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Archive for the ‘Europeo Danimarca '11’ Category

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CRONACA

Senza De Silvestri e Schelotto, squalificati, Casiraghi schiera, come ampiamente previsto, Ariaudo terzino per blindare la difesa e Mustacchio a centrocampo per provare a sfruttare le ripartenze veloci. Azzurrini che proveranno quindi a difendere il 2 a 0 dell’andata per colpire poi in contropiede, chiudendo il discorso qualificazione.

Dopo un minuto di gioco la Bielorussia dimostra subito di voler far male alla nostra squadra: Skavysh riceve sulla destra e scende sul fondo, centrando un pallone basso che di per sè non sarebbe pericoloso ma che Ogbonna sbuccia facendone uscire un campanile in area, con Ariaudo che sarà costretto a liberare alla bell’e meglio.

Il goal è però nell’aria ed arriva al quarto minuto: Mannone esce dall’area e va a coprire un pallone cercando di farlo terminare in rimessa laterale. Il solito Skavysh, però, riuscirà a portarglielo via per poi penetrare in area da destra ed appoggiare centralmente a Yurchenko, che appoggerà in rete l’1 a 0 facendo saltare ogni schema.
Ma non solo: un minuto più tardi un filtrante in area libera lo stesso Yurchenko che farà partire un diagonale con il quale bucherà nuovamente lo specchio di porta italiano. Dopo cinque soli minuti, quindi, il vantaggio Azzurro sarà già bell’e dilapidato e l’inerzia del match sarà tutta a favore dei padroni di casa.

Gli Azzurrini provano quindi a reagire all’ottavo: Poli guadagna una punizione sulla propria trequarti e lancia immediatamente lungo per Destro che, scattato in posizione regolare, controllerà il pallone per poi calciare quasi immediatamente in diagonale, non riuscendo però a trovare la porta difesa da Gutor.

Italia che piano piano riesce quindi a crescere sul piano del gioco, entrando quindi in partita. Per quanto a livello psicologico le due reti in cinque minuti si faranno sentire a lungo.
Il tutto senza comunque riuscire a colpire: Destro ed Okaka asfittici ed isolati, Fabbrini imbavagliato dall’asfissiante marcatura bielorussa, Poli incapace di dettare i tempi, Mustacchio ombra di sè stesso.

Dopo un inizio choc, quindi, la partita, un po’ come successo all’andata, si stabilizza su ritmi piuttosto lenti, senza grandi sussulti.

Bellissima l’azione Azzurra imbastita alla mezz’ora: Poli si libera a centrocampo del diretto marcatore e verticalizza a Fabbrini, ancora una volta portatosi centrale tra le linee di difesa e centrocampo avverse. Ricevuta palla, quindi, la controllerà con un tocco, per poi liberare Destro con un cucchiaio col quale scavalcherà i difensori bielorussi; il destro al volo della punta genoana, però, non troverà lo specchio di porta e si spegnerà mestamente a qualche decina di centimetri dal palo alla sinistra di Gutor.

Al trentacinquesimo decisione dubbia dell’arbitro dell’incontro, il signor Cüneyt Çakır: Fabbrini riceve la sponda di Destro e parte centralmente alla caccia dell’area avversaria, venendo però fermato alla bell’e meglio – e da dietro – da Sivakov, capitano bielorusso già ammonito qualche minuto prima. Cartellino giallo che andrebbe utilizzato anche in questo frangente, con conseguente allontanamento del centrocampista di proprietà del Cagliari.

Il primo tempo si chiude quindi dopo un minuto di recupero, con l’Italia ancora piuttosto attonita di fronte ad un risultato pesantissimo quanto pericoloso. A preoccupare, poi, è soprattutto la palese fragilità di un reparto, quello difensivo, assolutamente non tranquillo in nessuna occasione di gioco.

La ripresa si apre quindi con Marilungo, appena subentrato a Destro, a cercare la porta in girata da fuori, spedendo però il pallone alto sulla traversa.
Al quinto Santon scodella un pallone in area in direzione di Marilungo, che è però anticipato dall’uscita di Gutor.

Al nono la Bielorussia si fa vedere in contropiede: Yurchenko lancia Nekhaychik sulla destra che dopo essere rientrato sul sinistro, saltando Santon, concluderà malamente, per nostra fortuna, spedendo il pallone ben lontano dallo specchio di porta Azzurro.
Passano sei minuti ed è Rispoli a provarci: il suo tiro è però respinto prontamente da Gutor, che non si fa minimamente impensierire dalla conclusione del giocatore leccese.

Al diciassettesimo Poli batte una punizione dal vertice destro dell’area scodellando la palla all’interno dell’area piccola con Okaka che non arriverà sul pallone, lisciato anche dall’estremo difensore bielorusso e poi liberato dalla difesa. Occasione da sfruttare meglio.
Due minuti ed è Nekhaychik a provarci: il tiro del centrocampista in forza al Bate Borisov, però, si spegne alto sulla traversa.

Al ventiduesimo si ripete quanto successo già nel primo tempo: Sivakov interviene fallosamente su Fabbrini meritandosi, virtualmente, un’ammonizione che non gli viene però comminata. Graziato ancora una volta, quindi, il capitano bielorusso, che avrebbe dovuto finire la propria partita anzitempo.
Tre minuti più tardi grande spunto di Fabbrini che riceve in area, semina un avversario mettendolo a sedere e crossa in mezzo, con Okaka che viene però anticipato dall’intervento di testa di un difensore. Il pallone, respinto, arriva sul piede di Rispoli, che calcia con potenza vedendosi però deviare il tiro in angolo da un difensore.
Poco dopo, sempre sugli sviluppi di un corner, sarà Ariaudo a girare il pallone di testa in maniera pericolosa, mettendolo però di poco alto sopra la traversa bielorussa.

Interessante l’occasione arrivata alla mezz’ora: in seguito ad un fallo subito da Marilungo Poli scodella una punizione in area giusto sulla testa di Okaka, che la gira bene, per quanto con poca forza, costringendo Gutor ad alzare il pallone sopra la traversa.
Al trentatreesimo, poi, Marilungo parte centralmente vincendo un paio di rimpalli ed effettua uno splendido filtrante per Okaka che portatosi dietro la linea di difesa avversaria proverà a superare il portiere avversario con un tocco d’esterno, fallendo miseramente. Se solo si fosse portato il pallone avanti, continuando con la sua diagonale di corsa, l’avrebbe potuto superare facilmente per poi depositare in porta senza ulteriori ostacoli.

Gli ultimi dieci minuti del tempo regolamentare scorrono quindi senza ulteriori sussulti, con gli Azzurri, stremati, che tirano i remi in barca e cercano di controllare il match, tirando la partita ai tempi supplementari esattamente come, è palese, volevano i padroni di casa fin dal primo minuto della ripresa.

Dopo cinque minuti dall’inizio dei supplementari arriva il tre a zero che condanna gli Azzurrini: palla tagliata in area, Veretilo si infila alle spalle di Santon e buca Mannone. Qualificazione inseguita e virtualmente agguantata dalla squadra di Kondratyev.

La nostra nazionale affonda lentamente, senza più la forza di cambiare una partita storta iniziata male e conclusasi peggio.

E se non sai difendere due goal nel corso di una partita è giusto, per quanto triste, tornare a casa.

La sfortuna, certo, ci mette lo zampino quando Fabbrini libera con un bel cucchiaio Okaka che a tu per tu con Gutor supera il portiere avversario con un pallonetto che s’infrange però sulla parte superiore della traversa. Ma questo non basta a giustificare un’uscita così prematura per una under 21 che vesta i nostri colori.

Addio Danimarca 2011, Addio Londra 2012.

COMMENTO

Niente Europeo per la nazionale under 21 di Gigi Casiraghi, che trova modo di fallire l’ennesimo obiettivo da quando è alla guida della nazionale under 21 Azzurra.

