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Il trasferimento, concretizzatosi ieri sera, è stato ufficializzato oggi, con tanto di presentazione del giocatore.
Ormai lo possiamo quindi dire senza timore di smentita: Simone Padoin è a tutti gli effetti un giocatore della Juventus.
E proprio ieri sera, rientrato a casa da lavoro intorno alle undici, sono stato investito da questa notizia. E, soprattutto, dalle disquisizioni dei tifosi Bianconeri, per lo più scontentissimi di questo acquisto.
Doveroso quindi riordinare un po’ i miei pensieri ed esprimere un giudizio sulla questione.
Allora partiamo subito dal fondo. Col dire che la delusione dei tifosi juventini è parzialmente capibile.
Perché, non me ne voglia il buon Padoin, dopo che le alternative ventilate da Capodanno in poi si riducevano soprattutto al dualismo Guarin-Nainggolan ecco che l’acquisto del jolly ex Atalanta sa tanto di ripiego dell’ultim’ora a basso costo.
Lamentele quindi capibili soprattutto perché questa situazione si è venuta a creare proprio per via del modus operandi della Dirigenza.
Che prima ha escluso la possibilità di raggiungere Guarin (mezz’ala tutt’altro che disprezzabile soprattutto nel modulo che utilizza attualmente Conte) acquistando Caceres (ed occupando così lo slot extracomunitario a disposizione), poi ha tentennato sino all’ultimo sull’affare Nainggolan, forse cercando di strappare un prezzo quanto più vantaggioso possibile.
Finendo però col trovarsi in braghe di tela quando, a poche ore dalla chiusura del mercato, si sono visti Cellino sbattere loro la porta in faccia, chiudendo ogni spiraglio che potesse portare Radja Nainggolan in Piemonte. Almeno prima di giugno.
Scelte strategiche, quindi, che hanno pagato, nel nome di quel principio che vuole che “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria”.
Proprio di qui è capibile un po’ di risentimento da parte dei tifosi.
Così come posso capirlo da un punto di vista tecnico, posto che Guarin e Nainggolan sembrano giocatori qualitativamente superiori a Padoin, e che quindi stuzzicavano di più il loro palato.
Detto questo, però, bisogna anche guardare con un po’ di obiettività ai movimenti di mercato. Svestire i panni del tifoso e soppesare bene tutti i vari aspetti.
Posto che Padoin non è certo il miglior acquisto che si potesse fare è altrettanto vero che a Torino sbarca un ragazzo capace di dare calci ad un pallone, con una bella facilità di corsa e soprattutto sempre molto diligente nel fare il proprio lavoro. Cosa non proprio da tutti.
Insomma, se è vero che Nainggolan aveva le qualità per provare a mettere in difficoltà, soprattutto in previsione futura, le scelte di Conte è altrettanto vero che oggi Padoin non sembra essere nella stessa condizione, perché è inutile negare che parta un bel gradino sotto a Vidal, Marchisio e Pirlo.
Nel contempo, però, si tratta pur sempre di un grande lavoratore, di un giocatore molto duttile e di un bravo ragazzo. Qualità importanti per un allenatore che sembra aver trovato una bella quadratura del cerchio e che, nel complesso, ha forse anche paura di effettuare inserimenti che possano alterare gli equilibri e far crollare il castello.
Perché è inutile dire che spendere una dozzina di milioni per Nainggolan avrebbe voluto dire fare un investimento da proteggere. E come proteggi un investimento se non metti mai il ragazzo in campo?
Differente, invece, il discorso per Padoin. Che se è vero che non è stato pagato pochissimo, si parla di un’operazione totale da 5 milioni di euro per il solo cartellino, cui aggiungere poi lo stipendio quinquennale del ragazzo, è altrettanto vero che può essere considerato un investimento nel complesso modesto e che difficilmente potrà subire pesanti svalutazioni.
Per concretizzare il tutto: se prendi X a 15 milioni e non gioca mai dopo un anno varrà la metà. E avrai perso un bel gruzzolo. Se invece ingaggi Y a 5 puoi anche permetterti di usarlo come rincalzo. Anche qualora perdesse il cinquanta percento di valore sul mercato sarebbe comunque una perdita relativa dal punto di vista economico-finanziario.
Padoin, poi, è conosciuto – e probabilmente stimato – da Antonio Conte.
Che, vorrei ricordarlo, nelle sue valutazioni antepone spesso la sagacia tattica al talento tecnico puro, cosa che altri purosangue – stile Krasic o Elia – non dimostrano di avere in campo.
Anche questo è quindi un aspetto da non sottovalutare.
Nel complesso, insomma, sono capibilissime le obiezioni e le lamentele che tanti tifosi Bianconeri hanno opposto all’arrivo del centrocampista friulano.
Però:
- tecnica discreta;
- intelligenza tattica spiccata;
- duttilità;
- rischio di svalutazione relativo;
- quantità (sul campo);
- conoscenza dei dettami tattici e delle volontà del mister;
sono tutti fattori che ne fanno un investimento interessante.
Prima di giudicare questo trasferimento come così fallimentare, insomma, aspetterei quantomeno di vedere il ragazzo all’opera per qualche tempo.
Del resto, è bene sottolinearlo, Padoin arriva a Torino in sostituzione di Pazienza (prestato all’Udinese, dove giocando potrebbe vedere crescere il suo valore di mercato… e nel caso, vendendolo, si tratterebbe di plusvalenza pura, essendo arrivato in Piemonte a parametro zero), che non si era integrato con le idee del tecnico pugliese.
Upgrade piuttosto sicuro, insomma.