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Archive for luglio 2009

Derek Boateng dal Colonia al Getafe.
Marco Bernacci dal Bologna all’Ascoli (prestito).
Fahri Tatan dal Konyaspor al Denizlispor (parametro zero).
Alessandro Rosina dal Torino allo Zenit.

Rosina è da oggi ufficialmente un giocatore dello Zenit San Pietroburgo (corrieredellosport.it)

Rosina è da oggi ufficialmente un giocatore dello Zenit San Pietroburgo (corrieredellosport.it)

Steve Finnan dall’Espanyol al Portsmouth.
Kenny Cooper dall’FC Dallas al Monaco 1860.
Obafemi Martins dal Newcastle al Wolfsburg.
Alberto Zapater dal Real Saragozza al Genoa.
Laszlo Sepsi dal Benfica al Racing Santander (prestito).

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Morten Skoubo dall’Utrecht al Roda (prestito).
Facundo Roncaglia dal Boca Juniors all’Espanyol (prestito).
Elano Blumer dal Manchester City al Galatasaray.
Christian Panucci dalla Roma al Parma (parametro zero).
Aliaksandr Hleb dal Barcellona allo Stoccarda (prestito).

Aliaksandr Hleb preferisce un ritorno a Stoccarda piuttosto che una nuova esperienza a Milano sponda Inter (blogspot.com)

Aliaksandr Hleb preferisce un ritorno a Stoccarda piuttosto che una nuova esperienza a Milano sponda Inter (blogspot.com)

Albert Luque Martos dall’Ajax al Malaga (parametro zero).
Jordi Pablo Ripollés dal Villareal al Malaga.
Arnaldo Edi Lopes da Silva dall’AEK Atene al Malaga.
César Ortiz Puentenueva dall’Atletico Madrid all’Albacete (parametro zero).
David Rozenhal dalla Lazio all’Amburgo.
Gabriel Ivan Heinze dal Real Madrid all’Olympique Marsiglia.

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Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
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Sembra essere in via di definizione il passaggio in prestito, con diritto di riscatto fissato attorno ai 10 milioni di euro, di José Martín Cáceres dal Barcellona alla Juventus.

Il giovane difensore uruguagio, chiuso da Dani Alves, Puyol, Gabi Milito, Rafa Marquez ed Abidal al Barça vuole infatti lasciare la Catalogna per andare a trovare una squadra che lo impieghi con più continuità. Questa squadra, a suo dire, sarebbe proprio la Juventus.

José Martín Cáceres è pronto a lasciare Barcellona per Torino (esmas.com)

José Martín Cáceres è pronto a lasciare Barcellona per Torino (esmas.com)

Queste le sue dichiarazioni in merito: “Voglio andare in una squadra che mi consenta di giocare con continuità e questa squa­dra sarà la Juventus. Or­mai ho deciso: o la Juve, o niente”.

Il giocatore, intanto, dopo aver fatto sapere che preferirebbe un trasferimento a titolo definitivo ad un prestito con diritto di riscatto (“perché voglio chiude­re definitivamente con la società catalana”, le sue parole), ha raggiunto Torino ed in giornata si sottoporrà alla visite mediche. Se queste saranno positive, quindi, dovrebbe concretizzarsi la trattativa, con la firma sul contratto che potrebbe arrivare in serata. Il giocatore si è già detto felicissimo della sua nuova destinazione, ma è piuttosto ovvio: quale giocatore che si appresta ad apporre la firma su di un contratto può fare dichiarazioni che si discostino molto da queste: “Finalmente la Juve. Sono felicissimo, per me si sta avverando un sogno. Non vedo l’ora di cominciare questa nuova avventura”?

Ma chi è José Martín Cáceres?

Nato il 7 aprile di 22 anni fa a Montevideo, capitale uruguayana che ha dato i natali ad altri calciatori ben conosciuti nello Stivale: da Amodio ad Abejion, passando per Cardacio, Carini, Otero, Recoba, Rivas, Sosa, Zalayeta, Gargano, Schiaffino e Tabarez, oltre a due giocatori che, in modi differenti, sono strettamente legati a Cáceres: Montero e Fonseca, guarda caso entrambi ex juventini.
Il primo, infatti, è il giocatore, del recente passato juventino, che più lo ricorda. Vuoi per la nazionalità, vuoi per il luogo di nascita o, soprattutto, per l’irruenza nei contrasti.
Il secondo, invece, è il suo attuale procuratore. Ed è proprio lui che sta spingendo Martín a Torino: il Castoro, infatti, si dice convinto che possa essere questa la soluzione migliore per il suo assistito.

