Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for the ‘2010/2011’ Category

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

CRONACA

Il match inizia su ritmi non elevatissimi con il solito Porto in avanti. Dopo un tiro dalla distanza di Guarin, però, è lo Spartak a rendersi pericoloso con McGeady che s’incunea in area convergendo da destra per trovare però l’opposizione di Helton in calcio d’angolo.
Partita comunque piuttosto spenta con il Porto in assoluto controllo del match dopo il 5 a 1 dell’andata e lo Spartak incapace di costruire azioni degne di questo nome.

Partita praticamente soporifera che viene scossa solo al ventottesimo quando Hulk parte da centrocampo e sfonda la difesa avversaria, per penetrare in area e bucare l’estremo portiere avversario con un bel diagonale.

Portoghesi incontenibili che pur senza strafare si portano subito vicini al due a zero: tre minuti dopo la rete di Hulk, infatti, Falcao imbuca un pallone che mette in movimento Christian Rodriguez il cui diagonale mancino è però respinto da Dikan.
Altri cinque minuti ed è Moutinho a provarci, questa volta da fuori. Senza però inquadrare la porta.

Bella anche, sul fronte opposto, l’azione portata da Yakovlev che s’inserisce in area dalla sinistra liberandosi di un paio di avversari per calciare poi sopra la traversa.
Spartak che prova a sfruttare il buon momento quando al quarantaduesimo prende in contropiede la difesa portoghese con Alex che s’infila alle loro spalle per portarsi in area inseguito da Pereira calciando però sopra la traversa.

In chiusura di tempo è quindi ancora Hulk, con un mancino al volo da fuori, a provarci, ma senza riuscire a battere Dikan.
Sugli sviluppi dell’angolo che ne consegue è però Christian Rodriguez a bucare il portiere ucraino della squadra moscovita andando a segnare il raddoppio.

In apertura di ripresa arriva subito il tre a zero: Falcao ci prova ma trova la respinta di Dikan con il centravanti colombiano che appoggia allora all’arrembante Guarin il cui interno destro fredda l’estremo difensore ucraino.

Lo Spartak vuole però trovare almeno la rete della bandiera e pochi minuti dopo costringe Helton al miracolo: Alex svetta infatti su di un cross dalla destra incornando bene di testa trovando però la grande risposta del portiere brasiliano, bravo a dire no al proprio connazionale avversario.
Helton che subito dopo è costretto ad uscire a bomba dalla sua area per anticipare l’imbucata di Ari con una bella scivolata.

Lo Spartak però preme molto e trova il goal con Dzyuba che al cinquantesimo vince un rimpallo per poi saltare Otamendi con un bel tunnel ed un altro avversario giusto al limite il tutto prima di freddare poi Helton d’interno destro.

Russi che hanno però una difesa assolutamente fragilissima e dopo tre minuti subiscono la quarta rete, questa volta ad opera di Falcao che si muove bene in area sugli sviluppi di un corner per infilare Dikan di testa.

Partita che continuerà su ritmi non eccelsi con un Porto assolutamente tranquillo, ovviamente, nel gestire palla ed uno Spartak che prova di tanto in tanto a costruire folate offensive però assolutamente sterili.
Il tutto fino al settantaduesimo quando Ari riceverà palla dentro da Dzyba per resistere al tentativo d’intervento di Rolando, saltarà l’uscita di Helton e depositerà comodamente in rete.

In chiusura il neo entrato James Rodriguez entra in area sulla destra per riuscire poi a servire Hulk il cui destro è però facile preda di Dikan.
Ad un minuto dal triplice fischio finale c’è poi il tempo per Ruben Micael di firmare la quinta rete portoghese del match con un tap-in sulla traversa colpita dallo stesso James.

COMMENTO

Il match in sè aveva poco da dire, posto il risultato dell’andata.
Porto che passeggia anche in quel di Mosca al cospetto di uno Spartak assolutamente non all’altezza della situazione. Squadra moscovita che probabilmente non sta attraversando un buon momento, visto anche il brutto inizio di campionato (quattro punti in quattro gare).

Parlando del Porto, invece, sempre piacevole vedere le loro manovre dalla cintola in su, ma qualche perplessità resta, anche in questo caso, relativamente alla difesa.

Analizzando i numeri in realtà tutto ciò sembrerebbe infondato: fino ad una settimana fa il Porto aveva subito solo nove reti in campionato, con la seconda miglior difesa – quella del Benfica – a quasi il triplo.

Poi però nell’arco di sette giorni questa squadra ha subito cinque reti, di cui tre nel doppio confronto contro uno Spartak che come detto ha lasciato piuttosto il tempo che ha trovato e due nell’ultimo match di campionato contro il non irresistibile Portimonense.

La questione qui può quindi essere duplice: è un momento non propriamente esaltante per la forma dei difensori oppure Villas Boas, che resta tecnico interessentissimo, deve ancora affinare le proprie capacità di gestione della fase difensiva?

In ultimo una piccola parentesi su Rolando: come detto sette giorni fa il centrale del Porto pare interessare la Juventus, che lo ha fatto visionare da Paratici in persona giusto nel corso della gara di andata.
Personalmente l’ho seguito con attenzione solamente in questo doppio confronto con i moscoviti. E pur non essendo un banco di prova particolarmente probante debbo dire che non sono affatto rimasto colpito positivamente da questo ragazzo.

Che certo, andrebbe seguito con più continuità. Ma i primi segnali non sono proprio dei migliori.

MVP

Difficile trovare un migliore in campo in un match che pur con sette reti segnate non mi ha coinvolto minimamente.

Diciamo allora André Villas Boas, che ha saputo dare la giusta motivazione ai suoi ragazzi dopo il 5 a 1 dell’andata. Si poteva infatti pensare che il Porto scendesse in campo svagato, ma le cinque reti segnate quest’oggi hanno dato il chiaro segnale di come in realtà questi ragazzi siano stati caricati anche per questo quasi inutile ritorno.

TABELLINO

Spartak Mosca vs. Porto 2 – 5
Marcatori: 28′ Hulk, 45+2′ C. Rodriguez, 47′ Guarin, 50′ Dzyuba, 53′ Falcao, 72′ Ari, 89′ Ruben.

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

CRONACA

Trenta secondi e i russi si rendono subito pericolosi con Wellinton che buca la difesa portoghese e dopo aver resistito al tentativo di intervento di Rolando calcia a lato del primo palo.
Porto che prova a ribattere al quarto minuto quando Guarin riceve palla poco oltre la trequarti da Falcao e scarica un destro potente che è però ben controllato da Dikan e finisce con lo spegnersi sopra la traversa.

All’ottavo occasionissima per Varela: Moutinho batte una punizione dal fianco sinistro dell’area di rigore e pesca il compagno, solissimo al limite dell’area piccola. L’ala sinistra della formazione di Villas Boas riesce però solo a sfiorare di testa, non riuscendo a trovare la zuccata vincente ad un passo dalla porta.
Tre minuti e l’occasionissima capita sui piedi di Welliton che parte in velocità dalla trequarti facendo secco Fernando al limite dell’area riuscendo poi a calciare prima del ritorno di Rolando, trovando però la pronta respinta di Helton. Certo, avesse indirizzato meglio il tiro avrebbe chiuso alla grandissima la splendida iniziativa personale di cui si era reso protagonista…

Sul fronte opposto è invece Hulk a farsi vedere. Il suo mancino da fuori sfila però a lato del palo alla sinistra di Dikan.
Punta brasiliana che poco più tardi salta secco Rafael Carioca per sfondare sulla destra convergendo in area e centrando un pallone basso respinto, in qualche modo, da Dikan, che così facendo anticiperà quindi Falcao.

E’ Hulk, pur senza strafare, il protagonista principale di questa prima parte di match: al ventiduesimo, infatti, la punta esterna carioca rientra da destra per scaricare il suo potente mancino, impreciso anche in questa occasione.
Hulk che al ventiseiesimo servirà una palla bassa (schema su punizione) a Falcao che arriverà a calciare di prima intenzione contrato da un avversario, finendo con lo spedire la palla alle stelle.
Dieci minuti più tardi il Porto eseguirà invece uno schema da corner con Moutinho che centrerà una palla bassa sul primo palo in direzione di Hulk il quale proverà a girarla di prima intenzione spedendola però oltre la traversa.

