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Archive for the ‘Under 20’ Category

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Storica.

Solo così si può definire l’impresa compiuta dai ragazzi di Mario Salas, che lottano con le unghie, i denti, e non so bene quale altra parte del corpo per portare a casa tre punti ma soprattutto una vittoria contro i padroni di casa – nonché assolutamente favoriti – argentini.Mario Salas

Storica perché era dal 1975 che il Cile sub 20 non batteva i parietà argentini. Ma non solo.

A segnare in profondità il match sono due dei tre cileni assolutamente sotto la lente d’ingrandimento: Rabello e Castillo.

Il primo, che segnalai già due anni fa su questo blog, è passato nelle giovanili del Siviglia, dove non ha comunque disimparato a giocare. Ed è proprio lui, col suo destro magico, a recapitare un pallone in area molto ben tagliato, che mette in grossa difficoltà la retroguardia Albiceleste.

La sfera non è infatti raggiungibile da nessun altro che non sia Nicolas Castillo, bomber dell’Universidad Catolica. Il “cabezazo” che ne esce coglie impreparato Walter Benitez, giovane portiere in forza al Quilmes, ed il goal del vantaggio è realtà.

Gli argentini però, pur approssimativi in un po’ tutte le fasi di gioco, si trovano davanti al proprio pubblico e nonostante sentano un grosso carico di responsabilità non posso accettare altro risultato che non sia una vittoria.

Così piano piano, soprattutto nel secondo tempo, iniziano a salire di grado, per cercare almeno il pareggio.

Nulla da fare, anche nonostante le due espulsioni (Fuentes e Bravo) che il brasiliano Sandro Meira Ricci commina ai danni degli ospiti.

Bella squadra insomma questo Cile, che mette appunto in mostra le individualità di Rabello e Castillo, oltre ad un Lichnovsky (difensore centrale e capitano di questa rappresentativa) che si vocifera potrebbe finire a Milano (entrambe le sponde sarebbero interessate al ragazzo attualmente in forza all’Universidad de Chile).

Ma non solo. Perché questo Cile è anche una squadra compatta, ben messa in campo, volenterosa, assolutamente determinata.

A farne le spese è quindi un’Argentina probabilmente globalmente più talentuosa, ma certo anche molto più indolente.

Vietto, Lanzini, Iturbe. Sono tanti i giocatori da cui ci si attende molto, in ogni la possibile giocata da cui scaturisca il goal.Manuel Lanzini

Ma alla fine, si perdono tutti in un bicchier d’acqua.

Da salvare, tra i più attesi, Iturbe. Che quantomeno mette in mostra una certa voglia ed una notevole determinazione.

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Quello colombiano è un movimento in grande crescita, e non lo scopriamo certo oggi.

Basta guardare un po’ qua e là nel mondo per renderci conto di come sempre di più e sempre migliori siano i talenti Cafeteros che stanno imponendosi sui prati verdi dei vari stadi.Falcao

L’esempio più fulgido, certo, è quel Falcao divenuto bomber assolutamente inarrestabile tra Portogallo e Spagna. Ma tanti altri sono i suoi “fratellini” più che dotati. Giusto per ricordarne qualcuno: James Rodriguez, Zuniga, Martinez, Guarin, Armero.

Ultimo, ma non per importanza, è Juan Quintero. Che a casa sua è già una star del pallone. E da noi ha ben iniziato a farsi conoscere, in questa prima mezza stagione di A con il modestissimo Pescara.

Quintero che questa notte ha preso per mano la propria nazionale per guidarla al trionfo contro la modesta Albirroja allenata da Victor Genes.

Schierato in posizione più avanzata di quanto non accada in Italia, diciamo in appoggio alle punte, il numero 10 colombiano mette ancora una volta in mostra, ma certo non ce n’era bisogno, tutte le sue importantissime doti da calciatore.

A partire da una tecnica nettamente sopra la media, per arrivare ad un cervello evidentemente creato per pensare calcio.

Così schierato come raccordo tra la mediana e l’attacco il fantasista pescarese crea calcio ed illumina una partita dai contenuti tecnici non propriamente sfavillanti.

Perché il Paraguay è la solita squadra diciamo solida, per non essere offensivi, e poco altro. Molto, anche troppo “europea”, nell’accezione negativa del termine.

La Colombia invece è un buon insieme di giovani interessanti, guidati appunto da Quintero.

Cafeteros che però, pur controllando bene il match, non creano occasioni da gioco continue, anzi.

Così per sbloccare il risultato e portare a casa una vittoria comunque meritata i colombiani hanno bisogno di una invenzione di Quintero che inventa per Nieto, bravo a rifinire per un Cordoba lesto a difendere palla, liberarsi del marcatore e fare secco Morel.

Passata in vantaggio la formazione allenata da Restrepo terrà comunque il pallino del gioco saldamente nelle proprie mani. Almeno fino all’ottantesimo, quando gli schemi salteranno ed in nemmeno un paio di minuti il Paraguay sfiorerà il pari almeno tre o quattro volte. In una di queste occasioni sarà Jherson Vergara, difensore dell’Universitario Popayan, a salvare baracca e burattini con una deviazione giusto sulla linea di porta.Carlos Restrepo

Poco da segnalare, come detto, nelle fila paraguayana. Dove però, soprattutto nel secondo tempo, si mette in mostra un buon Jorge Rojas, centrocampista abile nell’unire discreta qualità e buona quantità.

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L’under 20 francese capitanata da niente popò di meno che un certo Paul Pogba affina i propri mezzi affrontando un’Ucraina che non è propriamente definibile “parietà”. Non essendosi qualificati per il Mondiale di categoria, cosa invece riuscita ai Bleus, gli ucraini schierano la futura under 21, per iniziare a costruire il ciclo che prenderà il via dopo l’Europeo che si disputerà la prossima estate in Israele.

Gli occhi sono comunque tutti puntati sui transalpini, che schierano diversi giovani interessanti.

Proprio la Francia dimostra di essere meglio schierata in campo e soprattutto tecnicamente più dotata.

Ucraina che comunque tiene bene il terreno, ed ecco che le occasioni non fioccano certo. Nonostante questo il match resta piacevole da seguire.

La prima situazione interessante arriva dopo una decina di minuti, quando Foulquier è pescato bene in sovrapposizione sulla destra e crossa sul secondo palo, dove Vion non riesce però – pur di poco – ad arrivare in tempo.

E’ però l’Ucraina a passare in vantaggio, poco dopo il ventesimo. Un calcio d’angolo battuto dalla sinistra di Areola mette infatti in grossa difficoltà il portiere parigino, che buca l’uscita. Il pallone giunge così a Pylyp Budkivskyy, punta del Ilyichivets Mariupol che ha buon gioco a depositare in rete.

L’estremo difensore ucraino, Maxym Koval, non vuol però essere da meno rispetto all’omologo francese. Così quando Vion crossa da sinistra il portiere di Zaporizhia smanaccia malamente, regalando la sfera alla testa di Veretout, che deve solo sospingerla in rete per l’1 a 1.

