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Archive for the ‘Under 21’ Category

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.


Gli Azzurrini riscattano la pessima prova giocata contro la Svezia con una prestazione di buonissimo livello, ma che non basta a superare il Portogallo.

Peccano in fase realizzativa i ragazzi di Di Biagio, che mostrano una discreta circolazione della sfera, una grande solidità difensiva ed una ritrovata dinamicità a centrocampo, fallendo però negli ultimi quindici metri, anche per via della buona prova del portiere lusitano Sà.

Ma andiamo a vedere nello specifico giocatore per giocatore come si sono disimpegnati i nostri portacolori.

Bardi 6

Di fatto fa praticamente una parata sola, allo scadere. Poco sollecitato, gara senza infamia né lode.

Zappacosta 7

Si rivede il terzino dei giorni migliori. Quello di grande gamba che arriva spesso sul fondo e crea numerosi pericoli. Davvero non capisco perché uno dei nostri “top club” ancora non ci abbia puntato. E non dico oggi, ma almeno un annetto fa. Molto bravo anche in fase di copertura ieri, tra l’altro.

Rugani 7.5

Per me il migliore in campo in assoluto. Dirige lui la difesa (credo ve ne siate accorti tutti, anche dalla tv… è lui a chiamare i movimenti della linea e a definire le spaziature) e fa una serie di interventi praticamente perfetti con cui blinda la nostra area di rigore. Desse continuità a questo tipo di prestazioni potrebbe guadagnarsi una maglia da titolare molto presto, in quel di Torino…

Romagnoli 6.5

Inizia molto bene, poi tende a giocare un po’ all’ombra di Rugani. Buonissima prestazione comunque, puntuale ed attenta.

Biraghi 6

Come ho già avuto modo di dire ha spesso mostrato di andare in affanno, anche a livello di under 21. Ieri invece ha giocato una prestazione nel complesso buona, partendo forte ed andando in difficoltà verso il settantesimo, al venir meno delle forze.
Lo stop sbagliato al novantesimo ci costa il pareggio: a tu per tu con Sà avrebbe potuto regalarci i tre punti…

Benassi 7

Il migliore tra i centrocampisti italiani. Inizia subito fortissimo, gioca ad alto livello tutto il match. Quantità e qualità, con qualche conclusione importante. Come dicevo venerdì, sicuramente uno dei giocatori da cui ripartire in vista del prossimo biennio!

Crisetig 6.5

Prestazione molto più solida rispetto a quella giocata da Viviani all’esordio contro la Svezia (che pure era partito bene, nel primo tempo). Giocatore di lotta e di governo nel fulcro del centrocampo, garantisce filtro in fase di non possesso ed amministra il gioco in fase di posseso. Mourinho lo portò in prima squadra a 16 anni, perché da sempre mostra qualità importanti. Nei giovani bisogna crederci.

Cataldi 6+

Era il più atteso tra i centrocampisti, anche dopo la buona prova da subentrante contro la Svezia, ma nel complesso è quello che a centrocampo brilla meno, pur disputando un’ottima gara. In attesa che Conte possa pensare a lui per la Nazionale Maggiore resta comunque un altro di quei ragazzi da cui ripartire in vista del prossimo Europeo under 21, quello del 2017.

Berardi 7

Alcune giocate di valore assoluto con cui manda in porta i compagni, che però non ne approfittano. Talento ne ha da vendere, ma non sempre riesce ad essere incisivo né, soprattutto, continuo. Ha però ancora solo 21 anni e tempo per maturare. Speriamo lo faccia in fretta, per il bene del calcio italiano.
Sulla carta, tra l’altro, è uno dei tanti che potrebbe giocare in under 21 anche il prossimo biennio. Conte permettendo…

Belotti 6.5

Certo, in un’Italia in cui non si riesce a segnare il primo imputato dovrebbe essere lui. Ma attenzione, il lavoro che svolge è preziosissimo in entrambe le fasi di gioco. Lotta come un matto su tutti i palloni e riesce sempre e comunque a rendersi pericoloso. Tecnicamente è ancora piuttosto grezzo, ma ha un cuore d’oro.

Battocchio 5.5

L’unico dei titolari a non raggiungere la sufficienza. Capisco a Di Biagio piaccia la sua abnegazione tattica, ma è davvero troppo impalpabile per giocare sempre titolare a questo livello.

  • dal 62′ Bernardeschi 5.5 -> La speranza era lui. Tutti a dire “ora entra, fa una giocata e la risolve”. Il problema è che non è minimamente in condizione. Gioca mezz’ora al piccolo trotto. Troppo poco. Nonostante questo proprio sul finale manda in porta Biraghi… segno che la qualità c’è tutta.
  • Dal 76′ Trotta s.v
  • Dall’84’ Viviani s.v.

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L’Italia si è inopinatamente suicidata contro la Svezia, come già aveva tentato di fare ai playoff contro la Slovacchia. Il tutto mostrando ancora una volta di essere una squadra buona tecnicamente ma totalmente fragile da un punto di vista psicologico. E soprattutto senza alcuna idea di gioco.

Così come spesso accade alle rappresentative italiane il pallone fatica a circolare. Ma soprattutto arrivato l’1 a 0 – e, soprattutto, la superiorità numerica – la squadra si ferma ed inizia a giochicchiare, pensando boriosamente di poter gestire una sola rete di vantaggio per un’ora di gioco.

Quando poi dopo il pareggio Sturaro – già di per sé tra i migliori in campo – si fa cacciare per un gesto di reazione sconsiderato la frittata è fatta ed il goal della sconfitta arriva puntuale come l’Orient Express.

Ecco, credo che nella nostra under – che pure avrebbe il potenziale anche per provare a vincerlo, l’Europeo – non si salvi nessuno. In primis un allenatore che non mi ha mai convinto.

Bardi 4

Portiere che come ho avuto modo di dire più volte non ritengo presentabile a questo livello. La gerarchia lo vuole ancora una volta titolare, quando sia Leali che soprattutto Sportiello gli sono superiori. E parlo dei soli convocati, perché a casa c’è gente come Perin – infortunato, ma non credo sarebbe stato portato – e Scuffet che gli è di molto superiore.
L’errore sul secondo goal è semplicemente imbarazzante. Con Ishak lanciato in traiettoria esterna l’ex portiere del Livorno avrebbe semplicemente dovuto controllarne l’incedere, portando fuori lo svedese e dando modo alla difesa di rientrare. Invece entra in maniera sconsiderata. Per di più fuori tempo. Da non ripresentare.

Zappacosta 4.5

Sembra non essere in condizione. Che fine ha fatto il terzino destro di gamba e fiato capace di arare la fascia destra in lungo ed in largo nel corso delle qualificazioni? Da lui ci si deve attendere molto di più. C’è da augurarsi sia stato solo un passaggio a vuoto…

Bianchetti 5

Nel primo tempo nettamente il migliore della difesa. Nella ripresa cala come tutta la squadra, ed è compartecipe in occasione del secondo goal. Tutta Italia – tranne il sottoscritto – lo vorrebbe in panchina al posto di Romagnoli (che invece avrei schierato terzino sinistro). Lui pensa bene di farlo rimpiangere.