Porto che passerà al trentasettesimo di gioco quando Alvaro Pereira crosserà a giro dalla sinistra pescando Falcao sul secondo palo con la punta colombiana che si tufferà incornando ad incrociare, prendendo in controtempo Dikan che verrà quindi bucato facilmente dall’attaccante della formazione di Villas Boas, che potrà così salire a quota 8 reti in questa competizione.

Spartak che proverà a reagire subito con McGeady che si libererà alla grande con uno splendido numero di due avversari andando poi a servire Kombarov che sbaglierà però il tempo dell’inserimento finendo quindi col farsi chiudere tempestivamente da Maicon.
Porto che cercherà invece il raddoppio al quarantatreesimo quando Hulk si libererà bene di Makeev sulla destra per poi crossare sul secondo palo dove il solito Falcao prenderà il tempo ad un avversario incornando però a lato e chiudendo così, di fatto, la prima frazione di gioco.

La ripresa si apre col solito Porto in avanti.
Bella, al cinquantunesimo, l’iniziativa di Guarin che fa partire un cucchiaio con cui serve Pereira in area il cui controllo è però difettoso, con la palla che sfila quindi sul fondo.

Cinque minuti più tardi è ancora una volta il centrocampista colombiano a rendersi protagonista di un bell’assist per un compagno: questa volta è Varela ad essere servito ma la sua girata, arrivata in seguito ad un bello stop di petto, termina alta sopra la traversa.
All’ora di gioco è invece ancora Hulk a rendersi protagonista: dopo essersi guadagnato una punizione con una bella iniziativa palla al piede va a battere la stessa in maniera praticamente perfetta, trovando però l’interno della traversa a negargli la gioia di una meritatissima rete.

Quattro minuti più tardi Guarin batte un calcio d’angolo con cui pesca Falcao sul secondo palo la cui sponda aerea non è però sfruttata né da Rolando né da Maicon. Sugli sviluppi dell’azione è ancora la punta colombiana a rendersi protagonista smorzando di petto un pallone in favore di Varela, la cui conclusione di prima intenzione bucherà Dikan per il 2 a 0.

Al sessantasettesimo torna, al solito sporadicamente, a farsi vedere lo Spartak con il solito Wellinton che s’infila in velocità alle spalle di un non sveglissimo Rolando andando poi ad effettuare un tiro-cross dalla sinistra con cui non riuscirà però a servire l’accorrente McGeady.

C’è comunque una sola squadra in campo ed al sessantanovesimo il Porto triplica: calcio d’angolo battuto dalla sinistra con Maicon che taglia sul primo palo sfruttando la dormita della difesa russa per firmare la rete che chiude definitivamente il match.

A riaprirlo immediatamente è Kombarov che due minuti più tardi sfrutta un buco enorme della difesa portoghese ricevendo da Dzyuba per bucare poi facilmente Helton sul proprio palo.

Spartak che quindi pare tornare a crederci ed al settantasettesimo ci riprova con Alex, il cui sinistro da fuori è però chiuso in angolo dall’estremo difensore avversario.
Sul fronte opposto arriva invece l’immediata risposta di Hulk che fa secco un avversario per portarsi in area e scaricare di destro, senza però trovare lo specchio di porta.

Il solito Hulk si fa poi vedere con un’ennesima discesa sulla destra con cui guadagna un calcio di punizione sul lato destro dell’area russa. Sul punto di battuta si presenta lui stesso e pennella un bel cross per Fernando, che incorna però sopra la traversa. Sarà questa l’ultima azione dell’MVP del match, che uscirà tra gli applausi dei suoi tifosi per fare posto a Christian Rodriguez.
All’ottantaduesimo è invece James a rendersi protagonista raccogliendo un rilancio immediato del proprio portiere per scendere sulla destra e rientrare andando al tiro di sinistro, non riuscendo però ad infrangere lo specchio di porta.

A porre la definitiva parola fine sul match è colui che l’aveva aperto, Falcao. A sei dal termine, infatti, il puntero colombiano s’infila tra i due centrali russi per andare a raccogliere il cross dalla sinistra di Rodriguez, bucando Dikan con un bel piatto al volo.

Prima del triplice fischio finale ci sarà quindi tempo per il tentativo di Belluschi, che ci proverà con un destro a giro direttamente su calcio di punizione che terminerà però di poco a lato.

A chiudere ogni discorso in relazione al passaggio del turno sarà quindi il solito Falcao che andrà a deviare in tuffo di testa una punizione battuta dalla sinistra da Belluschi, firmando il 5 a 1 che vale la semifinale di Europa League.

COMMENTO

C’è una sola squadra in campo, il Porto. Che senza poi sforzarsi nemmeno troppo riesce a liberarsi alla grandissima di un avversario sulla carta tutto sommato piuttosto insidioso come lo Spartak Mosca con un roboante 5 a 1 che chiude del tutto la pratica qualificazione.

Praticamente impossibile pensare che i russi possano ribaltare il risultato al ritorno imponendosi 4 a 0 perché se è vero che la difesa del Porto mi ha lasciato non pochi dubbi e perplessità – e sulla cosa tornerò più avanti – è altrettanto vero che nel complesso il Porto è sembrato troppo superiore agli avversari. Posto poi che la fase offensiva dei portoghesi – ed anche su questo tornerò più avanti – è sembrata inarrestabile per la fragilissima difesa moscovita ecco che pensare alla possibilità di ribaltare il risultato al ritorno diventa piuttosto irrealistico.

Padroni di casa che nel primo tempo giocano praticamente a scartamento ridotto, chiudendo i primi quarantacinque minuti di gioco sull’1 a 0 per poi incrementare il ritmo nella ripresa chiudendo i giochi grazie alla splendida tripletta di Falcao, che grazie a questi goal scavalca il nostro Pepito Rossi in vetta alla classifica dei marcatori di questa Europa League.

Tornando alla questione delle fasi di gioco del Porto va aperta un’importantissima parentesi, quella riguardante l’allenatore dei lusitani Villas Boas. Lo stesso, credo tutti lo sappiate, è ormai sulla bocca di tutti: allievo di Mourinho ha portato quest’anno i Dragões a vincere il campionato portoghese con cinque giornate d’anticipo oltre che, di fatto, in semifinale di Europa League.
E cosa dire rispetto al suo lavoro? Giudicare appieno un allenatore dopo una partita non è possibile farlo, ma in effetti il lavoro che sta svolgendo il giovane tecnico di Oporto nella squadra della sua città è davvero notevole.

Partiamo quindi dalla fase offensiva: Porto che domina a qualsiasi ritmo sfruttando la buona tecnica di due mezz’ali come Moutinho e Guarin, la velocità di Varela, la rapacità di Falcao e lo strapotere fisico di Hulk. Trame di gioco ben studiate, diversi schemi su calcio piazzato, circolazione di palla fluida e continua.
Qualche problema in più, invece, per ciò che concerne la fase difensiva: il centrocampo non fa filtro al meglio in più di un’occasione laddove è il solo Fernando a schermare la difesa, aiutato sporadicamente dai due compagni di reparto. Difesa che di per sè sembra poi piuttosto fragile in special modo in mezzo, dopo Rolando e Maicon non hanno disputato una grandissima partita.

A discolpa del trentatrenne tecnico lusitano va comunque detto che il materiale a disposizione, in questo senso, non sembra essere di primissimo livello. Per capire qualcosa in più delle sue capacità in ambito di fase difensiva andrebbe visto all’opera in un contesto diverso, con giocatori di ben altro spessore.

In chiusura due parole rispetto alla presunta presenza di Fabio Paratici, braccio destro di Beppe Marotta, all’Estádio do Dragão: secondo i giornalisti di Mediaset Premium pare che lo stesso fosse in Portogallo per osservare Rolando che, come detto, personalmente non mi ha fatto una buonissima impressione (molto macchinoso e preso d’infilata praticamente in tutte le situazioni – già di per sè poche – pericolose costruite dai russi).
La sua presenza ad Oporto, però, potrebbe anche voler dire qualcosa d’altro.