Al trentanovesimo è ancora la Francia, sicuramente più brillante degli avversari, a provarci: Pogba s’inventa un assist dei suoi e “scava” la palla in direzione di Foulquier,  che s’infila tra due difensori per controllare in maniera difettosa, col pallone che per poco non s’infila a fil di palo.

In apertura di ripresa torna a farsi vedere l’Ucraina: semina letteralmente il panico con un’azione insistita in area francese per poi, dopo un numero imprecisato di dribbling, calciare verso la rete difesa da Areola, che è però bravo a distendersi e sventare il pericolo.

Pogba però non ci sta. Così il capitano dei piccoli Bleus, forte delle due reti segnate in Serie A, cerca gloria personale con un destro da fuori che termina di poco a lato della porta difesa da Koval.

Il goal è comunque nell’aria. Ed arriva al quarto d’ora della ripresa quando Bahebeck apre per Folquier che trova ancora una volta il fondo crossando in mezzo dove arriva come un treno Thauvin, che incorna per il 2 a 1.

Karavayev che si conferma spina nel fianco della retroguardia Bleus. Al sessantasettesimo la palla giunge infatti all’attaccante in forza al Sevastopol che calcia in diagonale, non riuscendo però a centrare lo specchio.
Thauvin che, di contro, dopo la rete del vantaggio cerca la doppietta personale al settantaquattresimo quando Bahebeck lo serve in area e lui gira di sinistro verso la porta, trovando però la pronta risposta di Koval.

In chiusura è il solito Oleksandr Karavayev a cercare il goal, andando a svettare sugli sviluppi di un corner mettendo la palla di poco a lato del palo.

Francia che si porta quindi a casa una vittoria comunque importante, che dà morale a dei ragazzi che il prossimo giugno affronteranno il Mondiale under 20.

Continua quindi la crescita di una squadra interessante che forte del talento di alcuni dei giocatori più giovani nati in Europa nell’anno di grazia 1993 affronteranno il palcoscenico globale per provare quantomeno a ben figurare.

A brillare sono sicuramente i giocatori più rappresentativi di questa formazione. In primis capitan Pogba, che dopo aver dato dimostrazione di tutto il suo potenziale nei pochi match che Conte gli ha fatto disputare è ormai una star nel suo paese, che lo attende trepidante in nazionale maggiore al più presto (in tal senso c’è già stata più di un’apertura da parte di Didier Deschamps, che ha detto di seguirlo da vicino e con attenzione).

Molto bene, poi, anche Varane, centrale madrileno dal futuro assicurato che unisce fisico da corazziere a tecnica discreta, precisione nei passaggi e buona intelligenza tattica.

Bella anche la prestazione di Kondogbia, uscito a metà match a causa di un infortunio ma sempre molto attivo in entrambe le fasi di gioco. Con lui e Pogba i cugini francesi hanno un centrocampo potenzialmente già bell’e fatto anche per la nazionale maggiore.

Lascia invece ancora una volta qualche dubbio Areola, portierino su cui a Parigi credono molto da sempre attualmente chiuso dal nostro Sirigu all’ombra della Tour Eiffel. Dubbi che non nascono tanto dai mezzi a sua disposizione, assolutamente interessanti, quanto più da una soglia d’attenzione da ritoccare all’insù.

Niente per cui valga la pena strapparsi i capelli, invece, tra gli ucraini, dove però dà bella mostra di sè Oleksandr Karavayev, mobile e di buona volontà.

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E’ un’Italia a due volti quella che scende in campo a Monfalcone contro la modestissima Polonia.

Nel primo tempo, infatti, gli Azzurri guidati da Luigi Di Biagio si fanno schiacciare completamente e sotto tutti i fronti dagli avversari. L’aggressività ospite mette infatti in forte difficoltà tutti i reparti della nostra under 20.

Davanti Longo non ha palloni giocabili e gli esterni offensivi, Dumitru e Pettinari, sono impalpabili.
In mezzo Viviani sembra giocare a scartamento ridotto, Minotti è un po’ compassato, Laribi l’unico a provarci ma troppo impreciso.
Dietro poi si balla, con Camporese che è la brutta copia del centrale di cui mi innamorai ai Mondiali under 17 del 2009 e che tanto bene fece nella seconda parte dello scorso campionato in Serie A, Brosco che mette in mostra i suoi limiti ed i terzini che non spingono.

A salvarsi, nei primi quarantacinque minuti, è praticamente il solo Iacobucci, che però al quarto d’ora deve inchinarsi alla bella conclusione di Zyro, non chiuso col giusto tempismo da Camporese e bravo a pennellare di sinistro sul secondo palo.

Nella ripresa cambia tutto.

Un po’ l’ingresso di Beretta per Longo, molto un diverso approccio mentale degli Azzurri alla gara ed ecco che gli Azzurri escono, ribaltando il match e concretizzando quella superiorità risultata nettissima e schiacciante nei secondi quaranticinque minuti di gioco ma che nella prima frazione era rimasta solo sulla carta.

Sale quindi in cattedra Laribi, che continuerà ad essere una spina nel fianco della formazione ospite andando dapprima a segnare il pareggio su schema da calcio piazzato, per poi servire a Beretta l’assist del comodissimo vantaggio.

E proprio Beretta, che in precedenza si era mangiato un goal fatto su assist del solito Laribi, chiuderà i conti ad otto dal termine, questa volta servito da Falcone.

Per ciò che concerne la ripresa, quindi, molto bene Laribi, che sarà più preciso nelle sue giocate rispetto al primo tempo e sfrutterà il calo fisiologico ospite per andare via con sempre maggior facilità agli avversari.
Altrettanto bene Beretta, che se è vero che si mangerà un goal praticamente a porta vuota è altrettanto vero che lotterà alla grande su ogni pallone, darà del filo da torcere in ogni contrasto, difenderà bene palla, aiuterà la squadra a salire e finalizzerà per due volte al meglio la mole di lavoro prodotta dai compagni.

Bene, comunque, un po’ tutti, in questo secondo tempo. Il cambio di marcia della nostra nazionale è evidente e la vittoria, nel complesso, meritata.

Per finire una piccola parentesi di mercato.

Puntare sui giovani italiani è sempre cosa buona e giusta, però è anche vero che per riportare il nostro calcio ai livelli che gli competono (parlo di club) è altrettanto doveroso puntare anche su quegli stranieri capaci di elevare il livello di gioco.

E allora un pensierino a Michal Zyro, 19enne esterno polacco in forza al Legia Varsavia, ce lo farei.

Posto che difficilmente potrà costare molto più di un milioncino ecco che sarebbe un investimento interessante.

Mancino sontuoso, intelligenza tattica, fisico possente (è alto quasi uno e novanta), capacità atletiche importanti, tecnica più che discreta.

Insomma, giocatore piuttosto completo. Che probabilmente non diventerà mai uno dei top assoluti a livello mondiale, ma che resta un investimento interessante da fare ora. Prima che, chissà, si metta in mostra in qualche evento importante e veda il prezzo del suo cartellino lievitare a dismisura.

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Tra il 29 marzo ed il 10 aprile sono stati disputati – in Guatemala – i campionati under 20 della zona CONCACAF, ovvero sia nord-centro America e Caraibi. Al termine della competizione due sono le notizie principali da mettere in risalto: da una parte la tredicesima imposizione assoluta dei giovani messicani, che si dimostrano ancora una volta prima forza continentale, dall’altra il fallimento della spedizione statunitense, che i più si aspettavano come prima contender – assieme proprio al Tri – del torneo.

Ma partiamo dal principio: lo scorso 8 settembre iniziò, col doppio confronto tra Turks & Caicos ed Isole Vergini Americane, la fase caraibica di qualificazione al torneo che vide Cuba dominare il Gruppo A grazie alle vittorie su Saint Kitts & Nevis (1 a 0), Isole Vergini Britanniche (29 a 0) ed Antille Olandesi (2 a 0), Guadalupa imporsi grazie ad una miglior differenza reti nei confronti di Bermuda nel Gruppo B (1 a 1 con Bermuda stessa e 4 a 0 con Antigua e Barbuda, con questo gruppo ridotto a tre squadre dopo la rinuncia di Haiti) e la Giamaica dominare il Gruppo C grazie al 6 a 1 su Grenada, al 13 a 0 sulle Isole Vergini Americane ed al 2 a 0 sulla Guyana. Particolare, invece, la situazione nel Gruppo D dove non avendo trovando una nazione che ospitasse gli incontri come host si è deciso di far scontrare in un doppio confronto Suriname ed Aruba (con i primi vittoriosi grazie ad un 7 a 2 totale) e Trinidad & Tobago con Saint Vincent and the Grenadines (con i primi vincenti con un 12 a 1 totale) per poi far giocare le due squadre vittoriose in una sorta di finale del girone, con Trinidad capace di imporsi grazie ad un doppio 2 a 1.
Fase caraibica che terminò tra il 19 ed il 23 gennaio con il girone di spareggio disputato tra le quattro seconde e vinto dal Suriname capace di raccogliere bottino pieno contro le Antille Olandesi, la Guyana e Bermuda (tutte e tre le gare vinte 2 a 1, con cinque dei sei goal segnati da Stefano Rodney Rijssel già autore di una doppietta contro Aruba).

Il 23 novembre, invece, inizò la fase di qualificazione della zona centramericana: sei squadre divise in due gironi da tre, rispettivamente vinti da Panama (doppio 1 a 0 con Costa Rica e Nicaragua) ed Honduras (4 a 0 ad El Salvador e 3 a 0 al Belize).
Per determinare l’ultima qualificata alla fase finale della competizione (con Guatemala – come paese ospitante -, Canada, Messico e Stati Uniti già alla fase finale) venne quindi disputato in dicembre un doppio confronto tra le due seconde. Ad imporsi, in questo caso, fu Costa Rica, che pur essendo stata sconfitta sul campo da El Salvador (1 a 0 a Metapan e 1 a 1 a San Jose) si vide recapitare il pass per il Guatemala a causa della squalifica dei salvadoregni, che avendo utilizzato un giocatore non eleggibile erano così stati puniti dalla Confederazione.

Le dodici squadre qualificate, quindi, vennero divise in tre urne da quattro e lo scorso 11 febbraio a Guatemala City si procedette con il sorteggio dei quattro gruppi.

Nel Gruppo A vennero quindi inseriti i padroni di casa guatemaltechi assieme a Jamaica ed Honduras. Proprio gli honduregni, grazie al 2 a 1 sui giamaicani ed al 3 a 1 su Guatemala, chiusero il girone in prima posizione, con Guatemala secondo (2 a 0 sulla Jamaica). Giamaicani quindi precocemente eliminati dal Torneo.

Nel Gruppo B storia simile, con gli States capaci di battere 4 a 0 Suriname e 2 a 0 Panama, a sua volta bravo ad imporsi per 3 a 0 (con tripletta di Cecilio Waterman) su Suriname, costretto ad abbandonare subito il torneo.

Nel Gruppo C fu invece Costa Rica a chiudere a punteggio pieno grazie al doppio 3 a 0 su Canada e Guadalupa. Canadesi che grazie alla vittoria ottenuta all’esordio passeranno comunque come secondi classificati, estromettendo Guadalupa dalla competizione.
E qui mi permetto di aprire una piccola parentesi molto curiosa: essendo affiliata alla CONCACAF ma non alla FIFA Guadalupa non può partecipare alle competizioni di quest’ultima. Questo Torneo, però, viene sfruttato anche per designare le squadre deputate a partecipare al successivo Mondiale under 20, cui appunto Guadalupa non potrebbe partecipare nemmeno se acquisisse sul campo il pass per lo stesso. Qualora fosse terminata in uno dei primi quattro posti la nazionale francofona avrebbe quindi dovuto cedere il passo alla migliore tra le squadre eliminate ai quarti (ovvero sia a quella tra queste capace di raccogliere più punti nella fase a gironi).

Più in bilico, infine, il Gruppo D con Messico capace di annientare Cuba (3 a 0) e Trinidad (5 a 0) ma un’assoluta parità (0 a 0) tra le altre due. A qualificarsi per i quarti, quindi, la nazionale cubana, a fronte del minor numero di goal subiti contro la Tri.

La sorpresissima di quest’edizione arriverà comunque ai quarti.
Oltre al 6 a 1 di Costa Rica proprio su Cuba ed al 3 a 0 messicano su Canada Panama riuscirà, piuttosto a sorpresa, ad imporsi per 2 a 0 su Honduras, favorita alla vigilia. Ma, soprattutto, i giovani americani guidati in panchina dall’olandese Thomas Rongen si dovranno inchinare di fronte ai padroni di casa, capaci di batterli per 2 a 1 grazie alle reti realizzate da Gerson Lima ed Henry Lopez.

Guatemaltechi che a quel punto inizieranno a sognare in grande, e forse si vedranno anche un po’ in finale. La semifinale riserva infatti un avversario tutto sommato abbordabile, almeno rispetto agli americani, che per altro non avrebbe nemmeno dovuto essere lì: Costa Rica.
I costaricensi però in Guatemala ci sono ed hanno una gran voglia di lasciare il segno. Ecco spiegato il 2 a 1 riportato dai ragazzi di Ronald Gonzalez, capaci di imporsi grazie alle reti segnate al secondo ed al quarantottesimo minuto di gioco rispettivamente da Mynor Miller e Bryan Vega.

Nell’altra semifinale tutto facile, invece, per il Messico che si sbarazzerà dei parietà panamensi con un secco 4 a 1.
Panama che perderà poi anche la finalina, anche se solo ai rigori. Decisivo, dopo lo 0 a 0 dei primi centoventi minuti, l’errore dal dischetto di Jairo Jimenez, unico tra i quattordici rigoristi presentatisi agli undici metri a fallire la realizzazione.

Torneo Concacaf under 20 che, come detto, sarà vinto dai messicani: davanti ai 3000 dell’Estadio Mateo Flores di Guatemala City, difatti, i ragazzi guidati da Juan Carlos Chavez si libereranno di Costa Rica per 3 a 1, ribaltando l’iniziale vantaggio costaricano firmato da Joseph Mora dopo diciassette minuti di gioco.

E proprio costaricano sarà anche il capocannoniere del torneo, Joel Campbell, capace di realizzare ben sei reti in cinque match (due più del messicano Ulises Davila, autore di una doppietta decisiva in finale, e del panamense Cecilio Waterman).

Messico, Costa Rica, Guatemala e Panama qualificati ai prossimi Mondiali under 20, Messico, Cuba, Guatemala e Costa Rica qualificate ai prossimi Pan American Games.

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2007, 2009, 2011. Le ultime tre edizioni del torneo Sudamericano under 20 sono state tutte vinte dai ragazzi in Verdeoro, che dominano sempre più il medagliere della competizione. Nessun’altra nazione, infatti, è ancora riuscita ad arrivare alla doppia cifra, con la Celeste ferma a sette successi (ed a bocca asciutta da ben trent’anni) e l’Argentina, terza, a quota quattro (con l’ultima imposizione nel 2003).
Brasile che, per altro, può anche vantare uno straordinario ruolino di marcia: su venticinque edizioni ben ventuno volte è andato a medaglia.

Ma parliamo più specificatamente di quest’ultimo torneo, giocato dal 16 gennaio al 12 febbraio scorso nelle città peruviane di Arequipa, Moquegua e Tacna, andando subito a ripercorrere il cammino intrapreso dalla formazione capace di imporsi.

Brasile inserito nel Gruppo B con Ecuador, Colombia, Paraguay e Bolivia. Brasile capace di chiudere la prima fase sfiorando il punteggio pieno grazie alle vittorie su Paraguay (4 a 2), Colombia (3 a 1) ed Ecuador (1 a 0), con solo l’inusitato pareggio nello scontro coi boliviani (che, per altro, chiuderanno il proprio torneo raggranellando solo quel punto).

Nel girone finale, quindi, spazio alle sei migliori del torneo ed ecco quindi entrare in gioco, oltre all’Ecuador ed alla Colombia, anche Argentina, Uruguay e Cile, qualificatesi come migliori del raggruppamento A.
L’inizio è dei migliori: i ragazzi in verdeoro fanno infatti un sol boccone dei cileni, schiantati con un 5 a 1 senza appello, cui segue un netto 2 a 0 contro la Colombia.

La terza giornata vede quindi il classico dei classici continentali: lo scontro con l’Argentina. Ed è qui che Neymar e compagni s’inceppano, perdendo il primo match del loro torneo, sino a quel punto praticamente perfetto. Il rigore di Funes Mori e la rete di Iturbe bastano a piegare un Brasile capace di trovare la via del goal in una sola occasione, con Casimiro.
La reazione è comunque immediata, e nella penultima giornata del girone finale arriva l’importantissima vittoria contro l’Ecuador, che tiene in gioco i verdeoro.

Il dodici febbraio al Monumental Virgen de Chapi si gioca quindi una specie di finale. Un po’ come nel 1950, infatti, Brasile ed Uruguay arrivano a contendersi un torneo nella partita finale di un girone all’italiana. Non una vera e propria finale, quindi. Ma è come se lo fosse.
Al contrario di quell’ormai lontano sedici luglio, però, a spuntarla saranno i ragazzi brasiliani che costretti a vincere scenderanno in campo assetati di sangue, sommergendo sotto una fitta pioggia di goal Polenta e compagni, praticamente basiti.

6 a 0 il risultato finale, che consegnerà al Brasile l’undicesimo alloro continentale di categoria della storia.

Venendo ai singoli si può dire come questo sia stato il torneo di Neymar, stella del Santos già inseguitissima da tutte le grandi del Vecchio Continente capace di stravincere la classifica cannonieri con 9 marcature (ben cinque più di chi è arrivato secondo).

Neymar che non è comunque stato l’unico giovane capace di sfruttare una vetrina importante come quella in questione.
Ottima mostra di sè ha infatti dato anche Lucas Rodrigues Moura da Silva, anche noto come Lucas. La stella del San Paolo ha infatti dato mostra delle sue grandissime abilità tecniche, realizzando per altro anche quattro reti.
Molto bene, sempre restando in casa verdeoro, hanno fatto anche i due centrali difensivi, Alex Sandro e Juan: i due sono infatti stati in grado di assicurare una solidità importante alla retroguardia brasiliana, capace di raggiungere la vittoria proprio anche grazie al loro apporto.

Non si può non citare, poi, quel Yohandry Orozco, stella della formazione venezuelana, capace di realizzare quello che è indubbiamente il goal più bello della manifestazione: dopo essersi impossessato del pallone poco prima della metà campo, infatti, la stellina del Wolfsburg è partita in progressione, seminando un avversario dietro l’altro. Uno, due, tre, quattro avversari saltati. E poi quel mancino all’incrocio, a bucare l’incolpevole Victor Javier Ulloa Ulloa.
Un goal da vedere e rivedere, che resterà negli annali.

Sempre parlando di centrocampisti, ma venendo all’Uruguay, interessante anche quel Pablo Cepellini subito accasatosi a Cagliari. Ed un futuro radioso pare possano averlo anche due difensori, ovvero sia il genoano Polenta e Federico Platero, giocatore che piace ad Udinese e Bologna.
Sempre restando in ambito Celeste un occhio di riguardo lo si dovrà avere anche nei confronti di Adrián Luna, attaccante in forza al Defensor Sporting autore di tre reti nel corso del torneo (una delle quali, davvero splendida, su punizione contro la Colombia).

Per quanto riguarda la formazione Albiceleste, più povera di talento rispetto ad alcune edizioni del passato, l’attenzione si concentrerà in particolar modo su Nicolas Tagliafico e Facundo Ferreyra del Banfield, Juan Manuel Iturbe del Cerro Porteno, Rogelio Funes Mori del River Plate (già seguitissimo dalla Fiorentina, tra le altre) e Sergio Araujo del Boca Juniors. Oltre che su Bruno Zuculini del Genoa, ovviamente.

Buone doti realizzative le hanno poi messe in mostra il colombiano Edwin Cardona, attualmente in forza all’Atletico Nacional, e l’ecuadoregno Edson Montaño, che si disimpegna invece nel Gent.

Davvero tanta carne al fuoco, insomma.
Il tutto in attesa che tra una decina di giorni inizi il torneo under 17, dove ci saranno tanti altri ragazzi interessantissimi, ed ancora più giovani di questi, con cui rifarsi gli occhi (tra cui anche quel Bryan Rabello di cui vi ho parlato giusto ieri).

