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Storica.
Solo così si può definire l’impresa compiuta dai ragazzi di Mario Salas, che lottano con le unghie, i denti, e non so bene quale altra parte del corpo per portare a casa tre punti ma soprattutto una vittoria contro i padroni di casa – nonché assolutamente favoriti – argentini.
Storica perché era dal 1975 che il Cile sub 20 non batteva i parietà argentini. Ma non solo.
A segnare in profondità il match sono due dei tre cileni assolutamente sotto la lente d’ingrandimento: Rabello e Castillo.
Il primo, che segnalai già due anni fa su questo blog, è passato nelle giovanili del Siviglia, dove non ha comunque disimparato a giocare. Ed è proprio lui, col suo destro magico, a recapitare un pallone in area molto ben tagliato, che mette in grossa difficoltà la retroguardia Albiceleste.
La sfera non è infatti raggiungibile da nessun altro che non sia Nicolas Castillo, bomber dell’Universidad Catolica. Il “cabezazo” che ne esce coglie impreparato Walter Benitez, giovane portiere in forza al Quilmes, ed il goal del vantaggio è realtà.
Gli argentini però, pur approssimativi in un po’ tutte le fasi di gioco, si trovano davanti al proprio pubblico e nonostante sentano un grosso carico di responsabilità non posso accettare altro risultato che non sia una vittoria.
Così piano piano, soprattutto nel secondo tempo, iniziano a salire di grado, per cercare almeno il pareggio.
Nulla da fare, anche nonostante le due espulsioni (Fuentes e Bravo) che il brasiliano Sandro Meira Ricci commina ai danni degli ospiti.
Bella squadra insomma questo Cile, che mette appunto in mostra le individualità di Rabello e Castillo, oltre ad un Lichnovsky (difensore centrale e capitano di questa rappresentativa) che si vocifera potrebbe finire a Milano (entrambe le sponde sarebbero interessate al ragazzo attualmente in forza all’Universidad de Chile).
Ma non solo. Perché questo Cile è anche una squadra compatta, ben messa in campo, volenterosa, assolutamente determinata.
A farne le spese è quindi un’Argentina probabilmente globalmente più talentuosa, ma certo anche molto più indolente.
Vietto, Lanzini, Iturbe. Sono tanti i giocatori da cui ci si attende molto, in ogni la possibile giocata da cui scaturisca il goal.
Ma alla fine, si perdono tutti in un bicchier d’acqua.
Da salvare, tra i più attesi, Iturbe. Che quantomeno mette in mostra una certa voglia ed una notevole determinazione.
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