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Archive for giugno 2015

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.


Credo siano ancora pochi gli appassionati di calcio italiani che abbiano sentito parlare di Enes Ünal, talento turco classe 1997 cresciuto nella cantera del Bursaspor.

Di certo ne avrà sentito parlare chi ha letto i miei due libri dedicati ai giovani talenti del calcio Mondiale, come il più recente “La carica dei 301″.

Personalmente sono infatti un paio d’anni che sto dietro al ragazzo, che a livello giovanile ha fatto meraviglie. Centravanti dinamico, potente e completo sotto un po’ tutti gli aspetti, Ünal è un giocatore che non poteva che attirare le mie attenzioni.

Chiaro e logico che se un ragazzo del genere è capace di catturare il mio occhio, così non potrà che essere anche con gli occhi di scout esperti. Come quelli del Manchester City, che pare ne abbia ormai concluso l’acquisizione sulla base di circa 3 milioni di euro.

Una cifra sicuramente irrisoria se paragonata al talento ed alle prospettive di un ragazzo che tra qualche anno è plausibile finirà col costare – anche molto, a secondo di come continuerà il suo percorso di crescita – di più.

Al tempo stesso quello che mi dico e chiedo è: possibile che in Italia giocatori di questo tipo è difficile che vengano considerati?

Perché come lo conosco e seguo io da un paio d’anni e più, non posso credere che scout e direttori di club professionistici non siano proprio informati sull’esistenza di questo ragazzo. Insomma, qualcuno l’avrà anche visto e valutato, anche alle nostre latitudini.

Certo, recentemente un giovane turco – anch’esso dal potenzale molto interessante, è sbarcato in Italia, ma con poca fortuna. Ovviamente mi riferisco al romanista Salih Uçan, sbarcato a Roma come possibile futuro titolare del centrocampo giallorosso e di fatto quasi mai utilizzato da Garcia.

Ed anche questa è un’altra stortura del nostro sistema. I giovani di valore vanno presi sì, perché possono dare ritorni sia economici che tecnici molto interessanti. Ma una volta che si decide di investire su di loro – e nel caso di Uçan stiamo parlando anche di tanti soldi – bisogna poi inserirli in un progetto tecnico che li porti a valorizzare le loro qualità ed il loro potenziale, non li si può abbandonare a loro stessi.

Vedere un giocatore come Ünal andare in Inghilterra mi rattrista parecchio, perché i nostri club hanno avuto tutto il tempo per interessarsi a lui e portarlo in Italia. Io credo che siano gli stranieri “scarsi” a non dover avere spazio da noi, non i giocatori che possono portare del valore aggiunto.

Ed avendo scritto un paio di libri sull’argomento vi assicuro che giovani davvero interessanti in giro per il mondo – ma anche in Italia, intendiamoci – ce ne sono parecchi. Basta solo saperli trovare e scegliere bene.

Venendo ad Ünal, ora per lui ho comunque paura possa trattarsi di un caso “Uçan 2.0”. Perché è inutile dire che la concorrenza al Manchester City sarà più che spietata e difficilmente il ragazzo potrà mettere assieme minuti interessanti in prima squadra.

Potrebbe quindi essere dirottato nella formazione under 19 o 21, ma la realtà dei fatti è che uno così per progredire deve già testarsi in scenari professionistici.

A me, ad esempio, sarebbe piaciuto vederlo un anno in Olanda. Punta centrale in uno dei loro classici tridenti, con mobilità ma anche grande presenza in area di rigore. Uno scenario tecnico-tattico molto interessante, in cui farlo evolvere ulteriormente.

Sono quindi curioso di vedere e capire come verrà gestito il ragazzo, di cui ho parlato anche con Bruno Bottaro, responsabile del sito “CalcioTurco.com“. Perché pur conoscendo piuttosto bene il ragazzo avevo necessità di sentire il parere di chi quel calcio lo segue costantemente, per capire se le mie considerazioni potessero essere corrette o meno.

“Enes Ünal è un prodotto del vivaio del Bursaspor. La cosa non è da sottovalutare, dato che si tratta del club turco che negli ultimi anni ha potenziato il vivaio e le strutture presenti sul posto: così ogni stagione viene lanciato un potenziale campione, poi rivenduto a peso d’oro (con le difficoltà attuali del club, anche 3 milioni sono tanti). Il Bursaspor è di fatto il primo segreto di Enes Ünal: un ambiente senza troppe pressioni dove crescere in pace, oltre a segnare vagonate di gol con le nazionali minori.

Lì si mette in luce con l’ormai “famosa” statistica dei 25 gol in 24 partite con l’Under 16, in cui gioca peraltro sotto età. Christoph Daum lo fa esordire in Super Lig contro il Galatasaray e Unal lo ripaga segnando subito, pochi minuti dopo: insomma, grande tra i “piccoli” ma pure tra i “grandi”.

Purtroppo la personalità del giocatore inizia a fargli qualche scherzo nell’ultima stagione, dove non cresce come molti si aspettano. L’estate scorsa Unal sceglie la maglia #10, e nel preliminare di Europa League contro il Chikhura Sachkhere non riesce a trascinare la squadra da titolare. La clamorosa eliminazione del Bursaspor ai calci di rigore suona come un campanello d’allarme alla società, che prende Bakambu dal Sochaux (grande colpo) e Josué dal Porto, optando per il modulo ad una punta. Il franco-congolese del ’91, unito a Fernandao (capocannoniere a fine stagione), comporranno l’assetto d’attacco più temuto dell’intero campionato turco: Enes Unal è quasi tagliato fuori dall’allenatore Senol Gunes, che tra i giovani lancia invece Ozan Tufan (centrocampista) e Emre Tasdemir (terzino sx), dando però poco spazio a Enes. Solo verso la fine della stagione il giocatore si ritaglia spazio, mostrando di essere comunque ancora un elemento valido e dalle potenzialità indiscusse.

Crede in lui Fatih Terim forse nel momento più difficile: la convocazione nella Nazionale maggiore, con la prima presenza in amichevole contro il Lussemburgo ad inizio aprile, certifica che il calcio turco vuole ancora dargli una possibilità. Il Bursaspor gli concede un finale di stagione in crescendo, con alcune presenze: ora il cambio della normativa sugli stranieri gli dà un’ulteriore via libera per tentare l’inevitabile esperienza all’estero, dove le richieste non mancano.

3 milioni per lui sono un prezzo incredibilmente basso, un affare. Se solo qualche club italiano di media fascia (persino di Serie B) ci avesse pensato, avrebbe poi potuto realizzare una plusvalenza già annunciata. Invece al City c’è il rischio enorme di un Salih Uçan 2.0: un nuovo ragazzo che non trova spazio, con il prestito come unica via d’uscita da un ambiente che non dà la possibilità di fare il minimo sbaglio. Odegaard a Madrid, Halilovic a Barcellona: gli esempi non mancano, le opportunità di scendere in campo invece sì.
Il problema sembra chiaro: la fretta di ‘monetizzare’ sul talento ha avuto il sopravvento, invece di una scelta più saggia per la crescita del ragazzo. Gli agenti avranno avuto una bella percentuale, mentre Unal ha la possibilità (ahimè, virtuale) di giocare in Premier League. Anche se alcune piccole luci di speranza ci sono: il City sta investendo molto nel vivaio e le recenti restrizioni volute dalla UEFA in ambito Fair Play Finanziario obbligano il club a cambiare politica. L’acquisto di giovani da far crescere nell’academy così da risultare home-grown nei prossimi anni (per rientrare nelle liste UEFA senza problemi) può essere una chiave di lettura alternativa.
Non so se il City riuscirà a far risultare Enes Unal come home-grown, ed onestamente sembra una prospettiva troppo ottimistica. Anche se la dirigenza degli skyblues vorrebbe instaurare un meccanismo del tutto simile alla Masìa del Barcellona a Manchester, è un lavoro che impiegherà anni e i risultati non si vedranno subito. Detto questo, il discorso è complesso e vedrà giovani come Iheanacho in lista UEFA per la prossima Champions League: la speranza di Enes Unal può essere anche questa, oltre al prestito altrove ovviamente. Un nuovo caso Salih Uçan, in tutto e per tutto.

Enes Unal non è l’unico talento ‘svenduto’: Batuhan Altintas, classe ’96 sempre di scuola Bursa, è appena stato preso dall’Amburgo per 400mila euro. Non giocava praticamente mai a causa del ruolo (attaccante centrale) particolarmente ‘intasato’ a Bursa (Fernandao-talvolta Bakambu-Enes), è meno mobile di Enes Unal ma era comunque un prospetto interessante. Anche su di lui, il sonno totale da parte dei club italiani.

Tornando ad Ünal, le prospettive di miglioramento del ragazzo sono enormi: la media-gol c’è, va verificata in campionati diversi dalla Super Lig (in cui comunque è difficile lasciare il segno per davvero) ma i tornei giovanili parlano chiaro: non sono in molti ad avere cifre simili, ed in pochi si sono smontati clamorosamente (Bojan Krkic?). Si tratta di giocatori che non valgono solo 3 milioni, questo è certo. Se noi (Calcioturco & Sciabolata Morbida) conosciamo e seguiamo Enes Unal da anni, non è possibile che club dalla grande storia e con risorse da spendere non siano riusciti a portare il giocatore in Italia.

A margine aggiungo che la crisi finanziaria del Bursaspor costringe il club a monetizzare, dunque sarebbe una squadra da seguire e tenere d’occhio a prescindere: talenti speciali “vengono via” a poco, anche prima dell’esplosione definitiva (Ozan Tufan ora costerà quasi 10 milioni, ma prenderlo lo scorso gennaio ne sarebbe costati al massimo 5 o 6). Si tratta di una scuola vincente, forse una delle migliori della Turchia: ma anche di un club con problemi economici che deve venire incontro alla realtà e spesso cedere i propri gioielli a prezzi bassi”.


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Chiusa – tristemente, per noi – la fase a gironi, ecco la Top XI della terza giornata. Il tutto in attesa delle semifinali!

Tomáš Koubek

Sarà che il prefisso “Koub” porta bene, in Repubblica Ceca. Almeno quando si parla di portieri. Dai, in molti lo ricorderete senz’altro. Mi riferisco a Petr Kouba, ex estremo difensore della nazionale maggiore capace di vincere un argento continentale nel 1996.
Ecco, proprio seguendo le sue tracce Tomáš Koubek sfodera una prestazione di buonissimo livello contro la Germania. Peccato per quel goal subito, che condanna i suoi ad una prematura eliminazione…

Davide Zappacosta

Dopo un primo match giocato molto al di sotto delle aspettative – ma del resto vale per tutta la nostra Nazionale – Zappacosta si riprende e si impone come uno dei migliori interpreti del ruolo. Me lo aspettavo, si è solo confermato. Anche contro gli inglesi.

Jannik Vestergaard

Il leader della nazionale danese sta disputando un Europeo under 21 davvero su buonissimo livello. Già nei primi due match avrebbe potuto meritare un posto in top XI. Con la grande prestazione sfoderata contro i serbi impossibile non inserirlo.

Daniele Rugani

Uno dei più attesi a questo Europeo under 21, di fatto non ha tradito le attese. Sfodera grandissime prestazioni, in particolare contro Portogallo ed Inghilterra, le due avversarie più pericolose. Sicuramente il migliore della spedizione azzurra in Repubblica Ceca.

Riza Durmisi

Sono le difese di Danimarca ed Italia a farla da padrone, in questa ultima giornata. Sulla sinistra dà infatti grande prova di sé il classe 94 mancino in forza al Brondby, che oltre a disputare una buona prova in fase di non possesso e a colpire una traversa serve anche uno dei due assist di giornata.

Emre Can

Una semplice conferma per quello che è forse il centrocampista più forte dell’intera competizione. Una sicurezza assoluta. Voglio proprio vedere se Rodgers si impunterà ancora a farlo giocare difensore.

Lorenzo Crisetig

Dopo l’ottima prova mostrata contro il Portogallo Crisetig si ripete anche contro gli inglesi, mettendo anche a referto un assist. Dà molta più sostanza rispetto a Viviani e con lui il centrocampo trova la sua quadratura. Forse l’Inter una chance poteva anche provare a dargliela, anziché investire – anche – su certi bidoni…

Marco Benassi

Altro canterano nerazzurro, altro giocatore che alla casa base non ha mai trovato vero spazio. Ne segna due e dopo l’ottima prova contro i lusitani fa come Crisetig: si conferma. Anzi no. Si migliora.

Nathan Redomond

Esattamente come due anni fa, uno dei pochi a salvarsi della spedizione inglese agli Europei under 21.

Andrea Belotti

Schierato defilato sulla sinistra, dà sostanza al reparto offensivo italiano. Perché fino alla partita di ieri aveva giocato con al fianco i colpi di fioretto purtroppo incostanti di Berardi e soprattutto l’impalpabilità di Battocchio. Con Trotta centrale e lui a sbracciare e lottare in fascia, invece, il tutto ha più senso e più peso.
Bellissimo, poi, il suo goal. Direi il migliore dell’Europeo, ad ora.

Bernardo Silva

Uno dei pochi a dare imprevedibilità al Portogallo. Il Monaco spese molto per lui. Troppo, visto che ci rientrò in mezzo la questione fondi d’investimento. Però il valore del ragazzo è indiscutibile.


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Si è chiusa la seconda giornata dell’Europeo under 21 e dopo aver dato i voti alla buona prestazione dell’Italia contro il Portogallo eccomi a proporvi la mia Top XI di quest’ultima due giorni, sulla scorta di quanto fatto dopo le prime quattro partite del torneo.

José Sá

Il portiere lusitano dà continuità alla buona prestazione dell’esordio blindando la propria porta ed impedendo agli Azzurrini di riportare una – a mio avviso – meritata vittoria. Portieri portoghesi davvero affidabili non ne ricordo moltissimi: Sá sembra essere sulla strada giusta.

Carl Jenkinson

Inopinatamente ribattezzato Jenningson dal telecronista Rai, il terzino scuola Arsenal – anglofinlandese – dimostra di essere uno dei migliori interpreti nel ruolo a livello di under 21. Il posto nella top XI se lo gioca con Zappacosta, a sua volta autore di una buonissima prestazione contro i lusitani.

Daniele Rugani

Semplicemente mostruoso, nel domare gli attacchi portoghesi. Praticamente sempre perfetto in chiusura, gioca anche con grande personalità e carisma, guidando al meglio una difesa Azzurra che sembra – anche grazie a lui – aver ritrovato solidità. Giocando a questi livelli con continuità potrebbe andare a strappare presto una maglia da titolare anche alla Juventus…

Matthias Ginter

Altra conferma dopo la buona prestazione dell’esordio. Di fatto, almeno per questa giornata, si riforma la coppia di centrali più attesa già nel pre-Europeo.

Matěj Hybš

Nella Repubblica Ceca che sta stupendo un po’ tutta Europa brilla, tra gli altri, la stellina di questo terzino sinistro che si propone con grande continuità in fase offensiva, sostenendo costantemente la manovra della propria squadra. Sforna anche uno degli assist che permettono ai suoi di demolire la Serbia.

Marco Benassi

L’esperienza – anche europea – vissuta quest’anno in granata evidentemente gli ha fatto bene. Il ragazzo sta maturando e lo dimostra giocando una partita molto attenta e propositiva contro il Portogallo. Ora è chiamato alla conferma.