Io osservatore non lo sono, ma almeno un paio di nomi da segnalargli inerenti alla partita di oggi li avrei…

MVP

Falcao tripletta e match chiuso con l’arbitro che gli consegna il pallone da portare a casa, come da tradizione.

A dominare il match è però Hulk, vera e propria forza della natura: la punta brasiliana, schierata sulla destra del tridente lusitano, è spesso praticamente inarrestabile. Fa un po’ di tutto, risultando una spina nel fianco piuttosto fastidiosa per la già di per sè fragile difesa russa.

TABELLINO

Porto vs. Spartak Mosca 5 – 1
Marcatori: 37′, 84′, 94′ Falcao, 65′ Varela, 69′ Maicon, 71′ K. Kombarov.

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

CRONACA

Il Napoli parte subito bene, dimostrando di non aver alcun timore reverenziale al cospetto di un avversario più abituato, in questi ultimi anni, a reggere i celebri palcoscenici europei.
Poco prima della mezz’ora, però, la difesa partenopea viene bucata con Nilmar che taglia dalla destra e riceve alle spalle dei difensori, calciando però mollemente una volta giunto al limite dell’area.

Pochi minuti più tardi è invece Cavani a tagliare in area, venendo imbeccato da un compagno. Il Matador, però, è bloccato proprio al momento in cui va a ricevere palla dall’uscita bassa di un avversario.
Partita giocata da subito su buoni ritmi, ma con le due difese capaci di avere la meglio sui rispettivi reparti offensivi.

Bella l’accelerazione di Lavezzi al trentacinquesimo: il Pocho s’infila centralmente puntando l’area e cercando l’uno-due con Cavani, venendo però murato da Gonzalo al limite. L’arbitro non ha dubbi ed ammonisce il difensore avversario. Il calcio di punizione che ne segue viene battuto sulla barriera da Gargano, con Cavani che proverà a replicare spedendo però la palla molto sopra la traversa.

Al quarantatreesimo imbeccata splendida di Lavezzi che bucherà la retroguardia del Sottomarino Giallo con uno splendido filtrante con cui servirà a meraviglia Cavani, che dopo aver stoppato il pallone tentennerà però troppo e si farà chiudere dall’uscita bassa del portiere avversario.
Primo tempo piuttosto equilibrato che si chiude quindi senza grandissimi flash, fatta salva proprio quest’ultima azione. Napoli che in alcune circostanze ha subito un pochino la manovra degli avversari ma che nel complesso ha giocato un tantino meglio, meritando qualcosina di più.

La ripresa si apre sulla stessa falsariga della prima frazione: è il Napoli a giocare meglio ed attaccare con più continuità, ma sempre trovando difficoltà a bucare la resistenza della difesa avversaria. Sul versante opposto, poi, la retroguardia partenopea risulta praticamente un limite invalicabile, con Rossi e compagni che trovano ancora più difficoltà a creare occasioni da goal.
Per provare a sbloccare la situazione, quindi, Mazzarri decide di inserire Hamsik al posto di Mascara.

Al settantesimo occasione per Borja Valero che riceve in area e calcia di sinistro, senza trovare però la porta.
Poco dopo il Napoli passerebbe, ma la posizione di partenza di Cavani è irregolare: sul lancio di Lavezzi, infatti, il Matador si trovava di pochissimo oltre l’ultimo difensore. E’ comunque una squadra molto volenterosa che dopo un minuto trova una seconda palla goal con Maggio che imbecca Lavezzi in area con un bel lancio lungo con il Pocho che viene però fermato dall’uscita dell’estremo difensore avversario.

E’ un Napoli che pare un po’ più stanco, negli ultimi venti minuti. I partenopei fanno infatti fatica a recuperare le posizioni, ed il Villareal ne beneficia, trovando qualche spazio in più per manovrare.
Nonostante questo è comunque la squadra di casa a fare la partita, tanto che, anche per via delle due occasioni capitate a stretto giro di posta a Lavezzi e Cavani, meriterebbe qualcosa in più.

Purtroppo, però, i partenopei non riescono a concretizzare il proprio gioco, così che la partita terminerà a reti inviolate.
Allo scadere, per altro, arriverà anche l’espulsione, per doppia ammonizione, di Aronica, che si aggrapperà a Nilmar guadagnandosi il secondo cartellino giallo.

COMMENTO

Bella partita di un Napoli abbastanza tonico, capace di reggere egregiamente il palcoscenico europeo contro ad una delle squadre migliori di Spagna.
Azzurri che meriterebbero sicuramente qualcosa più degli avversari: sono infatti proprio i padroni di casa a fare la partita: il gioco del Napoli è più fluido, la palla circola meglio ed il possesso è tenuto dai giocatori di Mazzarri con più efficacia.

Qualcosa, per altro, riescono anche a creare, bucando una linea di difesa foltissima, quando schierata con il centrocampo a supporto, e molto agguerrita. Cavani, però, non sembra quello di sempre e nel primo tempo brucia un’occasionissima che avrebbe potuto cambiare il match. Nella ripresa, invece, troverà la via della rete, venendo però fermato dalla terna arbitrale.

Napoli che mantiene quindi apertissimo il discorso del passaggio del turno e che si giocherà tutto nella difficile trasferta spagnola. Se giocherà così, comunque, la squadra partenopea avrà buonissime chance di passare.

MVP

Diversi sono i giocatori capaci di ben comportarsi, stasera. E non ce n’è stato uno, forse, in grado di svettare nettamente sugli altri.

Dovendo fare un nome, però, ecco che scelgo quello di Christian Maggio: il tornante Azzurro disputa infatti una gran partita, dimostrando una condizione fisica smagliante.
E proprio il suo atletismo è, da sempre, il suo punto forte. Quando è in queste condizioni, infatti, il buon Christian sa essere praticamente devastante. Avesse due piedi educati sarebbe un giocatore di primissimo livello.

Speriamo si ripeta anche al ritorno, comunque. Corridori come lui sono sempre importanti in ogni squadra, a maggior ragione quando si calcano i palcoscenici europei.

TABELLINO

Napoli vs. Villareal 0 – 0
Marcatori:
Napoli (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, Cribari, Aronica; Maggio, Yebda (68′ Pazienza), Gargano (79′ Sosa), Dossena; Mascara (61′ Hamsik), Lavezzi; Cavani. All. Mazzarri
Villareal (4-3-1-2): Diego López; Gaspar, Gonzalo, Musacchio, Capdevilla; Borja Valero, Bruno, Senna (61′ Marchena); Cazorla (87′ Catalá); Nilmar, Rossi (77′ Marco Ruben). All. Garrido
Arbitro: Clattenburg (Inghilterra) ass. Mullarkey e Cann, quarto uomo Dean, ass. di porta Jones e Taylor.
Ammoniti: Dossena, Aronica (N), Capdevila, Gonzalo, Marchena (V)
Espulso: Aronica al 90’+4 per doppia ammonizione.

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

CRONACA

Parte subito più forte il Liverpool, che però trema al quinto quando Lavezzi se ne va in velocità calciando verso la porta di Reina, trovando però la deviazione provvidenziale di un difensore che gli chiuderà in angolo la conclusione.

Partita sicuramente più accesa della precedente, ma in cui comunque le occasioni non tendono a fioccare per via dell’attenzione di entrambe le difese.

Poco dopo il quarto d’ora grande chance per il Napoli con Hamsik lanciato nello spazio che però, recuperato da un avversario, non se la sentirà di concludere a rete, sbagliando poi l’appoggio per l’accorrente Lavezzi.
Occasione più ghiotta ancora quella costruita da un arrembante Napoli al ventesimo: pennellata di Lavezzi che taglia la difesa Reds con Cavani che s’infila alle spalle di tutti calciando però alto sopra la traversa.

