AEK, inchiodato da alcune presunte intercettazioni, che però non sono mai state rese pubbliche. Questo a dimostrazione che gli scontri tra le tifoserie (comunque in diminuzione rispetto agli anni passati, grazie ai divieti di traferta) non sono l’unico problema, semmai sono il più visibile. Tra calcioscommesse, gruppi di potere, guerre intestine e posizioni non proprio limpide di alcuni presidenti, il calcio greco ha molto altro a cui pensare.

 

Venendo a parlare di calcio giocato, qual è lo stato di salute generale dei club ellenici?

A livello di calcio giocato, dopo alcune stagioni faticose, la Super League ha ritrovato un suo equilibrio: lo spettacolo è aumentato, sono tornati grandi giocatori accantonati da realtà più importanti, giocano più giovani. Insomma, sono tornate le regole d’oro del calcio greco: utile per il pre-pensionamento, ottimo come trampolino di lancio un po’ più dietro le quinte e miniera d’oro per chiunque voglia una seconda chance. Se ci metti impegno e passione, in Grecia ti rilanci. Dal punto di vista economico, le cose cambiano. A realtà solide e virtuose, si accompagnano squadre più traballanti. Diciamo che è quasi normale, nelle piccole, saltare qualche mensilità, magari saldata il mese seguente o a fine anno. Le rescissioni di contratto ci sono ogni anno, ma generalmente inguaiano i club con forti problemi: fu così per l’AEK, lo stesso per l’Aris, entrambi falliti. Quest’anno tocca all’OFI, che si trova davanti una doppia impresa (sportiva ed economica) se vorrà partecipare alla prossima stagione. La FIFA gli ha imposto una smisurata penalizzazione di 10 punti per qualche debito passato verso alcuni calciatori e ora Anastopoulos si ritrova una rosa di una quindicina di giocatori schierabili, che però danno sempre il massimo. E’ struggente vedere una realtà così importante e seguita ridotta in questo stato. Servono dieci milioni per ripianare i debiti e c’è urgente bisogno di liquidità. Machlas si sta svenando per raccattare qualche spicciolo per continuare senza ulteriori intoppi, ma è difficile.

 

Ad avere qualche problema è di sicuro la Nazionale maggiore: 1 punto in 4 gare di qualificazione ed ultimo posto dietro a Finlandia e Far Oer. Cosa sta succedendo alla Nave Pirata?

Il Presidente Sarris ha avuto le colpe di una scelta del CT autoritaria e troppo radicale, Ranieri ha avuto dalla sua un trasformismo troppo elevato e la diffusione di ulteriore insicurezza coi suoi mille schemi, i giocatori poi si sono seduti sugli allori e sugli obiettivi raggiunti. Direi che si può sintetizzare così la situazione: un anno di cambiamenti in mano a un uomo senza idee chiare. La qualificazione agli Europei è ormai compromessa, serve un’impresa. Ora in panchina c’è Sergio Markarian, che ha sia esperienza come Commissario Tecnico, sia sul suolo greco. Staremo a vedere.

 

Situazione migliore a livello giovanile: l’under 21 ha sfiorato l’accesso ai playoff di qualificazione all’Europeo, l’under 19 ospiterà la propria rassegna di categoria e l’under 17 ha tutte le chance di qualificarsi. Come vedi il futuro del movimento nazionale?

Sono fiducioso, i ragazzi giocano tanto, molti stuzzicano i palati delle grandi. Nel girone di qualificazione agli Europei hanno tenuto testa alla Svezia, dove a 17 anni sei già in campo coi grandi e metti in fienile esperienza e insegnamenti. Direi che, pur con tutte le differenze del caso, anche la Grecia se la cava bene sotto questi punti di vista. Mi viene in mente il mio adorato Manolas, che a 22 anni aveva le chiavi della difesa dell’Olympiakos ed era già leader. Come lui non ne nascono tanti, ma il futuro c’è e, se continuano così, sarà solido.

 

Sempre a proposito di giovani, da appassionato quale sono non posso non chiederti almeno due o tre nomi di ragazzi che sei convinto arriveranno a giocare ad alto livello…

Kapino lo conosci, sta giocando anche col Magonza, dopo aver difeso i pali del Panathinaikos in molte occasioni. Lui mi ispira fiducia, esattamente come il suo collega Giorgos Athanasiadis, che gioca col Panthrakikos e merita una chance in una grande, allenato pure da un grande. Uno dei miei prospetti preferiti resta Diamantis Chouchoumis, terzino sinistro classe 94. Aveva già giocato negli anni scorsi, ma in questa stagione è stato chiamato a sostituire l’infortunato Nano (una colonna del Panathinaikos) e ha svolto un lavoro eccellente. Anche il suo collega Triandafyllopoulos lo vedo bene, così come Tasos Lagos, bel mediano. Ti dico anche Giannis Gianniotas, che sta facendo una grande stagione come ala nell’Asteras Tripolis e Fanis Tzandaris del PAOK. Di non greco, occhio a Masuaku dell’Olympiakos.

_______________________________________________________________

Compra il mio secondo libro, “La carica dei 301″! Costa solo 1 euro!

Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

Come giocherà la nuova Inter di Roberto Mancini?

La risposta sembra scontata: 4-2-3-1, con Podolski e Shaqiri larghi ed il trio Medel-Brozovic-Kovacic (al netto di altri arrivi, ovviamente) a gestirsi le altre tre posizioni.

Eppure la rosa dell’Inter lascia pensare che Mancini potrebbe anche schierare una formazione differente. Ad esempio un 4-3-3, con i due giovani croati ad agire come mezz’ali, o un 4-3-1-2, con Shaqiri trequartista ed uno tra Podolski e Palacio a sostegno del solo Icardi, i cui limiti in fase di manovra sono ben noti da tempo (anche da qui il mio paragone con Trezeguet, di cui chi mi segue su Twitter e Facebook avrà già letto).