Giusto chiudere, quindi, parlando di verdetti: Brasile ed Uruguay qualificate sia per l’Olimpiade che per il prossimo Mondiale under 20, cui parteciperanno anche Argentina, Ecuador e Colombia (come paese organizzatore).

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Martedì 12 ottobre 2010, data nefasta per il calcio giovanile italiano.
Questa data verrà infatti ricordata a lungo come quella in cui la nazionale under 21 mancherà la qualificazione ad un Europeo di categoria dopo anni ed anni andando a perdere incredibilmente per 3 a 0 in Bielorussia.

Nel contempo, però, martedì 12 ottobre è stata altresì una giornata molto positiva per il calcio giovanile italiano. Perché di tre rappresentative nazionali impegnate in un match ben tre di questi hanno riportato una vittoria. Oltre a quella raggiunta dall’under 19 di Daniele Zoratto in lettonia di cui ho parlato nel post precedente sono infatti altresì arrivate le vittorie dell’under 16 e dell’under 20, rispettivamente nel torneo Internazionale di Latina e nel Torneo Quattro Nazioni.

L’under 16 di Pasquale Salerno ha infatti riportato una vittoria per 1 a 0 in quel di Latina, laddove era impegnata in un match valevole per il 1° Torneo Internazionale della città dedicato alla memoria dell’ex dirigente FIGC Michele Pierro.

Azzurrini capaci di imporsi in un match molto combattuto in cui non sono mancate occasioni da una parte e dall’altra.
A provarci sono un po’ tutti: Giordano (Rocco, figlio d’arte, sì), Frugoli, Mattiello e Cristante da una parte, Victor Nielsen, Knudsen, Mikkel Jensen e Victor Jensen dall’altra.

Partita equilibrata, dicevamo, vinta grazie ad una rete realizzata dal quindicenne Tiberio Velocci, giovane punta nativa di Sermoneta (guarda caso cittadina della provincia di Latina) attualmente in forza ad una delle formazioni giovanili del Genoa, laddove gioca con il fratello gemello Giovanni.
Subentrato ad inizio ripresa al giovane Frugoli, infatti, il baby Rossoblù decide da par suo il match al quattordicesimo della ripresa quando dopo aver ricevuto palla in area da Giordano si gira nello stretto e colpisce il pallone mandandolo, imparabile, alle spalle di Nybo, portiere danese.

Buona vittoria, quindi. Per quanto, è giusto dirlo, i danesi meritassero il pareggio. Basti pensare all’occasione sprecata da Mikkel Jensen che calcerà alto a due passi da Lezzerini o al miracolo dello stesso estremo difensore Azzurro bravo a chiudere in angolo un gran tiro dello stesso Jensen. Portiere Azzurro che in precedenza era anche stato capace di negare la rete all’altro Jensen, deviando una sua conclusione da fuori sulla traversa, e che era stato poi aiutato da Rondanini quando, battuto, aveva trovato l’intervento del compagno a salvare sulla linea un goal già fatto, negando a Knudsen la gioia del goal del pareggio.

Nazionale under 16 che tornerà quindi in campo giovedì allorquando affronterà i parietà irlandesi capaci di battere, nel corso della prima giornata, i ragazzi ucraini per 1 a 0.

L’under 20 era invece impegnata in quel di Cervia in un match valido per la seconda giornata dell’ormai decennale torneo Quattro Nazioni.
Dopo la sconfitta subita nel corso della prima giornata contro l’esordiente Polonia (che da quest’anno prenderà il posto dell’Austria, ritiratasi dal Torneo) per mano del diciannovenne Adrian Blad, centrocampista dello Zagłębie Lubin, gli Azzurrini guidati dal tecnico Federale Antonio Rocca hanno asfaltato i parietà elvetici con un bel 3 a 0.

Inizio sprint per i nostri ragazzi, in vantaggio dopo tre soli minuti di gioco: a firmare la rete dell’1 a 0 è Manolo Gabbiadini, giovane punta cresciuta nel settore giovanile atalantino abile a sfruttare l’assist di Misuraca, arrivato al termine di un’azione personale sulla sinistra. Altri quattro minuti e la stellina bergamasca raddoppia: lancio del Viola Taddei e conclusione vincente scoccata, ancora una volta dal vertice sinistro dell’area di rigore, dalla punta attualmente in forza al Cittadella.

A chiudere i giochi ci pensa quindi Luca Caldirola: il giovane difensore mancino di scuola Nerazzurra attualmente in prestito agli olandesi del Vitesse di Arnhem trova infatti la via della rete direttamente su calcio di punizione, mettendo la firma su di un 3 a 0 che non lascia scampo ai cugini.

Italia che sarà ora impegnata il diciassette novembre prossimo in un match contro i capoclassifica tedeschi, attualmente a punteggio pieno dopo il 3 a 2 svizzero e l’1 a 0 polacco.

TABELLINO UNDER 16

Italia vs. Danimarca 1 – 0
Marcatori: 14’ st Velocci
Italia: Lezzerini, Paramatti, Rondanini (34’ st Penna), Del Fabro, Somma, Mattiello, Rosa, Cannataro (20’ st Cristante), Frugoli (1’ st Velocci), Giordano, Mira (12’ st Perrone). A disp.: Perilli, Perrone, Cretella, Petagna. All.: Salerno
Danimarca: Nybo, Crone, Tramberg, Andersen, Blabjerg, Wohlgemuth, Felfel (12’ st Hojbjerg), Knudsen, Nielsen V., Nielsen M. (24’ st Hjulsager), Jensen (31’ st Solberg). A disp.: Jorgensen, Thomsen, Hansen, Rasmussen. All.: Frank
Arbitro: Valente di Roma. Assistenti: Passero e Tiberzi di Roma. Quarto uomo: Castignana di Brindisi
Note: Al 42’ st Espulso Wohlgemuth per gioco falloso

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Ad una ventina di giorni dall’inizio dell’Europeo under 19 francese che vedrà coinvolta anche la nazionale Azzurra guidata da Massimo Piscedda facciamo un fast forward veloce e andiamo a parlare di come andrà a comporsi il prossimo Mondiale under 20, rassegna iridata giovanile cui i nostri ragazzi potrebbero qualificarsi proprio grazie alle si spera buone prestazioni che profonderanno in Francia.

Partiamo quindi dall’inizio: il paese che ospiterà la competizione, come si può leggere anche nel titolo di questo articolo, è la Colombia. Dopo dieci anni dall’ultima volta (Argentina 2001), insomma, il Mondiale giovanile per eccellenza, quello che lancia i giovani nel mondo del professionismo a pieno titolo, torna in Sud America. Battuta, quindi, la concorrenza del Venezuela, l’altro paese che aveva presentato una candidatura per ospirate questa manifestazione.

In quanto paese ospitante la Colombia avrà ovviamente il posto garantito e ad oggi risulta essere l’unica qualificata a questa rassegna, in attesa che si giochino i vari campionati giovanili continentali.

