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Archive for marzo 2010

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
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Inter – CSKA 1 – 0 65′ Milito
Arsenal – Barcellona 2 – 2 69′ Walcott, 85′ (rig.) Fabregas
46′, 59′ Ibrahimovic

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Bayern – Manchester UTD 2 – 1 77′ Ribery, 92′ Olic
1′ Rooney
Lione – Bordeaux 3 – 1 10′, 77′ Lopez, 32′ Bastos
14′ Chamakh

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Se dici Bayern – Manchester United personalmente penso subito a quel 26 maggio di quasi undici anni fa quando questi due club si incontrarono proprio in Champions.

A fare da cornice a quella sfida fu, all’epoca, il Camp Nou di Barcellona: le due squadre, capitanate rispettivamente da Oliver Kahn e Peter Schmeichel, scesero in campo davanti a più di 90 mila spettatori per giocarsi la finalissima di questo torneo.

Chiunque mastichi un po’ di calcio ricorderà sicuramente quella partita: il Bayern, guidato in campo da un ormai 38enne Lothar Matthaus che giocò i primi ottanta minuti di quel match da libero, passò in vantaggio dopo sei soli minuti di gioco grazie ad una punizione realizzata da Mario Basler.
Lo United non si piegò, comunque, di fronte agli avversari riuscendo a compiere un miracolo, che resterà per sempre ben impresso nella memoria di chiunque abbia visto quel match, tifoso o non. Al novantunesimo, infatti, i Fergie Boys trovarono il pareggio con Teddy Sheringham, subentrato a Jesper Blomqvist al sessantasettesimo. Due minuti più tardi, quindi, proprio poco prima che il nostro Collina fischiasse la fine del match lo United scrisse la storia trovando il raddoppio con Ole Gunnar Solskjaer, subentrato ad Andy Cole dodici minuti prima.

La squadra di Manchester, insomma, era riuscita a ribaltare una finale di Champions nei tre minuti di recupero oltre il novantesimo, scrivendo una pagina storica nel mondo di questo fantastico sport.

A distanza di quasi undici anni, quindi, questi due mitici club, che assieme vantano un totale di 7 Champions vinte, tornano a scontrarsi, questa volta per l’accesso ad una semifinale.

CRONACA
La disattenta difesa bavarese ci mette un solo minuto di gioco a farsi infilare: al primo, infatti, è il solito Wayne Rooney, sempre più inarrestabile questa stagione, a trovare la via della rete, portando subito avanti i suoi.

Al dodicesimo minuto Demichelis prova quindi a riequilibrare le cose sfuggendo, sugli sviluppi di un calcio piazzato, al suo marcatore, per andare a colpire di testa sul secondo palo. Il tutto, però, senza trovare lo specchio di porta.

Al quarto d’ora è ancora Rooney a rendersi pericoloso: la punta inglese dopo essere entrata in area prova a saltare Van Buyten che temporeggia però quanto basta andando poi a chiudergli lo specchio al momento del tiro, rimpallandoglielo.
Subito dopo è quindi Nani, che penetra centralmente verso la porta bavarese, a provarci. Il suo tiro, una volta giunto in area, si spegne però a lato.

Al ventunesimo minuto è quindi Ribery, da fuori, a provarci. Il suo tiro, piuttosto centrale, è tutt’altro che irresistibile, tanto che Van der Sar lo fa suo senza particolari apprensioni.
Sei minuti più tardi Olic si mangia un’occasione incredibile: Ribery calcia da sinistra, Van der Sar respinge malamente ed il pallone giunge ad Altintop, che lo calcia in maniera sporca indirizzandolo proprio al limite dell’area piccola dove c’è, tutto solo, Olic. Che, però, manca clamorosamente il pallone, sprecando tutto.

Al trentottesimo Fletcher libera Rooney in area. Il centravanti inglese, però, non riesce a trovare la porta, fallendo il raddoppio.

In apertura di ripresa le due squadre si fronteggiano con rapidi ribaltamenti di fronte. Due di questi, entrambi portati dai padroni di casa, risultano essere piuttosto interessanti: prima è Altintop a destreggiarsi nella difesa avversaria e dopo aver saltato alcuni avversari come fossero paletti su di una pista di slalom calcia centralmente, trovando la pronta risposta di Van der Sar. Portiere olandese dei Red Devils che deve ripersi di lì a poco su di un suo connazionale: Van Bommel.

Al sessantasettesimo è invece Pranjic a provarci. Il suo tiro mancino è però deviato dalla scivolata di Scholes, che ne alza la traiettoria oltre la traversa.
Quattro minuti più tardi è invece Olic a concludere sugli sviluppi di uno spunto personale di Muller. Il tiro della punta croata è però deviato in angolo dall’estremo difensore avversario.

Dopo averci lungamente provato alla fine, finalmente, arriva la rete del pareggio. E’ comunque un goal molto fortunoso: Ribery batte una punizione non certo irresistibile che è però deviata da Rooney, infilandosi alle spalle di Van der Sar.

Lo United però non ci sta e a sette dal termine colpisce una traversa: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Nemanja Vidic va a colpire di testa con grande potenza giusto al limite dell’area piccola, anticipando Mario Gomez ma trovando il montante.

Al novantesimo appena scoccato, però, è proprio la punta tedesca ad avere un’ottima occasione di portare in vantaggio i suoi ma il suo diagonale è deviato sul fondo da Edwin Van der Sar.
Ma il goal è nell’aria: e se undici anni fa i supplementari avevano premiato gli inglesi oggi premiano la rincorsa dei tedeschi, che al novantaduesimo minuto trovano il goal del vantaggio con Ivica Olic, bravissimo ad approfittare di una dormita colossale della difesa avversaria.

COMMENTO
E’ una vittoria, quella del Bayern, che ci può stare. Se nel primo tempo a meritare qualcosa in più erano stati forse gli inglesi nella ripresa sono invece i padroni di casa a dominare, riuscendo in qualche modo, e non senza fortuna, a ribaltare lo svantaggio iniziale.

Manchester che dovrà quindi dar fondo ad ogni energia per ottenere ora il passaggio del turno: all’Old Trafford, insomma, sarà battaglia vera tra i padroni di casa che potrebbero però presentarsi senza Rooney: la loro arma letale, infatti, è uscita oggi dal campo zoppicando. La sua eventuale assenza sarebbe sicuramente oltremodo pesante e potrebbe significare passaggio del turno per i teutonici che, proverbialmente, non sono mai domi e saliranno in Inghilterra pronti a tutto.

Ribery batte la punizione che, deviata da Rooney, bucherà Van der Sar per l'1 a 1

TABELLINO
Bayern Monaco vs. Manchester United 2 – 1
Marcatori: 1′ Rooney, 77′ Ribery, 92′ Olic

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Il calcio croato ha da sempre – cioè dal 1992, anno del primo campionato giocato dopo la dissoluzione dell’ex Jugoslavia – due padroni: Hajduk Spalato e Dinamo Zagabria.

Sono queste due squadre, infatti, ad essersi divise tutti i titoli nazionali assegnati sino ad oggi ad eccezione di quello del 2002, quando ad imporsi nella Prva HNL fu l’NK Zagabria trascinata dalle reti di Ivica Olic, capocannoniere di quel campionato con 21 reti realizzate.

Tutte le altre edizioni sono invece state vinte da Dinamo ed Hajduk: rispettivamente 11 e 6 volte.

E proprio un giocatore dell’Hajduk, tal Goran Rubil, si è reso protagonista di un atto notevole nel corso dell’ultima giornata di campionato, quella disputata dai Bili con la Lokomotiva.

Con la gara ancora sullo 0 a 0 Rubil scaglia infatti il pallone con grande potenza e precisione quasi chirurgica alle spalle del proprio portiere, il tutto nel tentativo di spazzare il pallone per bloccare l’avanzata di un avversario.

La scena, come potete vedere nel video riportato, è tragicomica: la decisione con cui l’ex Nantes si avventa sul pallone è assoluta, la potenza con cui lo colpisce notevole, la precisione tale che se avesse voluto piazzare la palla lì forse non ci sarebbe riuscito. Non a quel modo, almeno.

Insomma, un autogoal davvero degno di nota per un giocatore che, suo malgrado, diventerà per qualche giorno famosissimo in tutt’Europa.

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Se contasse solo la cabala questa partita potrebbe quasi non giocarsi. Nei 70 precedenti a San Siro, infatti, sono ben 34 le vittorie milaniste contro le sole 13 ottenute dai partenopei che non vincono nella Milano Rossonera da quasi ventiquattro anni: l’ultima vittoria risale infatti al 13 aprile 1986 e fu ottenuta grazie alle reti di Giordano e del grande Maradona, il cui goal rese vano il momentaneo pareggio di Di Bartolomei.

Campagnaro festeggia la rete che porta in vantaggio i suoi

Anche il conto delle reti vede i padroni di casa in netto vantaggio: 125 sono infatti state le reti segnate dai Rossoneri, 72 quelle realizzate dai Biancazzurri.

Per quanto riguarda i precedenti tra Mazzarri e Leonardo le cose sono in perfetto equilibrio: essendo il brasiliano all’esordio quest’anno vi è infatti un solo precedente, la gara d’andata. Ed al San Paolo, appunto, la partita terminò in pareggio, con l’uno-due fulmineo di Inzaghi e Pato a portare in vantaggio gli ospiti e quello firmato nel finale da Cigarini e Denis a riequilibrare il risultato.

Certo, il match di oggi non conta quanto molti di quelli disputati a cavallo della fine degli anni ottanta e dell’inizio degli anni novanta quando, a volte, questo match voleva anche dire lotta Scudetto.

E’ comunque questa una partita sentitissima per il Milan: dopo essere uscita dalla Champions League, infatti, resta solo lo Scudetto come possibile trofeo da aggiungere alla propria bacheca. E se solo fino ad un paio di mesi fa vincere questo campionato poteva essere un’idea che ballava nella testa dei tifosi amanti della fantascienza e dalla fantasia più che fervida oggi provare a centrare il bersaglio grosso è una possibilità reale. E dopo il pareggio tra Inter e Palermo potrebbe anche arrivare il sorpasso: battendo il Napoli, infatti, la squadra di Leonardo balzerebbe al primo posto in solitaria.

CRONACA
La partita inizia su ritmi discreti con un Milan che prova a costruire ed il Napoli pronto a contenere e ripartire. Proprio su di una ripartenza, al tredicesimo minuto, gli ospiti passano: Lavezzi s’infila nelle larghe maglie della retroguardia milanista e, tenuto in gioco da Oddo, mette in mezzo un pallone che Campagnaro, sfruttando anche lo scontro tra il terzino Rossonero ed il proprio portiere che implica il fatto che la porta resti sguarnita, deve solo spingere in rete per il più comodo degli 1 a 0.

Cinque minuti più tardi il Napoli ha l’opportunità di raddoppiare: il solito Lavezzi mette in mezzo un pallone che Quagliarella dovrebbe solo girare in rete, ma la punta partenopea si fa recuperare da Flamini, che lo chiude con un grandissimo intervento in tackle scivolato a salvare la situazione.
Al ventesimo Lavezzi prova invece a vestire i panni del bomber andando a girare in acrobazia un pallone servitogli in area da Maggio. Il Pocho, però, pur coordinandosi a meraviglia non trova lo specchio.