Proprio questo è l’argomento al centro del mio ultimo video, pubblicato sul canale Youtube del blog. Date un’occhiata e fatemi sapere come, secondo voi, dovrebbe schierare l’Inter il buon Roberto Mancini…

_______________________________________________________________

Compra il mio secondo libro, “La carica dei 301″! Costa solo 1 euro!

Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

Nel corso dell’ultima settimana radiomercato ha parlato con insistenza della possibilità che Manolo Gabbiadini lasci la sponda blucerchiata di Genova per trasferirsi a Napoli.

Secondo i soliti beninformati la trattativa dovrebbe chiudersi sui 13 milioni totali (di cui la metà finirebbe alla Juventus, proprietaria del 50% del cartellino). Una cifra che personalmente reputo congrua al valore di un giocatore che ha dimostrato di avere dei numeri, ma che ancora ha dimostrato pochino tra i professionisti per poter vantare valutazioni eccessive.

Per quanto riguarda lo stipendio, invece, ancora non si sa come si accorderanno le parti. Si parlava di 1,2 milioni più bonus, sul modello del contratto firmato da Insigne, ma pare che il giocatore voglia qualcosa in più, a salire nel corso delle stagioni. Ma questo si vedrà.

Interessante è più che altro andare a capire se l’eventuale – perché di ufficiale ancora non c’è nulla – sbarco di Gabbiadini in quel di Napoli sarebbe un acquisto sensato da parte della società europea ed una meta valida per il giocatore stesso.

Per quanto concerne il Napoli, sicuramente l’acquisto sarebbe interessante. Manolo Gabbiadini è un giovane calciatore di classe che pur senza far intravvedere le stimmate del Campione di certo ha i numeri per diventare attaccante di livello.

In particolare di lui mi colpisce una cosa: la tecnica di tiro.

Avete presente quando giocando a PES – sono anni che non lo faccio, ma mi ha segnato l’adolescenza! – si scorrevano i valori dei propri calciatori e quando si arrivava al calcio si potevano apprezzare tre differenti peculiarità: potenza, precisione e tecnica?

Ecco. Gabbiadini ha un tiro discretamente potente e sicuramente preciso. Impreziosito proprio da una tecnica sublime. Di certo in questo fondamentale è uno dei giocatori migliori del nostro calcio.

L’ex atalantino comunque non è un giocatore che inizia e finisce lì. Il bagaglio tecnico è importante anche al di là del tiro. In più è piuttosto intelligente ed educato anche da un punto di vista tattico.

Inoltre è duttile. In carriera ha infatti dimostrato di poter occupare un po’ tutti i ruoli dell’attacco: prima e seconda punta, così come esterno (ruolo in cui lo impiega prevalentemente Mihajlovic).

Per quanto concerne il suo adattamento all’eventuale nuova realtà di Napoli, però, resta una piccola zona d’ombra. Giocatore tutto mancino, predilige – quando viene fatto giocare largo – partire da destra per rientrare e poter liberare il tiro. I partenopei, però, teoricamente dovrebbero star cercando un giocatore in grado di agire sulla fascia opposta, là dove è venuto a mancare Insigne a seguito del suo brutto infortunio.
Riuscirà il buon Manolo, qualora l’intenzione di Benitez sia sfruttarlo davvero come “vice-Insigne” ad adattarsi a sinistra?

Venendo a lui, Napoli rappresenta sicuramente una piazza importante. Un’occasione cui è difficile rinunciare.

Ecco perché Gabbiadini “non può” rifiutare i partenopei. Certo, in molti dicono che sarebbe meglio terminare la stagione a Genova. E probabilmente non hanno tutti i torti. Ma treni come questi c’è il rischio non ripassino più. E allora come si può pensare di restare sulla banchina a vederli ripartire?

La discussione sulla collocazione tattica, comunque, resta zona d’ombra anche in relazione a lui. Non solo perché tra tutti i ruoli possibili quello eventuale di ala sinistra è forse quello sulla carta meno adatto ad un giocatore così, ma soprattutto perché – a parere di chi scrive, s’intende – l’ideale per lui sarebbe poter giocare più vicino alla porta, di modo da poter salire di tono in zona goal.

Sono infatti convinto che un giocatore con la sua qualità – tecnicamente è molto superiore a Ciro Immobile, capocannoniere dell’ultima Serie A – possa segnare comodamente 15 goal, se messo nelle giuste condizioni. Logico però che allargarlo significa in primis allontanarlo dalla zona calda, in secondo luogo chiedergli un lavoro in fase di non possesso sicuramente molto più logorante che a farlo giocare davanti.

Ecco perché personalmente preferirei vederlo giocare in una squadra che gli permetta di stare più vicino alla porta avversaria: c’è un feeling col goal che aspetta solo di essere consacrato anche tra i pro.

Nel complesso, comunque, quella di Gabbiadini è una presa sicuramente interessante per il Napoli, che si tutela con un giocatore di qualità capace di giocare in più zone del campo.
Perché attenzione, anche questa è una cosa da tenere in considerazione: nel calcio di oggi le cose cambiano rapidamente. Nulla vieta che a fine stagione, dopo sei mesi di adattamento, Gabbiadini si possa trovare a giocare in un ruolo a lui – secondo me – più congeniale.

_______________________________________________________________

Compra il mio secondo libro, “La carica dei 301″! Costa solo 1 euro!

Facebook      Twitterblog      Twitterpersonale      G+      Youtube      Instagram

Read Full Post »

Older Posts »

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: