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Archive for febbraio 2014

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
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Conobbi Fabrizio Scoglio anni fa, quando fummo entrambi coinvolti in un progetto molto ambizioso, Pianeta Sport, che purtroppo non decollò mai davvero.

Fondatore di PassioneInter.com, è un vero esperto dell’universo Nerazzurro.

Così l’ho voluto interpellare per parlare un po’ delle ultime vicende, tanto di campo quanto societarie, che riguardano la Beneamata. Ne è uscita una bella chiacchierata…

Andiamo a ritroso nel tempo. Partendo dagli ultimi match: come li giudichi?

Nel calcio contano i risultati ed essi parlano chiaro, pertanto il giudizio non può che essere negativo. La bella vittoria di Firenze è stato un sorriso ma vanificato dal poco convincente pareggio casalingo contro il Cagliari la partita successiva.
C’è stato sicuramente un miglioramento dal punto di vista fisico, quello è innegabile, ma la squadra non ha quella tenuta mentale che ti permette di vincere le partite.

Risalendo, un mesetto fa si era invece chiuso il mercato di riparazione, con l’arrivo del Profeta Hernanes. Quali considerazioni fare riguardo agli acquisti e alle cessioni (in alcuni casi mancate)?

L’acquisto di Hernanes è stata un’operazione importante sia dal punto di vista economico che da quello tecnico. Il gioco dei nerazzurri fino a poche settimane fa si sviluppava esclusivamente sulle fasce e non presentava alcuna soluzione centrale (salvo qualche soluzione dettata dai discontinui Alvarez e Guarin), cosa questa che ha reso la squadra lenta e prevedibile. Un uomo in mezzo al campo con le caratteristiche di Hernanes e che consentisse nuove trame offensive era una necessità evidente e la società ha individuato nel brasiliano l’uomo giusto.
Nella conferenza stampa post Inter-Catania, noi di passioneinter.com avevamo chiesto a Mazzarri come mai una squadra capace di ottenere ben 14 calci d’angolo non fosse riuscita a creare situazioni pericolose e lui ci rispose che gli mancava un uomo capace di calciare adeguatamente le palle inattive (facendo l’esempio tra l’altro dei corner di Baggio per Paramatti ai tempi in cui era secondo di Ulivieri a Bologna). Hernanes può anche essere una soluzione sulle palle inattive e il gol di Samuel contro il Sassuolo nato da un calcio d’angolo calciato proprio dal brasiliano ne è stato subito un esempio.
Diverso il discorso per D’Ambrosio, giocatore che poteva arrivare tra pochi mesi a titolo gratuito, nonostante questo pagato e anche non poco, salvo poi tenerlo in panchina e non farlo giocare. E’ un mistero che tutti noi vorremmo capire.
Per quanto riguarda le operazioni mancate l’Inter sta vivendo un periodo di transizione sia societaria che tecnica (non dimentichiamo che molti senatori a giugno andranno via causa scadenza di contratto e che l’allenatore attuale non è detto che ci sia l’anno prossimo), sinceramente non avrebbe avuto molto senso investire a gennaio. Penso che un giocatore con le caratteristiche di Hernanes e un uomo di fascia fossero le priorità più immediate, con i rientri dei difensori e degli attaccanti dai rispettivi infortuni si può tenere botta per gli ultimi mesi senza avere le coppe.

A novembre era invece sbarcato sulla sponda Nerazzurra di Milano Thohir. Cosa ti aspetti da lui e come giudichi questi suoi primi mesi da proprietario dell’Inter?

Li giudico estremamente positivi, ha iniziato facendo ciò che è giusto fare: iniziare un’opera di risanamento del bilancio, acquistare un giocatore di livello internazionale, riorganizzare l’assetto societario mandando via alcune persone.
Il vento è cambiato e lo si vede da tante cose e tanti progetti che sono in rampa di lancio per lanciare il marchio Inter nel mondo, soprattutto dal punto di vista della comunicazione la società ha fatto passi da gigante ma su questo non c’erano dubbi dal momento che è il main business di Erick Thohir.
L’indonesiano sa perfettamente che oltre alla comunicazione è importante che ci sia una squadra vincente sul campo, mi aspetto pertanto uno sviluppo graduale ma positivo della squadra, le aspettative non possono che essere buone.

