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Posts Tagged ‘Immagini dal Mondo’

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
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Sabato 1 ottobre, ore 14.30, stadio BayArena di Leverkusen.
Il Bayer padrone di casa scende in campo per affrontare il Wolfsburg, nel tentativo di risalire la classifica.

Quattordici soli minuti e i padroni di casa si portano in vantaggio con Gonzalo Castro. All’ora di gioco, però, gli ospiti trovano il pareggio.

Bayer che reagisce subito.
E torna avanti.

A siglare il 2 a 1 è lo svizzero – di origini turche – Eren Derdiyok, che si inventa un goal stellare.

E’ il sessantacinquesimo quando il ragazzo è lanciato in area dove vi penetra infilandosi in mezzo a due difensori.

Stoppata palla con un controllo volante arriverà un tocco di fino a scavalcare uno di essi, con un ottimo sombrero.

A palla in aria, quindi, l’ultima pennellata d’autore: una rovesciata a freddare l’immobile Benaglio, infilando la palla all’angolino.

Un goal davvero notevole, da guardare e riguardare all’infinito.

Per la cronaca, la partita terminerà 3 a 1 per i padroni di casa.

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Partiamo da un presupposto: non parlerò di un ragazzino di una dozzina d’anni che viene spacciato dagli sponsor come il nuovo Pelè (Adu vi dice nulla?) , ma di un ventunenne (quindi già giocatore professionista a tutti gli effetti) che ha fatto intravvedere potenzialità interessanti e che sembra essere uno dei talenti migliori della nuova generazione statunitense.

In questo pezzo vi parlo infatti Dane Brekken Shea, da tutti conosciuto come Brek.

Il ventunenne texano di proprietà dell’FC Dallas ha già infatti messo assieme qualche cap nella nazionale maggiore a stelle e strisce (dopo aver collezionato diverse presenze nelle nazionali giovanili) ed è atteso dal definitivo salto di qualità.

Per intanto ha deciso con una sua giocata il match disputato ieri al Lincoln Financial Field di Filadelfia contro gli acerrimi rivali messicani.

Tri che era passata in vantaggio dopo poco più di un quarto d’ora di gioco con Oribe Peralta, per poi gestire il vantaggio per un’oretta circa.

Al settantatreesimo, però, Shea sale in cattedra, e fa il break (che può sembrare un gioco di parole, visto il suo soprannome) che vale il definitivo pareggio.

Subentrato da nemmeno un quarto d’ora all’esperto centrocampista Jermaine Jones, infatti, Shea riceve palla giusto sul vertice sinistro dell’area di rigore, per poi farvi ingresso. Una volta qui supererà perentoriamente Israel Castro, per trovare il fondo ed effettuare un cross basso che bucherà sia Hector Moreno che Guillermo Ochoa trovando tutto libero sul secondo palo Robbie Rogers, per il più facile degli appoggi in rete.

Il goal di per sè non è certo nulla di fenomenale. Non ci sono rabone, doppi passi, gesti atletici al limite delle leggi della fisica o altro. C’è semplicemente uno dei migliori talenti d’America che ha deciso di mettersi in mostra agli occhi del mondo, nel corso di un’amichevole internazionale.

Ed era giusto parlarne.

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Estadio Algarve di Faro, ore 21: Mateu Lahoz dà il fischio d’inizio del match amichevole che si disputa tra il Portogallo padrone di casa ed il modesto Lussemburgo, vittima sacrificale di una partita dall’esito scontato.

E le cose vanno come tutti se le aspettavano.

Dopo venticinque minuti di gioco Postiga sblocca il risultato, con Cristiano Ronaldo che ad un paio di minuti dall’intervallo raddoppia.

In apertura di ripresa Coentrao di testa chiude quindi un match virtualmente mai in discussione.

Ma è al cinquantanovesimo che si consuma il clou: lancio lungo a mettere in movimento Silvestre Varela che svetta di testa ed appoggia ad Hugo Almeida. Che estra una magia dal cilindro.

Stop di petto, calcio volante prima che la palla tocchi terra e traiettoria pressoché perfetta ad infilare Jonathan Joubert sul secondo palo.

Prodezza balistica notevole, che vi propongo oggi perché certi gesti rendono il calcio quello che è: lo sport più bello del mondo!