Cresciuto nel Defensor Sporting, squadra di cui divenne capitano a soli 19 anni, José Martín Cáceres vi giocò una sola stagione in prima squadra: tanto gli bastò, infatti, per guadagnarsi una chiamata dal Vecchio Continente: su di lui si mosse il Villareal, che nel febbraio del 2007 lo acquistò per un solo milione di euro, facendogli firmare un quinquennale.

L’agosto successivo, non trovando posto nell’11 titolare del Sottomarino Giallo, venne girato in prestito al Recreativo Huelva, dove giocò una grandissima stagione: 34 partite disputate in campionato condite da due reti (una delle quali al Real Madrid) e 10 cartellini gialli collezionati (a conferma del fatto che, quando può, entra con tutta l’irruenza di cui è capace), più alcune in Coppa del Re dove, guarda caso, un suo goal sancì l’eliminazione del Villareal, squadra detentrice del suo cartellino. Tutto questo lo portò ad essere nominato dai media spagnoli, al termine della stagione, miglior giovane difensore del campionato.

La straordinaria stagione giocata a Huelva nel Decano fa impennare le sue quotazioni, tanto che viene inserito dall’UEFA nella lista delle Upcoming stars. Come fosse una diretta conseguenza della cosa finisce quindi nel mirino di uno dei club più prestigiosi al mondo: il Barcellona.
Il club di Laporta decide di ingaggiare il giovane talento uruguagio concretizzandone il trasferimento il giorno 4 giugno 2008: José Martín Cáceres passa in Blaugrana per la “modica” cifra di 16,5 milioni di euro e firma un quadriennale la cui clausola rescissoria, obbligatoria in Spagna, è posta a 50 milioni.

Durante il corso della scorsa stagione, però, il ragazzo troverà poco spazione (13 presenze nella Liga, 7 in Coppa del Re e 3 in Champions League, per un totale di 23 presenze in prima squadra): dapprima chiuso dai difensori citati ad inizio articolo, gli viene poi preferito, sul finire di stagione, addirittura un Yayà Tourè snaturato a centrale difensivo. Un affronto per un giocatore col suo carattere, forte e deciso.

Da qui la decisione maturata proprio in quei momenti: che Guardiola paia non vederlo molto è ormai lapalissiano e lui, convintissimo dei suoi mezzi, non può accettare la cosa. Ecco quindi la richiesta di trasferimento, l’interessamento della Juve (che aveva vagliato anche altre strade, come il napoletano Santacroce) e, a breve, la chiusura della trattativa.

La sua esperienza catalana, comunque, gli è servita quantomeno per arricchire il suo palmares, fino ad allora desolantemente vuoto: l’anno scorso, infatti, pur non avendo giocato molto ha dato il suo contributo alla conquista di Liga, Copa del Rey e Champions League.
Oggi, però, José Martín Cáceres è decisissimo a rivincere quei trofei (o i loro omologhi italiani) da protagonista assoluto.

Il tutto anche per non perdere il posto in nazionale, nel cui giro entrò nel settembre 2007, a soli 20 anni.
All’epoca, reduce da uno straordinario Sudamericano under 20, dove venne eletto miglior difensore del torneo, e dal mondiale disputato con i pari età, era uno dei punti di forza della rappresentativa giovanile del suo paese che però, non essendosi qualificata alle Olimpiadi di Pechino, fu ben felice di lasciarlo a Tabarez, Commissario Tecnico della nazionale maggiore (con cui Caceres ha finora giocato in 15 occasioni).

Difensore centrale fatto e finito si disimpegna con relativa facilità anche su entrambe le fasce, per quanto non sia certo la proiezione offensiva il suo forte, essendo molto più abile in fase di contrasto.
La garra che lo contraddistingue e lo porta ad essere spesso l’idolo dei tifosi, però, lo porta a lanciarsi, quando gioca sull’esterno, anche in fase offensiva, dove i suoi limiti tecnici vengono spesso colmati dal cuore. Il suo apporto negli ultimi 20 metri risulta invece importante sui calci piazzati: la sua capacità di staccare di testa e colpire a rete, infatti, ne fa un uomo molto pericoloso anche in zona goal, quantomeno in queste occasioni.