Sergio Oliveira

Il centrocampo del Portogallo è sicuramente il reparto più interessante della squadra. Fatto al solito da giocatori tecnicamente molto validi che però si spendono anche per novanta minuti a tutto campo. Il simbolo di questa nuova generazione è sicuramente capitan Oliveira, che gioca sulla mezz’ala di spada e di fioretto.

Kevin Volland

E’ il giocatore chiamato a far fare il salto di qualità alla Germania e contro i danesi non tradisce: talento ed intelligenza a servizio della squadra e quella freddezza sotto porta che ne fa uno degli attaccanti più attesi della competizione.

Domenico Berardi

Con alcune giocate di classe assoluta illumina il cielo ceco, mandando in porta i propri compagni. Che però non ne approfittano. Il talento c’è tutto, non ancora la continuità di rendimento. Perché uno così potenzialmente a questo livello potrebbe e dovrebbe spaccarle tutte, partita dopo partita.

Amin Younes

Tantissime giocate di qualità sulla fascia sinistra tedesca. Un vero e proprio apriscatole, un martello che salta avversari su avversari ed offre ai propri compagni palloni a ripetizione. Sicuramente in assoluto uno dei giocatori ad aver brillato di più in questo secondo turno.

Jan Kliment

La punta ceca si conferma ancora una volta, dopo le buone cose messe in mostra nel corso della prima giornata. Questa volta, però, è assolutamente devastante. Tre goal, tantissimo movimento, diverse chance create. Una prestazione davvero mostruosa: sicuramente il migliore di giornata.


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Gli Azzurrini riscattano la pessima prova giocata contro la Svezia con una prestazione di buonissimo livello, ma che non basta a superare il Portogallo.

Peccano in fase realizzativa i ragazzi di Di Biagio, che mostrano una discreta circolazione della sfera, una grande solidità difensiva ed una ritrovata dinamicità a centrocampo, fallendo però negli ultimi quindici metri, anche per via della buona prova del portiere lusitano Sà.

Ma andiamo a vedere nello specifico giocatore per giocatore come si sono disimpegnati i nostri portacolori.

Bardi 6

Di fatto fa praticamente una parata sola, allo scadere. Poco sollecitato, gara senza infamia né lode.

Zappacosta 7

Si rivede il terzino dei giorni migliori. Quello di grande gamba che arriva spesso sul fondo e crea numerosi pericoli. Davvero non capisco perché uno dei nostri “top club” ancora non ci abbia puntato. E non dico oggi, ma almeno un annetto fa. Molto bravo anche in fase di copertura ieri, tra l’altro.

Rugani 7.5

Per me il migliore in campo in assoluto. Dirige lui la difesa (credo ve ne siate accorti tutti, anche dalla tv… è lui a chiamare i movimenti della linea e a definire le spaziature) e fa una serie di interventi praticamente perfetti con cui blinda la nostra area di rigore. Desse continuità a questo tipo di prestazioni potrebbe guadagnarsi una maglia da titolare molto presto, in quel di Torino…

Romagnoli 6.5

Inizia molto bene, poi tende a giocare un po’ all’ombra di Rugani. Buonissima prestazione comunque, puntuale ed attenta.

Biraghi 6

Come ho già avuto modo di dire ha spesso mostrato di andare in affanno, anche a livello di under 21. Ieri invece ha giocato una prestazione nel complesso buona, partendo forte ed andando in difficoltà verso il settantesimo, al venir meno delle forze.
Lo stop sbagliato al novantesimo ci costa il pareggio: a tu per tu con Sà avrebbe potuto regalarci i tre punti…

Benassi 7

Il migliore tra i centrocampisti italiani. Inizia subito fortissimo, gioca ad alto livello tutto il match. Quantità e qualità, con qualche conclusione importante. Come dicevo venerdì, sicuramente uno dei giocatori da cui ripartire in vista del prossimo biennio!

Crisetig 6.5

Prestazione molto più solida rispetto a quella giocata da Viviani all’esordio contro la Svezia (che pure era partito bene, nel primo tempo). Giocatore di lotta e di governo nel fulcro del centrocampo, garantisce filtro in fase di non possesso ed amministra il gioco in fase di posseso. Mourinho lo portò in prima squadra a 16 anni, perché da sempre mostra qualità importanti. Nei giovani bisogna crederci.

Cataldi 6+

Era il più atteso tra i centrocampisti, anche dopo la buona prova da subentrante contro la Svezia, ma nel complesso è quello che a centrocampo brilla meno, pur disputando un’ottima gara. In attesa che Conte possa pensare a lui per la Nazionale Maggiore resta comunque un altro di quei ragazzi da cui ripartire in vista del prossimo Europeo under 21, quello del 2017.

Berardi 7

Alcune giocate di valore assoluto con cui manda in porta i compagni, che però non ne approfittano. Talento ne ha da vendere, ma non sempre riesce ad essere incisivo né, soprattutto, continuo. Ha però ancora solo 21 anni e tempo per maturare. Speriamo lo faccia in fretta, per il bene del calcio italiano.
Sulla carta, tra l’altro, è uno dei tanti che potrebbe giocare in under 21 anche il prossimo biennio. Conte permettendo…

Belotti 6.5

Certo, in un’Italia in cui non si riesce a segnare il primo imputato dovrebbe essere lui. Ma attenzione, il lavoro che svolge è preziosissimo in entrambe le fasi di gioco. Lotta come un matto su tutti i palloni e riesce sempre e comunque a rendersi pericoloso. Tecnicamente è ancora piuttosto grezzo, ma ha un cuore d’oro.

Battocchio 5.5

L’unico dei titolari a non raggiungere la sufficienza. Capisco a Di Biagio piaccia la sua abnegazione tattica, ma è davvero troppo impalpabile per giocare sempre titolare a questo livello.

  • dal 62′ Bernardeschi 5.5 -> La speranza era lui. Tutti a dire “ora entra, fa una giocata e la risolve”. Il problema è che non è minimamente in condizione. Gioca mezz’ora al piccolo trotto. Troppo poco. Nonostante questo proprio sul finale manda in porta Biraghi… segno che la qualità c’è tutta.
  • Dal 76′ Trotta s.v
  • Dall’84’ Viviani s.v.

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Il possibile doppio acquisto dell’Inter, che sulla metà campo sembra stia per chiudere per la coppia francese Imbula-Kondogbia, mi stimola a provare a buttare l’occhio in avanti, per capire verso quale tipo di conformazione si sta cercando di portare l’Inter in vista della prossima stagione calcistica.

Prima di provare ad addentrarmi in qualche ipotesi, però, faccio un paio di doverose premesse: innanzitutto nel momento in cui scrivo nessuno dei due giocatori ha ancora firmato per l’Inter, quindi le mie saranno semplici speculazioni “fantacalcistiche”.
In secondo luogo è evidente che se anche i due firmeranno a breve il mercato dell’Inter continuerà e la squadra non verrà quindi schierata come da me ipotizzato. Ma del resto questo è un gioco fatto solo per provare a tracciare una direzione, non ho la minima intenzione di provare ad indovinare l’undici base del prossimo anno (cosa che credo oggi sarebbe impossibile per lo stesso Mancini, per altro).

Nel provare a tracciare il futuro dell’Inter darò quindi tre diverse opzioni tattiche – inteso come modulo base, posto che ovviamente il gioco lo determinano poi i compiti dei singoli e che il modulo è semplicemente una rappresentazione “stilizzata” di qualcosa di molto più complesso di come appare – utilizzando come base i giocatori attualmente in rosa, con due varianti: le coppie Murillo-Miranda ed Imbula-Kondogbia, che fa da stimolo a questo pezzo, e l’assenza di Kovacic, che con l’arrivo dei due francesi credo proprio sarebbe destinato a partire.