Le date di inizio e fine del Mondiale non si sanno ancora, mentre si conoscono già gli stadi destinati ad ospitare i vari match: il Centenario di Armenia, il Metropolitano Roberto Melendez di Barranquilla, l’El Campin di Bogotà, il Pascal Guerrero di Cali, il Palogrande di Manizales, l’Atanasio Girardot di Medellin, il Deportivo Cali di Palmira e l’Hernan Ramirez Villegas di Pereira.

Ma quante e quali squadre andranno a completare, unendosi alla Colombia, il lotto delle qualificate? Andiamo a vederlo nello specifico, analizzando il sistema di qualificazione ad un Mondiale under 20.

Ogni confederazione ha un numero prestabilito di slot: l’UEFA ha sei posti assicurati, AFC, CAF, CONMEBOL e CONCACAF quattro ognuno ed OFC uno. Il tutto per un totale di ventitre posti cui va aggiunto, appunto, il paese ospitante.
Ma ogni confederazione, poi, come gestisce le cose?

L’UEFA, massimo organismo del calcio europeo, mette in palio i sei posti disponibili nel corso dell’Europeo under 19 precedente al Mondiale stesso. Quindi se per provare a vincere la rassegna continentale ogni squadra deve puntare ad uno dei primi due posti del proprio girone (posto che sono presenti due gironi da quattro squadre ciascuno) ecco come per centrare la qualificazione Mondiale basti arrivare anche al terzo posto. In quel modo, infatti, la propria avventura europea terminerebbe lì, ma continuerebbe poi, trasformandosi in Mondiale, l’anno seguente.

I nostri ragazzi, insomma, devono riuscire a fare meglio di una tra Spagna, Portogallo e Croazia, le altre tre squadre inserite nel Gruppo 2, per poter staccare un biglietto per la Colombia. Là dove sarebbe bellissimo arrivare.
A completare il lotto delle squadre che lotteranno per un posto al sole colombiano saranno quindi la Francia padrona di casa, l’Olanda, l’Austria e l’Inghilterra.

L’OFC, confederazione calcistica dell’Oceania, ha invece la possibilità di mettere in palio un solo posto, come detto. Questo, quindi, viene riservato al vincitore assoluto del Campionato OFC under 20 che si disputerà, in questo caso, il prossimo ottobre in Nuova Zelanda. Già scelti gli stadi che ospiteranno la competizione: si tratta del Trusts Stadium di Henderson, Waitakere (stadio che già ospitò l’edizione 2007 dell’OFC under 20), del North Harbour Stadium di Albany, North Store e del Kiwitea Street di Auckland.

Oltre ai padroni di casa i team qualificatisi e che saranno quindi presenti ed attivi il prossimo autunno sono Fiji, Vanuatu, Samoa, Nuova Caledonia, Tahiti, Isole Salomone e Papua Nuova Guinea.
Detta così sembra insomma che non ci possa essere storia, e che i neozelandesi, che ancora attendono di conoscere quali saranno le squadre che costituiranno con loro il Gruppo A, siano destinati a stravincere la competizione. E probabilmente sarà anche così, in effetti. Ma mai dire mai: due anni fa battendo Fiji e Nuova Zelanda e pareggiando con la Nuova Caledonia fu infatti Tahiti a laurearsi campione continentale under 20 per la prima volta nel corso della propria storia, con gli All Whites che terminarono il girone unico anche alle spalle della Nuova Caledonia. Nell’edizione precedente a quella, anch’essa ospitata dalla Nuova Zelanda, fu invece proprio la Nuova Zelanda a vincere, anche se non grazie ad un percorso netto: in quel caso gli All Whites pareggiarono infatti l’esordio contro le Isole Salomone, chiudendo quindi a 16 punti il maxi girone da sette squadre che assegnava il titolo.

Nell’edizione precedente, poi, i neozelandesi fecero una figuraccia assoluta: mentre nel Gruppo A l’Australia, all’epoca ancora affiliata alla Confederazione Oceanica, faceva incetta di goal ad ogni partita (40 in tre match, di cui 12 alla Nuova Caledonia, 19 a Tonga e 9 a Vanuatu) nel Gruppo B la Nuova Zelanda venne battuta sia dalle Isole Fiji (1 a 0 firmato da Muduliar) che dalle Isole Salomone (2 a 1 firmato da Totori e Bebu), rendendo quindi inutile il 7 a 0 rifilato a Samoa. Quell’anno, quindi, chiusero la loro esperienza senza riuscire nemmeno a centrare la semifinale, quando era addirittura la finalissima l’obiettivo minimo.
Niente finale, per altro, nemmeno due anni prima: nel 2003, infatti, con l’Australia che chiuse al primo posto il Gruppo A la Nuova Zelanda terminò in seconda posizione il Gruppo B, dietro alle Isole Fiji che erano state capaci di infliggere l’unica sconfitta di quell’edizione agli All Whites vincendo 1 a 0 il proprio match grazie ad una rete realizzata da Lorima Dau.

Lorima Dau

La vittoria neozelandese, insomma, è tutt’altro che scontata, anche se il fattore campo peserà sicuramente tantissimo. Chissà che, però, alla fine non troveremo le Fiji o, magari, ancora una volta Tahiti al prossimo Mondiale di categoria.

La CONCACAF, confederazione centro-nord americana, porterà invece quattro squadre al prossimo Mondiale under 20, squadre che verranno designate dal prossimo torneo continentale di categoria che si giocherà il prossimo anno in un luogo ancora non precisato.

CONCACAF che ha deciso di espandere a 12 il numero di partecipanti a questa manifestazione (in precedenza erano solo otto le squadre qualificate) affiancando quindi alle tre nordamericane (Canada, Stati Uniti e Messico), qualificate automaticamente, quattro nazionali centramericane e cinque caraibiche.

Le quattro squadre che meglio faranno al Campionato CONCACAF under 20, quindi, staccheranno un biglietto per la Colombia. E’ presto per dirlo, ma è indubbio che quanto meno States e Messico saranno due tra queste quattro.

Allo stesso modo anche l’AFC, confederazione calcistica asiatica, avrà a disposizione quattro posti da distribuire tra le sedici nazionali qualificatesi al campionato under 19 asiatico che verrà disputato tra il tre ed il diciassette ottobre prossimo in Cina.

In questo caso la composizione dei quattro gironi è già conosciuta, dato che il sorteggio venne compiuto il nove maggio scorso in quel di Zibo.
Il Gruppo A sarà composto dai padroni di casa cinesi oltre che da Thailandia, Siria ed Arabia Saudita, il Gruppo B vedrà invece scontrarsi Uzbekistan, Iraq, Bahrain e Corea del Nord, il Gruppo C Emirati Arabi Uniti, Vietnam, Giordania e Giappone mentre il Gruppo D, sulla carta quello più competitivo, sarà terreno di caccia per Corea del Sud, Australia, Yemen ed Iran.