Se in proiezione offensiva si fa vedere raramente, in fase difensiva si trova molto più a suo agio: fisico discreto (182 centimetri per 75 chili) ma potente ed esplosivo, ottima rapidità di corsa, tempismo negli interventi e irruenza nei contrasti (che, di contro, deve però imparare a gestire). I suoi tackle sono spettacolari, la capacità di strappare palloni in scivolata che lo contraddistingue, infatti, è cosa rara.  Ha tutto ciò che si può chiedere ad un difensore, insomma.
Destro naturale ha inoltre sviluppato, nel corso dei suoi anni passati in Uruguay, un vezzo importante, caratteristica che spinse Guardiola a puntare su di lui in fase di mercato: quando glielo si chiede non ha problemi ad impostare l’azione, divenendo una sorta di regista difensivo.

Ovviamente, però, non stiamo parlando del difensore perfetto.
Martín, infatti, ha anche i suoi difetti. Alcuni di questi, comunque, potrebbero tranquillamente essere limati lavorandoci sopra in allenamento. Proprio in questo senso, per lui, l’opportunità di venire a giocare in Italia potrebbe essere quella risolutiva: qui, infatti, potrebbe andare a correggere i suoi limiti tattici, spesso palesi in chi è cresciuto nel calcio sudamericano, anni luce indietro, sotto quel punto di vista, rispetto al Belpaese.

Cáceres, insomma, ha davanti a sè un bivio: o diventare, come molti gli prospettano da tempo, uno dei migliori difensori del mondo (proprio sfruttando quelle caratteristiche fisico atletiche, oltre che caratteriali, di cui abbiamo parlato in precedenza) o diventare, qualora non riuscisse a superare i propri limiti, un novello Burdisso (senza nulla togliere al centrale interista); un giocatore, cioè, dal potenziale importante, ma i cui periodici svarioni difensivi ne impediscono la definitiva consacrazione.
Quella dell’argentino di Milano, ne siamo sicuri, non arriverà mai. Quella dell’uruguagio ormai a Torino, invece, potrebbe essere prossima. Soprattutto perché in Piemonte troverà un grandissimo marcatore ad allenarlo, quel Ciro Ferrara che è stato uno dei migliori centrali del mondo nel corso dello scorso decennio.

Questa trattativa, insomma, può davvero accontentare tutti: da una parte il Barcellona e Guardiola si libererebbero di un giocatore che sembra bruciato in Blaugrana e che, comunque, lì non ci vuole più stare, dall’altra la Juventus acquisirebbe un utilissimo jolly difensivo che potrebbe venire non poco in aiuto alla retroguardia Bianconera che, soprattutto sulle fasce, necessita di rinforzi. Se essa può contare su tre centrali di sicuro affidamento, infatti, ben diverso è il discorso per quanto concerne i terzini: a sinistra troviamo un Molinaro che continua a non convincere, per quanto la sua sufficienza la porti più o meno sempre a casa, ed un De Ceglie che fatica ad entrare nel ruolo, continuando a preferire una posizione più avanzata (ed in questo senso chissà che Ferrara non si ispiri a quanto fatto vedere il giugno scorso da Casiraghi, schierando Paolo come mezz’ala sinistra in un centrocampo a tre), a destra vi sono invece quel cavallo pazzo di Zebina, che tra infortuni e colpi di testa resta tutto fuorché affidabile, ed un terzino mediocre come Grygera, altro giocatore che spesso raggiunge la sufficienza stiracchiata ma che in una squadra con le ambizioni della Juve il campo dovrebbe vederlo solo in caso di ecatombe.

Inoltre questa formula, il prestito con diritto di riscatto fissato ad una cifra accessibile, comporta grossi vantaggi alla società di Corso Galileo Ferraris, con i suoi dirigenti, Secco in primis, che in questa sessione di mercato hanno riscattato un po’ tutti gli errori compiuti nel post-calciopoli.
Come ha già recentemente dimostrato l’affaire Gourcuff, infatti, questa formula permette di provare a rilanciare ad alti livelli giocatori che vengono da stagioni sottotono con una doppia possibilità: acquisirne il cartellino a fine stagione qualora questi si siano ritrovati in pieno (esattamente come fatto dal Bordeaux con l’ex milanista) o, in caso di fallimento totale, rispedire il giocatore al mittente, senza perderci nulla e senza dover fare i salti mortali per cercargli un acquirente (cosa che, invece, i dirigenti juventini sono costretti a fare proprio in questi giorni per cercare di piazzare Almiron e Poulsen).

