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Archive for the ‘Coppa Italia’ Category

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CRONACA

La prima conclusione a rete arriva dopo tre minuti di gioco: a portarla è Carraro che dopo aver lanciato Iemmello dalla propria trequarti arriverà a rimorchio del proprio compagno di reparto per liberare un destro radente il suolo che non avrà però la giusta potenza per poter realmente impensierire Pigliacelli, che farà suo il pallone senza difficoltà.
Sul fronte opposto bella invece la conclusione portata da Viviani dopo otto minuti, con Seculin che si distende alla sua destra per respingere a pugni chiusi un pallone dall’effetto particolarissimo.

Buon momento per la Roma, che un solo minuto più tardi arriverà alla conclusione con Dieme che da dentro l’area metterà in difficoltà l’estremo difensore Viola, bravo comunque a farsi trovare pronto ancora una volta.
All’undicesimo è invece Iemmello a ricevere palla all’interno dell’area giallorossa: la punta viola sarà quindi bravissima a controllare palla appoggiandosi al diretto marcatore per saltarlo poi sfruttando proprio l’appoggio, andandosi a portare in situazione di uno contro uno con Pigliacelli che sarà a sua volta bravo a respingere la conclusione portata dall’avversario sul fondo.

Mladen che sarà però bravo al quattordicesimo quando andrà a chiudere con una spallata importante Salifu, infilatosi in area dopo una bella accelerazione condita da un ottimo uno-due con Carraro.
Al ventesimo azione interessante costruita dalla Fiorentina con Taddei che pescherà con un bel lancio lungo Iemmello che dopo aver difeso palla servirà Agyey, il quale si allungherà però troppo il pallone favorendo la chiusura della difesa giallorossa.

Al ventiseiesimo occasionissima viola: Acosty effettua una grande azione sulla destra, creando scompiglio nella difesa romanista. Giunto in area, quindi, l’ala destra ghanese offrirà centralmente il pallone ad Agyey, la cui conclusione di prima intenzione a botta sicura sarà però respinta dal corpo di un avversario. La sfera, ribattuta, terminerà dunque a Salifu, che ci proverà a sua volta di prima intenzione, non trovando però lo specchio di porta.
Sul fronte opposto, un paio di minuti più tardi, punizione da posizione favorevole per Viviani, la cui conclusione sarà però deviata provvidenzialmente in angolo dalla barriera. Sul corner bravo quindi Iemmello a dare manforte in difesa sfruttando la propria fisicità per spazzare l’area di rigore.

Dopo la mezz’ora di gioco la partita attraverserà quindi una fase di stanca che porterà le due squadre a tirare un po’ i remi in barca, abbassando notevolmente il ritmo del match.
In chiusura di prima frazione, però, la fiammata giallorossa che porta Montini in area a calciare in diagonale, trovando il palo alla destra di un battuto Seculin.

In apertura di ripresa subito grande occasione per i padroni di casa, con Iemmello che è però anticipato al momento di colpire a rete.
Sul fronte opposto è invece Frascatore, sugli sviluppi di un corner, a bucare clamorosamente il pallone giusto al limite dell’area piccola.

Al cinquantunesimo Carraro si libera sulla trequarti sinistra esplodendo un destro che dovrebbe essere un cross ma si tramuta in tiro, con Pigliacelli che blocca quindi in due tempi distendendosi alla sua sinistra.
Due minuti ed un bello spunto di Bittante sulla sinistra porta la Fiorentina a far girare palla con Carraro e Salifu sino a liberare Acosty al tiro, il cui destro è però assolutamente sballato e non trova la porta.
Al cinquantasettesimo occasionissima Viola: Carraro pesca bene Acosty che finisce a terra dopo aver toccato di petto un pallone che sfilerà quindi in direzione di Iemmello, che si allungherà però troppo la sfera finendo con l’essere fermato dall’uscita di Pigliacelli.

Il goal è nell’aria ma arriva solo al sessantanovesimo quando Federico Carraro è lanciato alle spalle dei difensori giallorossi, un po’ addormentati nell’occasione, e dopo aver bruciato Frascatore si presenta a tu per tu con Pigliacelli, superato con un pallonetto delizioso.

