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Posts Tagged ‘Under 16’

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Scoperto che l’under 16 di Bruno Tedino avrebbe giocato a Palazzolo sull’Oglio (Brescia), ad un’ora e mezza di macchina da casa mia (che al ritorno causa traffico son diventate due), sono partito in spedizione con tre amici per godermi una bella giornata di calcio giovanile.

E, lo ammetto, per potermi godere da vicino due dei più fulgidi talenti del nostro calcio: Hachem Mastour (di cui ho parlato nel mio primo libro, La carica dei 201) e Patrick Cutrone (di cui parlerò nel mio secondo libro).

Purtroppo appena giunto al campo mi faccio consegnare una distinta e scopro – cosa che però avevo già immaginato, non vedendo il talentino ex Reggiana riscaldarsi coi compagni in campo – che non avrei potuto gustarmi le giocate di Mastour, acciaccato.

Preso posto in tribuna, giusto un paio di file sotto Giovanni Stroppa ed una fila sopra il D.S. Riccardo Guffanti e l’agente FIFA Dario Paolillo, mi sono quindi goduto i nostri ragazzi, che pur con qualche difficoltà iniziale sono riusciti a far di un sol boccone gli avversari.

Le squadre si schierano rispettivamente con un classico 4-4-2 all’italiana l’una, ed un più moderno e soprattutto europeo 4-2-3-1 l’altra.

Azzurrini che vedono quindi il torinista Cucchietti partire in difesa dei pali, con una linea difensiva composta, da destra a sinstra, dal barese Scalera, l’interista Mattioli ed i milanisti Malberti e Llamas. Centrocampo con l’ascolano Eleuteri, l’atalantino Melegoni (sottoetà), il romanista Bordin e l’interista Piscopo. Davanti, infine, bomber Cutrone a supporto del corazziere Scamacca (anch’esso sottoetà, ma dotato di un fisico over size rispetto ai suoi soli 15 anni).

Dal canto suo gli ospiti, allenati da mister Robert Wojcik, rispondono con Zynel in porta, Andrzejewski, Dzieciol, Prusaczyk ed Holownia in difesa, Dziczek e Bielik in mediana, Domanski, Adamczyk e Kaczmarczyk sulla trequarti ed il solo Listowski davanti.

Polonia che mette subito in mostra una discreta facilità nel far correre il pallone al centro del campo, con i nostri portacolori che inizialmente faticano un po’ a prendere le contromisure.

Così le prime due grosse chance sono proprio biancorosse: prima il numero 10 Adamczyk calcia in diagonale da fuori, colpendo un incrocio dei pali clamoroso. Poi una buona azione polacca porta Listowski a tu per tu col portiere, senza che la punta in forza alle giovanili del Pogon Szczecin riesca però ad avere la giusta freddezza per infilare la rete (va detto che il guardalinee aveva comunque ravvisato una posizione di fuorigioco da parte del numero 16 ospite).

Poi, dopo qualche manciata di minuti necessaria ad adattarsi, è l’Italia ad uscire. Dapprima Cutrone si incunea bene in area ma non riesce a calciare in anticipo rispetto all’uscita di Zynel, che ne spegne sul nascere ogni velleità. Poi il bomber scuola Milan si rifà poco più tardi, ma anche in questo caso uno degli assistenti del signor Provesi di Treviglio sbandiera fuorigioco prima del calcio a rete: goal non valido.

Patrick però non si dà per vinto e qualche minuto più tardi trova la zampata sporca sottomisura, a beffare, infilandogli la palla tra le gambe, l’estremo difensore ospite.

In chiusura di tempo è quindi il numero 10 azzurro, l’interista Reno Mauro Piscopo, a mettere in mostra tutte le sue grandi doti tecniche, con un’ottimo dribbling al limite, capacità di rientrare da sinistra sul destro e tiro a giro sul secondo palo, imprendibile. 2 a 0.

Nella ripresa ha quindi il via la solita inevitabile girandola di cambi, immancabile in occasioni come questa. Ed ovviamente il livello di gioco un po’ ne risente, dovendo entrambe le squadre continuamente riassettarsi in campo.

Quando entra il crotonese Nicoletti in luogo di Piscopo, ad esempio, Tedino si vede anche costretto ad avanzare sulla linea dei centrocampisti il duttilissimo Llamas, proprio per permettere al neo entrato di esprimersi nel suo ruolo naturale.

Cambiano gli addendi ma il risultato non cambia, direbbe qualcuno.

Così dopo la doppietta rifilata alla Croazia a metà del mese scorso ed i due goal (di cui uno però, ripeto, annullato) del primo tempo il solito Cutrone decide di regalare un’altra gioia ai tanti tifosi – per lo più bambini – accorsi sulle tribune del campo di Palazzolo. Infilatosi bene tra le maglie della difesa polacca il numero 9 di Parè si incunea in area e calcia in diagonale, beffando ancora una volta il portiere avversario.

Un 3 a 0 che non lascia quindi molto scampo alla nazionale polacca, troppo inferiore in quanto a qualità rispetto ai nostri portacolori.

Ma veniamo ai singoli.

Per quanto riguarda gli ospiti non si è visto tantissimo di buono. O meglio, ragazzi sicuramente non disprezzabili ce ne sono, ma la maggior parte di questi, ad oggi almeno, non credo possano aspirare ad emigrare verso lidi più blasonati.Mateusz Holownia

Uno dei miei osservati speciali era ad esempio il terzino sinistro in forza al Legia Varsavia Mateusz Holownia, che però – in particolare nel corso del primo tempo – è stato realmente sverniciato da Alessandro Eleuteri. Troppo lo spazio concesso al numero 7 Azzurro, che in un’occasione lo ha anche fatto secco in area con un bel dribbling per poi venire però murato da Bartolomiej Zynel (che, a proposito, gioca nelle giovanili del Jagiellonya Bialystok).
Ma non solo. Il passo dell’ala ascolano gli ha permesso di bucare più volte la fascia, con il malcapitato terzino sinistro polacco sempre vittima delle sue incursioni. Le cose sono cambiate un pochino nel secondo tempo, quando forse anche a causa di un po’ di calo di tensione da parte di Eleuteri Holownia ha retto un po’ meglio.

Il migliore – non che il giocatore più interessante anche e soprattutto in ottica mercato – della formazione ospite è quindi stato proprio quel numero 10 autore sia dell’incrocio dei pali di cui ho raccontato che, soprattutto, di diverse giocate di classe tra la metà campo e la trequarti avversari: Hubert Adamczyk.
Il ragazzo, in forza alla formazione under 19 del Zawisza Bydgoszcz e già nazionale under 17, ha messo in mostra una classe innata, fatta di tecnica sopra la media, piede morbido e buona visione di gioco. Trequartista non ancora formato fisicamente, ma comunque in media rispetto all’età, ricorda il compatriota Piotr Zielinski, attualmente in forza all’Udinese (e, nonostante i soli 20 anni scarsi di età, già nazionale maggiore polacco).

Altro elemento interessante tra i polacchi è anche Krystian Bielik, mediano in forza al Lech Poznan nonché punto fermo della selezione allenata da Robert Wojcik.
Struttura fisica già molto formata, il centrocampista in maglia numero 14 ha messo in mostra una – ovvia – grande capacità nel gioco areo, la ricerca di giocate semplici e non inadatte alle proprie capacità e una tranquillità comunque importante nella gestione del pallone.
Logico che quando a quindici-sedici anni ti trovi a dominare gli avversari da un punto di vista fisico tutto può diventare più facile. E, se pensiamo al puro talento, dobbiamo sicuramente rivolgerci ad Adamczyk più che a lui.
Però ecco, delle basi su cui provare a costruire un calciatore sicuramente le ha, questo ragazzotto.