Rugani 5.5

Un’indecisione che poteva costare cara nel primo tempo e poco altro. Nel complesso è uno dei meno negativi della squadra.

Sabelli 5

Generoso. Ma anche nel primo tempo, quello in cui l’Italia controlla bene gara e campo, sbaglia una serie infinita di passaggi. Giocare con un terzino a piede invertito è una cosa poco digeribile. Uno dei tanti perché che andrebbero chiesti al nostro tecnico.

Sturaro 3

Già prima dell’espulsione – le prove sono su Twitter – uno dei peggiori in campo. Palesemente fuori forma, imbolsito, appesantito. Non dà un minimo apporto di qualità, ma nemmeno – soprattutto – di quantità ad una squadra che con l’andare del tempo va in apnea anche per via delle sue mancanze.
Alla fine pensa pure bene di farsi espellere per un gesto di reazione che gli vale un doverosissimo cartellino rosso, spianando così la strada alla possibilità di ribaltare il risultato da parte degli svedesi.

Viviani 5

Cinque solo perché nel primo tempo è, con Berardi e Bianchetti, il migliore degli Azzurrini. Nella ripresa la sua prestazione si tramuta in un disastro totale, con passaggi – anche semplicissimi – sbagliati in serie. Partendo dal presupposto che credo sia indispensabile in questo centrocampo… se non riesce a fare nemmeno passaggi di due metri sicuramente meglio lasciarlo in panchina.

Baselli 5.5

Partiamo dal presupposto che a mio avviso non avrebbe nemmeno dovuto giocare, dato che gli avrei preferito Cataldi. Ecco, detto questo bisogna aggiungere che è forse il meno peggio dei tre di centrocampo, posto che è quello più dinamico e che fa pure non lontano dalla rete.
Comunque nulla per cui lo si possa salvare…

Berardi 5.5

Questo Europeo under 21 sulla carta potrebbe essere la competizione capace di lanciare Domenico Berardi nel grande calcio. Ma è probabile si trasformerà in una Caporetto.
Berardi parte bene. Là davanti è l’unico che mette un po’ di qualità alla manovra. Poi però si perde via anche lui, e nel complesso incide molto meno di quanto ci si aspetterebbe. Ancora non sembra maturo per il grande calcio, ma avrà un altro paio di cartucce per rifarsi.

Belotti 5.5

Attaccante di lotta e di governo, solita gran dose di sacrificio, l’accelerazione che vale il rigore del vantaggio e l’espulsione dell’altro vantaggio (quello numerico). Però è lasciato troppo solo là davanti. Non solo, lo scarso gioco della nostra nazionale per mezz’ora lo costringe a fare a sportellate con due pertiche di più di 190 centimetri sui palloni alti. Una follia cui nessuno chiedere conto al mister, come al solito protetto dai nostri organi di stampa.

Battocchio 4

Ancora non ho capito cosa ci faccia in under 21, sinceramente. E lo dico col massimo rispetto, però è un giocatore che credo non avrei nemmeno convocato, proprio.

  • Dal 61′ Verdi 5 -> Impiegato fuori ruolo, vero. Però incide poco più di niente, prendendo anche un paio di scelte sbagliate al di là del bene e del male. Va comunque detto che nell’inserire lui Di Biagio avrebbe potuto spostare Berardi seconda punta accanto a Belotti prima e Trotta poi, mettendo Verdi sulla trequarti…
  • Dal 68′ Cataldi 6 -> Ecco, l’unico minimamente salvabile. Un 6 di fiducia al possibile futuro capitano dell’under 21. Certo, sempre che – come in realtà è probabile accada – la nazionale maggiore non arrivi e se lo porti via prima del tempo!
  • Dal 78′ Trotta S.V. -> Entra e Sturaro si fa espellere. A quel punto la partita finisce, perché è palese che l’Italia sia in pappa e che arriverà a breve il goal della sconfitta. Certo non per demerito suo.

Di Biagio 3

Sicuramente il peggiore “in campo” assieme a Sturaro. Perché moltissime sue scelte sono discutibili e discusse da parecchio. E alla fine qualcuna di queste l’ha anche pagata cara, iniziando nel peggiore dei modi un Europeo che da magico potrebbe trasformarsi in un incubo.
L’Italia non è la più forte, sulla carta. Ma aveva il dovere morale di cercare di bissare la finale di due anni fa, per quanto il difficilissimo girone in cui è capitata rendeva le cose tutt’altro che facili.

Inutile dire che questa Svezia sia un avversario ostico. La realtà è che per la differenza di potenziale tra le due squadre e soprattutto per come si erano messe le cose gli Azzurrini avrebbero dovuto SPAZZARE via gli avversari. Invece l’allenatore, che già – bene ripeterlo – ha fatto scelte più che criticabili, non è stato capace di spronare i suoi a trovare subito il raddoppio che chiudesse il match. Ha lasciato giochicchiare i suoi, ed è stato – giustamente – punito.

Magari trarrà insegnamento da questa vittoria ed avrà una grande carriera. Ma la verità è che per noi, per questa Nazionale… rischia di essere già troppo tardi.


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Domani inizieranno gli Europei under 21, che personalmente ho introdotto con questa – credo – bella guida alla competizione, che potete scaricare GRATUITAMENTE cliccando qui.

Un articolo che avrei potuto inserire nella guida è quello che riguarda la “top XI pre Europeo”. Ovvero una selezione di undici giocatori – che in campo possano starci davvero – che sulla carta dovrebbero essere i migliori, quelli da cui aspettarsi di più.

Il tutto partendo da alcuni presupposti: innanzitutto il fatto che, come scoprirete leggendo la guida, mancheranno moltissimi possibili grandi protagonisti. Da Perin a Wilshere passando per Gotze ed El Shaarawy, tutta gente che per età potrebbe tranquillamente essere presente in Repubblica Ceca.

Poi il fatto che nonostante le molte assenze sono sicuramente più di undici i giocatori da tenere d’occhio, e non sempre è stata una scelta facile.

E’ un gioco, di fatto. Prendetelo come tale.

Marc-André ter Stegen

Il miglior portiere europeo under 21 in assoluto in realtà non è lui. Pensateci bene. Certo, Ter Stegen ha da poco sollevato al cielo di Berlino la Champions League, disputata da titolare con la maglia del Barcellona. Eppure c’è un altro portiere classe 92 indubbiamente più forte.

E’ belga, ed il Belgio non ci sarà a questi europei. Ma anche ci fosse stato, lui sarebbe stato semplicemente uno dei tanti assenti: Thibaut Courtois.

Dopo di lui, però, ad oggi si piazza sicuramente il portierino ex Monchengladbach. Talento da vendere, esperienza già importante, un processo di maturazione ancora in corso ma certo una “statura” importante per un giocatore rispetto cui gli avversari proveranno sicuramente un certo timore reverenziale.