Veniamo quindi alla prima soluzione, quella che ad oggi mi sembrerebbe la più probabile: 4-3-3.

Detto che la difesa non la toccherò mai e quindi non ne parlerò oltre, credo potrebbe essere schierata a quattro con la coppia D’Ambrosio-Santon sugli esterni e Miranda-Murillo (altri due giocatori sul punto di arrivare a Milano) in mezzo. Con in porta, confermatissimo, Handanovic, fresco di rinnovo.

Bene. A centrocampo a questo punto si potrebbe utilizzare Kondogbia mezz’ala sinistra con uno tra Medel e Brozovic a destra, anche a seconda del tipo di avversario da affrontare. Logico che Medel porta meno qualità alla manovra, ma in compenso garantisce un livello altissimo di quantità. Brozovic è invece una mezz’ala più di palleggio, ma per quanto discreta anche in transizione negativa sicuramente non garantirebbe la corsa che può assicurare il cileno.
Tra i due, poi, si installerebbe l’ormai ex centrocampista dell’Olympique Marsiglia, che già in Francia ha messo in mostra doti interessanti come fautore di gioco. Certo non è un regista classico alla Pirlo, ma il suo gioco è sempre molto orientato a prendere per mano la squadra e provare a dettare i ritmi. Per di più pur non avando il talento puro dell’Azzurro è comunque giocatore più completo, essendo dotato di una fisicità di altissimo livello che gli permette di essere più incisivo in fase di non possesso.

In attacco a questo punto potrebbe schierarsi Shaqiri largo sulla destra, con licenza di rientrare e “uccidere”, Palacio sull’out opposto, ovviamente con licenza di tagliare, ed Icardi come punta centrale.

Cosa manca a questa formazione? Sicuramente un terzino andrebbe comprato per elevare il livello della linea – ma questo vale a prescindere dalla soluzione tattica -, poi anche un’ala sinistra che possa svolgere il compito meglio dell’improvvisato Palacio.

Già così, comunque, sarebbe un upgrade rispetto alla squadra di oggi.

La seconda opzione prevede invece il 4-3-1-2.

Una soluzione che di fatto cambia poco rispetto a quella precedente. Anche nulla in termini di uomini, qualora il trequartista fosse Shaqiri (con però Hernanes valida alternativa).

Una soluzione che garantirebbe così a Palacio la possibilità di giocare in un ruolo a lui più consono (quello di seconda punta). Ma che potrebbe limitare Shaqiri, che preferisce partire largo.

Per il resto la linea a tre di centrocampo potrebbe rimanere inalterata, con il solito ballottaggio Medel/Brozovic ad affiancare il duo francese.

Al netto di Shaqiri e del problema terzino, quindi, sarebbe forse questa la soluzione ad oggi migliore, sulla base della rosa a disposizione. La squadra sarebbe di per sé già pronta a giocare senza aver bisogno di adattare Palacio sulla fascia.

Una soluzione prevista anche dalla terza ipotesi che avanzo, il 4-2-3-1.

In questo caso la mediana passerebbe a due, con l’esclusione di Brozovic e Medel. Palacio andrebbe quindi nuovamente adattato a sinistra, come detto, mentre Hernanes potrebbe agire sulla trequarti (a meno di non voler avanzare il croato, avendo lui già ricoperto quel ruolo in passato) con Shaqiri largo a destra ed Icardi sulla sinistra.

In definitiva ad oggi si può dire che l’Inter acquistando i due francesi farebbe un passo avanti a prescindere dal modulo tattico che sceglierebbe, che per me ad oggi sarebbe il 4-3-3.

In realtà, come abbiamo visto, la soluzione probabilmente migliore sarebbe il 4-3-1-2, con licenza di allargarsi concessa al buon Shaqiri.

Come la si vuol mettere un passo avanti importante rispetto alla scorsa stagione. Sempre che oltre all’ormai probabilissima partenza di Kovacic non se ne aggiunga un’altra dello stesso livello.

In questo senso: io non credo alla partenza di Icardi. Ma se penso che Kondogbia + Imbula facciano fare un salto di qualità ad un reparto che pure perderebbe Kovacic (nell’immediato, perché a livello di potenziale quella di Kovacic potrebbe rivelarsi cessione sanguinosissima), credo anche che se la campagna di quest’anno portasse anche alla cessione di Icardi le possibilità di fare un passo indietro rispetto allo scorso anno diventerebbe a quel punto molte.


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Mi fa un po’ senso pensare che mentre io ricordo alla perfezione ogni singola emozione che provai in quella calda serata estiva in cui Baggio & company si giocavano il Mondiale americano i ragazzi che comporranno la prossima under 21, quella del biennio 94/95, per lo più non erano nemmeno nati.

Sto proprio diventando vecchio.

Così dopo avervi introdotto l’Europeo di categoria in svolgimento in questi giorni in Repubblica Ceca con guida apposita, dopo aver tracciato l’identikit degli 11 giocatori da seguire, dopo aver dato i voti all’esordio italiano e dopo aver buttato giù la Top XI della prima giornata permettetemi di provare a dare già uno sguardo avanti, provando a delineare i contorni di quella che potrebbe essere, almeno in partenza, la Nazionale under 21 del prossimo biennio.

Partiamo da un presupposto: dal termine dell’Europeo ceko in poi i ragazzi nati nelle annate 92 e 93 non saranno più convocabili in under 21 (mentre resteranno a disposizione dell’Olimpica, a patto che ci si qualifichi per Rio 2016). Il prossimo biennio sarà infatti appannaggio delle classi 1994 e 1995, anche se ovviamente risulteranno convocabili anche i ragazzi nati negli anni successivi.

Provando ad immaginare quale potrebbe essere oggi – perché nell’arco di due anni le cose possono cambiare anche molto – il possibile undici titolare di questo nuovo ciclo ho buttato giù una formazione di questo tipo.

Tra i pali promuoverei Scuffet, nonostante sia un classe 96. Ad oggi mi sembra il futuro under 21 migliore sulla piazza, in attesa di capire se Meret valga veramente più di lui.
Logico, è necessario che il portiere friulano vada a giocare. Farsi un’altra stagione a guardare Karnezis non sarebbe utile a nessuno, lui in primis.

In difesa potrebbe trovare spazio Mattiello sulla destra, ammesso e non concesso si riprenda bene dal brutto infortunio patito quest’anno. Proprio quando, a Chievo, stava iniziando a dare segni di valere già oggi la Serie A. Un vero peccato.
Si ritrovasse, comunque, una fascia dovrebbe andare a lui.

A sinistra ho invece inserito Murru, giusto per l’esperienza che già vanta in Serie A. Il sardo dovrà vedersela con un nuovo compagno di squadra, Barreca, cui contenderà il posto da titolare anche nel Cagliari. Un bel duello, che dovrebbe riproporsi anche in under 21.

Centralmente invece nessun dubbio, almeno se Conte non deciderà di promuovere i due centrali prima del tempo: la coppia designata sarebbe RuganiRomagnoli, di sicuro tra le migliore dell’intero panorama under 21 europeo.

Il leader del centrocampo, sempre ponendo una sua non promozione anzitempo, sarà sicuramente il laziale Cataldi, che già non capisco come possa non essere titolare oggi (ma con l’espulsione di Sturaro è probabile giocherà, contro il Portogallo).
Assieme a lui ci vedo il torinista Benassi, che sta crescendo molto dopo le belle cose fatte vedere all’epoca delle giovanili interiste, ed il romanista Verre, che attende una chance in Serie A per la definitiva consacrazione, dopo il bel campionato di Perugia.

In attacco la prima punta potrebbe essere un altro sotto età, ovvero sia il parmense Cerri. Già capitano di svariate formazioni under, fisico da corazziere… è plausibile possa entrare prima del tempo nel giro dell’under 21, anche perché in Italia l’under 20 è spesso solo una perdita di tempo.

