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Archive for the ‘Primavera’ Category

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C’è un folletto brasiliano che sta dominando e devastando il Campionato Primavera italiano.

Il suo nome è Victor Matheus Da Silva, fantasista di Cuiabà nato il 4 gennaio del 1995.Victor Da Silva

Formatosi nel calcio a 5, entra nell’Academia del Brasil Central quando è solo un bambino, lasciando da subito intravvedere le sue grandi doti tecniche e di palleggio.

Non passano che quattro anni ed arriva per lui il tempo di lasciare casa, trasferendosi in Italia. E’ il 2008, infatti, quando Maurizio Costanzi, attuale responsabile del settore giovanile clivense, lo fa sbarcare in quel di Verona.

La crescita è costante. Il ragazzo nonostante le misure certo non da corazziere riesce a giocare tranquillamente anche sottoetà.

L’esplosione vera e propria arriva lo scorso anno, quando mister D’Anna ne fa uno dei punti di forza della sua Primavera e lui ripaga la fiducia a suon di goal.

A maggio arriva quindi l’esordio in Serie A. Il mese successivo guida il suo Chievo alle semifinali del campionato Primavera, dove arriva la sconfitta contro la Lazio poi Campione d’Italia.

Quest’anno è quindi ripartito con ancora più vigore, per provare a centrale lo Scudetto giovanile solo sfiorato lo scorso anno.

Il bottino per ora fa impallidire un po’ tutti: 14 realizzazioni in 9 match, una media da fenomeno stile Cristiano Ronaldo o Leo Messi. Il tutto tenendosi ben alle spalle campioncini in erba come il napoletano Gennaro Tutino (11 centri in 12 match, di cui 3 però su rigore) ed il laziale Mamadou Tounkara (10 goal in 9 partite).

In pratica Victor ha saputo fare in mezza stagione ciò che gli riuscì nell’intero campionato scorso.

Al che non può che sorgere spontanea una domanda: il ragazzo non è un po’ sprecato?

Nel momento in cui riesce con questa facilità a dominare il campionato in cui gioca, non significa forse sia venuto il momento di provarlo su palcoscenici più importanti, di modo che non smetta di crescere ma anzi trovi nuovi stimoli nel confronto con avversari più dotati?

https://twitter.com/sciabolatablog/status/424509880678891520

Il rischio, a mio avviso, un po’ c’è. Capisco anche la volontà da parte dei dirigenti clivensi di sfruttarne le qualità per provare ad imporsi nel Campionato Primavera. Ma ricorderei sempre che una vittoria giovanile ha un senso e un valore molto relativo. Le squadre di questo tipo devono servire a formare i campioni del domani, non a vincere trofei inutili non permettendo però ai ragazzi di crescere al pieno delle proprie potenzialità…

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Oggi mi sono recato al centro sportivo Giacinto Facchetti di Milano per tastare con mano di persona lo stato di salute delle Primavere di Inter e Milan, impegnate in un sentitissimo derby.Centro Sportivo Facchetti

Molto apprezzata l’iniziativa della società Nerazzurra di lasciare l’ingresso gratuito: non sono spalti stracolmi, con gente seduta anche sulle scale (ahimè, come il sottoscritto), ma anche tanta gente che non ha trovato posto ed ha dovuto guardarsi il match rimanendo in piedi ai lati del campo.

Venendo al match, la vittoria è stata riportata dagli ospiti. I Rossoneri sono infatti partiti subito molto forte e nel giro di poco hanno macinato gioco ed occasioni da goal.

La prima rete è stata realizzata al quarto d’ora dallo sloveno Benedicic, sugli sviluppi di una buona azione insistita da parte dei Rossoneri che giusto qualche secondo prima avevano colto un palo con la bella incornata in tuffo di Mastalli, abile ad inserirsi per sfruttare il buon cross morbido portato da Di Molfetta.

Proprio sugli sviluppi dell’azione il Milan non ha calato il forcing ed ha riportato il vantaggio, con Tamas che ha servito proprio Benedicic in area per il diagonale che è valso il vantaggio.

Una decina di minuti dopo, quindi, ottimo scambio sulla destra tra Vido e Pinato con la punta Rossonera che buca sulla destra e centra un pallone comodissimo per il facile raddoppio firmato da Di Molfetta.

In generale tre o quattro occasioni create ad inizio match per un Milan aggressivo e da subito in partita, bravo a sfruttare la mezz’oretta di defaillance della squadra di casa.

Inter che dopo aver faticato moltissimo ad inizio match per tenere il campo è cresciuta, almeno sotto questo aspetto. I ragazzi Nerazzurri non sono riusciti però a far valere le proprie ragioni ed il proprio gioco, faticando non poco a creare vere e proprie occasioni da goal.

In questo senso parte del merito va comunque sicuramente ascritto anche ai ragazzi di Inzaghi, schierati sapientemente proprio dal tecnico, davvero molto ben messi in campo.Filippo Inzaghi

Quando si parla di giovani, però, a mio avviso non ha mai troppo senso soffermarsi sul risultato, che dovrebbe essere un aspetto assolutamente secondario della faccenda. Quanto più su eventuale gioco prodotto (ed in questo senso nessuna delle due squadre ha comunque brillato) e soprattutto sulle qualità dei singoli.

Partiamo dai padroni di casa.

Ivusic ha compiuto un paio di miracoli, questo è certo. E’ sempre comunque difficile giudicare un portiere a questa età, meno che mai da una partita.

La difesa ha fatto piuttosto male, soprattutto nel primo tempo.

I due terzini hanno giocato senza infamia né lode. Eguelfi è stato aiutato forse anche da un match disputato in maniera abbastanza anonima da Pinato, Longo invece ha sofferto soprattutto in quella prima mezz’ora e nel complesso il suo voto (anzi, quello di entrambi) si dovrebbe aggirare attorno al 5,5.

Discorso simile per i due centrali. Odonkor ha mostrato discrete capacità atletiche, ma anche un continuo beccarsi con gli avversari, un certo nervosismo e soprattutto una certa fallosità di fondo. Passi in Primavera, ma tra i professionisti devi elevare il tuo livello di gioco di molto, per importi.

Paramatti invece è giocatore sicuramente più “pulito” del compagno di reparto, ma certo non ha giocato una partita particolarmente brillante, soprattutto in quei primi trenta minuti in cui un po’ tutta la barca ha preso acqua da ogni dove.

A centrocampo si è distinto invece il capitano della squadra, Acampora. Schierato davanti alla difesa, a cercato di gestire un po’ i ritmi, ma soprattutto ha effettuato alcune giocate e soluzioni anche personali interessanti.

Piuttosto anonimi Camara e Dabo, che sfruttando la propria maturità fisico-atletica hanno mostrato di saper reggere bene campo e ritmi, ma senza incidere più di tanto sul match. Un po’ come fatto dal numero dieci Nerazzurro, Baldini. Qualche tocco di qualità, ma nulla di particolarmente incisivo.

Davanti poi si è visto molto poco. Puscas praticamente spettatore non pagante, Bonazzoli nel secondo tempo ha effettuato un paio di conclusioni interessanti ma nel complesso è stato sicuramente poco aiutato dai compagni e non è riuscito a dare quanto probabilmente potrebbe (e dovrebbe).Federico Bonazzoli

Nella ripresa sono poi entrati Palazzi, Capello e Ventre. Quest’ultimo si guadagna probabilmente la palma di migliore in campo dei suoi. Piuttosto vivace, si è posizionato sulla sinistra mettendo in mostra buona rapidità, dribbling ed inventiva. Un giocatore sicuramente discreto da tenere d’occhio.

Venendo invece agli ospiti, detto della prestazione anonima di Pinato, bisogna sottolineare un Andrenacci molto reattivo, ma anche per lui vale lo stesso discorso fatto per il suo omologo Nerazzurro.

La difesa si è dimostrata reparto molto solido, anche grazie alla schermatura del centrocampo. Simic ha giocato senza infamia né lode, i due centrali (Iotti e Pacifico) hanno disputato invece una partita da 6,5 comodo, controllando benissimo gli avanti Nerazzurri, senza particolare affanno.

Il terzino sinistro, Tamas, ha invece messo in mostra un atletismo di valore assoluto. Ha arato la fascia con grande naturalezza, dimostrando di essere in possesso di una facilità di corsa notevole. Aspetto sicuramente centrale, pensando ad un eventuale salto nel professionismo.