Calum Chambers

Classe 95. Il che significa che giocherà di molto sotto età, essendo questo il biennio dei 92/93.

Messosi in mostra una stagione fa con la maglia del Southampton, un anno fa passò all’Arsenal, dove ha disputato già 36 match. Mica male.

Di certo qualche altro terzino destro interessante – come l’Azzurro Zappacosta – lo si può trovare nelle otto rose qualificate all’Europeo, ma altrettanto sicuramente la carta oggi ci dice che quello che potenzialmente è l’interprete migliore indossa sicuramente la maglia della nazionale dei Figli d’Albione.

In grado di disimpegnarsi anche centralmente in caso di bisogno, mi aspetto possa garantire qualità in entrambe le fasi di gioco.

Contro di lui, nello scontro che vedrà opposta la nostra nazionale a quella inglese nel corso del primo turno, dovrebbe agire l’italoargentino Christian Battocchio: auguri!

Daniele Rugani

Di lui ormai si parla già come una sorta di fenomeno, ha sentire qua e là per lo stivale. La realtà è che Rugani è un buonissimo difensore – personalmente lo inserii anche nella Carica dei 301, quindi i miei scritti parlano per me – che però ancora non ha quell’esperienza internazionale e quella solidità consolidata che si confà ai giocatori che ricevono elogi sperticati quanto lui.

La realtà delle cose è che la crisi del calcio italiano ci sta facendo aggrappare con tutte le nostre forze a quei relativamente pochi ragazzi di talento e maturità che nonostante la giovane età riescono già oggi a giocare ad un certo livello.

In questo senso Rugani ha dimostrato di reggere la Serie A senza problemi, ma personalmente non avevo dubbi. Ora l’anno prossimo farà sicuramente un passo avanti, che sia Juventus o prestito ad una squadra che, plausibilmente, giocherà in Europa (si parla di Sampdoria).

Prima, però, dovrà confermarsi come uno dei migliori giovani difensori a livello europeo. Classe 94, giocherà anche lui da sotto età.

Matthias Ginter

Debbo dire che la tentazione di inserire la coppia presumibilmente titolare della nostra Nazionale – e quindi Romagnoli per Ginter – l’ho anche avuta, ma ritengo che oggi sulla carta il tedesco dia più sicurezze.

Campione del Mondo in carica, avendo partecipato alla spedizione di un anno fa in Brasile, Ginter lasciò Friburgo proprio in quel periodo per tentare il salto – ad oggi fallito – al Borussia Dortmund.

Il tempo e le prospettive restano comunque tutte dalla parte di questo rocciosissimo difensore centrale di 189 centimetri per 87 chilogrammi.

Anche lui nato nel 1994, sarà uno dei tanti sotto età che potremo ammirare nel corso della competizione.

Raphaël Guerreiro

Giocherà invece da “in età” Raphaël Guerreiro, terzino sinistro portoghese di proprietà del Lorient.

Debbo dire che sulla fascia sinistra – pensate ad esempio che l’Italia potrebbe schierare l’oggi non irresistibile Biraghi, o in alternativa il “destro” Sabelli – non ho visto moltissima scelta di livello, quantomeno scelte sulla carta inferiori agli altri ruoli.

Alla fine ho scelto quindi questo giocatore dalle doti spiccatamente offensive che punta a diventare a breve un membro della Nazionale maggiore lusitana. Coentrao è avvisato.

Emre Can

Dovrebbe poi giocare a centrocampo, plausibilmente proprio come mediano in una linea a due uomini, il Reds Emre Can. Che, classe 94, sarà uno dei tanti sotto età della competizione (e di questa formazione).

Il ragazzo lasciò la Baviera un anno fa per passare a Liverpool, dove pur con diversi problemi – un po’ tutti avrete visto quanto sia stata difficoltosa la stagione di Gerrard e compagni – lui è riuscito in qualche modo ad imporsi, giocando per altro in diversi ruoli, prevalentemente in difesa.

Il centrocampista tedesco di origine turca ha sicuramente una grandissima base tanto tecnica quanto fisico-atletica e si candida ad essere uno dei migliori giocatori della competizione.

Pierre-Emile Højbjerg

Dallo stesso settore giovanile, ovverso sia quello del Bayern Monaco, esce anche il danese Pierre-Emile Højbjerg, unico giocatore non tedesco, italiano, portoghese o inglese presente in formazione.

Ammetto che questa è stata la scelta più difficile tra le undici.

Ero infatti tentatissimo di prediligere Stefano Sturaro, un giocatore con gambe e polmoni eccezionali che ad un’eccellente capacità di portare “quantità” alla propria squadra abbina anche una più che discreta “qualità”.

Alla fine, però, ho prediletto un giocatore tecnicamente molto dotato – probabilmente tra i più dotati del torneo – come appunto il ragazzo che ha passato gli ultimi sei mesi in prestito all’Augsburg.

Saranno sicuramente lui e Fischer i due giocatori cui, in fase di costruzione, dovranno aggrapparsi i giovani danesi.

Domenico Berardi

Ammetto che a me questo ragazzo non convince ancora del tutto.

Oddio, intendiamoci: parliamo di un classe 94 che di talento ne ha da vendere, è sicuro. Che in Serie A, in due anni, ha già dimostrato non solo di starci, ma di saper anche incidere. Per quanto non in maniera del tutto costante, ancora.

Però molti lo dipingono come un fenomeno, cosa che al massimo – e forse – può essere giusto in potenziale.

Di certo, però, a livello di under 21 ha un potenziale, appunto, tale per cui potrebbe essere su per giù devastante.

Non il miglior giocatore sulla carta, ma di sicuro uno dei migliori in assoluto. Tanto da meritarsi la titolarità in questa sorta di Top XI.

Ora ripaghi sul campo tutte le aspettative che ci sono su di lui. Di fatto credo sia la chiave di volta per la nostra Nazionale.

Max Meyer

Nato nel 1995, ha già più di 70 match disputati in maglia Schalke e un esordio con la Nazionale maggiore alle spalle.

Di fatto credo possa bastare questo per far capire un po’ a tutti che, almeno sulla carta, non ci si può non aspettare moltissimo da questo peperino di 173 centimetri che fa di rapidità e qualità tecnica le proprie armi vincenti.

Davvero un buon giocatore, che mi aspetto possa risultare trascinante, pur sotto età, in una Nazionale che parte coi favori del pronostico.

Bernardo Silva

Il suo trasferimento al Monaco ha fatto discutere molto, essendo arrivato per più di 15 milioni a fronte del fatto che non poteva valerne così tanti, vista la scarsissima esperienza pregressa. Ma lì ci sono dietro i soliti fondi di speculazione, quindi vale tutto…

A prescindere da questo parliamo comunque di un buonissimo talento che ha tecnica da vendere e che in una nazionale di palleggiatori si trova a meraviglia coi tanti compagni altrettanto dotati sotto questo profilo.

