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Archive for settembre 2010

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
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La Juventus riesce a fermare gli Sky blues sull’1 a 1 al City of Manchester Stadium. Ecco le pagelle del match.

Manchester City

Hart: 5
E’ il futuro della porta inglese, su questo sembrano non esserci dubbi. Però, in questa occasione, si dimostra indeciso in moltissime occasioni, sin dai primissimi minuti quando interviene con molta approssimazione su di una punizione battuta da Del Piero. Ed è proprio sui calci piazzati del capitano, nella ripresa, che farà correre i maggiori brividi sulle schiene dei suoi tifosi. In ritardo, poi, anche sul goal di Iaquinta.

Boateng: 6
E’ tornato da poco da un infortunio e probabilmente non è ancora al top, si disimpegna comunque bene oggi, forse anche aiutato dal fatto che per un tempo si trova a dover tenere uno spentissimo Martinez.

K. Tourè: 6
Partita non brillantissima del forte centrale ivoriano, che gioca disputa comunque una prestazione quantomeno sufficiente.

Kompany: 6,5
Ancora una volta gioca meglio del proprio compagno di reparto. Che il ragazzino che aveva incantato non ancora maggiorenne all’Anderlecht stia finalmente per sbocciare definitivamente?

Zabaleta: 5
Non una buona partita per il jolly argentino, che soffre parecchio Krasic (causando anche quello che sembrerebbe essere un rigore, che l’arbitro decide però di non assegnare).
(Dal 45′ Boyata: 6,5
Entra e disputa una partita più che discreta, alternando bene entrambe le fasi e svolgendo più che decentemente il suo compito.)

Barry: 6
Prestazione ai limiti della sufficienza per l’ex capitano Villans.

Y. Tourè: 6,5
E’ il migliore del centrocampo Citizens, dà nerbo alla propria mediana.

Vieira: 5,5
A Torino lo conoscono bene, avendoci passato un paio d’anni. E, probabilmente, avranno faticato a riconoscerlo stasera. L’età si fa sentire.

A. Johnson: 7
E’, assieme a Tevez, il migliore dei suoi. Mette più volte in crisi la retroguardia Bianconera, in particolare De Ceglie, suo diretto avversario. Firma anche la rete del pareggio. Oggi come oggi sta giocando sicuramente meglio di quanto non stia facendo il più quotato Silva.

Adebayor: 5
Brutta partita per il puntero togolese, che non riesce a fare da punto di riferimento là davanti come da un giocatore con le sue caratteristiche ci si aspetterebbe. I centrali Bianconeri, infatti, lo cancellano dal campo.
(Dal 74′ Silva: s.v.)

Tevez: 7
Prova più volte a mettere a ferro e fuoco la difesa juventina, che riesce comunque in qualche modo a limitare i danni. Grande giocatore, splendido momento di forma.

Juventus

Manninger: 6
Non è sua la colpa del goal di Johnson, partita tutto sommato tranquilla per il resto.

Grygera: 6,5
Ottimo momento di forma per il laterale ceko, che stasera, riportato a destra, riesce a contenere alla bell’e meglio un campione come Tevez.

Bonucci: 6,5
In una giornata in cui la difesa juventina pare reggere piuttosto bene nonostante la qualità dell’attacco avversario lui contribuisce a dare solidità al reparto con una prestazione più che dignitosa.

Chiellini: 6,5
Come sopra.

De Ceglie: 6
Errore pesante in occasione del pareggio, ma per il resto disputa una partita discreta: Martinez, assolutamente fuori condizione, lo aiuta poco e lui si trova spesso a tu per tu con Adam Johnson, uno dei giocatori più in forma del City. E, nonostante qualche difficoltà, tutto sommato riesce a contenere i danni.
(Dal 72′ Motta: s.v.)

Krasic: 6,5
Quando prende palla e decide di accelerare puntando l’uomo sa essere devastante. Guadagna quello che sembrerebbe essere un rigore, ma non gli viene dato. Allora prova a rubarne un secondo, venendo però ammonito per simulazione. Prestazione nella norma per quello che potrebbe essere l’uomo in più nel motore di questa Juventus.
(Dal 75′ Melo: 6,5
Gioca solo un quarto d’ora ma lo fa molto bene e con grande personalità. Puntella il centrocampo in un momento di bisogno, sembra davvero si ritrovi sempre più di partita in partita.)

Sissoko: 7
MVP del match, come detto. Per una sera torna il gladiatore che si era fatto apprezzare sin dal primo giorno a Torino. Ora non manca che completare, così come per Felipe Melo, l’operazione di recupero.

Marchisio: 5,5
Non certo in serata il centrocampista di scuola Juve, che gioca una partita un po’ anonima.

Martinez: 5
Sembra essere assolutamente fuori forma l’ex Catania. Che, forse, dovrebbe fare un po’ di lavoro in più lontano dalle partite prima di scendere in campo nuovamente.
(Dal 53′ Pepe: 5,5
Copre maggiormente rispetto a Martinez ma davanti risulta praticamente nullo. Un’ala tutta quantità. Che, in quanto ala, sarebbe bene saltasse l’uomo, di tanto in tanto.)

Del Piero: 6
E’ un voto, questo, che è la media perfetta di quello che gli va dato per la prestazione (5) e per i calci piazzati (7). Mette da subito pressione ad Hart con una punizione insidiosa per poi sfiorare per due volte (in una, in particolare, coglie la traversa esterna con la palla che rimbalza sulla riga per poi uscire) la rete. Con la palla in gioco, però, fa sempre più fatica ad incidere.

Iaquinta: 6,5
Bel goal e il solito lavoro oscuro fatto di tanta corsa e tante sportellate, che portano però a pochino.

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CRONACA

La partita comincia su buoni ritmi, ma senza grandi emozioni.
Dopo sette minuti di gioco è quindi la Juventus a farsi vedere: Del Piero batte una punizione da destra, Hart riesce, in maniera un po’ goffa, a respingere in qualche modo.

A dare la scossa ci pensa quindi Iaquinta: al decimo minuto riceve palla a largo a sinistra, converge verso il centro del campo ed esplode un destro che s’infila, forse leggermente deviato da Tourè, alla sinistra di Hart, che pur allungandosi non arriva sul pallone.

Due minuti più tardi arriva però il quasi pareggio: sugli sviluppi di un corner Yayà Tourè colpisce di testa, Manninger para ma viene un po’ caricato e perde il pallone, riuscendo comunque a recuperarlo prima che questo varchi la linea di porta.
Sul capovolgimento di fronte grande accelerazione di Krasic che entra in area palla al piede per finire poi a terra, toccato da Zabaleta. Il penalty potrebbe starci, forse, ma non viene assegnato dall’arbitro dell’incontro, che fa correre il gioco.

Il City non si fa comunque mettere sotto a livello mentale, e reagisce subito al vantaggio Bianconero. Al diciottesimo minuto, quindi, Tevez riceve palla in area e prova il tiro a giro cercando il secondo incrocio, non riuscendo però a trovarlo e facendo quindi terminare il pallone oltre la linea di fondo. Altri tre minuti ed è Vieira, da fuori, a provarci, ma con egual fortuna.

Inglesi che sfiorano quindi il goal al trentatreesimo: Tevez converge da sinistra e scodella una palla in area che è spizzata con la testa da Barry, che prolunga la traiettoria del pallone giusto sul palo. Sulla respinta del montante prova a colpire Adebayor, che è però chiuso al momento del tiro da Chiellini, con un rimpallo che fa terminare la palla tra i piedi di Johnson, chiuso però dall’uscita bassa di Manninger.
Nemmeno un minuto e Tevez è liberato a tu per tu col portiere austriaco in area piccola, ma colpisce male fallendo clamorosamente una ghiottissima palla goal. Azione invalidata, comunque, per un presunto fuorigioco che è però difficile dire se ci fosse o meno.

Il forcing del City si concretizza al trentaseiesimo: filtrante di Vieira per Johnson che scatta sul filo del fuorigioco bucando una staticissima retroguardia Bianconera per andare poi a depositare in rete comodamente la palla che vale l’1 a 1.

La Juve prova quindi a reagire: al quarantesimo minuto Krasic si porta in area di rigore e prova a saltare Kompany, tuffandosi poi nel momento in cui il difensore belga allunga la gamba senza però – almeno così sembra guardando il replay – toccare la gamba dell’ala serba. L’arbitro si avvede del mancato impatto tra gli arti dei due giocatori e ammonisce prontamente Milos per simulazione comminandogli una sanzione che sembrerebbe starci tutta.

La ripresa si apre con la Juve in avanti: dopo nemmeno un minuto Del Piero riceve fuori area e scocca un tiro che non è però né potente né preciso, nel senso che termina molle e dritto tra le braccia di Joe Hart.
Bianconeri che restano comunque troppo schiacciati nella propria metà campo, subendo di continuo la manovra Citizens.

City che si porta vicino al goal al cinquantaduesimo quando un cross da sinistra libera Adebayor in area che colpisce in spaccata, chiamando Manninger all’intervento miracoloso in tuffo. Tutto inutile, comunque: l’arbitro, dopo la parata del portiere austriaco, invalida l’azione per una netta posizione irregolare da parte del centravanti togolese.

A dieci minuti dall’inizio della ripresa De Ceglie spinge sulla sinistra sino ad arrivare al cross, che è però liberato in angolo dalla retroguardia Sky blues. Sul corner che ne esce è quindi Chiellini, portatosi sul secondo palo, a provarci incornando di testa, ma il centrale Azzurro non riuscirà a trovare lo specchio di porta, facendo terminare la palla sul fondo.
Immediata la reazione Citizens: Adam Johnson riceve palla largo sulla destra e converge bene, con molta agilità ed un ottimo controllo di palla, per andare a calciare col suo sinistro, trovando però la pronta risposta di Manninger.

Al sessantatreesimo è quindi Barry a provarci: il centrocampista della nazionale allenata da Fabio Capello riceve al limite dell’area un cross proveniente da destra e dopo aver stoppato il pallone col petto prova un tiro di destro che non è però scoccato con la giusta precisione e termina alto oltre la traversa.
Un minutino e Del Piero riceve sulla trequarti, punta Kolo Tourè e finisce a terra. L’arbitro decide quindi di assegnargli un calcio di punizione che è lo stesso capitano Bianconero a calciare, e molto bene, sfiorando il palo curato proprio da Hart, che si era però mosso, nel momento in cui era partito Alex, sul palo opposto venendo quindi preso in controtempo.

Manchester City che pur facendo molto possesso di palla non riesce ad essere poi più di tanto incisivo. Crea sì, nel complesso, più pericoli degli avversari ma comunque non quanto potrebbe e, forse, dovrebbe fare.

A prendere l’iniziativa è allora Felipe Melo che a cinque dal termine scende centralmente ed offre la palla al suo capitano, che viene però travolto subito al momento di stoppare il pallone. Sulla punizione che ne segue Del Piero sfiora il goal: punizione che beffa Hart e si stampa sulla traversa interna, rimbalzando poi sulla linea di porta (che sembrerebbe aver oltrepassato solo parzialmente).
Juventus sorniona, quindi, vicinissima alla rete della possibile vittoria al City of Manchester.
Come al novantunesimo, quando un buco centrale della squadra di casa porta Sissoko a calciare dal limite, spedendo però la palla contro i cartelloni alla sinistra di Hart.

COMMENTO

Pareggio tutto sommato meritato per la Juventus: squadra gagliarda, questa Juventus, che pur essendo forse inferiore a livello tecnico mette in campo un gran carattere ed una grande voglia di non farsi mettere sotto, giocando una partita finalmente degna a livello difensivo e fatta anche di ripartenze interessanti.

Ai punti, forse, vincerebbe, di poco, il City. Tutto sommato, però, per l’andamento del match ci sarebbe potuta anche stare una vittoria. Non meritata nel vero senso della parola, certo, ma se una delle due punizioni di Del Piero o se la conclusione finale di Sissoko avessero centrato lo specchio di porta i Bianconeri non avrebbero nemmeno rubato nulla. Perché quando, come oggi, riesci a difenderti con questa solidità (peccato solo per quel fuorigioco non scattato sulla rete di Johnson) tutto quello che riesci poi a fare in ripartenza o su calcio piazzato è comunque tanto di guadagnato.

Segnali positivi, quindi, nelle ultime partite di questa Juventus targata Delneri. La strada, non posso che ripeterlo, è ancora lunga. Ma nonostante la scarsa qualità tecnica di molti degli interpreti a disposizione del tecnico ex Doria (un esempio su tutti: Pepe, fresco, a fine partita è imbeccato da Del Piero ed entra in area puntando Boyata, senza però che arrivi nemmeno vicino alla possibilità di chiudere un dribbling sul giovane e inesperto terzino belga) qualche soddisfazione se la potrà togliere questa squadra, perché a differenza dell’anno passato si vede molto più spirito di sacrificio in campo (in questo caso il pensiero corre, tra gli altri, ad un Felipe Melo che sta giocando su livelli indubbiamente migliori rispetto allo scorso anno).

Ci si aspettava qualcosa di più, comunque, dal City di Mancini. A maggior ragione oggi, con un centravanti vero a fare da punto di riferimento.
Invece tanto possesso palla per i Citizens, che fanno girare la sfera faticando però a mettere sotto una difesa tutto sommato non certo somigliante ad una Linea Maginot dei nostri tempi, anzi.

Prestazione positiva, tra le fila degli Sky blues, da parte di Tevez ed Adam Johnson. Prestazioni che non salvano però la squadra del Mancio, che deve cedere l’onore delle armi ad una squadra che forse, come detto, ai punti poteva meritare una sconfitta ma che ha saputo difendersi e contraccare con grande dignità, andando tutto sommato a meritarsi questo risultato.

MVP

Tra l’anno scorso (che però non dovrebbe fare molto testo, vista la deriva presa da un po’ tutta la squadra) e l’inizio di questa stagione sembrava che Sissoko si fosse involuto pesantemente.
Stasera, però, il mediano maliano torna a battere un colpo, giocando una partita su livelli importanti.

Corre tanto e si fa sentire lì in mezzo, dove stasera più che mai c’era bisogno della sua corsa e della sua grande forza fisica.

Che dopo Felipe Melo Delneri stia pian piano ricaricando le batterie anche a Momo?