Il Liverpool si fa quindi vedere un paio di minuti più tardi quando un fraseggio sulla destra porta N’Gog al tiro. La conclusione della giovane punta transalpina non è però all’altezza della situazione e non crea alcun grattacapo a De Sanctis.
E’ però solo un’azione estemporanea quella Reds. Al ventiquattresimo torna infatti a farsi vedere il Napoli con Lavezzi che scende centralmente e prova a piazzarla sul palo alla sinistra di Reina, spedendo però la palla di poco a lato.

Al ventottesimo, quindi, la netta supremazia Azzurra si concretizza nel goal dell’1 a 0: Poulsen sbagli un intervento a centrocampo con Cavani che riceve la palla e lancia Lavezzi con un bel tocco di testa. Presentatosi a tu per tu con Reina, quindi, sarà un gioco da ragazzi, per il Pocho, bucare l’estremo difensore spagnolo.

Il Liverpool però reagisce subito e una manciata di decine di secondi dopo essere finito sotto si porta vicinissimo al goal col solito N’Gog che però viene disturbato da Dossena al momento del tiro, mettendo palla di poco a lato.
Al trentasettesimo sarà invece Glen Johnson, di sinistro, a provarci. Bravo però De Sanctis, nell’occasione, a distendersi sulla sua destra bloccando il pallone.

Napoli che dopo il goal, quindi, abbasserà un po’ i giri, giocando in maniera più accorta ed avveduta della prima parte di tempo traghettando l’1 a 0 sino al termine della frazione senza troppi problemi.

La ripresa si apre però con un Liverpool arrembante, che arriva subito vicino al goal: N’Gog, a cinque minuti dal via, è liberato al limite dell’area piccola tutto solo di fronte a De Sanctis, che si salva però intervenendo con una gamba e respingendo il tiro della punta francese.
Liverpool che continuerà quindi un certo possesso palla condito da forcing più spinto rispetto alla prima frazione, faticando comunque a sfondare tra le fila azzurre.

Occasionissima al sessantacinquesimo: lancio di Gerrard con Dossena che commette un erroraccio di testa appoggiando il pallone ad N’Gog il cui stop approssimativo mette in movimento Meireles, che calcia di poco a lato.
Pochi minuti dopo altra conclusione verso la porta azzurra, con De Sanctis che abbranca però il pallone con sicurezza assoluta.

Squadre che pian piano iniziano quindi ad allungarsi, allargando un po’ gli spazi a disposizione. Nonostante questo, comunque, entrambi gli attacchi faticano un po’ a trovare sbocchi per il tiro. Così per provare a pungere i padroni di casa si affidano, al settantunesimo, ad un calcio piazzato: a batterlo è capitan Gerrard, la cui conclusione sibila vicino al palo alla sinistra dell’estremo difensore partenopeo, salvatosi per una questione di centimetri.
Il goal è comunque nell’aria, ed a siglarlo è proprio Stevi G: Shelvey galoppa centralmente perdendo poi la palla, recuperata da Dossena il cui appoggio per De Sanctis è però corto, con Gerrard che s’infilerà quindi tra i due bruciando l’ex estremo difensore bianconero sul tempo per firmare la rete dell’1 a 1.

Il Napoli prova quindi a reagire all’ottantesimo con Cavani che dopo una percussione sulla sinistra prova a calciare a giro, trovando però la pronta risposta di Reina.

Dopo il pareggio, comunque, anche il Liverpool rallenta, favorendo la solidità di un Napoli messo in crisi in più di un’occasione nel corso della ripresa in parciolar modo con i terzini.

All’ottantasettesimo, però, il rigore: Johnson vince un rimpallo, entra in area e viene stesa da un Aronica assolutamente fuori tempo. Sul dischetto si presenta Gerrard che firma la propria doppietta personale, chiudendo un match che in realtà non finisce lì: ennesimo errore di Dossena che subisce poi la pressione di Leiva il cui intervento mette Gerrard a tu per tu con De Sanctis, saltato dal delizioso pallonetto del centrocampista Reds.

COMMENTO

Inizia male il Napoli, che però ci mette pochi minuti a mettersi a suo agio ed iniziare a prendere campo.
Partiti contratti, quindi, usciranno poi alla grande, mettendo sotto i padroni di casa.

Dopo la rete del vantaggio, però, gli ospiti tireranno un po’ i remi in barca, controllando comunque piuttosto bene l’andamento della gara.

Nella ripresa il match cambia: Hodgson inserisce Gerrard ed il Liverpool si sveglia alla grandissima. E sarà proprio lui, MVP del match senza se e senza ma, a scombinare le carte. Già la sua sola presenza infonde infatti grande fiducia nei giocatori Reds, che prendono campo con grande coraggio.

Il tutto si concretizzerà quindi nella clamorosa imbarcata dei ragazzi di Mazzarri, annichilito al pari di Dossena ed Aronica, protagonisti negativi del naufragio azzurro.

Davvero un peccato, quindi, vedere come si siano chiuse le cose.

La tripletta di Gerrard è infatti una punizione oltremodo pesante per un Napoli che tutto sommato non meriterebbe nemmeno la sconfitta, probabilmente. Ma al di là di questo non possiamo che alzarci in piedi, toglierci il cappello e sommergere di applausi un campione di questo genere.

TABELLINO

Liverpool vs. Napoli 3 – 1
Marcatori: 28′ Lavezzi, 76′, 87′, 89′ Gerrard
Liverpool (4-2-3-1): Reina; Konchesky, Kyrgiakos, Carragher, Johnson; Spearing, Poulsen (20’st Eccleston); Shelvey, Meireles, Jovanovic (1’st Gerrard); Ngog (38’st Lucas). A disp.: Hansen, Skrtel, Kelly, Wilson. All. Hodgson
Napoli (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Pazienza, Gargano, Dossena; Hamsik (39’st Yebda), Lavezzi; Cavani. A disp.: Gianello, Cribari, Grava, Zuniga, Sosa, Dumitru. All. Mazzarri
Arbitro: Fautrel (Francia)
Marcatori: 28’pt Lavezzi (N), 31’st, 43’st su rig. e 44’st Gerrard (L)
Note: ammoniti Johnson, Kyrgiako (L), Dossena, Campagnaro, De Sanctis (N)

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

CRONACA

Giandonato in campo ed una panchina la cui età media ammonta a 18 anni e mezzo. Già solo questo dà l’idea dello stato di emergenza in cui versa la Juventus, falcidiata da mille problemi fisici e costretta a scendere in campo con una squadra profondamente rimaneggiata ed una panca zeppa di Primavera.

La partita, come ampiamente prevedibile, comincia quindi su ritmi blandissimi, con le due squadre più impegnate a studiarsi che a farsi del male.

La prima conclusione della partita arriva quindi solo dopo dodici minuti: a portarla è Pokrivac, sugli sviluppi di un calcio di punizione assegnato dall’arbitro per un fallo al limite commesso da Sissoko, ammonito nell’occasione. Il tiro del centrocampista di Čakovec è però prontamente respinto da un attentissimo Marchisio, lesto a pararsi davanti all’avversario dopo il primo tocco di un compagno.
A centrare la porta per primo, però, è Del Piero, sempre su punizione. La sua conclusione a tre dita vola e scende verso l’incrocio alla destra di Tremmel, che allungandosi completamente riesce però a raggiungere la palla, deviandola prima che varchi la linea di porta.

Al ventiduesimo Pokrivac ci riprova, questa volta con una conclusione da un venticinque metri su azione. Il suo sinistro, potente, è però centrale e viene bloccato, in due tempi, da Storari.
Tre minuti e Del Piero la mette. L’arbitro, però, annulla giustamente: sull’assist di Amauri, infatti, il Capitano era al di là dell’ultimo difensore austriaco, in posizione nettamente irregolare.

E’ ancora una volta il capitano, poco oltre la mezz’ora, a provarci, concludendo di prima intenzione un’azione sulla destra di Krasic. Il suo tocco d’interno, però, spedisce la palla di molto oltre la traversa, non facendo correre alcun brivido lungo la schiena di Tremmel.
Di lì al termine della prima frazione, quindi, la partita scorrerà senza altri sussulti.