In realtà debbo dire che me lo aspetterei partire più centrale, con Rafa Silva a sinistra. Ma come mostrato nel Monaco parliamo di un ragazzo che può occupare tutte le posizioni della trequarti senza alcun tipo di problema. Tra cui, appunto, quella di esterno sinistro, forse in assoluto quella in cui può rendere meglio.

Harry Kane

Viene da una stagione strepitosa e non potevo che inserire lui come prima ed unica punta di questa sorta di Top XI.

Giocatore che volendo potrebbe anche far reparto da solo, nel probabile 4-4-2 inglese sarà invece affiancato da Saido Berahino, con cui sulla carta forma forse la coppia migliore dell’intera competizione.

Quest’anno è stato a tratti devastante e per lui si parla di cifre assurde, qualora dovesse muoversi sul mercato (50/60 milioni, non due spicci).

Inutile dire che ad oggi parte col potenziale per fare onde e trascinare la propria Nazionale. Ora c’è da capire se si confermerà sul campo.


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Si sono giocate tra ieri ed oggi le gare di andata  del playoff di qualificazione al prossimo Campionato Europeo under 21.

Le quattordici squadre qualificate si sono quindi fronteggiate in questo primo match che porterà le nazionali migliori in Repubblica Ceca tra il 17 ed il 30 giugno dell’anno prossimo.

Iniziamo con la nostra Italia, impegnata a Zlaté Moravce contro i “cugini” dei padroni di casa, la Slovacchia.

Beh, la squadra di Di Biagio ha iniziato il match in maniera non esattamente decisa, lasciando sin troppo l’iniziativa ai padroni di casa, che comunque non hanno creato particolari grattacapi alla nostra retroguardia.

Italia schierata con l’ormai classico 4-2-3-1 col solito Bardi in porta, Zappacosta e Biraghi come terzini, Bianchetti ed il rientrante Rugani (aggregato alla Nazionale maggiore, ha lasciato il ritiro di Palermo a seguito dell’infortunio di Romagnoli) a completare il pacchetto difensivo. I due mediani sono stati invece Viviani e Baselli, con la tripla B sulla trequarti (Berardi-Bernardeschi-Battocchio) a supporto della quarta B, Belotti (curioso, otto titolari su undici hanno il cognome che inizia con questa lettera).

Con il passare dei minuti l’Italia ha quindi iniziato a mettere la testa fuori dal guscio, sbagliando però molto. In particolar modo Berardi e Belotti hanno sprecato almeno tre o quattro chance nitide per aprire e chiudere il match.

Il vantaggio è quindi arrivato sugli sviluppi di un corner, proprio grazie alla punta del Palermo. Una volta in vantaggio il match non è comunque cambiato: i nostri ragazzi l’hanno fatta da padrone, senza però riuscire a trovare il colpo del K.O.

Su uno dei tanti errori di Belotti, per me peggiore in campo nonostante il goal, è quindi partito il contropiede letale dei padroni di casa, capaci di trovare il pareggio con l’unico vero tiro in porta del match. Nell’occasione Zappacosta non difende benissimo su Zrelak, che controlla in maniera anche un po’ fortunosa e poi trafigge Bardi con un buon diagonale dal limite.

Al ritorno servirà una prova molto più pragmatica per strappare l’accesso alla fase finale, sempre ricordando che siamo i vicecampioni in carica dopo il discreto Europeo disputato dall’under di Mangia lo scorso anno.

Giovedì era invece stata la volta di Olanda – Portogallo, affrontatesi in quel di Alkmaar agli ordini del greco Tasos Sidiropoulos.

Una gara in cui gli ospiti si sono addirittura permessi di schierare un classe ’97, quel Ruben Neves che inserii nella Top XI dell’ultimo Europeo under 17 e che ho schedato anche nel mio ultimo libro, (“La carica dei 301″, vi invito a comprarlo, costa solo 1 euro!). Un giocatore quindi di ben cinque anni più piccolo rispetto ai più “vecchi” in campo (questo è infatti il biennio dei 92-93).

Olanda che nonostante i molti giocatori di valore in campo palesa una generazione non all’altezza degli ultimi trent’anni della propria storia. Così sebbene possa schierare giocatori come Rekik, l’ex interista Castaignos, Maher (schedato nel mio primo libro, “La carica dei 201″ ) e la coppia Willems-Aké (entrambi, anch’essi, presenti ne “La carica dei 301″) l’Olanda non entra mai davvero in partita, ed alla fine è battuta con un sonoro – e probabilmente risolutivo – 2 a 0 dai portoghesi.

Di Sergio Oliveira e Carlos Mané le reti che regalano questa importantissima vittoria esterna ai giovani lusitani.

Terza gara che sono riuscito a gustarmi è stata quindi Francia – Svezia, disputatasi a Le Mans agli ordini del danese Kenn Hansen.

Una gara con davvero poca storia, in cui la superiorità transalpina è emersa in ogni reparto ed in ogni aspetto di gioco.

Francesi in campo con il filippino Areola a difesa dei pali ed una difesa a quattro composta da Kurzawa, Umtiti, Laporta e Zouma (questi ultimi due presenti ne La carica dei 301, assieme ai compagni Martial e Coman).
A centrocampo ecco schierati invece Imbula e Kondogbia come diga in mediana, con Ntep e Sanson ad inventare e rifinire e Thauvin e Martial a provare a pungere.

Una gara come detto a senso quasi unico, in cui i padroni di casa si sono imposti grazie alle reti di Thauvin (rigore) e Kondogbia (testa sugli sviluppi di un corner).

Ed in cui hanno corso qualche pericolo solo per l’ottima prestazione mostrata dall’ex Manchester City Guidetti, che ha fatto il diavolo a quattro per provare a vestire i panni dell’Ibrahimovic dell’under 21, non riuscendo però nell’impresa di trascinare i propri compagni a risultato.

La vittoria più larga è quindi maturata in Ucraina – Germania, giocata a Cerkasy e diretta dal turco Halis Ozkahya.

Il vantaggio arriva già nel primo tempo, al 35esimo, ed è firmato da Philipp Hoffmann. All’intervallo Hrubesch inserisce dalla panca il talento del #carica301 Meyer e la Germania mette al sicuro il passaggio del turno, con le reti realizzate da Volland e dall’altro Hoffmann, Jonas.

Vince anche l’Inghilterra, impegnata al Molineaux Stadium di Wolverhampton contro la Croazia, gara diretta dallo spagnolo Javier Estrada.

Croati che in realtà passano in vantaggio dopo soli tredici minuti quando l’ex interista Livaja gela il pubblico di casa e regala una speranza agli ospiti.

Speranza messa però in ghiacciaia al 58esimo, quando Kane trovare il pareggio. A cinque dal termine, quindi, è un rigore di Berahino a fissare il punteggio sul 2 a 1 finale, che da un certo vantaggio ai giovani d’Albione in vista del ritorno di martedì.

Chiudono il lotto delle gare di playoff due 0 a 0.

Il primo è stato fatto registrare a Jagodina, dove Serbia e Spagna hanno impattato senza riuscire a violare le rispettive reti.