TABELLINO

Manchester City vs. Juventus 1 – 1
Marcatori: 10′ Iaquinta, 36′ A. Johnson
Manchester City: Hart; Boateng, Kompany, K.Touré, Zabaleta (1’st Boyata); Y.Touré, Vieira, Barry; A.Johonson, Adebayor (29’st Silva), Tevez. A disp.: Given, Milner, Lescott, Jo, De Jong. All.: Mancini
Juventus: Manninger; Grygera, Bonucci, Chiellini, De Ceglie (27’st Motta); Marchisio, Krasic (27’st Felipe Melo), Martinez (9’st Pepe); Del Piero, Iaquinta. A disp.: Storari, Lanzafame, Legrottaglie, Giannetti. All.: Delneri
Arbitro: Gonzalez (Spa)
Ammoniti: Krasic, Barry, Motta

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Lech – Salisburgo 2 – 0 37′ Arboleda, 80′ Peszko
City – Juventus 1 – 1 36′ A. Johnson
10′ Iaquinta 
Atletico M. – Bayer L. 1 – 1 51′ (pen.) Simao
39′ Derdiyok
Rosenborg – Aris 2 – 1 37′ Moldskred, 68′ Prica
43′ Ruiz
Gent – Lille 1 – 1 5′ Smet
21′ Frau
Sporting L. – Levski S. 5 – 0 30′ Carrico, 43′ Maniche, 53′ Salomao, 61′ Postiga, 79′ Fernandez
– 
Paok – D. Zagabria 1 – 0 56′ Ivic
– 
Villareal – Bruges 2 – 1 41′ Rossi, 56′ Rodriguez
45′ Donk
Bate – AZ 4 – 1 5′ Rodionov, 49′ Kontsevoy, 77′ (pen.) Bressan, 83′ Olekhnovich
89′ Sigthorsson
Sheriff – D. Kiev 2 – 0 8′ Erokhin, 37′ (pen.) Franca
– 
CSKA M. – S. Praga 3 – 0 72′, 86′ Doumbia, 84′ Gonzalez
– 
Palermo – Losanna 1 – 0 79′ Migliaccio
– 
H. Spalato – Anderlecht 1 – 0 90′ Vukusic
– 
Zenit – AEK 4 – 2 1′ Hubocan, 13′ B. Alves, 43′ (pen.), 57′ Lazovic
37′ Liberopoulos, 83′ (pen.) Kafes
Odense – Stoccarda 1 – 2 78′ Johansson
72′ Kuzmanovic, 86′ Harnik
Y. Boys – Getafe 2 – 0 11′, 64′ Degen
– 
Metalist – PSV 0 – 2
27′ (pen.) Dzsudzsak, 30′ Berg
Sampdoria – Debrecen 1 – 0 18′ (pen.) Pazzini
– 
Borussia – Siviglia 0 – 1
45′ Cigarini 
PSG – Karpaty 2 – 0 4′ Jallet, 20′ Nene
– 
Utrecht – Liverpool 0 – 0
– 
Steaua B. – Napoli 3 – 3 1′ (o.g.) Cribari, 10′ Tanase, 15′ Kapetanos
43′ Vitale, 73′ Hamsik, 97′ Cavani
CSKA S. – Porto 0 – 1
16′ Falcao 
Rapid V. – Besiktas 1 – 2 51′ Kavlak
55′ Holosko, 63′ Bobo

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CRONACA

Pronti via e la Steaua passa: Apostol centra una palla bassa dalla sinistra che Cribari devia maldestramente nella propria porta, là dove De Sanctis non riesce ad arrivare.

Il goal in apertura abbatte il Napoli, che fatica ad entrare in partita: i giocatori partenopei non riescono infatti a costruire una manovra fluida con cui far girare il pallone ed avanzare verso l’area avversaria in maniera proficua. Ne approfittano quindi i giocatori rumeni, che controllano bene il match pur senza pungere con grande incisività.

Al decimo minuto arriva quindi il raddoppio, che affossa definitivamente il Napoli. Ed è ancora un errore di un singolo a punire la compagine Azzurra: Tanase batte una punizione da casa sua, De Sanctis valuta male la traiettoria e nel tentativo di uscire per anticipare tutti finisce con il farsi scavalcare dal pallone, che s’infila in rete.

Napoli suonato, alle corde. Così al quindicesimo arriva la terza rete rumena: ripartenza sulla destra, cross in mezzo e deviazione vincente sul secondo palo della punta greca, letteralmente dimenticata da Santacroce.

Santacroce che prova a suonare la carica dieci minuti più tardi. La sua conclusione da fuori, però, è respinta coi pugni da Tatarusanu, estremo difensore della squadra di casa.

Altri cinque minuti e Kapetanos trova modo di rovinare una partita che sarebbe potuta essere perfetta: su di un lancio lungo in suo favore, infatti, entra in contatto con lo stesso Santacroce, mollandogli quello che sembrerebbe un pugno in faccia. L’arbitro vede tutto e lo allontana anzitempo dal gioco. Steaua in dieci uomini.

Il Napoli però resta troppo choccato dall’inizio così hard del match, e non approfitta della superiorità numerica. Anzi, al trentasettesimo Nicolita buca sulla destra e scende in velocità, portandosi fino in area. Il destro dell’ala ex Politechnica Timisoara è però chiuso in angolo dalla parata di De Sanctis, che salva il già pesante passivo.

Negli ultimi cinque minuti, però, il Napoli cresce e arriva a trovare la rete dopo alcuni minuti di forcing: Sosa batte una punizione da fuori facendo stampare la palla contro il palo. Sulla respinta del montante è quindi Vitale a piombare sul pallone, ribadendo il pallone oltre la linea di porta.

La ripresa si apre con un Napoli molto più propositivo. Coach Mazzarri per provare a recuperare il match decide anche di inserire il Pocho Lavezzi a dare più ficcantezza al proprio reparto offensivo.
Ed è proprio l’esterno argentino, a cinque minuti dall’avvio del secondo tempo, a provarci. La sua conclusione dalla distanza non trova però lo specchio di porta.

Steaua che va però ad un passo dal quarto goal: nel giro di un’azione, infatti, i giocatori rumeni colgono prima un palo e poi una traversa, non riuscendo però ad infrangere uno specchio di porta che sembra essersi fatto stregato.

Quest’azione, in cui la fortuna dimostra di poter girare anche a favore dei partenopei, non frena comunque lo slancio Azzurro, con il Napoli che continua anche nei minuti successivi la propria continua pressione per provare a trovare quantomeno il pareggio.

Al sessantaduesimo i campani sfiorano quindi la seconda rete della serata: Cavani va su di testa in mezzo all’area e colpisce benissimo, chiamando Tatarusanu all’intervento in tuffo. Sulla respinta del portiere rumeno arriva quindi il tap-in di Maggio, che da due passi colpisce però disgraziatamente il palo.
Un paio di minuti ed è Lavezzi che dal limite ci prova: il suo bolide, però, sfiora solo il palo, a portiere battuto.

La rete però arriva.
Al settantatreesimo minuto Hamsik converge da destra e spara di sinistro sul palo lontano, bucando senza appello l’estremo difensore avversario. Grande conclusione del fenomeno slovacco.