Per la cronaca Almeida firmerà la propria doppietta personale  al settantaduesimo, chiudendo il match sul 5 a 0 finale.

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La prima giornata di Ligue 1 ha già riservato delle sorprese. Come l’inaspettata sconfitta del PSG, caduto in casa contro il Lorient.

La prima giornata di Ligue 1 ha però anche messo in mostra un paio di perle che non potevo non riproporvi.

Partiamo allora proprio dal match di Parigi per rivivere l’incredibile errore commesso da Kevin Monnet-Paquet a porta vuota.

Per questioni tecniche non mi è possibile postarne il video su questo blog, ma se volete rivedere l’azione in questione andate qui (parte da 1:03 in poi).

Siamo ancora sullo 0 a 0 e gli ospiti stanno palesando una qualità di gioco maggiore rispetto al Paris multimilionario di Al Thani, che dopo aver speso tanto sul mercato dovrà avere la pazienza di aspettare che l’accolita di talento che ha costruito si trasformi in una Squadra.

Lorient che, appunto, gioca meglio e che all’undicesimo imbastisce una bella azione sull’asse Jouffre-Mvuemba-Quercia con cui buca la certo non irresistibile difesa parigina.

E’ proprio il numero 10 dei Merlus ad andare sul fondo, per crossare poi sul secondo palo. Dove arriva completamente solo Monnet-Paquet, per il più comodo degli 1 a 0.

Eppure… eppure l’ex attaccante del Lens (che ne detiene ancora la proprietà) dimostra ancora una volta il suo scarsissimo feeling con il goal.

Presentatosi ad un passo da una porta sguarnitissima colpirà malissimo il pallone, non riuscendo ad appoggiarlo in rete. Per uno degli errori più incredibile che i miei occhi abbiano mai visto compiere su di un campo di calcio.

Altro erroraccio di giornata è quello in cui è incorso Quentin Westberg, venticinquenne estremo difensore americano in forza all’Evian.

Nel match disputato dalla sua squadra allo Stade Francis Le Ble, infatti, l’ex estremo difensore del Troyes spiana la strada alla rimonta del Brest.

Perché l’Evian ci mette venti soli minuti a portarsi in doppio vantaggio sui padroni di casa, grazie alle reti realizzate da Sorlin e Mmadi.

Al trentanovesimo, però, il patatrac: Bruno Grougi batte una punizione dall’out sinistro del fronte offensivo del Brest calciando una palla tagliata in mezzo.

Difficile pensare si tratti di una conclusione in porta. A vederla così, infatti, è molto più probabile si trattasse di un semplice cross in mezzo.

Cross che Westberg decide di fare suo, per evitare problemi e complicazioni. Sceglie quindi bene il tempo dell’uscita e stacca, senza per altro essere disturbato in alcun modo.

Nel momento in cui la palla arriva tra le sue mani, però, gli scivola, manco fosse una saponetta bagnata. Per poi infilarsi in porta.
(Anche in questo caso non posso incorporare il video, lo trovate qui.)

Due errori davvero assurdi, che certamente non ci si aspetterebbe mai di veder commettere in un campionato professionistico.

Ma il bello del calcio è anche questo…

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Solitamente vi riporto immagini legate a fatti recenti. In questo caso, però, la cronaca serve solo come gancio per proporvi un video che risale ad un paio d’anni fa.

E’ notizia di oggi, infatti, il quasi concluso passaggio di Sergio Romero dall’AZ alla Sampdoria, che avrebbe così finalmente trovato il suo estremo difensore titolare per il prossimo campionato di Serie B.

In attesa della ratificazione del suo passaggio in quel di Genova eccomi a proporvi un video che magari qualcuno di voi già conoscerà.

E’ appena terminata la partita tra AZ e NAC Breda, valida per i quarti di finale di Coppa d’Olanda.

Match perso dalla squadra di Alkmaar per due a uno, con errore, sul goal del pareggio, proprio del Campione Olimpico di Pechino.

Che non ci sta e non riesce a perdonarsi. Ed abbandonando il campo tira un pugno al muro.

Rompendosi la mano.

“E’ il temperamento argentino”, fu il commento di Van Gaal.

Alla faccia!

La speranza, per i tifosi della Samp, è che in questi due anni sia maturato. Perdere per qualche settimana il proprio portiere titolare per una cosa del genere credo sarebbe difficilmente accettabile…

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Molti di voi ricorderanno di certo Juan Pablo Angel Arango, punta colombiana nata quasi trentasei anni fa a Medellin con una trentina di presenze (e nove reti) nella nazionale Cafeteros.