Dopo cinque minuti dall’inizio della ripresa Delneri cambia: fuori Giandonato, autore di una prova comunque più che dignitosa al suo esordio europeo, dentro Liviero, con Marchisio spostato centrale, Pepe avanzato a centrocampo ed il nuovo entrato ad andare a ricoprire il ruolo di terzino sinistro.

Al cinquantacinquesimo prima conclusione nello specchio della seconda frazione di gioco: bella ripartenza Bianconera con palla portata al limite dell’area e recapitata tra i piedi di Amauri la cui sponda di prima libererà al tiro Sissoko. La conclusione del mediano maliano, però, sarà anche fin troppo pulita, correndo dritta per dritta tra le braccia di Tremmel.
E’ però solo una fiammata estemporanea quella che porta Momo a concludere a rete. Per vedere una seconda azione degna di nota, infatti, dobbiamo aspettare altri tredici minuti quando il Salisburgo si farà vedere in avanti con un colpo di testa piuttosto velleitario di Wallner.

Al settantasettesimo sarà invece Jantscher a provarci da fuori dopo un break centrale. Il suo mancino ad incrociare, però, terminare a fil di palo, ben controllato da Storari.
Un paio di minuti e sarà Del Piero, poco dentro al limite dell’area, a provarci, calciando però debole e centralissimo.

A otto dalla fine Delneri cambierà quindi ulteriormente le carte in tavola: dopo la modifica apportata a cinque minuti dall’inizio della ripresa c’era infatti stato l’inserimento di Buchel per un acciaccato Krasic, con lo spostamento di Pepe a destra. A fine partita, quindi, Giannetti sostituirà lo stesso Pepe, con la Juventus che passerà ad un 4-3-1-2 con capitan Del Piero a sostegno di Amauri e del giovane ex Siena.

La partita, comunque, si trascinerà stancamente sino alla chiusura senza grandissimi sussulti, oltre ad un infortunio muscolare occorso a Legrottaglie che farà terminare la partita in dieci uomini.

COMMENTO

Commentare la partita è realmente difficile. In campo si è visto poco o nulla, due squadre rinunciatarie al massimo che hanno giocato a non farsi male. E vabbè.

Vedere in che stato sia ridotta la Juventus, però, è qualcosa che mi fa abbastanza impressione. Se era emergenza piena ad inizio match, con otto Primavera tra campo e panchina, cosa si può dire al termine di una partita nella quale si sono fatti male sia Krasic che Legrottaglie?

L’entità dei loro problemi è ancora da verificare, e potrebbe essere minima. Resta il fatto che sembra esserci, ormai da anni, una vera e propria maledizione sui bianconeri torinesi che rischiano quindi di scendere in campo nel prossimo turno di campionato ancora una volta imbottiti di giovanissimi.

Proprio i giovani, comunque, sono l’unica nota lieta di questa serata. Perché se a stonare sono gli infortuni, il gioco, il risultato e una pessima situazione di classifica si possono quantomeno salvare le prestazioni di Giandonato, Liviero e Buchel. Niente di eccezionale, intendiamoci. Ma tutti e tre hanno comunque dimostrato di saper reggere il campo nonostante fossero all’esordio con una certa personalità.

Cosa che forse non conforterà molto Delneri, che immagino sarà sconfortato per la situazione di emergenza sempre più grave in cui versa la sua squadra.

MVP

Per una volta mi permetto una battuta: i migliori, oggi, siamo stati noi che ci siamo sorbiti dall’inizio alla fine, senza cedere al sonno, una partita realmente soporifera.

TABELLINO

Juventus vs. Salisburgo 0 – 0
Marcatori: –
Juventus (4-4-2): Storari; Motta, Bonucci, Legrottaglie, Pepe (82′ Giannetti); Krasic (18′ st Buechel), Giandonato (4′ st Liviero), Sissoko, Marchisio; Del Piero, Amauri. A disp.: Costantino, Camilleri, Boniperti, Libertazzi. All. Delneri
Salisburgo (4-5-1): Tremmel; Schwegler, Segagya, Afolabi, Hinteregger;  Jantscher, Pokrivac (20′ st Leitgeb), Schiemer, Mendes, Zarate; Wallner. A disp.: Walke, Dudic, Leitgeb, Augustinussen, Hierlander, Alan, Boghossian. All. Stevens
Arbitro: Stalhammar (Svezia)
Ammoniti: Sissoko (J), Pokrivac (S), Segagya (S), Schiemer (J), Jantscher (S)

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

CRONACA

La Juventus comincia meglio dei propri avversari: miglior circolazione di palla, più personalità. Il tutto, però, senza creare veri grattacapi alla retroguardia di un Salisburgo che, dal canto suo, contiene per provare a ripartire sfruttando ogni errore ospite.
Un po’ come per Napoli – Liverpool, quindi, le due squadre si fronteggiano senza pungersi.

La prima occasione degna di nota arriva quindi dopo venticinque minuti di gioco, guarda caso su calcio piazzato. A calciarlo è il capitano Bianconero, Alessandro Del Piero, che da una trentina di metri esplode un destro potente respinto coi pugni dall’estremo difensore avversario.
E come doveva arrivare la prima occasione degna di nota per i padroni di casa? Ma da calcio piazzato, ovviamente. A battere la punizione da poco oltre il limite è Wallner la cui conclusione termina però contro la barriera, che la devia in calcio d’angolo.

Juve che torna quindi a farsi vedere al trentaduesimo: Amauri salta Afolabi e sfonda centralmente, vincendo un rimpallo per poi farsi fermare al momento del tiro. Sulla ribattuta piomba quindi Del Piero, il cui mancino è però a sua volta respinto dalla difesa austriaca.
L’occasione più interessante della prima mezz’ora e poco più arriva un minuto più tardi quando Mendes calcia da più di trenta metri mettendo in difficoltà Manninger, che deve volare alla sua destra per respingere coi pugni deviando il pallone in corner.

Il goal è nell’aria ed arriva al trentaseiesimo: Grygera anziché anticipare Svento temporeggia e gli permette di raggiungere il pallone per poi farsi saltare e lasciare che l’avversario calci in diagonale sul secondo palo, bucando Manninger. 1 a 0.

Di lì al riposo, quindi, la partita scorrerà com’era iniziata: noiosamente, senza sussulti.

Partenza sprint per la ripresa Bianconera: De Ceglie riceve palla a sinistra e crossa sul secondo palo dove il neo entrato Krasic dimostra di essere davvero fondamentale per questa squadra, realizzando l’1 a 1 con un bel tiro potente.

Un minuto e Krasic scende sulla destra, salta il diretto avversario e crossa in mezzo dove Amauri liscia e Del Piero riesce solo a spizzicare, mettendo palla fuori. E’ però una Juventus rivitalizzata dalla presenza della sua ala di punta, molto volenterosa e propositiva.
Bianconeri che tornano a farsi vedere al cinquantaseiesimo: Del Piero pennella da sinistra, Amauri va su con l’ascensore ma non riesce a dare forza alla sua incornata, favorendo l’intervento del portiere austriaco.

Al sessantacinquesimo è invece il Salisburgo a portarsi in avanti: Wallner viene imbeccato dal filtrante di un compagno e si porta tutto solo davanti a Manninger, che uscendo è bravo a farlo allargare. Portatosi sul fondo, quindi, la punta austriaca proverà a calciare in qualche modo, trovando però i pugni dello stesso estremo difensore Bianconero.
Un minuto e Leitgeib calcia al volo un cross proveniente dalla sinistra, non trovando lo specchio di porta.

La Juve torna a farsi pericolosa subito dopo: verticalizzazione per Krasic che fugge al diretto marcatore per presentarsi a tu per tu con il portiere avversario. Questa volta, però, grazia gli avversari, calciando alto sopra la traversa.
E’ comunque un secondo tempo un poco più vivo della prima frazione, ma comunque non certo entusiasmante.

Al settantanovesimo Wallner segnerebbe il 2 a 1. Arbitro ed assistenti, però, annullano per fuorigioco.