Risalendo ancora a ritroso nel tempo arriviamo all’estate, momento in cui a sbarcare ad Appiano fu Mazzarri. Stante il fatto che è praticamente impossibile salti da qui a giugno, pensi possa essere lui l’uomo giusto al posto giusto? In alternativa, chi vedresti bene a guidare questa squadra?

Mazzarri era probabilmente il nome migliore disponibile sulla piazza in quel periodo per una squadra che comunque sarebbe stata lontana dal palcoscenico europeo, la scelta dell’allenatore toscano è stata pertanto accolta bene dalla piazza. Dopo un buon inizio tante cose non hanno però funzionato e la mia impressione è che Mazzarri finirà regolarmente la stagione per poi avviare da giugno un nuovo ciclo con un nuovo allenatore affamato alla prima esperienza in un big, un po’ come fece la Juventus tre anni fa nel passaggio di testimone tra Del Neri e Conte.

Di nomi ce ne sono molti, i tifosi nerazzurri sognano Simeone ma realisticamente parlando un nome che potrebbe mettere d’accordo tutti è quello di Sinisa Mihajlovic. E’ un allenatore giovane, attento alla fase difensiva ma che prova a far dettare il proprio gioco in tutti i campi. Sta dimostrando di essere pronto per una grande, è un personaggio di carisma e conosce bene l’ambiente nerazzurro, potrebbe essere una scommessa su cui puntare.

Guardiamo ora al futuro. 18 maggio, ore 19. Si è da poco chiusa l’ultima giornata di campionato. Scrutando all’interno della sfera di cristallo cosa vedi? In che posizione finirà l’Inter e che spirito pensi possa accompagnarti in quelle ore?

Vedo un’Inter qualificata in Europa League, un Mazzarri con le valigie e diversi giocatori con la testa già in Brasile.
Per quanto riguarda lo spirito onestamente sono sempre stato un tifoso molto moderato, per me vedere una partita non è altro che come assistere a un film al cinema, pertanto finita la stagione grazie di tutto e pensiamo ai Mondiali.

Cosa ti aspetti, invece, dal prossimo mercato? Con quali prospettive pensi potrà presentarsi, a scatola chiusa, l’Inter all’inizio del prossimo campionato?

Se questa di fatto è ancora l’ultima stagione di Moratti piuttosto che la prima di Thohir, da giugno invece inizierà tutto. Vedo gli ultimi eroi del Triplete salutare l’Inter (Cambiasso escluso, il quale potrebbe restare a patto di ridursi ai minimi termini l’ingaggio) e un Vidic in arrivo.
L’acquisto del capitano del Manchester United, la squadra più seguita in Asia non dimentichiamolo, rappresenta un ottimo colpo dal punto di vista dell’immagine e nonostante sia a fine carriera può nell’immediato garantire buone prestazioni; a parametro zero è un buon acquisto.
Vedo una questione Handanovic da risolvere tra offerte estere e un Bardi pronto a tornare alla base, un Icardi pronto a raccogliere le responsabilità offensive della squadra e almeno un 4-5 innesti giovani e di esperienza a completare la squadra. Checché se ne dica Thohir ha un impero finanziario, se occorre il presidente ha le disponibilità economiche per piazzare un colpo che riaccenda la piazza come fatto con Hernanes.

Domanda obbligatoria, per chi come me ha pure scritto un libro sui giovani talenti sparsi un po’ ovunque nel mondo, sul settore giovanile Nerazzurro. Negli ultimi anni sono stati tanti i risultati positivi raccolti in questo senso, ma pochi i giocatori che si sono imposti in prima squadra. Qual è il tuo punto di vista?