Le due squadre meglio piazzatesi nei rispettivi gironi, quindi, accederanno alla fase finale dove verranno accoppiate per formare i quattro quarti che saranno disputati l’11 ottobre tra Zibo e Linzi.
Chi saprà avere la meglio in questo turno guadagnerà sì l’accesso alle semifinali, preservando quindi l’opportunità di imporsi al termine del campionato continentale, ma anche, e soprattutto, riceverà in omaggio un pass per il Mondiale colombiano.

Ahmad Khalil

Ad imporsi nel corso dell’ultima edizione, quella disputata due anni fa in Arabia Saudita, furono gli Emirati Arabi Uniti trascinati da un Ahmad Khalil che nonostante i suoi diciassette anni realizzò quattro reti, diventando capocannoniere del torneo al pari del giapponese Nagai.
La nazionale degli Emirati compì infatti un percorso netto strepitoso: dopo le vittorie con Iraq (2 a 1), Corea del Sud (2 a 1) e Siria (2 a 0) il facile approdo ai quarti dove venne incontrato lo scoglio più ostico, l’Arabia padrona di casa. La rete realizzata al sessantaquattresimo da Awana, però, permise all’UAE di continuare la propria corsa che prese slancio il turno successivo dove venne incontrata l’Australia (battuta 3 a 0) e si concluse il 14 novembre al Prince Mohamed bin Fahd Stadium davanti a 5500 persone quando una doppietta di Khalil piegò la resistenza uzbeka, capace di tornare sull’1 a 1 dopo un’ora di gioco grazie ad una rete siglata da Turaev.

I quattro posti appannaggio dell’AFC, confederazione calcistica africana, verranno invece assegnati al termine del prossimo torneo continentale under 20 che dovrebbe essere disputato il prossimo gennaio.

Le qualificazioni a questo torneo non sono ancora terminate: dopo il turno preliminare, giocato tra il 16, 17 e 18 aprile ed il 30 maggio ed 1 e 2 giugno scorso, dovrà infatti essere giocato tra fine luglio ed inizio agosto il primo turno di qualificazione.
Turno preliminare che ha visto alcuni risultati notevoli: la Repubblica Centrafricana, ad esempio, ha avuto la meglio grazie ad un 7 a 1 totale, contro la Repubblica Democratica del Congo. 7 a 2, invece, il risultato totale con cui il Lesotho s’impose sul Mozambico così come 7, ma a 4, sono state le reti segnate dal Ciad con il Burundi.

In questo primo turno entrano quindi in campo anche le big africane: il Camerun sarà abbinato proprio alla Repubblica Centrafricana, la Nigeria sfiderà la Guinea, l’Egitto l’Uganda, il Sudafrica incontrerà il Lesotho, la Costa d’Avorio la Tanzania, mentre i campioni in carica ghanesi se la vedranno con la Namibia. Il match più interessante tra tutti, però, sarà giocato tra Marocco e Senegal, due squadre che vennero entrambe fermate al primo turno di qualificazione due anni fa (rispettivamente da Benin e Nigeria) ma che restano comunque nazionali di tutto rispetto.

Ransford Osei

Una volta completato il primo turno, quindi, le squadre vincitrici si affronteranno in un ulteriore turno di qualificazione, che dovrebbe essere disputato indicativamente tra settembre ed ottobre, per poi, il prossimo gennaio, raggiungere la Libia in casa propria e dare vita al diciassettesimo campionato africano under 20 della storia.

L’ultimo in ordine di tempo, come detto, venne vinto dal Ghana: tra il 18 gennaio ed il 1° febbraio 2008 ad imporsi in Ruanda furono proprio le Black Stars trascinate da un Ransford Osei assolutamente incontenibile.
L’attuale punta del Maccabi Haifa, che ha passato l’ultima stagione in prestito al Twente, fu infatti capace di segnare ben 7 reti, portando di forza i suoi alla vittoria.

Dopo l’1 a 1 dell’esordio contro il Camerun, passato in vantaggio dopo un solo minuto grazie alla rete della punta del Basilea Zoua e raggiunto al trentasettesimo da una rete di Ayew, arrivarono i 2 a 0 su Mali e Ruanda, che permisero ai terribili ragazzi ghanesi di chiudere al primo posto il proprio girone, venendo quindi accoppiati al Sud Africa in semifinale. Dopo il 4 a 3 di Kigali, dove andò a segno anche il neo milanista Adiyah, ecco arrivare il 2 a 0 finale raccolto contro, ancora una volta, il Camerun e deciso da una doppietta del solito Osei.

Ghana under 20 versione 2009 che ha dimostrato di essere una squadra incredibile: dopo la vittoria nel proprio continente, infatti, arrivò anche quella Mondiale qualche mese più tardi. E proprio qui si mise in mostra Adiyah: con Osei fermo a “sole” quattro reti, infatti, il recente acquisto Rossonero mise a referto ben otto goal, vincendo anche il premio come MVP del torneo oltre a quello di capocannoniere.

Non solo: nemmeno dodici mesi più tardi ben cinque giocatori presenti a quel campionato africano under 20 fanno ora parte della rosa ghanese che tanto bene sta facendo al Mondiale “dei grandi”. Davvero notevole.

Quattro posti, infine, a disposizione anche della CONMEBOL, confederazione calcistica sudamericana. Questi saranno messi in palio tra il gennaio ed il febbraio prossimo in Perù, dove si giocherà il Sudamericano under 20.

La formula sarà la solita: due gironi da cinque squadre ciascuno da cui usciranno le tre migliori che andranno quindi a formare un ulteriore girone finale, questa volta da sei squadre.
La squadra capace di imporsi qui sarà quella che succederà al Brasile campione in carica. Secondo, terzo e quarto classificato staccheranno invece gli altri tre pass per la Colombia.

I ragazzi brasiliani festeggiano la vittoria al termine del Sudamericano under 20 del 2009

Qualora fossero proprio i Cafeteros a terminare in uno dei primi quattro posti, ovviamente, sarebbe la quinta squadra qualificata a guadagnare il diritto a disputare i prossimi Mondiali di categoria.

A partire dall’Europeo under 19, insomma, inizieranno sì le lotte alla conquista dei titoli continentali, ma anche quelle relative alla qualificazione al prossimo Mondiale giovanile.
E proprio in merito a ciò spero di aver fatto un po’ più di chiarezza rispetto a come quei posti verranno assegnati.

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Si è concluso nella serata di ieri il Mondiale under 20 con la prima vittoria africana nella storia di questa competizione.

E’ il Ghana, infatti, a tornare vincitore in patria avendo battuto in finale niente popò di meno che il Brasile, tra le grandi favorite del Mondiale (qui gli highlights del match).