Fiorentina galvanizzata dal vantaggio che un paio di minuti dopo la rete del proprio numero 10 ci riprova: la punizione dello stesso Carraro è intercettata dalla testa di Seferovic, la cui incornata non ha però la forza necessaria ad impensierire il portiere avversario.
Al settantaseiesimo è lo stesso elvetico a creare un’occasione importante sulla sinistra: dopo aver sfondato in fascia, difatti, l’ex Campione del Mondo under 17 centra un pallone su cui, però, Matos è lento ad arrivare, sprecando tutto.

A quel punto la squadra di casa tirerà un po’ i remi in barca, lasciando più spazio agli avversari.
A cinque dal termine, quindi, bello slalom di Caprari che mette a ferro e fuoco la difesa avversaria, venendo però murato in angolo da Seculin.

Sulla battuta del corner erroraccio di Seculin, che si farà scappare una palla facile facile permettendo a Frascatore di siglare il più comodo degli 1 a 1.

La rete del pareggio chiuderà quindi, di fatto, il match.
Tutto rimandato alla gara di ritorno.

COMMENTO

Primo tempo tutto sommato equilibrato quello in scena all’Artemio Franchi, con la Roma che pur dimostrando minor qualità di gioco finirà col creare le occasioni migliori, sfruttando anche una fase difensiva non proprio all’altezza da parte viola, con i giocatori della Fiorentina un pochino troppo statici.

Nella ripresa i padroni di casa scenderanno invece molto più decisi e troveranno quindi forze fisico-atletiche insperate, andando a mettere in grave difficoltà la squadra avversaria.

Il tutto fino alla rete di un vantaggio a quel punto meritato.

Peccato, in tal senso, che Seculin a pochi minuti dalla fine commetta un erroraccio su di un corner che teoricamente non avrebbe dovuto assolutamente impensierire un portiere con le sue capacità.

Tutto rimandato al match di ritorno, quindi. Con una Fiorentina che a questo punto dovrà probabilmente partire a tavoletta sin da subito per non replicare quanto accaduto a Viareggio, andando quindi a perdere la seconda finale di questa stagione.

MVP

Federico Carraro è attualmente uno dei pochi giovani italiani che mi fa ben sperare per il futuro.

Il numero 10 della Primavera Viola, del resto, dimostra di saperci davvero fare, sapendo trattare il pallone con grande capacità e qualità.

Il goal, arrivato con uno splendido pallonetto su dormita generale della difesa avversaria, è quindi solo la ciliegina sulla torta di un’ennesima prestazione sopra le righe di questo talento che meriterebbe un po’ più di fiducia sia a livello di under 21 che di prima squadra.

Honorable mention, infine, per Agyey, mediano dalle grandi qualità atletiche capace di dare sempre grande equilibrio alla propria squadra. Si è sempre comportato davvero bene ogni volta che mi è capitato di vederlo.

TABELLINO

Fiorentina vs. Roma 1 – 1
Marcatori: 69′ Carraro, 86′ Frascatore

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CRONACA

La partita inizia subito forte: dapprima, al primo di gioco, è Florenzi a provarci da fuori, ma il suo tiro a giro si spegne di poco a lato. Sul fronte opposto, un minuto più tardi, è Mercanti a provarci, con l’attentissimo Pigliacelli che si oppone però neutralizzando la conclusione del numero 10 rosanero.
E’ però solo un fuoco di paglia. Dopo i primi due minuti con un’occasione per parte, infatti, la partita si assesta su ritmi più normali, con le due squadre che si fronteggiano a viso aperto ma con più senno e giudizio.

Al tredicesimo doppia conclusione palermitana: dapprima è Mercanti, ancora una volta chiuso da Pigliacelli, poi è Acquah, che non trova però lo specchio di porta.
Il match stenta però a decollare, e vive di iniziative estemporanee. Perché le due squadre sono molto quadrate e si sfidano senza esclusione di colpi, non dando però modo e spazio agli attacchi avversari di pungere con continuità ed efficacia.

