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Archive for febbraio 2010

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
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Juventus e Palermo scendono in campo per provare a contendersi tre punti fondamentali per la corsa Champions.
Per cercare di arrivare alla vittoria Zaccheroni si affida ad un 4-3-1-2 con Manninger e Trezeguet al posto degli infortunati Buffon ed Amauri. Dal canto suo Rossi risponde con un 4-3-1-2 con Sirigu, neo convocato da Lippi in nazionale, in porta e la coppia Miccoli-Hernandez di punta.

Salvatore Sirigu è stato convocato da Lippi per l'amichevole che gli Azzurri disputeranno con il Camerun

CRONACA
E’ la Juve a farsi vedere in apertura: al settimo minuto prima è Candreva liberato da Diego e chiuso in angolo dalla scivolata di un difensore, poi è Melo sugli sviluppi di un angolo. Entrambe le occasioni si risolvono però in un nulla di fatto.
Cinque minuti più tardi sono invece due ex juventini ad imbastire un’azione interessante: Balzaretti porta palla a sinistra e centra basso per Nocerino che dopo aver stoppato palla calcia centralmente dal limite, non mettendo in grande difficoltà il portiere austriaco che sostituisce Buffon.

Al ventunesimo la Juventus va vicinissima al vantaggio: Candreva si allarga sulla destra per crossare in mezzo. Il centrocampista ex Livorno colpisce però male il pallone e ne esce una traiettoria che invece di tagliare l’area di rigore si dirige dritta e filata verso il primo palo, mettendo in seria difficoltà Sirigu. Che, però, riesce a recuperare la posizione e distendendosi a mano aperta salva la sua porta.
Alla mezz’ora è invece Diego a provarci sugli sviluppi di un’iniziativa di Del Piero. Il trequartista brasiliano, appena dentro il limite dell’area, calcia però di interno provando a piazzare il pallone ma scoccando un tiro molle facile preda del portiere Rosanero.

In apertura di ripresa la Juventus prova a farsi vedere subito. E’ Sissoko a ricevere al limite e scoccare un tiro verso la porta avversaria, che non trova però però lo specchio.

Al cinquantacinquesimo arriva la prima grande occasione della partita: a costruirla sono gli ospiti con una ripartenza fulminante. Un errore in fase di appoggio da parte di Candreva libera infatti il contropiede Rosanero con Miccoli che lancia nello spazio Pastore il quale giunto in area calcia con potenza verso la porta juventina, trovando però la pronta respinta di Manninger, molto reattivo nel salvarsi in angolo.
Il goal è comunque nell’aria ed arriva cinque minuti più tardi: Miccoli riceve al limite dell’area e scocca un tiro che un tempo avremmo definito alla Del Piero, facendo girare la palla giusto sotto il secondo incrocio, freddando Manninger e togliendo la ragnatela da sotto la traversa.

Miccoli firma un goal d'autore contro la sua ex

Tre soli minuti e la Juventus pareggerebbe: sugli sviluppi di un corner Cannavaro riuscirebbe infatti a girare in porta il pallone dell’1 a 1. Il tutto non ci fosse stato Del Piero in posizione di fuorigioco davanti a Sirigu. Dopo un attimo di esitazione l’arbitro annulla giustamente il goal del capitano Azzurro.
Altri tre minuti ed è Chiellini, questa volta, a provarci. Ben coordinatosi, però, il centrale Bianconero non riuscirà a trovare lo specchio della porta, riuscendolo solo a sfiorare.

Al settantesimo è invece Del Piero a provarci, da qualcosa più di venti metri. Il suo tiro fa però terminare il pallone sulla parte esterna della rete, non trovando la via del goal.
Quattro minuti e il Palermo arriva vicino al raddoppio: Miccoli serve Cavani largo sulla destra, la punta uruguagia dopo essere rientrata prova a calciare di sinistro, spedendo però il pallone alto oltre la traversa.

All’ottantesimo, quindi, il Palermo chiude la partita: Grygera riceve palla in zona difensiva e sentendosi pressato sente il pallone scottare tra i suoi piedi provando quindi ad offrirlo a Manninger. Il suo passaggio è però troppo corto e sul pallone si avventa Budan che salta facilmente il portiere austriaco per entrare poi in porta col pallone.

COMMENTO
Partita bruttina e monotona quella disputatasi in serata a Torino. Le due squadre, ma in particolare quella di casa, mancano infatti di intensità ed il gioco che ne esce è piuttosto lento e molle, sicuramente non godibile.

Il Palermo si prodiga nel provare a costruire qualcosa di più, anche grazie alla buona forma dei propri fluidificanti, per altro entrambi ex della partita. Però nel farlo non riesce comunque a costituire vero pericolo per la retroguardia Bianconera, tanto che nel corso dei primi quarantacinque minuti non riuscirà a costruire vere e proprie palle goal.
Stessa cosa dicasi, per altro, per la Juventus: l’occasione più pericolosa del primo tempo è infatti un cross sbagliato da Candreva. Bene ma non benissimo, direbbe qualcuno.

Manninger è stato bucato due volte nel corso del match

Nel secondo tempo la partita sale un po’ di tono e cominciano a vedersi le prime palle goal. Due di queste vengono concretizzate da Miccoli (autore di una conclusione balistica di pregevolissima fattura) e Budan (lestissimo ad approfittare di una leggerezza in fase di disimpegno di Grygera.

Palermo che raggiunge quindi una vittoria tutto sommato meritata e che, soprattutto, grazie a questi tre punti sale al quarto posto a quota 43 punti, superando proprio i malcapitati Bianconeri. Rosanero che sarebbero quindi oggi qualificati alla prossima edizione della Champions League.

MVP
Dopo aver realizzato un goal del genere il titolo di migliore in campo non si può che dare ad uno dei tanti ex di questo match: il Romario del Salento, Fabrizio Miccoli.

La punta di Nardò disputa infatti una partita molto solida dando un grande contributo alla sua squadra e realizzato un goal, come detto, di pregevolissima fattura. Un tiro di interno destro pilotato atto ad infilarsi proprio sotto all’incrocio dei pali, battendo senza appello il malcapitato Manninger.

TABELLINO
Juventus – Palermo 0 – 2
Marcatori: 60′ Miccoli, 80′ Budan

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Dopo aver provato ad indovinare qualche risultato dell’ultimo turno di Europa League concentriamoci sugli eventi calcistici di questo week-end e vediamo di provare a migliorare il risultato infrasettimanale, per quanto azzeccare questi pronostici sia sempre complicato.

Gouffran festeggia dopo aver realizzato il goal del momentaneo 1 a 1 nell'ultimo scontro tra Le Mans e Bordeaux disputatosi al Léon Bollée. La gara terminò poi 3 a 2 per il Bordeaux, vittoria che potrebbe ripetersi domenica pomeriggio.

Propongo quindi ancora una volta due diverse quintuple, una più probabile e quindi povera, l’altra molto più improbabile e quindi ricca. Ovviamente chi volesse una via di mezzo la può comporre proprio con questi risultati.

Ma vediamo nello specifico: nella prima propongo di giocare due 1, due 2 ed un over. Proprio per questo rispetto all’altra volta, in cui la schedina avrebbe pagato otto volte la posta, in questo caso la schedina pagherebbe dodici volte la posta. I due 2 pesano.

Tra le vittorie casalinghe che si potrebbero giocare ci sono quella dello Swansea contro il Peterbrough e quella del Lecce contro la Triestina.

I primi sono quarti in Championship a tredici punti dall’irraggiungibile Newcastle. Swansea che deve comunque continuare a fare punti: c’è da conservare, e se possibile incrementare, il divario che li divide dal Blackpool settimo. Farlo vorrebbe dire qualificarsi ai playoff. Proprio in questo senso è probabile che gli uomini di Paulo Sousa battano il Peterbrough al Liberty Stadium: il compito è assolutamente alla portata e la fama tanta.
I secondi guidano invece il campionato di Serie B e si scontrano contro la Triestina diciassettesima. Lecce che ha un ottimo ruolino di marcia casalingo: 9 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta contro il brutto ruolino esterno degli alabardati che hanno vinto una sola volta lontani dal Nereo Rocco. Lecce che per altro ha un’ottima difesa casalinga, con soli 9 goal subiti nelle tredici gare casalinghe. E proprio domani potrebbe arrivare la decima vittoria.

Le due vittorie esterne indicate sono invece quelle di Inter e Bordeaux, entrambe capoclassifiche nei rispettivi campionati. I Nerazzurri fanno visita al Friuli dove proveranno a guadagnare tre punti importantissimi in ottica scudetto nonostante i tanti assenti, i bordolesi vanno invece a Le Mans – squadra terz’ultima in Ligue 1 – per provare ad allontanare ulteriormente le inseguitrici, Montpellier in primo luogo.

L’OVER è invece quello che potrebbe uscire tra PSV ed RKC: il più classico dei testa-coda vede i ragazzi di Eindhoven favoritissimi per la vittoria, una vittoria che potrebbe essere molto ampia. PSV che sino ad oggi in casa ha segnato più di due reti a partita in media ed incontrando la seconda peggior difesa del campionato potrebbe segnare una comoda goleada.

Swansea – Peterbrough 1 1,45
Udinese – Inter 2 1,95
Lecce – Triestina 1 1,60
Le Mans – Bordeaux 2 1,80
PSV – RKC Over 1,40
per ogni euro scommesso: 11,97 volte la posta

La giocata più ricca vede invece due 1, una X, un 2 ed un over.

Le vittorie casalinghe riguardano due squadre che sino ad oggi hanno vinto pochissimo: Willem II e Levadiakos.

I primi, penultimi in Eredivisie con diciassette punti guadagnati in ventiquattro partite, ospitano il VVV Venlo, undicesimo, per provare a staccare l’RKC, che come abbiamo detto è ultimo. In Olanda, infatti, una sola squadra retrocede direttamente: l’ultima. Per penultima e terz’ultima ci sono invece i playout. Attualmente la squadra di Tilburg ha cinque punti più di quella di Walwijk, margine che vuole provare ad incrementare proprio battendo il modesto Venlo ed approfittando di una vittoria del PSV che pare scontata.
Certo, parliamo di una squadra che ad oggi ha vinto solo cinque partite. Posto però che quattro di queste sono state vinte proprio in casa chissà che il Willem, quotato a 2.45, non ce la faccia a centrare il bottino grosso.

Simile la situazione del Levadiakos: la squadra allenata da Sakis Tsiolis è anch’essa penultima, a pari punti proprio con il Giannina, nel campionato greco. Levadiakos alla ricerca di una vittoria che potrebbe permettere loro innanzitutto di staccare proprio i diretti avversari e poi, in caso di sconfitta del Larissa in casa dell’Aris Salonicco, di raggiungere il quart’ultimo posto, ultimo utile per non retrocedere.
Anche in questo caso parliamo di una squadra che ha messo assieme solo cinque vittorie, ma centrare i tre punti è fondamentale per la squadra di Livadeia.

L’X è invece il risultato di questa schedina che paga di più: il consiglio è infatti di puntare sul pareggio dell’Amburgo in casa del Bayern Monaco, pagato 4.20. Certo, il fatto che la quota sia così alta fa capire come sia dura per Van Nistelrooy e compagni strappare anche solo un pareggio dall’Allianz Arena. Però del resto si sa, le multiple ricche sono quelle in cui si osa. E puntare su questo pareggio è per chi ha fegato da vendere.
La X, comunque, non è nemmeno così impossibile: i Rothosen sono infatti comunque quarti in classifica ed hanno appena passato il turno di Europa League. Venderanno quindi cara la pelle, per quanto è indubbio che le possibilità che il Bayern porti a casa la vittoria siano molte.

Il 2 riguarda la vittoria del Porto in uno dei match più attesi del campionato portoghese: i Dragões arriveranno a Lisbona per cercare tre punti che possano riavvicinarli alla vetta e portare a +17 il vantaggio proprio sullo Sporting. Certo, parliamo comunque di due delle migliori squadre portoghesi… pensare che il Porto possa vincere è lecito, ma la cosa è tutt’altro che scontata!

Bayern – Amburgo X 4,20
PSG – OM Over 2,05
Willem II – Venlo 1 2,45
Sporting – Porto 2 2,10
Levadiakos – Giannina 1 2,30
per ogni euro scommesso: 106, 98 volte la posta

L’OVER, infine, riguarda il match tra PSG ed OM.
Per gli allibratori è più probabile che esca una partita con meno di tre goal totali, ma il fatto che si scontrino due squadre che non hanno certo delle grandi difese (entrambe hanno subito 27 goal sino ad ora) ma, di contro, ottimi attacchi (in particolar modo quello dell’Olympique Marsiglia, secondo miglior attacco del campionato assieme al Lione con 43 reti segnate in 24 partite). La cosa, quindi, potrebbe portare davvero a vedere almeno tre goal in questo match. Per quanto le due squadre è probabile che giochino molte chiuse pensando più a non subire che ad affondare.

Ma d’altronde… chi non risica non rosica!

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Giovedì 25 febbraio 2010, ore 21.05, Estadio José Alvalade, Lisbona.
Sporting ed Everton scendono in campo nel ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League. Portoghesi padroni di casa che devono ribaltare il 2 a 1 di Liverpool e per farlo si affidano a diverse loro stelle, prime tra tutti Veloso e Moutinho. Solo panca, almeno inizialmente, per Matias Fernandez, invece.

L’ex stella del Colo Colo nacque in Argentina, a Buenos Aires, salvo poi far ritorno nel paese di origine a quattro anni. A dodici, poi, l’ingresso nelle giovanili del Colo Colo, squadra che lo lanciò professionista a diciotto.
Nel 2007, dopo una stagione giocata su livelli stratosferici nella quale, da trequartista, segnò ben 29 reti in 44 partite, lo sbarco in Spagna, più precisamente al Villareal. Per lui, arrivato con le stimmate di un campione, campione che tutto il Cile stava aspettando da tempo, non riuscì però più a ripetersi. Così con il Sottomarino Giallo arrivarono diverse delusioni. Nonostante le grandi potenzialità, infatti, non seppe incidere come i dirigenti iberici speravano, totalizzando solo la miseria di 7 reti in 69 match.

