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Archive for the ‘2011/2012’ Category

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Giù il cappello, passa l’Athletic del Loco Bielsa.

Dopo il 2 a 1 di Lisbona, infatti, i baschi infiammano un San Mames gremito come non mai. E trascinati da un grandissimo Fernando Llorente staccano il biglietto per la seconda finale europea della loro storia.

Seconda, sì.

Perché era l’ormai lontano 1977 quando i baschi raggiunsero, per la prima volta, la finale dell’allora Coppa Uefa.

Il tutto dopo un percorso appassionante che, anche all’epoca, fece impazzire i tifosi baschi.

Eliminato l’Ujpest Dozsa ai trentaduesimi con un secco 5 a 0 casalingo a ribaltare l’1 a 0 dell’andata, ai sedicesimi vennero fatti fuori gli svizzeri del Basilea, battuti 3 a 1 a Bilbao dopo l’1 a 1 dell’andata.

Agli ottavi la storia si fece seria e in quel di Bilbao sbarcò il Milan, battuto con un roboante 4 a 1, che vanificò il 3 a 1 Rossonero di San Siro.

Ai quarti scontro “fratricida” col Barcellona, battuto 2 a 1 in casa per pareggiare poi 2 a 2 sulle Rambla.

In semifinale, quindi, un 1 a 1 esterno col Molenbeek valse il passaggio del turno (0 a 0), che proiettò quella squadra, allenata da Koldo Agirre, nella storia.

L’Athletic allora, però, si inceppò sul più bello.

Perché arrivato all’ultimo atto di quella Coppa UEFA dovette arrendersi, sempre per quella regola del goal fuori casa che lo favorì in semifinale, alla Juventus di Giovanni Trapattoni.

Al Comunale di Torino, infatti, la Juventus tutta italiana dell’epoca riuscì ad imporsi per 1 a 0 grazie alla rete realizzata al quindicesimo da Tardelli.

Una Juventus che si schierò così in campo: Zoff, Cuccureddu, Morini, Scirea, Gentile, Tardelli, Furino, Benetti, Causio, Boninsegna, Bettega. Davvero una gran bella squadra.

Non per nulla quell’11 venne confermato anche al San Mames, dove Bettega, dopo sette soli minuti di giocò, firmò la rete che valse il trofeo.

A nulla, infatti, valsero le reti di Javier Irureta e Carlos Ruiz Herrero (subentrato a Josè Maria Lasa un quarto d’ora prima di segnare).

Oggi, quindi, il miracolo si ripete.

Bielsa ha infatti costruito una macchina micidiale: giovane, affamata, compatta, tecnica, orgogliosa e con una star là davanti.

Llorente che decide il match da par suo: assist a Susaeta per il primo goal (palla smorzata di petto per il compagno che deve solo depositarla in rete), a Gomez per il secondo (numero al limite e filtrante al bacio) e goal personale che vale il definitivo 3 a 1, nonché la storia.

Bielsa e Llorente. Le due facce di una squadra che ora vuole scrivere una nuova pagina di storia incredibile: portare, per la prima volta nella storia, un trofeo internazionale nella bacheca di questa gloriosa società.

Tutto sommato poca roba questo Sporting.

L’Athletic gioca infatti un primo tempo su livelli incredibili e mette sotto lo Sporting senza appello. Il due a zero è frutto di un gioco arioso, preciso e pulito. E solo una mischia da corner può riportare i lusitani in corsa.

Nella ripresa i baschi sentono forse un po’ di più la fatica, ma restano comunque in controllo del match.

E alla fine, ma proprio alla fine, arriva la zampata del trascinatore assoluto, che ora, probabilmente, sarà chiamato a trascinare anche la Spagna al prossimo Europeo.

L’impressione, comunque, è che in questo Athletic ci siano diversi elementi piuttosto sottovalutati.

In primis questo Fernando Llorente tanto amato da Mourinho, che pare voglia portarlo a Madrid. Una punta completa: forza fisica e tecnica uniti in un connubio spettacolare. Giocatore vero, con tanto carattere e tanto cuore.

Ma non solo. Bielsa lo amo – calcisticamente – da tempo. Temo non si adatterebbe al meglio all’Inter, che lo cercò già la scorsa estate, ma si tratta davvero di un grandissimo allenatore.
Anche lui, almeno qui in Italia, sicuramente sottovalutato.

Poi Iker Muniain. Un giocatore di cui parlai già nel 2009 e che oggi sta confermando di essere davvero giocatore di alto profilo.

Ma non solo: Aurtenexte, Martinez, Susaeta, Herrera… davvero tanta, tantissima roba.