E' Filippo Inzaghi a trovare la rete dell'1 a 1

Nel momento migliore del Napoli arriva però il pareggio milanista: è il venticinquesimo minuto quando Ronaldinho riceve palla sulla sinistra dell’area di rigore e pennella un cross in area piccola dove Inzaghi giunge puntualissimo colpendo di testa bucando un De Sanctis inchiodato sulla linea di porta ed anticipando un Rinaudo in netto ritardo.

Il Napoli comunque resta vivo: al trentunesimo è Quagliarella a sfiorare il goal che riporterebbe in vantaggio i Partenopei quando va ad incornare di testa un cross pennellato su punizione da Gargano, sfiorando il palo alla destra di Abbiati. Quagliarella che ci riprova da fuori un minuto più tardi con un pallonetto che è però facile preda del portiere Rossonero. Giusto il tempo per un battito di ciglia ed è Hamsik, da una trentina di metri, a provarci, ma il suo tiro, potente ma non precisissimo, si spegne sul fondo.

Al trentaseiesimo torna a farsi vedere il Milan: Ronaldinho parte centralmente da centrocampo dopo essersi liberato del diretto marcatore con una veronica per poi scaricare la palla a destra su Mancini, che gliela restituisce al limite dell’area. Il tiro quasi immediato dell’ex Barça è però piuttosto centrale e non mette grande apprensione a De Sanctis.

Nella ripresa è il Milan a partire meglio: il forcing dei Rossoneri mette sotto pressione ed in apprensione il Napoli, che però riesce in qualche modo a contenere gli avversari.
Il tutto fino al cinquantanovesimo quando Ronaldinho punta Grava e lo salta con una facilità estrema per ben due volte per poi servire Inzaghi che mette la zampata in anticipo su di un difensore trovando però la pronta risposta di De Sanctis.

Giusto dieci minuti più tardi, tutti passati in attacco dal Milan, è invece il Napoli ad avere una buona occasione: Pazienza porta palla centralmente per poi scodellarla in area dove Lavezzi arriva puntuale e la gira in mezzo. Sulla stessa piomba Quagliarella che dal limite dell’area piccola prova a girarla in rete ma trova la pronta respinta di Abbiati, che gli stava uscendo addosso.

Al settantatreesimo Mancini ha sul destro una palla d’oro: Seedorf controlla infatti al limite e serve un pallone perfetto all’ala brasiliana che trovatasi tutta sola in area si vede uscire incontro De Sanctis e perde lucidità, sparando un tiro dritto per dritto che finisce proprio contro al portiere di Guardiagrele.

I tifosi Rossoneri dedicano uno striscione all'infortunato David Beckham

All’ottantottesimo è Pirlo a provarci su punizione: il suo tiro è centrale ma mette comunque in grossa difficoltà De Sanctis, che in qualche modo riesce a salvarsi.

COMMENTO
E’ il Milan ad iniziare meglio il match, provando a prendere in mano le redini della partita ma trovando, di contro, un Napoli ben messo in campo che non lascia grandi spazi agli avanti Rossoneri.
Napoli che è inoltre molto bravo a partire in ripartenza e proprio sfruttando questa sua peculiarità riesce a portarsi in vantaggio.

Il goal dell’1 a 0 carica gli uomini di Mazzarri, che da lì alla mezz’ora circa cresceranno anche a livello di qualità di gioco, mettendo in mostra un calcio più apprezzabile rispetto a quello dei padroni di casa.

Il tutto fino al pareggio trovato da Inzaghi: di lì al termine della prima frazione, infatti, le due squadre torneranno ad equivalersi in un match tutto sommato equilibrato.

Nella ripresa il match pur non essendo dominato da una sola squadra risulta comunque essere meglio giocato dai milanisti. Per quanto comunque le azioni da goal siano anche ancor meno rispetto alla prima frazione, quando le ripartenza napoletane erano state più efficaci della manovra, a tratti compassata, del Milan.

Pareggio quindi tutto sommato giusto tra due squadre che si sono bene o male spartite i due tempi e che non sono davvero riuscite a prevelere sugli avversari.

MVP
Man of the match risulta essere Ronaldinho: il talento brasiliano nonostante soffra, specialmente nel primo tempo, la marcatura serratissima di un Grava che a tratti lo contiene anche molto bene – per quanto spesso non usi certo maniere molto soft per farlo – riesce comunque ad essere un fattore. Sia nel primo tempo che, specialmente, nel secondo.

Nella prima frazione riesce per altro a confezionare un cioccolatino per il sempre spietatissimo Inzaghi: un cross pennellato alla perfezione che va solo toccato in rete. Nella seconda frazione sfrutta il fatto che Grava inizi ad accussare un po’ la stanchezza e trova qualche spazio in più, offrendo qualche altro buon pallone, stavolta non sfruttato a dovere dai compagni.

Ronaldinho, MVP del match, alle prese con uno dei tanti 1 vs. 1 con Gianluca Grava, suo marcatore di giornata

E’ un Ronaldinho che, comunque, pur essendo solo lontano parente di quello che fece impazzire il mondo ai tempi d’oro di Barcellona sta ritrovando un po’ di smalto.