In estate, quindi, il passaggio allo Sporting Lisbona, squadra che lo pagò meno della metà rispetto a quanto venne acquistato dagli spagnoli: arrivato nella provincia di Castellon per 8,7 milioni di euro (con clausola rescissoria fissata a 50) è stato ceduto per 4 soli milioni. Una miseria (nonché meno di un decimo rispetto all’ammontare della sua clausola rescissoria).

Anche in Portogallo, comunque, Matigol non riesce a ripetersi sugli standard lasciati intravvedere in Cile, pur mettendo in luce, come già dimostrato anche in Spagna del resto, sprazzi della sua grandissima quanto intermittente classe.

Matigol salta i malcapitati Jagielka ed Howard prima di segnare il 3 a 0 contro l'Everton

Uno di questi è arrivato proprio stasera: schierato a tempo ormai già praticamente scaduto Matias decide di mettere a frutto quei pochi minuti concessigli per dimostrare a tutti il suo talento. Al novantaquattresimo, quindi, decide di chiudere in bellezza la partita con un numero d’alta scuola con cui va a finalizzare una ripartenza veloce dei suoi: Djalo porta palla sulla sinistra e vede l’arrivo, sull’out opposto, del fantasista cileno, che serve prontamente. Fernandez quindi si trova in questa situazione dopo aver stoppato il pallone: ha la palla tra i piedi, è giusto al limite dell’area ed ha un difensore, Phil Jagielka, pronto ad intervenire per sottrargli il pallone.

Per andare a rete deve quindi risolvere questo problema: liberarsi del suo marcatore. E per farlo, come detto, Matigol non si accontenta di un dribbling o di una finta qualsiasi. Con un gioco rapidissimo di gambe stordisce letteralmente il malcapitato Jagielka, che non capisce proprio ciò che gli accade davanti. E che probabilmente dovrà riguardarsi questo video per molte volte per capacitarsi di quanto successo.
Fernandez, infatti, prima tocca la palla all’indietro col tacco destro come a dimostrare che voglia rientrare per poi buttarla subito in avanti col sinistro, freddando letteralmente il difensore inglese. A quel punto, a tu per tu con Howard, non gli resta che saltare anche il portiere, per poi depositare in rete il pallone.

Gesti come questi non si vedono assolutamente su tutti i campi. Anzi. Solo l’inventiva di un giocatore come Fernandez, che pur con tutti i suoi limiti dimostra di avere un controllo del pallone ai limiti dell’incredibile, poteva partorire una giocata del genere.

Per quanto mi riguarda… applausi a scena aperta.

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Nel pomeriggio avevo suggerito un paio di giocate. Come ci sarebbe andata se le avessimo giocate davvero?

Beh, alla fine entrambe le scommesse hanno portato ad un 3 su 5. In entrambe, infatti, i risultati mancati sono stati due.

Nella prima, quella “facile” e “povera”, sono le italiane a tradire: Juventus e Roma erano infatti date come vincitrici dei rispettivi incontri, ma da una parte la Juve pur dominando il primo tempo del proprio match si siede nel secondo e s’accontenta del pareggio per passare il turno, dall’altra la Roma passa sei minuti di follia e riesce addirittura a perdere contro il Panathinaikos, uscendo anzitempo da questa competizione.

Juventus – Ajax 1 1,70
Roma – Panathinaikos 1 1,40
OM – Copenhaghen 1 1,52
Werder Brema – Twente 1 1,40
Wolfsburg – Villareal Over 1,62
per ogni euro scommesso: 8,61 volte la posta

Terminano secondo pronostico, invece, i match di OM, Werder e Wolfsburg. I francesi si impongono infatti ancora senza problemi contro il Copenhaghen, il Werder ribalta il risultato di Enschede e tra Wolfsburg e Villareal esce una gara con molti goal, ben 5, che avrebbe meritato di giocare un over 3,5 anziché 2,5.

Nella seconda, quella sicuramente più ostica ma anche più ricca, il numero di errori è lo stesso. Ad essere sbagliati, questa volta, sono i pronostici sulle partite di Sporting ed Hapoel. In Portogallo, infatti, l’Everton ha un crollo verticale piuttosto inaspettato e perde pesantemente 3 a 0 contro lo Sporting. In Israele, invece, il Rubin si accontenta del risultato dell’andata, e non va oltre lo 0 a 0.

Juventus – Ajax X 3,70
Fenerbache – Lille X 3,20
Sporting – Everton X 3,20
Hapoel – Rubin 2 2,60
Galatasaray – Atletico 2 2,95
per ogni euro scommesso: 305 volte la posta

Azzeccati, invece, i pronostici su Juventus, Fenerbache e Galatasaray.
Come avevo detto rispetto ai Bianconeri la cosa migliore era puntare sull’1X, che però pagava pochissimo. Perché era risaputo, e Zaccheroni l’ha detto in maniera esplicita nel post partita, che se la Juve non fosse passata in vantaggio ad inizio match poi avrebbe tirato i remi in barca nel secondo tempo per non correre rischi. Proprio per questo il pareggio era un risultato che ci poteva assolutamente stare, tanto che è uscito.

Preventivabile, anche se tutt’altro che scontata, anche la vittoria dell’Atletico in Turchia, con i Colchoneros che avevano solo quel risultato a disposizione per passare. Centrato anche il pareggio tra Fenerbache e Lille, con i francesi che quindi portano in porto il passaggio del turno.

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La Juventus scende in campo nella serata di giovedì per provare a difendere la vittoria per 2 a 1 di Amsterdam. Per ottenere il passaggio del turno, infatti, basterebbe anche solo un pareggio per la squadra di Zaccheroni, che si dimostra però subito decisissimo ad ottenere il punteggio pieno. Basta leggere la formazione schierata dal tecnico di Meldola per capire che la Juventus non scende in campo per fare da spettatrice e tirare a campare sperando in un pareggio. I Bianconeri si schierano infatti con un 4-3-1-2 con Manninger in porta al posto dell’infortunato Buffon (e Pinsoglio, premiato come miglior portiere dell’ultimo Viareggio, a fargli da secondo), Grygera, Legrottaglie, Chiellini e De Ceglie in difesa, Sissoko, Melo e Marchisio a centrocampo schierati dietro a Diego trequartista che a sua volta gioca alle spalle di Amauri e Del Piero.

Arbitro ed assistenti nel pre-gara

Jol per provare a ribaltare il risultato dell’andata schiera invece la sua squadra, priva della stellina Suarez, con un 4-3-3 con Stekelenburg in porta, Van Der Wiel, Alderweid, Verthongen ed Oleguer in difesa, De Jong, De Zeeuw ed Enoh a centrocampo ed Eriksen, Pantelic e Sulejmani in attacco.

CRONACA
Dopo due minuti di gioco la Juventus si fa subito vedere dalla parti di Stekelenburg: De Ceglie porta palla ed appoggia a Sissoko che gira palla in mezzo. Diego però decide di non intervenire sul pallone, facendo velo ed agevolando l’intervento di Marchisio, che arriva arrembante a calciare di prima intenzione, trovando però la pronta risposta del portiere orange.