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Premessa doverosa: giocavano contro degli “scappati di casa”.

Perché sì, l’Udinese vince e convince in Grecia, dove batte nettamente il Paok strappando il biglietto per gli ottavi di finale.

Ma non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia: troppa la differenza di potenziale tra i due club. E questo nonostante le numerose assenze con cui deve fare i conti Guidolin.

Tre nomi su tutti: Di Natale, Isla, Armero (in panca).

Vince e convince l’Udinese, che dopo un quarto d’ora si trova già con la qualificazione in tasca. A sbloccare il risultato è Danilo, che svetta solissimo in mezzo all’area per schiacciare in porta un cross proveniente dalla sinistra. Dove Pasquale, giocatore che ieri mi ha piacevolmente stupito, pennella in mezzo un angolo che la difesa greca, guidata dal modesto Bruno Cirillo, non ha voglia di disinnescare.

Poi è Floro Flores, con una punizione-bomba dalla distanza, a raddoppiare, e chiudere di fatto il discorso qualificazione.

Il tutto almeno fino a quando Domizzi non realizza, pur disturbato dai soliti laser idioti, il rigore del definitivo 3 a 0.

Mi piace sottolineare, tra le altre cose, il buon arbitraggio della partita di Salonicco. Dove il norvegese Hagen scende in campo determinatissimo a non subire la pressione di uno stadio infuocato. Eccedendo anche un po’, come nel caso del rigore – un po’ generoso – concesso a Floro Flores. Ma rendendosi nel complesso autore di una bella prestazione: autoritario nel prendere le decisioni ed autorevole nel comunicare con i giocatori in campo. Arbitro da seguire.

Per ciò che concerne l’Udinese, invece, il piacere di vedere una squadra che nonostante qualche difficoltà nel mettere assieme l’11 titolare approda agli ottavi. Dove troverà l’AZ di Alkmaar, capace di superare l’Anderlecht.

Scoglio, questo, da non sottovalutare. Ma al tempo stesso assolutamente alla portata.

I quarti di Europa League, quindi, sono assolutamente alla portata. E lì tutto potrebbe succedere. Perché l’eventuale avversario sarebbe Valencia o PSV, per un incontro di alto livello. Ma nel doppio scontro tutto può succedere. E se l’Udinese già meritava l’approdo in Champions ad agosto, quando venne immeritatamente eliminata dall’Arsenal nei preliminari, chissà che non ci scappi una mezza impresa in EL.

Traguardo ragguardevole, a mio avviso, sarebbe la semifinale. Anche per ridare un po’ di lustro ad un movimento calcistico imbolsito come il nostro.

Niente da fare, come prevedibile, per la Lazio. Che in un certo qual modo rappresenta bene l’involuzione del nostro calcio: squadra che in campionato fa bene ma che probabilmente vive l’Europa League con un po’ di fastidio. Squadra che atleticamente viaggia alla metà di quello che dovrebbe e che tecnicamente e tatticamente non rappresenta certo un’avanguardia.

Alla vigilia lo si sapeva già: difficile che questa Lazio possa battere l’Atletico Madrid. Se non altro perché all’estero l’Europa League è competizione sentita.

Così è stato. E oggi in EL resta un’italiana sola.

Il ranking UEFA ringrazia, ovviamente.

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CRONACA

Il match parte su ritmi molto blandi con un Vaslui che, al contrario di quanto si pensasse, non rinuncia a provare a costruire qualcosa.
L’azione più interessante del primo quarto d’ora la costruisce comunque la Lazio con una ripartenza da corner che viene chiusa dal filtrante di Matuzalem per Gonzalez. Il quale però, a tu per tu col portiere avversario, non troverà la rete.

Lazio che pian piano guadagna campo. Al diciannovesimo Cissè parte e salta un avversario col classico palla da una parte uomo dall’altra per poi centrare la sfera, con Rocchi che la colpisce in spaccata alla ricerca del centesimo goal in maglia biancoceleste, che gli è però negato dal miracolo di Cerniauskas.
Un minuto più tardi è invece Gonzalez, liberato sulla destra, a calciare di potenza, senza però trovare lo specchio.

Poco oltre la mezz’ora Balaur stende Rocchi in area. Rigore. Sul dischetto si presenta Djibril Cissè che batte il portiere avversario per il suo quarto goal stagionale.