Questa volta, però, il fallimento è ancora più pesante rispetto ai precedenti episodi. Perché l’Italia under 21, forte della presenza di diversi giocatori nettamente superiori alla media delle squadre affrontate lungo questo cammino qualificatorio, la fase finale dell’Europeo non la giocherà nemmeno, eliminata mestamente da una certo non irresistibile formazione bielorussa che dopo aver perso a Rieti riuscirà a rifarsi a Borisov, centrando un 3 a 0 che ha quasi del fantascientifico.

Ma del resto gli errori sono stati troppi e troppo gravi per non causare l’eliminazione di questa squadra, protagonista di una pessima partenza all’inizio della propria avventura qualificatoria e di un altrettanto ottima rimonta, chiusa con questo disastroso playoff.

Errori su errori, dicevamo. E allora analizziamoli, questi errori.

Innanzitutto la scelta dell’undici da mandare in campo: se Destro non era in condizione, così come detto dal buon Bizzotto in sede di telecronaca dopo la sua uscita avvenuta nell’intervallo, non era nemmeno da schierare in campo. Inutile sprecare una sostituzione dopo un tempo, quando poi l’altra punta titolare è quell’Okaka che a grandi doti fisiche non abbina molto altro.

Sbagliato anche schierare Ariaudo terzino destro: posto che il ragazzo in questione è un centrale, infatti, avrebbe avuto senso, forse, inserirlo come terzino sinistro, con lo spostamento di Santon a destra. Non certo farlo giocare da quella parte.

Al tempo stesso risultano anche incomprensibili alcune fissazioni: Bolzoni è un giocatore di quantità, ok, ma che dà pochissimo alla manovra. E se già Poli, appena ritornato da un lungo infortunio, non è al massimo forse sarebbe meglio preferirgli il più ordinato Marrone o, ancora, il tuttofare Soriano. Così come non si capisce la motivazione che spinga il nostro tecnico federale a dare fiducia pressoché incondizionata ai due colored di questa formazione, Ogbonna ed Okaka.
E intendiamoci, non è certo un discorso razzista il mio. Semplicemente il primo ha già dimostrato spesso notevoli falle dal punto di vista della concentrazione, il secondo, come detto qualche riga fa, ad una grande fisicità non abbina molto altro e finisce spesso col mangiarsi occasioni d’oro (come oggi, laddove le due principali palle goal Azzurre sono proprio capitate a lui, che le ha puntualmente fallite entrambe).

Detto delle – tante – colpe di un allenatore da cui ora non ci si può aspettare altro che le pronte dimissioni vanno però citate anche le colpe dei giocatori, perché alla fine in campo ci scendono loro.

Via alla tarantella, allora: Mannone commette un errore incredibile sul primo goal quando esce dall’area per coprire un pallone che potrebbe tranquillamente spazzare in fallo laterale. Meglio far guadagnare un fallo laterale in una posizione del genere piuttosto che farsi rubare palla, anche perché il goal diventa quasi automatico.
La linea difensiva, poi, gioca un primo tempo davvero orrendo. Tra questi giocatori citiamo Ogbonna, ragazzo che deve maturare ancora moltissimo sotto l’aspetto mentale perché le qualità atletiche non bastano (Okaka docet) e Santon, involutosi vistosamente dopo che un paio di stagioni fa, non ancora maggiorenne, annullò niente popò di meno che Cristiano Ronaldo in una sfida di Champions League.
A centrocampo Mustacchio assolutamente impalpabile, mai in partita. E da eroe della qualificazione al playoff l’ala varesina si tramuta quindi in fantasma della steppa bielorussa. Bolzoni fa il suo, ma non basta limitarsi a sporcare le linee di passaggio avversarie e fare qualche sporadico raddoppio quando c’è in palio una posta così.
In attacco… beh, dell’attacco non si può salvare davvero nulla, nemmeno la prestazione di un volenteroso Marilungo che risulta impalpabile come pochi. Di Okaka, poi, s’è già detto, anche prima di oggi. Grande fisico, ma se non migliorerà tutti gli altri suoi aspetti difficilmente potrà diventare giocatore di alto livello. E in tutto questo un talento come Macheda resta a guardare in tribuna…

Dopo il 2 a 0 di Rieti, inutile negarlo, un po’ tutti ci sentivamo già al sicuro. Difficile che la Bielorussia potesse battere questa squadretta, la nostra, per tre reti a zero.
E invece, come spesso è successo nel calcio, ecco che il cuore dei giovani provenienti dalla Russia Bianca ha sovvertito ogni pronostico.

Addio Danimarca 2011, Addio Londra 2012.

TABELLINO

Bielorussia vs. Italia 3 – 0
Marcatori: 4′, 5′ Yurchenko, 95′ Veretilo.
Bielorussia (4-2-3-1): Gutor; Politevich, Filipenko, Veretilo, Dragun; Sivakov (32’st Baga), Voronkov (1’st Rekish), Hardzeichuk, Nekhaychik; Yurchenko, Skavysh (5’sts Matveichyk). A disp.: Gomelko, Gayduchik, Ostroukh, Baga, Polyakov. All.: Kondratiev
Italia (4-4-2): Mannone; Ariaudo, Ranocchia, Ogbonna, Santon; Mustacchio (1’st Rispoli), Poli (37’st Soriano), Bolzoni, Fabbrini; Okaka, Destro (1’st Marilungo). A disp.: Frison, Angella, Marrone, Soriano, Borini. All.: Casiraghi
Arbitro: Cakir (Turchia)
Note: ammoniti Sivakov, Okaka, Poli, Ariaudo, Voronkov, Soriano

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CRONACA

Essendo costretta a ribaltare il 2 a 1 dell’andata in favore dei figli d’Albione la Romania parte subito forte e dopo nemmeno un minuto di gioco si porta vicina al goal: Sburlea riceve al limite e dopo aver controllato elegantemente il pallone calcia un diagonale diretto a filo del palo alla destra di Fielding, che però si distende e devia in corner.

Qualche minuto più tardi sono gli inglesi a portarsi in avanti tentando di penetrare l’area avversaria con un triangolo al limite, ma il passaggio di ritorno di Welbeck risulta fuori misura e dà modo ai difensori romeni di intervenire sul pallone.
Rumeni che partono quindi in contropiede e ribaltano subito il fronte offensivo, portandosi in area avversaria. Qui è ancora una volta Sburlea, punta della Rapid Bucarest, a colpire a rete, scivolando però proprio al momento del tiro e spedendo il pallone ben oltre la porta avversaria, sul fondo.

Al settimo Sturridge approfitta di una veloce ripartenza inglese per ricevere palla da Bertrand e scattare largo a destra, andando quindi, una volta arrivato a pochi metri dall’area di rigore, a concludere di destro cercando il secondo palo, trovando però la pronta risposta di Lung, attentissimo a non farsi superare dal diagonale dell’avversario.
L’azione seguente vede invece Welbeck venir contrato fallosamente in fascia sinistra. A scodellare la punizione in mezzo ci penserà quindi Cleverley, che crosserà un cioccolatino sul secondo palo là dove andrà ad inserirsi Jones, che mancherà però clamorosamente l’impatto col pallone, mangiandosi un’occasione d’oro.

Partita subito molto accesa, giocata su buoni ritmi e con repentini cambiamenti di fronte. A stonare un po’ solo una certa confusione, da entrambe le parti, per quanto concerne la disposizione tattica.

L’ennesima occasione ghiotta del match arriva dopo un solo quarto d’ora dal via e a sprecarla è Sturridge: Muamba scende in break centrale spaccando a metà la squadra avversaria, senza che nessuno riesca ad apportare nei suoi riguardi un pressing efficace che possa permettere alla difesa di non collassare su sè stessa. Giunta sulla trequarti, quindi, il centrocampista scuola Arsenal effettuerà un filtrante che taglierà, manco fosse un bisturi, la difesa in due, passando giusto in mezzo ai centrali romeni e favorendo lo scatto della punta attualmente in forza al Chelsea che dopo aver sfruttato tutto il suo atletismo per raggiungere e difendere il pallone penetrerà in area calciando però senza mordente verso la porta avversaria, favorendo l’intervento di Lung.