Lo diceva Stramaccioni: il salto di competitività che ci sta tra il calcio giovanile e il calcio professionista è così ampio che in pochi dimostrano di saper da subito saltare la staccionata. La carriera di un calciatore è fatta di tanti step ascendenti e l’evoluzione di ogni atleta è prettamente soggettiva, ci sono infatti giovani che si affermano da subito e giocatori che esplodono a 30 anni.
L’avere una squadra giovanile vincente non necessariamente significa traslare il tutto morbidamente in prima squadra, l’ha dimostrato la stessa Italia Under 21 dominatrice negli anni ’90 per tre edizioni di fila ma vincitrice di una grande competizione solo dieci anni dopo.

Sempre parlando di settore giovanile, chi sono ad oggi i migliori talenti che fanno bella mostra di sé al centro sportivo Giacinto Facchetti? C’è qualcuno che pensi possa imporsi anche ad alto livello?

Dopo i grandi risultati ottenuti dall’Inter giovanile di Stramaccioni, adesso la squadra vive un periodo non altrettanto dorato ma i giocatori non mancano. Capello, Tassi, Puscas e Bonazzoli hanno le basi per fare un’ottima carriera, così come Knudsen in mezzo al campo. Da poche settimane è arrivato Andy Polo e ne parlano un gran bene, al campo come sempre l’ardua sentenza.

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Come già spesso in passato mi è capitato, è tempo – anche se sono arrivato un po’ in ritardo ma il tempo è quello che è – di tirare le somme per quanto concerne il calciomercato appena conclusosi.

Per farlo, e per rendere più graficamente simpatico il pezzo, mi appoggerò sulle splendide grafiche realizzate dai ragazzi di Fantagazzetta proprio in questo senso.

6

La Dea non aveva necessità di fare grandi manovre sul mercato. E Marino, intelligentemente, si è quindi limitato a dei ritocchini marginali.

Partiti in prestito un po’ di ragazzi che non trovavano grande spazio sono arrivati due pseudo rincalzi oltre al giovane Betancourt dal PSV.

Atalanta che ad oggi è più vicina alla zona Europa che non a quella che varrebbe la retrocessione. E proprio lì a metà classifica è destinata a rimanere.

Complessivamente quindi sicuramente sufficiente il lavoro svolto dalla società in gennaio. I valori non saranno migliorati, ma di certo non sono nemmeno peggiorati.

4

Rispetto a questa grafica c’è una variazione importante: in queste ore è partito anche Diamanti, alla fine sbarcato in Cina.

Bologna che quindi è sempre più un grossisimo punto di domanda.

Dal mercato sono arrivati due giocatori tutti da testare. A fargli da contraltare proprio la partenza del punto di forza della squadra, che non potrà – e non è stato – nemmeno essere rimpiazzato.

In più alla voce “partenze” leggo quel “Yaisien” che davvero non mi va giù. Possibile passare dal raccogliere minuti in prima squadra al PSG al Trapani senza passare dal via?

Giudizio negativissimo, e che Dio gliela mandi buona. Perché la zona rossa è solo un punto sotto…

5

Il mercato del Cagliari non mi convince per nulla.

Adan non ha fatto in tempo a sbarcare che è stato ricacciato in lista gratuita. Agazzi è era ai margini e se n’è andato. Nainggolan è stato spedito – a peso d’oro, ok – a Roma, ma non rimpiazzato a dovere.

In tutto ciò, alla voce acquisti, è riportato l’interessantissimo nome di Adryan, che però resta una scommessa. Più una serie di incognite.

Il Cagliari è relativamente tranquillo e nel complesso non sembra nella condizione di rischiare. Però ad oggi la rosa sembra essere stata depauperata, non rinforzata.

6,5

Mercato interessante quello portato avanti dagli Etnei.