Veniamo ora ai nostri portacolori.Mattia Del Favero

Non molto da dire sui due portieri, chiamati in causa poco. Il torinista Cucchietti non poteva nulla sull’incrocio di Adamczyk, e per il resto ha dovuto fare forse una parata, nemmeno troppo impegnativa. Lo juventino Del Favero si è invece esaltato parando proprio un rigore calciatore dal numero dieci polacco, intuendo la traiettoria della sfera e lanciandosi efficacemente alla propria destra. Facendo anche un’altra bella parata poco più avanti. Nel complesso comunque una giornata non impegnativissima per i nostri estremi difensori.

Venendo alla difesa, partita più che discreta per il terzino destro scuola Bari Giuseppe Scalera, attento dietro e capace di proiettarsi un paio di volte in avanti in maniera abbastanza efficace.
Si conferma poi ottimo prospetto il solito Andres Llamas, terzino sinistro scuola Milan che avevo già visto giocare più volte in passato. Fisico dirompente, grande gamba, cross discreto ma sicuramente migliorabile. In fase difensiva non ha lasciato alcuno spazio ai propri diretti avversari, in fase offensiva ha supportato con buona costanza la manovra. E’ ancora presto per dire dove possa arrivare, ma certo il Milan in prospettiva ha trovato un giocatore che potrebbe colmare la falla difensiva su quella fascia. Il tutto in attesa di vedere Seedorf lanciare il giovane Tamas, che tanto bene sta facendo in Primavera.

Prove invece contrastanti dei due centrali. Da una parte la solita efficacia del milanista Malberti, anch’esso già visto giocare in più di un’occasione all’Al Kass Cup in gennaio. Difensore centrale piuttosto essenziale, rapido ed attento. Sicuramente un altro giocatore su cui il Milan farebbe bene ad investire in ottica futura.
Male invece, senza se e senza ma, il capitano della nostra rappresentativa under 16, l’interista ex Reggiana Alessandro Mattioli. Poco efficace nel gioco aereo, saltato quasi sempre nell’uno contro uno, molto lento in allungo, poco lucido in fase di impostazione. Di lui ho letto un gran bene. Era la prima volta che lo vedevo giocare. A questo punto anziché bocciarlo lo “rimando a settembre”. Mi viene difficile credere che un giocatore che viene accreditato di grandi cose possa in realtà essere quello visto ieri a Palazzolo.Alessandro Mattioli

Prestazioni senza grandi infamie né lodi per i subentrati nella ripresa, con il crotonese Nicoletti che ha comunque messo in mostra una certa solidità in fase difensiva.

Venendo al centrocampo, bene tutti. Un pochino più opaco degli altri, ma comunque ampiamente sufficiente, il romanista Bordin, sorta di metronomo-frangiflutti davanti alla difesa. Ottime cose le ha invece messe in mostra il classe 1999 Filippo Melegoni, scuola Atalanta. Interno di centrocampo tutto corsa e combattività, è comunque dotato di un tasso tecnico più accettabile per la categoria. Un giocatore che in qualche modo mi ha ricordato un po’ lo juventino Marchisio, come stile di gioco.

Molto bene anche i due esterni schierati da Tedino: sulla destra ha imperversato per tutto il primo tempo, come detto, l’ascolano Alessandro Eleuteri, classico numero 7 di buona gamba e capacità di dribbling che ha bucato più volte la fascia mancina della formazione ospite.
Meno dirompente ma sicuramente più elegante il suo alter ego sulla sinistra, l’interista Piscopo. Grande tecnica di base, ha messo in mostra giocate d’alta scuola che certo non lo hanno fatto sfigurare nel duello a distanza col numero 10 polacco. Il tiro a giro da fuori con cui ha suggellato il momentaneo 2 a 0, poi, è stata una vera e propria ciliegina sulla buonissima torta cucinata ieri dai nostri Azzurrini.

Tra i subentrati si è segnalato, a mio avviso in negativo, lo juventino Simone Muratore. Posizionato a destra in luogo di Eleuteri, non è stato in grado di non far rimpiangere il numero 7 ascolano, non riuscendo praticamente mai a pungere come ci si sarebbe aspettati.

E davanti?

Beh, davanti ha sicuramente deluso molto il “gigante bambino”, Gianluca Scamacca. Il classe 1999 romanista infatti non ha saputo sfruttare il fisico possente (raramente si vede un giocatore di movimento più alto del proprio portiere… cosa che invece è successa ieri con lui e il comunque “non basso” Cucchietti) che madre natura gli ha donato, risultando piuttosto inconcludente ed avulso dal gioco.Gianluca Scamacca

Un po’ di verve in più l’ha quindi provata a mettere il genoano Matarese, subentrato proprio al suo posto nella ripresa.

Ma il protagonista assoluto del reparto offensivo Azzurro è stato, come era logico aspettarsi, il bomber di Parè, Patrick Cutrone. Che dopo la doppietta rifilata nel corso dell’ultima sfida affrontata dalla rappresentativa under 16 contro la Croazia si è ripetuto ieri di fronte ai parietà polacchi. Dimostrando ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, di essere uno dei migliori bomber classe 98 che l’Europa possa offrire oggi.

Ciò che impressiona di questo ragazzo non è però tanto la facilità con cui riesce ad andare in goal. Quanto quella con cui, grazie ad un’intelligenza tattica più unica che rara soprattutto a questa età, sa muoversi in campo.

Giocatore essenziale nelle proprie giocate (tranne quando cerca il goal in pallonetto, giocata che ho capito piacergli molto… ma tentandone anche io spesso lo capisco!), si sa muovere benissimo sia lungo tutto il fronte d’attacco come seconda punta, che in verticale, attaccando gli spazi e l’area di rigore e dettando il passaggio ai propri compagni.

Una vera e propria pepita per il futuro del calcio Rossonero sì, ma soprattutto Azzurro. Perché in fondo se siamo quattro volte campioni del mondo, al netto della fortissima crisi anche tecnica che sta colpendo il nostro calcio, un motivo ci sarà. Ora però dobbiamo proteggere e valorizzare questo talento. Affinché possa ripetere le grandi prestazioni che sta mettendo in mostra a livello giovanile anche una volta che sarà a tutti gli effetti un professionista (cosa che in realtà formalmente è, avendo già firmato un triennale con il Milan, che lo ha subito blindato onde evitare attacchi e “rapine” dall’estero).Patrick Cutrone

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Byrne (a destra) e Foy (a sinistra): sono loro a segnare i goal decisivi della semi e della finale che consegnano all’Irlanda il titolo di Campionessa Europa under 16 nel 1998

Il primo gennaio del 1998 ero un ragazzino come tanti, reduce da un capodanno passato in famiglia e con una passione che mi bruciava dentro: quella per il calcio.

All’epoca seguivo quanto riuscivo, grazie alle risorse di cui disponevo. Internet non era ancora in auge quanto lo è ora (iniziai proprio qualche mese dopo a navigare, ma la rete era ancora piuttosto grezza e rudimentale rispetto ad oggi) e solo un amore smisurato, quasi folle, mi permetteva di spingermi sempre un passo oltre.