Discreto il match disputato da Mastalli, interessante in particolar modo la struttura fisica di Benedicic, che da questo punto di vista potrebbe essere già pronto per il salto tra i pro. Mancino più che decente, bisogna però capire come riuscirebbe a trovarsi a livello di ritmo.

Di Molfetta è invece partito fortissimo, aiutando a spaccare il match in quella prima mezz’ora in cui il Milan ha difatti costruito e blindato il match. Poi è andato un po’ scemando, ma sicuramente nel complesso la sua prestazione è stata positiva.

Mi ha invece un pochino deluso l’Azzurro Vido, schierato punta centrale da Pippo Inzaghi, da cui mi aspettavo qualche cosa di più.
Il suo posto nella ripresa, attorno al sessantesimo, è stato preso da Barisic, che ha avuto un paio di occasioni buone da sfruttare, ma non è stato in grado di lasciare il segno.Luca Vido

Senza voto, invece, Calabria e Rondanini, entrati a match praticamente concluso.

In tutto questo l’MVP del match, secondo il mio modestissimo parere, è stato quindi il centrocampista Rossonero Piccinocchi. Un ragazzo che a dispetto di un fisico piuttosto modesto soprattutto se proiettato tra i professionisti (è alto 172 centimetri e pesa 66 chilogrammi) ha messo in mostra grandissima intelligenza tattica e capacità di lettura di ogni fase del match, dimostrando anche di essere in possesso di due piedi tutt’altro che disprezzabili.

Ecco, un giocatore che se avesse un fisico un pochino più robusto sarebbe a mio avviso già pronto per giocarsi le sue chance in Serie B.

Nel complesso comunque una partita discreta con due sole note negative: la fin troppa gente accorsa sugli spalti ed il freddo becco che mi sono dovuto sorbire per tutto il pomeriggio!

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CRONACA

Le squadre si studiano, consapevoli del fatto che le forze in campo siano tali da partorire una partita sulla carta piuttosto equilibrata.
Al decimo occasione molto interessante per i varesini con Pompilio che spacca la difesa avversaria con un ottimo filtrante a pescare De Luca, colto però in posizione di fuorigioco.

Poco più tardi sono invece i Biancorossi a tremare, con Ciciretti che riceve sul secondo palo sugli sviluppi di un corner provando ad effettuare un controcross che è però facile preda di Micai.
Roma in palla: al quattordicesimo sfiora la rete. Vagner perde palla con un appoggio sbagliato, Dieme ne approfitta per impossessarsi del pallone lasciandolo subito a Florenzi, il cui diagonale si spegne però contro il palo.

Varese comunque vivo. A suonare la carica ci pensa il solito De Luca, che effettua un’azione personale con cui coglie anch’esso il palo (con Pigliacelli però attento e vigile).
Biancorossi che si confermano bestia difficile da domare. Cross dalla destra, Lazaar anticipa il diretto marcatore e colpisce in maniera perfetta il pallone, bucando imparabilmente il portiere avversario per la terza rete personale in questo playoff.

La rete varesina colpisce al cuore la Roma, che subisce a livello psicologico lo svantaggio. I Giallorossi non si disuniscono, è vero, ma sembrano in stato confusionale quando si trovano il pallone tra i piedi. Il tutto anche grazie al grandissimo affiatamento che dimostra la difesa Biancorossa, assolutamente impenetrabile.
Varese che prova allora a colpire di nuovo: Pompilio lancia De Luca che stoppa ottimamente al volo di sinistro, facendosi poi però chiudere da Antei.

Al trentaduesimo Serrano fa un errore su di un disimpegno e finisce poi per atterare Dieme. Ammonito il terzino spagnolo, Roma che però non riesce a sfruttare la situazione di calcio piazzato.
Nemmeno un minuto e Ciciretti si trova a controllare palla al limite con Viviani che si fionda sulla sfera calciando di prima intenzione. A lato.

I Giallorossi crescono alla distanza. Al trentasettesimo Caprari centra da destra e Florenzi buca la retroguardia varesina, sbucciando però il pallone ad un passo dalla porta.
Un minuto e Dieme mette in difficoltà la retroguardia Biancorossa infilandosi tra Serrano e Miceli, che lo ostacolano. L’arbitro non ha dubbi: ammonizione anche per il centrale classe ’91. La punizione che ne segue si risolve però in un nulla di fatto.

Al quarantaduesimo Pompilio e De Luca show: tre uno-due di fila della coppia offensiva varesina, con il fantasista che non riesce però a dare potenza al suo tiro.
Poco più tardi il numero 10 varesino prova a replicare il bel goal segnato contro la Juve, non trovando però lo specchio di porta.

In chiusura di tempo la Roma arriva a un passo dal pareggio: Sabelli centra dalla destra, Montini svetta sopra a tutti, Micai immobile e palla di poco sul fondo.

Inizio di ripresa choc per il Varese: sponda aerea dal limite e tiro di prima intenzione di Montini, che buca un certo non perfetto Micai. 1 a 1.

Roma galvanizzata dalla rete: Florenzi ruba palla a centrocampo e parte in penetrazione centrale per andare poi a concludere a rete dopo lo scambio con un compagno, senza però trovare la via della rete.
Il Varese prova a reagire al cinquantunesimo: Serrano scambia con Lazaar per poi cercare il secondo palo con un interno destro morbido, che sfiora però solo il palo alla sinistra di Pigliacelli.

Al cinquantanovesimo ci prova De Luca: la punta varesina calcia in maniera interessante dal limite, trovando però la schiena di un compagno. Nulla da fare.
Sul ribaltamento di fronte Toninelli troppo molle nel controllare un pallone con Caprari che gli porta via palla, cercando il palo alla destra di Micai. Che però si riscatta dopo il goal di Montini, mettendo in angolo.
Sugli sviluppi del corner Montini trova la doppietta personale. Pescato in posizione di fuorigioco, però, la rete del numero 9 Giallorosso viene immediatamente annullata dall’arbitro.

Roma che continua a crederci e prende leggermente il sopravvento. Al sessantanovesimo calcio da fuori di Florenzi sugli sviluppi di un angolo, con Micai che si salva respingendo coi piedi.
Poco dopo Sabelli salta facilissimo Barberis e crossa in area, dove Montini impatta però male il pallone.

Al settantaquattresimo Frascatore centra per Montini che stoppa e calcia cercando il secondo palo, trovando però la pronta risposta di Micai. Tutto inutile, comunque: fuorigioco di partenza per il numero 9 romanista.
Nemmeno un minuto e Miceli sbaglia il disimpegno, con Montini che ne approfitta calciando però mollemente verso la porta avversaria.

Al settantasettesimo prova a farsi vedere il Varese: taglio dentro d’esterno destro di Jadilson che mette in movimento De Luca, chiuso però bene da Antei.
La rete è però stranamente nell’aria. Nonostante sia la Roma a gestire la partita proprio i Giallorossi commettono una leggerezza difensiva in fase di alleggerimento che permette a Pompilio di saltare comodamente Pigliacelli per depositare in rete il pallone prima del ritorno di Frascatore. 2 a 1.

All’ottantaseiesimo Verre centra un corner dalla destra con Florenzi che svetta in area, mettendo però di poco a lato (a Micai battuto).
Roma che ci crede e si avvicina al pareggio: un minuto dopo il bel colpo di testa di Florenzi è Piscitella che punta e salta Toninelli, trovando però la respinta di piedi di Micai, sempre più in versione Garella.

Nel recupero è assedio.
E Micai cappella ancora. Il recupero è ormai scaduto quando la Politano batte un angolo da sinistra pescando Montini sul secondo palo, subito dopo il buco del portiere varesino. Ed è il 2 a 2 facile facile per lui.

Nei supplementari è palesemente la Roma ad essere superiore, soprattutto a livello fisico.
Al centesimo minuto Piscitella ci prova dalla distanza, con Micai che alza sopra la traversa un po’ affannato.

Il Varese però vuole continuare a restare aggrappato al sogno Scudetto. Barberis al centotreesimo minuto prova quindi a battere Pigliacelli dalla distanza, senza trovare però la porta.