A suo sostegno due giocatori già presenti nella formazione odierna: Berardi e Bernardeschi. Due ragazzi che ovviamente potrebbero riuscire a fare il salto nella maggiore prima del tempo. In special modo il fantasista del Sassuolo, che non credo finirà a giocare l’Europeo del 2017 (ammesso e non concesso che la nostra formazione ci si qualifichi).

Però come sempre accade – e com’è accaduto anche quest’anno, basta guardare la formazione qui sopra – sicuramente alcuni di questi ragazzi verranno chiamati anzitempo da Conte (o da chi siederà su quella panchina prima della fine del prossimo biennio) per dare una mano alla nazionale maggiore.

In questo senso i favoriti sono certamente Cataldi, che l’anno prossimo inizierà ad accumulare esperienze importanti anche in Europa (se Dio vorrà in Champions League, preliminari permettendo), Berardi, che viene da due annate molto prolifiche, ed i centrali di difesa, per molti già al livello dei difensori che stanno oggi al piano di sopra.

In più altri giocatori, magari anche non inseriti in questa formazione, è plausibile esploderanno, andando ad integrare il gruppo della nazionale maggiore.

Proprio restando fedeli alla possibile under 21 che immagino possa iniziare il prossimo biennio ho quindi sviluppato una squadra alternativa da cui ho stralciato i giocatori che sono più vicini al salto in nazionale maggiore per sostituirli con altri ragazzi che, ad oggi, potrebbero essere i loro primi sostituti.

Così la coppia di difensori centrali potrebbe essere costituita da Vicari e Somma, con un occhio al buon Capradossi che dovrà tentare il salto tra i professionisti – immagino partendo dalla Serie B – e che potrebbe quindi scalare in fretta gerarchie, essendo da sempre uno dei punti fermi delle varie under dei classe 96 (sarebbe infatti un altro sotto età).

A centrocampo il posto di Cataldi potrebbe essere preso da un emigrato, quel Bryan Cristante la cui cessione fece imbufalire un sacco di tifosi rossoneri, un anno fa. Centimetri e geometrie che potrebbe tornare comodi all’under 21, nella speranza che inizi a trovare più spazio in Portogallo.

Sull’ala ipotizzando la sola promozione di Berardi, anche in attesa di capire dove giocherà a livello di club il prossimo anno, ecco che si potrebbe riportare il buon Bernardeschi a sinistra, come a Crotone e nelle varie giovanili Viola, con il romanista Verde – altro sotto età, nel caso – ad agire sulla sinistra. Sempre in tema di ali – posto che anche Verde solitamente predilige giocare a destra – terrei anche d’occhio l’ennesimo classe 96 di questa futura under 21 (96 che si laurearono vicecampioni europei a livello di under 17, lo ricordo), il granata Parigini. Un giocatore con già due campionati di Serie B alle spalle che sono convinto potrebbe tornare presto comodo…

Le conclusioni sul livello attuale – ma anche potenziale – della squadra le lascio tirare a voi, posto che ognuno si farà la propria idea.

Prima di lasciarvi preferisco introdurvi quindi quello che sarà il percorso di qualificazione che questi ragazzi dovranno affrontare in vista di Polonia 2017.

L’urna di Nyon ha deciso di accoppiare nuovamente Italia e Serbia, già insieme nel corso delle qualificazioni a Repubblica Ceca 2015.

Questa volta, però, il girone sembra meno ostico di quanto non sia stato quello dell’ultimo biennio, quando assieme alle due era presente anche il temibilissimo Belgio.

A contendere i due posti valevoli per i playoff saranno Slovenia, Irlanda, Lituania ed Andorra.

E se è vero che non bisogna mai prendere sotto gamba nessun avversario – la Svezia in dieci lo ha dimostrato – è altrettanto vero che una nazione come la nostra dovrebbe garantirsi una rappresentativa abbastanza forte da centrare almeno il secondo posto in un girone del genere…


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Si è conclusa la prima due giorni dell’Europeo under 21 che si sta disputando in Repubblica Ceca e dopo aver aperto un “diario” sulla manifestazione sulla mia pagina Facebook, che vi invito a seguire, ho dato ieri i voti alla pessima prestazione degli Azzurrini contro la Svezia.

Oggi approfondirei invece l’aspetto riguardante i singoli, tracciando l’11 migliore espresso da questo primo turno.

Marc-André ter Stegen

In porta si è a mio avviso confermato, come da Top XI pre-Europeo, il Blaugrana Ter Stegen, autore di una buona prova contro la Serbia.
Il portiere tedesco ha potuto poco sul goal del vantaggio serbo, dove la mancanza principale è stata quella di Knoche. Si è invece poi disimpegnato bene con alcune parate nell’arco del resto della partita, con cui ha blindato la propria porta.
Devo comunque dire che la prima giornata non ha offerto super prestazioni da parte di alcun portiere.

Pavel Kadeřábek

Per quanto concerne il miglior terzino destro pochi dubbi, vince Kadeřábek a mani bassissime.
Il terzino ceco, miglior giocatore della sua nazionale, spinge con buona continuità trovando anche un bel goal poco oltre la mezz’ora del primo tempo.
Questo Europeo poteva rappresentare una bella vetrina per lui… se solo l’Hoffenheim non ne avesse ufficializzato l’acquisto proprio a poche ore dal suo esordio.

Paulo Oliveira

Nel Portogallo capace di imporre subito uno stop alla giovane nazionale inglese c’è stato un giocatore in particolare ad essersi erto sopra gli altri, a mio avviso. Parlo di Paulo Oliveira, 23enne centrale difensivo dello Sporting cresciuto nel Vitória Guimarães. E’ stato proprio lui, infatti, a guidare la difesa lusitana nella non semplice battaglia del Městský Stadion. Difficile più che mai vista la presenza di un certo Harry Kane tra le fila inglesi…

Matthias Ginter

Sempre in mezzo alla difesa va segnalata la buonissima prestazione del campione del mondo in carica Ginter, che ha disputato una partita di buonissimo livello contro la Serbia. Senso della posizione e chiusure tempestive che non hanno potute evitare il goal di Filip Đuričić, in un’occasione in cui ha sbagliare è stato comunque più che altro il compagno di reparto Knoche.

Jonas Knudsen

Se è vero come è vero che tra i centrali andrebbero sottolineate anche le ottime prove dei danesi Vestergaard e Christensen, ecco che un rappresentante della Danish Dynamite trova spazio sulla fascia di sinistra, dove Jonas Knudsen la spunta di un’incollatura su Guerreiro del Portogallo.
Presenza costante in entrambe le fasi di gioco, Knudsen risulta fondamentale nella rimonta dell’under 21 danese nei confronti dei padroni di casa ceki.

Emre Can

Il vero motore della Germania.
Oltre al bel goal confezionato per rimontare la segnatura di Filip Đuričić il centrocampista d’origine turca ha messo in mostra un gioco di lotta e di governo, con tanta sostanza in fase di non possesso e qualità palla al piede.
Davvero un buonissimo giocatore, come già sapevamo. Ora c’è solo da capire quanto ci metterà Aaron Rodgers a riportarlo nel suo ruolo naturale anche in quel di Liverpool.

Oscar Lewicki

Ai playoff era stato capace di giustiziare la nazionale francese, non esattamente l’ultima delle arrivate in tema di under 21. Ieri è stato invece uno dei massimi protagonisti della rimonta all’Italia, condita anche da un suo assist. Giocatore sempre molto “vivo”.