Al ventunesimo, quindi, passa la Roma: sugli sviluppi di un calcio piazzato nasce una sorta di batti e ribatti in area con Orchi che sfrutterà un rimpallo seguente ad una conclusione diagonale di Mladen per far suo il pallone e battere Di Gregorio freddandolo sul secondo palo e chiudendo, dopo il 2 a 0 giallorosso dell’andata, ogni discorso per il passaggio del turno.

Altri undici minuti e i giallorossi arrivano vicinissimi al raddoppio: Caprari entra in area e colpisce d’interno sinistro per beffare Di Gregorio, colpendo però il palo. Sulla respinta del legno arriva quindi Leonardi a ribadire verso la rete, colpendo a sua volta la traversa.
Sul ribaltamento di fronte spunto di Mercanti che offre in mezzo ad un compagno, che firma la rete del pareggio. Il signor Gallo, arbitro dell’incontro, annulla però per fuorigioco.

A cinque dal termine è invece Carioto a provarci. La sua conclusione di prima intenzione termina però a lato, non inquadrando lo specchio di porta e, di fatto, chiudendo la prima frazione di gioco.

La ripresa si apre con la Roma in avanti: Dieme filtra in area per Sabelli che gira di prima in mezzo, trovando la deviazione si Amedeo Silvestri che per poco non beffa il proprio portiere.
Qualche minuto più tardi è invece Acquah, dal limite, a provarci. Il destro del centrocampista ghanese portato in Italia da Antonhy Yeboah non centra però la porta, sfilando di poco a lato del palo alla sinistra di Pigliacelli.

Al quarto d’ora torna quindi a farsi vedere la Roma: Leonardi calcia da fuori e Di Gregorio respinge, non riuscendo però a parare in due tempi per via del forte vento che gli impedisce di intervenire proficuamente sul pallone.
Al ventesimo è invece il Palermo a farsi vedere: Carioto converge bene in area da sinistra lanciandosi poi a terra una volta contrato da Mladen. L’arbitro lascia correre, ma ci sarebbe forse potuta stare l’ammonizione per il giovane rosanero, reo di aver simulato cercando il rigore.

Sul ribaltamento di fronte ci prova invece Beziccheri al volo, ma il suo piatto destro si spegne sul fondo.
Al ventiseiesimo Leonardi ha sul destro la palla per chiudere il match. Dopo il buono stop in area, però, il numero 9 giallorosso liscia incredibilmente la conclusione, facendosi poi quindi chiudere da Di Gregorio.

Leonardi che si rifarà però tre minuti più tardi quando Leonardi sarà servito alle spalle dei due centrali e dopo aver saltato proprio il portiere rosanero firmerà la rete del due a zero, coronando al meglio l’ottimo assist del compagno.

Il Palermo arriva quindi vicino al goal a cinque dal termine con Mercanti che dopo essere stato servito da Acquah non riesce a superare il portiere avversario, che riesce a salvarsi anche grazie all’intervento dei suoi compagni di squadra.
Ad un solo minuto dal termine arriva il rigore per il Palermo: Mercanti è servito in area e termina a terra su contatto di Orchi. L’arbitro non ha molti dubbi e assegna un rigore in realtà piuttosto generoso. Sul punto di battuta si presenta Acqua che beffa Pigliacelli con un rigore pressoché imparabile che chiude il match.

COMMENTO

Il passaggio del turno non era discussione. E non lo è stato in nessun momento della partita.

Perché forte del 2 a 0 dell’andata la Roma aveva in mano l’approdo alle semifinali. Ed essendo pure una squadra più forte e compatta era anche scontato che difficilmente il Palermo, finalista lo scorso anno contro il Milan, potesse realmente impedire ai capitolini di accedere al penultimo turno della coppa.

E così è stato.

Roma che ha indubbiamente meritato la vittoria, per quanto di contro i padroni di casa abbiano giocato una partita sicuramente discreta e, tutto sommato, non avrebbero rubato nulla nemmeno se avessero pareggiato.

Di certo il goal di Acquah, MVP del match, era il minimo, per i ragazzi di Beruatto. Perché un’ennesima sconfitta con due goal di scarto sarebbe stata eccessiva, proprio anche in funzione di quanto visto oggi sul campo del CUS di Palermo.

TABELLINO

Palermo vs. Roma 1 – 2
Marcatori: 21′ Orchi, 74′ Leonardi, 89′ Acquah
Palermo: Di Gregorio; Fricano, A. Silvestri, Maniero, L. Silvestri (65′ Orlando), Acquah, Vassallo (45′ Viscuso), Cristofari, Piazza, Mercanti, Carioto (78′ Mineo). A disposizione: Ippolito, Contino, Sanseverino, Grippi. Allenatore: Paolo Beruatto.
Roma: Pigliacelli, Sabelli, Frascatore (78′ Piscitella), Mladen, Orchi, Viviani, Caprari, Florenzi, Leonardi, Ciciretti (51′ Bezzicheri), Dieme (78′ Falasca). A disposizione: Proietti Gaffi, Amendola, Carboni, Thiam. Allenatore: Alberto De Rossi.
Arbitro: Michele Gallo di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) Assistenti: Rizzo e Allegra
Ammoniti: L. Silvestri

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Dopo l’1 a 1 del Barbera le Primavere di Milan e Palermo si erano date appuntamento a ieri sera per decidere chi tra le due si sarebbe impossessata del trofeo in palio, la trentottesima edizione della Coppa Italia Primavera.

Il tabellone al mio arrivo allo stadio

A fare da cornice a questo evento storico per entrambe le società è stato niente popò di meno che lo stadio di San Siro, traboccante di storia gloriosa e voglia di nuovi campioni.

Non abitando lontanissimo rispetto a Milano ho colto al volo l’occasione di andare di persona a saggiare le qualità dei tanti ragazzi di talento in campo. Le poltroncine rosse del primo anello di San Siro, quindi, sono state la mia casa in quel paio d’ore passato a guardare le due squadre darsi battaglia prima, i ragazzi di Stroppa alzare al cielo il trofeo poi.

Ma partiamo con ordine iniziando, anzitutto, dal palmares di questa competizione vinta una sola volta in tutto dalle due squadre. Perché nel corso della sua storia la società siciliana, campione d’Italia in carica a livello Primavera, non era mai riuscita ad imporsi in questa competizione. Impresa che era riuscita una sola volta, invece, alla squadra allenata da Giovanni Stroppa: correva la stagione 1984/1985 e proprio nei giorni in cui il sottoscritto stava per venire al mondo Maldini, Costacurta e compagni guidarono la propria compagine ad assicurarsi per la prima – e fino a ieri ultima – volta questo trofeo.

Milan che, quindi, nonostante sia uno dei club più quotati d’Italia non aveva una grandissima tradizione relativamente alla Coppa Italia Primavera. Il tutto al contrario dei cugini Nerazzurri, in passato già vincitori di questo trofeo per ben cinque volte, e del Torino che comanda il palmares con sette vittorie assolute.
Ma il Milan, del resto, non ha mai ripetuto con la propria Primavera i grandi trionfi che ha saputo raccogliere con la prima squadra: se andiamo a vedere il palmares del Campionato, infatti, troviamo come i Rossoneri si siano riusciti ad imporre una sola volta nello stesso, per di più nell’ormai lontano 1964/1965.

Anche alla luce di quanto appena detto, quindi, ecco che quanto compiuto da capitan Romagnoli e compagni risulta essere una mezza impresa: dopo tanti anni, infatti, la Primavera Rossonera torna ad imporsi in un trofeo importante come questo.

Il cammino del Milan è stato quello di uno schiacciasassi che ha tentennato solo nel derby. Dopo essersi facilmente liberato del Cagliari nel primo turno eliminatorio (4 a 0 il risultato totale), infatti, il Diavolo ha sofferto con l’Inter dove dopo la sconfitta per 2 a 0 dell’andata è servita un’impresa al ritorno per accedere agli ottavi di finale. Forti del 3 a 2 totale, quindi, i Rossoneri hanno acceduto al turno successivo dove ad attenderli c’era la vittima sacrificale Chievo, distrutta con un 7 a 2 complessivo. Vita facile anche ai quarti (5 a 1 al Cittadella) e nessun problema nemmeno in semifinale (3 a 1 all’Empoli).

Le due squadre al loro ingresso in campo

Venendo alla partita in sè c’è invece poco da dire, forse. Perché fondamentalmente c’è stato un dominio milanista dal primo all’ultimo minuto con la squadra di Pergolizzi incapace di contenere adeguatamente in particolar modo gli esterni offensivi avversari quanto di pungere poi a sua volta quando provava a portarsi in attacco.

Nel fare i giusti complimenti alla banda-Stroppa non si può però ignorare del tutto il fatto che sia palese come il compito dei ragazzi vestiti di rosso e nero sia stato indubbiamente facilitato dalla pochezza degli avversari. Forti di una coppia offensiva di tutto rispetto composta da Giovio e Mbakogou, con le due punte supportate dal buon Laribi, ci si aspettava infatti che il Palermo potesse creare molti più danni alla retroguardia Rossonera.
I due però non sono stati un granché supportati dalla propria squadra che ha dato l’impressione di faticare a tenere il campo praticamente dal primo all’ultimo minuto.

Questo ha portato quindi Laribi ad assumere le sembianze di un ectoplasma più che di un giocatore, assolutamente avulso da una manovra quasi inesistente e impossibilitato ad incidere sulla partita con i suoi tentativi di passaggi smarcanti a liberare i propri compagni al tiro.
A questo si deve aggiungere la quasi totale incapacità delle due punte di cavar fuori qualcosa di buono dalle pur poche palle giocabili avute. E insomma, se tocchi dieci palloni in tutta una partita e non riesci mai a combinarci nulla di buono ecco che conduci in porto una partita nella quale fondamentalmente non causi nessun vero pericolo alla porta avversaria.

E questa è stata la partita di ieri: un match controllato in lungo ed in largo dal Milan ma consegnato tra le braccia dei Rossoneri proprio da un Palermo che ha lasciato parecchio a desiderare.

Detto della pochezza ospite, comunque, è anche giusto sottolineare i meriti di chi ha condotto in porto la vittoria. Nel farlo, quindi, potremmo quasi dire che si può riassumere la prestazione dei giovani Rossoneri con un “ali & compattezza“.

La Primavera Tim Cup aspetta di finire nelle mani di capitan Romagnoli

Mi spiego meglio: due sono state le armi che, fondamentalmente, hanno permesso ai padroni di casa di portare in porta la partita. Le ali e la compattezza della squadra, appunto.

Da una parte, infatti, Stroppa ha messo in campo un 4-3-3 molto quadrato. Ogni ragazzo sapeva esattamente quale fosse il proprio compito e nel vedere i giocatori Rossoneri muoversi sul campo sembrava di vedere un’orchestra recitare il proprio spartito a memoria. Le uniche due incognite della squadra risultavano quindi essere proprio le due ali, ovvero sia Verdi e Schenetti. Due giocatori dotati di grande mobilità ed ottimo talento, due ragazzi che con le loro giocate hanno messo in grave imbarazzo in più occasioni la retroguardia palermitana. I due giocatori che, fondamentalmente, avevano licenza di rompere ogni schema tattico per fare male agli avversari. E ci sono riusciti, risultando assolutamente determinanti per la vittoria finale.

La partita, tutto sommato, non è certo stata il massimo della vita. Il tutto proprio perché, come detto, il Palermo ha lasciato parecchio a desiderare, non contribuendo alla creazione di uno spettacolo di prima qualità.
Nel contempo, però, posso dire ne sia valsa la pena: oltre ad aver potuto osservare in prima persona come il lavoro tattico che viene fatto in Italia sin dalla tenera età sia di primissimo livello, infatti, ho avuto modo di vedere finalmente un Verdi giocare ad alto livello (sino ad oggi tutte le volte che l’avevo visto, allo stadio contro il Novara in Coppa Italia e al Torneo di Viareggio, aveva giocato piuttosto sottotono) e, ancora, uno Schenetti riproporsi come giocatore dalle capacità molto interessanti. Quest’ultimo, infatti, è un giocatore molto più lineare e con meno colpi nel proprio arco rispetto al più giovane compagno, ma resta comunque un’ala da seguire con molta attenzione.

Per finire, quindi, ecco le mie personalissime pagelle:

Palermo

Andrea Caroppo (1990): 6,5
L’ex portiere delle Rondinelle è l’unico della banda di Pergolizzi a salvarsi nella serataccia Rosanero. Il quasi ventenne portiere del Palermo subisce sì due goal, ma salva in più di un’occasione la propria porta. In particolare, nel finale, si esibisce in una doppia parata ravvicinata da urlo sulle conclusioni di Zigoni e Verdi, meritandosi più di un applauso.

I giocatori Rossoneri attendono la premiazione

Daniel Cappelletti (1991): 5
Subisce, assieme a tutti i suoi compagni di reparto, l’ottima serata di Verdi e Schenetti. A fine partita risulterà essere, tra l’altro, l’unico ammonito del match. Non certo una serata da ricordare per lui.

Andrea Adamo (1991): 5,5
Il centrale difensivo della nazionale under 19 ha a che fare con Zigoni, e lo annulla. Almeno nel primo tempo. Nella ripresa, poi, pare calare un po’ fisicamente, tanto che mister Pergolizzi decide di sostituirlo ad una ventina di minuti dal termine. Nel marasma generale, comunque, lui è uno dei pochi a combinare qualcosina in più dei suoi compagni.

Adriano Siragusa (1990): 5
Vale per lui un po’ lo stesso discorso fatto per Cappelletti. E’ proprio dalla sua parte, poi, che sfonda per due volte Verdi, in occasione di entrambi i goal Rossoneri. Se Cappelletti non serberà un grande ricordo di questo match altrettanto si può dire di lui.

Francesco Pitarresi (1990): 5
E’ uno dei tanti ’90 della formazione di Pergolizzi. Anche lui come i suoi compagni, però, non sfrutta la maggiore maturità rispetto alla maggior parte degli avversari, risultando praticamente impalpabile.

Gianmarco Corsino (1991): 5,5
Mezzo punto in più a Corsino, ma solo sulla fiducia. In campo, infatti, il motorino della fascia destra palermitana non è che brilli molto più dei propri compagni, anche se rispetto a molti di essi ci mette più cuore e grinta. Il tutto, comunque, non basta: Corsino è infatti evanescente e finirà per correre praticamente a vuoto per lunghi tratti del match.

Guido Davì (1990): 5
Sarebbe lui l’uomo deputato a dare equilibrio alla squadra gestendo il centrocampo e la palla. Anche Davì così come i suoi compagni, però, non incappa in una grandissima serata, non riuscendo a fare né l’una né l’altra cosa a dovere. Peccato, perché a livello giovanile questo ragazzo, tra i pochi superstiti della squadra che si impose un anno fa in campionato, è un centrocampista molto apprezzato.

I giocatori della Primavera Rossonera si fanno immortalare con il Trofeo

Francesco Ardizzone (1992): 5,5
Pur essendo il più giovane (assieme a Mbakogou) tra gli undici palermitani in campo da subito Ardizzone dimostra di non difettare in quanto a personalità. E’ proprio lui, infatti, a risultare il giocatore del centrocampo Rosanero con più voglia di combattere su ogni pallone. Proprio in questo senso mi ha lasciato piuttosto stupito vedere come sia stato proprio lui a lasciare il campo per dare posto a Sposito ad inizio ripresa.