Iberici che schieravano una potenza di fuoco devastante, con Deulofeu, Isco, Muniain e Morata in campo contemporaneamente dal primo minuto, ma che nonostante questo non sono riusciti a bucare la resistenza della sempre arcigna Serbia, nazionale che almeno a livello giovanile è sempre un bruttissimo cliente da affrontare.

Il secondo è invece maturato all’Aalborg Stadion, dove si sono affrontate Danimarca ed Islanda.

Tutto rinviato a martedì, quindi.

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La rincorsa della nazionale under 21 di Gigi Di Biagio verso i playoff di qualificazione ai prossimi Europei di categoria è stata affannosa.

Ma alla fine, soprattutto grazie allo sprint finale, gli Azzurrini ce l’hanno fatta: primo posto nel girone e testa di serie al sorteggio, che ci ha assegnato un avversario comunque scomodo: la Slovacchia.

Un movimento calcistico che vuole crescere e mettere il proprio nome sul planisfero calcistico.

Per farlo, va da sé, si deve passare anche da sfide come quella che vedrà i loro under 21 sfidare i nostri, con vista sulla Repubblica Ceca.

Proprio per conoscere meglio la squadra che il mese prossimo ci contenderà un posto all’Europeo (che, ricordo, darà possibilità di qualificarsi alle Olimpiadi di Rio) ho interpellato Massimo Tanzillo, attivo da anni in rete col suo progetto “Generazione di Talenti” e da qualche tempo anche come talent scount, attività che gli ha permesso di sondare a fondo proprio il calcio giovanile slovacco…

L’urna è stata chiara: Slovacchia. Iniziamo col tratteggiare i contorni generali di questo team. Che tipo di squadra è?

La definirei una squadra ostica. Ha delle individualità importanti che ben si inseriscono in una buona organizzazione di gioco architettata da mister Galad. Diciamo che se il calcio slovacco ad alti livelli non sta vivendo un ottimo periodo può però guardare al futuro con fiducia.

Molti tifosi italiani hanno tirato un sospiro di sollievo. Eppure la Slovacchia nel girone ha sopravanzato la temibilissima Olanda, strappando anche una vittoria esterna storica proprio nel corso dell’ultima giornata…

Come ti anticipavo prima, l’esito dell’urna potrebbe erroneamente far pensare ad un avversario facile per l’Italia, mentre la Slovacchia è stata capace di arrivare prima nel suo girone con 17 punti mettendosi alle spalle nazioni più quotate come Olanda e Scozia. La vittoria è ampiamente alla portata degli italiani, che dovranno però affrontare la partita con il giusto spirito e massima attenzione.

Veniamo un po’ più nel concreto, ai singoli. Prima di chiederti di indicarci tu i giocatori più talentuosi e temibili di questa Slovacchia under 21 ti faccio qualche nome io. Partendo dai due migliori marcatori della squadra: Adam Zreľák ed Ivan Schranz, entrambi autori di quattro marcature.

Zrelak è balzato agli onori della cronaca dopo un ottimo finale nella stagione scorsa, giocato da titolare tra le fila del Ruzomberok (8 reti per lui). E’ un attaccante molto forte fisicamente che predilige partire largo per poi sfruttare la sua stazza e infilare le difese avversarie. Mi risulta ci sia il Cska Mosca su di lui.
Schranz invece gioca nello Spartak Trnava ed è stato forse la sorpresa di questo gruppo riuscendo ad andare a segno con continuità. Vanta già anche una discreta esperienza in campo internazionale avendo giocato con il suo club le qualificazioni di Europa League e il doppio match con lo Zurigo.

Nella rosa della Slovacchia ci potrebbero essere poi un paio di conoscenze del nostro calcio: Martin Valjent, difensore centrale in forza alla Ternana, e l’ex bresciano Richard Lašík, tornato lo scorso luglio allo Slovan Bratislava.

Lasik è da sempre un mio pupillo. In Italia ha forse pagato l’eterno paragone con Hamsik, avendo una storia calcistica simile, ma a mio modo di vedere l’ex bresciano può dare il meglio di sé in chiave di regia, quindi giocando qualche metro dietro rispetto al partenopeo. In patria potrà sicuramente percorrere la carriera che merita.
Anche Valjent è già una conoscenza del nostro calcio, la Ternana lo prelevò dal Dubnica, nasce difensore ma può giocare anche a centrocampo e quest’anno è già sceso in campo in serie B contro Pescara e Crotone.

Beh, da massimo esperto di giovani slovacchi non posso che chiedere a te, ora, di fare qualche nome!

Oltre ai nomi già citati sicuramente il primo che pongo alla vostra attenzione è il centrale di difesa Ninaj, gioca nello Slovan Bratislava e denota grande personalità e sicurezza.
Al suo fianco dovrebbe giocare il lunghissimo Hudak, suo compagno di squadra anche nello Slovan e che ho avuto modo di portare personalmente da giovanissimo in Italia al San Paolo e ora ci ritornerà da professionista nel match di Europa League contro il Napoli.
Mi spiace sia uscito dal giro causa infortunio Pinter, centrale mancino dello Zlate Moravce che ho proposto quest’estate ad un paio di squadre italiane.
Degni di citazione, infine, sono sicuramente anche Ondrej Duda (forse quello con più potenziale di tutti) che ha il compito di collegare il reparto di centrocampo a quello di attacco e il terzino sinistro Mazan del Senica, club con cui ho il piacere di collaborare a stretto contatto.

Buttando un occhio al futuro e pensando già al prossimo ciclo di under 21, ci sono giocatori da tenere particolarmente d’occhio?

Sicuramente punti di forza del prossimo gruppo U21 saranno Satka (difensore già in forza al Newcastle), Kosorin (punta titolare nel già citato Fk Senica) e la coppia dello Zilina Lupco e Mihalik. Infine di grande prospettiva, ma non nell’immediato dell’U21 ovviamente, è Denis Baumgartner trequartista classe ’98 acquistato dalla Sampdoria e che avevo avuto modo di far provinare anche alla Juventus.

In ultimo non posso non chiederti un pronostico: chi passa?

Anche se sono un grande appassionato del calcio dell’est resto un tifoso dell’Italia che d’altronde è tecnicamente e tatticamente nettamente superiore. Forza Azzurri!

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Finito l’Europeo under 21, pur con qualche giorno di ritardo, vi propongo la mia top 11 del torneo.

Che, ovviamente, non poteva non essere dominata dalla Spagna, mattatrice del torneo e capace di distruggere la pur buona squadra allenata da Mangia in finale.

Poco spazio, invece, per i nostri colori: la difesa non è stata all’altezza, a centrocampo Verratti ha deluso e gli spagnoli sono stati troppo superiori, davanti trova spazio solo, pur adattato, l’ottimo Gabbiadini.

L’unico altro giocatore che avrebbe potuto giocarsela sarebbe stato Bardi, cui però preferisco Nyland, autore di un torneo – in particolare la semifinale – davvero giocato ad ottimo livello.

Ma bando alle ciance, ecco chi e perché ho inserito in questa top 11!