Partiti giocatori tutto sommato marginali (Tachtsidis e Lopez avevano bisogno di cambiare aria, giusto farli partire), sono arrivati due titolari sicuri – e di buon livello, soprattutto Lodi – più due giocatori che completano la rosa e danno alternative.

Stante il fatto che ad oggi la zona salvezza è a tre soli punti ecco che queste mosse, che qualcuno liquida come riduttive, potrebbero dare la spinta giusta al Catania.

Che intendiamoci, resta una delle favorite alla retrocessione. Ma i miracoli accadono.

6

Il Chievo non si è indebolito. Che nel valutare quanto fatto da alcune diretti concorrenti per la salvezza è già una notizia.

I clivensi hanno infatti fatto arrivare una serie di giocatori più o meno discreti, ma che bisogna ancora capire quanto saranno utili alla causa.

In porta è arrivato un buonissimo interprete come Agazzi, che però bisogna capire se sarà titolare oppure no. Idem per Canini, anche lui ex Cagliari (anche se arriva da Bergamo). O per Paredes, giovane girato a Verona dalla Roma per la questione extracomunitari: potenzialmente uno dei migliori in rosa. Ma si ambienterà al volo? Corini modificherà la squadra per metterlo nella situazione migliore tenuto conto che tra sei mesi se ne andrà?

Insomma, non un deciso passo avanti verso la salvezza, che sarà ancora tutta da giocare.

Ma se pensiamo che i punti sono 18 come il Bologna, che ha però ceduto il suo “campioncino”…

7

Mercato interessante quello della Fiorentina. Che perso anche Rossi per infortunio si è mossa su Matri, attaccante discreto.
Ottimo colpo però essendo arrivato in prestito gratuito dopo che solo in estate era costato 12 milioni al Milan.

Un acquisto importante proprio perché sopperisce alla temporanea assenza dei titolari (con Gomez che ha però già ricominciato ad allenarsi).

Dietro, poi, si è puntato sulla scommessa Andersson dello United e si è riportato in Italia un difensore che in maglia Lazio aveva saputo fare molto bene: Diakitè.

Nel complesso quindi un mercato sulla carte importante per la Fiorentina, che ha sicuramente aggiunto tre tasselli utili al proprio mosaico.

Ed il Napoli oggi è lontano solo tre punti…

6,5

Voto positivo più per ciò che non è successo che non per quanto accaduto.

Spiego: si vociferava delle possibili partenze di Portanova e Gilardino, che invece sono rimasti a Genova. Due “acquisti” importanti per il Genoa. Che, per una volta, non ha nemmeno avuto la classica “bulimia” da calciomercato che solitamente colpisce Preziosi.

Gli arrivi, poi, mirano a rinforzare e dare più scelte ad un allenatore che tiene molto ad un certo modulo tattico, e quindi ad avere in primis esterni di un certo tipo.

Il tutto arricchito da un Burdisso che a Genova può sicuramente ancora ricoprire un ruolo importante.

In più, si è lavorato molto in uscita. Aspetto importante se si pensa che con rose troppo ampie diventa anche difficile lavorare…

7-

Hernanes è un grande acquisto, poco da dire.

Il punto è che quando si valutano gli acquisti non si può, a mio avviso, considerare solo l’aspetto sportivo della questione. Ma vanno tenuti in considerazione tutti.

In questo senso, pagare un possibile totale di 20 milioni un giocatore di ventinove anni che tra un anno avrebbe potuto firmare un precontratto senza scucire una lira è forse eccessivo. Soprattutto considerando il fatto che per quanto sia un ottimo giocatore non sembra poter essere un vero e proprio trascinatore, il Profeta.

Indubbio dire, comunque, che sulla carta sia lui il colpo di questo calciomercato.

Esattamente come D’Ambrosio è un buon innesto. Forse però pagato un po’ troppo caro, posto che – anche qui – il ragazzo si liberava a zero a fine stagione.

Insomma, un giudizio positivo ma con qualche appunto economico.