Per arrivare alla vittoria finale, però, il Ghana ha dovuto attendere i calci di rigore dopo che la partita si era chiusa in parità. Una parità, quella che appare guardando il risultato, che però non rispecchia appieno l’andamento della gara: il Ghana, infatti, ha giocato dal 37′ minuto in dieci uomini per l’espulsione di Daniel Addo ed ha pagato molto l’inferiorità numerica.

I Verdeoro, infatti, fanno valere l’uomo in più andando a conquistarsi il pallino del gioco e creando molte più occasioni rispetto ai propri avversari. I numeri in questo parlano chiaro: la Seleçao terrà il possesso di palla per il 57% del tempo ma, soprattutto, calcerà in direzione della porta avversaria per ben 32 volte, esattamente il doppio rispetto a quanto fatto dai ghanesi.

Alla fine però, come detto, il risultato non cambierà e per decidere la vittoria finale saranno necessari i rigori.

Dominic Adiyiah, Scarpa dOro e Miglior giocatore del torneo (fredrikstadfk.no)

Dominic Adiyiah, Scarpa d'Oro e Miglior giocatore del torneo (fredrikstadfk.no)

Grandi protagonisti della serie di rigori, quindi, saranno i due portieri, capaci di parare due rigori a testa. Decisivo, quindi, sarà il rigore sbagliato da Maicon, che segnando avrebbe consegnato la vittoria al suo Brasile. Il giovane Verdeoro, infatti, calcerà alto sopra la traversa, prolungando la serie di rigori e non chiudendo un match che era ormai vinto.

Grande vittoria ghanese, quindi. Una vittoria che resterà nella memoria di tutto un popolo per tanti anni ancora.

Ghana che oltre ad aver vinto il Mondiale può vantare anche il miglior giocatore e scarpa d’oro del Mondiale: Dominic Adiyiah.

Scarpa d’argento è invece Vladimir Koman dell’Ungheria, quella di bronzo Aaron Niguez.

Secondo miglior giocatore del torneo viene votato Alex Teixeira, mentre come terzo è stato votato Giuliano.

Miglior portiere del Mondiale, invece, è stato eletto Esteban Alvarado, portiere del Costa Rica.

La squadra Fair Play, invece, il Brasile.

Insomma, tanti campioncini in erba capaci di farci sognare in queste settimane Mondiali. E chissà che qualcuno di loro non diventi un campione del domani, ed un domani arrivi a giocarsi un Mondiale dei grandi.

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Finisce ai quarti di finale l’avventura italiana al Mondiale under 20 in corso di svolgimento in Egitto.

Al termine di una partita quantomai rocambolesca, infatti, la nostra nazionale viene eliminata da quella ungherese, che potrà quindi continuare il proprio cammino in questa competizione andando ad affermarsi come una delle sorprese di questo Mondiale, esattamente come pronosticato su questo blog ad inizio competizione.

Il match è appassionantissimo e ricco di colpi di scena, una partita al cardiopalma che resterà impressa nei cuori di questi ragazzi, e nelle retine di chi ha avuto la fortuna di assistere alla partita, molto a lungo.

Ungheria in vantaggio dopo due soli minuti, quando capitan Koman realizza un rigore assegnato da Ruiz in seguito ad una leggerezza di Gentili.

Gli italiani però non ci stanno e nonostante rimangano in 10 uomini per via dell’espulsione di Gentili trovano il pareggio a pochi minuti dal termine, quando Bonaventura, autore di un Mondiale sino ad allora incolore, si inventa una grandissima giocata, liberando Mazzotta solo davanti a Gulacsi per l’1 a 1.

Come se non bastasse, però, due soli minuti dopo il goal del pareggio arriva anche l’espulsione di Bini, che lascerà per qualche minuto l’Italia con due uomini in meno.

Dico qualche minuto perché sul finale verrà espulso anche Szekeres, riportando ad un solo uomo il vantaggio numerico degli ungheresi.

I supplementari saranno uno dei momenti di sport più intensi che io possa ricordare. Alle espulsioni dei tre appena citati si aggiungono quelle dei due allenatori, allontanati nel momento dell’espulsione a Szekeres.

Al 112′, quindi, Nemeth infila Fiorillo in contropiede: i nostri erano tutti alla ricerca del goal vittoria, ma sbilanciandosi troppo, ed avendo otto soli giocatori di movimento, lasciano alla punta di proprietà del Liverpool troppo spazio, venendo castigati.

Ci pensa però ancora una volta Bonaventura a sistemare le cose, andando a trovare un incredibile quanto insperato 2 a 2 al termine di una splendida azione solitaria.

A quel punto le cose peggiorano ulteriormente: due minuti dopo il goal del pareggio, infatti, viene espulso anche Albertazzi, l’Italia resta quindi con sette soli giocatori di movimento, due meno rispetto agli avversari.

A quel punto gli Azzurrini dovrebbero solo pensare a difendere il pareggio negli ultimi cinque minuti, ergendo una linea Maginot davanti alla porta difesa da Fiorillo.

Non andrà però così, ed i nostri continueranno a cercare la via della rete. Scoprendosi, ovviamente. Sarà quindi ancora una volta Nemeth ad approfittarne, siglando a tre minuti dal termine dei supplementari il goal che condanna i nostri all’eliminazione. 3 a 2, ma è stato spettacolo puro.

Una nazionale, quella italiana, che torna quindi a casa, ma lo fa a testa alta. Dopo una fase a gironi tutt’altro che esaltante (uno 0 a 0 striminzito col Paraguay, una vittoria anche fortunosa con Trinidad e la pesante umiliazione contro l’Egitto) i nostri hanno tirato fuori tutto l’orgoglio, andando a battere la Spagna, una delle favorite alla vittoria finale, e mettendo in scena uno spettacolo di altissimo livello contro l’Ungheria.

Certo, terminare una partita con tre espulsi deve far riflettere: abbiamo buttato via un Mondiale in maniera piuttosto sciocca.

Negli altri scontri va tutto secondo pronostico.

Il Ghana, trascinato da Adiyiah (doppietta) ed Osei (una rete), s’impone 3 a 2, con non poca fatica, sulla Corea del Sud (in goal con Park Hee Seong e Kim Dong Sub).

Il Brasile ha invece bisogno dei supplementari per avere la meglio sulla Germania. 2 a 1 il risultato finale, con Maicon che trascina in semifinalei suoi grazie ad un’ottima doppietta (di Holtby il goal tedesco).

Anche Costa Rica è costretta ai supplementari dall’UAE ed anche Costa Rica, alla fine, s’impone 2 a 1: di Martinez ed Urena i goal dei Ticos, di Ahmed Ali il goal che aprì l’incontro in favore della squadra degli emiri.

Martedì, quindi, sarà la volta delle semifinali: alle 16.30 si scontreranno Ghana ed Ungheria, mentre alle 20 sarà la volta di Brasile vs. Costa Rica. E se il primo match si presenta aperto a qualsiasi risultato (con il Ghana forse leggermente favorito), il secondo sembra avere un esito pressoché scontato, con i Verdeoro che non dovrebbero avere grossi problemi a centrare la finale.

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