La Roma ne ha comunque di più. E trova il goal della vittoria: Dieme se ne va sulla sinistra e centra un pallone che Montini gira in rete.

La ripresa è una formalità. Roma Campione d’Italia Primavera.

 COMMENTO

 Finisce la favola varesina.

Dopo che la prima squadra era stata bloccata in semifinale di playoff dal Padova di El Shaarawy anche la Primavera deve chinare la testa.

Gli uomini di Mangia meritano comunque applausi a scena aperta. Lottano allo stremo delle forze e meriterebbero, nell’arco dei novanta minuti, di portare a casa la partita.

Perché la Roma produce di più, è vero, ma contro una squadra davvero a terra fisicamente. Troppo pesante il match disputato contro la Fiorentina, vinto solo ai rigori dopo che i supplementari si erano chiusi con otto soli uomini in campo per il Varese.

Biancorossi che risentono quindi, atleticamente, di quanto fatto contro i Viola. E capitolano proprio all’ultimo.

Anche questo farà sicuramente rabbia a Bianchetti e compagni: fino al novantaquattresimo sono loro i Campioni d’Italia. Poi l’arbitro assegna alla Roma un corner probabilmente errato, Micai effettua un’uscita a vuoto e Montini pareggia.

Come si chiuderanno i supplementari è scontato. E infatti la Roma vince.

La delusione in me è sicuramente tanta, perché questa del Varese è davvero una favola forse senza precedenti. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo su di loro ad inizio stagione, e fino a pochi secondi dal termine del match erano Campioni d’Italia.

Vanno comunque fatti i complimenti ai vincitori. Roma che pur avendo un’età media piuttosto verde dimostra grandissima intelligenza tattica, compattezza ed un insieme di tecnica individuale notevole.

La base per costruire giocatori di buon livello c’è davvero tutta e presi singolarmente i Giallorossi sembrano sicuramente superiori agli avversari.

Che se fosse stati più freschi, però, forse sarebbero riusciti a sfangarla.

MVP

Mattia Montini mette la firma su tre reti e cuce lo Scudetto al petto della sua Roma.

Giocatore da tenere davvero sott’occhio, questo. Fisicamente prestante, assolutamente vivo sotto porta, doti aeree di livello.

Il tutto sperando non si bruci crescendo.

TABELLINO

Roma vs. Varese 3 – 2
Marcatori: 19′ Lazaar, 47′, 90+4′, 105+1′ Montini, 80′ Pompilio.

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Fiorentina

Seculin: 6,5
Non è molto impegnato a dire il vero. Ma il suo lo fa. Prende un goal a freddo, su cui forse avrebbe potuto provare a fare qualcosina in più (ma la colpa principale resta dei compagni, che si fanno bucare con grande facilità), vero. Poi però si riscatta sulla punizione battuta da Scialpi e, soprattutto, parando il rigore a Jadilson, che mette l’inerzia dei rigori nettamente a favore dei Viola. Se solo Iemmello e Seferovic non calciassero alle stelle…

Piccini: 5
Ha la qualità per fare molto meglio.
Spinge poco e si fa battere dall’imbucata di Lazaar in occasione dell’1 a 0, risultando poi approssimativo anche in altre occasione, nel corso del match.

Fatticcioni: 5
Fisicamente ben messo, sembra sempre lasciare a desiderare in quanto a concentrazione. E’ lui a guidare una difesa che si fa bucare dopo un solo quarto d’ora… una difesa che si trova contro un attacco spuntato, ma che nei supplementari sembra andare in crisi addirittura sulle rarissime avanzate solitarie dei vari Jadilson e Serrano.

Biondi: 5
Senza Camporese e Masi tocca a lui. Che però non risponde al meglio. Finché il Varese è in grado di attaccare soffre. Poi, esattamente come i compagni, ha poco da fare… ma nonostante questo riesce, con tutto il reparto, a soffrire qualcosina anche con le rare avanzate di cui sopra.

Bittante: 6
Effettua il suo compitino senza strafare. Sembra soffrire meno dei compagni di reparto, nonostante dalla sua parte giochi Ferreira, reduce dalla doppietta alla Juve.
(Dal 70′ Bagnai: 5,5
E’ tra i più freschi in campo, dove scende quando il Varese ha già un uomo in meno. Ha poi la fortuna di giocare una buona ventina di minuti  con il triplo vantaggio numerico, ma non sfrutta la sua freschezza sulla fascia, non creando grossi problemi a Toninelli.)

Agyey: 6
Medianaccio classico. Il suo apporto in fase di costruzione e finalizzazione è assolutamente nullo, ma resta pedina tattica importante per la sua squadra. Svolge poco più del compitino, ma nel complesso è tra i pochi a salvarsi nei suoi.

Taddei: 5,5
Non fa certo male in cabina di regia, ed è tra i meno colpevoli dato che quando esce il Varese è ancora in 10 uomini, se non altro. Certo, la provocazione a Scialpi – assolutamente da censurare la sua reazione – non sembra un atto di scaltrezza, come scritto da qualcuno, ma altrettanto censurabile.
(Dal 76′ Grifoni: 5
Non arricchisce la manovra Viola e non dà verve dopo le espulsioni di Marchi e Ferreira.)

Acosty: 5
Corre tantissimo. E soprattutto mette in mostra una velocità di base notevole. Però corre a vuoto. Chissà, magari fosse stato in campo una volta raggiunta la tripla superiorità numerica avrebbe potuto incidere di più.
(Dal 54′ Seferovic: 4
E’ tra i più freschi quando il Varese resta prima in 9 e poi in 8 uomini. Eppure non sembrerebbe. Molto macchinoso, finisce anche per sbagliare il rigore decisivo, che consegna agli avversari l’accesso in finale.)

Carraro: 7
In mezzo allo scempio compiuto dai Viola, capaci di buttare via in maniera incredibile una partita del genere, menzione d’onore a Carraro, che manda la partita ai supplementari con una punizione d’autore. Sembra però predicare un po’ nel deserto…

Matos: 5
Cala alla distanza, dopo un inizio molto buono. Quando il Varese resta in 8 ci si aspetterebbero goal a frotte ma lui, come tutto il suo reparto, tende un po’ a sparire.

Iemmello: 4
Gioca 120 minuti, è vero. E non lo fa nemmeno malissimo, nel complesso. Però è la punta da cui ci si aspettano i goal… e non è possibile che non centri mai la porta nonostante le tre espulsioni complessive a carico degli avversari…

Varese

Micai: 7
Gioca alla grandissima. Poi sui rigori delude. Non ne prende nemmeno uno, venendo anzi spiazzato con puntualità dai tiratori avversari. Nel complesso resta comunque una buona prova, per un giovanissimo portiere che, chissà, potrebbe ritagliarsi un po’ di spazio il prossimo anno.

Toninelli: 8
Maiuscolo. Dalla sua parte la Fiorentina non sfonda quasi mai e nei supplementari sembra non sentire minimamente la fatica, diventando in assoluto uno tra i più strenui difensori della propria porta. Liberando la propria area, in un’occasione, addirittura con una splendida rovesciata. Serata di grazia, probabilmente avrebbe resistito su quel ritmo tutta la notte…

Miceli: 7
La difesa disputa nel complesso una grandissima partita, com’è logico. E pure Miceli non sfigura affatto, facendosi battere sul tempo da Iemmello in una sola occasione (con palla però a lato).

Bianchetti: 8
E’ il capitano di questa squadra, condottiero di una compagine – e in particolar modo di una difesa – che non abbassa mai la testa. Accusa crampi già nel tempo regolamentare ma, di riffa o di raffa, riesce a resistere sino al termine dei supplementari, trasformando pure il rigore. Eroico.

Marchi: 6
Disputa un buon match. Peccato solo per l’espulsione finale, comunque la più discutibile tra le tre.

Ferreira: 5
Molto più spento rispetto al quarto di finale, meriterebbe qualcosa in più se nei supplementari non commettesse una sciocchezza assolutamente evitabile, facendosi espellere.

Vagner: 8
Cresce alla distanza. Più il Varese perde pezzi e più lui giganteggia in mezzo al campo.

Scialpi: 5,5
Difficile da giudicare. E così ecco un 5,5 che è la media tra il 7 che si guadagna nei 37 minuti giocati, ed il 4 che si guadagna per la sciocca reazione che gli costa il rosso.