7

Il voto che avrei dato al mercato della Juventus se non avesse preso nessuno sarebbe stato un “s.v.”. Perché di per sé alla Juventus non serviva nulla.

Poi, verso la chiusura dello stesso, è arrivato il prestito gratuito di Osvaldo. Unica vera alternativa di ruolo a Llorente, per come la vedo io.

E se prendi uno pseudo titolare della nazionale in prestito gratuito per fargli fare il backup di un tuo titolare hai fatto una ottima mossa, che rinforza il valore complessivo della tua rosa.

Detto ciò, specifico una cosa: a me Osvaldo non fa impazzire. E o in questi sei mesi dimostra di essere diventato il giocatore che qualcuno pensa possa essere oppure a 19 milioni non lo riscatterei mai al mondo (nel caso si ripeterebbe un po’ quanto accaduto coi vari Stendardo, Rinaudo, Aquilani, ecc… ovvero un riscatto alto che nasconde la non volontà di esercitarlo).

4

Sulla sponda laziale di Roma è successo un po’ quello che è accaduto a Bologna: è partito il giocatore più forte (o giù di lì) della squadra e non è stato rimpiazzato.

Punto.

6+

Squadra impantanata nelle zone basse della classifica. Che però può contare sul duo Emeghara-Paulinho. Con, da questo mercato, Belfodil come rincalzo.

Un innesto sulla carta importante per i livornesi, che sulla fascia sinistra potranno contare anche sull’apporto di Mesbah. Un giocatore che a questo livello dimostrò già a Lecce di poterci stare (tanto da finire al Milan).

Intendiamoci, il mercato lo giudico abbastanza positivamente. Ma questo certo non significa che il Livorno si salverà. Sicuramente qualcosa è stato fatto, ed è un qualcosa di globalmente positivo.

6

Difficile dare un voto al mercato Rossonero. Troppe incognite.

Taarabt si esprimerà su – quantomeno – buoni livelli? Rami eleverà il livello prestazionale del reparto arretrato? Honda potrà ambientarsi a fare il trequartista esterno? Essien ai ritmi della Serie A riuscirà ad essere almeno la metà di ciò che era un tempo?

Tutte domande cui oggi non si riesce a dare una risposta. Diciamo che potenzialmente potrebbe essere un mercato da 4 (stante anche la partenza in prestito gratuito di un giocatore pagato 12 milioni solo ad agosto) come da 8.

Quindi mediamo al 6 e stiamo a vedere cosa succederà.

7-

Un mercato ricco per il Napoli. Che però non sono convinto abbia, almeno nel breve periodo, spostato davvero qualche equilibrio.

Sono arrivati una serie di giocatori che sicuramente aumentano le alternative a disposizione di Benitez. Sulla carta, però, nessuno di questi giocatori potrebbe essere titolare (Jorginho i ragazzi di Fantagazzetta lo danno titolare, io ho qualche dubbio).

Difficile quindi etichettarlo come un “grande mercato”. Anche se, proprio visto quanto va ad arricchire in quanto ad alternative la rosa, non può che essere giudicato positivamente.

6+

Cambia fondamentalmente poco per il Parma, che cede diversi giocatori, ne fa entrare altri, ma vede la propria rosa rimanere più o meno sugli stessi valori.

Una squadra che rimane quindi potenzialmente di medio-alta classifica come è oggi.

“L’acquisto” sulla carta migliore resta quindi forse quello di Biabiany. O meglio, la sua mancata partenza con tanto di rinnovo a giugno 2018.

8

La squadra più attiva nonché quella che, al netto di Hernanes, ha chiuso gli affari più importanti.

Sono arrivati in primis tanti giovani, che danno un respiro profondo al progetto Roma.

Ma anche un giocatore come Nainggolan, tra i centrocampisti più importanti d’Italia. Nonché una alternativa interessante e ben conosciuta dal buon Garcia: Bastos.

Insomma, un mercato interessante ed intelligente da parte di Sabatini, che si riconferma ancora una volta come uno dei migliori D.S. del nostro paese.