Al ventesimo tornerà a farsi vedere la squadra di casa: azione tanto insistita quanto confusionaria sulla sinistra, un paio di rimpalli vinti e penetrazione in area di Bicfalvi che dopo aver saltato Cleverley e Jones verrà però chiuso dalla pronta diagonale difensiva di un sempre attentissimo Ryan Bertrand, terzino sinistro scuola Gillingham che dopo essere passato all’Academy Blues è attualmente un giocatore in forza al decaduto Nottingham Forest.
Alla mezz’ora pezzo d’alta scuola di Alexe che dopo aver ricevuto palla sulla sinistra del fronte offensivo rumeno salta con un bel colpo di tacco elegante Henderson per poi seminare in velocità Mancienne e cercare Sburlea con un cross a tagliare tutta l’area di rigore inglese, senza però che il compagno, ben controllato da Smalling nella circostanza, riesca a raggiungere il pallone.

Al trentasettesimo arriva quindi la più ghiotta occasione costruita sino a quel momento per la Romania: tiro da fuori di uno dei centrocampisti in maglia gialla che mette in non poca difficoltà Fielding, che buttatosi alla sua destra non riesce a trattenere il pallone, respingendolo in qualche modo. Il più lesto a giungere sulla sfera, quindi, è il rumeno Baboianu, che invece di tirare, come tutti si aspetterebbero, effettua una finta per poi servire Alexe, meglio piazzato di lui, più centralmente rispetto alla porta inglese. La conclusione del ventenne attaccante della Dinamo Bucarest è però completamente da dimenticare, andandosi a spegnere di molto sopra la traversa.
Fielding che dimostra la propria insicurezza anche quattro minuti più tardi quando Torje va a battere una punizione da quasi trentacinque metri in seguito ad un fallo, che gli vale il cartellino giallo, effettuato dall’altro capitano dell’incontro, Micheal Mancienne. L’ala della Dinamo, compagna di club di quell’Alexe che aveva clamorosamente fallito una grande chance poco prima, scodella quindi un pallone in area senza troppe pretese, che non viene però intercettato da nessun giocatore rumeno. Dopo aver rimbalzato al limite dell’area piccola, quindi, ci si aspetta che termini la sua corsa giusto tra le braccia di Fielding che però, come detto, si mostra insicuro come non mai, mancando la presa e causando un corner assolutamente evitabilissimo e andando, di fatto, a chiudere un primo tempo piuttosto equilibrato.

Così come ad inizio match anche la ripresa vede l’immediata accelerazione rumena: dopo nemmeno trenta secondi di gioco, infatti, è ancora una volta Sburlea a calciare dal limite, senza però riuscire, in questa occasione, a trovare lo specchio di porta avversario.
E’ però una ripresa giocata da subito su ritmi molto inferiori rispetto al primo tempo, con gli inglesi che decidono infatti di tirare un po’ i remi in barca limitandosi più che altro a difendere il vantaggio accumulato all’andata. Per vedere una seconda azione anche solo degna di nota bisogna quindi aspettare una decina di minuti, quando Râpă crossa da destra pescando Torje sul vertice opposto dell’area di rigore; il capitano rumeno si coordinerà piuttosto bene, colpendo però la palla in maniera sporca, così da non arrecare un vero e proprio problema a Frank Fielding, ventiduenne estremo difensore di proprietà dei Blackburn Rovers.

Al sessantunesimo, non riuscendo a penetrare in area con efficacia, Sburlea decidere di provarci ancora una volta da fuori, ma questa volta il portiere inglese è più attento e sicuro che in altre circostanze e si distende bene sulla sua destra per rifugiarsi in calcio d’angolo.
Fielding che però fa subito ricredere tutti: al sessantanovesimo il solito Sburlea ci prova da una trentina di metri e lui tentenna moltissimo, riuscendo quindi ad intervenire sul pallone solo all’ultimo, ed in maniera molto goffa. Mettendo non poco a rischio la sua porta.

Gli inglesi si fanno quindi vedere, alla buon’ora, al settantaquattresimo minuto con un’occasione che ne ricorda molto una creata dai rumeni nel corso del primo tempo: Cleverley batte una punizione dall’out sinistro del proprio attacco ad almeno una trentina di metri dalla porta difesa da Lung scodellando un pallone in mezzo che non è raccolto da nessuno e che dopo aver rimbalzato giusto al centro dell’area di rigore schizza verso il secondo palo chiamando all’intervento in tuffo il portiere avverso.
Subito dopo Rusescu, da poco subentrato ad Alexe, penetra centralmente nell’area inglese a seguito di un batti e ribatti avvenuto al limite della stessa e dopo essersi decentrato un po’ sulla propria destra, a causa dell’ottima pressione portatagli da Bertrand, scoccherà un destro che non troverà però, per quanto di poco, lo specchio di porta.

Perdurando le difficoltà di penetrazione Barboianu penserà di emulare Sburlea, provandoci anch’esso con un tiro da molto fuori dell’area di rigore inglese. Anche in questo caso, però, Fielding riuscirà a non farsi superare dal tiro, salvando ancora una volta risultato e qualificazione.

A tre dal termine, poi, il portiere di proprietà dei Rovers decide di far correre un ennesimo brivido ai suoi tifosi uscendo su di un corner senza però riuscire a trattere il pallone, una volta giunto nelle proprie mani. Per sua fortuna, però, gli avversari non sapranno approfittarne e la difesa riuscirà, in qualche modo, a liberare l’area di rigore.

Gli ultimi minuti scorreranno quindi senza grandissimi sussulti, con un’Inghilterra che riuscirà quindi a portare a casa il tanto sospirato pareggio che qualificherà la squadra di Pearce alla fase finale dei prossimi Europei di categoria.

COMMENTO

E’ un primo tempo piuttosto equilibrato quello che si gioca allo stadio Municipal di Botosani.
I rumeni, infatti, si prendono inizio e fine di frazione, gli inglesi la parte centrale.

Nazionale inglese che deve per altro fare conto con uno stadio pieno e molto molto attivo nel supportare i propri giovani beniamini. Nessun problema, comunque, sotto il punto di vista della personalità per i ragazzi di Stuart Pearce, che dimostrano grande carattere lasciando piuttosto a desiderare, semmai, dal punto di vista delle qualità tecniche. Ma di questo avremo modo di riparlarne più avanti.

Se il primo tempo, come detto, si chiuderà con un equilibrio sostanziale la ripresa sarà giocata quasi solo da una squadra: la Romania. Gli inglesi, infatti, decideranno di accontentarsi del pareggio, utile alla qualificazione, e, pur rischiando parecchio (un goal rumeno ribalterebbe infatti la situazione rispetto alla qualificazione all’Europeo danese), decideranno di rinchiudersi nella propria trequarti, facendo gioco attendista e chiudendo tutti gli spazi alla comunque sterile manovra rumena.

Padroni di casa che dovranno quindi rimproverarsi di non essere stati in grado di sfruttare questa remissività inglese, a maggior ragione quando era palese come Jones, centrale dei figli d’Albione, fosse assolutamente in giornata no e andasse puntato con più continuità in quanto anello debole di una difesa che, per il resto, si è dimostrata il vero e proprio punto di forza di qesta squadra.

Inghilterra che, difesa a parte, ha lasciato a desiderare dal punto di vista delle qualità tecniche, dicevamo. Perché dalla cintola in su gli inglesi hanno messo davvero in mostra pochino: manovra scontata, lenta, senza idee, attacco abulico, spuntato, incapace di pungere. Deludentissimi, infatti, Sturridge e Welbeck, che non hanno praticamente mai messo in grande difficoltà la retroguardia rumena. Da loro ci si aspettava molto di più, a maggior ragione partendo dal presupposto che erano da anni considerati enfant prodige del calcio d’Oltremanica.

Altra nota dolente della partita riguarda il portiere: gli inglesi dovranno infatti pregare che Hart mantenga le promesse, perché se il meglio del loro calcio giovanile per quanto riguarda gli estremi difensori è il modestissimo Fielding possono stare freschi. Ma quello del portiere, del resto, è un problema ormai atavico che il calcio inglese, inteso come nazionale, si porta dietro più o meno da sempre e che solo saltuariamente, come grazie a Banks e Shilton, è riuscito, per un periodo, a risolvere.

MVP

Il migliore in campo oggi, secondo il mio modesto parere, è stato quel Ryan Bertrand che già si sta candidando tanto nel Chelsea, squadra che ne possiede il cartellino, quanto nell’Inghilterra, la sua nazionale, a raccogliere l’eredità di un altro terzino sinistro di colore, Ashley Cole.

Rapido, attento, scattante. Davvero interessante questo ragazzino nativo di Southwark, assolutamente da tenere d’occhio in ottica futura.

Attualmente si trova in prestito al Nottingham Forest ma per quel che mi riguarda meriterebbe già una chance in una massima serie.

TABELLINO

Romania vs. Inghilterra 0 – 0
Marcatori: –
Romania (4-3-3): Lung; Rapa (62′ Chiriches), Papp, Barboianu, Gaman; Bicfalvi, Hora (77′ Gangioveanu), Gardos; Torje, Sburlea, Alexe (73′ Rusescu). A disposizione: Lungu, Ilie, Neagu, Ionescu. Allenatore: Emil Sandoi.
Inghilterra (4-4-2): Fielding; Mancienne, Smalling, Jones, Bertrand; Cleverley, Henderson, Muamba, Rose (82′ Cork); Welbeck (90′ Delfouneso), Sturridge (62′ Lansbury). A disposizione: Loach, Kelly, Walker, Trippier. Allenatore: Stuart Pearce.
Ammoniti: Gaman; Mancienne, Cleverley, Sturridge, Rose.

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CRONACA

Nemmeno un minuto e la Bielorussia arriva subito alla conclusione: il tiro di Voronkov è però controllato tranquillissimamente da Vito Mannone, che lascia scorrere il pallone sul fondo.
Non si fa però attendere la risposta Azzurra: Schelotto si accentra, riceve e scarica il pallone al limite per Okaka il cui tiro, quasi immediato, è smorzato da un difensore bielorusso. Poco più tardi è invece Destro a partire sul filo del fuorigioco dettando il lancio a Bolzoni per poi infilarsi in area avversaria e concludere cercando lo specchio di porta avversario, con poca fortuna.

All’ottavo minuto i bielorussi provano a pescare il jolly con una conclusione da metà campo, che non trova però la via della rete con Mannone che lo controlla, pur un po’ in affanno.
L’Italia ci riprova al nono: angolo battuto dalla sinistra del nostro fronte offensivo da Poli che scodella il pallone sul secondo palo, là dove Destro lo colpisce di testa con poca forza, spedendolo comodo tra le braccia dell’estremo difensore avversario. Portiere bielorusso che risulta più decisivo nemmeno sessanta secondi più tardi quando Schelotto sfonda sulla destra per centrare un pallone basso in direzione di Destro, anticipato però dall’uscita bassa di Hutar.

Italia in palla: al tredicesimo gli Azzurrini recuperano palla, Destro dà dentro ad Okaka che s’infila, anche grazie ad un rimpallo, tra i due centrali bielorussi per poi portarsi al limite dell’area e concludere in diagonale, facendo però sfilare il pallone sul fondo.
Buona occasione al diciannovesimo per Pavel Niakhaichyk che sugli sviluppi di un angolo si vede respingere la sua prima conclusione dal limite per poi sfiorare il palo con la seconda, arrivata sulla ribattuta del muro difensivo Azzurro.

Italia che dopo un momento di stanca in cui molla il pallino del gioco trova una fiammata e passa in vantaggio: break centrale di Fabbrini che taglia dentro per l’inserimento di Destro, scattato forse in posizione irregolare, che fredda Hutar con un mancino di prima intenzione.

Una decina di minuti più tardi i bielorussi troverebbero il pareggio con Skavish. L’arbitro, però, ferma tutto ed invalida l’azione per una netta posizione di fuorigioco di ben tre ragazzi in maglia bianca. Italia comunque troppo morbida nell’occasione e, in linea generale, sottoritmo rispetto al primo quarto d’ora di gioco.
Bielorussi pericolosi anche in chiusura di tempo quando Skavish viene lanciato sulla sinistra, salta Ranocchia penetrando in area e mette poi una palla bassa in mezzo dove arriva Niakhaichyk di gran carriera, il cui tiro di prima intenzione è però murato da Ogbonna.

La ripresa si apre un po’ sullo stesso andazzo di come si era chiuso il primo tempo: con la Russia Bianca in attacco, pallino del gioco ben saldo nelle proprie mani.
E’ comunque piuttosto sterile il possesso di palla bielorusso. Tanto che la prima fiammata della ripresa è Azzurra: Poli apre per Schelotto che s’invola sulla destra sul filo del fuorigioco per centrare un cross teso chiuso in angolo da Filipenko.

Il goal Azzurro, per quanto immeritato, è comunque nell’aria: è ancora una volta Schelotto a scendere in fascia e crossa in mezzo là dove arriva il taglio di Fabbrini, che forse tocca il pallone, ma soprattutto l’incornata di Okaka a bucare Hutar per il 2 a 0.

Italia che comunque non ne ha abbastanza e dopo aver accusato l’iniziativa di Niakhaichyk, risoltasi in un nulla di fatto, torna a sfiorare la rete: Fabbrini crossa da sinistra, con Okaka che colpisce ma la cui conclusione è messa in angolo. Sugli sviluppi del corner è quindi Ranocchia a provarci, con il pallone che si spegne però sul fondo.

Dopo la seconda rete la Bielorussia sballa un tantinello e la difesa si scolla un po’ dal centrocampo.
Italia che quindi prova ad approfittarne anche al settantesimo minuto quando Mustacchio penetra centralmente e calcia dal limite, senza però trovare la via della rete.
Un paio di minuti più tardi è Schelotto, sempre sulla destra, a tentare la soluzione personale. In questo caso, però, è bravo Hutar a negargli il goal che avrebbe probabilmente chiuso ogni discorso relativo all’eventuale qualificazione.

Le brutte notizie arrivano però ad un quarto d’ora dal termine quando nel giro di un minuto perdiamo, in funzione gara di ritorno, sia capitan De Silvestri che il buon Schelotto. Entrambi, infatti, finiscono sul taccuino dell’arbitro alla voce ammoniti ed essendo inseriti nell’elenco diffidati saranno costretti a saltare il match da giocarsi in Bielorussia.

Occasionissima ad undici dal termine: Santon accelera bene sulla sinistra e appoggia al limite a Marrone il cui tiro sembrerebbe destinato all’angolino ma viene sfortunosamente respinto da Okaka, che va a trovarsi giusto in traiettoria.
Santon però è scatenato e dopo nemmeno un minuto parte ancora da sinistra andandosi ad accentrare per scaricare poi un buon destro dal limite, che è però parato in due tempi da Hutar.

Partita che si trascina quindi senza ulteriori sussulti sino al termine. Italia 2, Russia Bianca 0. Qualificazione ad un passo.

COMMENTO

Grande inizio di partita per l’Italia: nel primo quarto d’ora, infatti, gli Azzurrini prendono in mano il pallino del gioco e disputano un primo scampolo di partita su livelli ottimi. Splendida circolazione di palla, buon ritmo, pressione continua all’area avversaria.

Col passare dei minuti, poi, il ritmo si abbassa e gli ospiti ne approfittano per creare qualche grattacapo in più alla nostra retroguardia. Il tutto senza comunque che gli avanti bielorussi riescano a trovare il goal. Cosa che, invece, capita a Mattia Destro alla mezz’ora, imbeccato da un sempre ottimo – a tratti devastante – Fabbrini.

Nella ripresa l’Italia inizia male, ma il goal del raddoppio cambia gli equilibri: da lì in poi, infatti, la Bielorussia entrerà in confusione e non riuscirà più ad essere quasi minimamente pericolosa, lasciando agli Azzurrini ampi spazi in cui infilarsi in contropiede.

Buona la prestazione, tutto sommato, della nazionale allenata da Casiraghi.
Ottima, in maniera particolare, per quello che riguarda la difesa, imbattuta praticamente da cinque partite di fila. Innestare la coppia Santon – De Silvestri, del resto, non poteva che contribuire a dare ulteriore solidità ad un reparto già comunque di buon livello.
Bene, nell’occasione, anche quell’Angelo Ogbonna che spesso aveva lasciato intravvedere lacune piuttosto gravi. Preciso e sempre attentissimo, però, il centrale Granata, che risponde alla fiducia datagli da mister Casiraghi con una grande prestazione.