Lazaar: 7
Disputa un buon match. Trovando pure la rete, seconda in due partite. Personalmente non avrei tolto lui per fare spazio a Jadilson…
(Dal 70′ Jadilson: 5
Seconda volta che lo vedo, seconda volta che mi pare non all’altezza del contesto. Giochicchia. E sbaglia il rigore che sarebbe potuto risultare decisivo. Per sua fortuna Iemmello e Seferovic la pensano diversamente.)

Pompilio: 6,5
Sembrava essere piuttosto sottotono. Nonostante l’assist servito a Lazaar. Costretto a lasciare il campo dopo l’espulsione di Scialpi, dovrà essere l’arma in più del Varese in finale…
(Dal 38′ Barberis: 7,5
Maiuscolo. Aiuta Vagner a dominare il centrocampo, mettendo anche in mostra discreta tecnica.)

De Luca: 5
La vera nota stonata della serata Biancorossa.
Reduce da un goal ai playoff contro il Padova sembra a tratti quasi svogliato, di certo mai incisivo. Eppure dovrebbe essere l’arma in più di questa squadra…
(Dall’83’ Serrano: 7
Entra appena prima che arrivi la seconda espulsione. Poi la terza. Parte esterno alto a destra per chiudere terzino a sinistra. Aiutando a blindare una difesa che resiste nonostante la tripla inferiorità numerica. Non si sa bene nemmeno come.)

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Da quando ventisei anni fa emisi il primo vagito di partite ne ho viste davvero tantissime.
E credo di non aver mai assistito ad una cosa del genere.

Sulle migliaia di match che mi sono trovato a guardare qualcuno fu sicuramente tendente all’incredibile.

Un esempio?

Olanda – Italia, semifinale Europeo 2000.

Non sto nemmeno a raccontarvelo, perché ve lo ricorderete tutti (età permettendo).

Bene.
Stasera mi sono trovato con alcuni amici per vedere il nostro Varese (come detto è proprio nel suo hinterland che sono nato e cresciuto). Speranzoso, ovviamente. Ma convinto che sarebbe stata dura.

Mai e poi mai avrei però immaginato di trovarmi di fronte ad uno spettacolo di questo genere.
Chi si è perso la partita – che di spettacolare in senso stretto in realtà ha avuto poco – dovrebbe mangiarsi le mani.

Una squadra che rimasta in soli otto uomini riesce a trascinarsi, stancamente, fino ai rigori… per poi vincere… è qualcosa che davvero può accadere solo una volta ogni chissà quanto.

Eppure è proprio quanto successo stasera a Pistoia.

La partita, per i Biancorossi, si mette subito piuttosto bene.
Pompilio, a dire il vero non brillante come in altre occasioni, buca la difesa Viola con un filtrante che mette in movimento Lazaar, il cui diagonale trova il bersaglio grosso.

Sbloccata la partita il Varese continua in controllo. I suoi avanti (De Luca, tornato in gruppo vista l’eliminazione dai playoff della prima squadra, a far coppia con Pompilio) sono sottotono, ma la squadra nel complesso sembra giocare ad armi pari contro i più talentuosi avversari.

Il tutto fino all’attimo di follia che attraversa per un attimo la mente di uno dei migliori della partita. Scialpi, talentino classe 92 in comproprietà col Lecce, finisce a terra dopo un contatto con Taddei. E proprio da lì scalcia l’avversario.

L’arbitro non ha dubbi: rosso diretto.

Siamo ancora nel primo tempo, e le cose sembrano mettersi davvero male per gli uomini di Mangia. Resistere un’ora con un uomo in meno contro una squadra che schiera giocatori come Iemmello, Carraro e Matos sembra praticamente impossibile.

Eppure il destino l’ha pensata proprio grossa.

Così, non contento, ecco la seconda espulsione. Questa volta è Marchi a lasciare il campo, quando ferma con un’ancata l’avanzata di un avversario (cui, per dovere di cronaca, era già stata sottratta la palla da Vagner).
Secondo giallo e spogliatoi anzitempo.

Eppure il Varese, rimasto in nove, continua a reggere.

Ma il destino ha deciso di rendere davvero la partita memorabile. Così Ferreira, tra i migliori contro la Juventus, perde per un attimo la lucidità, esattamente come successo a Scialpi in precedenza. Ed effettua un’entrata piuttosto censurabile da dietro, guadagnandosi a sua volta gli spogliatoi.

Il tutto, va detto, con la partita già in parità. Perché il tempo regolamentare si chiude sull’1 a 1, dopo la pennellata di Carraro su punizione, che conferma in pieno le grandissime doti tecniche del numero 10 Viola.

Rimasta in 8 la squadra di Mangia tira fuori un carattere unico. I ragazzi danno davvero fondo a tutte le proprie forze, mettendo in piedi una resistenza stoica.

In realtà, va detto, è la Fiorentina a buttare via la partita. Ma non potrebbe essere altrimenti. Con ben tre uomini in più come è possibile non riuscire a chiudere il match?

Eppure le cose vanno così. La difesa Biancorossa è un fortino, Micai insuperabile, i tre centrocampisti rimasti cercano di chiudere ogni buco… e si arriva ai rigori.

Qui il primo errore lo commette Jadilson, come ampiamente preventivato dal sottoscritto. Poi ci pensa Iemmello a sparare in tribuna, riequilibrando le cose.

Si arriva quindi all’oltranza.
Con Seferovic che va sul dischetto dopo la rete di Serrano, per incrociare un sinistro alle stelle. Ed è il putiferio.

Non so quante altre migliaia di partite dovrò vedere per poter assistere ancora ad una cosa del genere.
Ma sono tutt’ora incredulo.

La vittoria del Varese mi fa piacere, ovvio. Ma più di tutto, ora, è un senso di sgomento a pervadermi. Come può aver fatto la squadra di Buso, per altro superiore tecnicamente, a non chiudere una partita in cui si è trovata a giocare tutti i supplementari con tre uomini in più?

Va bene la stanchezza… ma credo che davvero non ci possano essere scusanti.

Solo un grandissimo applauso al cuore di questi ragazzi. Prestazioni come le loro riconciliano col calcio, in barba a tutti gli scandali di questo mondo.

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CRONACA

La partita inizia subito su buoni ritmi. Le due squadre si fronteggiano a viso aperto, senza che nessuna delle due riesca a mettere sotto l’altra.
E’ comunque la Juventus a fare qualcosa di più. Ben organizzata la difesa di Mangia, abile a controllare gli avanti Bianconeri.

Sono però i Biancorossi a farsi pericolosi per primi: all’ottavo Ferreira è liberato alle spalle dei difensori centrali da Pompilio. Entrato in area proverà a battere Costantino con un rasoterra sul secondo palo, con l’ex portiere palermitano bravo e fortunato a deviare il pallone contro l’incrocio dei pali.
All’undicesimo ci prova Buchel: la punizione calciata dal limite è ribattuta dalla barriera, il tiro che ne segue è invece messo in angolo da un difensore.

Sette minuti ed è Scialpi a provarci su calcio piazzato. Il suo tiro a giro è però controllato bene dal portiere avversario, che lo para in due tempi.
Altri due minuti e il Varese sfiora nuovamente la rete: calcio d’angolo da sinistra con la difesa juventina che non riesce a liberare e Lazaar che cerca il secondo palo, trovando però proprio solo il montante. Secondo legno per i Biancorossi.

Il goal è comunque nell’aria ed arriva al ventunesimo quando Miceli si fa trovare liberissimo sul secondo palo sugli sviluppi di un angolo andando a bucare Costantino di piatto mancino.

Biancorossi scatenati. L’1 a 0 non basta agli uomini di mister Mangia, che al venticinquesimo raddoppiano: Pompilio manovra col pallone al limite per esplodere poi un mancino sul primo palo che fredda un immobile Costantino. 2 a 0.

La Juve prova a reagire solo alla mezz’ora. Boniperti dimostra tutta la sua qualità mandando in affanno la retroguardia avversaria, sbagliando però il cross basso, liberato dal portiere varesino.
Sei minuti ed è Giannetti a provarci: Spinazzola crossa da destra, l’ex senese impatta il pallone al volo calciandolo di prima intenzione, senza trovare però lo specchio di porta.