Le due squadre si fronteggiano quindi con continui capovolgimenti di fronte, ma poco dopo il quarto d’ora è la Juve a portarsi vicina al goal: sugli sviluppi di un angolo, infatti, Sissoko devia il pallone di testa facendolo schiantare sul palo, con Trezeguet che non riesce poi a metterci la zampata non trovando il tap-in vincente.

Al ventitreesimo è l’Ajax ad avere un’occasione d’oro: sempre sugli sviluppi di un angolo il portiere austriaco della Juventus, Manninger, esce male, non trattenendo il pallone. Così facendo, quindi, facilità l’intervento di Verthongen, che conclude però male sparando il pallone out.

Il match scorre comunque senza particolari sussulti. Le due squadre lottano infatti tantissimo in mezzo al campo, non risparmiandosi anche colpi al limite – quando non oltre – del regolamento. Il tutto, però, a discapito dello spettacolo, che stenta a decollare sacrificato ad un agonismo ed un voler battagliare portato all’estremo.

Alle mezz’ora la Juve torna quindi a farsi vedere sugli sviluppi di un angolo: questa volta sono Chiellini prima e Legrottaglie poi a provarci di testa, con gli olandesi che si salvano prima con Enoh e poi con Eriksen sempre sulla linea.
Di lì a poco arriva invece da una punizione l’occasione di passare, ma la mischia che ne segue si risolve in un nulla di fatto, con gli olandesi che riescono a salvarsi non si sa bene come.

Zaccheroni guarda attonito la sfortuna dei suoi nel primo tempo: un palo e due goal salvati sulla linea

A cinque dal termine la Juventus prova invece a passare con una ripartenza: Del Piero prende palla nella propria metà campo e sale conducendola al piede per poi effettuare un lancio di una quarantina di metri a liberare Diego. Il fantasista brasiliano, quindi, dopo aver controllato il pallone s’accentra per cercare lo spazio per trovare la via del goal, senza però riuscirvi. Il suo tiro è infatti rimpallato dal rientrante Eriksen.

In apertura di ripresa è l’Ajax a farsi pericoloso. Ancora una volta la scintilla arriva da un calcio piazzato, più precisamente un corner: sugli sviluppi dello stesso Pantelic colpisce di testa girando il pallone verso la porta di Manninger, senza però trovarla. La palla, infatti, si spegne alta sopra la traversa.
I Lanceri sono comunque molto più attivi della prima frazione. Al cinquantaduesimo, quindi, è Eriksen a provarci, ma la sua conclusione da fuori è bloccata da Manninger.

Al sessantatreesimo è ancora Pantelic a farsi notare. Il suo tiro da fuori, però, si spegne ancora alto sopra la traversa di Manninger. Al settantesimo è invece Del Piero a provarci, direttamente su punizione: il pallone, deviato dalla barriera, diventa insidioso, ma Stekelenburg lo controlla uscire sopra la traversa.

Negli ultimi venti minuti gli ospiti prendono ulteriore campo. Dopo aver giocato molto meglio degli avversari nel primo tempo, infatti, i Bianconeri lasciano che l’Ajax esca dal proprio guscio nella ripresa, sino a questo finale di gara in cui sembra esserci una sola squadra in campo. O quasi. Il robusto possesso palla di questi minuti, comunque, si traduce in un nulla di fatto: l’Ajax non produce infatti grandissime palle goal con la difesa di casa bravissima a chiudere ogni spazio.

Poco prima dello scadere, quindi, la Juventus prova, con un colpo di testa di Trezeguet, a chiudere il match con una vittoria. A rispondere alla punta francese, però, ci pensa Stekelenburg, che agguanta il pallone.
A tempo già ampiamente scaduto è invece Emanuelson, subentrato una ventina di minuti prima a Pantelic, a provarci. Il suo sinistro in corsa è però chiuso troppo e fa terminare il pallone a lato.

L'11 juventino nel pre-match

COMMENTO
Alla Juventus basterebbe un pareggio ma, come ampiamente prevedibile, gli uomini di Zaccheroni dimostrano di non volersi accontentare di quello. Proprio per questo creano diverse palle goal nel primo tempo, specialmente da situazioni di palla inattiva. Non riuscendo però mai a trovare il goal.

La ripresa ha invece un padrone differente: l’Ajax. I Lanceri, però, a differenza di quanto successo nel primo tempo ai Bianconeri tengono si di più il pallino del gioco ma non riescono a creare quanto fatto dai padroni di casa nella prima frazione.

Ecco quindi che le due squadre si spartiscono i due tempi equamente, anche se ai punti, forse, meriterebbe qualcosina di più la Juventus. Cui basta comunque il pareggio che scaturisce da questa gara per passare.

Ora la Juventus dovrà incontrare il Fulham. Londra, quindi, aspetta i Bianconeri a braccia aperte.

MVP
Trovare un migliore in campo in un pareggio come questo non è semplicissimo. La partita è infatti piuttosto scialba, senza particolari sussulti. Le due squadre costruiscono sì qualche palla goal, ma niente di trascendentale. In particolar modo nessuno dei ventotto giocatori scesi in campo oggi giocano in maniera particolarmente migliore rispetto agli altri.

Giusto per premiare qualcuno, quindi, decido di dare la palma di man of the match a De Ceglie: il giovane terzino italiano sta infatti iniziando a giocare sempre meglio da quando è arrivato Zaccheroni sulla panchina Bianconera. Anche nella serata di oggi la sua prestazione è ampiamente più che sufficiente: gioca in maniera molto pulita dietro, corre un sacco (come del resto è solito fare sempre) e prova anche a spingere quando possibile, in particolar modo nella prima frazione (quella fondamentalmente dominata dalla sua squadra).

Oggi come oggi, quindi, ha ragionissima il tecnico di Meldola nel preferirlo al Campione del Mondo Grosso. Che però, esattamente come Cannavaro (cui sta venendo spesso preferito Legrottaglie), potrebbe finire con l’essere titolare al Mondiale sudafricano. Con De Ceglie a guardare il tutto da casa. Le stranezze della vita!

Ottima prestazione per De Ceglie in questo giovedì di coppa

TABELLINO
Juventus vs. Ajax o – 0
Juventus: Manninger; Grygera, Legrottaglie, Chiellini, De Ceglie; Sissoko, Felipe Melo, Marchisio; Diego (70′ Camoranesi); Amauri (15′ Trezeguet), Del Piero (86′ Candreva). A disposizione: Pinsoglio, Cannavaro, Zebina, Paolucci. Allenatore: Zaccheroni
Ajax: Stekelenburg; Van der Wiel, Alderweireld, Vertonghen, Oleguer; De Jong, De Zeeuw, Enoh (77′ Rommedahl); Eriksen, Pantelic (74′ Emanuelson), Sulejmani (64′ Suk). A disposizione: Vermeer, Gabri, Anita, Lodeiro. Allenatore: Martin Jol
Arbitro: L. Duhamel (Francia)
Assistenti: S. Duhamel, Capelli (Francia)
Quarto Uomo: Buquet (Francia)
Assistenti di porta: Thual, Turpin (Francia)

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La Roma scende in campo per cercare una qualificazione agli ottavi che lasci aperta la possibilità di vincere un trofeo che manca dalla sponda Giallorossa di Roma da ben 49 anni. Era il 1961, infatti, e questa competizione non si chiamava nemmeno ancora Coppa UEFA, ma addirittura Coppa delle Fiere. Allora la Lupa battè il Birmingham City in una doppia finale terminata sul 4 a 2 totale per i nostri portacolori.