All’ottantesimo Lavezzi ed Hamsik duettano al limite dell’area con il centrocampista di Mazzarri che filtrerà il pallone per l’esterno argentino, la cui conclusione sarà però malamente centrale e verrà respinta da coi pugni da Tatarusanu.
Napoli che è comunque scatenato ed un minuto più tardi ha una doppia occasione: sulla prima un cross basso da destra non è raccolto da nessuno, con l’area completamente sgombra anche di difensori rumeni, nella seconda è invece Sosa a fallire il colpo di testa ravvicinato. Un battito di ciglia e Cavani sfonda da destra cercando Sosa sul secondo palo, con il suo cross radente il suolo che è però allontanato dalla difesa dello Steaua.

All’ottantottesimo mischione nell’area romena: Cavani e Dumitru, subentrato poco prima a Yebda, restano però con il colpo in canna, senza riuscire a battere a rete con la necessaria decisione.
Un paio di minuti e su un cross proveniente da sinistra Maggio colpisce di prima intenzione, trovando però la parata di puro istinto del portiere avversario, che salva il risultato in extremis.

Il finale, poi, è da romanzo: al NOVANTASETTESIMO minuto di gioco Cavani riceve in area di rigore su ponte assist di Sosa, stoppa e fredda Tatarusanu per l’incredibile pareggio napoletano che chiude il match.

Subito dopo, quindi, il triplice fischio e l’assalto di giocatori e dirigenti all’arbitro, che sancisce la triste fine di un match al cardiopalma.

COMMENTO

Partita al cardiopalma, impresa napoletana.

Certo.

C’è anche da dire che è stata un’impresa, per così dire, anche prendere tre goal da una squadra comunque non molto più che modesta come è la Steaua Bucarest. Alla fine comunque, anche grazie alla superiorità numerica (è bene sottolinearlo), fa piacere festeggiare l’impresa di una squadra italiana in coppa. Perché al di là di tutto gli uomini di Mazzarri dimostrano grande carattere andando a recuperare una partita che dopo un quarto d’ora di gioco sembrava essere assolutamente andata.

La superiorità numerica, come detto, e l’ingresso in campo di due delle punte di diamante della squadra (Hamsik e Lavezzi) permettono al Napoli di compiere l’impresa.

Primo tempo, almeno sino al quarantesimo, assolutamente orrido per i partenopei: squadra che viene colpita a freddo dall’autogoal di Cribari per poi cedere di schianto, subendo altre due reti nel primo quarto d’ora di gioco.
Ripresa invece a senso praticamente unico, con un grandissimo Napoli che inizierà a portare una pressione sempre maggiore e decisa verso la porta difesa da Tatarusanu andando quindi, piano piano, a guadagnare terreno. Sino, appunto, alla rete di Cavani che regalerà una gioia insperata a tutti i tifosi.

Quando anche un pareggio può essere preso come una vittoria.

MVP

Il carattere napoletano. Anzi, la cazzimma.

Perché al di là della superiorità numerica i giocatori di Mazzarri tirano fuori gli attributi dopo un primo tempo penoso e vanno a confezionare una ripresa quasi perfetta, che vale il meritatissimo pareggio.

Cose che fanno bene al calcio.

TABELLINO

Steaua Bucarest vs. Napoli 3 – 3
Marcatori: 1′ Cribari (o.g.), 10′ Tanase, 15′ Kapetanos, 43′ Vitale, 73′ Hamsik, 97′ Cavani

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Inter – Werder 4 – 0 22′, 27′81′ Eto’o, 34′ Sneijder
Tottenham – Twente 4 – 1 47′ Van der Vaart, 50′ (rig.), 64′ Pavlyuchenko, 85′ Bale
56′ Chadli
Hapoel – Lione 1 – 3 79′ (rig.) Enyeama
8′ (rig.), 36′ Bastos, 94′ Pjanic
Schalke – Benfica 2 – 0 73′ Farfan, 85′ Huntelaar
Rangers – Bursaspor 1 – 0 18′ Naysmith
Valencia – United 0 – 1
85′ Hernandez
Rubin – Barcellona 1 – 1 30′ (rig.) Noboa
60′ (rig.) Villa
Panathinaikos – Copenhaghen 0 – 2
28′ N’Doye, 37′ Vingaard

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INFO GENERALI

Nome: Manchester City Football Club
Città: Manchester
Anno di fondazione: 1880
Stadio: City of Manchester Stadium (47726)
Presidente: Khaldoon Al Mubarak
Allenatore: Roberto Mancini
Palmares: 2 campionati inglesi, 4 FA Cup, 2 Coppe di Lega, 3 Charity/Community Shield, 1 Coppa delle Coppe
Valutazione complessiva rosa: 359.300.000 € (valutazione transfermarkt.co.uk)

ROSA

Portieri: Shay Given, Stuart Taylor, Joe Hart, David Gonzalez.
Difensori: Micah Richards, Wayne Bridge, Vincent Kompany, Pablo Zabaleta, Aleksandr Kolarov, Jerome Boateng, Joleon Lescott, Greg Cunningham, Kolo Tourè, Dedryck Boyata.
Centrocampisti: Micheal Johnson, James Milner, Shaun Wright-Phillips, Adam Johnson, Gareth Barry, David Silva, Patrick Vieira, Kelvin Etuhu, Nigel de Jong, Yaya Tourè, Abdisalam Ibrahim.
Attaccanti: Emmanuel Adebayor, Roque Santa Cruz, Jo, Carlos Tevez, Mario Balotelli.

FORMAZIONE BASE

4-3-3: Hart; Richards, K. Tourè, Boateng (Kompany), Kolarov; De Jong, Barry, Y. Tourè; Silva, Tevez, Milner.

ULTIMI RISULTATI

Cinque sono state sino ad ora le partite disputate dal City in questo mese di settembre: tre in Premier, una in Europa League ed una in Coppa di Lega.

Nello specifico sono arrivate due vittorie per 2 a 0 con Salisburgo e Wigan ed una per 1 a 0 con il Chelsea più un 1 a 1 con il Blackburn ed una sconfitta per 2 a 1 rimediata in Coppa contro il WBA.

ANALISI TECNICA

Forte dei petroldollari arabi della cordata che presiede il club il City ha potuto agire sul mercato negli ultimi tempi con grande disinvoltura, investendo cifre pesanti per assicurarsi alcuni dei migliori talenti su piazza.

A livello tecnico, quindi, la rosa messa a disposizione dalla dirigenza Citizens a Roberto Mancini è di assoluto livello e grandissima qualità.

Partiamo dai portieri, dove alla nuova stella inglese Joe Hart, tra i giovani portieri più interessanti dell’intero panorama mondiale, è affiancato un secondo di tutto rispetto, quel Shay Given che sarebbe titolare in moltissime altre squadre e che garantisce una copertura totale.

La difesa verte poi su di un mix di gioventù ed esperienza e, soprattutto, sul grande atletismo di un po’ tutti gli uomini che compongono il reparto: Kolo Tourè è infatti da anni uno dei migliori difensori della Premier League ed ha accumulato nel tempo un’esperienza non indifferente, Richards, Boateng e Kompany sono giovani dalle qualità atletiche notevoli, Kolarov è giocatore che ben conosciamo in Italia visti i suoi trascorsi Biancocelesti.
Anche la panchina, comunque, è di assoluto valore: occhio a Boyata, giovane belga che ha lasciato intravvedere qualità – ancora una volta soprattutto atletiche – molto interessanti. La solidità è infine garantita da un jolly tuttofare come Zabaleta e dai sempre buoni Lescott e Bridge.