Anche questa volta la rete è nell’aria. Al trentottesimo verticalizzazione per Belcastro che difende bene il pallone facendolo poi filtrare per Giannetti che resiste al ritorno di Bianchetti per bucare poi un certo non perfetto Micai, sicuramente colpevole nell’occasione.

Juventus cresciuta alla distanza che si rende ancora pericolosa al novantratreesimo: Costantino calcia via il pallone che giunge giusto sul petto di Giannetti. Stop e palla dentro immediata per il taglio di Spinazzola, il cui pallonetto è però sballato e si spegne a lato.
Giannetti scatenato: Palla dentro del solito Belcastro che mette in movimento l’ex numero 10 senese il cui colpo di tacco a liberare Spinazzola vale da solo il prezzo del biglietto. La conclusione dell’esterno Bianconero è però deviata da Micai, con la palla che si schianta sulla traversa prima di finire sul fondo.

La ripresa si apre su ritmi più blandi della prima frazione di gioco.
Dopo tre minuti bella l’intuizione di Pompilio a lanciare dietro i due centrali Ferreira con un bel tocco di prima. Bravo e attento però Costantino, che esce bene anticipando l’avversario.

Ferreira però non ci sta e dopo altri due minuti trova la rete del 3 a 1: presa palla sulla destra converge verso il centro, resiste alla carica di Liviero e la piazza di interno mancino sul secondo palo, bucando imparabilmente l’estremo difensore avversario.

Incredibile al cinquantasettesimo: Spinazzola buca sulla destra e libera Romano il cui cross potrebbe essere facilmente liberato da Miceli, che però liscia il pallone. Mettendo comunque fuori tempo tutti gli avversari, che a loro volta non riescono a trovare la deviazione vincente.

Juventus sbilanciata che è così bucata ancora: Pompilio effettua un filtrante per Ferreira che scattato sul filo del fuorigioco brucia gli avversari per battere facilmente Costantino.

Varese che comunque non demorde. E arriva al quinto. Al sessantacinquesimo Pompilio calcia da fuori mettendo in difficoltà Costantino, che chiude in angolo. Sugli sviluppi del corner buco clamoroso della difesa che dimentica Lazaar in area piccola. Facilissimo per l’esterno marocchino colpire il pallone di testa bucando per la quinta volta la rete Bianconera.

Boniperti non ci sta e ci prova: prende il tempo a Toninelli e riesce a sfondare sulla sinistra, subendo però l’uscita di Micai che lo chiude in scivolata.
A dodici dal termine è invece Libertazzi a bucare la difesa varesina, trovando però un ottimo Micai sulla propria strada, ancora bravo a negare la seconda rete agli avversari.

Varese che torna a farsi vedere all’ottantunesimo: Pompilio magheggia in mezzo al campo per servire poi Jadilson che dopo essersi liberato di Sorensen prova a bucare Costantino, senza però riuscire a dare forza sufficiente al pallone.
All’ottantaseiesimo Romano trova il fondo sulla destra, ma il suo cross non è impattato da nessun compagno.

Micai chiude la partita con una grandissima parata su Spinazzola, giusto per mettere la ciliegina sulla propria prestazione.

COMMENTO

Difficile commentare una partita del genere. Perché il Varese è davvero devastante, ma la Juventus, per quantomeno metà del primo tempo, non demerita affatto. Anzi. Riesce pure a mettere sotto i ragazzi di Mangia.

Solo che Spinazzola calcia contro a Micai e la palla si stampa sulla traversa. E lì si spengono, potremmo dire, le speranze dei ragazzi di Bucaro.

Parte meglio il Varese. Dopo una manciata di minuti equilibrati sono infatti i Biancorossi a salire in cattedra. E in cinque minuti puniscono per due volte gli avversari.

A quel punto buona la reazione di carattere portata dai Bianconeri. Ma, come detto, Spinazzola vede il pallone infrangersi sulla traversa. E il Varese torna in campo nel secondo tempo per dominare la gara.

In realtà lo fa solo per una parte della ripresa. Perché poi basta andare in controllo del match. Per bucare gli avversari in ripartenza.

Assolutamente devastante davvero questo Varese. Certo non così tanto più forte della Juve da giustificare un 5 a 1. Ma comunque assolutamente meritata la vittoria dei ragazzi di coach Mangia, che continueranno la propria cavalcata fiabesca.

MVP

Se è difficile commentare una partita del genere cosa dire del come poter gestire il premio di MVP del match?

C’è Micai che fa un super partitone. Certo non irreprensibile sulla rete juventina, ma assolutamente fenomenale in molte altre occasioni.

C’è una difesa che tiene altissimo il proprio livello di attenzione, non sbagliando quasi nulla.

Uno Scialpi che non strafà, ma riesce comunque a mettere in mostra tutta la sua qualità in mezzo al campo.

Un Lazaar che ci mette più nerbo del solito, e griffa la propria prestazione col 5 a 1.

E poi loro due: la coppia d’oro dell’attacco varesino.
Partito De Luca – per la prima squadra – Ferreira e Pompilio non fanno assolutamente rimpiangere la Zanzara. Numeri d’alta scuola quelli del numero 10 nazionale Azzurro, goal importanti e pesanti quelli del compagno brasiliano.

Una citazione assolutamente doverosa, infine, a Mangia.
Ha saputo dare un ottimo gioco a questa squadra, assemblata dal nulla in estate. E ha saputo infondergli anche un carattere notevole.

TABELLINO

Juventus vs. Varese 1 – 5
Marcatori: 21′ Miceli, 25′ Pompilio, 38′ Giannetti, 50′, 58′ Ferreira, 65′ Lazaar.

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CRONACA

La prima conclusione a rete arriva dopo tre minuti di gioco: a portarla è Carraro che dopo aver lanciato Iemmello dalla propria trequarti arriverà a rimorchio del proprio compagno di reparto per liberare un destro radente il suolo che non avrà però la giusta potenza per poter realmente impensierire Pigliacelli, che farà suo il pallone senza difficoltà.
Sul fronte opposto bella invece la conclusione portata da Viviani dopo otto minuti, con Seculin che si distende alla sua destra per respingere a pugni chiusi un pallone dall’effetto particolarissimo.

Buon momento per la Roma, che un solo minuto più tardi arriverà alla conclusione con Dieme che da dentro l’area metterà in difficoltà l’estremo difensore Viola, bravo comunque a farsi trovare pronto ancora una volta.
All’undicesimo è invece Iemmello a ricevere palla all’interno dell’area giallorossa: la punta viola sarà quindi bravissima a controllare palla appoggiandosi al diretto marcatore per saltarlo poi sfruttando proprio l’appoggio, andandosi a portare in situazione di uno contro uno con Pigliacelli che sarà a sua volta bravo a respingere la conclusione portata dall’avversario sul fondo.

Mladen che sarà però bravo al quattordicesimo quando andrà a chiudere con una spallata importante Salifu, infilatosi in area dopo una bella accelerazione condita da un ottimo uno-due con Carraro.
Al ventesimo azione interessante costruita dalla Fiorentina con Taddei che pescherà con un bel lancio lungo Iemmello che dopo aver difeso palla servirà Agyey, il quale si allungherà però troppo il pallone favorendo la chiusura della difesa giallorossa.

Al ventiseiesimo occasionissima viola: Acosty effettua una grande azione sulla destra, creando scompiglio nella difesa romanista. Giunto in area, quindi, l’ala destra ghanese offrirà centralmente il pallone ad Agyey, la cui conclusione di prima intenzione a botta sicura sarà però respinta dal corpo di un avversario. La sfera, ribattuta, terminerà dunque a Salifu, che ci proverà a sua volta di prima intenzione, non trovando però lo specchio di porta.
Sul fronte opposto, un paio di minuti più tardi, punizione da posizione favorevole per Viviani, la cui conclusione sarà però deviata provvidenzialmente in angolo dalla barriera. Sul corner bravo quindi Iemmello a dare manforte in difesa sfruttando la propria fisicità per spazzare l’area di rigore.

Dopo la mezz’ora di gioco la partita attraverserà quindi una fase di stanca che porterà le due squadre a tirare un po’ i remi in barca, abbassando notevolmente il ritmo del match.
In chiusura di prima frazione, però, la fiammata giallorossa che porta Montini in area a calciare in diagonale, trovando il palo alla destra di un battuto Seculin.