Cissé grazia i Giallorossi in apertura di match

Oggi, invece, i ragazzi di Ranieri scendono in campo all’Olimpico per provare a ribaltare la sconfitta 3 a 2 subita in Grecia contro un Panathinaikos che, invece, questa competizione non l’ha mai vinta.

Non solo stimoli di storia e blasone, comunque. A spingere i Giallorossi alla ricerca della vittoria ci sono anche questioni molto più terra a terra, ovvero sia quelle economiche. Secondo uno studio effettuato recentemente dai dirigenti della società capitolina e riportato dal Corriere dello Sport, infatti, la vittoria di questa competizione frutterebbe ben 14 milioni di euro alle casse della Roma, soldi assolutamente necessari per una società che ha noti problemi a livello finanziario.

Per provare ad ottenere il passaggio del turno, quindi, l’ex allenatore di Valencia, Chelsea e Juventus si affida a Doni in porta al posto dell’infortunato Julio Sergio, Cassetti, Mexes, Juan e Riise in difesa, Brighi e De Rossi in mediana con Taddei, Perrotta e Cerci sulla trequarti. Vucinic è, invece, l’unica punta.
Dal canto suo Nioplias risponde con un modulo speculare con Tzorvas in porta, Vintra, Kantè, Marinos e Sarriegi in difesa, Simao e Katsouranis in mediana, Spiropoulos, Ninis e Salpingidis sulla trequarti e Djibril Cissé unica punta.

CRONACA
Ad inizio partita la Roma ha subito di che tremare: passano tre minuti e Cissè è pescato in area alle spalle di tutti gli uomini ma la punta francese, tutta sola dinnanzi a Doni, non trova il contatto con la palla, facendo sfumare un’occasione più che ghiotta.

All’undicesimo, però, è la Roma a passare: Riise batte una punizione non irresistibile dalla distanza che è però deviata da Ninis là dove Tzorvas non riesce ad arrivare. 1 a 0.
I Giallorossi comunque vogliono mettere al sicuro il risultato già nel primo tempo. Poco più di dieci minuti dopo il goal, quindi, è Taddei a provarci da fuori. Il tiro dell’ala brasiliana termina comunque a lato della porta greca.

Riise batte la punizione che vale l'1 a 0

Sul ribaltamento di fronte il Panathinaikos guadagna un angolo dal quale nasce un’occasione interessante: il pallone giunge al limite a Simao che scocca una sorta di tiro cross sul quale Salpingidis non riesce ad intervenire, col pallone che termina di poco a lato.

Al trentasettesimo, quindi, la Roma ci riprova: è ancora Riise, da una posizione simile a quella da cui aveva trovato la rete, a provare a colpire direttamente su calcio di punizione. In questo caso, però, il terzino Giallorosso colpisce il pallone troppo d’esterno, non inquadrando la porta.
Sul ribaltamento di fronte, quindi, Ninis entra in area palla al piede e viene messo giù da un contatto con De Rossi. Sul dischetto, quindi, si presenta Cissé che batte un bel rigore che pur essendo intuito da Doni fa il suo dovere, infilandosi alla destra di Doni.

Al quarantaduesimo, quindi, Ninis si inventa un goal da sè: dopo aver riconquinstato palla sulla trequarti punta la porta di Doni e calcia da fuori, freddando il portiere brasiliano e ribaltando, in tre minuti, il risultato.

In chiusura di tempo, poi, Cissé ci mette il carico da novanta e chiude il discorso qualificazione: Mexes tiene in campo la punta francese che, lanciata nello spazio da Ninis, va a saltare Doni per poi depositare il pallone in rete e firmare il 3 a 1.

In apertura di ripresa la Roma si fa subito pericolosa per due volte in un minuto: prima Vucinic mette in movimento De Rossi sul cui cross basso arriva puntuale Cerci, la cui girata è però parata da Tzorvas. Poi è lo stesso Vucinic, lanciato nello spazio da un compagno, a provarci, ma la sua azione si risolve in un nulla di fatto.

Al sesto è quindi ancora Cerci a provarci, ma la sua conclusione dal limite è ancora preda del portiere greco.
Cerci comunque non ci sta e fa di tutto per trovare la via del goal: al sessantaseiesimo sugli sviluppi di un angolo stoppa in area e piazza il pallone sul secondo palo, battendo il portiere avversario. A salvare tutto, però, ci pensa Vyntra, che respinge. Nemmeno un minuto e De Rossi accorcia le distanze con un tap-in sottomisura su di una respinta corta di Tzorvas.

Vucinic, Perrotta, Riise e De Rossi attoniti dopo il 3 a 1 di Cissé

Il Panathinaikos prova però subito a rimettere al sicuro il risultato: sugli sviluppi di un corner i greci colpiscono infatti prima una traversa con Katsouranis e poi un palo con Salpingidis con Doni che, con non poca fortuna, riesce quindi a salvarsi in qualche modo.

Al settantaquattresimo è invece Baptista, su di un cross di Cassetti, a svettare incornando di testa, senza però trovare la via della rete.
Cinque minuti più tardi Menez spunta sulla destra e crossa basso in mezzo col pallone smanacciato da Tzorvas proprio sui piedi di De Rossi, che non riesce però a girarla in porta.

COMMENTO
Una Roma che non t’aspetti. Ecco la squadra che scende in campo contro il Panathinaikos. Perché dopo essere passati in vantaggio in maniera fortunosa i Giallorossi hanno un blackout ti poco più di cinque minuti, che pagano però durissimamente: un grandissimo Ninis (goal, assist e rigore guadagnato) suona infatti la carica ed il Panathinaikos tutto risponde, andando a ribaltare il risultato per affossare poi una Roma che appare come un pugile suonato all’angolo.

Nella ripresa la Roma ha un sussulto d’orgoglio e costruisce diverse palle goal, ma l’impresa, a quel punto, era praticamente impossibile. Per passare, infatti, alla squadra di Ranieri sarebbero serviti ben quattro goal in quarantacinque minuti.

I Giallorossi comunque ci credono e costruiscono numerose palle goal, riuscendo però a concretizzarne una sola.
Se solo nel primo tempo non avessero avuto quella sbandata ora commenteremmo il loro passaggio del turno, con ogni probabilità…

MVP
Il man of the match non può che essere Sotiris Ninis, l’ala albanese pronta a far volare la Grecia.
Il fantasista di origini albanesi, infatti, non gioca una partita fenomenale, ma concentrando tutto nell’arco di sei minuti riesce a stendere una Roma che pareva avesse il passaggio del turno assolutamente a portata di mano.

Prima un rigore guadagnato, non senza furbizia, ai danni di De Rossi, poi la palla rubata a Brighi e trasformata in goal con un bel diagonale da fuori, infine il filtrante a lanciare Cissé per il goal che vale la qualificazione.

E' Sotiris Ninis l'MVP del match

Niente di trascendentale, ripeto. Ma con tre giocate, fondamentalmente, elimina la Roma dall’Europa League.