TABELLINO
Milan vs. Napoli
Marcatori: 13′ Campagnaro, 25′ Inzaghi
Milan: Abbiati; Oddo (14′ st Antonini), Thiago Silva, Favalli, Zambrotta; Flamini, Pirlo; Seedorf (35′ st Huntelaar); Pato sv (14′ pt Mancini), F.Inzaghi, Ronaldinho. A disposizione: Dida, Kaladze, Abate, Gattuso. All.: Leonardo
Napoli: De Sanctis; Grava, P.Cannavaro, Rinaudo, Campagnaro; Maggio (39′ st Dossena), Gargano, Pazienza, Hamsik (42′ st Denis); Quagliarella (31′ st Cigarini), Lavezzi. A disposizione: Iezzo, Rullo, Zuniga, Bogliacino. All.: Mazzarri.
Arbitro: Bergonzi
Ammoniti: P.Cannavaro (N), Flamini (M), Grava (N), Ronaldinho (M), Gargano (N)

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L’Inter arriva a Palermo sull’onda della vittoria ottenuta in Champions a Londra con relativo passaggio del turno per provare a mantenere, o se possibile incrementare, il solo punto di vantaggio nei confronti dei cugini Rossoneri. Per farlo i Nerazzurri si affidano, oltre che alla propria forza e capacità, anche ad un talismano particolare: l’arbitro Damato.

Mourinho è parso più nervoso nel prepartita odierno rispetto a quello dello Stamford Bridge

Con il barlettano a dirigere il match, infatti, l’Inter hanno sino ad oggi un ruolino perfetto: 5 vittorie in 5 match. Tutte queste vittorie, però, è bene dirlo, avvennero in casa propria. Inter quindi chiamata a prolungare la propria striscia positiva con Damato anche lontano da San Siro.

CRONACA
L’Inter inizia subito bene e dopo sette minuti Milito sfiora il goal: liberato in area da un passaggio di Eto’o ci si infila inseguendo un pallone che stava sfilando sul fondo, incrociando con forza da un angolo di tiro praticamente impossibile. Tanto che, in effetti, la rete non arriva, con la palla che si schianta contro al palo graziando Sirigu.
Bastano comunque tre soli minuti al Principe per portare in vantaggio i suoi: Damato fischia infatti un rigore solare in favore dei Nerazzurri, con Milito stesso che si presenta sul dischetto. La conclusione è piuttosto forte, alta e centrale. E buca Sirigu, che si era lanciato alla sua destra.

Continua ad essere l’Inter a fare la partita tanto che dopo una conclusione velleitaria dalla distanza portata dai Rosanero è ancora Milito a portarsi piuttosto vicino al goal sugli sviluppi di una punizione. La sua incornata di testa fa terminare però il pallone oltre la traversa della porta difesa da Sirigu.

Al ventiquattresimo arriva però, anche piuttosto inaspettato, il pareggio di Cavani: Miccoli fa una grande giocata a pochi metri dal limite dell’area liberando poi l’uruguagio all’interno della stessa. Cavani dopo aver stoppato palla effettua quindi un tiro fulminante con cui buca senza scampo Julio Cesar, firmando l’1 a 1.

Di lì in poi la partita si anima venendo combattuta quasi alla pari da entrambe le squadre. Certo, l’Inter continua a dare una certa impressione di vaga superiorità, ma il Palermo, nel contempo, fa la sua onestissima partita, provando in ogni modo ad infastidire l’Inter. Sia nel non dare spazio ai suoi avanti, che fanno infatti fatica ad arrivare al tiro, sia nel provare ad andare a bucare Julio Cesar.
Un po’ come al quarantunesimo minuto quando Miccoli arriva al tiro dal limite dell’area sugli sviluppi di un’ottima azione manovrata. Il diagonale destro del capitano Rosanero, però, non trova lo specchio di porta, spegnendosi a lato.

Milito realizza l'1 a 0 su calcio di rigore

Ad inizio ripresa sono subito i padroni di casa a produrre un’occasione molto interessante: Miccoli se ne va sulla destra pennellando poi un pallone sul secondo palo per Cavani. Sulla traiettoria del pallone interviene però Maicon, che spizzando il pallone mette fuoritempo la punta Rosanero, che non riuscirà a colpire efficacemente la palla.

E’ un secondo tempo in cui il Palermo continua a fare la sua partita, fors’anche aumentando ulterioremente la propria qualità di gioco, sottolineando ancora una volta come i Rosanero, una volta trovata la quadratura del cerchio, siano oggi una grande realtà del calcio italiano.

Al settantesimo, quindi, i padroni di casa provano a colpire gli avversari in ripartenza: Bertolo, subentrato al posto di un infortunato Simplicio, verticalizza immediatamente per Cavani che, largo a sinistra, parte a tutta verso la porta Nerazzurra. Arrivato al limite dell’area, quindi, salta secco Cambiasso per poi calciare con potenza, non coordinandosi però a dovere e mandando la palla lontano dai pali, facendo imbestialire capitan Miccoli che avrebbe voluto uno scarico a suo favore da parte del giovane compagno.
Cavani che va in ripartenza, pericolosamente, anche all’ottantaquattresimo ma dopo aver praticamente saltato Samuel, che gli cade davanti, gli finisce contro, perdendo palla.

Sono comunque proprio le ripartenza la forza dei padroni di casa: al novantesimo, quindi, è Miccoli a fuggire sulla destra, venendo però chiuso da Maicon. Il capitano del Palermo, quindi, tentenna troppo nel cercare di saltare l’avversario, non riuscendo a trovare lo spazio per servire Hernandez, sprecando un’occasione che avrebbe potuto consegnare i tre punti ai padroni di casa.

COMMENTO
Un bel Palermo impone un pareggio ad una buona Inter.

Questo, fondamentalmente, il succo dell’incontro.

I Rosanero, lanciatissimi in corsa Champions, disputano infatti una buona partita, sfruttando molto bene le proprie peculiarità: non rischiano di prendere goal a ripetizione e nonostante passino in svantaggio non perdono la testa, riuscendo a raddrizzare un match che non era sicuramente facilmente recuperabile. Complimenti quindi a Rossi e ad i suoi, capaci di imporre uno stop ad una formazione che arrivava caricatissima dopo l’impresa di Londra.