Angel che iniziò la sua carriera professionistica nell’Atletico Nacional, squadra della sua città.

Una media di un goal ogni tre partite gli vale la chiamata del River Plate, dove Angel esplode portando la propria media ad una realizzazione ogni due match disputati.

Tre anni in Argentina, quindi, e lo sbarco in Europa. La chiamata dell’Aston Villa convince infatti Juan Pablo a tentare l’avventura nel Vecchio Continente dove, pur senza avere medie realizzative straordinarie, il ragazzo si fa apprezzare.

Dopo ben sette anni tra i Villans la decisione: riattraversare l’oceano, ma per sbarcare negli States.

Nel 2007 l’inizio dell’avventura ai Red Bulls, nel 2010 il trasferimento a Los Angeles.

Il tutto senza però dimenticare di essere un marito e, soprattutto, un padre.

Juan Pablo Angel otto anni fa divenne infatti genitore del piccolo Tomy, che oggi sta già incantando un po’ tutto il mondo del pallone.

Negli ultimi giorni iniziano infatti a girare delle immagini che lo riguardano.

L’età non permette certo di azzardare possibili scenari per il suo futuro, ma quello che è sicuro è che Tomy è un figlio d’arte che ha preso indubbiamente qualità importanti dal padre.

A vedere questo video, anzi, si potrebbe dire che possa essere capace di migliorare quanto fatto dal babbo.

Dribbling secco, discreta rapidità, buona capacità di giocare nello stretto quanto a testa alta, testa veloce anche più delle gambe.

Dove possa arrivare non è dato saperlo. Ma quel che è certo è che sentendo le parole del padre su di lui si starebbero già muovendo anche squadre molto importanti…

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Nella notte si è consumato il tracollo di quella che oggi è indubbiamente la squadra più forte del mondo.

Il Barcellona di Pepe Guardiola si è infatti schiantato contro i Chivas di Guadalajara, perdendo addirittura per 4 a 1.

E pensare che sono stati proprio i Blaugrana a portarsi in vantaggio.

E’ il quarto minuto, infatti, quando David Villa buca la difesa avversaria, riceve palla a tu per tu col portiere, lo salta per poi depositare il pallone in rete.

Le cose proseguono quindi sulla stessa falsariga, con il Barça che fino all’ora di gioco mantiente il vantaggio.

A quel punto, però, Marco Fabian inizia il suo show personale.

Dapprima buca il portiere avversario con un missile terra-aria da almeno venticinque metri, assolutamente imparabile.

Poi, su bel contropiede portato molto rapidamente e con grande efficacia dalla sua squadra, si inventa una mezza rovesciata al volo che vale, da sola, il prezzo del biglietto.

A quel punto il Barça accusa l’uno-due appena incassato. Ed arriva il tracollo, appunto.

Così dieci minuti dopo il 2 a 1 Casillas, tutto solo in mezzo all’area, non ha difficoltà a firmare la terza rete.

Chivas che in chiusura trova poi la quarta rete, anche un po’ fortunosa, con Verduzco.

I migliori al mondo, anche se solo in amichevole, prendono un’imbarcata totale contro il non irresistibile Chivas.

Solo un caso oppure la maestosità della squadra catalana sta arrivando al tramonto?

Vedremo… certo è che una rondine non fa primavera, e che pensando al potenziale a disposizione è molto probabile si tratti solo di una semplice casualità…

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Sono iniziati l’altroieri i trentaduesimi di finale dell’edizione 2011-2012 dell’Eesti Karikas, ovvero sia il corrispettivo estone della nostra Coppa Italia.

Il primo turno, che si giocherà tra l’altroieri ed il sedici agosto prossimo, ha da subito messo in risalto la differenza di potenziale tra alcune delle squadre impegnate e le equipe di più alto rango.

L’altroieri, ad esempio, il Paide Linnameeskond ha neutralizzato il Tabasalu II per otto a zero.

Ieri, invece, sono arrivate le vittorie roboanti di Kalju II, Orbiit, Trans, Kuressaare, Tallin Kaleev e Flora, tutte capace di vincere con uno scarto di almeno sette reti.

