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Byrne (a destra) e Foy (a sinistra): sono loro a segnare i goal decisivi della semi e della finale che consegnano all’Irlanda il titolo di Campionessa Europa under 16 nel 1998

Il primo gennaio del 1998 ero un ragazzino come tanti, reduce da un capodanno passato in famiglia e con una passione che mi bruciava dentro: quella per il calcio.

All’epoca seguivo quanto riuscivo, grazie alle risorse di cui disponevo. Internet non era ancora in auge quanto lo è ora (iniziai proprio qualche mese dopo a navigare, ma la rete era ancora piuttosto grezza e rudimentale rispetto ad oggi) e solo un amore smisurato, quasi folle, mi permetteva di spingermi sempre un passo oltre.

Nemmeno io però, come credo nessun altro al mondo, mi sarei aspettato che quell’anno una piccola nazione anglosassone avrebbe dominato l’Europa.

Perché mentre l’attenzione di tutti era concentrata sui Mondiali di Francia, quelli che videro la nazionale di casa guidata da monsieur Zizou salire per la prima volta sul tetto del mondo, il movimento calcistico giovanile irlandese mise in riga un po’ tutto il continente andando a vincere ben due titoli su tre.

Fatto salvo l’Europeo under 21 – vinto dalla Spagna di Salgado, Angulo, Guti e Valeron – i Boys in Green conquistarono infatti le manifestazioni (all’epoca) under 16 e 18 (oggi diventate under 17 e 19).

L’8 maggio del 1998, giusto ad una settimana dal mio tredicesimo compleanno, l’Irlanda di John O’Shea superò per 2 a 1 – grazie alle reti di Keith Foy e David McMahon – i parietà italiani, conquistandosi una vittoria assolutamente insperata.

La magia però non era destinata a finire lì. Perché Brian Kerr, il coach capace di guidare per la prima volta una rappresentativa irlandese sul tetto d’Europa, non era ancora sazio.

L’incontenibile gioia di Brian Kerr

Incaricato di guidare tutte le nazionali giovanili del suo paese al di sotto dell’under 21, Kerr debuttò in una grande manifestazione al Mondiale under 20 del 1997, dove riuscì a stupire tutti.

Dapprima convocando tre ragazzi provenienti dalla League of Ireland (non limitandosi quindi a pescare tra quelli tesserati per squadre professionistiche inglesi). Poi, soprattutto, centrando un terzo posto assoluto totalmente inaspettato (i Boys in Green dovettero piegarsi in semifinale all’Argentina di Samuel, Cambiasso, Riquelme ed Aimar, poi campione).

L’anno successivo, quindi, l’imposizione all’Europeo under 16. E quella nella categoria under 18.

Una vittoria costruita tassello su tassello dal C.T. nativo di Dublino, che seppe capitalizzare al meglio un gruppo molto determinato e, soprattutto, il talento di quello che diverrà poi il recordman assoluto della nazionale maggiore: Robbie Keane.

La vittoria partì da lontano. Da quel girone qualificatorio disputatosi in Moldavia che vide gli irlandesi imporsi 4 a 2 sull’Azebaigian per poi regolare di misura i padroni di casa in quello che, di fatto, fu lo spareggio che consegnò a Kerr ed ai suoi ragazzi l’accesso al secondo turno.

L’urna fu piuttosto benevola ed accoppiò gli irish alla Grecia, regolata con un 1 a 0 in terra ellenica ed un successivo 2 a 0 casalingo. Una doppia vittoria che regalò all’Irlanda un biglietto per Cipro.

Ancora una volta, l’urna sorrise alla compagine in verde. Che venne inserita nel girone dei padroni di casa assieme a Croazia ed Inghilterra. Un girone non certo semplice ma sicuramente più abbordabile dell’altro, in cui si trovarono a scontrarsi Germania, Portogallo, Spagna e Lituania.

L’inizio col botto, probabilmente, illuse qualcuno, in Irlanda. O meglio, fece credere che il miracolo ottenuto solo due mesi prima dall’under 16 fosse replicabile anche da Keane e compagni.

La gioia incontenibile dei i ragazzi irlandesi: il sogno è diventato realtà

Nella prima gara del gruppo B, disputata contro la Croazia il 19 luglio di quell’anno, i Boys in Green dilagarono: ad aprire e chiudere il match fu Liam George, autore di una doppietta marcata al primo ed al novantesimo minuto. Eppure i croati non regalarono nulla: dopo il raddoppio firmato da Keane arrivarono prima la rete di Deranja e poi il pareggio di Bjelanovic (sì, lo stesso che oggi gioca a Varese, dopo un lungo peregrinare lungo tutto lo Stivale). Nel secondo tempo, però, gli irlandesi dilagarono grazie a Stephen McPhail e Richie Partridge, per un 5 a 2 che sospinse subito gli irlandesi al primo posto davanti ai cugini inglesi e che risulterà poi determinante ai fini della classifica avulsa.