Orjan Nyland – Norvegia
Il portierino del Molde mette in mostra grandissime doti, parando di tutto soprattutto in semifinale contro la Spagna (purtroppo per la sua Norvegia, non è stato abbastanza).
Ha sfruttato benissimo la vetrina europea. Vedremo chi si muoverà su di lui.
Ovviamente poteva starci anche il nostro Bardi (e nessun altro, per quanto mi concerne… nemmeno De Gea), ma dovevo scegliere un solo portiere ed alla fine la scelta è caduta sul norvegese.

Martin Montoya – Spagna
E pensare che il tanto vituperato Luis Enrique voleva portarlo a Roma appena sbarcato nella capitale. Ci aveva visto lungo. Ennesimo talento interessante sfornato dalla Masia. Ara la fascia e supporta la propria fase offensiva con grande continuità. Sembra maturo per potersi testare con continuità ad alto livello. Il dopo Dani Alves è servito?

Inigo Martinez – Spagna
In finale non è certo perfetto, ma nel corso del torneo si dimostra difensore molto solido. E’ tra i prospetti – almeno difensivi – più importanti di Spagna.

Martins Indi – Olanda
Forse il centrale più completo dell’intera competizione. Atleticamente devastante, tecnicamente più che discreto, tatticamente abbastanza evoluto. Unica piccola pecca, non sempre è concentratissimo per tutti i novanta minuti. Ma è ancora giovane, potrà crescere molto in questo senso.
Avrebbe forse bisogno di lasciare l’Olanda per testarsi su palcoscenici più importanti.

Daley Blind – Olanda
Figlio del grande Danny, gioca alla grande sulla sua fascia formando col compagno Indi un’ottima coppia sul centro-sinistra della difesa Oranje. Nella sua breve carriera non ha ancora dato le giuste garanzie che togliessero ogni dubbio su di lui, ma in questo Europeo ha messo in mostra buoni mezzi. Vedremo se saprà confermarsi sul medio-lungo periodo.

Asier Ilarramendi – Spagna
Uno dei giocatori che più mi è piaciuto in assoluto in questo Europeo. Mediano dai piedi educatissimi, è fondamentale nel dare equilibrio alla sua squadra. Mentre tutti decantano le – incredibili – doti di Isco e Thiago Alcantara lui fa il lavoro sporco e permette alle Furie Rosse di dominare il torneo.

Thiago Alcantara – Spagna
Tecnicamente di un altro pianeta, gioca su ottimi livelli fino alla finale, dove esplode letteralmente. Ennesima perla di valore assoluto sfornata dalla Masia. Qualità al potere.
Grazie alla tripletta finale si laurea vicecannoniere del torneo alla pari con Isco e dietro al connazionale Morata.

Georginio Wijnaldum – Olanda
Due reti nelle prime due gare, poi un pochino si spegne. Nel complesso è però uno dei giocatori che meglio ha giocato in quest’ultimo Europeo under 21.

Isco – Spagna
Se dovessi scegliere il titolo di MVP del torneo sceglierei lui e senza alcun dubbio. Potenzialmente è davvero un fenomeno. Tre goal nell’arco del torneo, ma soprattutto tante giocate di alta qualità. Dopo aver impressionato tutti nell’ultima Champions, gioca da assoluto protagonista anche in Israele.
Iniesta alla sua età era così devastante?

Manolo Gabbiadini – Italia
Mangia non gli dà mai piena fiducia ed è un vero peccato perché è lui il giocatore che, là davanti, può fare meglio (quantomeno quello più in forma). Cambia la gara contro l’Inghilterra e realizza un’ottima doppietta contro Israele. Ha un sinistro che fa male.

Alvaro Morata – Spagna
Scarpa d’Oro del torneo, esattamente come capitò due anni fa nell’Europeo under 19 disputatosi in Romania (e ovviamente vinto dalla Spagna). Segna in tutte le gare meno che in finale, dove comunque devasta la difesa Azzurra. E’ assolutamente decisivo nel passaggio del primo turno, con due reti che decidono i match giocati contro Russia e Germania.

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E’ un’ottima Italia quella che batte l’Inghilterra 1 a 0 nell’esordio agli Europei under 21 d’Israele.

La strada per il successo è ancora lunga e irta d’ostacoli (che portano i nomi principalmente di Germania, Spagna e Olanda), ma il piede usato per iniziare quest’avventura è quello giusto: gioco, fame, punti.

Se l’Inghilterra ha deluso abbastanza è quindi anche merito di un’Italia che ha provato ad esprimere tutto il suo potenziale in un match sostanzialmente dominato, sicuramente meritato. Il tutto nonostante la partita sia stata indirizzata solo da una rete trovata su punizione dal folletto napoletano: Lorenzo Insigne.Devis Mangia

Ma andiamo a vedere più nello specifico le prestazioni dei singoli (mi limito ai nostri ragazzi per questioni di tempo)…

Bardi 6,5
Forse non è il portiere under 21 in assoluto più talentuoso d’Italia, fattostà che Mangia ha ormai scelto lui da tempo per difendere i pali di questa nazionale. E Francesco risponde bene. Poco impegnato nel corso del match, si dimostra comunque molto sicuro nelle uscite, specialmente alte. Fondamentale che spesso dà problemi a molti suoi colleghi. L’unica vera parata del match la compie a tempo ampiamente scaduto, salvando così la vittoria.

Donati 7
E’ forse il difensore più snobbato dei quattro dagli addetti ai lavori, ma ancora una volta si conferma motorino instancabile e terzino molto attento. Ottime due diagonali difensive nel primo tempo con cui blinda la porta, supporta con costanza – anche se non enorme qualità – la manovra offensiva.

Bianchetti 6
Tra tutti i difensori convocati da Mangia è probabilmente il mio personalissimo favorito. Contro gli inglesi però non dimostra le sue qualità. Sembra un po’ piantato sulle gambe e si limita a controllare. Di certo Donati gli dà una gran mano.

Caldirola 6,5
Molto rivedibile in fase di impostazione e ripartenza quanto deciso e decisivo nei contrasti corpo a corpo con gli avversari. Se puntato va in difficoltà, ma quando ti tratta di scontro fisico, anche grazie all’esperienza accumulata in anni di gare giovanili internazionali, si dimostra molto solido.

Biraghi 6
Deve guardare le spalle di Insigne e forse per questo resta molto bloccato in difesa. Anche lui, come Bianchetti, gioca cercando di limitare al minimo le sbavature, ma nel complesso non impressiona.

Florenzi 6,5
Corre instancabilmente per tutto il campo presidiando ottimamente la fascia destra e proponendosi più volte al cross. Personalmente credo che meritasse di ottenere il rigore quando, nel primo tempo, salta un avversario in tunnel e poi lo salta fisicamente per non essere tranciato dalla scivolata. Il contatto è minimo, ma il danno procurato è palese ed enorme.