Il top di gamma, in questo senso, risulta però essere il Tammeka Tartu, che ha messo in campo una differenza di potenziale assolutamente devastante rispetto ai propri avversarsi, il Pokkeriprod.

Non c’è stata proprio partita, insomma.

Gli ospiti si sono infatti riusciti ad imporre col roboante punteggio di 24 a 0, spazzando via anche la più minima resistenza che i malcapitati padroni di casa hanno provato ad opporre.

E’ stato il ventunenne difensore centrale Martin Haljak il vero mattatore della partita.

Nonostante il ruolo, infatti, il ragazzo nato il 16 maggio del 1990 ha saputo infilare per ben otto volte il malcapitato portiere avversario, segnando addirittura un terzo delle realizzazione della propria squadra.

Ora c’è solo da capire esattamente cosa sia successo.

Il fisico possente (195 centimetri d’altezza, davvero notevole) fanno pensare che possa aver dominato sul gioco aereo, piazzandosi quantomeno su situazione di palla inattiva nell’area avversaria, dove è risultato essere indomabile.

Otto goal da difensore, però, sembrano davvero tantissimi, anche contro avversari indubbiamente più scarsi.

Quale sia la realtà delle cose non ci è ancora dato saperlo.

Monitoreremo la rete in attesa di trovare, chissà, gli highlights del match. Perché la curiosità è tanta.

Per ora, a livello visivo, possiamo solo accontentarci di una foto del ragazzo.
Che pare possa avere un futuro da bomber di razza!

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Reduce da una Copa America non certo esaltante in Verdeoro Neymar, talentuosissimo attaccante brasiliano già definito come nuovo Pelè, si rifà con il suo Santos.

Perché una delle reti realizzata nello scontro con il Flamengo di Ronaldinho (autore di una tripletta) vale davvero il prezzo del biglietto, come si dice.
Sarebbe da guardare e riguardare. Da far vedere ai giovanissimi che sognano di diventare calciatori senza soluzione di continuità. Da incastonare come una delle più belle perle viste su di un campo da calcio.

Certo, realizzare magie del genere da questa parte dell’oceano, soprattutto in campionati molto competitivi, è ben più complicato che farlo in Brasile… ma comunque non è nemmeno semplice.

Neymar che parte poco prima della trequarti, tutto decentrato sulla sinistra del proprio fronte offensivo, infilandosi in mezzo a due avversari con grande agilità.

Saltati i due scarica quindi in verticale per un compagno, aggirando un terzo avversario con un taglio verso il centro a dettare il passaggio.

Ricevuto il passaggio di ritorno avrà alle calcagne il “terzo avversario”, che però non riuscirà a portargli via la palla.

Giunto al limite dell’area salterà anche un quarto giocatore in maglia rossonera con il classico palla da una parte e uomo dall’altra per poi avventarsi sul pallone anticipando l’intervento del terzino sinistro e del portiere, infilando la sfera in rete con un bel tocco d’esterno destro.

Un’azione travolgente, splendida nel suo incedere, che mette in mostra tutte le grandissime qualità di un giocatore che ha tutto per imporsi a grandissimi livelli, cui manca solo una cosa per poter esplodere definitivamente: una maggior intelligenza calcistica.
Ma avendo diciannove anni è pure comprensibile che difetti un po’ in questo senso.

Il tempo è dalla sua. Il talento pure.

Non ci resta che aspettare.

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Mario Balotelli non si smentisce mai, dicevo nel pezzo precedente.

Valutazione che può essere applicata anche a Mauro German Camoranesi, da sempre testa piuttosto calda che un po’ tutti ben ricorderete in maglia Bianconera fino a qualche stagione fa (per non dire in maglia Azzurra, Campione del Mondo 2006).

Situazioni particolari che l’hanno visto protagonista ci sono sempre state. E nonostante l’età avanzi le cose sembra non siano destinate a cambiare.

L’ultima mattana del buon Mauro è arrivata proprio in questi giorni, in amichevole.

Lanus – All Boys la partita. In cui, ad un certo punto, e senza un motivo spiegabile guardando le immagini, Camoranesi perde le staffe ed aggredisce Juan Pablo Rodriguez.

Camoranesi, destro naturale, ha sempre avuto un’ottimo piede.

Vedendo queste immagini viene da pensare che abbia anche un buon destro. Inteso come pugno, però.

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