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Archive for settembre 2013

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
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I numeri di questa stagione parlano chiaro. E tratteggiano i contorni di un giocatore con grandi potenzialità, ma dai limiti evidentissimi.Mario Balotelli

Si trattasse di limiti tecnici o tattici, poi, ce ne potremmo fare una ragione.

Invece il limite principale di Mario Balotelli, potenzialmente il miglior giocatore italiano dei prossimi dieci anni nonché il ragazzo deputato a trascinare la nostra nazionale a Mondiali ed Europei, è caratteriale.

Forse, teoricamente, l’aspetto su cui più facilmente si può intervenire. Insegnare a chi non sa stoppare un pallone a giocare a calcio è complesso. Coloro che non sanno stare in campo, poi, difficilmente potranno imparare gli automatismi di un 4-3-3 piuttosto che di un 3-5-2.

Invece chi ha un temperamento focoso dovrebbe imparare, maturando, a controllarsi.
Chi si rende conto di avere un talento “unico”, poi, dovrebbe imparare a gestirlo. Che nel caso di un calciatore significa incidere positivamente in campo. Segnando e distribuendo assist, se si è attaccanti. Non collezionando cartellini.

I numeri di questa stagione parlano chiaro, dicevo.

Balotelli, tabellini alla mano, ha disputato 7 gare. Segnando 4 reti.
Un bottino tutt’altro che disprezzabile, contando anche che una sola di queste realizzazioni è arrivata dagli undici metri.

Il problema è che i cartellini gialli sono più delle segnature: 5.

La media ammonizioni – partite giocate è quindi altissima. Sinceramente non mi è mai capitato di fare così caso ai cartellini presi da un giocatore, anche perché non ho mai avuto la percezione che un ATTACCANTE (e dai, fa una certa differenza) ne rimediasse così tanti, però credo che non siano molte le situazioni in cui un giocatore può aver raccolto così tanti cartellini in così breve tempo.

Arrivato a 23 anni, però, sarebbe il caso che Mario facesse un salto di qualità proprio da un punto di vista comportamentale.

Tanti suoi tifosi vedono nei suoi confronti una sorta di persecuzione da parte della classe arbitrale.

Personalmente penso che certi giocatori si conquistino proprio con il loro comportamento sopra le righe una certa “attenzione” da parte degli arbitri. E che comunque, nella netta maggioranza dei casi, meritino tutti i cartellini che vengono loro assegnati.

In realtà cercando una giustificazione di questo tipo si fa il male del ragazzo. Che DEVE essere spronato a migliorare in questo senso, anziché coccolato e trattato come una vittima.

Perché la sua media-goal da quando è in Rossonero è straordinaria (pur sicuramente aiutata da un numero notevole di rigori battuti, in particolare nel finale della scorsa stagione). Ma anche quella cartellini è altissima.Mario Balotelli

Se non deciderà a controllarsi in questo senso, rischierà di non raggiungere mai il livello di gioco per cui Madre Natura lo ha “programmato”…

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Kakà è sbarcato a Milano.Kakà

Anzi, è risbarcato a Milano.

La sua storia è conosciutissima e mi sembra inutile riassumerla: acquistato dal Milan nell’estate del 2003 giocò sei stagioni in maglia Rossonera vincendo praticamente tutto, prima di passare al Real per quasi 70 milioni di euro.

In Spagna arrivò con già qualche problemino. Fisico e problemi di ambientamento ne hanno sempre limitato tantissimo il rendimento.

L’arrivo di Ancelotti poteva rilanciarne le ambizioni, secondo qualcuno.

Invece proprio l’allenatore che lo aiutò a consacrarsi nel grande calcio ha deciso di bocciarlo (e come dargli torto, con Ronaldo, Isco e Bale a disposizione sulla trequarti!?) e lui, per provare a conquistarsi la chiamata al mondiale di casa, ha deciso di tornare a vivere e giocare sotto la Madonnina.