MVP

Indubbiamente l’empolese Fabbrini. E’ lui, infatti, la vera e propria spina nel fianco della difesa bielorussa. Con il suo continuo accentrarsi dalla fascia sinistra va infatti spesse volte ad infilarsi come un cuneo tra le linee, spaccando la disposizione tattica disposta dal mister avversario.
E’ sempre lui, poi, ad entrare in entrambe le occasioni che vedono i nostri andare in goal: nel primo caso infilandosi centralmente per poi offrire un pallone-cioccolatino a Destro, che deve solo bucare Hutar. Nel secondo tagliando benissimo sul primo palo e spizzando un pallone che sarà poi messo in rete da Okaka sul secondo.

Davvero una prestazione maiuscola per lui, dopo le già buone cose fatte all’esordio.

E’ ormai già una colonna di questa squadra, niente da dire.

TABELLINO

Italia vs. Bielorussia 2 – 0
Marcatori: 30′ Destro, 62′ Okaka
Italia (4-4-2): Mannone; Santon, Ranocchia, Ogbonna, De Silvestri; Fabbrini (90′ Rispoli), Poli (69′ Mustacchio), Bolzoni, Schelotto; Okaka, Destro (53′ Marrone). A disposizione: Frison, Ariaudo, Borini, Macheda. CT: Casiraghi
Bielorussia (4-2-3-1): Hutar, Veretilo, Filipenko, Politevich, Matveichyk; Sivakov, Drahun; Voronkov (64′ Rekish), Yurchenko, Niakhaichyk; Skavish. A disposizione: Gomelko, Astraukh, Baha, Bukatin, Savastsyanau, Obrazau. CT: Kondratiev
Arbitro: Koukoulakis (Grecia)
Ammoniti: Destro, De Silvestri, Schelotto, Fabbrini (I), Matveichyk (B)

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Casiraghi e i ragazzi della nostra under 21 si stanno iniziando a preparare ad un appuntamento fondamentale: il play-off da disputarsi contro la Bielorussia che qualifica al prossimo Europeo di categoria.

Entro le 22 di domenica, infatti, si raduneranno a Roma, più precisamente alLa Borghesiana, e daranno ufficialmente il via all’operazione-Bielorussia, sulla carta ampiamente alla nostra portata.

Ma con questa squadra, che iniziò malissimo il suo percorso di qualificazione per poi compiere una rimonta quasi miracolosa, mai dare nulla per scontato. Bisognerà scendere in campo con rispetto verso i nostri avversari e con la voglia di portare a casa il bottino, tanto all’andata quanto al ritorno.

Tra lunedì e mercoledì, quindi, quattro allenamenti, due dei quali a porte chiuse. Giovedì mattina, poi, il trasferimento a Rieti, dove nel pomeriggio, presso lo stadio comunale Centro d’Italia, si svolgerà l’ultimo allenamento prima della gara.
Venerdì alle 18, quindi, l’andata del play-off, che si disputerà proprio a Rieti. In serata rientro alLa Borghesiana, che sarà nuovamente lasciata il pomeriggio seguente quando la nostra delegazione s’imbarcherà su di un charter diretto a Minsk.

A Borisov, più precisamente allo stadio Gorodskoy, verrà condotto il primo ed ultimo allenamento in terra bielorussa. L’indomani alle 17.30 ora italiana, quindi, si disputerà la gara di ritorno, che sancirà l’eventuale qualificazione o meno della nostra compagine agli Europei danesi.

Convocazioni, quelle di mister Casiraghi, con tante conferme ma anche qualche novità.

Tra i portieri spazio al vicentino Alberto Frison, che certo non è un abituè della maglia dell’under 21, che comporrà il trio di estremi difensori con colui il quale dovrebbe essere confermato come titolare, il Gunners Vito Mannone, e con la stella della Primavera genoana, Mattia Perin.

In difesa si avranno invece i graditi ritorni dei due terzini che si candidano seriamente ad una maglia da titolare, Davide Santon e Lorenzo De Silvestri, che dovrebbero andare a comporre la difesa titolare con il perno del reparto, Andrea Ranocchia, più uno tra il torinista Angelo Ogbonna ed il cagliaritano Lorenzo Ariaudo.
Completano il reparto l’interista Cristiano Biraghi, sotto i riflettori da dopo il suo goal estivo al Manchester City, l’ex empolese Gabriele Angella e l’ex parmense Andrea Rispoli.

Otto anche i centrocampisti convocati: quattro ali (il barese Marco D’Alessandro, il varesino Mattia Mustacchio, il cesenate Ezequiel Schelotto e l’empolese Diego Fabbrini) e quattro centrali (l’ex interista Francesco Bolzoni, l’ex juventino Luca Marrone e due giocatori passati dalla Primavera Blucherchiata nel recente passato, Andrea Poli e Roberto Soriano).
Tante alternative, quindi, per mister Casiraghi, che potrà scegliere al meglio come schierare la propria squadra. Molto probabile, comunque, confermi il 4-4-2, con Schelotto e Fabbrini esterni e la coppia doriana in mezzo (qualora, ovviamente, Poli dimostri di aver recuperato al meglio dall’infortunio).

Cinque, infine, le punte. Tre provenienti dal nostro campionato, due dall’Inghilterra.
I prescelti da mister Casiraghi sono infatti il genoano Mattia Destro, il doriano Guido Marilungo ed il romanista Stefano Okaka per quanto riguarda la nostra massima serie. Dalla terra d’Albione, invece, arriveranno il Blues Fabio Borini ed uno dei nuovi Red Devils di Sir Alex Ferguson: FedericoKikoMacheda.
Più difficile ipotizzare chi sceglierà di schierare in avanti il tecnico federale alla guida di questa under. A giocarsi il posto di prima punta dovrebbero essere Destro ed Okaka, con il primo forse leggermente favorito. Per il ruolo di seconda punta di supporto, invece, se la giocheranno Marilungo e Macheda, anche in questo caso con il primo favorito. Borini pare invece essere destinato quasi sicuramente a partire dalla panca. Ma sono solo ipotesi.

L’importante, ripeto, è non sottovalutare l’avversario e dare tutto per portare a casa la vittoria. Dopo il naufragio Mondiale e quello della nazionale under 19 agli Europei dello scorso luglio farsi eliminare dai bielorussi sarebbe un altro duro colpo per il nostro movimento calcistico nazionale.

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CRONACA

La partita inizia su ritmi piuttosto compassati, con i gallesi a cercare di tenere il pallino del gioco ed i giovani italiani a tentare di contenere la manovra avversa facendo leva sull’epico tatticismo nostrano.

Dopo i primissimi minuti i nostri provano quindi a guadagnare metri. Il tutto fino al decimo minuto, quando Marilungo riceve al limite un cross che gira di petto in area in favore di Okaka che spreca però l’ottimo assist del compagno dimostrando di non essere un fulmine di guerra nello stoppare il pallone per poi tentare l’affondo.
Giusto un minuto ed è Marilungo stesso a provarci: Marrone centra un pallone che la punta Doriana prova a girare in rete di testa, impattando però male il pallone, facendolo terminare sul fondo.

Poco più tardi, quindi, Mustacchio ruba un pallone a centrocampo e libera Marilungo che sulla trequarti prova un filtrante in favore di Fabbrini, sbagliando però la misura e agevolando l’intervento del portiere.

Gli Azzurrini comunque crescono di tono col passare dei minuti ed al quindicesimo colpiscono in contropiede: un lancio lungo dalla difesa mette in movimento Mustacchio che infilandosi alle spalle dell’avversario partirà velocissimo verso Maxwell, bucando l’uscita del portiere avversario con un tunnel che sancisce l’1 a 0 per i nostri colori.