Balzaretti contrasta Maicon

Di contro l’Inter non deve comunque abbattersi troppo. Certo, domani potrebbe arrivare l’inaspettato – sino a qualche settimana fa – sorpasso dei cugini (che comunque hanno un match tutt’altro che facile contro il Napoli e non ci sarebbe da stupirsi qualora anche i partenopei imponessero almeno un pari ai milanesi), ma l’Inter vista in campo oggi è comunque tutto fuorché una squadra spenta.
Questo non deve comunque far dimenticare una cosa importante, che anche un segnale che ad Appiano deve sicuramente far riflettere: l’Inter, infatti, ha vinto uno solo tra i suoi ultimi sei match, quello contro l’Udinese. Che diventano due negli ultimi otto e tre soli in questo girone di ritorno, arrivato ormai alla decima giornata. Davvero un cammino inadeguato per una squadra che con l’organico che ha dovrebbe far di un sol boccone questo campionato.

Anche perché, nel frattempo, il Milan ne ha vinte cinque delle ultime nove, e domani potrebbe arrivare la sesta vittoria su dieci.

Insomma, questo rallentamento in campionato, che è però coinciso con le due importantissime vittorie col Chelsea in Champions, deve iniziare a far preoccupare i tifosi, sì, ma in particolar modo lo staff tecnico.

Un periodo di rilassamento può essere ammissibile, ora però è tempo che i Nerazzurri ricomincino a far sul serio anche in campionato.

MVP
Personalmente mi è piaciuto molto Cavani, giocatore cui credo manchi solo più confidenza col goal per affermarsi come una delle punte più interessanti del campionato.

Il ventitreenne nativo di Salto disputa infatti anche oggi una partita su ottimi livelli, abbinando ad una buona qualità generale anche una grandissima quantità: la punta uruguagia dimostra infatti di avere fiato quasi da maratoneta, muovendosi in lungo e in largo per la quasi totalità dei novanti minuti, senza praticamente rifiatare mai.

Il goal del pareggio, poi, rivisto al termine del match risulta sicuramente la ciliegina su di una torta ben fatta, anche se in realtà incide in maniera relativa sulla palma di man of the match. Gran parte del merito di quel goal va infatti data a Miccoli, che agisce molto bene a ridosso dell’area per poi smarcare il compagno con un ottimo filtrante.

Cavani festeggia batte un cinque a Miccoli la rete dell'1 a 1

TABELLINO
Palermo vs. Inter 1 – 1
Marcatori: 10′ Milito, 24′ Cavani

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Le Federazioni rappresentate ai quarti di Europa League sono cinque, una in meno di quelle rappresentate in Champions. A rimanere ancora in gioco, infatti, sono Germania (Amburgo e Wolfsburg), Spagna (Atletico Madrid e Valencia), Inghilterra (Liverpool e Fulham), Portogallo (Benfica) e Belgio (Standard Liegi).

E' Uwe Seeler - sulla destra - l'Ambasciatore della finale dell'Europa League 2010

Posto che anche qui sono possibili scontri fratricidi già da questo turno è sperabile, ai fini del famoso ranking UEFA in cui la Germania sta effettuando il sorpasso su di noi (cosa che ci porterebbe tra due anni a perdere il quarto posto in Champions, con la nostra presenza nella massima competizione europea che si ridurrebbe a tre squadre e quella tedesca che crescerebbe fino a quattro), che le due tedesche o si prendano due avversarie sulla carta superiori e vengano sbattute fuori (Valencia e Liverpool potrebbero fare al caso nostro) o, quantomeno, si scontrino tra loro. Certo, questo significherebbe avere una delle due sicure in semifinale, ma averle entrambe sarebbe molto peggio.

Questo, comunque, il responso dell’urna:

Amburgo – Standard Liegi
Fulham – Wolfsburg

Valencia – Atletico Madrid
Benfica – Liverpool

Strada spianata per le semifinali, sulla carta, per entrambe le tedesche. Il quarto posto in Champions, insomma, sembra oggi più lontano che mai per il nostro paese.

Scontro fratricida, invece, tra le due spagnole, che giocheranno il quarto più interessante del lotto.

Benfica invece che avrà non pochi problemi a domare il Liverpool.

Per quanto riguarda le semifinali si potrebbe riproporre uno scontro fratricida tra le due tedesche, cosa che, nel caso, garantirebbe una tedesca in finale.

Potrebbe invece essere una finale anticipata l’altra semifinale: un eventuale Valencia – Liverpool, ad esempio, sarebbe un match di notevole valore anche se giocato in Champions League…

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Ben sei Federazioni rappresentate nei quarti di finale della massima competizione continentale, cosa questa che non accadeva dalla Champions League 1998/1999 quando arrivarono a questo punto della competizione due tedesche (Bayern Monaco e Kaiserslautern), due italiane (Juventus ed Inter), una spagnola (Real Madrid), un’ucraina (Dinamo Kiev) ed una greca (Olympiakos).

Butragueno sorteggia gli accoppiamenti di quarti e semifinali, portando fortuna all'Inter

Allo stesso modo, quindi, quest’anno le sei Federazioni rappresentate sono quella inglese (Arsenal e Manchester United), quella francese (Lione e Bordeaux), quella italiana (Inter), quella spagnola (Barcellona), quella tedesca (Bayern Monaco) e quella russa (CSKA).