Il centrocampo è stato poi costruito per mixare al meglio corridori instancabili ed ali guizzanti. Barry, De Jong e Tourè garantiscono infatti capacità polmonare oltre la media, Silva, Milner e Wright-Phillips sono invece esterni veloci e dotati di ottimo dribbling capaci di creare in ogni momento superiorità numerica con azioni tambureggianti sulle proprie fasce di competenza.
Garantiscono buona qualità, poi, i due Johnson: Adam e Micheal.

Adebayor, Balotelli, Tevez. C’è bisogno di dire altro?
Basterebbero questi tre nomi a fare del reparto avanzato Citizens uno dei migliori del continente. Non bastasse, poi, va detto che il buon Mancini può contare anche su Santa Cruz e Jo.
Abbondanza, qualità, futuribilità.

ANALISI TATTICA

A livello tattico il tecnico nativo di Jesi pare avere le idee piuttosto chiare: un 4-3-3 o 4-5-1 che dir si voglia, una sorta di camaleonte che si adatta alle varie fasi di gioco.

Difesa sempre schierata a quattro, infatti, con terzini in grado di farsi tutta la fascia per appoggiare le azioni offensive alla bisogna (non per nulla è stato acquistato Kolarov a sinistra, giocatore dalle spiccate attitudini offensive appunto) e centrali rocciosi capaci di fare a sportellate anche con gli avversari più ostici e fisicati.

A centrocampo Mancini gradisce giocare con una mediana molto ben fornita di muscoli e polmoni che sia in grado di fare grande filtro per dare maggior copertura alla difesa, ecco quindi che l’acquisto di Yayà Tourè risulta, in tal senso, manna dal cielo trattandosi di uno dei migliori mediani attualmente in circolazione su scala Mondiale.

Centrocampo a tre, dicevamo, ma che può diventare a cinque a seconda della fase di gioco: ipotizzando di vedere schierati Silva e Milner sugli out opposti, infatti, i due esterni Citizens si trasformano in vere e proprie ali offensive in situazione di possesso di palla per scalare poi nel reparto nevralgico del campo in situazione di non possesso andando quindi ad affiancarsi ai tre mediani per chiudere al meglio gli spazi alle avanzate altrui.

Due lati della medaglia, poi, per quanto riguarda la prima – e spesso unica – punta schierata in campo, che solitamente è Carlitos Tevez, capitano della squadra. Se da una parte Tevez garantisce grande pressing e veloci ripartenze, infatti, dall’altra è altresì vero che la squadra perde un vero e proprio punto di riferimento nell’area avversaria, ruolo che non può certo essere ricoperto da un giocatore con le caratteristiche tecnico-fisiche del puntero ex idolo della Bombonera.
Ed è proprio qui, forse, la pecca principale del City manciniano: una pochezza offensiva ed una mancanza di peso che si palesa spesso e che è, in questo momento, il principale punto debole della squadra.

In stagione, comunque, questo 4-3-3/4-5-1 non è stato l’unico modulo adottato dal Mancio. Nel doppio turno preliminare di Europa League giocato contro i rumeni del Timisoara, infatti, il nostro ha preferito impostare il proprio team con un classico 4-4-2 più quadrato e con meno fronzoli rispetto al modulo base di questa squadra.Difficile, comunque, possa riproporre lo stesso schieramento tattico anche contro la Juventus posto che, appunto, pare abbia puntato con decisione sui tre mediani e le due ali.

ANDAMENTO STAGIONALE

Premier League: attualmente, in campionato, il City si trova in terza posizione a parimerito con l’Arsenal a quota 11 punti, quattro meno del Chelsea capolista ed uno meno del Manchester United di Sir Alex Ferguson. Miglior difesa della lega assieme a quella Blues con due sole reti incassate in sei match i Citenzs mostrano i principali problemi in fase realizzativa, proprio in relazione a quanto detto in sede di commento tattico: solo sette, infatti, le rete realizzate. Risultato peggiore di quanto fatto segnare da squadre non certo fenomenali come West Brom e Blackpool. Ma non solo: l’attacco migliore del campionato, quello del Chelsea, è stato sino ad oggi capace di mettere a segno ben 21 reti. Differenza abissale, direi.

FA Cup: questo torneo ha avuto inizio lo scorso quattordici agosto ma le squadre di Premier League entreranno in gioco solo a partire dai trentaduesimi di finale che si giocheranno l’otto gennaio.

Coppa di Lega: entrato in scena ai sedicesimi di finale il City, come detto, ha preso una batosta al The Hawthorns per mano di Zuiverloon e Cox, bravi a ribaltare l’iniziale vantaggio firmato da Jo. Citizens ampiamente rimaneggiati (basti pensare che sono partiti con una squadra composta esclusivamente da riserve tra cui Ben Mee, Javan Vidal, Abdisalam Ibrahim, Greg Cunningham e John Guidetti) che hanno quindi dovuto abbandonare subito la competizione, cedendo il passo ai WBA.

Europa League: vittorie in scioltezza col Timisoara (1 a 0 esterno, 2 a 0 al City of Manchester) nel turno preliminare e con il Salisburgo all’esordio nel girone. City che è, in attesa delle eliminate dalla Champions, tra le grandi favorite per la vittoria del trofeo.

GIUDIZIO COMPLESSIVO

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Il Milan si ferma all’Amsterdam ArenA: 1 a 1 il risultato finale. Vediamo le pagelle, giocatore per giocatore.

Ajax

Stekelenburg: 7
Buona prestazione del portiere olandese, il giocatore più esperto tra quelli schierati da Martin Jol. Sul goal, arrivato da due passi, non può nulla, ma per il resto si disimpegna più che bene compiendo anche una prodezza di puro istinto in chiusura, quando chiude la porta in faccia a Boateng.

Van der Wiel: 5
Serata no per il comunque interessantissimo laterale difensivo Oranje. Che stia ripercorrendo le orme del compagno Emanuelson?

Alderwield: 6
Non una brutta partita per i centrali olandesi, che però pagano un po’ il fatto di giocare alti: presi d’infilata in più d’un’occasione dovrebbero registrarsi un po’.

Vertonghen: 6
Come sopra.

Anita: 6,5
Gioca solo quaranta minuti ma mette in mostra buone cose, facendo bene entrambe le fasi di gioco. Peccato per l’infortunio.
(Dal 37′ Sulejmani: 5
Con i mezzi tecnici ed atletici a sua disposizione ci si aspetterebbe ben altro da lui, involutissimo dai tempi in cui spiegava calcio tra le fila dell’Heerenveen.)

Enoh: 6
Sempre molto combattivo.

De Jong: 5
Altro lancere assolutamente in serata no.

De Zeeuw: 6,5
E’ il migliore del centrocampo olandese, alternando bene le due fasi.
(Dal 79′ Lindgren: s.v.)

Suarez: 7
Migliore in campo tra i suoi: molto attivo, spina nel fianco della retroguardia Rossonera. Il tunnel a Nesta con assist in allegato, poi, ci resterà negli occhi per molto, molto tempo. In barba a chi lo crede giocatore di scarso talento.

El Hamdaoui: 6,5
Buona prestazione del centravanti marocchino, che oltre a realizzare la rete che sblocca il match prova spesso ad impegnare la retroguardia milanista.