I gallesi cercano quindi la reazione immediata: Church fugge a sinistra e centra un pallone pericoloso su cui interviene però bene, mettendo palla in angolo, Ariaudo. Sugli sviluppi del corner, quindi, è MacDonald a provarci di testa, trovando però la pronta risposta di un attentissimo Mannone.
Al ventunesimo King ci prova dalla distanza: il destro del centrocampista già inserito nel giro della nazionale maggiore non inquadrerà però la porta.

Un minuto più tardi Okaka intercetterà involontariamente una conclusione di Marrone trovandosi quindi poco entro il limite dell’area con la palla tra i piedi, in una posizione favorevolissima per concludere a rete. Il suo tiro, però, non sarà assolutamente all’altezza della situazione e si spegnerà mestamente a lato.

Poco prima della mezz’ora Ranocchia effettua un intervento che vale un goal: con Robson-Kanu pronto, al limite dell’area piccola, a liberare il sinistro a rete, infatti, Ranocchia interverrà da dietro in scivolata, stoppandogli il pallone proprio al momento del tiro ed evitando una conclusione a botta sicura che sarebbe potuta essere letalte.

A quel punto la partita si addormenta un po’, con i gallesi intenti a provare a sviluppare una manovra che va involvendosi e gli Azzurrini attendisti aspettando un’ennesima disattenzione degli avversari. L’unica fiammata dei minuti successivi risulta quindi il tiro da fuori, per altro non certo irresistibile e facilmente parato da Maxwell.
La partita, poi, si trascina stancamente sino a fine primo tempo, con i nostri in pieno controllo del match.

Il secondo tempo inizia sulla stessa falsariga del termine del primo. A dare una leggera scossa alle cose è quindi Marilungo che sfruttando un ponte di Okaka si porterà in area per tentare la conclusione con una spettacolare rovesciata, venendo però fermato dall’intervento dell’arbitro, che giudicherà irregolare la sua azione.

Al diciassettesimo Okaka, finalmente, giocherà di sponda liberando alla conclusione Mustacchio. L’esterno destro varesino, però, colpirà il pallone malamente, spedendolo ben alto oltre la traversa della porta difesa da Maxwell.

Sei minuti più tardi numero d’alta scuola di Fabbrini che salta il diretto avversario con un elastico per poi pararsi di fronte a Maxwell, concludendo però proprio addosso al portiere gallese e fallendo l’occasione che avrebbe potuto chiudere il match.
Di lì a poco sarà invece Marilungo a trovarsi tutto solo a tu per tu con l’estremo difensore avversario ma, ancora una volta, non troverà la freddezza per bucarlo.

Alla mezz’ora sarà invece Fabbrini a provarci: il suo destro dal limite sarà quindi scoccato con la giusta potenza, ma Maxwell non si farà trovare impreparato.

Italia comunque grintosissima, viva e vogliosa di trovare il raddoppio. Al trentaduesimo verrà quindi girato un pallone in mezzo dalla destra con Fabbrini che ci si fionderà venendo però contrato da una scivolata di un difensore avversario.

Poco più tardi il neo-entrato Destro si porterà vicinissimo al goal: dopo aver impostato il contropiede con un filtrante interessante per Marilungo arriverà a rimorchio controllando in area l’appoggio di Fabbrini per scaricare poi un tiro che incoccerà il palo esterno, spegnendosi sul fondo.

A quel punto il Galles ci proverà con la forza della disperazione. Su di una palla scodellata in area sugli sviluppi di un calcio di punizione, quindi, sarà Richerds a provarci di testa, non riuscendo però a far altro che sfiorare il palo alla destra del portiere Azzurro attualmente in forza ai Gunners.

Destro però è scatenato: dopo essersi involato sulla destra salterà il diretto avversario con un tunnel per fintare il tiro e centrare un pallone basso che verrà però sbucciato da Marilungo.

Sarà quella l’unica occasione per una nazionale under 21 che riuscirà quindi a portare a casa una vittoria fondamentale, che vale la qualificazione all’Europeo di categoria.

COMMENTO

 La rimonta è compiuta. Quando sembrava ormai tutto finito, infatti, la nazionale under 21 Azzurra ha avuto uno scatto d’orgoglio che l’ha portata a completare quest’oggi una risalita dagli inferi in cui pochi credevano qualche mese fa.

La prestazione non è certo stata irresistibile. Squadra che ha sì costruite diverse palle goal abbastanza interessanti, ma più per la pochezza del reparto arretrato gallese, sempre molto approssimativo in ogni intervento, che per una manovra fluida o per invenzioni particolari dei nostri.

Particolarmente sottotono, poi, è risultato essere il romanista Okaka: avulso dalla manovra, incapace di impensierire i propri marcatori, non in grado di dare nemmeno il giusto apporto di grinta ed atletismo al reparto offensivo Azzurro.

Piuttosto bene, invece, la difesa. Guidata da un sempre più grande Ranocchia, a mio avviso già ampiamente inseribile nella rosa della nazionale guidata da Cesare Prandelli, il centrale ex Bari dimostra grande maturità e capacità fuori dal comune per un ragazzo di così giovane età. Se qualcuno cerca un grande centrale per il futuro forse potrebbe trovarlo puntando su di lui.

Missione compiuta, dicevamo. Ora ci sarà da compattare un gruppo che dovrà tornare a giocarsi una vittoria continentale che manca da qualche tempo.

MVP

Mattia Mustacchio: grande goal, molta grinta, corsa infinita. L’ala destra in forza al Varese di Sannino ara la propria fascia di competenza con continuità, dando un grande apporto alla sua squadra.
Prestazione non straordinaria ma comunque molto solida. Casiraghi potrà sicuramente contare su di lui.

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Stadio Josy Barthel

Gli Azzurrini arrivano allo stadio Josy Barthel per provare a rilanciare le poche residue speranze di qualificazioni al prossimo campionato Europeo under 21.
Per farlo Casiraghi, che non può contare sullo squalificato Balotelli, si affida ad un 4-4-2 classico con Mannone tra i pali, capitan De Silvestri terzino destro, Santon sulla fascia opposta e la coppia Ariaudo-Ogbonna a completare il pacchetto difensivo. A centrocampo, invece, vengono scelti Schelotto e Barillà come ali con Marrone e Bolzoni in mediana, mentre in attacco arriva l’esordio di Okaka, affiancato da Borini.

LA CRONACA
L’Italia comincia subito forte: dopo due soli minuti Schelotto riceve palla in area e stacca per colpire di testa da posizione favorevolissima, non centrando però la porta. Subito dopo un liscio di un difensore lussemburghese spiana la strada ad Okaka che una volta entrato in area viene però fermato in tackle appena prima che possa calciare verso la porta difesa da Yann Heil. E’ però un fuoco di paglia: per tutto il quarto d’ora successivo, infatti, gli Azzurrini si siederanno senza produrre più gioco né azioni pericolose.

Poco prima del ventesimo, quindi, i nostri hanno un’altra folata: Borini pesca al limite dell’area Okaka che dopo aver controllato benissimo si gira calciando verso la porta avversaria, trovando però l’opposizione di un avversario. Giusto il tempo di recuperare il pallone ed un pimpante De Silvestri crossa da destra trovando il colpo di testa di Okaka, che non riesce però a dare al pallone la forza sufficiente a battere Heil.

Dopo un secondo momento di stanca, quindi, Borini guadagna una punizione dal limite dell’area: invece che battere di prima cercando una pennellata sopra la traversa, però, gli Azzurrini decidono di far battere di seconda a Santon, che cerca la conclusione di potenza. Il pallone viene però deviato in angolo dalla barriera.

Altri dieci minuti di nulla e l’Italia decide finalmente di cambiare marcia.
Al 34′ una palla rimpallata al limite dell’area giunge a Barillà che calcia di prima intenzione, trovando però l’opposizione di un difensore lussemburghese.

Subito dopo, quindi, i padroni di casa costruiscono l’unica azione degna di nota della loro prima frazione di gioco: punizione scodellata nell’area Azzurra, il pallone sfila sul secondo palo dove ci sono ben tre giocatori liberissimi. A colpire il pallone è uno di questi che però, fortunatamente, lo prende male, effettuando un ponte in mezzo all’area invece che colpire cercando direttamente la porta. L’appoggio in direzione di Twimumu sarebbe comunque molto valido non fosse che Ariaudo riesce a metterci una pezza determinante, anticipando il giovane colored lussemburghese.