A riportare un po’ tutta Irlanda coi piedi per terra, però, ci pensarono proprio Alan Smith e compagni, che due soli giorni più tardi si imposero per 1 a 0 nello scontro diretto, portandosi ad un solo punto dalla finalissima (all’epoca, infatti, il torneo prevedeva due gironi all’italiana da quattro squadre, con le prime di ogni raggruppamento qualificate direttamente alla finale).

Tutto sembrava perduto. Solo una vittoria – certo non impossibile – ottenuta ai danni di Cipro e soprattutto la contestuale sconfitta inglese contro i croati potevano assegnare, se la differenza reti lo avrebbe perso, l’accesso all’ultimo atto ai Boys in Green.

Eppure il miracolo avvenne: il 23 luglio gli inglesi caddero inopinatamente contro la Croazia (un 3 a 0 che sancì l’eliminazione diretta dei primi, con i secondi qualificati alla finale terzo-quarto posto vinta poi ai rigori contro il Portogallo).
Lo stesso risultato maturò in Irlanda-Cipro: ad aprire le marcature fu Barry Quinn, che al 19esimo incornò bene un preciso cross di Dunne per l’1 a 0. Ad inizio ripresa toccò quindi alla star indiscussa della squadra, Robbie Keane, raddoppiare: una magia disegnata apposta per liberarsi al tiro, scaricato con tutta la forza del proprio destro sotto la traversa, a freddare il malcapitato portiere cipriota. Keane che per non farsi mancare niente a dodici minuti dal termine triplicò, andando a raccogliere un assist di Partridge per depositare poi la sfera in rete con un tocco delizioso.

Ottenuto l’accesso alla finale grazie alla classifica avulsa (Irlanda, Croazia ed Inghilterra terminarono tutte a quota sei punti la prima fase), Kerr ed i suoi ragazzi si prepararono per l’ultimo atto, che li avrebbe consegnati – loro assieme a tutto il paese – alla storia del calcio.

La spedizione irlandese festeggia la vittoria finale

A frapporvisi, un solo avversario. Il più tosto: la Germania di Hildebrand, Kehl e Deisler, autentiche star del calcio giovanile mondiale dell’epoca.

La situazione, nel raggruppamento A, non era molto diversa rispetto a quanto accaduto nel B: tre squadre a 6 punti, coi tedeschi primi grazie alle due spaventose vittorie contro Lituania (7 a 1) e Spagna (4 a 1).

Tedeschi che probabilmente quel 26 luglio del 1998, ovvero giusto due settimane dopo che la Francia seppe liberarsi del Brasile nella finalissima Mondiale del Saint-Denis, si sentivano già un po’ Campioni d’Europa. E che forse percepivano un po’ anche la responsabilità di lavare l’onta di quel pesantissimo 3 a 0 con cui la nazionale maggiore croata aveva, ad inizio mese, spezzato i sogni iridati di un intero popolo.

Beh, non so cosa passò nelle teste dei giovani teutonici quel giorno. So solo che se davvero pensavano di aver vita facile sbagliarono di grosso i propri conti.

I giovani irlandesi non volevano infatti essere da meno rispetto ai propri compatrioti dell’under 16. E arrivati lì non potevano lasciarsi scappare un traguardo così ghiotto, mai raggiunto prima da nessuna rappresentativa under 18 del proprio paese.

Così, per un giorno, Keane e compagni si vestirono da eroi. Perché solo degli eroi potevano respingere le avanzate tedesche, con orde di giovani calciatori galvanizzati dalle prospettive di vittoria ad invadere l’area dei Boys in Green, epici però nel mantenere la propria rete immacolata.

La favola iniziò a concretizzarsi a venti minuti dal termine, quando gli irish passarono in vantaggio: Alan Quinn, subentrato nell’intervallo a Crossley, lancia George sulla destra. La punta nativa di Luton si fa trovare pronto, raccoglie, conduce e serve Keane, che restituisce allo stesso Quinn. Da lui era partita l’azione, con lui doveva concludersi: 1 a 0.

Alan Quinn e Robbie Keane con tanto di trofeo

Il tripudio che ne segue non distrae i Boys in Green, che sfruttano il vantaggio adottando una tattica tipicamente italiana: attendismo e ripartenze. Dare quanto più campo possibile ad avversari resi ciechi dalla foga di trovare il goal del pareggio e provare a colpire in contropiede.

Qualcosa però sembra incepparsi. Qualcuno, probabilmente, avrà pensato che la buona stella degli irlandesi era andata a spegnersi sul più bello.
Keane e George falliscono infatti i goal del possibile knock-out. E a dieci secondi dal termine Andreas Gensler sfrutta un passaggio a vuoto della retroguardia irish e insacca il goal del pareggio, che spedisce le due squadre ai supplementari.