Gli ultimi dieci minuti scorrono quindi senza ulteriori sussulti fino al novantaduesimo quando sugli sviluppi di un corner Manninger effettua un miracolo su tiro ravvicinato di un avversario, ponendo il termine all’ennesimo pareggio stagionale europeo Bianconero.

COMMENTO

Partita monotona, oserei dire triste. Ravvivata solo dalle fiammate di un Krasic decisivo sì, ma non devastante come suo solito.

Occasione sprecata per la squadra di Delneri, trovatasi ad affrontare un avversario tutt’altro che irresistibile.

Strada in salita, quindi, ma non ancora compromessa, quella per il passaggio del turno. Decisiva potrebbe già essere la prossima giornata, quando una vittoria sarà pressoché vitale.

MVP

Forse sì, mi si è rotto il disco. Perché il migliore in campo è sempre lui, colui che entra e segna, che punta e salta. Maiuscolo, Milos Krasic. Che potrebbe fare ancora di più, con le sue grandi qualità. Ma per questi quarantacinque minuti va bene così.

TABELLINO

Salisburgo vs. Juventus 1 – 1
Marcatori: 36′ Svento, 48′ Krasic

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

CRONACA

E’ un Liverpool molto rimaneggiato quello che scende in campo al San Paolo ma che non dà modo al Napoli di manovrare senza grandi difficoltà. In più freschezza e fame dei tanti giovani schierati da Hodgson però, di contro, portano i Reds ad attaccare con veemenza, pur con poca incisività.
Nel complesso, comunque, nessuna delle due squadre riesce a far piovere palloni sul portiere avversario.

Il primo quarto d’ora scorre quindi senza sussulti, con un Liverpool molto aggressivo che soffoca tutte le fonti di gioco napoletane senza però riuscire a colpire una volta recuperata palla.

La prima occasione interessante arriva quindi dopo diciassette minuti di gioco quando Dossena crossa da sinistra per Hamsik sul secondo palo, che è però anticipato in angolo dall’intervento di Konchesky. E proprio sugli sviluppi del corner nasce un batti e ribatti in area che causa qualche apprensione alla retroguardia Reds, abile comunque a salvarsi in qualche modo.

E’ però una fiammata assolutamente isolata: pur crescendo di tono, infatti, il Napoli non riesce a costruire vere e proprie palle goal, non essendo in grado di bucare l’attenta retroguardia avversaria pur manovrando con più fluidità e soprattutto maggior continuità degli avversari.
A farsi vedere, poco dopo la mezz’ora, è quindi il Liverppol che, a sua volta, trova difficoltà a penetrare in area. Proprio per ovviare a questo problema il giovane Shelvey ci prova da fuori, ma il suo mancino da fermo viene bloccato senza problemi da un sempre attentissimo De Sanctis.

Lo stesso ex Charlton a cinque dal termine della prima frazione effettua un lancio in area che taglia tutta la difesa pescando, libero, N’Gog, che però sbaglia tutto rimettendola in mezzo al volo alla bell’e meglio anziché provare la conclusione al volo di prima intenzione.
Giusto a tempo ormai scaduto il Napoli arriva vicinissimo al goal: sugli sviluppi di un corner arriva infatti la deviazione sottomisura di Hamsik che è deviata da un avversario prima di saltare Reina ed essere però calciata via da Konchesky, che giusto spazzando sulla linea salva la sua porta.

La ripresa si apre sulla stessa falsariga della prima frazione: Liverpool inconsistente, Napoli preda di timori riverenziali.
La prima azione interessante arriva quindi dopo otto minuti di gioco: Gargano salta due uomini al limite e cede palla a Cavani, che pressato da Konchesky non riesce però a calciare con forza e finisce col concludere mollemente a rete, senza impensierire Reina.

Cinque minuti e Cavani torna a farsi vedere, questa volta di testa. Sul cross dalla destra di Maggio, però, la frustata della punta uruguagia non inquadra la porta, così che il portiere spagnolo del Liverpool può controllare tranquillamente il pallone scorrere sul fondo.
Al sessantanovesimo prima fiammata della ripresa Reds: azione veloce di ripartenza, grave errore di Aronica che regala palla a Jovanovic il quale dopo essersi accentrato scarica a Babel che tutto solo si fa però respingere la conclusione da De Sanctis.

Liverpool che ci riprova a dieci dal termine: è ancora una volta Jovanovic a buttare la palla in area là dove N’Gog riesce a controllarla di petto per poi calciarla ruotando sul suo piede perno con grande velocità, trovando però la deviazione in corner di Aronica.

COMMENTO

Raramente ho visto partite noiose come questa. C’è davvero poco da dire e la scarsezza della cronaca di questo match vi fa capire quanto poco sia accaduto.

Chance sprecata per il Napoli, comunque: era infatti un Liverpool tutt’altro che irresistibile quello sceso in Campania e che sarebbe stato assolutamente battibile. Peccato davvero, qualificazione tutt’altro che scontata ora.

MVP

Difficile dare la palma di MVP a qualcuno in una partita come quella di stasera.
Il nome che faccio è quindi quello di Jonjo Shelvey, giovane prospetto inglese davvero interessantissimo.

Ottima tecnica, buon talento, grande personalità. Magari non diventerà mai un fenomeno a tutto tondo ma di certo ne risentiremo parlare in futuro.

TABELLINO

Napoli vs. Liverpool 0 – 0
Marcatori: –

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

La situazione del Napoli non è delle più rosee ed una vittoria contro il malconcio Liverpool di questo inizio di stagione, pieno di problemi tanto tecnici quanto societari, potrebbe essere vitale. Un po’ come fatto con Real – Milan, quindi, facciamo un confronto ruolo per ruolo e vediamo quale delle due squadre, sulla carta, è la più forte.
Difficile far combaciare alla perfezione le due formazioni, posto che il Napoli molto probabilmente si schiererà con una sorta di 3-5-2 ed il Liverpool con un 4-4-2. Alcuni accoppiamenti, quindi, saranno fatti in maniera un po’ sommaria.

De Sanctis vs. Reina

Morgan non è certo un brutto portiere, anzi. Pepe, però, non gli è inferiore. Ed in più ha una notevole esperienza internazionale, indubbiamente superiore a quella dell’ex pescarese. La scelta cade quindi sul portiere spagnolo, fresco Campione del Mondo con le Furie Rosse.

Campagnaro vs. Kelly

Ultimamente il suo rendimento sembra essere un po’ calato, ma il difensore argentino continua comunque a rappresentare un giocatore piuttosto affidabile.

Cannavaro vs. Carragher

Cannavaro è il capitano del Napoli, ma le sue qualità sono ben lontane dal più famoso – e talentuoso – fratello, già Campione del Mondo quattro anni or sono in Germania. Il confronto, quindi, non si pone nemmeno. Indubbiamente superiore il centrale inglese.

Aronica vs. Skrtel

Pur non apprezzando appieno il difensore Reds lo reputo, ad oggi, superiore ad Aronica. Che, comunque, quando gioca al top sicuramente non gli è poi di molto inferiore!

Dossena vs. Konchesky

Propenderei per un pareggio, tutto sommato. Visto il buon periodo di forma dell’italiano, che avrà anche il dente avvelenato in quanto ex del match, la mia scelta ricade proprio su di lui.

Maggio vs. Maxi

Maggio niente male: ficcante, rapido, inesauribile. Tecnicamente, però, l’argentino del Liverpool è giocatore più raffinato, più dotato, talentuoso. Vada quindi con lui.

Pazienza vs. Poulsen

In Italia non avremo un grandissimo ricordo di lui ma, in realtà, rarissimamente Poulsen, alla Juventus, giocò sotto la sufficienza. E tutto sommato, anche per una questione di esperienza internazionale, ad oggi è ancora preferibile a Pazienza.

Gargano vs. Spearing

Dinamismo ed instancabilità. Pedina tattica fondamentale, Gargano. Che la spunta su Spearing.

Hamsik vs. Cole

Sono un grandissimo fan dell’ex Hammers e Blues, ma oggi come oggi Hamsik può essere assolutamente più decisivo. Non lo si può che preferire, quindi.