Karim Laribi (1991): 5
Come detto in fase di commento Laribi è un giocatore che agendo tra le linee di centrocampo ed attacco sa spesso mettere in grave difficoltà le retroguardie avversarie con i suoi tocchi smarcanti frutto di una visione di gioco sopraffina e di piedi piuttosto educati. Ieri, però, non è stato praticamente mai innescato dai propri compagni e non ha nemmeno trovato in Mbakogou e Giovio due partner affidabili, finendo quindi per perdersi nella mediocrità assoluta tanto da essere poi sostituito da Pergolizzi all’undicesimo del secondo tempo.

Jerry Mbakogou (1992): 5
Personalmente avevo rivestito di grandi aspettative questo ragazzo che visto nel corso dell’ultimo Viareggio mi aveva piuttosto impressionato: fisico notevole, potenza inaudita per un diciassettenne e velocità da scattista abbinati ad una buona tecnica. Un mix micidiale per un giocatore cui, forse, manca solo più freddezza sotto porta. Ieri, però, il buon Jerry ha tradito le attese disputando una gara assolutamente negativa. I suoi compagni non lo hanno certo aiutato ma anche quando ha avuto tra i piedi palloni giocabili non li ha certo fatti fruttare a dovere.

Marco Giovio (1990): 4,5
Dò all’ex Varese Giovio la palma di peggiore in campo per un semplice motivo: ad incidere su questa decisione non è solo la prestazione in sè, che non differisce molto da quella del compagno di reparto, quanto il fatto che da uno dei giocatori più maturi dell’intero match nonché dal capitano ospite ci si aspetta che sia in grado di suonare la carica al momento giusto. Lui, invece, resta abulico per tutto il corso del match, segnando la mesta sconfitta dei suoi.

L'incontenibile gioia dei Rossoneri al termine del match, mentre posano con la Coppa

Antonio Sposito (1990): 5,5
Subentrato al primo minuto della ripresa ad Ardizzone prende il posto del compagno in tutto e per tutto, non riuscendo comunque a dare molto più di quanto non avesse già fatto Francesco nel corso della prima frazione.

Marco Pergolizzi (1992): 5
Subentrato all’undicesimo della ripresa a Laribi il figlio dell’allenatore della formazione Rosanero si piazza sulla sua fascia di competenza risultando comunque impalpabile quanto il compagno tunisino.

Eros Pellegrini (1990): 5
Subentrato ad Adamo a venti minuti dal termine non riesce a blindare la propria retroguardia, che subirà un altro paio di azioni pericolosissime orchestrate dagli avanti Rossoneri.

Milan

Filippo Perucchini (1991): s.v.
Piuttosto che dare 6 ad un ragazzo che ha trascorso novanta minuti quasi completamente inoperosi preferisco lasciarlo senza voto. Un sei, infatti, potrebbe lasciar intendere che abbia giocato giusto tanto da meritarsi una sufficienza stiracchiata, mentre così non è: serata tranquilla per il portiere Rossonero, ottimamente schermato dalla propria difesa.

Luca Ghiringhelli (1992) e Andrea De Vito (1991): 6
Discreta prestazione per i due terzini milanisti che coprono bene la propria zona di competenza limitandosi quasi sempre a svolgere il proprio compitino senza strafare. E’ proprio da prestazioni come le loro che si evince come in Italia il tatticismo sia portato a livelli altissimi già nelle formazioni Primavera.

Michelangelo Albertazzi (1991): 6,5
Il centrale dell’under 20 di Antonio Rocca disputa una partita ordinata controllando benissimo gli avversari di turno e dimostrando di essere una certezza assoluta a questo livello. L’intesa con capitan Romagnoli, poi, pare essere assoluta. Una vera sicurezza.

Albertazzi posa con il trofeo appena conquistato

Simone Romagnoli (1990): 7
Unico ’90 (assieme a Strasser) schierato dall’inizio da Stroppa, Romagnoli dimostra grande tranquillità ed intelligenza tattica: gestisce con non chalance ogni situazione di gioco prendendo per mano i propri compagni e guidando una solidissima difesa al compimento del proprio compito. Una chance di mettersi in mostra anche in prima squadra in questo finale di campionato la meriterebbe, forse.