Lazio ancora vicina al goal tre minuti più tardi quando Cissè buca da destra e mette in mezzo un tiro-cross basso che Cerniauskas devia, con il pallone che attraversa tutta l’area senza che nessun biancoceleste riesca ad intervenire spingendolo in rete.
La prima conclusione nello specchio portata dalla squadra rumena la effettua Adailton, che è però disturbato da Lulic proprio al momento di colpire la sfera e non riesce a bucare Marchetti.

Un minuto e Rocchi riceve al limite, stop e roteazione sul piede perno immediata, tiro piuttosto morbide facilmente parato dal portiere avversario.
Prima frazione che si chiude quindi con una Lazio più presente, capace di guidare per 1 a 0.

In apertura di ripresa è ancora Djibril Cissè a rendersi pericoloso. Il suo destro dal limite termina però a lato, facendo comunque tremare i pochi tifosi romeni giunti all’Olimpico.
Al cinquantaquattresimo splendido colpo di testa di Gonzalez che s’infila in area e stacca con un tempismo perfetto per incocciare la palla con la fronte, spedendola però troppo centrale per risultare realmente pericolosa.

Al cinquantanovesimo, però, arriva il pareggio-beffa del Vaslui. Adailton batte una punizione dalla trequarti destra, Wesley è dimenticato in mezzo all’area e incorna di testa battendo Marchetti.

Non bastasse questo tre soli minuti più tardi Zauri mette giù in area un avversario. Rigore ed espulsione. Sul dischetto si presenta il capitano dei romeni che spiazza il portiere Biancoceleste.

Lazio che, rimasta in dieci, prova a reagire al sessantottesimo, ma il destro dalla lunga di Lulic non crea la minima preoccupazione al portiere romeno.
I padroni di casa comunque ci credono e trovano il pareggio al settantunesimo quando Sculli salta molto bene più alto del proprio diretto marcatore ed infila il portiere – colpevole almeno quanto il difensore – sul proprio palo.

Una decina di minuti più tardi la Lazio prova a farsi vedere nuovamente col neoentrato Hernanes, il cui destro da fuori non trova però lo specchio di porta.
Romeni che negli ultimi dieci minuti si chiuderanno a testuggine per spazzare senza pensare minimamente alla forma. Portando quindi a casa un preziosissimo punto, non senza fortuna: a tempo quasi scaduto, infatti, Kozak colpisce una traversa a botta sicura e Diakitè mette palla fuori calciando stile scorpione…

COMMENTO

Un Vaslui molto modesto ed altrettanto arruffone affronta una Lazio ancor più supponente.

Perché i romeni sono davvero poca roba. Ma nonostante questo ne mettono due ad una Lazio che domina buona parte del primo tempo per poi scendere in campo nella ripresa appagata e sicura di condurre comodamente la vittoria in porto.

Il problema è che nel calcio non puoi mai abbassare la guardia, nemmeno contro avversari indubbiamente inferiori a te.

E così ecco che Wesley beffa due volte Marchetti e che la Lazio si vede sfumare tre punti molto più che alla portata.

Ma al di là di questo il problema viene dal coefficente UEFA.

Perché parliamoci chiaramente: di questo passo perderemo altre posizioni prestissimo. E anche giustamente.

Siamo ben lontani dalla vetta eppure riusciamo anche ad affrontare con sufficienza i nostri avversari.

No, non ci siamo proprio.

MVP

Wesley giochicchia. Ma ne mette due. E venire a Roma per metterne due non è proprio da tutti.

Complimenti quindi al capitano del Vaslui, che dimostra buoni fondamentali e una discreta freddezza.

Marchetti si sognerà la sua faccia per un po’ di tempo…

TABELLINO

Lazio vs. Vaslui 2 – 2
Marcatori: 34′ Cissè, 59′, 63′ Wesley, 71′ Sculli.

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Maccabi Tel Aviv – Panathinaikos FC
Club Atletico de Madrid – Vitoria SC
Shamrock Rovers FC – FK Partizan
FC Metalist Kharkiv – FC Sochaux Montbeliard
Besiktas JK – FC Alania Vladikavkaz

Nulla di particolare da segnalare per il primo “gruppo”, con Atletico e Partizan che dovrebbero passare agevolmente.
Da vedere, invece gli altri match, dove i giochi non sono ancora fatti.

Rosenborg BK – AEK Larnaca FC
FC Vorskla Poltava – FC Dinamo Bucarest
Bursaspor – RSC Anderlecht
AS Roma – SK Slovan Bratislava
Olympiakos Volou FC – Paris Saint Germain FC

La Roma evita il Bursaspor, indubbiamente l’avversario più difficile che poteva capitargli, e parte favoritissima contro lo Slovan Bratislava.
Stesso dicasi per Rosenborg, Dinamo Bucarest e PSG.
Unico confronto aperto quello tra i turchi e i belghi dell’Anderlecht.