Ora… che Kakà sia stato un grande giocatore nessuno lo mette in dubbio. In un certo momento della sua carriera, all’apice, è stato anche indubbiamente uno dei più decisivi al mondo.

Però la versione madridista di Ricardo non è quella cui si abituarono i tifosi milanisti tra il 2003 ed il 2009.

Tanti problemi fisici e, oggi, anche un calendario che segna 31 primavere.

A questo aggiungerei un paio di considerazioni: in primis il fatto che Kakà è un acquisto in assoluta controtendenza per la società, che ormai da anni punta a smobilitare i propri uomini migliori (Ibrahimovic e Thiago Silva in primis, ma anche i mancati rinnovi di tutte le bandiere proprio dell’era ancelottiana) per abbassare drasticamente il tetto ingaggi.

Beh, proprio in questo “vendi vendi” generale non si capisce bene come possa venire acquistato, e soprattutto pagato quasi cinque milioni – netti – l’anno un giocatore che con ogni probabilità non potrà incidere né quanto un tempo, né quanto lo scorso anno (e probabilmente pure il prossimo) avrebbe potuto fare Ibrahimovic.

Insomma, capisco uno strappo alla regola quando si tratta di dare prospettiva – oltre che talento – a questa squadra, come nel caso di Balotelli, stento a capire invece come si possa fare un investimento pesante (perché le cifre, per questo nuovo corso Milan, sono elevatissime) su di un trentunenne che ha avuto molti problemi fisici e che sembra comunque aver dato il meglio di sé.

Poi, un secondo aspetto. Lanciare una cosiddetta “linea verde” per poi chiudere il mercato con gli acquisti di Matri e Kakà – che di fatto vanno ad oscurare Petagna e Saponara – mi sembra un po’ poco coerente.

Insomma, più che una pianificazione ben studiata, come ci si aspetterebbe da una società seria come il Milan, parrebbe quasi d’esser davanti all’approssimazione più assoluta.

Infine, cosa non meno importante: si è aspettato i soldi della Champions per poi investirli su un trentunenne tutto da testare e che comunque non dà prospettiva al progetto “verde”?

Tante facce negative di una medaglia che però potrebbe anche valere più di quanto ci si aspetterebbe dopo aver fatto questo tipo di considerazioni.
Perché Kakà resta un giocatore con un passato fulgido e talento da vendere. Può aver perso un po’ di smalto, così come potrebbe tornare a giocare ad alto livello (come nei suoi primi sei anni di Milan non credo proprio, comunque).

In definitiva, una scommessa che personalmente ritengo azzardata o quantomeno inopportuna per un Milan che dovrebbe puntare giovani di talento (alla Maher, per indicare un ragazzo che i tifosi Rossoneri hanno imparato a conoscere proprio nei preliminari di Champions) per provare a tornare ad altissimo livello, più che vecchie glorie dal rendimento incerto.

Milan che intanto ha fatto debuttare Kakà oggi a Chiasso, in un match vinto 4 a 0 dai Rossoneri.

Che ora aspettano solo di poter far debuttare ufficialmente il proprio “campione di ritorno”.

E se non vuoi perderti la nuova prima di Kakà, puoi comprare i biglietti qui. Perché una cosa va sicuramente detta: al di fuori di quelle che possono essere le perplessità tecnico-tattiche, oltre che dei suoi risvolti economici, che un acquisto come questo comporta, lo sbarco – per meglio dire, il nuovo sbarco – di Kakà a Milano ha portato una grande carica nell’ambiente, andando a galvanizzare moltissimo i tifosi.

Che, al di là di tutto, hanno ancora il ragazzo nel cuore.
Kakà

Che dire? Aspettiamo e vediamo. Restano pur sempre una ventina di milioni lordi d’investimento per un biennale ad un giocatore che pare aver già dato il meglio di sé anni fa!

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