Marrone 6,5
Non è a posto fisicamente ma regge bene a centrocampo, dando quel suo classico mix di qualità e quantità che lo hanno portato ad essere una delle colonne di questa nazionale.
(Dall’86’ Rossi s.v.)

Verratti 6
A parer mio sufficienza solo stiracchiata per uno dei – potenzialmente – migliori giocatori dell’intera competizione. Sarà forse che dopo aver vinto la Ligue 1 ed aver giocato in Champions League si senta la maglia di una nazionale under troppo stretta addosso, ma fondamentalmente giochicchia. Mettendo sì in mostra, di tanto in tanto, qualità superiori alla norma. Ma non è abbastanza. Sinceramente: uno come lui dovrebbe fare onde a questo livello. Si accontenta di giochicchiare.

Insigne 7
Il calcio scorre dentro di lui. Gli viene tutto normale. E’ un predestinato. Intendiamoci, non sarà mai Maradona. Ma è palesemente nato per praticare questo sport. Fondamentalmente il giocatore più pericoloso in campo, sa muoversi da grande calciatore e risolve la partita con una punizione al bacio. Il giocatore cui l’Italia deve aggrapparsi per provare a vincere quest’Europeo (e, per fortuna, non è nemmeno l’unico di qualità).

Borini 6
Si danna l’anima ma è troppo evanescente là davanti. Generoso come sempre, deve cercare di essere più incisivo. Del resto, almeno in nazionale, gioca da seconda punta.
(Dal 78′ Destro s.v.)Manolo Gabbiadini

Immobile 5,5
Unico, a mio parere, a non raggiungere la sufficienza, arrivando solo a sfiorarla. Anche lui, come Borini, deve essere più incisivo e decisivo sottoporta. Si muove bene in un paio d’occasioni arrivando a calciare. Senza però prendere la porta. Anche lui ha dentro di sé il fluido. Gli scorre il gioco nelle vene. Deve solo lasciarsi andare…
(Dal 59′ Gabbiadini 7
Entra a mezz’ora dal termine e dà, da solo, più incisività alla squadra di tutti i compagni di reparto messi assieme. E’ lui, con un gran numero, a guadagnarsi la punizione dal limite che Insigne trasforma nel goal vittoria. Ed in un paio d’occasioni prova anche a rendersi pericoloso di sua iniziativa. Far entrare a partita in corso uno come lui significa avere un grande potenziale là davanti.)

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Inghilterra ed Irlanda del Nord si affrontano in un match amichevole che rispetta in pieno le attese: ritmi non eccessivi, pochi colpi proibiti, padroni di casa superiori.

Per vedere la prima occasione realmente pericolosa però bisogna aspettare più di un quarto d’ora. Quando Hodson in ripiegamento fa una pazzia ed, in area, regala palla a Townsend. Appoggio in mezzo all’accorrente Wickham, calcio di prima intenzione e traversa piena a negare il vantaggio, coi nordirlandesi che poi riescono a liberare in qualche modo, e non senza affanni.

Passa un altro quarto d’ora prima che la partita torni a vibrare. Sempre Townsend protagonista, con una penetrazione da sinistra che si chiude con un cross basso ben respinto da Conor Devlin, estremo difensore ospite di proprietà del Manchester United.
Un altro paio di minuti e l’Inghilterra sfiora davvero il goal. Questa volta è capitan Henderson, dalla trequarti, a mettere il pallone dentro, dove Wickham lo stoppa per girarlo in porta, trovando però sulla sua strada il portiere avversario, bravo a chiudere in angolo.

Dopo una mezz’ora un pochino soporifera la partita inizia quindi a scaldarsi. Al trentanovesimo è Ince a cercare la via della rete con un’azione personale che va a concludere con un tiro interessante ma ben respinto da un sempre attentissimo Devlin.
Il tempo di far fare un giro intero di orologio alla lancetta dei minuto ed ecco McEachran effettuare un lancio al bacio per lo stesso Ince, che scattato sul filo del fuorigioco si porta in area dove viene strattonato malamente da Tom Flanagan. Con l’arbitro dell’incontro, John Beaton, che – piuttosto clamorosamente – decide di lasciar correre.

Il goal è però nell’aria e arriva proprio allo scadere, quando il capitano scodella al centro un calcio di punizione battuto dalla destra e Wickham fa valere il suo fisico per raggiungere il pallone e girarlo in porta con un colpo di testa preciso.

Anche nella ripresa continua il monologo inglese. Con la nazionale di calcio dei Tre Leoni che si porta nuovamente vicino alla rete grazie alla conclusione di Jack Robinson su iniziativa di Andros Townsend. Ancora una volta, però, c’è Devlin a sbattere la porta in faccia ai giovani sudditi della Regina Elisabetta.
All’ora esatta di gioco è invece ancora Ince a rendersi pericoloso, ben imbeccato da Powell. Il tiro dell’ala del Blackpool non trova però lo specchio della porta, per la disperazione di un Connor Wickham che, sulla destra del compagno, avrebbe voluto essere servito per battere a rete da posizione favorevolissima.

Logico che in un’amichevole del genere entrambe le squadre si “lascino andare” a molte sostituzioni.
Ecco quindi che nel classico turbinio di questi secondi tempi vanno un po’ a saltare schemi ed equilibri. Nonostante questo è l’Inghilterra a tenere il pallino del gioco.

Al settantatreesimo è il solito Ince a provare l’imbucata personale, saltando tre uomini per trovare ancora una volta la grande opposizione di Devlin sul più bello.
Due primi più tardi si chiude il match: Afobe dà dimostrazione di tutta la sua rapidità, entra in area per provare a saltare l’estremo difensore avversario che però lo atterra. Sul dischetto si presenta lo stesso Benik che fredda Devlin, per il 2 a 0 finale.

L’ultimo quarto d’ora scorre quindi senza più molto da dire. Così che l’under 21 di Stuart Pearce può uscire dal Bloomfield Road con un buon 2 a 0 e una certa serenità pensando al futuro.

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E’ un’Italia ordinata quella che scende in campo a Siena contro i campioni europei in carica a livello di under 21.

Privato di numerosi cardini della propria squadra (da infortuni e convocazioni “maggiori”) Mangia deve arrangiarsi dando fondo alla profondità del parco giocatori a disposizione per un undici titolare che vede il solito Bardi essere preferito a Perin, con una linea difensiva composta – da destra a sinistra – da De Sciglio, Capuano, Caldirola e Frascatore ed un centrocampo dove si disimpegnano Sala, Crisetig, Marrone e Saponara. Davanti confermata la coppia De Luca – Immobile.

Curiosità, invece, per quanto riguarda Deulofeu, stellina della cantera Blaugrana definito come la stella più lucente cresciuta alla Masia nel dopo Messi.

E se la Spagna sta dominando il calcio mondiale ad ogni livello non è certo un caso. Detto-fatto ecco l’Italia costruire una buona azione, con un tiro di Crisetig dal limite facilmente parato, e sul ribaltamento di fronte l’imbucata centrale per Rodrigo che scatta sul filo del fuorigioco, salta facilmente Bardi e segna la dodicesima rete (in dieci partite) in under 21.