In apertura di ripresa subito grande occasione per i padroni di casa, con Iemmello che è però anticipato al momento di colpire a rete.
Sul fronte opposto è invece Frascatore, sugli sviluppi di un corner, a bucare clamorosamente il pallone giusto al limite dell’area piccola.

Al cinquantunesimo Carraro si libera sulla trequarti sinistra esplodendo un destro che dovrebbe essere un cross ma si tramuta in tiro, con Pigliacelli che blocca quindi in due tempi distendendosi alla sua sinistra.
Due minuti ed un bello spunto di Bittante sulla sinistra porta la Fiorentina a far girare palla con Carraro e Salifu sino a liberare Acosty al tiro, il cui destro è però assolutamente sballato e non trova la porta.
Al cinquantasettesimo occasionissima Viola: Carraro pesca bene Acosty che finisce a terra dopo aver toccato di petto un pallone che sfilerà quindi in direzione di Iemmello, che si allungherà però troppo la sfera finendo con l’essere fermato dall’uscita di Pigliacelli.

Il goal è nell’aria ma arriva solo al sessantanovesimo quando Federico Carraro è lanciato alle spalle dei difensori giallorossi, un po’ addormentati nell’occasione, e dopo aver bruciato Frascatore si presenta a tu per tu con Pigliacelli, superato con un pallonetto delizioso.

Fiorentina galvanizzata dal vantaggio che un paio di minuti dopo la rete del proprio numero 10 ci riprova: la punizione dello stesso Carraro è intercettata dalla testa di Seferovic, la cui incornata non ha però la forza necessaria ad impensierire il portiere avversario.
Al settantaseiesimo è lo stesso elvetico a creare un’occasione importante sulla sinistra: dopo aver sfondato in fascia, difatti, l’ex Campione del Mondo under 17 centra un pallone su cui, però, Matos è lento ad arrivare, sprecando tutto.

A quel punto la squadra di casa tirerà un po’ i remi in barca, lasciando più spazio agli avversari.
A cinque dal termine, quindi, bello slalom di Caprari che mette a ferro e fuoco la difesa avversaria, venendo però murato in angolo da Seculin.

Sulla battuta del corner erroraccio di Seculin, che si farà scappare una palla facile facile permettendo a Frascatore di siglare il più comodo degli 1 a 1.

La rete del pareggio chiuderà quindi, di fatto, il match.
Tutto rimandato alla gara di ritorno.

COMMENTO

Primo tempo tutto sommato equilibrato quello in scena all’Artemio Franchi, con la Roma che pur dimostrando minor qualità di gioco finirà col creare le occasioni migliori, sfruttando anche una fase difensiva non proprio all’altezza da parte viola, con i giocatori della Fiorentina un pochino troppo statici.

Nella ripresa i padroni di casa scenderanno invece molto più decisi e troveranno quindi forze fisico-atletiche insperate, andando a mettere in grave difficoltà la squadra avversaria.

Il tutto fino alla rete di un vantaggio a quel punto meritato.

Peccato, in tal senso, che Seculin a pochi minuti dalla fine commetta un erroraccio su di un corner che teoricamente non avrebbe dovuto assolutamente impensierire un portiere con le sue capacità.

Tutto rimandato al match di ritorno, quindi. Con una Fiorentina che a questo punto dovrà probabilmente partire a tavoletta sin da subito per non replicare quanto accaduto a Viareggio, andando quindi a perdere la seconda finale di questa stagione.

MVP

Federico Carraro è attualmente uno dei pochi giovani italiani che mi fa ben sperare per il futuro.

Il numero 10 della Primavera Viola, del resto, dimostra di saperci davvero fare, sapendo trattare il pallone con grande capacità e qualità.

Il goal, arrivato con uno splendido pallonetto su dormita generale della difesa avversaria, è quindi solo la ciliegina sulla torta di un’ennesima prestazione sopra le righe di questo talento che meriterebbe un po’ più di fiducia sia a livello di under 21 che di prima squadra.

Honorable mention, infine, per Agyey, mediano dalle grandi qualità atletiche capace di dare sempre grande equilibrio alla propria squadra. Si è sempre comportato davvero bene ogni volta che mi è capitato di vederlo.

TABELLINO

Fiorentina vs. Roma 1 – 1
Marcatori: 69′ Carraro, 86′ Frascatore

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CRONACA

La partita inizia su buoni ritmi, cui non fanno però da contraltare grandi occasioni da goal.
Dopo sei minuti di gioco il Genoa rischia di portarsi in vantaggio quando Buchel liscia un pallone nella propria area nel tentativo di spazzare, finendo col rischiare un goffissimo autogoal sventato dall’intervento di Costantino.

Grifone che si rende pericoloso anche all’undicesimo minuto quando Jelenic porta una ripartenza veloce spuntando sulla destra ed arrivando al tiro dopo essersi portato in area di rigore, senza però riuscire a bucare un ancora attentissimo portiere Bianconero.
E’ comunque la Juve, a dispetto di quanto si potrebbe pensare leggendo queste prime righe, a fare la partita. I giovani zebrati mantengono infatti il possesso di palla con maggior efficacia rispetto agli avversari, senza però riuscire a pungere a dovere e subendo anzi le veloci ripartenze avversari. Un po’ come al quarto d’ora, quando Jelenic si presenta a tu per tu con Costantino venendo però fermato – per fuorigioco – al momento del tiro – comunque sbagliato – dall’arbitro.

Al sedicesimo Boakye riceve palla al limite dell’area e va a calciare con prontezza, facendo però sfilare palla sul fondo, a fil di palo.
La prima occasione di una certa importanza la Juve l’ha solo al ventesimo, quando Libertazzi riceve all’altezza della linea di ingretto in area di rigore per calciare incrociando sul secondo palo. Il tutto, però, senza riuscire a dare forza al pallone, che viene quindi facilmente bloccato da Perin.

Al ventitreesimo la partita cambia: Camilleri atterra Longo al limite dell’area e riceve il secondo giallo nel giro di pochissimi minuti, guadagnando anzitempo gli spogliatoi.
Sul punto di battuta della punizione si presenta Molinelli che calcia radente il suo passando sotto i piedi dei giocatori in barriera per infilarsi mesta a fil di palo, dove Costantino non riesce ad arrivare.

La Juventus cerca comunque di reagire subito all’inferiorità numerica e allo svantaggio: al ventottesimo, quindi, Boniperti fugge sulla destra e calcia bene, ma Perin dimostra ancora una volta tutti gli elogi che ho sempre mosso nei suoi confronti rifugiandosi in angolo.
Boniperti che si rende protagonista anche poco oltre la mezz’ora quando Liviero scende bene sulla sinistra per centrare un cross interessante su cui il capitano Bianconero interviene in acrobazia, non riuscendo però ad indirizzare il pallone verso lo specchio di porta.

Al trentatreesimo Boakye arriva invece vicino al goal sugli sviluppi di un calcio d’angolo. La punta ghanese arriva infatti per prima su di un pallone vagante, non riuscendo però a colpirlo efficacemente spedendolo quindi oltre la traversa.
Due minuti e Ferrero, subentrato in occasione dell’espulsione di Camilleri al posto di Libertazzi per colmare la falla creatasi nella linea difensiva Bianconera, lascia il posto a Carfora a causa di un infortunio muscolare. Due sostituzioni bruciate in poco più di mezz’ora.

In chiusura di tempo, quindi, Costantino deve esibirsi in una doppia parata per negare la via della rete a Longo, mettendo in mostra discreti mezzi tecnici ed una buona reattività.

In apertura di ripresa Costantino deve superarsi ancora una volta andando ad alzare in angolo un’incornata di Longo con un colpo di reni davvero notevole.
Ritmi un pochino più bassi in questo secondo tempo, con la fatiche che comincia a farsi un po’ sentire sulle gambe dei giocatori Bianconeri, ridotti in dieci uomini da metà della prima frazione.

Dobbiamo quindi aspettare un quarto d’ora per vedere un’occasione degna di nota. A costruirla è il Genoa che vede in Longo un ariete molto efficace: l’ex punta interista si infila infatti nella difesa juventina penetrando di potenza e andando a colpire a rete, trovando però la traversa con conseguente risposta del sempre ottimo Costantino.