A quel punto tutti sono convinti che sia finita. L’inerzia del match passa spaventosamente dalla parte dei tedeschi. Un pareggio subito proprio a impresa ormai compiuta è una botta morale che distruggerebbe psicologicamente un po’ tutti.

Ma quel giorno l’eroismo, la grinta e la compattezza dei ragazzi di Kerr supera ogni altra cosa. I Ragazzi in Verde si sentono pronti a sovvertire ogni regola non scritta del calcio. E la cosa evidentemente intimorisce Deisler e compagni.

I tempi supplementari passano così senza grandi effetti, andando solo a togliere ulteriori energie ai ventidue in campo.

Ai rigori, la gloria è tutta per Alex O’Reilly. Keane macchia infatti il proprio splendido europeo con un errore dagli undici metri che costerebbe carissimo, se solo l’estremo difensore all’epoca in forza al West Ham non decidesse di disinnescare le conclusioni di Tobias Schaper ed Andreas Voss.

Così dopo le realizzazioni firmate da Casey, Donnelly e Barry Quinn è Liam George a presentarsi sul dischetto: la palla buca la rete, l’Irlanda alza il suo secondo trofeo giovanile nell’arco di settantasei giorni e i sogni corrono subito in avanti.

Liam George e Brian Kerr festeggiano la realizzazione dell’ultimo, decisivo, rigore: la Repubblica d’Irlanda è Campionessa Europa under 18 per la prima volta nella propria storia!

Con Campioni d’Europa come O’Shea, O’Reilly, Quinn, George e soprattutto Robbie Keane dove potrà arrivare, in breve tempo, la nazionale maggiore irlandese?

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L’Italia è superiore e si vede.

Tecnicamente i ragazzi irlandesi sono discreti ma certo non reggono il confronto con gli Azzurrini.

Eppure manca un po’ di cattiveria a questa Italia. E, soprattutto, una solidità e consapevolezza tattica assolutamente lungi dall’essere anche solo lontanamente accettabile.

Prendere tre goal in un’ora di gioco non è consono per una squadra come l’Italia under 21.

Che pure, dopo la passeggiata col Liechtenstein, si sentiva sì appagata per la qualificazione ormai in saccoccia ma anche convinta dei propri mezzi e decisa a non regalare nulla all’Irlanda.

Il campo però da un responso diverso rispetto a quello che potevamo aspettarci.

La superiorità presunta dell’Italia è in realtà tastabile anche con mano guardando il campo. Il tutto non fosse che l’Irlanda è meglio disposta in campo e soprattutto non ha la minima volontà di fare da vittima sacrificale.

Così nonostante l’Italia faccia vedere di avere le armi per poter vincere la partita sono proprio gli ospiti a passare in vantaggio sfruttando una delle diverse leggerezze tattiche della retroguardia Azzurra.

L’Italia però non ci sta e dopo aver trovato il pareggio con capitan Caldirola ha subito, nemmeno un paio di minuti più tardi, la possibilità di ribaltare il risultato e, con ogni probabilità, chiudere il match.

Perché, va sottolineato, Immobile guadagna un rigore che comporta anche l’espulsione di un difensore avversario. E se solo segnasse l’Italia si troverebbe in completo sciallo, in vantaggio e con un uomo in più in campo.

Invece la punta del Genoa calcia malissimo, piano, basso e centrale. La conclusione è disinnescata facilmente dal portiere e questa parata da nuova vitalità agli irlandesi.

Certo, il pallino del gioco è più che altro in mano all’Italia. Gli ospiti, però, non si fanno intimorire e quando possono partono in direzione area avversaria per cercare il nuovo vantaggio.

Che arriva al cinquantasettesimo grazie a Doran, abile a sfruttare un buco difensivo pauroso per poi infilare Perin.

Passa giusto un minuto ed è Henderson a chiudere i conti, scaricando un sinistro al fulmicotone da una quarantina di metri che non da scampo al malcapitato portiere pescarese.

Tutto questo è troppo, anche per lo stadio. Che così, subito dopo, resta senza luce. E la partita viene sospesa per un buon venti minuti.

Quando la luce si riaccende l’Italia sembra un po’ più determinata a ricucire lo strappo.

Un paio di ottime costruzioni le costruisce, entrambe le volte con El Shaarawy a concludere. Ma non vanno a buon fine.

Così, come se non bastasse il 3 a 1, arriva anche la quarta rete.

Passivo pesantissimo, ammorbidito solo dalla rete finale di El92. Difesa bocciata (ed è dir poco). Mangia rimandato. Masi inguardabile. Italia troppo fragile.

Giocando così non si passa il playoff.