Rodney Strasser (1990): 6,5
Dimostra di essere molto ordinato, segno di una grande crescita a livello tattico, questo centrocampista della Sierra Leone dotato di grande corsa e polmoni d’acciaio. Peccato solo che si faccia male dopo una ventina di minuti del secondo tempo, altrimenti avrebbe continuato a spadroneggiare con la sua fisicità là in mezzo al campo.

Giovanni Scampini (1991): 6
Non sbaglia niente, limitandosi al compitino, nei suoi quaranta minuti di gioco, quelli che precedono l’infortunio muscolare che lo costringerà ad abbandonare il campo.

Mitja Novinic (1991): 6
Tanta corsa per questo centrocampista sloveno poco appariscente ma sicuramente importantissimo negli equilibri tattici di mister Stroppa.

Andrea Schenetti (1991): 7
Solo Verdi fa meglio di lui. Tanta corsa e sostanza per quest’ala che risulta essere molto ficcante, al solito. Pur non avendo i colpi di genio del suo opposto dimostra di saper creare non pochi grattacapi alle difese avversarie, nello specifico a quella del Palermo. Giocatore da tenere davvero sott’occhio, a maggior ragione in un paese in cui di ali ne girano pochine…

Simone Verdi (1992): 7,5
E’ uno dei più giovani in campo, ma non si nota. Verdi prende infatti sulle spalle la propria squadra e la trascina ad una vittoria storica andando a segnare un grandissimo goal ad inizio match, con una conversione da destra chiusa da un gran tiro col piede debole, per poi servire l’assist del 2 a 0 a Zigoni nella ripresa. Incide tantissimo nel match, quindi, questo talentino dal dribbling ubriacante e dalla grande estrosità che vede sfumare l’8 in pagella solo a causa dell’imprecisione della seconda metà del secondo tempo, quando si mangerà un paio di goal sicuramente più facili di quello realizzato in precedenza.

E' Simone Verdi l'MVP del match

Gianmarco Zigoni (1991): 6,5
Inizia piuttosto male il puntero della nostra nazionale under 19. Zigoni passa infatti tutto il primo tempo a farsi mettere in ombra quasi costantemente da Adamo, salvo fare un paio di buone giocate che comunque si risolvono in un nulla di fatto. Nella ripresa, invece, alza notevolmente il proprio rendimento entrando molto di più nel vivo del gioco, combattendo con maggior veemenza su ogni pallone e risultando anche letale in zona goal. Buona prestazione, quindi, quella dell’ex trevigiano che griffa la conquista di questa Coppa con il goal che chiude i giochi.

Jordan Pedrocchi (1991): 6,5
Subentrato al quarantesimo all’infortunato Scampini Pedrocchi dimostra di essere più vivace del compagno andando ad accompagnare spesso la manovra offensiva della propria squadra e disimpegnandosi discretamente anche in fase di non possesso.

Nnamdi Oduamadi (1990): 6
Troppo veloce per risultare efficace. Così potremmo descrivere quest’ala nigeriana, un bip-bip stile cartoon che vola a velocità supersonica sulla fascia, tanto veloce da faticare a controllare il pallone. Che, puntualmente, finisce col perdere a favore degli interventi dei difensori avversari o per erroracci marchiani nel controllo dello stesso. Non si può dire sia assolutamente privo di qualità questo 20enne colored Rossonero, difficile però possa imporsi ad alto livello. Non nel breve periodo almeno.

Mattia De Sciglio (1992): 6
Subentrato poco oltre la metà della ripresa all’infortunato Strasser De Sciglio non ha modo di mettersi in gran luce, tenendo comunque bene la posizione senza grosse sbavature.

Ancora una volta i giocatori del Milan ritratti mentre aspettano la premiazione

Rivolgo il mio ringraziamento finale, quindi, a chi mi ha accompagnato in questa bella avventura di una notte di mezza primavera: Luca Fermi e Daniele e Graziano Michelini. A quest’ultimo vanno anche credits e ringraziamenti per le foto qui postate.

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