6

Sulla carta la Sampdoria non dovrebbe essere coinvolta nella lotta per non retrocedere.

Nonostante questo ha rinforzato il proprio attacco, con l’arrivo di un Maxi Lopez che se saprà ritrovarsi sarà sicuramente l’arma in più di questa squadra, che a quel punto quindi non verrebbe sicuramente coinvolta nella lotta per non retrocedere.

Insomma, un 6 che potrebbe pagare dividendi più alti qualora la scommessa Lopez pagasse.

6

Il Sassuolo ha una società forte. Anche economicamente.

Da qui i tantissimi acquisti realizzati in gennaio.

Basteranno?

6

D’Ambrosio era praticamente impossibile da trattenere. O meglio, lo si poteva tenere, ma lo si sarebbe perso a zero. Invece Cairo è stato bravo a spremere il massimo dalla sua cessione.

A fargli da contraltare un doppio cambio a centrocampo che, nel complesso, vede un plus qualitativo per il Torino.

Quindi, un mercato quantomeno discreto. Per una squadra che, ricordo, è ancora in corsa anche per l’Europa.

5

In una annata come tante sarebbe un “s.v.” tondo tondo. Ma questa non è un’annata qualunque, per l’Udinese. Che è a soli sei punti dalla zona retrocessione.

Forse qualcosa per mettere la Serie A – che comunque non credo perderanno – in sicurezza poteva essere fatta.

6-

Partito Jorginho, rimpiazzato con Marquinho. La squadra probabilmente non ne risentirà, ma di per sé non è stata una grandissima mossa. Da fare forse in estate, quando poteva esserci più tempo e modo per trovare un’alternativa valida (anche in ottica formula con cui è stato chiuso l’arrivo del brasiliano).

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E’ arrivata l’ufficialità: Alessandro Diamanti è un giocatore del Guangzhou Evergrande Football Club.

Le cifre ufficiose parlano di circa nove milioni di euro che verranno versati dai cinesi alla società emiliana. Il giocatore dovrebbe invece guadagnare un totale di sette milioni spalmati su tre stagioni.

Da un punto di vista economico è quindi sicuramente un colpo importante per il Bologna, le cui casse avevano bisogno di soldi freschi. Ancor più lo è per il ragazzo, che a Bologna – secondo i dati pubblicati ad inizio stagione dalla Gazzetta dello Sport – guadagnava la metà.

Dal punto di vista sportivo, però, è un autogoal clamoroso per entrambe le parti in causa, col solo Guangzhou a guadagnarci.

Il Bologna cede Diamanti dopo aver chiuso il mercato di gennaio con la – apparente, in realtà – certezza di tenere Diamanti almeno fino a giugno. Il ragazzo, quindi, non potrà essere rimpiazzato, vista la chiusura del mercato.

Il giocatore, di fatto, pone una fine più o meno certa alla sua carriera ad “alto” livello e, soprattutto, ha praticamente firmato la propria autoesclusione dal Mondiale.

Certo, la ricchezza a livello globale si sta redistribuendo diversamente. E se un tempo era concentrata in “occidente” oggi ci sono realtà asiatiche fortissime. Il che potrebbe, alla lunga, ridisegnare anche il planisfero calcistico mondiale.

Ma ad oggi è indubbio, nonostante il livello sia sicuramente cresciuto negli ultimi anni, che il campionato cinese è ancora di diverse piste indietro rispetto a quello europeo.

E questo ovviamente non vale solo per la Cina.

Proprio per questo sembra implicito che Prandelli si troverà più o meno costretto ad escluderlo dalla lista dei 23 per Brasile 2014: un giocatore che anche solo mentalmente “stacca” da un certo livello rischia di non essere pronto quando l’asticella si tornasse ad alzare clamorosamente (come al Mondiale, appunto).

E non solo da un punto di vista psicologico si consumerebbe questa “auto esclusione”, ma anche da quello del ritmo, della tattica, della tecnica.

Insomma, un taglio netto.

Gli aspetti da considerare, quindi, sono due. E danno risposte diverse.

Da una parte solo pro, dall’altra praticamente solo contro.

Diamanti ha preso la sua scelta, che è una scelta di vita in primis. Andrà a guadagnare bene sacrificando però almeno parzialmente l’aspetto sportivo.

Non sta a me giudicare la sua scelta. Né a nessun altro. Era però importante sottolineare questi due aspetti. Perché leggendo un po’ di commenti sembrava di percepire il fatto che è troppo facile dire che dovesse rinunciare a quei soldi.

Non so se lo fosse. Non mi troverò mai in una situazione come questa.

Deve essere però chiaro che AD OGGI il livello del calcio cinese è così più basso rispetto a quello del calcio europeo che la scelta di Diamanti è chiara e netta anche da un punto di vista sportivo, non solo economico.

Perché del resto ogni decisione porta delle conseguenze. Che nel caso di Alino saranno molto probabilmente negative sul piano sportivo.

Prima di chiudere faccio invece una piccola considerazione personale sul giocatore: Diamanti l’ho sempre valutato con un buon giocatore con alcuni colpi di primissimo livello.
Resta però un giocatore in grado di fare il trascinatore in una squadra con prospettive modeste. Non, a mio avviso, ad altissimo livello. Quando insomma si tratta di vincere trofei importanti.

Questo lo ha per altro dimostrato, a mio avviso, in primis proprio in nazionale.

Ok, tra i nostri giovani potrebbero non esserci i nuovi Totti e Del Piero. Ma, sinceramente, l’idea che al posto di Diamanti possa andarci uno dei nostri giovani (da Insigne a Borini passando perché no da Destro, Gabbiadini ed Immobile anche se ruoli e caratteristiche sono diverse) non mi dispiace affatto.

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Domenica sera è andato in onda quello che qualcuno, in rete, ha simpaticamente soprannominato “El Ca$hico”.

A fine match ho buttato un po’ alla rinfusa alcune considerazioni sul match su Twitter. Vorrei quindi riprenderle per approfondirle un po’ meglio…

Poco da aggiungere.
Il City parte forte ma palese una qualche fragilità difensiva che, alla lunga, sembra fiaccare psicologicamente la squadra stessa.

Di qui il Chelsea prende coraggio e inizia a prendere il predominio del campo. Concretizzandolo in particolar modo dopo il goal del vantaggio – che diventerà goal partita – firmato da Ivanovic.

Una grande prestazione per la squadra di Mourinho, che raggiunge appunto una vittoria fondamentale in ottica campionato.

Un tweet che ha generato qualche – comprensibile – polemica in rete.

Mourinho è un allenatore che ha sempre dato una fisionomia ben definita alle proprie squadre. E che ci ha abituato spesso, al netto dei sentimenti che si possono provare per lui, ad affrontare certi match con una tattica fortemente attendista.

Cosa che invece non è successa domenica con il City. Quando il Chelsea è partito venendo schiacciato dalla forza d’urto degli avversari, trovando però la forza di reagire. E finendo col prendere il dominio del campo, sul lungo periodo.

Mourinho che ha studiato benissimo la partita e messo in campo una formazione azzeccata in ogni scelta.

Non solo. Come al solito si è confermato come uno dei migliori motivatori di sempre.

Hazard ha disputato una partita davvero eccezionale. Sicuramente una delle migliori della sua carriera.

Nonostante il City schierasse una serie di giocatori tra i più forti del mondo nei rispettivi ruoli, lui li ha messi in fila e saltati tutti, in continuazione, come birilli.

Una prova da superstar ai limiti dell’onnipotenza per il Vallone d’Oro, che sta forse andando anche oltre ogni più rosea previsione.

Ci sono due giocatori, secondo il mio modesto avviso, che stanno giocando su livelli stratosferici, in Premier. Hazard e Suarez.

Credo che insieme, in questo momento di forma, sarebbero inarrestabili.

Un sogno vederli l’uno al fianco all’altro.

Più che tecnicamente o tatticamente il Chelsea si è preso ed ha vinto la partita proprio da un punto di vista psicologico.

In questo senso credo che abbia influito molto la relativa facilità con cui i Blues riuscivano a bucare la resistenza Citizens.

I quali erano molto sbilanciati in avanti: l’inserimento di Demichelis in luogo dell’infortunato Fernandinho poteva tornare utile proprio per dare più equilibrio alla squadra. Nonostante la discreta prova del centrale argentino, però, le cose sono andate male.

Del resto i due esterni di centrocampo avevano entrambi vocazione prettamente offensiva, che ha sbilanciato molto la squadra. La difesa, in cui Nastasic è apparso per altro abbastanza insicuro e Zabaleta era in costante difficoltà contro Hazard, ha fatto il resto.

Proprio questa fragilità, secondo il mio parere, ha contribuito a minare le certezze dei giocatori in campo. Che dopo un inizio bomba hanno iniziato a subire pressione e qualità degli avversari, fino a vedere l’involuzione del proprio gioco.

Spiego.

Il City gioca – quando riesce a mettere in campo il proprio gioco, ovvero come nella prima mezz’ora dell’ultima partita – un calcio sicuramente migliore di quello che giocava la Juventus di Capello. Efficace, ma sicuramente non esteticamente apprezzabilissima.

C’è però un aspetto in particolare che mi ha richiamato quella squadra e spinto a scrivere questo tweet, che se non spiegato potrebbe suonare come un’eresia (spero non più una volta letto quanto segue): il gioco di David Silva. L’esterno sinistro del centrocampo Citizens che, esattamente come nel 4-4-2 di quella Juve, tende a tagliare il campo centralmente, andando a porsi tra le linee. Proprio come faceva un certo Nedved.

Un aspetto, questo, che sicuramente non si è visto solo in queste due squadre ma che non è nemmeno frequentissimo. Solitamente un esterno, lo dice la parola stessa, tende a giocare prevalentemente sul proprio out.
La posizione di Silva è infatti defilata solo in partenza. Ed in fase di non possesso, per coprire meglio il campo. In transizione positiva ricorda invece moltissimo quella occupata dal ceko una decina d’anni fa.

Come detto in precedenza a sgretolare le certezze dello squadrone di Pellegrini è stata proprio l’incapacità di darsi una solidità difensiva degna delle loro aspettative.

Piano piano, con gli uomini di Mourinho che si facevano sempre più pericolosi, i Citizens hanno iniziato ad avere il “braccino”. Paura.

Il goal di Ivanovic è stato, in questo senso, un colpo tremendo alle già sempre più scarse certezze dei ragazzi in azzurro.

Augurandomi di poter vedere anche di meglio, ovviamente, non c’è stata una partita più bella di questa, almeno tra quelle che sono riuscito a vedere io da inizio stagione.

Logico che la stagione sta entrando sempre più nel vivo: nei prossimi mesi i campionati vedranno giocarsi scontri al vertice più o meno decisivi. In più le coppe europee sono arrivate alla fase ad eliminazione diretta.

Tutti ottimi presupposti secondo cui è plausibile sperare in altri match di questo livello.

Ivanovic ha dominato la sua fascia. Ottimo in entrambe le fasi, nonostante doti spiccatamente difensive. Il goal è stato la ciliegina sulla torta di una grandissima partita.

Il titolo di MVP ovviamente non poteva che andare ad Hazard. Ma subito dopo il fenomeno belga non ci può che essere il terzino serbo.

Bene, soprattutto per quanto concerne la sfiducia nei suoi confronti, anche David Luiz. Che ha sicuramente delle lacune, altrimenti sarebbe un top player, ma che quando ci mette l’intensità di domenica può essere un mediano tutt’altro che disprezzabile. Soprattutto nel gioco di Mourinho.

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