Al diciannovesimo torna quindi a farsi vedere la Juventus, che arriva vicina alla rete con un Giannetti che non inquadra però la porta avversaria, suo malgrado.
Punta dell’under 21 che si ripete al venticinquesimo quando s’infila alle spalle di De Bode per presentarsi a tu per tu con Perin, che è però ancora una volta molto pronto a rispondere alla conclusione dell’attaccante Bianconero.

Al trentatreesimo Bani prende il secondo giallo della sua partita, ristabilendo quindi la parità numerica dopo l’espulsione guadagnata da Camilleri nel corso della prima frazione.
I padroni di casa non sanno però approfittare della cosa, ed il Genoa riesce quindi a portare in porto una vittoria preziosissima per il prosieguo del campionato.

COMMENTO

Scontro importantissimo in questa diciassettesima giornata del campionato Primavera, con un Genoa che pur senza alcuni giocatori molto importanti (come Diego Polenta, tra i difensori classe 92 più interessanti al mondo, impegnato nel Sudamericano under 20 con la nazionale Celeste) riesce a superare la Juventus in una match comunque tutto sommato piuttosto equilibrato e che sarebbe forse dovuto terminare in pareggio.

Il Grifone lascia infatti il pallino del gioco in mano ai padroni di casa per ampi tratti della partita, provando quindi a colpire di rimessa.
Il fallo compiuto al limite dell’area da Camilleri, che viene espulso nell’occasione, decide quindi il match: sugli sviluppi della punizione che ne segue, infatti, gli ospiti passano in vantaggio e potranno quindi gestire in superiorità numerica un vantaggio che perdurerà sino al termine del match.

Partita certo non ricchissima di emozione quella tra due squadre che potranno comunque essere protagoniste del campionato sino al termine dello stesso, con un Genoa che, per altro, deve difendere il titolo vinto lo scorso giugno.

MVP

Il titolo di miglior giocatore dell’incontro se lo aggiudica, a mio avviso, Longo. La punta Rossoblu, infatti, disputa una partita molto solida, mettendo spesso in difficoltà la retroguardia avversaria con la propria fisicità.
E’ lui a costringere Camilleri al fallo che varrà la punizione del vantaggio e l’espulsione, ed è sempre lui a mettere a ferro e fuoco la retroguardia avversaria con le sue penetrazioni.

Giocatore interessante e da tenere d’occhio.

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CRONACA

La partita inizia subito forte: dapprima, al primo di gioco, è Florenzi a provarci da fuori, ma il suo tiro a giro si spegne di poco a lato. Sul fronte opposto, un minuto più tardi, è Mercanti a provarci, con l’attentissimo Pigliacelli che si oppone però neutralizzando la conclusione del numero 10 rosanero.
E’ però solo un fuoco di paglia. Dopo i primi due minuti con un’occasione per parte, infatti, la partita si assesta su ritmi più normali, con le due squadre che si fronteggiano a viso aperto ma con più senno e giudizio.

Al tredicesimo doppia conclusione palermitana: dapprima è Mercanti, ancora una volta chiuso da Pigliacelli, poi è Acquah, che non trova però lo specchio di porta.
Il match stenta però a decollare, e vive di iniziative estemporanee. Perché le due squadre sono molto quadrate e si sfidano senza esclusione di colpi, non dando però modo e spazio agli attacchi avversari di pungere con continuità ed efficacia.

Al ventunesimo, quindi, passa la Roma: sugli sviluppi di un calcio piazzato nasce una sorta di batti e ribatti in area con Orchi che sfrutterà un rimpallo seguente ad una conclusione diagonale di Mladen per far suo il pallone e battere Di Gregorio freddandolo sul secondo palo e chiudendo, dopo il 2 a 0 giallorosso dell’andata, ogni discorso per il passaggio del turno.

Altri undici minuti e i giallorossi arrivano vicinissimi al raddoppio: Caprari entra in area e colpisce d’interno sinistro per beffare Di Gregorio, colpendo però il palo. Sulla respinta del legno arriva quindi Leonardi a ribadire verso la rete, colpendo a sua volta la traversa.
Sul ribaltamento di fronte spunto di Mercanti che offre in mezzo ad un compagno, che firma la rete del pareggio. Il signor Gallo, arbitro dell’incontro, annulla però per fuorigioco.

A cinque dal termine è invece Carioto a provarci. La sua conclusione di prima intenzione termina però a lato, non inquadrando lo specchio di porta e, di fatto, chiudendo la prima frazione di gioco.

La ripresa si apre con la Roma in avanti: Dieme filtra in area per Sabelli che gira di prima in mezzo, trovando la deviazione si Amedeo Silvestri che per poco non beffa il proprio portiere.
Qualche minuto più tardi è invece Acquah, dal limite, a provarci. Il destro del centrocampista ghanese portato in Italia da Antonhy Yeboah non centra però la porta, sfilando di poco a lato del palo alla sinistra di Pigliacelli.

Al quarto d’ora torna quindi a farsi vedere la Roma: Leonardi calcia da fuori e Di Gregorio respinge, non riuscendo però a parare in due tempi per via del forte vento che gli impedisce di intervenire proficuamente sul pallone.
Al ventesimo è invece il Palermo a farsi vedere: Carioto converge bene in area da sinistra lanciandosi poi a terra una volta contrato da Mladen. L’arbitro lascia correre, ma ci sarebbe forse potuta stare l’ammonizione per il giovane rosanero, reo di aver simulato cercando il rigore.

Sul ribaltamento di fronte ci prova invece Beziccheri al volo, ma il suo piatto destro si spegne sul fondo.
Al ventiseiesimo Leonardi ha sul destro la palla per chiudere il match. Dopo il buono stop in area, però, il numero 9 giallorosso liscia incredibilmente la conclusione, facendosi poi quindi chiudere da Di Gregorio.

Leonardi che si rifarà però tre minuti più tardi quando Leonardi sarà servito alle spalle dei due centrali e dopo aver saltato proprio il portiere rosanero firmerà la rete del due a zero, coronando al meglio l’ottimo assist del compagno.

Il Palermo arriva quindi vicino al goal a cinque dal termine con Mercanti che dopo essere stato servito da Acquah non riesce a superare il portiere avversario, che riesce a salvarsi anche grazie all’intervento dei suoi compagni di squadra.
Ad un solo minuto dal termine arriva il rigore per il Palermo: Mercanti è servito in area e termina a terra su contatto di Orchi. L’arbitro non ha molti dubbi e assegna un rigore in realtà piuttosto generoso. Sul punto di battuta si presenta Acqua che beffa Pigliacelli con un rigore pressoché imparabile che chiude il match.

COMMENTO

Il passaggio del turno non era discussione. E non lo è stato in nessun momento della partita.

Perché forte del 2 a 0 dell’andata la Roma aveva in mano l’approdo alle semifinali. Ed essendo pure una squadra più forte e compatta era anche scontato che difficilmente il Palermo, finalista lo scorso anno contro il Milan, potesse realmente impedire ai capitolini di accedere al penultimo turno della coppa.

E così è stato.

Roma che ha indubbiamente meritato la vittoria, per quanto di contro i padroni di casa abbiano giocato una partita sicuramente discreta e, tutto sommato, non avrebbero rubato nulla nemmeno se avessero pareggiato.

Di certo il goal di Acquah, MVP del match, era il minimo, per i ragazzi di Beruatto. Perché un’ennesima sconfitta con due goal di scarto sarebbe stata eccessiva, proprio anche in funzione di quanto visto oggi sul campo del CUS di Palermo.

TABELLINO

Palermo vs. Roma 1 – 2
Marcatori: 21′ Orchi, 74′ Leonardi, 89′ Acquah
Palermo: Di Gregorio; Fricano, A. Silvestri, Maniero, L. Silvestri (65′ Orlando), Acquah, Vassallo (45′ Viscuso), Cristofari, Piazza, Mercanti, Carioto (78′ Mineo). A disposizione: Ippolito, Contino, Sanseverino, Grippi. Allenatore: Paolo Beruatto.
Roma: Pigliacelli, Sabelli, Frascatore (78′ Piscitella), Mladen, Orchi, Viviani, Caprari, Florenzi, Leonardi, Ciciretti (51′ Bezzicheri), Dieme (78′ Falasca). A disposizione: Proietti Gaffi, Amendola, Carboni, Thiam. Allenatore: Alberto De Rossi.
Arbitro: Michele Gallo di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) Assistenti: Rizzo e Allegra
Ammoniti: L. Silvestri

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Dopo la vittoria dello scorso Campionato di categoria il Genoa, nonostante i tanti addii cocenti (come quello di El Shaarawy, andato in B a Padova in cerca di fortuna), riparte di slancio con una vittoria netta, rotonda e roboante contro un Milan assolutamente deludentissimo tanto a livello di collettivo che rispetto a molti singoli, da cui ci si aspettava ben altra prestazione.

Molto compatta e grintosa la squadra di casa. Che ne mette cinque, annichilendo gli avversari e mettendo in mostra una prova di forza assoluta, lanciando quindi un monito preciso a chiunque vorrà provare a strappare loro lo Scudetto dal petto.

Molto a pesato, negli equilibri del match, quanto fatto da un ex Rossonero, Gianfranco Zigoni. Passato in estate in comproprietà al Grifone, infatti, il figlio d’arte della formazione Rossoblù ha saputo sbloccare il match dopo un solo quarto d’ora di gioco, firmando poi la sua personalissima doppietta ad inizio ripresa.

Importante, in fase realizzativa, è stato anche l’apporto dato dal giovanissimo Richmond Boakye, che nonostante i diciassette anni di età può già vantare una rete all’attivo nella nostra massima serie. Così come fondamentale è risultato quanto mostrato dal solito Diego Polenta, sempre più difensore del futuro.

Luci ed ombre, invece, per l’argentino Zuculini, che deve maturare molto da un punto di vista caratteriale per poter poi esprimere al massimo le sue indiscutibili qualità.

Deludente, invece, il Milan. L’attacco è risultato assolutamente spuntato, il centrocampo non in grado di costruire una manovra fluida nonostante la presenza di Marco Ezio Fossati, rientrato in estate in Rossonero dopo il tradimento di qualche stagione fa, e la difesa è stata assolutamente inadeguata. Stroppa, insomma, avrà molto da lavorare ma, c’è anche da dirlo, il materiale umano a disposizione è comunque ottimo.

Andiamo quindi a stilare delle pagelle che possano far meglio capire l’andamento del match e le prestazioni di ciascun giocatore impegnato ieri a Marassi.

Genoa

Perin: 7
Sempre sicuro, il futuro è suo. Personalmente lo inserirei nel giro della prima squadra il prima possibile. Di “nuovi Buffon” ce ne sono stati tanti in questi ultimi anni, a mio avviso nessuno con le sue potenzialità.

De Bode: 6,5
Quando si gioca al fianco di Polenta tutto diventa più facile. De Bode, comunque, conferma di essere giocatore di assoluto valore a livello giovanile. Ora c’è solo da capire cosa potrà raccogliere una volta compiuto il salto tra i pro.

Polenta: 8
Lo penso da tempo: questo è uno dei migliori 92 al mondo. E anche ieri Diego mi ha confermato la cosa: solidità, carisma, tecnica, eleganza, piede, pericolosità anche in area avversaria. Ha guidato benissimo la propria difesa, dimostrando anche di saper gestire il pallone nelle situazioni che scottano (un solo appunto: tra i professionisti dovrà vedere di limitare questa sua sicurezza, potrebbe finire con l’essere penalizzante). Il goal del cinque a zero, poi, è la classica ciliegina posta su di una torta molto ben riuscita.

Carlini: 6
Fa il suo senza sbavature. Il pro di avere al proprio fianco Polenta è la sicurezza che lo stesso sa infondere, il contro è il fatto che questo ruba però un po’ tutta la scena ai propri compagni di reparto.

Bertoncini: 6,5
Buona prestazione per l’esterno destro genoano, che ben impressiona pur senza strafare.
(dall’86’ Cane: s.v.)

Sturaro: 6,5
Buona quantità propriziata da polmoni d’acciaio.

Zuculini: 6
Non fosse per l’espulsione meriterebbe almeno mezzo punto in più. Ma da lui ci si aspetta molto di più e che, soprattutto, sappia contenere la propria esuberanza. E’ giovane, si farà.

Doninelli: 6,5
Qualità e quantità ben amalgamate. Da rivedere, dopo l’interesse suscitato ieri.

Piras: 6,5
Fa il suo per tutto il corso del match, un po’ oscurato dalle prestazioni di Zigoni e, soprattutto, Boakye.

Zigoni: 7
Ripresentarsi di fronte ai propri ex compagni mettendo a segno una doppietta è il modo migliore per farsi rimpiangere. Per avere un futuro ad alto livello, comunque, dovrà lavorare e crescere ancora molto.
(dal 53′ Romero: 6
Con il suo ingresso il Genoa perde un po’ di incisività.)

Boakye: 8
E’ la vera stella dell’attacco Rossoblù. Nonostante la giovanissima età Gasperini avrà sicuramente un occhio di riguardo nei suoi confronti.

Milan

Di Fabio: 4
Qualche buono sprazzo, molte disattenzioni. Alcune catastrofiche. E’ complice di almeno tre goal, uno dei quali (il secondo di Zigoni) da ascrivere quasi totalmente a lui (oltre che a capitan Pasini). Disastroso.

Ghiringhelli: 4,5
La buona volontà c’è, i mezzi per un futuro ad alto livello meno. Alla fine si guadagna anche un rosso che gli vale un buon mezzo punto in meno.

Pasini: 4,5
Da un capitano ti aspetti sempre qualcosa di più. Lui, invece, riesce anche a dare qualcosa di meno. Combinando poi un pasticcio con Di Fabio al momento del 3 a 0. Ma non solo. Se la barca affonda è anche, ed in gran parte, colpa sua.

Albertazzi: 4,5
E’ lui la stellina del reparto arretrato Rossonero ma anche lui, così come Pasini e compagni, ci capisce poco o nulla. L’umiliazione, poi, arriva in occasione del 5 a 0, quando Polenta, un difensore come lui, lo fa secco prima di insaccare l’ultimo goal della serata.

De Vito: 5
Qualche buona cosa la dimostra, De Vito. Niente di entusiasmante, comunque. Il migliore del suo reparto, indubbiamente paga molto anche la serata no di tutti gli altri difensori Rossoneri.

Novinic: 5
E’ uno dei pupilli di mister Stroppa, ma ieri non si esprime sui livelli che gli sono consoni.
(Dal 59′ Merkel: 6
Non si sa bene perché l’allenatore lo lasci fuori. Per quanto pur con lui in campo dall’inizio difficilmente il Milan avrebbe potuto ribaltare l’andamento del match.)

Calvano: 6,5
Unica nota davvero positiva della serata: si piazza davanti alla difesa e lotta su ogni pallone come il miglior Zuculini. Di certo non fa rimpiangere Strasser.

Fossati: 6
La stella del centrocampo dell’under 17 targata Salerno non brilla. Dopo un buon primo tempo, infatti, affonda con tutta la squadra. Avrà comunque sicuramente modo di rifarsi nel corso della stagione dove, questa è la mia speranza, magari potrà trovare anche qualche fugace apparizione in prima squadra.

Carmona: 4,5
In molti, ieri, si chiedevano perché non fosse rimasto a Barcellona. Anche lui, comunque, avrà tempo e modo di rifarsi.
(Dal 59′ Cogliati: 5
Si danna l’anima per far meglio dello spagnolo. Questo basta a fargli guadagnare un mezzo punto.)

Beretta: 4
Fa rimpiangere, e parecchio, Zigoni. La punta varesina è infatti assolutamente avulsa da gioco, divenendo l’ombra di sè stessa. Certo che da un giocatore con le sue potenzialità, comunque non fenomenali, qualcosa di più ce lo si aspetterebbe!
(Dal 73′ Ganz: s.v.)

Verdi: 5
Fa molta fatica ad incidere il talentino più brillante del reparto offensivo Rossonero, chiamato quest’anno a confermare le belle cose lasciate intravvedere nel corso della passata stagione. E’ comunque lui l’unico che quantomeno prova ad incidere sul risultato, pur senza riuscirci come dovrebbe.

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