TABELLINO
Roma vs. Panathinaikos 2 – 3
Marcatori: 11′ Riise, 39′, 45′ Cissé, 42′ Ninis, 67′ De Rossi
Roma: Doni, Cassetti, Mexes, Juan, Riise; Brighi (Baptista al 1′ s.t.), De Rossi; Cerci (al 22′ s.t. Menez), Perrotta, Taddei; Vucinic. A disposizione: Lobont, Motta, Faty, Tonetto, Burdisso. Allenatore: Ranieri
Panathinaikos: Tzorvas, Marinos, Vintra, Sarriegi, Kantè; Katsouranis, Simao; Salpingidis (al 42′ s.t. Leto), Ninis (al 27′ s.t. Gilberto Silva), Spiropoulos, Cissé (Cleyton al 45′ s.t.). A disposizione: Galinovic, Rukavina, Christodoulopoulos, Bjarsmyr. Allenatore: Nioplias
Arbitro: Paixao (Portogallo)
Note: Spettatori 47.825.
Ammoniti: Katsouranis (P) al 23′ p.t., Marinos (P) al 34′ p.t., Taddei (R) al 9′ s.t., Vintra (P) al 32′ s.t., Cassetti(R) al 39′ s.t. Katsouranis (p) al 45′ s.t., Mexes (R) al 46′ s.t.
Espulso:  Katsouranis al 45′ s.t.

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Apro oggi una nuova rubrica di questo blog, quella relativa alle scommesse sugli eventi sportivi. Il tutto fatto a mo’ di gioco, posto che sono il primo a non scommettere sulle partite di calcio (o comunque a farlo assolutamente di rado) e che lo faccio più come pretesto per parlare di calcio che come vera indicazione a chi invece vuole scommettere davvero.

In questa prima puntata andiamo quindi a parlare delle partite che si giocheranno oggi in Europa League, provando ad individuare quelli che potrebbero essere i risultati di alcune di queste.

Amauri riuscirà a guidare ancora la Juventus alla vittoria?

Iniziamo quindi con le due italiane: la Juventus ospita a Torino l’Ajax dopo l’1 a 2 dell’andata e proverà a chiudere il discorso oggi. Per farlo basterebbe un pareggio ma pare che Zaccheroni sia intenzionato a schierare una formazione molto competitiva, probabilmente per provare a mettere al sicuro il passaggio del turno.
Proprio per questo, ed anche per un pizzico di orgoglio nazionalista, il consiglio è quello di giocarsi la vittoria dei Bianconeri, quotata ad 1,70. In realtà non è nemmeno così improbabile esca un pareggio, anche quello quotato bene: 3,70. La cosa migliore, quindi, sarebbe scommettere sulla doppia chance, ma l’1x è dato a solo 1,17 e si può dire non vada molto la pena puntarci.

La Roma, invece, ospita il Panathinaikos dopo la sconfitta dell’andata. I Giallorossi faranno quindi di tutto per ribaltare il 3 a 2 rimediato in Grecia. In questo caso l’1 fisso, dato a 1,40, è un obbligo.

Per quanto riguarda gli altri match un risultato non certo scontato ma probabile potrebbe essere la vittoria dell’Olympique Marsiglia al Velodrome contro il Copenhaghen. Dopo l’1 a 3 dell’andata i danesi arriveranno in Costa Azzurra agguerritissimi ma difficilmente l’OM scenderà in campo in maniera molle, a maggior ragione davanti al proprio pubblico. Se a questo aggiungiamo il gap tecnico presente tra le due squadre – e che pende a favore dei padroni di casa – ecco che ne esce il consiglio di giocarsi la vittoria dei francesi quotata a 1,52.

Una squadra che invece, al contrario dei danesi, potrebbe davvero sfruttare in maniera positiva la sconfitta dell’andata è il Werder Brema che dopo aver ceduto per 1 a 0 in Olanda ospita il Twente per cercare di ribaltare il risultato dell’andata. Proprio in questo senso il consiglio è quello di puntare sulla vittoria dei tedeschi (data a 1,40), che non possono far altro che centrare il bersaglio grosso per assicurarsi il passaggio agli ottavi.

Probabile anche escano molti goal nel match che si disputerà in Germania tra il Wolfsburg ed il Villareal: dopo il 2 a 2 dell’andata, infatti, gli spagnoli saliranno in Bassa Sassonia per provare a vincere a tutti i costi, dovendo quindi cercare almeno un goal per forza di cosa. Proprio questo loro sbilanciarsi potrebbe creare spazi importanti per Dzeko e compagni, dando quindi il la ad una partita ricca di goal, come se non più che all’andata. In questo caso, quindi, più che sul vincitore punterei sull’over, dato a 1,62.

In questo caso, quindi, la scommessa risulterebbe così:

Juventus – Ajax 1 1,70
Roma – Panathinaikos 1 1,40
OM – Copenhaghen 1 1,52
Werder Brema – Twente 1 1,40
Wolfsburg – Villareal Over 1,62
per ogni euro scomesso: 8,61 volte la posta

e scommettendo 10 euro se ne vincerebbero 86.

Chi vuole provare a scommettere più forte, invece, potrebbe scommettere appunto l’x tra Juventus ed Ajax dato a 3,70, quelle tra Fenerbache e Lille e tra Sporting ed Everton date a 3,20, con francesi ed inglesi che difenderebbero quindi le vittorie dell’andata anche in Turchia e Portogallo, la vittoria del Rubin in Isreale contro l’Hapoel (dopo il 3 a 0 dell’andata) quotata a 2,60 e la vittoria dell’Atletico Madrid in casa del Galatasaray – quotata a 2,95 – con gli spagnoli che devono vincere quasi per forza per poter passare il turno.

In questo caso la scommessa risulterebbe essere:

Juventus – Ajax X 3,70
Fenerbache – Lille X 3,20
Sporting – Everton X 3,20
Hapoel – Rubin 2 2,60
Galatasaray – Atletico 2 2,95
per ogni euro scomesso: 305 volte la posta

e scommettendo 10 euro se ne vincerebbero 3050.

Chiaro però che il mondo delle scommesse esiste proprio perché azzeccare una multipla risulta molto complicato. Quindi da una parte ci troviamo una schedina che frutterebbe solo poco più di otto volte la posta, non certo impossibile ma comunque si sa, la palla è rotonda e di scontato non c’è proprio niente.
Dall’altra troviamo una schedina che pagherebbe benissimo, ben trecentocinque volte la posta, ma che è difficilissimo azzeccare.

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Il mercoledì di Champions prevede due match.

Da una parte l’Inter ospita il Chelsea a San Siro, dall’altra il CSKA Mosca ospita il Siviglia in Russia.
Ed è una giornata positiva per i nostri colori, con gli uomini di Mourinho che vincono per 2 a 1 grazie alla coppia Albiceleste Milito-Cambiasso. Non vanno oltre il pareggio, invece, nella capitale russa.