Posto che sono possibili anche scontri fratricidi è indubbio che per l’unica rappresentate italiana rimasta in Europa, l’Inter, la speranza è di prendere una delle tre squadre sulla carta più abbordabili: Lione, Bordeaux e CSKA. Anche se la speranza nel pre sorteggio, personalmente, resta che i Nerazzurri possano incontrare e battere il Bayern Monaco, cosa che sarebbe molto importante ai fini del ranking UEFA (dove comunque il sorpasso del calcio tedesco resta imminente).

Alla fine questo è stato il responso dell’urna di Nyon:

Bayern Monaco – Manchester United
Lione – Bordeaux

Inter – CSKA
Arsenal – Barcellona

E’ andata bene, quindi, ai nostri portacolori, che dovranno affrontare la squadra sulla carta più abbordabile del lotto. Inter che, però, avrà un accoppiamento molto duro per la semifinale, dove, in caso ci arrivasse, troverebbe Arsenal o, più probabilmente, Barcellona.

Dalla parte opposta del tabellone i tedeschi si scontreranno contro il Manchester United in quello che è forse il quarto più interessante del lotto. Scontro fratricida, invece, tra le due francesi, con il conseguente risultato che una delle due andrà sicuramente a casa ma, di contro, altrettanto sicuramente ci sarà una francese in semifinale.

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Dei precedenti e della cabala se n’era già parlato in occasione della gara d’andata, quando poi i Bianconeri s’erano imposti per 3 a 1 disputando una delle migliori gare da quando Zaccheroni si è seduto sulla panchina della Vecchia Signora.   

Bastano due soli minuti di gioco a Trezeguet per portare in vantaggio i suoi

La questione più importante del pre-match del Craven Cottage, quindi, resta quella riguardante il portiere: meglio affidarsi ancora una volta all’esperienza di un Chimenti ormai un po’ imbolsito o meglio puntare sulla freschezza – con l’inesperienza come contraltare – di un Pinsoglio in rampa di lancio? 

Alla fine Zaccheroni fuga ogni dubbio: la sua scelta ricade infatti, esattamente come accaduto domenica con il Siena, sul quasi quarantenne portiere barese, che prende quindi posto tra i pali. A fargli da scudo sono chiamati Zebina, Cannavaro, Grosso e Salihamidzic, schierato in sostituzione di un Grygera più che sottotono con i senesi. A centrocampo riproposto invece l’albero di natale con Sissoko, Melo e Camoranesi schierati alle spalle dei trequartisti Candreva e Melo, a loro volta posti a supporto dell’unica punta Trezeguet. 

Dal canto suo, invece, i Cottages presentano, esattamente come all’andata, un 4-5-1 con Gera ad agire sulla trequarti ed il solo Bobby Zamora di punta. 

CRONACA
Alla Juve, che parte ancora una volta forte, bastano due soli minuti di gioco per passare: al secondo di gioco, infatti, Trezeguet buca il portiere avversario con un tap-in preciso con cui ribadisce in rete una conclusione di Diego ribattuta da un difensore, bucando Schwarzer

Dopo sei minuti, però, Zamora trova il pareggio: la punta dei Cottages riceve palla in area e dopo aver spostato Cannavaro stoppa di mettendo, mettendo giù un pallone che sbatte poi alle spalle di Chimenti, firmando l’1 a 1

Giusto il tempo di ripartire e Diego prova a riportare sopra i suoi: il suo tiro dalla distanza è però prontamente respinto da Schwarzer, che evita la seconda rete.
Al sedicesimo è quindi ancora Zamora a rendersi pericoloso: su di un lancio lungo in area la punta dei londinesi va infatti a disturbare l’uscita di Chimenti, che non riesce a bloccare il pallone. Alla fine, comunque, la difesa libera l’area. 

Al diciottesimo è invece Hangeland ad avere una buona occasione sugli sviluppi di un angolo ma il centrale norvegese, forse leggermente spinto da Cannavaro che lo mette fuori tempo, non riesce a raggiungere il pallone di testa. 

Cannavaro viene espulso: una decisione, questa, che pesa molto sul prosieguo della partita

Al ventiseiesimo minuto accade un fatto che può pesare come un macigno: Gera è lanciato in profondità e Cannavaro prova a fermarlo con mestiere, con entrambi i giocatori che terminano a terra. L’arbitro non ha grossi dubbi ed espelle il centrale Azzurro. Decisione indubbiamente discutibile, posto che essendoci al fianco dei due un Grosso che avrebbe potuto chiudere sul trequartista ungherese e che non è così automatico ravvisare una chiara occasione da goal in questa azione un’espulsione diretta sembra un tantino generosa.
Sul calcio di punizione seguente, comunque, si esalta Chimenti: Zamora calcia a giro di sinistro sul suo palo, Chimenti si tuffa e mette in angolo con un intervento ad una mano. 

Al trentottesimo doppia fiammata, doppio legno: prima è Davies a colpire la traversa direttamente su calcio di punizione, poi è Etuhu a colpire il palo sugli sviluppi di unangolo.
Il goal è comunque nell’area tanto che un minuto dopo il Fulham passa: Gera è servito in area piccola da Davies, Chimenti non interviene sul passaggio e Gera può depositare comodamente in porta per il 2 a 1

Juventus che dopo l’espulsione di Cannavaro è costretta ad alzare le barricate: è infatti il Fulham a fare la partita, dominando più o meno in ogni zona del campo. Del resto ai londinesi basterebbe un solo goal per riequlibrare le cose rispetto all’andata. 

Due minuti dopo l’inizio della ripresa è ancora un episodio arbitrale a risultare determinante: Diego tocca la palla di mano in area su di un cross di Duff, l’arbitro tentenna qualche secondo, forse per consultarsi con l’assistente, e poi assegna il rigore. Sul dischetto si presenta Gera, che spiazza facilmente Chimenti riportando in equilibrio il risultato maturato nell’andata. 