Cáceres darà linfa nuova al reparto arretrato Bianconero (marca.com)

Cáceres darà linfa nuova al reparto arretrato Bianconero (marca.com)

Ma non solo i due club possono dirsi soddisfatti: anche il giocatore, come abbiamo visto, ha di che gioire. Da una parte arriverebbe in uno dei club più blasonati al mondo, quindi non perderebbe molto da questo punto di vista, dall’altra, soprattutto, potrebbe trovare qui molto più spazio che a Barcellona. Poi certo, da questo punto di vista molto dipenderà anche da lui e dalle sue prestazioni in campo.

Nelle prossime ore dovrebbe quindi chiudersi un acquisto che forse oggi passerà inosservato, ma che in ottica futura potrebbe essere azzeccatissimo.

Dopo Diego e Felipe Melo, insomma, la Juventus di Ferrara sta per arricchirsi di un altro tassello importante.

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Alvaro Arbeloa Coca dal Liverpool al Real Madrid.
Andrea Esposito dal Lecce al Genoa (comproprietà).
José Nunez Montiel dalla Reggina al Tigre (prestito).
James Fanchone dallo Strasburgo al Lorient.
Kolo Tourè dall’Arsenal al Manchester City.

Dopo aver visto sfumare il possibile ingaggio di John Terry il City acquista Tourè dallArsenal per blindare il proprio reparto arretrato (guim.co.uk)

Dopo aver visto sfumare il possibile ingaggio di John Terry il City acquista Tourè dall'Arsenal per blindare il proprio reparto arretrato (guim.co.uk)

David Rozenhal dalla Lazio all’Amburgo.
Bafetimbi Gomis dal St. Etienne al Lione.
Marcelo Adrian Carrusca dal Galatasaray all’Estudiantes (prestito).
Valeri Bojinov dal Manchester City al Parma (prestito).
Sergio Tejera dal Chelsea al Maiorca.

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E’ nato il 20 gennaio del 1992 a Colonia, città di quasi mezzo milione di abitanti del Nord-Reno Westfalia, Gökhan Töre, giovanissima ala turca di passaporto tedesca trasferitasi nel corso dello scorso mercato di riparazione al Chelsea.

Il trasferimento, costato 560mila euro al club di Abramovič, non ha fatto parlare molto di sè né in Inghilterra né, tantomeno, nel resto d’Europa: il ragazzo, infatti, è ancora poco conosciuto da tifosi e giornalisti.
I più attenti di essi, però, sanno che si tratta di un giocatore dal potenziale molto interessante, un acquisto fatto per garantire un futuro di livello al Chelsea, dove sembrano essere finiti i tempi delle spese pazze e dove oggi i giovanissimi come lui, quando di livello, diventano merce pregiata.

Gökhan Töre è uno dei massimi talenti giovanili del calcio turco (ligtv.com.tr)

Gökhan Töre è uno dei massimi talenti giovanili del calcio turco (ligtv.com.tr)

A Töre, che già si era messo in luce agli occhi degli scout inglesi in un torneo disputato a Cobham tre anni fa nel quale era anche riuscito a realizzare due reti, è quindi stato fatto firmare un contratto che lo legherà ai Blues sino al giugno 2012: giusto il tempo di testarlo un po’, tra campionato riserve, prestiti vari ed, eventualmente, prima squadra, per capire cosa farne di lui.

In Turchia è già un punto fermo delle nazionali giovanili, tanto che si pensa possa avere, qualora continuasse a crescere a questo ritmo, un esordio precoce in nazionale maggiore.
Pilastro delle rappresentative under 15 e 16 lo è recentemente diventato anche dell’under 17, squadra di cui è tutt’ora capitano. Con essa, inoltre, ha recentemente disputato il campionato Europeo di categoria, senza però brillare: la sua nazionale, con l’altra stellina, Demir, azzoppata da un infortunio, non ha giocato ai livelli che ci si aspettava e lui si è fatto condizionare dalla cosa, giocando molto al di sotto rispetto alle sue possibilità e coronando, in negativo, il tutto con l’espulsione ricevuta nel match contro la sua patria adottiva, la Germania.

Nonostante questo, però, continua ad essere ritenuto tra i giovani turchi più interessanti del momento, ma sembra che anche i tedeschi, facendo leva sul fatto di essere la sua terra natale, vorrebbero convocarlo.
Ad oggi, però, Töre sembra essere concentrato solo sulla sua esperienza londinese e sugli impegni con le nazionali giovanili turche.

Ma andiamo a ripercorrere, ovviamente in breve, la storia calcistica di questo ragazzo, che dopo aver tirato i primi calci ad un pallone nell’SV Adler Dellbrück, piccolo club di Colonia, è passato al Bayer Leverkusen, squadra nella quale ha effettuato tutta la trafila delle giovanili fino allo scorso gennaio, quando è poi stato prelevato, come già detto, dal Chelsea.

176 centimetri per 74 chili, Töre è un ragazzo dal fisico compatto e potente, dotato di ottima tecnica e buona rapidità di corsa e d’esecuzione.
Mancino tendente all’ambidestrismo unisce velocità e forza fisica in un mix che ne fanno un giocatore già pronto, sotto questo aspetto, a saggiare il professionismo, anche se forse non partendo dalla prima squadra del Chelsea.

Ad oggi è comunque aggregato alla squadra riserve del Chelsea, con cui ha appena svolto una settimana di training camp in Austria al termine della quale è stata svolta un’amichevole contro la squadra riserve del Monaco 1860. A vincere l’incontro, come era logico aspettarsi, sono stati i giovani Blues, con Töre, autore di due pregevoli assist, in gran spolvero.

E proprio questa è la peculiarità principale di Gökhan, ala fatta e finita.
Pur essendo un giocatore dalle spiccate doti offensive, infatti, Töre non è un bomber, anzi. Amando agire largo sulla fascia, sinistra o destra che sia, o sulla linea di trequarti, risulta essere più decisivo nella creazione della superiorità numerica o nella rifinitura per i compagni piuttosto che nella conclusione diretta, cosa che comunque non disdegna: nei 22 match disputati sino ad oggi con le varie rappresentative giovanili turche, infatti, ha messo a segno 6 reti. Un bottino modesto ma tutto sommato discreto se si pensa che la sua qualità principale non è certo il fiuto del goal.

Töre proverà a misurarsi nei prossimi mesi col campionato inglese riserve (wowturkey.com)

Töre proverà a misurarsi nei prossimi mesi col campionato inglese riserve (wowturkey.com)

Le qualità per imporsi tra i pari età, quindi, ci sono tutte e sono evidenti. Se saprà non bruciarsi, andando anzi ad incrementare le proprie capacità tramite il lavoro che giornalmente si troverà a fare nell’Academy del Chelsea, potrà finire con il recitare un ruolo da protagonista anche nel calcio dei grandi.

A Londra, sponda Blues, ed in Turchia se lo augurano tutti.

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Girare per i siti delle varie testate giornalistiche straniere è sempre molto interessante: così facendo, infatti, ci si può costruire un’idea più precisa di come viene visto nelle varie parti del mondo il calcio, come vengono vissute partite, trasferimenti ed ogni altro aspetto di questo fantastico sport.

Una classifica del Sun si diverte a mettere in evidenza gli errori compiuti da Sir Alex Ferguson in sede di mercato (guim.co.uk)

Una classifica del Sun si diverte a mettere in evidenza gli errori compiuti da Sir Alex Ferguson in sede di mercato (guim.co.uk)

Girando tra i siti inglesi, ad esempio, appare chiaro come i giornalisti d’oltremanica si divertano molto a fare classifiche su tutto: da quelle più serie, (ma che lasciano comunque il tempo che trovano) come la top 50 rising stars pubblicata dal Times, a quelle classiche sui flop di mercato, come quella sui peggiori acquisti effettuati da squadre di Premier League pubblicata dall’Independent o proprio questa sui peggiori flop di mercato effettuati da Ferguson, a quelle assolutamente scherzose come la classifica pubblicata dal Sun riguardante le somiglianze dei calciatori ad altri personaggi celebri.

Tutte queste classifiche, comunque, sono da prendere per quello che sono, con le molle insomma.

Perché se quelle meno serie sono fatte solo per ridere e non possono essere prese seriamente, quelle tecniche sono comunque il frutto di opinioni personali: la classifica pubblicata dal Times, ad esempio, ha generato numerose polemiche sia per via dell’assenza di alcuni giocatori, sia per le posizioni date a quelle inserite.

Proprio con le molle, quindi, va anche presa questa classifica, stilata più per sottolineare come anche uno dei migliori allenatori della storia del calcio abbia commesso degli errori che per decidere effettivamente quale sia stato l’acquisto peggiore effettuato dallo United negli ultimi anni.

Ma vediamola un po’ questa classifica.

Al decimo posto Andrew Haigh inserisce David Bellion: la rapida punta parigina di origini senegalesi crebbe nel settore giovanile del Cannes, squadra che lasciò carico di sogni e promesse da mantenere a soli 19 anni per sbarcare in Inghilterra, più precisamente al Sunderland.  Qui giocò due stagioni, per essere poi, una volta scaduto il suo contratto, ingaggiato dallo United. Il suo trasferimento, però, generò più di una polemica e, soprattutto, di un problema per lo United, che si vide costretto, avendo il ragazzo meno di 23 anni, a pagare ai Black Cats un risarcimento di circa tre milioni di sterline, il tutto dopo che le due società finirono davanti ad un giudice.

David Bellion non mantenne le promesse fatte in gioventù e lasciò Manchester senza essere riuscito a lasciare il segno (theage.com.au)

David Bellion non mantenne le promesse fatte in gioventù e lasciò Manchester senza essere riuscito a lasciare il segno (theage.com.au)

Il giovane talentino francese, quindi, arriva a Manchester accompagnato da molta curiosità e da tante aspettative: lo United ha dovuto battagliare anche legalmente per strapparlo al suo ex club, i tifosi si aspettano quindi che dimostri di valere tutto quell’impegno profuso per lui.
Lui, però, fallirà impietosamente segnando solo una rete in 20 match disputati e convincendo Ferguson, due anni dopo il suo arrivo ai Red Devils, a spedirlo in prestito al West Ham, dove le cose non andranno certo meglio.

Nel gennaio 2006, quindi, un prestito al Nizza, società che lo riscatterà a titolo definitivo a fine stagione.
Dopo cinque stagioni ricche di insuccessi finirà quindi miseramente l’esperienza inglese di Bellion, considerato uno dei peggiori acquisti dell’era Ferguson.

Anche il nono posto è appannaggio di un francese; non una punta, però, bensì un difensore: William Prunier.
Arrivato nell’estate del 1995 allo United dal Bordeaux Prunier è un giocatore che in molti non ricorderanno nemmeno essere passato da Manchester (e che i tifosi, probabilmente, avranno forzatamente voluto scordare): dopo un buon esordio contro i modesti Queens Park Rangers arriverà il tracollo contro il Tottenham, partita nella quale il difensore di Montreuil giocherà orrendamente contribuendo pesantamente al pesante passivo con il quale lo United lascerà il campo di gioco: 4 reti subite, per una squadra che è abituata a ben altri show.

Sarà quindi quella l’ultima partita di Prunier nei Red Devils, con l’ex Auxerre ed OM che sarà poi spedito a Copenhaghen il gennaio successivo.

Subito sopra alla meteora francese troviamo invece un giocatore a tutt’oggi tesserato per i Red Devils: Owen Hargreaves.
L’ex nazionale inglese nacque in Canada 28 anni fa e crebbe calcisticamente nei Calgary Foothills, squadra che lasciò a soli 16 anni per raggiungere le giovanili del Bayern Monaco, dove divenne poi professionista.
Dopo più di 150 partite in Baviera, poi, l’approdo proprio a Manchester, con Ferguson pronto a sborsare 18 milioni di sterline per lui.
Qui non riuscirà però a confermarsi sui livelli fatti vedere in Germania (dove si era anche conquistato la nazionale maggiore), tanto che, minato da una serie infinita di infortuni, finirà col giocare solo 25 partite di Premier in due stagioni.

Hargreaves è lunico di questa classifica che potrebbe ancora uscirne, se solo riuscisse ad allenarsi con continuità (theoffside.com)

Hargreaves è l'unico di questa classifica che potrebbe ancora uscirne, se solo riuscisse ad allenarsi con continuità (theoffside.com)

E’ quindi considerato un acquisto sbagliato, anche se a livello tecnico sarebbe ancora oggi un giocatore in grado di competere per una maglia da titolare, se solo non fosse così injury prone.

La settima posizione è invece occupata da Liam Miller, centrale di centrocampo arrivato a Manchester come nuovo Keane e ripartito dopo aver deluso su tutti i fronti, probabilmente proprio perché la pressione messagli addosso era troppa per lui.
Il giocatore, comunque, non era minimamente paragonabile all’ex capitano di United e Repubblica d’Irlanda: centrocampista modesto dalla tecnica discreta ma che per overall non vale minimamente una squadra importante e blasonata come quella allenata da Sir Alex.
Tanto che verrà ceduto dopo due sole stagioni (una delle quali passata in prestito a Leeds) al Sunderland, dove a volercelo portare sarà proprio quel Roy Keane di cui, sulla carta, Miller avrebbe dovuto essere l’erede.