Due minuti più tardi si consuma la più classica delle occasioni che in gergo chiamiamo goal sbagliato, goal subito: Ogbonna lancia De Silvestri che entrato in area scarica al centro dove un accorrente Barillà giunge puntuale all’appuntamento realizzando l’1 a 0.

Prima del termine della prima frazione, quindi, gli Azzurrini costruiscono un altro paio di buone azioni: prima Schelotto viene lanciato in profondità, venendo anticipato dal portiere avversario. Heil che però finisce col terminare fuori dall’area palla in mano. Sarebbe quindi punizione dal limite con tanto di cartellino giallo – come minimo – per il portiere di casa. L’arbitro, Thomas Vejlgaard, ed i suoi assistenti non si avvedono però della cosa, non intervenendo.

Subito prima del duplice fischio, quindi, Schelotto si fa vedere ancora andando a crossare da destra un pallone che deviato da un difensore finisce giusto in area piccola dove arriva Okaka che di gran carriera anticipa Heil, mettendo però alto sulla traversa.

La ripresa è invece un monologo Azzurro. In particolar modo la prima mezz’ora.

Dopo tre minuti Schelotto, Il Levriero, trova Okaka al limite dell’area; la punta romanista si libera bene del diretto marcatore calciando però a lato.
Al settimo una duplice occasione: prima Soriano libera Barillà che inseritosi in area calcia contro ad Heil, poi Borini scatta andando a trovarsi a tu per tu col portiere avversario piazzando però male il pallone, parato dal giovane lussemburghese.

Poco dopo è la stessa punta del Chelsea a farsi vedere: De Silvestri pennella dal limite dell’area, Borini colpisce di testa stampando la palla contro l’incrocio esterno. L’arbitro ferma però tutto reputando erroneamente irregolare la posizione del giovane in forza alla squadra riserve dei Blues.

Al decimo arriva quindi uno squillo dalla squadra di casa: un cross mette in difficoltà la nostra retroguardia, il tiro dal limite che ne scaturisce è prontamente deviato in angolo da un colpo di testa provvidenziale operato da Ogbonna.

Questa occasione spegne un po’ l’ardore degli attacchi azzurri che per una decina di minuti rallenterà il ritmo. Al ventesimo, quindi, la coppia Schelotto-Okaka si fa vedere ancora una volta: l’italoargentino fugge sulla destra centrando per la punta italonigeriana che appostata sul secondo palo firma il raddoppio, annullato però dall’arbitro per fuorigioco. Il nostro giovane colored comunque non ci sta ed un solo minuto dopo scambia ancora con Schelotto per andare poi a concludere, trovando però la pronta risposta di Heil.

Due minuti più tardi, quindi, il meritato 2 a 0: è ancora una volta Schelotto, abile a sfruttare al meglio la grande libertà concessagli sulla destra nel secondo tempo, a creare scompiglio sulla sinistra della difesa di casa; il suo cross basso è girato in porta da Borini col pallone che viene però respinto sulla linea da un difensore. Decisivo, quindi, il tap-in di Soriano, lesto a trovare la via del raddoppio.

Subito dopo Okaka si rende pericoloso ancora su di un filtrante di Barillà, anche se è tutto vano: per Vejlgaard la posizione è ancora irregolare.

Poco prima della mezz’ora l’Italia si complica la vita da sè: De Silvestri cerca di tenere in campo a tutti i costi un pallone destinato ad andare in fallo laterale regalandolo ai nostri avversari che partendo d’infilata arrivano fino al limite della nostra area calciando pericolosamente, senza trovare però lo specchio della porta.

E’ quindi ancora una volta Borini a rendersi pericoloso: lanciato da una verticalizzazione di Ogbonna si infila in mezzo a due avversari trovandosi ancora una volta a tu per tu con Heil. Per l’ennesima volta, però, il portiere lussemburghese compie il miracolo.

E proprio quando iniziano a levarsi commenti entusiastici in relazione alla sua prestazione Heil perde la testa: al 31′ esce male fino al limite dell’area cercando di anticipare Okaka regalando quindi palla a Barillà che, tutto solo, segna il 3 a 0 a porta vuota.

Poco più tardi esce a vuoto su di un calcio d’angolo facendo sì che Marilungo depositi in rete il pallone del 4 a 0 che chiude il match. Negli ultimi dieci minuti, infatti, l’Italia addormenta il match aspettando il triplice fischio finale.

IL COMMENTO
Un’Italia protagonista di un primo tempo a tratti soporifero e di una ripresa per buona parte dominata (ma quando si passa in vantaggio gli spazi si aprono e tutto diventa più facile…) ha la meglio su di un Lussemburgo tutto sommato onesto. Non tragga in inganno il risultato pesante con cui è terminata la partite, il Lussemburgo pur avendo costruito pochissimo ha dimostrato di avere un movimento giovanile in crescita sia a livello tecnico che, soprattutto, tattico. Nel primo tempo, infatti, la squadra di Holtz tiene benissimo il campo. Nella ripresa, sbilanciatasi cercando il pareggio, lasciano invece delle praterie. In particolare sulla propria sinistra, facilitando molto il lavoro di Schelotto, che diventerà infatti pressoché inarrestabile nel corso della seconda frazione.

Italia che si trova quindi a sei punti dalla vetta e deve vincere le ultime tre partite per poter avere speranze di accedere agli Europei. Insomma, la strada continua ad essere davvero dura.

Un paio di curiosità: da una parte quella riguardante Janisch, giocatore che ultimamente si è guadagnato i galloni da titolare in nazionale maggiore ma che viene tenuto in panca quando aggregato all’under 21.
Dall’altra Heil, portiere che lungo tutto il corso del match si è esibito in numerose parate decisive (in special modo su Borini, che ha chiuso in più di un’occasione) per poi passare cinque minuti di black-out assoluto andando a bucare due uscite che sono costate due reti incassate ai suoi. Partita magistrale per un’ora e un quarto, quindi. Peccato solo si sia spenta la luce alla mezz’ora del secondo tempo…

Fabio Borini gioca una partita molto buona, Casiraghi ha un attaccante in più su cui contare

L’OSSERVATO SPECIALE
Fabio Borini scende in campo dal primo minuto per affiancare l’esordiente Okaka: la punta Blues si comporta molto bene sfruttando tecnica e velocità lungo tutto il match per mettere in seria difficoltà la retroguardia di casa. Innesca poi un duello all’ultimo sangue con Heil che, però, riesce sempre a sopraffarlo. E anche quando non riesce ad intervenire in maniera decisiva ci pensa un suo compagno di squadra a negare la gioia del goal all’ex Bologna.

Borini, comunque, gioca una partita assolutamente positiva che non può che portarci a promuoverlo a pieni voti.

Autore di 10 reti in 11 match con la squadra Riserve nel corso della scorsa stagione (score che lo portò a diventare il capocannoniere di quella formazione) quest’anno si divide tra le Riserve (dove ha segnato 4 goal in 5 partite fino ad oggi) e la prima squadra. Con l’arrivo di Ancelotti a Londra, infatti, Borini ha scalato diverse posizioni nelle gerarchie interne arrivando anche ad esordire il 20 settembre scorso.

IL TABELLINO
Lussemburgo – Italia 0 – 4
Reti: 38′ e 77′ Barillà, 68′ Soriano, 83′ Marilungo
Lussemburgo: Heil; Laterza, Scholer (27′ st Janisch), Pedro, Kettenmeyer; Siebenaler, Gerson (1′ st Kitenge); May, Martino, Twimumu (15′ st Albanese); Bettmer. A disposizione: Hahm, Moreira, Geisbusch, Alunni. Allenatore: Luc Holtz.
Italia: Mannone; De Silvestri, Ariaudo, Ogbonna, Santon; Schelotto (26′ st Mustacchio), Bolzoni, Marrone (28′ pt Soriano), Barillà; Okaka (34′ st Marilungo), Borini. A disposizione: Fiorillo, Angella, Renzetti, Macheda. Allenatore: Pierluigi Casiraghi.
Arbitro: Thomas Vejlgaard.
Ammoniti: 35′ Barillà, 38′ Martino, 49′ Scholer, 51′ Laterza, 68′ Heil, 76′ Joel Pedro, 77′ Okaka.