Legia Varsavia – FC Spartak Mosca
FK Ekranas – Hapoel Tel Aviv FC
Paok FC – FC Karpaty
Trabzonspor AS – Athletic Club
Heart of Midlothian FC – Tottenham Hottspur

Sulla carta, anche qui, solo la sfida coi turchi, che vede il Trabzonspor affrontare l’Athletic, può avere storia. Per il resto dovrebbe essere tutto lineare.

NK Maribor – Rangers FC
FC Steaua Bucarest – PFC CSKA Sofia
FC Nordsjaelland – Sporting Club de Portugal
FC Dnipro Dnipropetrovsk – Fulham FC
FC Lokomotiv Mosca – FC Spartak Trnava

Rangers, Fulham e Sporting sono sulla carta favoriti, ma occhio a non snobbare troppo Maribor, Nordsjaelland e Dnipro.
Dovrebbero passare più agevolmente, invece, Steaua e, soprattutto, Lokomotiv.

FC Sion – Celtic FC
WSK Slask Wroclaw – FC Rapid Bucarest
PFC Litex Lovech – FC Dinamo Kiev
SS Lazio – FK Rabotnicki
CD Nacional – Birmingham City FC
PSV Eindhoven – SV Ried

Impegno certo non proibitivo per la Lazio, che dovrebbe passare agevolmente al pari di Rapid Bucarest, Dinamo Kiev e PSV.
Qualche difficoltà in più, invece, potrebbero averla i Celtic.
E piuttosto aperta potrebbe risultare la sfida tra i portoghesi del Nacional e gli inglesi del Birmingham City.

FC Thun – Stoke City FC
Aalesunds FK – AZ Alkmaar
FC Vaslui – AC Sparta Praga
AC Omonia – FC Salisburgo
FC Zestafoni – Club Brugge KV
Hannover 96 – Sevilla FC

Quattro gare certo non epiche e due sfide interessanti.
Da una parte il Thun potrebbe giocare un brutto scherzo anche allo Stoke City, dall’altra il Siviglia è favoritissimo sull’Hannover e potrebbe segnare l’eliminazione di un’altra tedesca (dopo il Mainz, eliminato al pari del Palermo).

HJK Helsinki – FC Schalke 04
FC Dinamo Tbilisi – AEK Atene FC
Stade Rennais FC – FK Crvena Zvedza
CS Gaz Metan Medias – FK Austria Vienna
SC Braga – BSC Young Boys
Standard de Liege – Helsingborgs

Interessanti le sfide che vedono Rennes, Braga e Standard impegnati contro avversari sulla carta rispettabili.
Non dovrebbero invece avere problemi lo Schalke e l’AEK Atene.

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CRONACA

La prima conclusione a rete la portano i padroni di casa. Al settimo, infatti, viene liberato al tiro Marc Schneider. L’esterno sinistro del Thun, però, non trova lo specchio di porta, colpendo con una bella bomba l’esterno della rete.
Al quarto d’ora Benjamin Luthi scende sulla destra e spara dalla distanza un tiro che si spegnerebbe però di molto oltre il palo alla destra di Benussi. Non fosse che Christian Schneuwly ci mette il piede, indirizzando la sfera sul primo palo. Benussi freddato, palla di poco a lato.

Intorno al ventesimo il Palermo sembra svegliarsi. Dapprima Bovo mette in difficoltà Da Costa su punizione, poi il portiere elvetico si lascia sfuggire un pallone crossato dalla bandierina alla sua sinistra e Miccoli, lesto, ne approfitta per portare in vantaggio i suoi. Il tutto, però, a fischio arbitrale già avvenuto: rete non valida.
Come se non bastasse al ventitreesimo Ilicic taglia benissimo la difesa avversaria con un filtrante che manda in porta Gonzalez che però, a tu per tu con l’estremo difensore avversario, si fa imbambolare, calciandogli contro.

Dopo un primo quarto d’ora di studio, quindi, i Rosanero sembrano uscire alla distanza. Al ventiseiesimo Miccoli pennella un bel cross in mezzo su cui non riesce però ad arrivare nessun compagno di squadra.
Al trentaduesimo Miccoli scodella un’altra bella palla in mezzo con Ilicic che è però anticipato in extremis da Demiri, abile ad impedire al trequartista sloveno di colpire a botta praticamente sicura.