Come non bastasse poco dopo la mezz’ora ecco il raddoppio: difesa altissima, Deulofeu la buca con un filtrante per Sarabia che scatta poco oltre il centrocampo arrivando palla al piede fino in area, dove restituirà palla all’ala Blaugrana che depositerà facilmente in rete a porta vuota.

All’intervallo si arriverà quindi sul 2 a 0 per gli ospiti, frutto di un’Italia solo discreta davanti (comunque incapace di pungere) e assolutamente orribile, almeno a tratti, dietro, dove il meccanismo del fuorigioco non funziona e la linea a quattro sembra traballare più che mai, lasciando praterie in cui i vari Deulofeu, Rodrigo, Sarabia ed Isco (grande qualità complessiva) sguazzano beati.

A scuotere una ripresa tutto sommato monotona ci pensa proprio uno “spagnolo”, l’ex interista Longo. Che ben imbeccato da un lancio d’esterno di Sansone s’infila alle spalle di un avversario per battere Marino con un bel tocco “da futsal” sul secondo palo.

Il goal della punta in prestito All’Espanyol scuote gli Azzurrini, che salgono in cattedra e, anche complici le tante sostituzioni spagnole, provano a ricucire il risultato.
Così nell’arco di una manciata di minuti Gabbiadini (ancora una volta gli è preferito De Luca) si rende pericoloso un paio di volte, ma senza fortuna.

Spagna che non vuol però restare a guardare. Così Marc Bartra, difensore centrale scuola Barça, sale palla al piede, scambia con un compagno al limite dell’area e cerca di bucare Bardi con un tocco a tu per tu, che vede però il portiere livornese mettere una pezza con la manona sinistra.

Iberici che però alla mezz’ora traballano come non mai. Nel giro di pochissimi secondi infatti l’Italia sfiora per due volte il goal: dapprima Longo difende benissimo palla e serve De Sciglio, che è fermato solo da una respinta di un difensore sulla linea. Poi, sul prosieguo dell’azione, arriva il diagonale di Gabbiadini, che è messo in angolo dal buon tuffo di Marino.

A cinque dal termine Longo salta Bartra grazie ad un rimpallo (ed aiutandosi con una mano) per non riuscire però a bucare l’estremo difensore avversario.

Allo scadere arriva il 3 a 1. Muniain taglia la difesa con un filtrante che imbecca Alvaro. Bardi saltato facilmente, goal.

Si chiude così un match in cui l’Italia ha messo in mostra limiti evidentissimi soprattutto in fase difensiva, con capitan Caldirola autore di una brutta prova, Capuano e Frascatore a far certo non molto meglio ed il solo De Sciglio, spostato a centrocampo con l’entrata di Donati, a “salvarsi”.

Maluccio nel complesso un po’ tutti i titolari. Indubbio dire che l’Italia giovi di numerose sostituzioni (Sansone, Gabbiadini e Longo danno quel quid in più là davanti che permette all’Italia di giocarsela e, forse, perdere immeritatamente).

Rimandata la Spagna. Palese che le Furie Rosse, comunque un po’ raffazzonate (basti pensare che Muniain parte in panchina), avrebbe ben altro approccio in un match ufficiale.
E, nonostante questo, ne fanno tre.

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Missione compiuta.

Gli Azzurrini di Devis Mangia tornano a casa dalla Svezia con il biglietto aereo per Israele ben saldo nelle proprie mani.

Partita quasi assurda quella disputata a Kalmar con un’Italia nel complesso superiore ma che dopo aver trovato il doppio vantaggio sbanda e sembra quasi voler buttare via tutto quanto di buono costruito negli ultimi due anni, con i fantasmi bielorussi che tornano ad aleggiare sulla nostra under 21.

Poi però, per fortuna, la superiorità generale mostrata per buona parte della partita torna a concretizzarsi e il solito Immobile chiude i conti, strappando il biglietto per la fase finale dell’Europeo di categoria.

Nel complesso è una squadra ben messa in campo quella che, ligia al solito 4-4-2 di scuola sacchiana si trova a schierare quest’oggi il commissario tecnico.

Qualche sbavatura, forse dovuta anche all’età e alla scarsa abitudine di giocare assieme, ma nel complesso un tasso tecnico e un livello di talento medio sicuramente superiore.

Venendo ai singoli bella prestazione del solito De Sciglio sulla fascia, sempre più una sicurezza ed indubbiamente giocatore che il Milan dovrà cercare di far crescere al meglio, senza bruciarlo. Il futuro è suo.

Così così i due centrali, specialmente capitan Caldirola che subito dopo il 2 a 0 si imbambola su un pallone facilissimo da controllare e regala alla Svezia la scossa che permette ai padroni di casa di tornare a crederci, infiammando così una partita virtualmente appena chiusa.

Meno sbavature per l’attento Capuano, che però sfortuna vuole finisca col servire l’assist dello splendido pareggio di Hiljemark, quando libera l’area di testa recapitando il pallone proprio sul piede dell’avversario.

Prestazione senza infamia né lode per Frascatore. Che non sembra essere oggi all’altezza di chi quel ruolo lo ha ricoperto con continuità negli ultimi due anni – Crescenzi – e che pur non trovando il campo con continuità in Serie B viene preferito, nelle convocazioni di Mangia, anche ad un certo Santon.
Tenuto conto che per lui potrà esserci spazio anche nel prossimo biennio, comunque, le prospettive con questa maglia sembrano rosee.

Centrocampo dai due volti: in mezzo prestazioni discrete per i due scuola Juve Rossi e Marrone (nel complesso quest’ultimo migliore del compagno), super per le ali, Insigne e Florenzi.

Entrambi, non a caso, a segno.

Il primo con un goal da cineteca, palla sotto il sette con tiro a giro, a mo’ di Del Piero. Il secondo con un’imbucata che lo porta a calciare sul secondo palo, ad incrociare. Ma soprattutto una prestazione generosissima quanto ricca di qualità, per uno dei centrocampisti under 21 più interessanti del mondo.

Entrambi, inutile dirlo, meriterebbero la chiamata della nazionale maggiore già oggi.

In attacco, infine, troviamo il solito Immobile, alle volte un po’ troppo egoista – come tutti i bomber, del resto – ma capace di andare a segno, con uno splendido pallonetto, anche oggi.

A fargli da spalla, almeno inizialmente, quel De Luca che proprio Mangia seppe far maturare fino a prepararlo per il salto nel professionismo qui a Varese. Ma che nel complesso, nonostante oggi solo un super Johnsson gli impedisca di siglare l’1 a 0, non sembra ancora all’altezza di indossare una maglia da titolare in questa squadra.

Soprattutto quando ciò significa far accomodare in panca un certo Manolo Gabbiadini, 10 goal in 14 presenze prima di oggi con l’under21.

Gabbiadini che, guarda caso, entra e segna la partita in modo indelebile, andando a portare un’azione personale insistita con la quale riesce a liberare Immobile per la rete del definitivo 3 a 2.

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