CSKA – Siviglia

1 – 1

68’ Gonzalez
25’ Negredo
Inter – Chelsea

2 – 1

3’ Milito, 55’ Cambiasso
51’ Kalou

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Il Barcellona sbarca in Germania forte dei suoi grandi campioni: Guardiola schiera infatti Puyol, Xavi, Iniesta, Messi ed Ibrahimovic tutti assieme per cercare di scardinare il fortino teutonico protetto da due vecchie conoscenze del calcio italiano, Lehmann e Molinaro.

Un Guardiola piuttosto pensieroso aspetta l'inizio del match. Che avesse il presagio della serata poco felice che avrebbe passato la sua squadra di lì a poco?

CRONACA
Dopo una decina di minuti abbondanti Molinaro spinge sulla fascia e libera Cacau in area, che però è troppo macchinoso nello stop e finisce col perdere il pallone, mangiandosi un’ottima occasione. Nel momento della ricezione del pallone, infatti, la punta carioca si trovava senza marcatura e avrebbe potuto fare molto male a Valdes.

Al diciottesimo è invece Messi a farsi vedere: la Pulce taglia centrocampo e difesa avversaria con una sfuriata centrale dei suoi, portandosi al limite dell’area. Il suo tiro viene però respinto da un difensore.
Tre minuti più tardi è ancora Molinaro a mettersi in mostra: questa volta l’ex terzino Bianconero fa un’azione arrembante in fascia per poi crossare basso in mezzo, trovando però la pronta chiusura in scivolata di Marquez, che anticipa un avversario spazzando il pallone.

Al ventiquattresimo è ancora il terzino italiano a spingere. Sul suo cross sul secondo palo, stranamente preciso, arriva Gebhart che colpisce però male il pallone. Il goal è comunque nell’aria e arriva prima che la lancetta dei secondi compia un giro intero del quadrante: è Gebhart stesso a crossare in area trovando libero sul secondo palo Cacau che prende il tempo a Puyol e buca Valdes di testa, portando in vantaggio i suoi.

Il Barcellona comunque pare non starci e torna subito a farsi vedere in fase offensiva: Iniesta si produce in un’azione insistita che rifinisce con un cross sul secondo palo per Ibrahimovic, anticipato dall’uscita alta di Lehmann.
Al ventottesimo però lo Stoccarda ha di che protestare, richiedendo un rigore. Piquè, infatti, tocca il pallone con un braccio, ma l’arbitro dell’incontro reputa che il braccio fosse attaccato al corpo. Abbastanza erroneamente, almeno da quanto pare nel riguardare l’azione al rallenty. Il rigore poteva sicuramente starci.

Cacau buca Valdes con un'incornata

Alla mezz’ora i tedeschi costruiscono un’altra grande occasione da goal con Cacau che veste i panni del rifinitore, ma in qualche modo la retroguardia Blaugrana si salva. Due minuti più tardi la punta Carioca prova ad andare dritto per dritto verso la porta avversaria, trovando però la respinta di Valdes.
Lo Stoccarda sembra incontenibile. Al trentacinquesimo Hleb effettua un’azione travolgente sulla sinistra servendo centralmente per l’accorrente Trasch, che mette però a lato il suo piattone mancino.

Al quarantesimo Messi batte un colpo: altra azione centrale del talentino argentino che conclude da fuori mettendo in difficoltà Lehmann che non trattiene il pallone deviandolo, di fatto, sul palo.

In apertura di ripresa la beffa Blaugrana: gli ospiti pareggiano infatti al cinquantaduesimo con Ibrahimovic che deve concludere a rete due volte per riuscire a battere Lehmann, riuscendo comunque, alla fine, a bucarlo.

Al sessantatreesimo i padroni di casa tornano a farsi vedere. La palla giunge infatti al limite dell’area a Sami Khedira che ci prova con una conclusione mancina di prima intenzione, con la quale fa però terminare il pallone a lato della porta difesa da Victor Valdes.
Cinque minuti più tardi è invece ancora Molinaro a rendersi protagonista: Ibrahimovic, dopo averla forse stoppata di braccio, calcia potente a porta sguarnita trovando però l’opposizione sulla linea, sempre di braccio, dell’ex terzino juventino. Arbitro che lascia comunque correre, non ravvisando fallo né da parte della punta Blaugrana né da parte del terzino nativo di Vallo della Lucania.

Molinaro che è comunque in gran forma e lo dimostra anche al settantaduesimo quando si infila in area con gran velocità per calciare poi un tiro-cross in mezzo che è solo respinto da Valdes giusto sui piedi di Marica, il cui tap-in è però preda del portiere catalano.

Pique e Pogrebnyak non se le mandano certo a dire

Di lì in poi l’interesse del match scema ulteriormente, con i ritmi che si abbassano e la noia che prende il sopravvento.

COMMENTO
E’ un Barcellona che non ti aspetti quello che sale a Stoccarda per giocarsi il passaggio ai quarti di finale. La squadra di Guardiola, infatti, gioca una delle sue peggiori partite da quasi due anni a questa parte, non riuscendo assolutamente a macinare gioco e anzi trovandosi sottomessa dagli avversari, uno Stoccarda assolutamente arrembante ma anche impreciso.

Perché i tedeschi si può dire dominino il primo tempo, senza però concretizzare quanto avrebbero dovuto, cosa che contro una squadra come il Barcellona rischi di pagare caro.

E la cosa, puntualmente, succede: ad inizio ripresa, infatti, gli ospiti trovano un pareggio indubbiamente immeritato, ma che riescono poi a mantenere sino al termine del match.

Tedeschi che sprecano quindi una grandissima occasione: quella di potersi imporre magari anche con più goal di scarto contro i Campioni d’Europa, che sono ora indubbiamentei favoriti per il passaggio del turno.

MVP
Sembra incredibile, ma il migliore in campo oggi è un ex juventino, talmente tanto bistrattato nel suo passato torinese che mai mi sarei aspettato di poterlo eleggere come MVP in un ottavo di Champions in cui giocavano anche campioni come Messi, Xavi ed Iniesta.

Eppure la cosa succede: Molinaro gioca infatti una grandissima partita questa sera, arando letteralmente la sua fascia di competenza. Inesauribile come sempre dà anche però una qualità che non ti aspetteresti da un ragazzo che aveva dimostrato di essere imprecisissimo nel gestire il pallone.

Stasera, invece, Christian eccelle anche in quello ed un riconoscimento se lo merita tutto.

E' Molinaro il migliore in campo

TABELLINO
Stoccarda vs. Barcellona 1 – 1
Marcatori: 25′ Cacau, 52′ Ibrahimovic
Stoccarda: Lehman; Celozzi, Tasci, DelPierre, Molinaro; Gebhart ( 39′ s.t. Rudy), Trasch (13′ s.t. Kuzmanovic), Khedira, Hleb, Cacau, Pogrebnyak (19′ s.t. Marica) . Panchina: Ulreich, Osorio, Niedermeir, Hilbert. All. Christian Gross
Barcellona: Valdes; Puyol, Marquez (13′ s.t. Milito), Piquè, Maxwell; Busquets, Tourè ( 8′ s.t. Henry), Xavi Hernandez; Messi, Iniesta, Ibrahimovic. Panchina: Pinto, Pedro, Krkic, Dos Santos, Bartra All. Guardiola
Ammoniti: Marquez (B), Gebhart (S), Molinaro (S), Molinaro (S), Khedira (S)

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La Juventus arriva a Bologna per provare a prolungare la propria striscia positiva dopo le vittorie con Genoa ed Ajax. Per farlo, quindi, confermatissimo il ritrovato tandem offensivo Amauri-Del Piero, supportati dal solito centrocampo a cinque con i due fluidificanti e Diego trequartista.

Il Bologna risponde invece con un 4-5-1 con il solo Zalayeta di punta, supportato da Adailton libero di svariare alle sue spalle lungo tutto il fronte dell’attacco.

CRONACA
La Juventus ci mette solo quattro minuti a sbloccare il risultato: Diego entra centralmente e calcia giusto dal limite, con Viviano che risponde senza riuscire a trattenere il pallone, mettendo però una pezza di piede anche sul tap-in di Amauri. Sull’ennesima ribattuta, quindi, è Diego stesso ad avventarcisi, ribadendo il pallone in rete firmando l’1 a 0.

Diego piazza la zampata dell'1 a 0

E’ comunque solo una fiammata. Le due squadre, infatti, si limitano per lo più a controllarsi, con la Juventus che costruisce qualcosa di più, ma senza strafare né pungere con continuità.

Bisogna quindi aspettare il diciannovesimo minuto per trovare un’altra fiammata. Questa volta è il Bologna a rendersi pericoloso sugli sviluppi di un’azione insistita che porta Zalayeta a colpire di tacco al volo dal limite dell’area piccola, non trovando però lo specchio di porta.
La partita inizia però a scaldarsi. Tre minuti e la Juve ha una doppia occasione: la prima è sui piedi di Marchisio che calcia da fuori trovando però la pronta risposta di Viviano che ancora una volta, però, non trattiene il pallone. Ci pensa così, esattamente come una ventina di minuti prima, Diego a piombare sulla respinta, anche se questa volta la sua conclusione colpisce prima il palo e poi la coscia del portiere felsineo che, con non poca fortuna, si rifugia in angolo.

Poco oltre la mezz’ora è invece Buscè a rendersi pericoloso su di una punizione battuta da Adailton. L’ex capitano empolese, però, non arriva sul pallone, mettendo solo paura alla retroguardia Bianconera. E’ allora lo stesso Adailton, al trentacinquesimo, a provarci: il suo calcio di punizione da qualcosa meno di venticinque metri fredda Buffon, infrangendosi però contro la traversa.

L’altra occasionissima della prima frazione di gioco giunge nel recupero: Buscè attacca dalla destra ed offre un cross basso all’accorrente Guana che batte praticamente un rigore in movimento, non trovando lo specchio di porta.

Il 4 è il numero magico di questa partita: al quarto minuto era arrivato il goal di Diego, al quarto minuto della ripresa arriva il pareggio di Buscè: Raggi crossa da sinistra senza che nessuno, attaccanti né difensori, intervengano sul pallone. Nel contempo De Ceglie si dimentica di Buscè che può quindi arrivare sul secondo palo a ribadire in rete una respinta del montante stesso, bucando Buffon.

Nonostante il pareggio, comunque, il ritmo non sale. La Juventus, infatti, limita al massimo il suo pressing, non andando mai a pressare il portatore di palla. Così al sessantatreesimo il Bologna costruisce una comoda palla goal: lancio in area per Zalayeta che dopo una lotta serrata con Chiellini libera Gimenez con un bel tacco il quale dopo aver saltato Buffon calcia a porta vuota, colpendo però il palo e trovando l’opposizione in scivolata di Grygera, con Buffon che torna poi con un colpo di reni ad anticipare il tap-in della punta avversaria.

Passano due minuti e la Juventus torna in vantaggio: Del Piero torna, dopo Amsterdam, a vestire le vesti dell’assistman e dopo aver ricevuto al limite taglia dentro il pallone per Candreva che si infila nella difesa avversaria per bucare poi Viviano con un bel diagonale che non lascia scampo al portiere bolognese.

Candreva buca Viviano con un bel diagonale

Al settantesimo la Juventus chiuderebbe i conti con Felipe Melo, ma l’arbitro giudica influente la posizione di Del Piero, che aveva fatto scorrere il passaggio di Amauri proprio per il centrocampista carioca, ed annulla per fuorigioco.
A dieci dal termine è invece Candreva, liberato da un lancio di un compagno, ad avere la possibilità di chiudere il match. Entrato in area palla al piede, però, tenta un pallonetto improbabile con Viviano che gli si stava parando davanti, riuscendo quindi a disinnescargli la conclusione.

L’ultima occasione, quella che chiude proprio il match, l’ha quindi Amauri che dopo aver controllato palla in area ruota sul piede perno per calciare verso la porta bolognese, trovando però la pronta risposta, in due tempi, di Viviano.

COMMENTO
Il facile vantaggio juventino può aver illuso qualcuno. La realtà dei fatti è che dei passi avanti rispetto all’epoca Ferrara sono stati fatti, ma non così consistenti da portare questa squadra ad essere una Squadra.
La Juventus, infatti, ha poco gioco e fatica ad esprimersi.

La fatica dell’impegno di Europa League, tra l’altro, inizia a farsi sentire moltissimo nel secondo tempo, tanto che dopo il pareggio molti giocatori sembrano assolutamente statici e bloccati sulle proprie gambe. Il tutto fino a che Alessandro Del Piero, ancora lui, tira fuori un altro numero dal cilindro, servendo Candreva e sbloccando il risultato.

Da lì la partita, che sarebbe potuta cambiare se Gimenez non avesse fallito un’occasionissima a porta vuota, è tutta in discesa e sarà la Juventus a farsi più pericolosa, riuscendo a sfruttare i varchi creatisi nella retroguardia felsinea.

MVP
Questa volta, rispetto al solito, voglio premiare non un giocatore ma quella persona che non può far altro che limitarsi a dare indicazioni dalla panchina. Perché è indubbio, la cura Zaccheroni, foss’anche solo per l’impatto psicologico dato dal cambiare allenatore, sta funzionando.
In più Zac ha un merito: aver azzeccato i cambi. Uno, in particolare. Perché a decidere il match è un giocatore, Candreva, che aveva iniziato la partita in panchina.

Colomba e Zaccheroni si salutano prima dell'inizio del match

TABELLINO
Bologna vs. Juventus 1 – 2
Marcatori: 4′ Diego, 49′ Buscè, 65′ Candreva
Bologna: Viviano; Zenoni (28′ st Savio), Portanova, Moras, Raggi; Buscé, Guana, Mudingayi, Casarini; Adailton (15′ Gimenez), Zalayeta. A disp.: Colombo, Santos, Britos, Mingazzini, Succi. All.: Colomba.
Juventus: Buffon; Grygera, Legrottaglie, Chiellini; Salihamidzic, Melo, Marchisio (9′ st Sissoko), De Ceglie; Diego (15′ st Candreva); Amauri, Del Piero (42′ st Camoranesi). A disp.: Manninger, Cannavaro, Grosso, Trezeguet. All.: Zaccheroni.
Arbitro: Banti
Ammoniti: Marchisio (J), Portanova (B)
Espulsi: 45′ st Raggi (B) per fallo violento

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