Padroni di casa che tornano a farsi vedere al trentasettesimo quando Andrist riceve un cross dalla sinistra impattando però malissimo il pallone, spedendolo così alle stelle.
Al quarantaduesimo è invece Dario Lezcano, nato ventuno anni fa ad Asuncion, a rendersi pericoloso. Il suo destro potente, però, si spegne a lato, controllato da Benussi.

In apertura di ripresa il Palermo passa. Batti e ribatti in area, la sfera giunge a Gonzalez che di piatto sinistro fredda Da Costa per un 1 a 0 che, di per sè, garantirebbe il passaggio del turno ai Rosanero.

Palermo che però non regge e spreca subito il vantaggio acquisito. Al sessantaquattresimo contropiede di Lezcano che serve Andrist sulla destra il cui passaggio in mezzo finisce per mettere lo stesso Dario in condizione di battere a rete. Il suo destro, quindi, trafigge Benussi, ed è l’1 a 1 che, di per sè, condanna il Palermo all’eliminazione.

Lezcano che poco dopo il settantesimo ci riprova da fuori, ma senza inquadrare la porta.
Nella ripresa la partita, comunque, scende di tono. Nonostante le due reti segnate. E la fatica inizia a farsi sentire, soprattutto tra le fila sicule. Con i Rosanero che non riescono a impensierire la certo non irresistibile squadra avversaria.

Negli ultimi minuti Miccoli prova a bissare quanto fatto all’andata, ma questa volta la sua punizione non trova la rete. Sulla respinta è quindi Ilicic a provarci, ma anche in questo caso il tutto si risolve con un nulla di fatto.
Nulla da fare anche negli ultimi scampoli di partita. Il Palermo deve inchinarsi agli avversari. La sua avventura europea è già finita.

COMMENTO

Il calcio italiano, ormai, sta colando a picco.

Oggi leggevo un’intervista a Galliani su Tuttosport. Qui l’A.D. milanista paragonava il calcio di altri paesi ad un ristorante di lusso ed il nostro ad una pizzeria. Dicendo poi che dopo l’Europeo 2016 anche il calcio francese sopravanzerà il nostro.

Beh, se il trend sarà questo probabilmente il soprasso arriverà anche prima.

Scusanti non ne accetto, perdonatemi.

L’andata non potei guardarla, ma in questo ritorno il Thun s’è mostrato a me come una squadra assolutamente abbordabilissima.

Un buon giocatore là davanti ed altri dieci soldatini a fare il loro senza comunque poter strafare.

Dall’altra parte una squadra che ha sì perso il proprio gioiello ma che ha altresì una serie di giocatori che in partite del genere dovrebbero fare la differenza. E senza nemmeno sudare troppo.

E invece nulla. Il Palermo non ha mordente, non crea quanto dovrebbe, non mette in risalto quella superiorità tecnica quasi schiacciante, sulla carta.

E come se non bastasse riesce pure a prendere un contropiede a qualificazione praticamente in tasca, con cui rovina tutto.

Senza parole.

Il tracollo prosegue.

Ora vedremo cosa combinerà l’Udinese… e poi toccherà alle squadre già qualificate ai tabelloni finali.

MVP

Dario Lezcano dimostra di essere un giocatore davvero interessante.

Nato il 30 giugno del 1990 ad Asuncion è una punta non dotatissima fisicamente ma che sa farsi comunque valere.

Già impiegato nelle nazionali giovanili del suo paese, iniziò la carriera nello Sportivo Trinidense per poi sbarcare in Europa al Wil che dopo tre anni lo cederà, proprio quest’anno, al Thun.

Davvero buona prestazione la sua, al di là del goal. E’ apparso essere un po’ la stellina di una squadra che di per sè non ha troppe pretese.

TABELLINO

Thun vs. Palermo 1 – 1
Marcatori: 49′ Gonzalez, 64′ Lezcano
Thun (4-2-3-1): Da Costa; Luthi, Schindelholz, Matic, Schneider; Wittwer (45’st Reinmann), Batting; Schneuwly (32’st Hediger), Andrist, Demiri; Lezcano. A disposizione: Djukic, Schirinzi, Volina, Rama, Sanogo. All.: Challandes.Palermo (3-4-1-2): Benussi; Munoz, Bovo, Mantovani; Cassani, Migliaccio (33’st Bertolo), Acquah, Balzaretti (1’st Nocerino); Ilicic; Gonzalez (18’st Zahavi), Miccoli. A disposizione: Brichetto, Pisano, Di Matteo, Bacinovic. All.: Pioli.
 Arbitro: Liany (ISR)
Ammoniti: Mantovani, Acquah, Bovo, Miccoli (P)

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