Anche la sesta posizione è terra di conquista di un altro ragazzo giunto a Manchester per raccogliere la pesante eredità di Roy Keane. Questa volta, però, non si tratta di un giovane irlandese, bensì di un camerunense che si era ben distinto in Ligue 1 col Nantes: Eric Djemba-Djemba.
Il 22enne mediano africano arrivò alla corte di Sir Alex nell’estate del 2003 dopo che in Francia aveva impressionato gli osservatori per la sua rude capacità di entrare in tackle sugli avversari, esattamente ciò di cui il centrocampo dei Red Devils aveva bisogno in quel momento.
A Manchester, però, non convinse del tutto tanto che lasciò lo United dopo due anni e 20 soli match di Premier.

Al quinto posto troviamo invece un giocatore che ha appena lasciato Manchester per trasferirsi in Spagna: Manucho.
Il giovane angolano comincia a giocare nei Flamenguinhos, squadra di Luanda, sua città natale, per poi diventare professionista nel Benfica Luanda e trovare continuità nel Petro Atlético.
Proprio da qui venne prelevato da Sir Alex Ferguson, che nel dicembre del 2007 gli fece sostenere un provino di tre settimane per poi decidere di tesserarlo e girarlo in prestito al Panathinaikos, dove non riuscì a sfondare se non nel mini torneo play off per la qualificazione alle coppe europee che si giocò a stagione regolamentare chiusa, con l’angolano che segnando tre reti in cinque match aiutò la squadra a qualificarsi alla Champions League successiva.

Manucho arrivò a Manchester carico di sogni, infrantisi però col recente passaggio al Real Valladolid (africahit.com)

Manucho arrivò a Manchester carico di sogni, infrantisi però col recente passaggio al Real Valladolid (africahit.com)

Tornato a Manchester è però chiuso dai fenomeni del reparto offensivo dei Red Devils, tanto che in sei mesi gioca una sola partita di campionato. A gennaio, quindi, viene girato in prestito all’Hull City, dove non riuscirà comunque a guadagnare un posto da titolare.

Proprio per questo è stato recentemente ceduto: Ferguson stesso, dopo averne voluto l’acquisto, ha deciso che per lui non ci sarebbe stato futuro a Manchester.

La medaglia di legno va invece a Kleberson, mediano con capacità di regia che lo United prelevò dall’Atletico Paranaense pagandolo 6 milioni di sterline nell’estate del 2002, cioè subito dopo che questi si era laureato Campione del Mondo col suo Brasile nel mondiale nippo-coreano.

Allo United, però, il giocatore non riuscì mai ad ambientarsi, dimostrando tra l’altro che le ottime prestazioni nella rassegna iridata furono forse più frutto dell’eccellente momento di forma che non di particolari capacità tecniche, tattiche o fisico-atletiche.
Proprio per questo motivo in tre stagioni a Manchester mise assieme la miseria di 25 presenze in Premier, finendo poi con l’essere venduto per soli 4 milioni di sterline al Besiktas nell’estate del 2005.

Al terzo posto, medaglia di bronzo, si piazza invece il nostro Massimo Taibi, già inserito dall’Independent come peggior acquisto della storia della Premier.
Arrivato un po’ a sorpresa a Manchester non seppe forse resistere alla pressione di una piazza così importante, finendo col dare pessima prova di sè.

Ad un passo dalla vetta di questa goliardica classifica si piazza invece l’attuale Scarpa d’Oro europea, Diego Forlan.

Oggi, come confermano le tante reti segnate all’Atletico Madrid, è uno dei bomber più prolifici del mondo ma a Manchester non trovò questa stessa puntualità con la rete: arrivato in Inghilterra dall’Independiente per 7 milioni di sterline ci mise ben 8 mesi – e 27 gare – a segnare la prima rete in maglia Red Devils.
Dopo due stagioni – e 96 match ufficiali disputati – lo score salì a 17 goal realizzati, comunque troppo poco per poter pensare di conservare chance da titolare in una squadra come quella di Manchester, che infatti nell’estate del 2004 lo cedette al Villareal, dove si sbloccò subito e vinse la sua prima Scarpa d’Oro (anche se in coabitazione con Henry).