Pione Sisto

Entra nella ripresa e per qualcuno cambia la partita.
In realtà il match tra ceki e danesi aveva iniziato a girare già prima del suo ingresso in campo, ma è fuor di dubbio che l’entrata del ragazzo di origini sudanesi dia una bella spalla al match.
Seguito a lungo in passato dalla Juventus, ovviamente recensito nel mio “La carica dei 301″, Sisto entra e spariglia le carte con dribbling ed accelerazioni continue, più diverse conclusioni a rete.
Alla fine è proprio suo il goal decisivo: un tocco da calcetto con cui abbatte le ultime resistenze ceche.

Filip Đuričić

Era uno dei giocatori serbi più attesi, non ha tradito le aspettative riposte su di lui.
Tecnicamente non lo si scopre certo oggi, anzi. Il ragazzo ha solo bisogno di ritrovarsi dopo le difficoltà incontrate una volta che lasciò l’Olanda.
Questo Europeo può sicuramente essere un’ottima occasione per rilanciarsi. La prima chance l’ha sfruttata benino, dai.

Bernardo Silva

Alla fine il Portogallo parte col 4-3-1-2 a differenza del 4-2-3-1 che immaginavo avrebbe utilizzato, ma Bernardo Silva ovviamente è presente. Trequartista centrale ma con licenza di svariare su entrambe le fasce, là dove può provare a mettere in mostra dribbling e conduzione della sfera in velocità. Il giocatore non lo scopriamo certo oggi, non per nulla è uno dei quattro giocatori già inseriti nella Top XI del pre-Europeo.

Jan Kliment

Fa strano che una squadra che perde, per altro in casa, la prima partita di un torneo possa dare ben due giocatori alla Top XI di giornata. Eppure nel grigiore generale mostrato dalle punte in questa prima due giorni di under 21 (ci potrebbe essere Guidetti, che comunque a livello di prestazione non mette in mostra nulla di memorabile) mi sento di premiare anche questo attaccante molto mobile che non dando punti di riferimento alla retroguardia e svariando lungo tutto il fronte d’attacco prova da par suo ad aprire la difesa danese.
Non siamo certo di fronte ad un giocatore con chissà quali doti. La sua abnegazione tattica, però, gli vale questa nomination.


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L’Italia si è inopinatamente suicidata contro la Svezia, come già aveva tentato di fare ai playoff contro la Slovacchia. Il tutto mostrando ancora una volta di essere una squadra buona tecnicamente ma totalmente fragile da un punto di vista psicologico. E soprattutto senza alcuna idea di gioco.

Così come spesso accade alle rappresentative italiane il pallone fatica a circolare. Ma soprattutto arrivato l’1 a 0 – e, soprattutto, la superiorità numerica – la squadra si ferma ed inizia a giochicchiare, pensando boriosamente di poter gestire una sola rete di vantaggio per un’ora di gioco.

Quando poi dopo il pareggio Sturaro – già di per sé tra i migliori in campo – si fa cacciare per un gesto di reazione sconsiderato la frittata è fatta ed il goal della sconfitta arriva puntuale come l’Orient Express.

Ecco, credo che nella nostra under – che pure avrebbe il potenziale anche per provare a vincerlo, l’Europeo – non si salvi nessuno. In primis un allenatore che non mi ha mai convinto.

Bardi 4

Portiere che come ho avuto modo di dire più volte non ritengo presentabile a questo livello. La gerarchia lo vuole ancora una volta titolare, quando sia Leali che soprattutto Sportiello gli sono superiori. E parlo dei soli convocati, perché a casa c’è gente come Perin – infortunato, ma non credo sarebbe stato portato – e Scuffet che gli è di molto superiore.
L’errore sul secondo goal è semplicemente imbarazzante. Con Ishak lanciato in traiettoria esterna l’ex portiere del Livorno avrebbe semplicemente dovuto controllarne l’incedere, portando fuori lo svedese e dando modo alla difesa di rientrare. Invece entra in maniera sconsiderata. Per di più fuori tempo. Da non ripresentare.

Zappacosta 4.5

Sembra non essere in condizione. Che fine ha fatto il terzino destro di gamba e fiato capace di arare la fascia destra in lungo ed in largo nel corso delle qualificazioni? Da lui ci si deve attendere molto di più. C’è da augurarsi sia stato solo un passaggio a vuoto…

Bianchetti 5

Nel primo tempo nettamente il migliore della difesa. Nella ripresa cala come tutta la squadra, ed è compartecipe in occasione del secondo goal. Tutta Italia – tranne il sottoscritto – lo vorrebbe in panchina al posto di Romagnoli (che invece avrei schierato terzino sinistro). Lui pensa bene di farlo rimpiangere.

Rugani 5.5

Un’indecisione che poteva costare cara nel primo tempo e poco altro. Nel complesso è uno dei meno negativi della squadra.

Sabelli 5

Generoso. Ma anche nel primo tempo, quello in cui l’Italia controlla bene gara e campo, sbaglia una serie infinita di passaggi. Giocare con un terzino a piede invertito è una cosa poco digeribile. Uno dei tanti perché che andrebbero chiesti al nostro tecnico.

Sturaro 3

Già prima dell’espulsione – le prove sono su Twitter – uno dei peggiori in campo. Palesemente fuori forma, imbolsito, appesantito. Non dà un minimo apporto di qualità, ma nemmeno – soprattutto – di quantità ad una squadra che con l’andare del tempo va in apnea anche per via delle sue mancanze.
Alla fine pensa pure bene di farsi espellere per un gesto di reazione che gli vale un doverosissimo cartellino rosso, spianando così la strada alla possibilità di ribaltare il risultato da parte degli svedesi.

Viviani 5

Cinque solo perché nel primo tempo è, con Berardi e Bianchetti, il migliore degli Azzurrini. Nella ripresa la sua prestazione si tramuta in un disastro totale, con passaggi – anche semplicissimi – sbagliati in serie. Partendo dal presupposto che credo sia indispensabile in questo centrocampo… se non riesce a fare nemmeno passaggi di due metri sicuramente meglio lasciarlo in panchina.

Baselli 5.5

Partiamo dal presupposto che a mio avviso non avrebbe nemmeno dovuto giocare, dato che gli avrei preferito Cataldi. Ecco, detto questo bisogna aggiungere che è forse il meno peggio dei tre di centrocampo, posto che è quello più dinamico e che fa pure non lontano dalla rete.
Comunque nulla per cui lo si possa salvare…

Berardi 5.5

Questo Europeo under 21 sulla carta potrebbe essere la competizione capace di lanciare Domenico Berardi nel grande calcio. Ma è probabile si trasformerà in una Caporetto.
Berardi parte bene. Là davanti è l’unico che mette un po’ di qualità alla manovra. Poi però si perde via anche lui, e nel complesso incide molto meno di quanto ci si aspetterebbe. Ancora non sembra maturo per il grande calcio, ma avrà un altro paio di cartucce per rifarsi.

Belotti 5.5

Attaccante di lotta e di governo, solita gran dose di sacrificio, l’accelerazione che vale il rigore del vantaggio e l’espulsione dell’altro vantaggio (quello numerico). Però è lasciato troppo solo là davanti. Non solo, lo scarso gioco della nostra nazionale per mezz’ora lo costringe a fare a sportellate con due pertiche di più di 190 centimetri sui palloni alti. Una follia cui nessuno chiedere conto al mister, come al solito protetto dai nostri organi di stampa.

Battocchio 4

Ancora non ho capito cosa ci faccia in under 21, sinceramente. E lo dico col massimo rispetto, però è un giocatore che credo non avrei nemmeno convocato, proprio.

  • Dal 61′ Verdi 5 -> Impiegato fuori ruolo, vero. Però incide poco più di niente, prendendo anche un paio di scelte sbagliate al di là del bene e del male. Va comunque detto che nell’inserire lui Di Biagio avrebbe potuto spostare Berardi seconda punta accanto a Belotti prima e Trotta poi, mettendo Verdi sulla trequarti…
  • Dal 68′ Cataldi 6 -> Ecco, l’unico minimamente salvabile. Un 6 di fiducia al possibile futuro capitano dell’under 21. Certo, sempre che – come in realtà è probabile accada – la nazionale maggiore non arrivi e se lo porti via prima del tempo!
  • Dal 78′ Trotta S.V. -> Entra e Sturaro si fa espellere. A quel punto la partita finisce, perché è palese che l’Italia sia in pappa e che arriverà a breve il goal della sconfitta. Certo non per demerito suo.

Di Biagio 3

Sicuramente il peggiore “in campo” assieme a Sturaro. Perché moltissime sue scelte sono discutibili e discusse da parecchio. E alla fine qualcuna di queste l’ha anche pagata cara, iniziando nel peggiore dei modi un Europeo che da magico potrebbe trasformarsi in un incubo.
L’Italia non è la più forte, sulla carta. Ma aveva il dovere morale di cercare di bissare la finale di due anni fa, per quanto il difficilissimo girone in cui è capitata rendeva le cose tutt’altro che facili.

Inutile dire che questa Svezia sia un avversario ostico. La realtà è che per la differenza di potenziale tra le due squadre e soprattutto per come si erano messe le cose gli Azzurrini avrebbero dovuto SPAZZARE via gli avversari. Invece l’allenatore, che già – bene ripeterlo – ha fatto scelte più che criticabili, non è stato capace di spronare i suoi a trovare subito il raddoppio che chiudesse il match. Ha lasciato giochicchiare i suoi, ed è stato – giustamente – punito.

Magari trarrà insegnamento da questa vittoria ed avrà una grande carriera. Ma la verità è che per noi, per questa Nazionale… rischia di essere già troppo tardi.


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Con qualche giorno di ritardo eccoci all’ultimo recap stagionale per quanto concerne il ranking UEFA, che quest’anno ha sorriso ai nostri colori.

Con 19 punti guadagnati, infatti, l’Italia segna un nuovo record personale in tema di ranking: mai prima d’ora le nostre compagini erano state capaci di guadagnare così tanti punti in una sola stagione.

Un record che comunque, come mostra l’immagine che segue, non basta all’Italia per vincere la classifica di quest’anno: meglio di noi i soliti spagnoli, che ci sopravanzano di 1.214 punti.

Ben distanziate le due concorrenti principali al terzo posto generale, Germania ed Inghilterra.

In classifica generale, quindi, l’Italia resta al quarto posto, distanziata rispettivamente di 9 e 10 punti dall’Inghilterra.

Un distacco importante, che però si ridurrà di molto già ad agosto, con l’inizio della nuova stagione. Scartando il risultato ottenuto nella stagione 2010/2011, infatti, l’Italia si porterà a tre sole lunghezze dagli inglesi e a poco più di quattro dai tedeschi. Il che significa che qualora le cose dovessero andare in maniera simile a quest’anno – ovvero molto bene per le italiane, molto male per le inglesi – tra dodici mesi potremmo trovarci a festeggiare il sorpasso nei confronti dei Figli d’Albione, con relativo ritorno in top 3. Che significherebbe quattro squadre qualificate in Champions League, di cui tre direttamente.

La prossima, quindi, sarà una stagione vitale per i nostri club, che dovranno profondere il massimo sforzo per tornare a riagguantare il quarto posto in Champions League, che significherebbe anche tornare ad avere sette squadre in Europa ogni anno (anziché sei, come avviene oggi).

Venendo al ranking per club la grande stagione disputata dalla Juventus, capace di arrivare sino in finale di Champions League, porta i Bianconeri al terzo miglior risultato stagionale dietro alle due big spagnole e di poco davanti al Siviglia (giusto per far capire quanto sia forte il calcio iberico a livello europeo).

In classifica generale, quindi, il Real continua a comandare la classifica davanti a Barcellona e Bayern Monaco. Segue quindi il Chelsea, quarto.

Con oltre venti punti di distacco arriva quindi l’Atletico Madrid.

Venendo alle italiane la migliore è ovviamente la Juventus, in ripresa. Bianconeri che cresceranno probabilmente molto nel prossimo paio d’anni, quando verranno stralciati i risultati delle stagioni 2010/2011 e 2011/2012, particolarmente negative (10 punti totali) per questi colori.

Continuasse sulla stessa falsariga delle ultime tre stagioni, quindi, la Juventus potrebbe addirittura installarsi nella top five europea. Un risultato non da poco per una squadra che meno di dieci anni fa giocava in Serie B, in seguito allo scandalo Calciopoli.

Per quanto concerne le italiane la seconda migliore è il Napoli, ventesimo. Poi il Milan, ventiduesimo ma in caduta. Ventiquattresima l’Inter, che andrà a peggiorare la propria posizione nel corso della prossima stagione, quando come i cugini rossoneri non parteciperà alle coppe europee.

A partire da agosto, quindi, la Juventus farà il suo ingresso nella top ten, da consolidare attraverso i risultati della stagione. Salirà invece al quattordicesimo posto il Napoli, altra squadra che giocando una buona Europa League potrebbe arrivare a vedere nei prossimi anni i dieci primi posti in Europa.

Insomma, nel complesso possiamo dire che i timidi segnali di ripresa intravisti nelle due stagioni passate pare si stiano confermando e consolidando.

Ora per il bene del calcio italiano sarebbe necessario che le due milanesi tornassero presto al livello che gli compete, di squadre di livello che possano dire la loro anche in Europa.

Il tutto nella speranza che la Juventus continui il proprio cammino per tornare nell’elite europea, che il Napoli non si ridimensioni (cosa che però sembra stia avvenendo) e che le romane continuino a crescere.

Qualche timido segnale di risveglio c’è. La prossima stagione ci dirà se il calcio italiano è pronto a tornare a competere con Spagna, Germania ed Inghilterra o se quest’anno è stato solo un “bluff”.


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Domani inizieranno gli Europei under 21, che personalmente ho introdotto con questa – credo – bella guida alla competizione, che potete scaricare GRATUITAMENTE cliccando qui.

Un articolo che avrei potuto inserire nella guida è quello che riguarda la “top XI pre Europeo”. Ovvero una selezione di undici giocatori – che in campo possano starci davvero – che sulla carta dovrebbero essere i migliori, quelli da cui aspettarsi di più.

Il tutto partendo da alcuni presupposti: innanzitutto il fatto che, come scoprirete leggendo la guida, mancheranno moltissimi possibili grandi protagonisti. Da Perin a Wilshere passando per Gotze ed El Shaarawy, tutta gente che per età potrebbe tranquillamente essere presente in Repubblica Ceca.

Poi il fatto che nonostante le molte assenze sono sicuramente più di undici i giocatori da tenere d’occhio, e non sempre è stata una scelta facile.

E’ un gioco, di fatto. Prendetelo come tale.

Marc-André ter Stegen

Il miglior portiere europeo under 21 in assoluto in realtà non è lui. Pensateci bene. Certo, Ter Stegen ha da poco sollevato al cielo di Berlino la Champions League, disputata da titolare con la maglia del Barcellona. Eppure c’è un altro portiere classe 92 indubbiamente più forte.

E’ belga, ed il Belgio non ci sarà a questi europei. Ma anche ci fosse stato, lui sarebbe stato semplicemente uno dei tanti assenti: Thibaut Courtois.

Dopo di lui, però, ad oggi si piazza sicuramente il portierino ex Monchengladbach. Talento da vendere, esperienza già importante, un processo di maturazione ancora in corso ma certo una “statura” importante per un giocatore rispetto cui gli avversari proveranno sicuramente un certo timore reverenziale.

Calum Chambers

Classe 95. Il che significa che giocherà di molto sotto età, essendo questo il biennio dei 92/93.

Messosi in mostra una stagione fa con la maglia del Southampton, un anno fa passò all’Arsenal, dove ha disputato già 36 match. Mica male.

Di certo qualche altro terzino destro interessante – come l’Azzurro Zappacosta – lo si può trovare nelle otto rose qualificate all’Europeo, ma altrettanto sicuramente la carta oggi ci dice che quello che potenzialmente è l’interprete migliore indossa sicuramente la maglia della nazionale dei Figli d’Albione.

In grado di disimpegnarsi anche centralmente in caso di bisogno, mi aspetto possa garantire qualità in entrambe le fasi di gioco.

Contro di lui, nello scontro che vedrà opposta la nostra nazionale a quella inglese nel corso del primo turno, dovrebbe agire l’italoargentino Christian Battocchio: auguri!

Daniele Rugani

Di lui ormai si parla già come una sorta di fenomeno, ha sentire qua e là per lo stivale. La realtà è che Rugani è un buonissimo difensore – personalmente lo inserii anche nella Carica dei 301, quindi i miei scritti parlano per me – che però ancora non ha quell’esperienza internazionale e quella solidità consolidata che si confà ai giocatori che ricevono elogi sperticati quanto lui.

La realtà delle cose è che la crisi del calcio italiano ci sta facendo aggrappare con tutte le nostre forze a quei relativamente pochi ragazzi di talento e maturità che nonostante la giovane età riescono già oggi a giocare ad un certo livello.

In questo senso Rugani ha dimostrato di reggere la Serie A senza problemi, ma personalmente non avevo dubbi. Ora l’anno prossimo farà sicuramente un passo avanti, che sia Juventus o prestito ad una squadra che, plausibilmente, giocherà in Europa (si parla di Sampdoria).

Prima, però, dovrà confermarsi come uno dei migliori giovani difensori a livello europeo. Classe 94, giocherà anche lui da sotto età.

Matthias Ginter

Debbo dire che la tentazione di inserire la coppia presumibilmente titolare della nostra Nazionale – e quindi Romagnoli per Ginter – l’ho anche avuta, ma ritengo che oggi sulla carta il tedesco dia più sicurezze.

Campione del Mondo in carica, avendo partecipato alla spedizione di un anno fa in Brasile, Ginter lasciò Friburgo proprio in quel periodo per tentare il salto – ad oggi fallito – al Borussia Dortmund.

Il tempo e le prospettive restano comunque tutte dalla parte di questo rocciosissimo difensore centrale di 189 centimetri per 87 chilogrammi.

Anche lui nato nel 1994, sarà uno dei tanti sotto età che potremo ammirare nel corso della competizione.

Raphaël Guerreiro

Giocherà invece da “in età” Raphaël Guerreiro, terzino sinistro portoghese di proprietà del Lorient.

Debbo dire che sulla fascia sinistra – pensate ad esempio che l’Italia potrebbe schierare l’oggi non irresistibile Biraghi, o in alternativa il “destro” Sabelli – non ho visto moltissima scelta di livello, quantomeno scelte sulla carta inferiori agli altri ruoli.

Alla fine ho scelto quindi questo giocatore dalle doti spiccatamente offensive che punta a diventare a breve un membro della Nazionale maggiore lusitana. Coentrao è avvisato.

Emre Can

Dovrebbe poi giocare a centrocampo, plausibilmente proprio come mediano in una linea a due uomini, il Reds Emre Can. Che, classe 94, sarà uno dei tanti sotto età della competizione (e di questa formazione).

Il ragazzo lasciò la Baviera un anno fa per passare a Liverpool, dove pur con diversi problemi – un po’ tutti avrete visto quanto sia stata difficoltosa la stagione di Gerrard e compagni – lui è riuscito in qualche modo ad imporsi, giocando per altro in diversi ruoli, prevalentemente in difesa.

Il centrocampista tedesco di origine turca ha sicuramente una grandissima base tanto tecnica quanto fisico-atletica e si candida ad essere uno dei migliori giocatori della competizione.

Pierre-Emile Højbjerg

Dallo stesso settore giovanile, ovverso sia quello del Bayern Monaco, esce anche il danese Pierre-Emile Højbjerg, unico giocatore non tedesco, italiano, portoghese o inglese presente in formazione.

Ammetto che questa è stata la scelta più difficile tra le undici.

Ero infatti tentatissimo di prediligere Stefano Sturaro, un giocatore con gambe e polmoni eccezionali che ad un’eccellente capacità di portare “quantità” alla propria squadra abbina anche una più che discreta “qualità”.

Alla fine, però, ho prediletto un giocatore tecnicamente molto dotato – probabilmente tra i più dotati del torneo – come appunto il ragazzo che ha passato gli ultimi sei mesi in prestito all’Augsburg.

Saranno sicuramente lui e Fischer i due giocatori cui, in fase di costruzione, dovranno aggrapparsi i giovani danesi.

Domenico Berardi

Ammetto che a me questo ragazzo non convince ancora del tutto.

Oddio, intendiamoci: parliamo di un classe 94 che di talento ne ha da vendere, è sicuro. Che in Serie A, in due anni, ha già dimostrato non solo di starci, ma di saper anche incidere. Per quanto non in maniera del tutto costante, ancora.

Però molti lo dipingono come un fenomeno, cosa che al massimo – e forse – può essere giusto in potenziale.

Di certo, però, a livello di under 21 ha un potenziale, appunto, tale per cui potrebbe essere su per giù devastante.

Non il miglior giocatore sulla carta, ma di sicuro uno dei migliori in assoluto. Tanto da meritarsi la titolarità in questa sorta di Top XI.

Ora ripaghi sul campo tutte le aspettative che ci sono su di lui. Di fatto credo sia la chiave di volta per la nostra Nazionale.

Max Meyer

Nato nel 1995, ha già più di 70 match disputati in maglia Schalke e un esordio con la Nazionale maggiore alle spalle.

Di fatto credo possa bastare questo per far capire un po’ a tutti che, almeno sulla carta, non ci si può non aspettare moltissimo da questo peperino di 173 centimetri che fa di rapidità e qualità tecnica le proprie armi vincenti.

Davvero un buon giocatore, che mi aspetto possa risultare trascinante, pur sotto età, in una Nazionale che parte coi favori del pronostico.

Bernardo Silva

Il suo trasferimento al Monaco ha fatto discutere molto, essendo arrivato per più di 15 milioni a fronte del fatto che non poteva valerne così tanti, vista la scarsissima esperienza pregressa. Ma lì ci sono dietro i soliti fondi di speculazione, quindi vale tutto…

A prescindere da questo parliamo comunque di un buonissimo talento che ha tecnica da vendere e che in una nazionale di palleggiatori si trova a meraviglia coi tanti compagni altrettanto dotati sotto questo profilo.

In realtà debbo dire che me lo aspetterei partire più centrale, con Rafa Silva a sinistra. Ma come mostrato nel Monaco parliamo di un ragazzo che può occupare tutte le posizioni della trequarti senza alcun tipo di problema. Tra cui, appunto, quella di esterno sinistro, forse in assoluto quella in cui può rendere meglio.

Harry Kane

Viene da una stagione strepitosa e non potevo che inserire lui come prima ed unica punta di questa sorta di Top XI.

Giocatore che volendo potrebbe anche far reparto da solo, nel probabile 4-4-2 inglese sarà invece affiancato da Saido Berahino, con cui sulla carta forma forse la coppia migliore dell’intera competizione.

Quest’anno è stato a tratti devastante e per lui si parla di cifre assurde, qualora dovesse muoversi sul mercato (50/60 milioni, non due spicci).

Inutile dire che ad oggi parte col potenziale per fare onde e trascinare la propria Nazionale. Ora c’è da capire se si confermerà sul campo.


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