Emanuelson: 6
Come dicevo parlando di Van der Wiel, giocatore che dopo gli ottimi esordi sembra essersi un tantino perso.

Milan

Abbiati: 6
Chiamato poco in causa, può poco sul goal.

Zambrotta: 5
Non spinge praticamente mai. E soffre tantissimo Suarez quando si sposta sulla sua fascia. Per sua fortuna, per il resto, deve solo limitarsi a controllare il certo non irresistibile Emanuelson.

Nesta: 6,5
Voto che potrebbe sembrare eccessivo. Ma per me non lo è affatto. Si fa saltare male da Suarez in occasione del goal, ok. Ma la perfezione non esiste. Peccato, perché per il resto alla perfezione ci si avvicina e il sei virgola cinque risulta il voto minimo. Del resto è proprio la coppia centrale difensiva a fare la differenza, in serata. Nota a margine: si è preso un tunnel da Suarez, non da un giocatore di prima categoria (con tutto il rispetto). Alle volte bisogna valutare anche il valore effettivo degli avversari.

Thiago Silva: 7
Ottima partita anche per lui, che ha il merito di fare più o meno tutto al meglio. E poi non si prende il tunnel da Suarez, lui.

Antonini: 5
Seconda prestazione di fila assolutamente negativa per il terzino Rossonero che dopo un bell’inizio di stagione sembra essersi un po’ impantanato nella mediocrità. Suarez lo suona per benino ad ogni affondo, Van der Wiel lo grazia giocando una partita altrettanto inadeguata.

Flamini: 5
Ancora inadeguato l’apporto del centrocampista corso alla sua squadra. Fuori condizione, fuori dagli schemi.
(Dal 52′ Boateng: 5,5
Non dà il solito apporto di fibra, lì in mezzo. In più in chiusura ha sul destro il pallone del pareggio ma fallisce miseramente, preferendo un destro violento ma che si schianta giusto contro Stekelenburg ad un appoggio che avrebbe potuto battere comodamente l’estremo difensore Oranje.)

Pirlo: 6
Partita ordinaria per il regista Rossonero, che stenta ad accendere la luce ma cresce col calare del ritmo.

Gattuso: 6,5
Altra buona prestazione di Ringhio, che ancora una volta dà sostanza al suo centrocampo.

Seedorf: 7
E’ il migliore in campo. Sembra apprezzare molto la nuova disposizione tattica scelta da Allegri per la serata. Distribuisce perle a piene mani, mettendo più volte i suoi compagni in ottima posizione per calciare a rete. Maiuscolo.
(Dall’85’ Abate: s.v.)

Robinho: 5
Basterebbe il goal fallito malamente a tu per tu con Stekelenburg a rendere la sua prestazione insufficiente. Sembra gradire di più, così come Seedorf, questa disposizione tattica, e si muove molto riuscendo più di una volta a prendere d’infilata la retroguardia aiace. La condizione, però, latita, così come la freddezza sottoporta, ancora da ritrovare.
(Dall’85’ Inzaghi: s.v.)

Ibrahimovic: 7
Sta piano piano salendo di rendimento, il puntero svedese. Che anche stasera lotta su ogni pallone, facendo a sportellate con mezza squadra avversaria, per poi dimostrare ancora una volta il suo ottimo feeling col goal andando a colpire Stekelenburg con l’unico pallone buono che gli capita in tutto il corso del match.

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Roma – Cluj 2 – 1 69′ Mexes, 71′ Borriello
78′ Rada
Basilea – Bayern 1 – 2 18’ Frei
56′ (rig.), 89′ Schweinsteiger
Spartak – Zilina 3 – 0 34’, 61’ Ari, 89’ Ibson
Chelsea – Marsiglia 2 – 0 7’ Terry, 28’ (rig.) Anelka
Ajax – Milan 1 – 1 23’ El Hamdaoui
37’ Ibrahimovic
Auxerre – Real 0 – 1
81′ Di Maria
Braga – Shaktar 0 – 3
56′, 73′ Adriano, 91′ Costa
Partizan – Arsenal 1 – 3 33’ (rig.) Cleo
15’ Arshavin, 72′ Chamakh, 82′ Squillaci

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CRONACA

La partita inizia su ritmi piuttosto lenti e dopo cinque soli minuti di gioco viene anche interrotta dall’arbitro a causa di un fitto lancio di fumogeni e petardi da parte della curva aiace, in protesta, pare, per il caro-biglietti applicato dalla società di Amsterdam.
Anche una volta ripreso il gioco, comunque, le due squadre pensano più a sonnecchiare che ad azzannarsi.

La prima conclusione degna di una certa nota, per quanto sballata, la porta quindi Suarez, ben dodici minuti dopo l’inizio del match. Dopo aver lasciato rimbalzare il pallone un paio di volte davanti a sè, infatti, la punta uruguaiana calcia d’esterno destro a giro, non trovando però lo specchio di porta.
Un minuto più tardi Vurnon Anita, dotato di passaporto olandese quanto delle Antille Olandesi, ruba una bella palla a centrocampo e mette in movimento Emanuelson. Il traversone dell’ala Oranje, portato dalla trequarti, si trasforma in una sorta di tiro a palombella, diretto giusto giusto all’incrocio dei pali. Abbiati, però, controlla bene e fa suo il pallone.

Al quattordicesimo quindi si fa finalmente vedere il Milan: Robinho è messo in movimento sul centro sinistra del vertice dell’area di rigore aiace e dopo essersi liberato del diretto marcatore esplode un tiro che è però deviato da Stekelenburg, bravo a salvarsi in tuffo.
Sul ribaltamento di fronte è El Hamdaoui, da fuori, a provarci. Abbiati, però, controlla bene, con il pallone che si spegne oltre la linea di fondo campo.

L’occasione più ghiotta d’inizio match l’hanno proprio i padroni di casa, ma l’arbitro invalida tutto per un – giusto – fuorigioco. Suarez, comunque, aveva visto bene di mangiarsi un goal già fatto spedendo il pallone sul palo, a tu per tu con l’estremo difensore Rossonero.
Sul fronte opposto, al diciottesimo, è invece Flamini a provarci: il suo tiro incrociato non ha però una potenza adeguata e non impensierisce minimamente Stekelenburg, che si distende e blocca sicuro.

Ritmi che crescono pian piano, quindi, dopo una decina di minuti d’assoluta noia.

Così al ventitreesimo arriva la grande rete aiace: Suarez riceve palla in area e salta Nesta con niente popò di meno che un tunnel per poi cedere palla d’esterno destro ad El Hamdaoui che dopo aver controllato il pallone lo coprirà, resisterà al ritorno dello stesso Nesta e bucherà poi Abbiati con un tiro potente dal limite dell’area piccola. 1 a 0 Ajax.

Sei minuti più tardi il Milan ha subito la grandissima opportunità di pareggiare: la difesa Rossonera blocca un’azione al limite, Flamini verticalizza per Ibrahimovic che controlla e libera Seedorf il cui tocco di prima libera Robinho. La seconda punta milanista parte quindi in posizione regolare e si porta a tu per tu con Stekelenburg, cercando poi di battere il portiere Oranje con un tocco sotto che fa terminare il pallone sul fondo, oltre il palo. Occasionissima letteralmente divorata e mani nei capelli per tutti i tifosi Rossoneri.