Nemmeno io però, come credo nessun altro al mondo, mi sarei aspettato che quell’anno una piccola nazione anglosassone avrebbe dominato l’Europa.

Perché mentre l’attenzione di tutti era concentrata sui Mondiali di Francia, quelli che videro la nazionale di casa guidata da monsieur Zizou salire per la prima volta sul tetto del mondo, il movimento calcistico giovanile irlandese mise in riga un po’ tutto il continente andando a vincere ben due titoli su tre.

Fatto salvo l’Europeo under 21 – vinto dalla Spagna di Salgado, Angulo, Guti e Valeron – i Boys in Green conquistarono infatti le manifestazioni (all’epoca) under 16 e 18 (oggi diventate under 17 e 19).

L’8 maggio del 1998, giusto ad una settimana dal mio tredicesimo compleanno, l’Irlanda di John O’Shea superò per 2 a 1 – grazie alle reti di Keith Foy e David McMahon – i parietà italiani, conquistandosi una vittoria assolutamente insperata.

La magia però non era destinata a finire lì. Perché Brian Kerr, il coach capace di guidare per la prima volta una rappresentativa irlandese sul tetto d’Europa, non era ancora sazio.

L’incontenibile gioia di Brian Kerr

Incaricato di guidare tutte le nazionali giovanili del suo paese al di sotto dell’under 21, Kerr debuttò in una grande manifestazione al Mondiale under 20 del 1997, dove riuscì a stupire tutti.

Dapprima convocando tre ragazzi provenienti dalla League of Ireland (non limitandosi quindi a pescare tra quelli tesserati per squadre professionistiche inglesi). Poi, soprattutto, centrando un terzo posto assoluto totalmente inaspettato (i Boys in Green dovettero piegarsi in semifinale all’Argentina di Samuel, Cambiasso, Riquelme ed Aimar, poi campione).

L’anno successivo, quindi, l’imposizione all’Europeo under 16. E quella nella categoria under 18.

Una vittoria costruita tassello su tassello dal C.T. nativo di Dublino, che seppe capitalizzare al meglio un gruppo molto determinato e, soprattutto, il talento di quello che diverrà poi il recordman assoluto della nazionale maggiore: Robbie Keane.

La vittoria partì da lontano. Da quel girone qualificatorio disputatosi in Moldavia che vide gli irlandesi imporsi 4 a 2 sull’Azebaigian per poi regolare di misura i padroni di casa in quello che, di fatto, fu lo spareggio che consegnò a Kerr ed ai suoi ragazzi l’accesso al secondo turno.

L’urna fu piuttosto benevola ed accoppiò gli irish alla Grecia, regolata con un 1 a 0 in terra ellenica ed un successivo 2 a 0 casalingo. Una doppia vittoria che regalò all’Irlanda un biglietto per Cipro.

Ancora una volta, l’urna sorrise alla compagine in verde. Che venne inserita nel girone dei padroni di casa assieme a Croazia ed Inghilterra. Un girone non certo semplice ma sicuramente più abbordabile dell’altro, in cui si trovarono a scontrarsi Germania, Portogallo, Spagna e Lituania.

L’inizio col botto, probabilmente, illuse qualcuno, in Irlanda. O meglio, fece credere che il miracolo ottenuto solo due mesi prima dall’under 16 fosse replicabile anche da Keane e compagni.

La gioia incontenibile dei i ragazzi irlandesi: il sogno è diventato realtà

Nella prima gara del gruppo B, disputata contro la Croazia il 19 luglio di quell’anno, i Boys in Green dilagarono: ad aprire e chiudere il match fu Liam George, autore di una doppietta marcata al primo ed al novantesimo minuto. Eppure i croati non regalarono nulla: dopo il raddoppio firmato da Keane arrivarono prima la rete di Deranja e poi il pareggio di Bjelanovic (sì, lo stesso che oggi gioca a Varese, dopo un lungo peregrinare lungo tutto lo Stivale). Nel secondo tempo, però, gli irlandesi dilagarono grazie a Stephen McPhail e Richie Partridge, per un 5 a 2 che sospinse subito gli irlandesi al primo posto davanti ai cugini inglesi e che risulterà poi determinante ai fini della classifica avulsa.

A riportare un po’ tutta Irlanda coi piedi per terra, però, ci pensarono proprio Alan Smith e compagni, che due soli giorni più tardi si imposero per 1 a 0 nello scontro diretto, portandosi ad un solo punto dalla finalissima (all’epoca, infatti, il torneo prevedeva due gironi all’italiana da quattro squadre, con le prime di ogni raggruppamento qualificate direttamente alla finale).

Tutto sembrava perduto. Solo una vittoria – certo non impossibile – ottenuta ai danni di Cipro e soprattutto la contestuale sconfitta inglese contro i croati potevano assegnare, se la differenza reti lo avrebbe perso, l’accesso all’ultimo atto ai Boys in Green.

Eppure il miracolo avvenne: il 23 luglio gli inglesi caddero inopinatamente contro la Croazia (un 3 a 0 che sancì l’eliminazione diretta dei primi, con i secondi qualificati alla finale terzo-quarto posto vinta poi ai rigori contro il Portogallo).
Lo stesso risultato maturò in Irlanda-Cipro: ad aprire le marcature fu Barry Quinn, che al 19esimo incornò bene un preciso cross di Dunne per l’1 a 0. Ad inizio ripresa toccò quindi alla star indiscussa della squadra, Robbie Keane, raddoppiare: una magia disegnata apposta per liberarsi al tiro, scaricato con tutta la forza del proprio destro sotto la traversa, a freddare il malcapitato portiere cipriota. Keane che per non farsi mancare niente a dodici minuti dal termine triplicò, andando a raccogliere un assist di Partridge per depositare poi la sfera in rete con un tocco delizioso.

Ottenuto l’accesso alla finale grazie alla classifica avulsa (Irlanda, Croazia ed Inghilterra terminarono tutte a quota sei punti la prima fase), Kerr ed i suoi ragazzi si prepararono per l’ultimo atto, che li avrebbe consegnati – loro assieme a tutto il paese – alla storia del calcio.

La spedizione irlandese festeggia la vittoria finale

A frapporvisi, un solo avversario. Il più tosto: la Germania di Hildebrand, Kehl e Deisler, autentiche star del calcio giovanile mondiale dell’epoca.

La situazione, nel raggruppamento A, non era molto diversa rispetto a quanto accaduto nel B: tre squadre a 6 punti, coi tedeschi primi grazie alle due spaventose vittorie contro Lituania (7 a 1) e Spagna (4 a 1).

Tedeschi che probabilmente quel 26 luglio del 1998, ovvero giusto due settimane dopo che la Francia seppe liberarsi del Brasile nella finalissima Mondiale del Saint-Denis, si sentivano già un po’ Campioni d’Europa. E che forse percepivano un po’ anche la responsabilità di lavare l’onta di quel pesantissimo 3 a 0 con cui la nazionale maggiore croata aveva, ad inizio mese, spezzato i sogni iridati di un intero popolo.

Beh, non so cosa passò nelle teste dei giovani teutonici quel giorno. So solo che se davvero pensavano di aver vita facile sbagliarono di grosso i propri conti.

I giovani irlandesi non volevano infatti essere da meno rispetto ai propri compatrioti dell’under 16. E arrivati lì non potevano lasciarsi scappare un traguardo così ghiotto, mai raggiunto prima da nessuna rappresentativa under 18 del proprio paese.

Così, per un giorno, Keane e compagni si vestirono da eroi. Perché solo degli eroi potevano respingere le avanzate tedesche, con orde di giovani calciatori galvanizzati dalle prospettive di vittoria ad invadere l’area dei Boys in Green, epici però nel mantenere la propria rete immacolata.

La favola iniziò a concretizzarsi a venti minuti dal termine, quando gli irish passarono in vantaggio: Alan Quinn, subentrato nell’intervallo a Crossley, lancia George sulla destra. La punta nativa di Luton si fa trovare pronto, raccoglie, conduce e serve Keane, che restituisce allo stesso Quinn. Da lui era partita l’azione, con lui doveva concludersi: 1 a 0.

Alan Quinn e Robbie Keane con tanto di trofeo

Il tripudio che ne segue non distrae i Boys in Green, che sfruttano il vantaggio adottando una tattica tipicamente italiana: attendismo e ripartenze. Dare quanto più campo possibile ad avversari resi ciechi dalla foga di trovare il goal del pareggio e provare a colpire in contropiede.

Qualcosa però sembra incepparsi. Qualcuno, probabilmente, avrà pensato che la buona stella degli irlandesi era andata a spegnersi sul più bello.
Keane e George falliscono infatti i goal del possibile knock-out. E a dieci secondi dal termine Andreas Gensler sfrutta un passaggio a vuoto della retroguardia irish e insacca il goal del pareggio, che spedisce le due squadre ai supplementari.

A quel punto tutti sono convinti che sia finita. L’inerzia del match passa spaventosamente dalla parte dei tedeschi. Un pareggio subito proprio a impresa ormai compiuta è una botta morale che distruggerebbe psicologicamente un po’ tutti.

Ma quel giorno l’eroismo, la grinta e la compattezza dei ragazzi di Kerr supera ogni altra cosa. I Ragazzi in Verde si sentono pronti a sovvertire ogni regola non scritta del calcio. E la cosa evidentemente intimorisce Deisler e compagni.

I tempi supplementari passano così senza grandi effetti, andando solo a togliere ulteriori energie ai ventidue in campo.

Ai rigori, la gloria è tutta per Alex O’Reilly. Keane macchia infatti il proprio splendido europeo con un errore dagli undici metri che costerebbe carissimo, se solo l’estremo difensore all’epoca in forza al West Ham non decidesse di disinnescare le conclusioni di Tobias Schaper ed Andreas Voss.

Così dopo le realizzazioni firmate da Casey, Donnelly e Barry Quinn è Liam George a presentarsi sul dischetto: la palla buca la rete, l’Irlanda alza il suo secondo trofeo giovanile nell’arco di settantasei giorni e i sogni corrono subito in avanti.

Liam George e Brian Kerr festeggiano la realizzazione dell’ultimo, decisivo, rigore: la Repubblica d’Irlanda è Campionessa Europa under 18 per la prima volta nella propria storia!

Con Campioni d’Europa come O’Shea, O’Reilly, Quinn, George e soprattutto Robbie Keane dove potrà arrivare, in breve tempo, la nazionale maggiore irlandese?

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CRONACA

La prima azione degna di una certa nota arriva giusto allo scoccare del quarto minuto, quando Tom Pearson, terzino destro in forza all’Academy del Cardiff City, penetra la difesa avversaria con una bella azione personale, crossando una volta arrivato sul fondo ma non riuscendo a conquistare nulla più di un calcio d’angolo.
Per il primo tiro dobbiamo quindi aspettare un minuto e mezzo, quando Daniel Byrnes calcia da fuori non riuscendo però a dare mordente alla sua conclusione.

La prima occasione vera arriva però al nono minuto quando la difesa nordirlandese buca un lancio lungo con Byrnes che si presenta a tu per tu con il portiere avversario, scoccando un pallonetto sul secondo palo che si perde però di poco sul fondo.
Il goal è comunque nell’aria ed arriva poco prima del quarto d’ora quando capitan Morrell calcia una punizione dalla sinistra dell’area di rigore nordirlandese tagliando la palla sul primo palo dove è bravo a piombare, indisturbato, James Graham, che ha buon gioco a girare in rete di testa dimostrando ancora una volta la grande approssimazione della difesa di casa.

Al ventesimo ci sarebbe però un rigore, anche piuttosto solare, a favore dei padroni di casa quando Cian Harries intercetta e mette in angolo un cross proveniente da destra con un braccio. Deviazione non propriamente cercata, ma fallo netto.
I ragazzi guidati da Osian Roberts però reagiscono immediatamente. Così il lancio filtrante di Lloyd Humphries si trasforma in un assist interessante per Connor Lemoneigh-Evans, che è però contrato bene dall’uscita – non poco spericolata, di Brett Long, estremo difensore nordirlandese in forza al St. Patrick’s College di Belfast.

Padroni di casa che di tanto in tanto provano a tirare la testa fuori dal proprio guscio. Come al ventiseiesimo quando Andrew Hoey, numero 10 sulle spalle, dà un saggio di bravura con una bella veronica a saltare due avversari per poi scaricare al limite ad un compagno, la cui conclusione è però deviata in angolo.
Un minuto e sarà ancora una volta il fantasista del City of Armagh HS a farsi notare, con una bella conclusione da fuori. Che non metterà però in grande difficoltà Lewis Thomas, ben posizionato.

La loro prima grande occasione i ragazzi allenati da Desi Curri la costruiscono alla mezz’ora, quando Morrell perde una palla sanguinosissima nella propria metà campo e Law, abile a rubargliela, mette in movimento Jordan Thompson, il cui sinistro è però chiuso in angolo da Thomas.
Proprio sugli sviluppi del corner altro brivido per gli ospiti, con una palla che fa flipper in area venendo alzata sopra la traversa dal provvidenziale intervento di Harries, terzino sinistro di proprietà del Coventry City.

Per provare a contenere il ritorno dei padroni di casa i gallesi cercano di rifarsi vivi dalle parti di Long con Daniel James, che parte bene in contropiede dando fondo a tutta la sua velocità per portarsi in area e concludere in diagonale, trovando però la pronta respinta del portiere avversario.
Padroni di casa che provano a farsi vedere nuovamente dalle parti di Thomas al quarantesimo quando Mark Edgar effettua un bel filtrante in favore di Stephen Fallon che taglia alle spalle della difesa per raggiungere la sfera, trovandosi poi però in posizione defilata e sprecando l’occasione con un passaggio verso il centro facilmente fatto proprio dai centrali gallesi. Azione che, di fatto, chiude il primo tempo al Ballymena Showgrounds.

La ripresa inizia su ritmi più blandi e ci vogliono nove minuti prima di vedere un’azione degna di nota. E che azione. Daniel James, ala destra molto interessante in forza all’Hull City, prende palla prima della trequarti, parte in progressione palla al piede e spara in diagonale da fuori, cogliendo però la base del palo.
Al cinquantaquattresimo arriva però il pareggio nordirlandese: Hoey riceve palla al limite, supera in velocità Graham per poi bucare l’uscita di Thomas con un colpo non irresistibile ma efficace.

Irlanda del Nord piuttosto attiva che intorno all’ora di gioco prova a colpire nuovamente con Ben Doherty che crossa da sinistra in favore del solito Hoey, che però non riesce ad impattare la sfera.
L’occasionissima però al sessantaquattresimo quando Fallon effettua un ottimo lancio filtrante per Jonathan Smith che, grazie al buco di Graham impossibilitato a raggiungere il pallone, si presenta a tu per tu con Thomas, non riuscendo però a superare l’estremo difensore gallese, bravo a restare in piedi fino all’ultimo.

Fallon che proprio sul finire del match prova a risolvere le cose da par suo, con un’azione personale grazie alla quale salta, non senza fortuna, tre avversari per entrare in area e calciare. Alto.

COMMENTO

E’ questa iniziativa a chiudere una partita che poter essere dominata dal Galles ma che, piano piano, la Nord Irlanda ha saputo addomesticare fino ad arrivare sicuramente a meritare il pareggio, fors’anche qualcosa di più.

Diversi i giocatori piuttosto interessanti visti in campo oggi, anche se posta la giovanissima età (parliamo di under16 ovvero classe 1997) difficilissimo dire dove potranno arrivare, essendo ancora così lontani da anche solo una minima maturità fisico-atletica in primis ma anche tecnico-tattica.

Qualche nome è comunque giusto sottolinearlo.

Partendo dagli ospiti, che hanno messo in mostra i buoni mezzi di Daniel James, ala destra in forza all’under16 dell’Hull City. Velocità discreta, buon dribbling, tanta caparbietà. Bale e Giggs probabilmente alla stessa età erano su di un altro pianeta, ma crescendo bene potrà sicuramente vestire la maglia della nazionale fino ad arrivare a quella maggiore.

Bene anche Daniel Byrnes, che dopo aver messo a ferro e fuoco la difesa inglese in un precedente match di Victory Shield è partito alla grande anche stasera, per poi andare un po’ spegnendosi fino ad uscire anzitempo dal campo causa crampi. In forza all’Oldham Athletic, è forse il giocatore dotato di maggior talento.

Bene anche il capitano, Joseff Morrell, che ha messo in mostra un piedino interessante.

Il giocatore però forse più pronto a giocare sotto età in una categoria superiore è Lloyd Humphries, mediano del Cardiff City (che alla squadra di stasera dava cinque giocatori tra campo e panchina) arcigno, tatticamente non così sprovveduto e soprattutto in possesso di un’ottima capacità di tackle.

Le individualità più interessanti, insomma, erano proprio tra gli ospiti. Perché i padroni di casa hanno messo in mostra un grandissimo collettivo, affiatato e determinato, ma qualcosa in meno a livello di singoli.

Sicuramente qui la palma va ad Andrew Hoey del City of Armagh HS. E’ indubbiamente il giocatore tecnicamente più dotato tra i suoi.

Interessante comunque anche Stephen Fallon del De La Salle College, con un talento sopra la media (bassina, va detto) di questa Irlanda del Nord. Fallon che lontano dalla nazionale tira calci ad un pallone nella stessa squadra di Seanna Foster, terzino destro dalla buona spinta. Buona da intendersi più a livello quantitativo che qualitativo, almeno per ora.

Infine menzione anche per Jonathan Smith, che nonostante metta in mostra grande approssimazione là davanti è comunque generosissimo, corre per quattro e prova a tenere in apprensione la difesa anche da solo.

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CRONACA

E’ subito l’Italia, cui bastano due risultati su tre per aggiudicarsi la vittoria del torneo, a farsi vedere in avanti: dopo cinquantratre soli secondi di gioco, infatti, arriva la prima conclusione a rete: a portarla è Cannataro, che calcia però sul fondo con poca convinzione una palla che sarebbe potuta essere gestita meglio.
Il mediano Nerazzurro si rifà quindi tre minuti più tardi quando dopo aver ricevuto palla da Mattiello va a scodellare il pallone in area con un bellissimo lancio a smarcare Petagna, colto però in posizione di fuorigioco.

E’ ancora Cannataro, all’ottavo minuto di gioco, che si porta al tiro: il solito Mattiello effettua un’azione insistita per poi liberare proprio il compagno di squadra al limite dell’area, il cui tiro non sarà però all’altezza delle aspettative e si spegnerà sul fondo.
Al nono si fa finalmente vedere l’Ucraina: Bilonog se ne va sulla destra e crossa in mezzo laddove Bedrov incorna in tuffo, impegnando Lezzerini, fresco di convocazione in under 17, in una pronta risposta a mettere palla in angolo.

Al quarto d’ora bella verticalizzazione di Velocci per Petagna, colto però, ancora una volta, in posizione irregolare. La punta Rossonera ci prova quindi un minuto più tardi, ma la sua conclusione da dentro l’area è respinta dal portiere, che gli sbarra la strada per il goal in faccia e disinnesca la sua conclusione di piatto.
Sul fronte opposto è invece Lazarovich a calciare di mezzo collo interno da fuori provando a siglare la rete del vantaggio ma riuscendo solo ad esaltare le grandi qualità del portiere Azzurrino.

Poco prima del ventesimo occasione interessante per i nostri ragazzi: Rosa Gastaldo batte un corner sul fronte sinistro del nostro attacco scodellando la palla in mezzo dove è raggiunta da Petagna, ostacolato però da un difensore ucraino. Il rimpallo che ne esce favorisce quindi la deviazione, sempre di testa, di Mattiello, che venendo però disturbato da un avversario non riuscirà a dare forza alla propria conclusione, facilitando l’intervento di Stavickyy.
Estremo difensore ucraino che al ventiduesimo salva la propria porta: bellissimo il lancio di Rosa Gastaldo che libera Petagna a tu per tu con lo stesso Stavickyy, bravo ad uscirgli sui piedi respingendo il suo tiro di interno. Occasionissima divorata per il centravanti Rossonero, poco freddo in quest’occasione.

Ed è proprio qui che arriva l’inaspettato vantaggio ucraino: azione confusa in area con Gabelok che riceve palla e fa partire un pallonetto un po’ casuale sul secondo palo, con cui scavalca Lezzerini e firma l’1 a 0.

Italia che prova però subito a reagire: Petagna riceve, stoppa e calcia dal limite, sfiorando solo la traversa della porta difesa da Stavickyy.
Alla mezz’ora torna a farsi rivedere l’Ucraina: Sobol scende sulla sinistra e crossa cercando Tishenko, che è però anticipato elegantemente da Penna, bravo – e forse un po’ avventato – a stoppare palla in area piccola per poi ricacciarla lunga, spazzando l’area stessa.

Gli Azzurrini pareggiano al trentatreesimo, ma l’arbitro annulla tutto per fuorigioco: Velocci scende centralmente in situazione di superiorità numerica rischiando di perdere il pallone, di cui riesce a mantenerne il possesso solo dopo la vittoria di un rimpallo. Subito dopo, quindi, serve Petagna, che questa volta metterà il pallone in rete. Al momento del tiro, però, l’arbitro aveva già fischiato la sua posizione irregolare, tanto che Stavickyy non si era nemmeno mosso per provare a disinnescare la conclusione della punta Azzurra. Rien a faire.

Il tutto, in realtà, è solo rimandato al trentacinquesimo: lo stesso Velocci, questa volta, servirà bene Mattiello che andrà  a stoppare il pallone per mettere poi il proprio corpo tra lo stesso ed il diretto avversario, presentandosi quindi a tu per tu col portiere ucraino per batterlo con un tocco sotto misura che riequilibra le sorti della gara.

Dopo il pareggio arriva l’immediata reazione dell’Ucraina: Bilonog scende a destra e centra un cross basso che viene sbucciato da Del Fabro. Il pallone, quindi, finisce giusto al limite dell’area, là dove viene colpito con relativa potenza ed ancor meno precisione da Gabelok, che mette palla a lato.
Un altro paio di minuti e Somma commette un errore su di un lancio lungo spianando la strada a Tishenko, incapace però, col suo diagonale, di trovare la porta.

Il goal è comunque nell’aria ed arriva in chiusura di primo tempo: Bilonog è lanciato in velocità tra le maglie della difesa avversaria e buca Lezzerini in uscita.

Quattro minuti dall’inizio della ripresa ed arrivare la terza rete ucraina: Tishenko centra palla per Bedrov che calcia di prima intenzione, smarcatissimo, apponendo il suo nome sul tabellino.

Italia che però reagisce subito: Mira conquista un corner da cui nasce una conclusione potente di Petagna, che è però disinnescata da Stavickyy.
Poco più tardi Rosa Gastaldo mette in movimento Velocci, che è però chiuso prontamente da Kacharaba.

E’ però un’Ucraina più pimpante rispetto alla nostra nazionale, quella scesa in campo nella ripresa. Dapprima Tishenko mette in crisi la nostra difesa, centrando un pallone liberato male da Rondanini, poi, proprio sulla palla spazzata corta dal terzino destro Azzurro, è Gabelok a provarci dal limite, trovando la pronta risposta di Lezzerini.

La partita, a questo punto, cala un po’ di intensità. Essendo la terza in una settimana, del resto, non poteva che essere altrimenti: la stanchezza si fa sentire.

Al ventiquattresimo uno svarione difensivo di Penna spiana la strada a Bilonog che s’invola in area e, tutto solo, si para davanti a Lezzerini. Il suo tiro non è però assolutamente all’altezza della situazione e viene parato dall’ottimo Lezzerini, che si distende alla sua sinistra parando ad una mano sola la conclusione dell’esterno in maglia gialla.
Tre minuti più tardi altra azione insistita da parte dell’Ucraina con Karetnik che conclude a rete dal limite trovando però la pronta risposta di Rondanini, che si tufferà di testa sostituendosi a Lezzerini respingendo la conclusione in rimessa laterale.

L’Italia potrebbe rendere meno pesante il passivo al trentacinquesimo quando Mira libera Frugoli in area che temporeggia però troppo a lungo, favorendo l’intervento di Kacharaba, bravo a chiudere in angolo, in scivolata, la conclusione d’interno destro effettuata dalla punta empolese.
Tre minuti più tardi è invece Del Fabro, con una conclusione in diagonale al volo, a cercare la rete, anche in questo caso la palla è però deviata in corner da un difensore.

A partita ormai chiusa Stavickyy effettua un intervento errato su cross morbido di Rondanini, rischiando un autogoal ma riuscendo a salvarsi poco prima che la palla varchi la linea di porta.
Match che si chiude quindi sul 3 a 1 per gli Ucraini.

COMMENTO

Avere a disposizione due risultati su tre e non riuscire a gestire la cosa.

Peccato davvero, perché l’inizio di partita era stato ottimo e aveva fatto davvero ben sperare. Ma in generale un po’ per tutto il primo tempo a meritare qualcosa in più erano stati i nostri ragazzi, incapaci però di sfruttare, soprattutto con Petagna, le numerose azioni create.

A fare la differenza sono state probabilmente due cose: il goal del 2 a 1 firmato proprio in chiusura di primo tempo e la maggior stanchezza accusata dai nostri ragazzi rispetto ai giocatori ucraini.

Certo che è un peccato, in particolar modo, disputare ben due match senza subire una rete, pur trovandosi a dover tenere a bada alcune ottime individualità, per poi crollare nel corso della partita decisiva, subendo ben tre reti.

E’ stato comunque un’occasione importante per maturare per questi ragazzi, che tra un anno, almeno in buona parte, si troveranno a dover cercare una qualificazione all’Europeo under 17 del 2012.

Ucraini che, di contro, battendo gli Azzurri – e con la contemporanea vittoria dell’Eire sulla Danimarca – vincono quindi questo primo Torneo Internazionale Città di Latina.
Solo terzo posto finale, invece, per i nostri ragazzi.

MVP

Tishenko e Bilonog hanno messo più volte in difficoltà la nostra difesa, dimostratasi così rocciosa nei primi due match. Va a loro, quindi, la palma di migliori in campo per oggi.

TABELLINO

Italia vs. Ucraina 1 – 3
Marcatori: 23′ Gabelok, 35′ Mattiello, 40′ Bilonog, 4′ s.t. Bedrov
Italia: Lazzerini, Rondanini, Del Fabro, Somma (1’ st Cretella – 16’ st Giordano), Mattiello, Rosa Gastaldo, Cannataro (1’ st Mira), Penna, Perrone (33’ st Frugoli), Petagna, Velocci. A disp.: Perilli, Paramatti, Cristante, Frugoli, Giordano. All.: Rocca
Ucraina: Stavickyy, Kacharaba, Burda, Vetrov, Kuzik, Tichschenko (22’ st Shchichka), Lazarovich, Sahaydak, Yastrub (12’ st Karetnik), Gabelok, Bilonog 40’ st Sytenkyy). A disp.: Sarnavskyy, Sheyka, Rusyn. All.: Annekov
Arbitro: Cafari panico di Cassino. Assistenti: Cipolloni Belmonte di Frosinone. Quarto uomo: Soricaro di Barletta
Ammoniti: Penna, Burda

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CRONACA

L’inizio del match non è dei migliori, da parte di entrambe le squadre: tanto i giovani italiani quanto i parietà danesi, infatti, dimostrano subito di essere molto confusionari in campo, tenendo poco le posizioni e finendo col creare situazioni caotiche in mezzo al campo.

Le occasioni stentano quindi ad arrivare.
La prima degna di nota arriva infatti solo dopo tredici minuti di gioco quando Jensen batte una punizione sull’out destro dell’attacco ospite calciando direttamente in porta e costringendo l’estremo difensore Azzurro Luca Lezzerini a tuffarsi sul primo palo per deviare in angolo il pallone.
Gli Azzurrini, quindi, si scuotono e rispondono due soli minuti più tardi quando Mattiello ruba palla sulla destra a Blabjerg per penetrare in area e cercare la porta difesa da Nybo, senza però riuscire a trovarla. Occasione sprecata, quindi, per l’esterno Azzurro, che ad un comodo appoggio per Giordano o Frugoli preferisce la conclusione personale, risultata poi fuori misura.
Un solo minuto ed è il figlio di Bruno Giordano, Rocco, a provarci da fuori: il suo mancino si spegne però a lato.

Al ventunesimo bell’azione costruita dai nostri ragazzi: da una rimessa laterale battuta sull’out sinistro il pallone viene spedito in direzione di Frugoli che però anziché provare a controllare il pallone lo lascia sfilare, attuando una sorta di blocco sul diretto marcatore per evitare che questi possa arrivare sul pallone, di modo che finisca preda di Giordano. L’attaccante Biancoceleste entra quindi in area, ma viene chiuso dalla difesa danese; il rimpallo fa quindi terminare palla allo stesso Frugoli, il cui destro a giro beffa Nybo ma sfiora solo il secondo palo.
Il ritmo sale: due minuti e sono i danesi a farsi vedere con Victor Nielsen che scende sulla destra calciando con potenza ma trovando la pronta risposta del sempre attento Lezzerini, la cui deviazione fa terminare palla in mezzo all’area là dove è controllata con la mano da Victor Jensen, che spreca l’occasione di ribattere a rete a botta sicura.

Danesi che tornano a farsi vedere al ventisettesimo: azione manovrata per i ragazzini in maglia rossa che liberano al tiro Blabjerg, terzino sinistro della formazione nordica. Il suo mancino, però, non mette in grande apprensione Lezzerini, che si rifugia in angolo.
Sugli sviluppi del corner bel gesto tecnico di Victor Nielsen che taglia sul primo palo prolungando la traiettoria del pallone con un pregevolissimo colpo di tacco su cui interviene però la difesa Azzurra, brava a liberare l’area di rigore spazzando la sfera.

Nel momento migliore degli ospiti i padroni di casa reagiscono con carattere: al trentaquattresimo Giordano riceve al limite, fa secco il diretto marcatore con un tocco e scocca un bel tiro di mezzo collo sinistro che impegna Nybo in una grande parata a levare il pallone giusto da sotto la traversa.
Ma vicinissima al goal la nostra rappresentativa giovanile ci va ancora di più sugli sviluppi del corner che ne segue: palla che piomba in area dalla destra dell’out offensivo Azzurro con Mattiello che, dal limite dell’area piccola, la gira sul secondo palo, sfiorandolo di pochi centimetri.

Poco più tardi i danesi provano a fare nuovamente capolino dalle parti di Lezzerini quando Jensen parte in contropiede convergendo in area da sinistra ma venendo fermato dall’ottimo intervento di Lorenzo Paramatti, altro figlio d’arte in forza all’attuale under 16 guidata da Salerno, che lo chiude con tempismo e prontezza in corner.

La ripresa si apre come s’era chiusa la prima frazione di gioco: al secondo minuto è infatti subito la Danimarca a mettersi in mostra, con Victor Jensen che impegna Lezzerini in una grande parata con tanto di deviazione a scheggiare la traversa e mettere la palla in angolo per l’estremo difensore di proprietà della Fiorentina.
Un altro paio di minuti e Mikkel Jensen buca la difesa Azzurra sulla sinistra per vedersi però chiudere lo specchio di porta da Lezzerini. Altri sessanta secondi e la difesa italiana pasticcia clamorosamente spianando la via della rete allo stesso Jensen, che spara però clamorosamente alta la palla dell’1 a 0.

Col passare dei minuti, però, l’Italia esce bene e passa al quattordicesimo minuto: Giordano prende palla prima della trequarti e dopo essersi allargato sulla sinistra taglia verso il centro per arrivare a pochi metri dall’area di rigore e servire, con un tocco d’esterno sinistro, Tiberio Velocci. La punta genoana, quindi, stopperà palla girandosi in un fazzoletto di terra per freddare poi senza appello il malcapitato Nybo, che non potrà fare assolutamente nulla per impedire al nostro baby-bomber di firmare la rete dell’1 a 0.

I danesi accusano psicologicamente la botta del vantaggio Azzurro, e tirano istintivamente i remi in barca. I nostri ragazzi quindi ne approfittano e al ventiduesimo minuto tornano vicini alla rete: Rosa Castaldo batte una punizioni dal lato sinistro dell’area avversaria tagliando tutto lo specchio di porta senza che prima Giordano, di tacco, poi Mattiello, sotto misura, riescano a girare in porta il pallone, allontanato approssimativamente dalla difesa danese e recuperato al limite da Cristante, il cui destro di prima intenzione verrà però contrato da un avversario, non potendo quindi bucare nuovamente la rete danese.

Ospiti che ci mettono un quarto d’ora a rimettersi in carreggiata, ma una volta riuscitici tornano a macinare gioco. Al ventisettesimo, quindi, Mikkel Jensen calcia dal limite dell’area verso la porta Azzurra, trovando però ancora una volta un attentissimo Lazzerini a negargli la via della rete.
Italia che si salverà anche un paio di minuti più tardi sul destro a botta sicura di Knudsen. In questo caso, però, non sarà l’estremo difensore Viola a salvare il risultato in quanto arriverà il provvidenziale intervento di Rondanini a respingere il piattone del forte centrocampista danese.

Italia che tornerà a farsi vedere attorno al trentacinquesimo minuto, quando Velocci, autore del goal del vantaggio, metterà in mostra tutta la sua velocità palla al piede lanciandosi in contropiede per infilarsi in area, rientrare sul destro liberandosi del diretto marcatore e calciare di poco a lato con un bel tiro a giro d’interno.

Ultimi dieci minuti che scorreranno senza grandissimi sussulti, fatto salva l’espulsione di Wohlgemuth, con i nostri ragazzi che riusciranno quindi a difendere la prima vittoria in questo primo Torneo Internazionale di Latina.

COMMENTO

E’ un’Italia discreta quella che scende in campo a Latina per il proprio esordio assoluto. Perché la prima giornata del primo Torneo Internazionale di Latina segna il primo atto dell’under 16 italiana targata 1995.

Un primo atto buono, dicevamo, contro un avversario tutt’altro che morbido.

Introduciamo quindi il discorso parlando della Danimarca: forse non bisseranno la vittoria europea ottenuta nel 1992 da Schmeichel e compagni ma anche i baby Knudsen, Nielsen (entrambi) e Jensen potranno dire la loro anche tra i grandi, un giorno.
Livello tecnico medio piuttosto buono, infatti, per la nazionale nordica, con i giocatori succitati a rappresentare la creme di una squadra fisicamente ed atleticamente superiore a quella Azzurra.

Danesi che non demeritano quindi assolutamente, disputando un match a viso aperto che li porta in più di un’occasione ad impensierire l’ottimo Lezzerini.

I nostri ragazzi però, di contro, dimostrano di avere proprio nella fase difensiva l’arma in più. Ma del resto questa è un po’ la caratteristica storica e dominante del nostro calcio.
Nonostante abbiano solo quindici anni, comunque, Paramatti e compagni costituiscono una linea difensiva davvero molto ben organizzata, che lascia pochissimi spazi ai temibili attaccanti danesi. E quando, quelle poche volte, i nostri avversari arrivano al tiro è il Viola Lezzerini ad impedire loro di trovare la rete, con parate degne dei tanti numeri uno che in passato hanno indossato la maglia Azzurra.

Quindici anni sono certo pochi per dire dove potranno arrivare questi ragazzi ed è probabilissimo che alcuni – se non molti – dei giocatori che ho avuto il piacere di vedere all’opera in questo match non mi ricapiterà di vederli indossare la maglia Azzurra anche una volta che non avranno più l’età per essere convocati in una nostra rappresentativa giovanile.
Tanto quanto qualcuno non riuscirà a giocare ad alti livelli c’è altresì da dire che vi sarà chi riuscirà, invece, ad approdare, un giorno, in Serie A. Ed in questo senso cose positive sono state fatte vedere non solo dai danesi citati in precedenza, ma anche da diversi nostri ragazzi.

Buona la prima, quindi.
E buona fortuna a loro, cui va il mio augurio di un futuro che possa essere quanto più radioso possibile.

MVP

Difficile individuare un solo giocatore, farò quindi tre nomi di ragazzi che mi hanno ben impressionato (oltre a quelli dei danesi già citati, per cui approdare nella loro massima divisione sarà sicuramente meno complicato che per i nostri ragazzi): Lorenzo Paramatti, Rocco Giordano, Tiberio Velocci.

Il primo è uno dei tre figli d’arte di questa nazionale (gli altri sono proprio Rocco Giordano e Michele Somma): terzino destro attualmente in forza all’Inter, squadra nella quale è sbarcato in estate provenendo dal Bologna, è giocatore dotato di ottimo senso della posizione e tempestività nelle chiusure. Qualità importantissime per provare a ripercorrere, magari anche migliorando, la carriera di papà Michele.

Il secondo è un altro dei tre figli d’arte di questa nazionale: seconda punta mancina, Giordano ha un ottimo controllo nello stretto ed una buonissima sensibilità di piede. Proprio da una sua iniziativa è nato il goal vittoria: occhi puntati su di lui.

Il terzo, infine, è una punta attualmente in forza al Genoa, laddove gioca col gemello Giovanni: punta molto rapida, è dotato di grandissimo fiuto del goal. Vedremo se riuscirà a ripetersi nel prosieguo del torneo.

TABELLINO

Italia vs. Danimarca 1 – 0
Marcatori: 14’ st Velocci
Italia: Lezzerini, Paramatti, Rondanini (34’ st Penna), Del Fabro, Somma, Mattiello, Rosa, Cannataro (20’ st Cristante), Frugoli (1’ st Velocci), Giordano, Mira (12’ st Perrone). A disp.: Perilli, Perrone, Cretella, Petagna. All.: Salerno
Danimarca: Nybo, Crone, Tramberg, Andersen, Blabjerg, Wohlgemuth, Felfel (12’ st Hojbjerg), Knudsen, Nielsen V., Nielsen M. (24’ st Hjulsager), Jensen (31’ st Solberg). A disp.: Jorgensen, Thomsen, Hansen, Rasmussen. All.: Frank
Arbitro: Valente di Roma. Assistenti: Passero e Tiberzi di Roma. Quarto uomo: Castignana di Brindisi
Note: Al 42’ st Espulso Wohlgemuth per gioco falloso

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Martedì 12 ottobre 2010, data nefasta per il calcio giovanile italiano.
Questa data verrà infatti ricordata a lungo come quella in cui la nazionale under 21 mancherà la qualificazione ad un Europeo di categoria dopo anni ed anni andando a perdere incredibilmente per 3 a 0 in Bielorussia.

Nel contempo, però, martedì 12 ottobre è stata altresì una giornata molto positiva per il calcio giovanile italiano. Perché di tre rappresentative nazionali impegnate in un match ben tre di questi hanno riportato una vittoria. Oltre a quella raggiunta dall’under 19 di Daniele Zoratto in lettonia di cui ho parlato nel post precedente sono infatti altresì arrivate le vittorie dell’under 16 e dell’under 20, rispettivamente nel torneo Internazionale di Latina e nel Torneo Quattro Nazioni.

L’under 16 di Pasquale Salerno ha infatti riportato una vittoria per 1 a 0 in quel di Latina, laddove era impegnata in un match valevole per il 1° Torneo Internazionale della città dedicato alla memoria dell’ex dirigente FIGC Michele Pierro.

Azzurrini capaci di imporsi in un match molto combattuto in cui non sono mancate occasioni da una parte e dall’altra.
A provarci sono un po’ tutti: Giordano (Rocco, figlio d’arte, sì), Frugoli, Mattiello e Cristante da una parte, Victor Nielsen, Knudsen, Mikkel Jensen e Victor Jensen dall’altra.

Partita equilibrata, dicevamo, vinta grazie ad una rete realizzata dal quindicenne Tiberio Velocci, giovane punta nativa di Sermoneta (guarda caso cittadina della provincia di Latina) attualmente in forza ad una delle formazioni giovanili del Genoa, laddove gioca con il fratello gemello Giovanni.
Subentrato ad inizio ripresa al giovane Frugoli, infatti, il baby Rossoblù decide da par suo il match al quattordicesimo della ripresa quando dopo aver ricevuto palla in area da Giordano si gira nello stretto e colpisce il pallone mandandolo, imparabile, alle spalle di Nybo, portiere danese.

Buona vittoria, quindi. Per quanto, è giusto dirlo, i danesi meritassero il pareggio. Basti pensare all’occasione sprecata da Mikkel Jensen che calcerà alto a due passi da Lezzerini o al miracolo dello stesso estremo difensore Azzurro bravo a chiudere in angolo un gran tiro dello stesso Jensen. Portiere Azzurro che in precedenza era anche stato capace di negare la rete all’altro Jensen, deviando una sua conclusione da fuori sulla traversa, e che era stato poi aiutato da Rondanini quando, battuto, aveva trovato l’intervento del compagno a salvare sulla linea un goal già fatto, negando a Knudsen la gioia del goal del pareggio.

Nazionale under 16 che tornerà quindi in campo giovedì allorquando affronterà i parietà irlandesi capaci di battere, nel corso della prima giornata, i ragazzi ucraini per 1 a 0.

L’under 20 era invece impegnata in quel di Cervia in un match valido per la seconda giornata dell’ormai decennale torneo Quattro Nazioni.
Dopo la sconfitta subita nel corso della prima giornata contro l’esordiente Polonia (che da quest’anno prenderà il posto dell’Austria, ritiratasi dal Torneo) per mano del diciannovenne Adrian Blad, centrocampista dello Zagłębie Lubin, gli Azzurrini guidati dal tecnico Federale Antonio Rocca hanno asfaltato i parietà elvetici con un bel 3 a 0.

Inizio sprint per i nostri ragazzi, in vantaggio dopo tre soli minuti di gioco: a firmare la rete dell’1 a 0 è Manolo Gabbiadini, giovane punta cresciuta nel settore giovanile atalantino abile a sfruttare l’assist di Misuraca, arrivato al termine di un’azione personale sulla sinistra. Altri quattro minuti e la stellina bergamasca raddoppia: lancio del Viola Taddei e conclusione vincente scoccata, ancora una volta dal vertice sinistro dell’area di rigore, dalla punta attualmente in forza al Cittadella.

A chiudere i giochi ci pensa quindi Luca Caldirola: il giovane difensore mancino di scuola Nerazzurra attualmente in prestito agli olandesi del Vitesse di Arnhem trova infatti la via della rete direttamente su calcio di punizione, mettendo la firma su di un 3 a 0 che non lascia scampo ai cugini.

Italia che sarà ora impegnata il diciassette novembre prossimo in un match contro i capoclassifica tedeschi, attualmente a punteggio pieno dopo il 3 a 2 svizzero e l’1 a 0 polacco.

TABELLINO UNDER 16

Italia vs. Danimarca 1 – 0
Marcatori: 14’ st Velocci
Italia: Lezzerini, Paramatti, Rondanini (34’ st Penna), Del Fabro, Somma, Mattiello, Rosa, Cannataro (20’ st Cristante), Frugoli (1’ st Velocci), Giordano, Mira (12’ st Perrone). A disp.: Perilli, Perrone, Cretella, Petagna. All.: Salerno
Danimarca: Nybo, Crone, Tramberg, Andersen, Blabjerg, Wohlgemuth, Felfel (12’ st Hojbjerg), Knudsen, Nielsen V., Nielsen M. (24’ st Hjulsager), Jensen (31’ st Solberg). A disp.: Jorgensen, Thomsen, Hansen, Rasmussen. All.: Frank
Arbitro: Valente di Roma. Assistenti: Passero e Tiberzi di Roma. Quarto uomo: Castignana di Brindisi
Note: Al 42’ st Espulso Wohlgemuth per gioco falloso

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