Lavezzi vs. Babel

Si è un pochino bruciato, dopo le tante promesse effettuate ad inizio carriera. Il Pocho, invece, pur non essendo un grande bomber sa incidere molto più di Babel, soprattutto quando in forma. Ed è lui a spuntarla.

Cavani vs. N’Gog

Ci fosse Torres sarebbe anche un’altra cosa, visto il valore assoluto dello spagnolo. Il giovane francese, però, ancora non se la gioca con l’uruguagio, a maggior ragione dopo il grandissimo inizio di stagione dell’ex Rosanero.

Sei a cinque per il Napoli, quindi. Piuttosto incredibile, volendo. Ma, del resto, la crisi tecnica cui accennavo è qualcosa che sta sconquassando il Liverpool. A fare la differenza potrebbe quindi essere la maggior esperienza internazionale dei Reds, indubbiamente più abituati a giocare in Europa. Ma i tifosi napoletani è giusto ci credano!

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

La Juventus riesce a fermare gli Sky blues sull’1 a 1 al City of Manchester Stadium. Ecco le pagelle del match.

Manchester City

Hart: 5
E’ il futuro della porta inglese, su questo sembrano non esserci dubbi. Però, in questa occasione, si dimostra indeciso in moltissime occasioni, sin dai primissimi minuti quando interviene con molta approssimazione su di una punizione battuta da Del Piero. Ed è proprio sui calci piazzati del capitano, nella ripresa, che farà correre i maggiori brividi sulle schiene dei suoi tifosi. In ritardo, poi, anche sul goal di Iaquinta.

Boateng: 6
E’ tornato da poco da un infortunio e probabilmente non è ancora al top, si disimpegna comunque bene oggi, forse anche aiutato dal fatto che per un tempo si trova a dover tenere uno spentissimo Martinez.

K. Tourè: 6
Partita non brillantissima del forte centrale ivoriano, che gioca disputa comunque una prestazione quantomeno sufficiente.

Kompany: 6,5
Ancora una volta gioca meglio del proprio compagno di reparto. Che il ragazzino che aveva incantato non ancora maggiorenne all’Anderlecht stia finalmente per sbocciare definitivamente?

Zabaleta: 5
Non una buona partita per il jolly argentino, che soffre parecchio Krasic (causando anche quello che sembrerebbe essere un rigore, che l’arbitro decide però di non assegnare).
(Dal 45′ Boyata: 6,5
Entra e disputa una partita più che discreta, alternando bene entrambe le fasi e svolgendo più che decentemente il suo compito.)

Barry: 6
Prestazione ai limiti della sufficienza per l’ex capitano Villans.

Y. Tourè: 6,5
E’ il migliore del centrocampo Citizens, dà nerbo alla propria mediana.

Vieira: 5,5
A Torino lo conoscono bene, avendoci passato un paio d’anni. E, probabilmente, avranno faticato a riconoscerlo stasera. L’età si fa sentire.

A. Johnson: 7
E’, assieme a Tevez, il migliore dei suoi. Mette più volte in crisi la retroguardia Bianconera, in particolare De Ceglie, suo diretto avversario. Firma anche la rete del pareggio. Oggi come oggi sta giocando sicuramente meglio di quanto non stia facendo il più quotato Silva.

Adebayor: 5
Brutta partita per il puntero togolese, che non riesce a fare da punto di riferimento là davanti come da un giocatore con le sue caratteristiche ci si aspetterebbe. I centrali Bianconeri, infatti, lo cancellano dal campo.
(Dal 74′ Silva: s.v.)

Tevez: 7
Prova più volte a mettere a ferro e fuoco la difesa juventina, che riesce comunque in qualche modo a limitare i danni. Grande giocatore, splendido momento di forma.

Juventus

Manninger: 6
Non è sua la colpa del goal di Johnson, partita tutto sommato tranquilla per il resto.

Grygera: 6,5
Ottimo momento di forma per il laterale ceko, che stasera, riportato a destra, riesce a contenere alla bell’e meglio un campione come Tevez.

Bonucci: 6,5
In una giornata in cui la difesa juventina pare reggere piuttosto bene nonostante la qualità dell’attacco avversario lui contribuisce a dare solidità al reparto con una prestazione più che dignitosa.

Chiellini: 6,5
Come sopra.

De Ceglie: 6
Errore pesante in occasione del pareggio, ma per il resto disputa una partita discreta: Martinez, assolutamente fuori condizione, lo aiuta poco e lui si trova spesso a tu per tu con Adam Johnson, uno dei giocatori più in forma del City. E, nonostante qualche difficoltà, tutto sommato riesce a contenere i danni.
(Dal 72′ Motta: s.v.)

Krasic: 6,5
Quando prende palla e decide di accelerare puntando l’uomo sa essere devastante. Guadagna quello che sembrerebbe essere un rigore, ma non gli viene dato. Allora prova a rubarne un secondo, venendo però ammonito per simulazione. Prestazione nella norma per quello che potrebbe essere l’uomo in più nel motore di questa Juventus.
(Dal 75′ Melo: 6,5
Gioca solo un quarto d’ora ma lo fa molto bene e con grande personalità. Puntella il centrocampo in un momento di bisogno, sembra davvero si ritrovi sempre più di partita in partita.)

Sissoko: 7
MVP del match, come detto. Per una sera torna il gladiatore che si era fatto apprezzare sin dal primo giorno a Torino. Ora non manca che completare, così come per Felipe Melo, l’operazione di recupero.

Marchisio: 5,5
Non certo in serata il centrocampista di scuola Juve, che gioca una partita un po’ anonima.

Martinez: 5
Sembra essere assolutamente fuori forma l’ex Catania. Che, forse, dovrebbe fare un po’ di lavoro in più lontano dalle partite prima di scendere in campo nuovamente.
(Dal 53′ Pepe: 5,5
Copre maggiormente rispetto a Martinez ma davanti risulta praticamente nullo. Un’ala tutta quantità. Che, in quanto ala, sarebbe bene saltasse l’uomo, di tanto in tanto.)

Del Piero: 6
E’ un voto, questo, che è la media perfetta di quello che gli va dato per la prestazione (5) e per i calci piazzati (7). Mette da subito pressione ad Hart con una punizione insidiosa per poi sfiorare per due volte (in una, in particolare, coglie la traversa esterna con la palla che rimbalza sulla riga per poi uscire) la rete. Con la palla in gioco, però, fa sempre più fatica ad incidere.

Iaquinta: 6,5
Bel goal e il solito lavoro oscuro fatto di tanta corsa e tante sportellate, che portano però a pochino.

Read Full Post »

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________

CRONACA

La partita comincia su buoni ritmi, ma senza grandi emozioni.
Dopo sette minuti di gioco è quindi la Juventus a farsi vedere: Del Piero batte una punizione da destra, Hart riesce, in maniera un po’ goffa, a respingere in qualche modo.

A dare la scossa ci pensa quindi Iaquinta: al decimo minuto riceve palla a largo a sinistra, converge verso il centro del campo ed esplode un destro che s’infila, forse leggermente deviato da Tourè, alla sinistra di Hart, che pur allungandosi non arriva sul pallone.

Due minuti più tardi arriva però il quasi pareggio: sugli sviluppi di un corner Yayà Tourè colpisce di testa, Manninger para ma viene un po’ caricato e perde il pallone, riuscendo comunque a recuperarlo prima che questo varchi la linea di porta.
Sul capovolgimento di fronte grande accelerazione di Krasic che entra in area palla al piede per finire poi a terra, toccato da Zabaleta. Il penalty potrebbe starci, forse, ma non viene assegnato dall’arbitro dell’incontro, che fa correre il gioco.

Il City non si fa comunque mettere sotto a livello mentale, e reagisce subito al vantaggio Bianconero. Al diciottesimo minuto, quindi, Tevez riceve palla in area e prova il tiro a giro cercando il secondo incrocio, non riuscendo però a trovarlo e facendo quindi terminare il pallone oltre la linea di fondo. Altri tre minuti ed è Vieira, da fuori, a provarci, ma con egual fortuna.