L’Ajax reagisce subito: al trentaduesimo Suarez prova ad incunearsi in area ma perde il pallone, che giunge però dritto sui piedi di El Hamdaoui il cui appoggio di piatto all’angolino non trova però impreparato Abbiati, che blocca facilmente e con estrema sicurezza.

Il pareggio è comunque nell’aria ed arriva al trentaseiesimo: ad offrire ad Ibrahimovic la palla-goal è Seedorf che prende d’infilata la difesa aiace per cedere poi il pallone in mezzo alla propria punta che siglerà l’1 a 1.
Due minuti e il Milan si avvicinerà all’immediato raddoppio: ancora una volta però Robinho, partito in questo caso in posizione di fuorigioco, concluderà, giunto a tu per tu con Stekelenburg, sul fondo, rimediando in questo caso anche un cartellino giallo per aver calciato dopo il fischio dell’arbitro.

Ritmi che torneranno a farsi più blandi in chiusura di tempo, con le due squadre che preferiranno conservare il risultato sino all’intervallo.

Anche la ripresa, così come la prima frazione, si apre su ritmi non elevatissimi. La prima azione degna di nota arriva quindi al cinquantaduesimo quando Suarez scodella una bella palla in area di rigore sugli sviluppi di un corner, chiamando Abbiati all’uscita plastica per deviare il pallone e liberare l’area di rigore.

Il ritmo del match resta comunque bassino anche oltre i dieci minuti del primo tempo, con l’Ajax che, come da copione, imposta un gioco fatto di grande possesso palla e buona densità ma, di contro, scarsa incisività.

Al sessantatreesimo minuto, quindi, Robinho prova a farsi perdonare l’erroraccio del primo tempo andando a concludere a giro da fuori area, non trovando però lo specchio di porta.

Partita che si combatte comunque più nelle due porizioni comprese tra le due trequarti che oltre e pur salendo un pochino i ritmi continuano a latitare le occasioni.

Al settantesimo bella azione milanista con Pirlo che riuscirà, con un po’ di difficoltà, a liberare Boateng al tiro, che non sarà però preciso e si spegnerà sul fondo.
Un minuto più tardi è invece Ibrahimovic a provarci, ma il suo interno destro dalla distanza sarà facile preda di Stekelenburg.

Olandesi che nella ripresa non riescono quindi a creare palle goal, riuscendo solo, sporadicamente, a sfondare in velocità sulla propria sinistra per poi cercare estemporanei cross in mezzo, sempre ben controllati da un’attentissima retroguardia Rossonera.
Per vedere una conclusione dei Lanceri, quindi, bisognerà praticamente aspettare gli ultimi dieci minuti, quando Suarez proverà, dal vertice sinistro dell’area di rigore, un pallonetto, anch’esso estemporaneo, che si spegnerà sul fondo, senza far correre mezzo brivido sulla schiena di un tranquillissimo Abbiati.

L’occasionissima del secondo tempo arriva all’ottantaquattresimo: Ibrahimovic ruba palla a Van der Wiel e sfonda sulla sinistra per centrare un pallone basso che attraversa tutta l’area di rigore e giunge oltre il secondo palo, là dove c’è Boateng. Basterebbe, forse, appoggiare il pallone sul primo palo per trovare la rete ma il centrocampista ghanese spara un missile dritto per dritto, che viene però prontamente respinto da uno Stekelenburg reattivissimo, maiuscolo nel blindare il risultato.

COMMENTO

Non un bruttissimo match, ma ci si augurerebbe di vedere di meglio. A fronte di un buon primo tempo, se escludiamo i primi dieci soporiferi minuti, però, arriva una ripresa piuttosto statica. O meglio, in cui gli attacchi delle due squadre vengono colpiti da una staticità impressionante, perché in realtà i due centrocampi battagliano in maniera interessante.

Chi ha in mente l’Ajax dei gemelli De Boer e dei tanti altri Campioni che negli anni novanta hanno portato in alto questa squadra, comunque, non potrà che rimanere piuttosto deluso nel vedere una squadra piuttosto scarna in quanto a qualità: oltre ad un ottimo Suarez, giocatore che meriterebbe ben altri palcoscenici probabilmente, e ad un El Hamdaoui che è bomber da seguire c’è infatti ben poca roba. E lo spettacolo ne risente.

Il Milan, dal canto suo, continua a palesare un po’ le mancanze di sempre. Per quanto oggi, con le due punte, si sono visti movimenti a mio avviso più interessanti rispetto. E, soprattutto, è sembrato che Seedorf abbia beneficiato particolarmente della nuova disposizione tattica: partita maiuscola la sua. Però certo, c’è chi potrebbe asserire che sia stato solo il ruggito di un leone ormai vicino ad appassire e che ha voluto deliziare i suoi vecchi tifosi con qualche colpo di quella classe che dalle parti dell’Amsterdam Arena conoscono bene.
Chissà.

Per un’analisi più approfondita delle prestazioni dei singoli vi rimando alle pagelle, ma va comunque sottolineata la buona prestazione del pacchetto centrale difensivo: goal a parte, infatti, sia Nesta che Silva hanno disputato una partita più che dignitosa, ergendo un bel muro davanti al proprio portiere. Se solo questa squadra avesse anche due terzini di livello internazionale…

MVP

Clarence Seedorf.

Tre palloni d’oro dati ai propri compagni (due a Robinho, uno, quello del goal, ad Ibrahimovic), tanta corsa (a differenza di un certo Ronaldinho) e grande qualità. Partita eccellente per l’ex idolo dei tifosi aiaci, che non si sono certo dimenticati di lui: bellissima, infatti, la standing ovation riservatagli da tutto lo stadio al momento della sua uscita dal campo.

A proposito degli assist di stasera, poi, vorrei dire una cosa: il secondo, quello con cui ha liberato Robinho tutto solo davanti a Stekelenburg, andrebbe riproposto più e più volte a tutti i piccoli calciatori del mondo. Un pezzo di pura classe in cui c’è tutto: visione di gioco, sensibilità di piede, intuitività e tanta, davvero tanta classe, appunto.

TABELLINO

Ajax vs. Milan 1 – 1
Marcatori: 23′ El Hamdaoui, 36′ Ibrahimovic
Ajax(4-3-3): Stekelemburg; Van Der Wiel, Alderweireld, Vertonghen, Anita(39′ Sulejmani); Enoh, De Jong, De Zeeuw(79′ Lindgren); Suarez, El Hamdaoui, Emanuelson. A disposizione: Verhoeven, Oijer, Oleguer, Eriksen, Josefzoon. Allenatore: Jol
Milan(4-3-1-2): Abbiati; Zambrotta, Nesta, Thiago Silva, Antonini; Gattuso, Pirlo, Flamini(51′ Boateng); Seedorf(85′ Abate); Robinho(85′ Inzaghi), Ibrahimovic. A disposizione: Amelia, Bonera, Jankulovski, Ronaldinho. Allenatore: Allegri
Arbitro: Brych
Ammoniti: Enoh (aja); Robinho, Flamini, Zambrotta, Gattuso, Antonini (mil)

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CRONACA

Partenza sprint dello Spartak: palla battuta a centrocampo, verticalizzazione immediata, palla respinta male dai centrali russi e tiro immediato di Makeev, che va però solo a sfiorare il palo alla sinistra di un non reattivissimo Dubravka.
Spartak che torna vicino alla rete al nono minuto: McGeady riceve sul vertice sinistro dell’area e dopo aver stoppato e protetto palla scocca un tiro in direzione del secondo incrocio, che però riesce solo a sfiorare.

Un minuto ed è Parshivlyuk a penetrare sulla destra in percussione per poi calciare con forza, ignorando però un meglio piazzato Welliton. Tiro centrale, comunque, e facile parata del portiere slovacco.
Zilina messo sotto alla grandissima e al dodicesimo arriva la traversa colta dal tiro a giro di Alex, bravo a finalizzare bene – anche se con poca fortuna – una bella azione dell’asse Parshivlyuk-McGeady.

Al diciassettesimo si fa vedere, finalmente, lo Zilina. E’ comunque una fiammata sporadica ed estemporanea: Guldan ha palla sulla destra e notando la difficoltà dei suoi di arrivare al tiro decide di scoccarne uno da quasi quaranta metri, non riuscendo però a trovare lo specchio di porta. Peccato per lui, perché era comunque riuscito a sorprendere Dikan, portiere russo, che non aspettandosi la conclusione da quella posizione era chiaramente partito con non poco ritardo.

Dopo una ventina abbondante di minuti di netto – quanto piuttosto sterile – dominio lo Spartak sembra abbassare un po’ i ritmi, forse per provare a stanare gli avversari, molto chiusi nella propria metà campo, o forse per rifiatare un attimino.

Al venticinquesimo, però, accelerazione improvvisa: McGeady va via da destra ed entra in area saltando un uomo per poi centrare un pallone basso molto teso che viene svirgolato, nel tentativo di respinta, da un difensore slovacco. Autogoal mancato di poco.
Tre più tardi è Ari a provarci da fuori: uno-due secco tra lui e Welliton e calcio di prima intenzione per provare a bucare Dubravka. Fuori di poco.

Alla mezz’ora azione-assedio: cross, tiro, respinta, contro-cross, testa, palla stoppata di mano e spazzata in angolo. Trenta secondi tutto d’un fiato, ma che si risolvo in un nonnulla per i padroni di casa.
Tre minuti più tardi capitan Alex ci prova direttamente su calcio piazzato: la sua punizione, diretta all’incrocio, è però messa in angolo da Dubrovka. Ed è proprioi sugli sviluppi del corner che arriva la rete, fantasma, di Ari. Perché fantasma? E’ presto detto: sul colpo di testa della punta moscovita la palla entra nettamente per poi venire ricacciata fuori da un difensore ed il giudice di linea resta impassibile. Per qualche secondo sembra che il goal possa non essere scandalosamente convalidato ma Ari, dopo un po’ di tentennamento, va a festeggiare sotto i suoi tifosi: 1 a 0.

Al quarantaduesimo occasionissima per Welliton che va a concludere a tu per tu un velocissimo contropiede della sua squadra, trovando però il corpo di Dubrovka a dirgli di no. Azione comunque invalidata dall’arbitro: irregolare, infatti, la posizione del centravanti brasiliano nel momento della partenza del pallone. Ed è questa, di fatto, l’azione che chiude il primo tempo.

La ripresa si apre su ritmi notevolmente inferiori rispetto alla prima frazione. Di contro, però, l’approccio alla gara dello Zilina risulta essere molto migliore: gli slovacchi, assolutamente rinunciatari nel primo tempo, tornano infatti sul terreno di gioco con molta più voglia di fare, di provarci.

La prima azione importante risulta quindi essere proprio degli ospiti: palla dentro in verticale con Rilke che s’invola sul filo del fuorigioco e si presenta a tu per tu con Dikan sul limite destro dell’area piccola. La sua conclusione, però, non inquadra lo specchio di porta, spegnendosi sul fondo, alta sopra la traversa.

E’ però lo Spartak a trovare, ancora una volta, il goal: Kombarov scende sulla sinistra e centra un pallone su cui Welliton, che taglia sul primo palo, non arriva ma che è spinto in rete da Ari, appostatosi sul secondo.

La seconda rete dello Spartak uccide del tutto la partita. Da lì in poi lo Zilina tenterà qualche altro timido approccio all’area avversaria, senza però combinare un granché. Dal canto loro, invece, i padroni di casa si limiteranno quasi solo a controllare una partita ormai già vinta.

A scaldare un po’ il match ci pensa Alex che ad un quarto d’ora dal termine scocca un mancino ad incrociare da fuori trovando però una doppia deviazione (di Piacek prima e di Dubravka poi) che farà terminare la corsa del pallone sul palo alla sinistra dell’estremo difensore slovacco. Secondo legno della partita per il capitano della compagine russa.
Tre minuti ed è Kombarov a provarci da fuori trovando però ancora una volta la buona risposta del portiere avversario.

Spartak che quindi continuerà nella propria opera attendista, portando facilmente in porto una importantissima vittoria che sarà anche resa ancor più larga dal goal di Ibson, capace di bucare Dubrovcek a fine partita segnando di controbalzo al volo su cross di Maidana.

COMMENTO

Tre punti importantissimi per i moscoviti: vincere con lo Zilina, in attesa del risultato tra Chelsea ed Olympique, permette infatti ai russi di portarsi in prima posizione solitaria. L’eventuale sconfitta dei francesi, poi, permetterebbe loro di portarsi a più sei sulla terza in classifica, mettendo quindi, alle porte del difficilissimo doppio confronto con il Chelsea, già tanto terreno tra loro e gli inseguitori.

Spartak che comunque è sembrato poca roba: nonostante avesse contro un avversario assolutamente indegno del palcoscenico rappresentato dalla Champions League, infatti, è sembrato che i giocatori moscoviti facessero più fatica del dovuto a trovare la via della rete.
Anche per merito di un grande Dubravka, certo, ma in linea di massima posta la mole di gioco prodotta nel primo tempo ci si sarebbe aspettato di vedere la squadra arrivare con molta più facilità al tiro.

I tre goal, quindi, sono ascrivibili in buona parte, se non in toto, alla pochezza della difesa slovacca: oltre alla prima rete, arrivata su situazione di colpo piazzato, le altre due realizzazioni sono infatti state effettuate con la difesa presa d’infilata da palloni provenienti dalla sinistra. In occasione della seconda rete di Ari lo stesso è stato lasciato troppo solo sul secondo palo, mentre in occasione del goal di Ibson il cratere formatosi all’interno dell’area di rigore è risultato essere quasi imbarazzante.

Insomma, giocassero così tutti i match non ci sarebbe da stupirsi qualora dovessero terminare il proprio girone a quota zero punti, gli slovacchi.

MVP

Nonostante i tre goal incassati e nonostante non sia forse del tutto esente da colpe sulla prima rete mi sento di assegnare la palma di migliore in campo a Dubravka: nettamente il migliore dei suoi sia qualitativamente parlando che a livello di rendimento, infatti, il portiere slovacco ha fatto ciò che ha potuto per limitare un passivo che sarebbe potuto essere anche più pesante.

TABELLINO

Spartak Mosca vs. Zilina 3 – 0
Marcatori: 33′, 60′ Ari, 89′ Ibson

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