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Casiraghi sta naufragando assieme ai suoi ragazzi (corrieredellosport.it)

Casiraghi sta naufragando assieme ai suoi ragazzi (corrieredellosport.it)

L’Italia under 21 imbarca acqua.
Ed il suo C.T. anziché rimediare naufraga per primo.

Dopo la sconfitta gallese e la vittoria contro i modesti lussemburghesi, infatti, gli Azzurrini pareggiano contro una Bosnia non di certo irresistibile, vedendosi ridurre ulteriormente le proprie chance di qualificazione alla fase finale dei prossimi Europei di categoria.

E sarebbe un’eliminazione prematura che avrebbe dell’incredibile, potremmo dire.

La nostra rappresentativa under 21, infatti, ha una tradizione notevolissima. Siamo noi i Re di questa categoria: ben 5 le nostre vittorie ad un Europeo under 21, come nessuno nella storia.

Ora, però, le cose pare possano cambiare.

E Casiraghi sembra essere il principale responsabile di questo naufragio, anche se dovrebbe essere la Federazione la prima imputata: furono loro, infatti, a rinnovare il contratto all’ex punta juventina nonostante fino a quel punto non avesse ancora rispettato le attese come Commissario Tecnico della nostra under. Pur avendo avuto a disposizione due gruppi notevoli, infatti, si qualificò a fatica all’ultima olimpiade, dove poi uscì in malo modo. Ed agli scorsi Europei, quelli svedesi, la squadra lasciò molto a desiderare, arrivando a con non poche sofferenze in semifinale, dove fu poi battuta dalla Germania.

Un cambio di guida, insomma, sarebbe stato auspicabile.

Ma evidentemente in Federazione non la pensarono così.

Chissà se oggi, dopo questo inizio choc, la penseranno ancora allo stesso modo.

Anche la formazione di oggi, ad esempio, dà adito a non poche recriminazioni.

Posto che sul portiere non ci sia molto da dire (sono Seculin e Fiorillo a giocarsi il posto da titolare, col secondo indisponibile in quanto reduce dal Mondiale under 20) qualche dubbio in più vengono per quello che riguarda la difesa: capitan De Silvestri dirottato a sinistra, con Bellusci, centrale di nascita, provato ancora una volta a destra e la coppia Ranocchia-Ogbonna centrale.
Ora… Bellusci, Ogbonna e Ranocchia sono tre centrali, ma tra questi il più adatto a giocare in fascia (sinistra, per di più) è il colored di Cassino. Farlo giocare sull’out sinistro, dove ha più volte giocato anche nel suo club, avrebbe tra l’altro permesso a De Silvestri di agire sulla sua fascia di competenza, quella destra.

E invece…

Anche a centrocampo, comunque, le cose non sono andate per il meglio, con un ectoplasmico Castiglia preferito al brillante Marrone, che quando metterà piede in campo dimostrerà a tutti quanto fosse sbagliata la scelta di Casiraghi di lasciarlo in panca.

In attacco, poi, il nostro coach ha deciso di schierare un tridente che tridente difficilmente può essere dato che né Balotelli né Marilungo sono adatti a giocare esterni in un attacco a tre, così come non può essere Paloschi il centravanti ideale di un tridente. Eppure…

Eppure Casiraghi schiera questa formazione, ed il gioco ne risente. Per non parlare del risultato: pessimo, e che mette a serio rischio la qualificazione.

Dopo quattro minuti Seculin scalda subito i guantoni andando a respingere un calcio di punizione coi pugni, giusto due minuti prima che Balotelli provi a farsi vedere, andando a concludere alto dalla distanza.
Ancora un paio di minuti e l’Italia passa: Casiraghi inverte le posizioni di Marilungo e Balotelli, con l’interista che appena spostatosi sulla destra scarica a Poli, il quale intendendosi a meraviglia con l’ex compagno di Primavera Marilungo libera il golden boy di Montegranaro, che deposita in rete.

Dopo il goal l’Italia continua a tenere il possesso del pallone, provando ad amministrare il risultato. Il tutto sino al 19′, quando Galesic mette paura alla nostra retroguardia: tre dribbling secchi al limite per portarsi in area e conclusione, fortunatamente sballata, liberata da Bellusci.

Al 27′ Balotelli prova a calciare da una trentina di metri su punizione, ma non trova la porta avversaria. Il tutto giusto poco prima che Coric, servito dal solito Galesic, il migliore tra i suoi, salti abilmente un Ranocchia troppo rapido ad andare giù per poi freddare un incolpevole Seculin. E l’1 a 1, risultato che non cambierà fino al termine del match e che rischia di pesare come un macigno nel futuro di questa squadra.

Quattro minuti più tardi, sull’onda dell’entusiasmo, i bosniaci provano a rendersi nuovamente pericolosi con un cross dalla sinistra, ma Seculin smanaccia e la difesa libera. Il contropiede che ne nasce potrebbe essere letale, non fosse che Poli si fa intercettare un passaggio che avrebbe messo Balotelli a tu per tu col portiere.

Il primo tempo, quindi, si chiude al 39′, di fatto, quando Balotelli centra un pallone radente il suo che un difensore è però bravo a chiudere in angolo, anticipando Paloschi.

La seconda frazione, quindi, si apre con un’Italia che prova ad alzare il baricentro piano piano, arrivando anche ad un certo punto a schiacciare completamente gli avversari nella propria area, senza però trovare mai la rete.

Al primo minuto di gioco Balotelli ci prova su punizione, il portiere para però facilmente. Al terzo, quindi, De Silvestri parte in contropiede e crossa da sinistra, ma Sehic esce bene, intercettando il pallone.

Dopo un quarto d’ora di gioco, quindi, Poli guadagna una buona punizione, che vale anche l’ammonizione a Coric. Sul cross di Balotelli, quindi, Paloschi prova a rovesciare, ma la difesa libera. Al 23′, quindi, lo stesso attaccante parmense prova a girare il pallone in mezzo verso Balotelli, che viene però anticipato.

Due minuti più tardi, quindi, un paio di grandi occasioni: prima Ogbonna ci prova di testa su angolo di Balotelli, poi Marrone batte a sua volta un angolo che porta Ranocchia al tiro; il pallone, rimpallato da un difensore, capita sui piedi di Balotelli, che viene però chiuso in angolo proprio al momento del tiro.

Al 35′ ci prova Pasquato, che conclude centralmente e debolmente dopo un’azione solitaria che porta la punta di scuola Juve a seguire il proprio istinto egoista, sprecando un’occasione in cui i nostri avanti si trovavano in superiorità numerica.
Tre minuti più tardi la situazione si ripete, ma rovesciata: nell’unica vera azione interessante imbastita dalla Bosnia nel secondo tempo, infatti, un Galesic andandosi spegnendo col passare del tempo ripete quanto fatto poco prima dal nostro Christian. Fortunatamente, in questo caso.

Balotelli continua a non convincere in under 21 (pitchinvasion.net)

Balotelli continua a non convincere in under 21 (pitchinvasion.net)

Un solo minuto dopo è quindi ancora Pasquato a creare, questa volta cercando però la rifinitura: il suo passaggio per Paloschi è ottimo, ma la punta parmense viene fermata per un fuorigioco in verità inesistente. Al 40′, quindi, Poli prova a liberare Bellusci in area, ma il terzino Azzurro viene anticipato nettamente. Nel recupero, poi, le ultime possibilità: al 47′ Balotelli subisce fallo dal limite destro dell’area. L’occasione è ghiotta: Pasquato si presenta sul pallone e può battere una sorta di corner corto. Calcia però malissimo, sprecando tutto malamente. Un minuto più tardi, invece, ci prova Mario stesso da più di 30 metri, ma Sehic para senza problemi. 1 a 1, insomma. E l’Europeo s’allontana sempre più.

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