Inglesi che sfiorano quindi il goal al trentatreesimo: Tevez converge da sinistra e scodella una palla in area che è spizzata con la testa da Barry, che prolunga la traiettoria del pallone giusto sul palo. Sulla respinta del montante prova a colpire Adebayor, che è però chiuso al momento del tiro da Chiellini, con un rimpallo che fa terminare la palla tra i piedi di Johnson, chiuso però dall’uscita bassa di Manninger.
Nemmeno un minuto e Tevez è liberato a tu per tu col portiere austriaco in area piccola, ma colpisce male fallendo clamorosamente una ghiottissima palla goal. Azione invalidata, comunque, per un presunto fuorigioco che è però difficile dire se ci fosse o meno.

Il forcing del City si concretizza al trentaseiesimo: filtrante di Vieira per Johnson che scatta sul filo del fuorigioco bucando una staticissima retroguardia Bianconera per andare poi a depositare in rete comodamente la palla che vale l’1 a 1.

La Juve prova quindi a reagire: al quarantesimo minuto Krasic si porta in area di rigore e prova a saltare Kompany, tuffandosi poi nel momento in cui il difensore belga allunga la gamba senza però – almeno così sembra guardando il replay – toccare la gamba dell’ala serba. L’arbitro si avvede del mancato impatto tra gli arti dei due giocatori e ammonisce prontamente Milos per simulazione comminandogli una sanzione che sembrerebbe starci tutta.

La ripresa si apre con la Juve in avanti: dopo nemmeno un minuto Del Piero riceve fuori area e scocca un tiro che non è però né potente né preciso, nel senso che termina molle e dritto tra le braccia di Joe Hart.
Bianconeri che restano comunque troppo schiacciati nella propria metà campo, subendo di continuo la manovra Citizens.

City che si porta vicino al goal al cinquantaduesimo quando un cross da sinistra libera Adebayor in area che colpisce in spaccata, chiamando Manninger all’intervento miracoloso in tuffo. Tutto inutile, comunque: l’arbitro, dopo la parata del portiere austriaco, invalida l’azione per una netta posizione irregolare da parte del centravanti togolese.

A dieci minuti dall’inizio della ripresa De Ceglie spinge sulla sinistra sino ad arrivare al cross, che è però liberato in angolo dalla retroguardia Sky blues. Sul corner che ne esce è quindi Chiellini, portatosi sul secondo palo, a provarci incornando di testa, ma il centrale Azzurro non riuscirà a trovare lo specchio di porta, facendo terminare la palla sul fondo.
Immediata la reazione Citizens: Adam Johnson riceve palla largo sulla destra e converge bene, con molta agilità ed un ottimo controllo di palla, per andare a calciare col suo sinistro, trovando però la pronta risposta di Manninger.

Al sessantatreesimo è quindi Barry a provarci: il centrocampista della nazionale allenata da Fabio Capello riceve al limite dell’area un cross proveniente da destra e dopo aver stoppato il pallone col petto prova un tiro di destro che non è però scoccato con la giusta precisione e termina alto oltre la traversa.
Un minutino e Del Piero riceve sulla trequarti, punta Kolo Tourè e finisce a terra. L’arbitro decide quindi di assegnargli un calcio di punizione che è lo stesso capitano Bianconero a calciare, e molto bene, sfiorando il palo curato proprio da Hart, che si era però mosso, nel momento in cui era partito Alex, sul palo opposto venendo quindi preso in controtempo.

Manchester City che pur facendo molto possesso di palla non riesce ad essere poi più di tanto incisivo. Crea sì, nel complesso, più pericoli degli avversari ma comunque non quanto potrebbe e, forse, dovrebbe fare.

A prendere l’iniziativa è allora Felipe Melo che a cinque dal termine scende centralmente ed offre la palla al suo capitano, che viene però travolto subito al momento di stoppare il pallone. Sulla punizione che ne segue Del Piero sfiora il goal: punizione che beffa Hart e si stampa sulla traversa interna, rimbalzando poi sulla linea di porta (che sembrerebbe aver oltrepassato solo parzialmente).
Juventus sorniona, quindi, vicinissima alla rete della possibile vittoria al City of Manchester.
Come al novantunesimo, quando un buco centrale della squadra di casa porta Sissoko a calciare dal limite, spedendo però la palla contro i cartelloni alla sinistra di Hart.

COMMENTO

Pareggio tutto sommato meritato per la Juventus: squadra gagliarda, questa Juventus, che pur essendo forse inferiore a livello tecnico mette in campo un gran carattere ed una grande voglia di non farsi mettere sotto, giocando una partita finalmente degna a livello difensivo e fatta anche di ripartenze interessanti.

Ai punti, forse, vincerebbe, di poco, il City. Tutto sommato, però, per l’andamento del match ci sarebbe potuta anche stare una vittoria. Non meritata nel vero senso della parola, certo, ma se una delle due punizioni di Del Piero o se la conclusione finale di Sissoko avessero centrato lo specchio di porta i Bianconeri non avrebbero nemmeno rubato nulla. Perché quando, come oggi, riesci a difenderti con questa solidità (peccato solo per quel fuorigioco non scattato sulla rete di Johnson) tutto quello che riesci poi a fare in ripartenza o su calcio piazzato è comunque tanto di guadagnato.

Segnali positivi, quindi, nelle ultime partite di questa Juventus targata Delneri. La strada, non posso che ripeterlo, è ancora lunga. Ma nonostante la scarsa qualità tecnica di molti degli interpreti a disposizione del tecnico ex Doria (un esempio su tutti: Pepe, fresco, a fine partita è imbeccato da Del Piero ed entra in area puntando Boyata, senza però che arrivi nemmeno vicino alla possibilità di chiudere un dribbling sul giovane e inesperto terzino belga) qualche soddisfazione se la potrà togliere questa squadra, perché a differenza dell’anno passato si vede molto più spirito di sacrificio in campo (in questo caso il pensiero corre, tra gli altri, ad un Felipe Melo che sta giocando su livelli indubbiamente migliori rispetto allo scorso anno).

Ci si aspettava qualcosa di più, comunque, dal City di Mancini. A maggior ragione oggi, con un centravanti vero a fare da punto di riferimento.
Invece tanto possesso palla per i Citizens, che fanno girare la sfera faticando però a mettere sotto una difesa tutto sommato non certo somigliante ad una Linea Maginot dei nostri tempi, anzi.

Prestazione positiva, tra le fila degli Sky blues, da parte di Tevez ed Adam Johnson. Prestazioni che non salvano però la squadra del Mancio, che deve cedere l’onore delle armi ad una squadra che forse, come detto, ai punti poteva meritare una sconfitta ma che ha saputo difendersi e contraccare con grande dignità, andando tutto sommato a meritarsi questo risultato.

MVP

Tra l’anno scorso (che però non dovrebbe fare molto testo, vista la deriva presa da un po’ tutta la squadra) e l’inizio di questa stagione sembrava che Sissoko si fosse involuto pesantemente.
Stasera, però, il mediano maliano torna a battere un colpo, giocando una partita su livelli importanti.

Corre tanto e si fa sentire lì in mezzo, dove stasera più che mai c’era bisogno della sua corsa e della sua grande forza fisica.

Che dopo Felipe Melo Delneri stia pian piano ricaricando le batterie anche a Momo?

TABELLINO

Manchester City vs. Juventus 1 – 1
Marcatori: 10′ Iaquinta, 36′ A. Johnson
Manchester City: Hart; Boateng, Kompany, K.Touré, Zabaleta (1’st Boyata); Y.Touré, Vieira, Barry; A.Johonson, Adebayor (29’st Silva), Tevez. A disp.: Given, Milner, Lescott, Jo, De Jong. All.: Mancini
Juventus: Manninger; Grygera, Bonucci, Chiellini, De Ceglie (27’st Motta); Marchisio, Krasic (27’st Felipe Melo), Martinez (9’st Pepe); Del Piero, Iaquinta. A disp.: Storari, Lanzafame, Legrottaglie, Giannetti. All.: Delneri
Arbitro: Gonzalez (Spa)
Ammoniti: Krasic, Barry, Motta

Read Full Post »

Older Posts »

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: