Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________
2007, 2009, 2011. Le ultime tre edizioni del torneo Sudamericano under 20 sono state tutte vinte dai ragazzi in Verdeoro, che dominano sempre più il medagliere della competizione. Nessun’altra nazione, infatti, è ancora riuscita ad arrivare alla doppia cifra, con la Celeste ferma a sette successi (ed a bocca asciutta da ben trent’anni) e l’Argentina, terza, a quota quattro (con l’ultima imposizione nel 2003).
Brasile che, per altro, può anche vantare uno straordinario ruolino di marcia: su venticinque edizioni ben ventuno volte è andato a medaglia.
Ma parliamo più specificatamente di quest’ultimo torneo, giocato dal 16 gennaio al 12 febbraio scorso nelle città peruviane di Arequipa, Moquegua e Tacna, andando subito a ripercorrere il cammino intrapreso dalla formazione capace di imporsi.
Brasile inserito nel Gruppo B con Ecuador, Colombia, Paraguay e Bolivia. Brasile capace di chiudere la prima fase sfiorando il punteggio pieno grazie alle vittorie su Paraguay (4 a 2), Colombia (3 a 1) ed Ecuador (1 a 0), con solo l’inusitato pareggio nello scontro coi boliviani (che, per altro, chiuderanno il proprio torneo raggranellando solo quel punto).
Nel girone finale, quindi, spazio alle sei migliori del torneo ed ecco quindi entrare in gioco, oltre all’Ecuador ed alla Colombia, anche Argentina, Uruguay e Cile, qualificatesi come migliori del raggruppamento A.
L’inizio è dei migliori: i ragazzi in verdeoro fanno infatti un sol boccone dei cileni, schiantati con un 5 a 1 senza appello, cui segue un netto 2 a 0 contro la Colombia.
La terza giornata vede quindi il classico dei classici continentali: lo scontro con l’Argentina. Ed è qui che Neymar e compagni s’inceppano, perdendo il primo match del loro torneo, sino a quel punto praticamente perfetto. Il rigore di Funes Mori e la rete di Iturbe bastano a piegare un Brasile capace di trovare la via del goal in una sola occasione, con Casimiro.
La reazione è comunque immediata, e nella penultima giornata del girone finale arriva l’importantissima vittoria contro l’Ecuador, che tiene in gioco i verdeoro.
Il dodici febbraio al Monumental Virgen de Chapi si gioca quindi una specie di finale. Un po’ come nel 1950, infatti, Brasile ed Uruguay arrivano a contendersi un torneo nella partita finale di un girone all’italiana. Non una vera e propria finale, quindi. Ma è come se lo fosse.
Al contrario di quell’ormai lontano sedici luglio, però, a spuntarla saranno i ragazzi brasiliani che costretti a vincere scenderanno in campo assetati di sangue, sommergendo sotto una fitta pioggia di goal Polenta e compagni, praticamente basiti.
6 a 0 il risultato finale, che consegnerà al Brasile l’undicesimo alloro continentale di categoria della storia.
Venendo ai singoli si può dire come questo sia stato il torneo di Neymar, stella del Santos già inseguitissima da tutte le grandi del Vecchio Continente capace di stravincere la classifica cannonieri con 9 marcature (ben cinque più di chi è arrivato secondo).
Neymar che non è comunque stato l’unico giovane capace di sfruttare una vetrina importante come quella in questione.
Ottima mostra di sè ha infatti dato anche Lucas Rodrigues Moura da Silva, anche noto come Lucas. La stella del San Paolo ha infatti dato mostra delle sue grandissime abilità tecniche, realizzando per altro anche quattro reti.
Molto bene, sempre restando in casa verdeoro, hanno fatto anche i due centrali difensivi, Alex Sandro e Juan: i due sono infatti stati in grado di assicurare una solidità importante alla retroguardia brasiliana, capace di raggiungere la vittoria proprio anche grazie al loro apporto.
Non si può non citare, poi, quel Yohandry Orozco, stella della formazione venezuelana, capace di realizzare quello che è indubbiamente il goal più bello della manifestazione: dopo essersi impossessato del pallone poco prima della metà campo, infatti, la stellina del Wolfsburg è partita in progressione, seminando un avversario dietro l’altro. Uno, due, tre, quattro avversari saltati. E poi quel mancino all’incrocio, a bucare l’incolpevole Victor Javier Ulloa Ulloa.
Un goal da vedere e rivedere, che resterà negli annali.
Sempre parlando di centrocampisti, ma venendo all’Uruguay, interessante anche quel Pablo Cepellini subito accasatosi a Cagliari. Ed un futuro radioso pare possano averlo anche due difensori, ovvero sia il genoano Polenta e Federico Platero, giocatore che piace ad Udinese e Bologna.
Sempre restando in ambito Celeste un occhio di riguardo lo si dovrà avere anche nei confronti di Adrián Luna, attaccante in forza al Defensor Sporting autore di tre reti nel corso del torneo (una delle quali, davvero splendida, su punizione contro la Colombia).
Per quanto riguarda la formazione Albiceleste, più povera di talento rispetto ad alcune edizioni del passato, l’attenzione si concentrerà in particolar modo su Nicolas Tagliafico e Facundo Ferreyra del Banfield, Juan Manuel Iturbe del Cerro Porteno, Rogelio Funes Mori del River Plate (già seguitissimo dalla Fiorentina, tra le altre) e Sergio Araujo del Boca Juniors. Oltre che su Bruno Zuculini del Genoa, ovviamente.
Buone doti realizzative le hanno poi messe in mostra il colombiano Edwin Cardona, attualmente in forza all’Atletico Nacional, e l’ecuadoregno Edson Montaño, che si disimpegna invece nel Gent.
Davvero tanta carne al fuoco, insomma.
Il tutto in attesa che tra una decina di giorni inizi il torneo under 17, dove ci saranno tanti altri ragazzi interessantissimi, ed ancora più giovani di questi, con cui rifarsi gli occhi (tra cui anche quel Bryan Rabello di cui vi ho parlato giusto ieri).
Giusto chiudere, quindi, parlando di verdetti: Brasile ed Uruguay qualificate sia per l’Olimpiade che per il prossimo Mondiale under 20, cui parteciperanno anche Argentina, Ecuador e Colombia (come paese organizzatore).
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Read Full Post »