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E’ terminata oggi la quattordicesima edizione del torneo continentale oceanico per rappresentative under 17, disputato per la sesta volta nella storia – seconda di fila – in Nuova Zelanda.
Uno solo è stato lo stadio deputato ad ospitare i match della competizione: il North Harbour Stadium (25.000 posti a sedere) di Albany, piccolo complesso suburbano a nord di Auckland.
Dieci erano invece le squadre ammesse al torneo, divise in due gironi da cinque in cui ogni squadra si scontrava con le avversarie una sola volta.
Padroni di casa inseriti nel Gruppo A comprendente anche le rappresentative giovanili di Vanuatu, Papua Nuova Guinea, Fiji e Samoa Americane, con Tahiti, Isole Salomone, Nuova Caledonia, Isole Cook e Tonga inserite invece nel secondo raggruppamento.
Le aspettative maggiori erano ovviamente tutte riversate sulla squadra di casa, unica nazione tra quelle oceaniche ad avere un movimento calcistico di livello quantomeno accettabile (e la partecipazione degli All Whites all’ultimo Mondiale ne è la conferma).
Ed i giovani neozelandesi, guidati in panca da Steve Cain ed in campo da capitan Luke Adams, non hanno tradito le attese.
Giovani All Whites partiti subito benissimo, con un bel 5 a 1 all’esordio contro Vanuatu: Yamamoto porta in vantaggio la squadra di casa dopo due soli minuti, con Tuiloma, Payne e Vale che chiudono il match prima dell’intervallo. Ad inizio ripresa, poi, Santino Mermer firma la rete della bandiera ospite, con Cameron Howieson che chiuderà definitivamente i conti a tre dal termine.
Due giorni più tardi i neozelandesi dovranno invece vedersela con i giovani figiani reduci da un inizio col botto (9 a 0 sulle Samoa Americane) ed un secondo match al di sotto delle aspettative (sconfitta per 2 a 1 contro i papuani). Fiji che si dimostra comunque squadra ostica andando a mettere i bastoni tra le ruote altrui, con i padroni di casa che riusciranno comunque a spuntarla per 1 a 0 grazie ad una rete di Jordan Vale, già in goal contro Vanuatu.
Il quattordici, poi, la Nuova Zelanda ha l’impegno sulla carta più semplice, contro le Samoa Americane. Che vengono infatti puntualmente superate con un secco 4 a 0 firmato da James Wypych, Rory Turner, Tim Payne e Ken Yamamoto.
La giornata decisiva ai fini del passaggio del turno è però l’ultima in cui Vanuatu affronta proprio il materasso samoano cercando una vittoria larga che potrebbe permettere, in caso di sconfitta neozelandese con Papua Nuova Guinea, il passaggio del turno proprio agli outsider.
I ragazzi di Cain, però, sono troppo decisi e vanificano il roboante 7 a 0 di Vanuatu su Samoa con un secco 3 a 0 sui papuani firmato dalle reti di Ryan Howlett, in goal dopo un solo minuto di gioco, Nathan Buswell e Tim Payne.
Nuova Zelanda che si qualifica quindi alla finalissima del torneo grazie ad un percorso netto in cui ha raccolto quattro vittorie in quattro partite, con il miglior attacco – al pari di quello di Vanuatu, 13 reti realizzate – e la miglior difesa – 1 solo goal subito – del girone.Vanuatu, invece, si qualifica alla finalina.
Percorso netto, sul fronte opposto, anche per Tahiti che vince tutti e quattro i suoi match con uno score molto simile a quello dei neozelandesi: 14 reti fatte, 2 subite.
Tahitiani che cominciano con l’8 a 0 su Tonga (peggior squadra del torneo) firmato dal poker di Tevairoa Tehuritaua e dalle reti realizzate da Ahonui Tahi, Tauhiti Keck, Tihoni Yohann e Heremana Teikiteepupuni per poi proseguire con il 2 a 1 in extremis sulle Isole Salomone (dopo la rete del vantaggio firmata da Yohann era infatti arrivata, a sei dal termine, un’autogoal a ristabilire la parità… a decidere il match è quindi stato, a due dal termine, Alex Waimora), l’1 a 0 sulle Isole Cook (deciso dalla rete realizzata all’ora di gioco da Tahi) e terminare il proprio girone con il 3 a 1 sulla Nuova Caledonia (firmato dalle reti di Rainui Aroita, Gianni Manca e Tihoni Yohann, che hanno reso vana la rete del momentaneo pareggio realizzata da Stéphane Tein-Padom).
Tonga peggior squadra del torneo, dicevo. Non per nulla i tongani hanno terminato la competizione con uno score assolutamente negativo: 2 sole reti realizzate, ben 46 subite.
Notevoli, in questo senso, le roboanti vittorie delle Isole Salomone (seconda classificata nel girone, 15 a 0) e della Nuova Caledonia (17 a 0).
Giusto oggi, quindi, si è concluso il torneo. Dapprima si è giocata la finalina di consolazione, con le Isole Salomone capaci di battere Vanuatu per 2 a 0 grazie alle reti, realizzate rispettivamente al tredicesimo ed al ventiseiesimo del primo tempo, di Solo Kuki ed Harrison Mala.
Poi si è giocata la finalissima, che ha visto i padroni di casa trionfare, come tutti si aspettavano, grazie alle reti messe a segno da Cameron Howieson al settimo minuto di gioco e da Tim Payne al trentaseiesimo.
Nuova Zelanda che si aggiudica quindi il titolo di Campionessa Continentale under 17 per la quarta volta nella propria storia dopo le imposizioni del 1997 (1 a 0 sull’Australia), del 2007 (vinse il girone a quattro comprendente Tahiti, Fiji, e Nuova Caledonia) e del 2009 (vinse il girone a quattro comprendente Tahiti, Nuova Caledonia e Vanuatu) e che volerà in Messico dove si disputerà, a partire dal prossimo 18 giugno, la quattordicesima edizione del Mondiale under 17.
A margine: capocannoniere della competizione è stato il caledoniano Renaldo Nonmeu, capace di realizzare otto reti in quattro match.
Media straordinaria. Eppure è probabilissimo che non sentiremo mai più parlare di lui…