Al primo posto, infine, troviamo una vecchia conoscenza del nostro campionato, uno dei giocatori più tecnici che la nostra Serie A abbia visto in campo negli ultimi dieci anni: Juan Sebastian Veron.

Juan Sebastian Veron non confermò a Manchester quanto di buono fatte vedere in maglia biancoceleste (blogo.it)

Juan Sebastian Veron non confermò a Manchester quanto di buono fatte vedere in maglia biancoceleste (blogo.it)

Acquistato dalla Lazio nel 2001 per ben 28 milioni di sterline, motivazione, questa del grosso esborso economico, che gli vale il primo posto in classifica, la Brujita si rivelò totalmente inadatto al calcio inglese.
Il suo immenso talento sembrò quasi sgretolarsi a contatto con un calcio che prediligeva la fisicità ai tocchi di pura classe, tanto che il giocatore ammirato in ogni angolo del globo nei suoi due anni laziali finì col passare due pessime stagioni, tanto da sembrare quasi finito.

Nel 2003, non contento, passò al Chelsea per 15 milioni, dimostrando proprio che non era un problema di ambientamento in squadra, il suo, ma di inadeguatezza a quel tipo di calcio.

Giusto qualche settimana fa, poi, Veron ha dimostrato che la sua parentesi inglese fu, appunto, solo una parentesi guidando l’Estudiantes La Plata alla conquista della sua quarta Libertadores.

Campioni inadatti a quel calcio, meteore, giovani bruciati: anche una leggenda del calcio come Ferguson, quindi, ha un po’ tutto nel suo curriculum, non solo i grandi colpi o le mirabolanti imprese.

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Tomas Zapotocny dal Beşiktaş al Bursaspor (prestito).
Nourdin Boukhari dal NAC al Kasımpaşaspor (parametro zero).
Keirrison de Souza Carneiro dal Barcellona al Benfica (prestito).

Keirrison giocherà nel Benfica la sua prima stagione Europea; il giovane brasiliano è infatti stato ceduto a titolo temporaneo alla squadra lusitana (trasfert-foot.net)

Keirrison giocherà nel Benfica la sua prima stagione Europea; il giovane brasiliano è infatti stato ceduto a titolo temporaneo alla squadra lusitana (trasfert-foot.net)

Havard Nordtveit dal Salamanca al Norimberga.
Mario Cassano dal Piacenza alla Reggina.
Christian Puggioni dalla Reggina al Piacenza (prestito).

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Fernando Morientes dal Valencia all’Olympique Marsiglia (parametro zero).
Fabrice Abriel dal Lorient all’Olympique Marsiglia.
Koray Çölgeçen dal Kayserispor all’Ankaragücü (parametro zero).
Samuel Eto’o dal Barcellona all’Inter.

E fatta: Samuel Etoo passa allInter nello scambio che porta Zlatan Ibrahimovic in blaugrana (inter.it)

E' fatta: Samuel Eto'o passa all'Inter nello scambio che porta Zlatan Ibrahimovic in blaugrana (inter.it)

Zlatan Ibrahimovic dall’Inter al Barcellona.
Ian Henderson dal Luton all’Ankaragücü (parametro zero).
Cristóbal Curro Torres dal Valencia al Gimnastic (parametro zero).
Renan Brito Soares dal Valencia allo Xerex (prestito).
Peter Crouch dal Portsmouth al Tottenham.

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Diego Trotta dall’Albacete al Godoy Cruz (parametro zero).
Milan Stepanov dal Porto al Malaga (prestito).

Milan Stepanov ai tempi del Trabzonspor (ligtv.com.tr)

Milan Stepanov ai tempi del Trabzonspor (ligtv.com.tr)

Papakouli Diop dal Gimnastic al Racing Santander.
Emmanuel Osei dal Livorno ai New England Revolution.

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Francesco Mancini dalla Lazio al Varese (prestito).
Ched Evans dal Tottenham allo Sheffield United (prestito).
Keith Treacy dal Blackburn allo Sheffield United (prestito).

Keith Treacy passa in giornata dai Blackburn Rovers ai Bolton Wanderers (rovers.co.uk)

Keith Treacy passa in giornata dai Blackburn Rovers allo Sheffield United (rovers.co.uk)

Zat Knight dall’Aston Villa al Bolton.
Samuel Ricketts dall’Hull al Bolton.
Juan Miguel Callejón Bueno dal Maiorca all’Albacete (prestito).
Daniel Parejo Muñoz dal Real Madrid al Getafe.

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