Al cinquantacinquesimo la Juve prova a rialzare la testa: Diego fa un lancio di diverse decine di metri pescando Trezeguet al limite. Il tiro al volo della punta francese, che ben si coordina sul pallone, non mette però in difficoltà il portiere avversario.
Al cinquantanovesimo Diego prova ad offrire un assist servendo un pallone in mezzo direttamente da calcio di punizione, la palla è però messa in angolo da un difensore. Sugli sviluppi del corner è invece Zebina di testa a provarci, il suo colpo di testa termina però ben oltre la traversa.

Zoltan Gera festeggia la rete del 3 a 1

Al sessantunesimo torna però a farsi rivedere il Fulham: prima Zebina e De Ceglie chiudono un po’ a sandwich Gera, che si lascia cadere ancora una volta come se avesse problemi a reggersi sulle gambe. L’arbitro comunque lascia correre, nonostante l’ex under 21 Azzurro sia rimasto a terra in area. Duff raggiunge quindi il pallone e non applicando il fair play manovra arrivando a calciare, senza però trovare lo specchio di porta.

 

Al settantesimo il Fulham costruisce un’ennesima palla goal: Davies è infatti liberato al tiro da una bella azione manovrata dei suoi. Il suo calcio, potente ma piuttosto centrale, viene però respinto da Chimenti, con il pallone che ballerà quindi pericolosamente a centro area per poi venire spazzato in qualche modo da Sissoko.
Quattro minuti più tardi è invece Gera a colpire il pallone più o meno sulla stessa zolla da cui aveva colpito a rete Davies, questa volta non trovando nemmeno i pali. 

Al settantasettesimo Dempsey ha l’occasione di chiudere il discorso andando a colpire di testa, indisturbato, da dentro l’area. Chimenti, però, si tuffa alla sua sinistra e smanaccia il pallone, salvando la propria porta.
Tre minuti e Chimenti deve ripetersi anche su Gera che dopo aver saltato seccamente Melo al limite dell’area conclude con potenza, mettendo in difficoltà l’estremo difensore barese.Fulham che quindi dopo una fase della partita passata sottoritmo rispetto al primo tempo torna a farsi tamburellante nell’ultimo quarto d’ora di match.  

E proprio la ritrovata veemenza porta il Fulham a segnare il goal che vale la qualificazione: Dempsey riceve palla al limite da Etuhu e dopo aver ben controllato il pallone effettua un pallonetto sul quale Chimenti non prova neanche ad intervenire, osservando il pallone gonfiare la rete.  

Come se non bastasse, poi,  a fine match si fa espellere anche Zebina.  

COMMENTO
Una grande squadra non può prendere sette reti in due match da Siena e Fulham.  

Non solo: una grande squadra non va sul tre a zero contro l’ultima in classifica per farsi poi rimontare. Né vince 3 a 1 in casa propria contro un avversario modesto per poi dargli modo di ribaltare il risultato al ritorno.

Zaccheroni non può nulla di fronte allo strapotere Cottages

Ma, del resto, questa Juventus non è più considerabile una grande squadra, ed anche i più scettici in merito credo debbano accettare questo fatto, oggi.  

Certo, diversi alibi possono essere portati a difesa di questa squadra: dal fatto che Calciopoli abbia rappresentato un punto di rottura per il calcio italiano tutto e per questa squadra in particolare, al fatto che sono stati moltissimi gli infortuni a minare la rosa, quest’anno.
Ma nessuno di questi e degli altri discorsi che si possono fare può andare a giustificare l’attuale annata juventina: la squadra ormai è infatti in balia di sè stessa, composta da molti ex campioni che hanno dato dato a questo club ma che ormai hanno ampiamente imboccato il viale del tramonto, da alcuni giovani dall’ottimo potenziale che fanno però fatica ad esprimersi e da giocatori che oggi non sono né carne né pesce, quando non proprio deficitari. 

Per quello che mi riguarda una sola cosa può fare la Juventus oggi: rifondare. Partendo, però, dai propri vertici societari, non certo iniziando dal riportare Ariaudo a Torino anziché no (tanto per fare l’esempio di un’operazione che comunque non inciderebbe in maniera decisiva sulla squadra). 

Se questo non avverrà entro la fine di questa stagione… beh, difficilmente potremo ritrovare la Juventus ai vertici del calcio europeo com’era solo fino a quattro anni fa. 

Per quello che riguarda la partita in sè penso ci sia poco da dire: la cronaca da sola spiega ampiamente come la vittoria del Fulham sia stata più che meritata. 

MVP
Più che il migliore in campo è il caso di premiare quello, tra i ventidue in campo, che più ha inciso sul risultato finale: Zoltan Gera.  

Il trequartista ungherese, infatti, risulta assolutamente determinante. Facendo espellere Cannavaro, innanzittuto.
Facendo espellere sia nel senso che costringe il capitano Azzurro ad intervenire fallosamente per contenerlo, sia nel senso che si lascia andare oltremisura sul contatto con lo stesso. 

Mettendo a segno due goal, poi. Prima trovandosi puntuale con l’appuntamento col pallone in area piccola, poi realizzando il rigore ad apertura di ripresa, fondamentale quanto l’espulsione di Cannavaro. 

Giocando una partita incisiva, in generale.

Ecco l'11 del Fulham che compie l'impresa contro la Juventus al Craven Cottage

Honorable mention, comunque, anche per Clint Dempsey: il talento americano chiude infatti i giochi per la qualificazione con un goal d’autore, che vale la pena mettersi a vedere e rivedere… 

TABELLINO
Fulham vs. Juventus
Marcatori: 2′ Trezeguet, 8′ Zamora, 39′, 49′ Gera, 82′ Dempsey

Fulham: Schwarzer; Kelly (26’ st Dempsey), Hangeland, Hughes, Konchesky; Duff, Baird, Etuhu, Davies; Gera (40’ st Riise); Zamora. A disposizione: Zuberbhuler, Dikcagoi, Riise, Smalling, Nevland, Marsh-Brown. All. Hodgson.
Juventus: Chimenti; Salihamidzic, Zebina, Cannavaro, Grosso (40’ st Del Piero); Camoranesi (7’ st De Ceglie), Felipe Melo, Sissoko; Candreva (28’ pt Grygera), Diego; Trezeguet. A disposizione: Pinsoglio, Poulsen, Marrone, Iaquinta. All. Zaccheroni.
Arbitro: Kuipers (Olanda).
Espulsi: 27’ pt Cannavaro, 45’ st Zebina.
Ammoniti: 12’ pt Camoranesi, 45’ st Konchesky, 47’ st Felipe Melo.

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Sono le 19.50 (ora locale) di mercoledì 17 marzo 2010 ed allo stadio General Pablo Rojas – intitolato così in onore di quello che fu per quattordici anni il Presidente della società che vi gioca – scendono in campo Cerro Porteño e Corinthians, in un match valevole per la terza giornata dei gironi eliminatori della Copa Libertadores 2010.

Al fischio di inizio effettuato dal cileno Pablo Pozo il Timão si affida ai sapienti piedi di una vecchia volpe del fùtbol brasiliano, Ronaldo, ed a quelli del giovane Dentinho per venire a capo di quest’insidiosa trasferta in quel di Asuncion.

I tifosi, però, sono piuttosto scettici rispetto alla condizione dell’ex Fenomeno: il giocatore che in passato fece ammattire le difese di mezzo mondo con i suoi dribbling secchi e le sue accelerazioni quasi extraterrestriali è oggi un ultratrentenne sovrappeso che pare aver perso anche il suo proverbiale feeling con goal.

Ronaldo festeggia assieme a Bruno Ferreira ed Elias Mendez la rete che vale la vittoria sul Cerro Porteno

Lo scatto, infatti, era già stato perso da tempo. Ma anche dopo tutti i problemi fisici che hanno minato la carriera di questo grandissimo giocatore e dopo che il passar del tempo e la prolungata assenza dai campi da gioco avevano lasciato segni evidenti nel suo fisico Ronaldo aveva mantenuto un grandissimo feeling con il goal tanto che anche nella sua esperienza al Real, non condita dai numeri che aveva fatto vedere a Barcellona e Milano, si era confermato come un cannoniere di indubbia efficacia.

Ultimamente, però, le cose avevano cominciato a cambiare e oltre a dimostrare di essere lontano da una forma fisica accettabile Ronaldo non riusciva nemmeno più ad essere efficace sotto porta tanto che in seguito ai cinque match passati senza l’ombra di una realizzazione il quotidiano Lance aveva azzardato un sondaggio nel quale chiedeva ai tifosi del Timão se fosse il caso di panchinare l’ex stella Nerazzurra o meno, ottenendo in tutta risposta una leggera prevalenza di risposte affermative: troppo appesantito questo Ronaldo per poter incidere come un tempo.

Nonostante questo, come detto, Ronaldo era in campo da titolare al fianco di Dentinho anche nel match contro El Ciclón de Barrio Obrero. Presenza, la sua, che si rivelerà determinante ai fini del risultato.

Dopo quaranta minuti di gioco, infatti, Dentinho posizione la palla nell’area di tiro dei corner alla sinistra della porta difesa da Diego Barreto e si appresta a battere un calcio d’angolo. Nel frattanto Ronaldo aspetta la battuta poco dentro il limite dell’area, all’altezza del secondo palo, sotto la non certo stretta sorveglianza di Miguel Angel Torren, 21enne terzino argentino nativo di Villa Constituction meglio conosciuto in patria come El Guerrero Azulgrana che si trasferì ad Asuncion nel 2008, proveniente dai Newell’s Old Boys.

Il cross di Dentinho parte corto sul primo palo e viene prolungato da uno splendido colpo di tacco di Danilo, centrocampista corinthiano. Sul secondo palo, quindi, accorre proprio Ronaldo che dopo essersi liberato facilmente della marcatura molto approssimativa di Torren può avventarsi sul pallone per battere in tutta tranquillità Barreto, che nulla può per opporsi alla conclusione ravvicinata della punta carioca.

Il goal, per come è stato realizzato, non è certo nulla di straordinario, anzi. Certo, pregevole, se prendiamo in considerazione l’azione nel suo insieme, è l’esecuzione dell’assist, quello splendido colpo di tacco volante. Ma la conclusione in sè quella no, proprio non varrebbe un intero intervento su di un blog.

Trattandosi di Ronaldo, però, le cose cambiano. Del resto siamo al cospetto di un giocatore che vicende personali a parte risulta essere uno dei migliori giocatori visti calcare un campo di calcio da che Maradona ha lasciato il calcio. Non solo: siamo al cospetto di un ragazzo che se non avesse avuto tutti quei problemi fisici verrebbe forse oggi considerato alla stessa stregua – o quasi – di Pelè e Maradona, i due migliori calciatore della storia per antonomasia.

Certo, non gli restano molti anni da giocare. E le sue cartucce le ha sparate quasi tutti. Però fa piacere vedere come nonostante errori e sfortuna una leggenda del calcio come lui riesca ancora ad essere decisivo.

Perché, per la cronaca, il Timão ha poi vinto quella partita 1 a 0, proprio in virtù del suo goal. Rete che risulta essere importantissima anche per la classifica del Corinthians, ora primo a quota 7 punti nel suo Gruppo 1.

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