(E il blackout che scatta a due minuti e mezzo dalla fine è la miglior fotografia di questa under 21.)

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Come ampiamente preventivato, almeno dal sottoscritto, la nazionale Campione d’Europa e del Mondo in carica non si abbassa a biscottare il risultato con la Croazia e l’Italia, imponendosi sull’Irlanda, passa il turno, approdando ai quarti di finale.

Mix di emozioni unico, che solo la nazionale ha sempre saputo darmi.

L’inizio è piuttosto stentato. Per i primi venti minuti abbondanti gli Azzurri sono contratti, bloccati dalla paura, non riescono a distendere nervi e gioco.

Poi qualcosina migliora. L’Italia inizia a provarci.

L’ennesima rivoluzione compiuta da Prandelli, che ad inizio Europeo passò dal 4-3-1-2 delle qualificazioni al 3-5-2 ben conosciuto da molti dei convocati, non porta i frutti sperati in termine di qualità di gioco.

Modulo a parte colpisce la decisione di mettere Thiago Motta trequartista: lento, compassato, peggiore in campo tra gli Azzurri, peraltro fuori ruolo.

Per sbloccare la situazione non possiamo quindi che affidarci ai calci piazzati (sarà un caso, ma tre dei quattro goal realizzati dall’Italia fin qui arrivano proprio su situazioni di calcio da fermo).

Così Cassano, forse il meno abile nel gioco aereo dell’11 prandelliano, spizza sul primo palo un pallone che colpisce la traversa interna e si spegne nettamente oltre la linea di porta, prima di essere ricacciato con forza da un difensore irlandese.

E’ l’1 a 0 che accende i sogni dei tifosi.

Nella ripresa, sofferta ben oltre il lecito, qualcosa l’Italia costruisce.

Prima del raddoppio firmato Balotelli, però, la tegola: Chiellini si fa male ed è costretto ad abbandonare il campo. Bruciando un cambio a Prandelli (che così finirà col non sostituire Motta, preferendo far rifiatare le due punte) e soprattutto giocandosi, pare, come minimo la partita dei quarti di finale.

Cronaca assolutamente spiccia. Ma del resto i dati parlano chiaro: 20 milioni (o forse più…) di italiani davanti alla tv per guardare la partita. Non devo certo essere io ora, a quasi ventiquattr’ore dalla fine della stessa, a raccontare come siano andate le cose.

Qualche considerazione sparsa, però, è giusto farla, per dare il mio taglio alla partita stessa.
E allora via al brainstorming.

Balotelli mette in mostra ancora una volta tutto sé stesso. Nel bene e nel male.
Da una parte il giocatore bizzoso, sempre vagamente svogliato e strafottente. Dall’altra il giocatore puro istinto, che quando si ferma a riflettere troppo rischia l’errore (come contro la Spagna), ma che quando deve agire guidato solo dal suo istinto raramente sbaglia. E il goal di questa partita ne è la prova lampante.

Poi Balzaretti. Terzino a mio avviso nel complesso modesto, solo discreto, che ieri però mette una garra prettamente sudamericana al servizio di una squadra impaurita e mai troppo coraggiosa nemmeno nei momenti di maggior impeto. Prestazione maiuscola la sua, nettamente tra i migliori in campo. E in tanti, ora, si chiederanno con ancor maggior vigore e convinzione il perché di Giaccherini titolare nelle prime due del Torneo.

Giù il cappello anche di fronte alla prestazione messa in campo da Daniele De Rossi. Che tornato a metà campo, zona a lui più consona, torna ad essere decisivo abbinando quantità e qualità.

Bene, molto bene, anche il rientrante Barzagli. Miglior centrale difensivo italiano per distacco, oggi.
E lo dico cospargendomi il capo di cenere. All’epoca del Mondiale, da lui vinto da comprimario, mai avrei pensato ad un suo possibile rendimento a questi livelli. Esattamente come al suo approdo alla Juventus stortai il naso, pensando all’ennesimo buco nell’acqua.
Non posso che ricredermi.

Abbastanza bene anche Abate, sicuramente non inferiore a Maggio a livello di rendimento, e Marchisio, che non riesce ancora ad esprimersi al cento per cento delle sue possibilità ma che non demerita mai.

Solo così così, questa volta, Andrea Pirlo. Giocatore però imprescindibile.

Capitolo a parte per gli attaccanti: Di Natale ci prova ma non è sfruttato secondo le sue caratteristiche, Cassano ha una scarsissima autonomia, Balotelli è Balotelli.

Motta, invece, dovrebbe accomodarsi in panchina.

Diamanti, infine, variabile importante. L’avrei voluto vedere almeno a partita in corso contro i croati. L’avrei anche fatto partire titolare ieri. Può ritagliarsi il suo spazio.

Difficile dire dove potrà arrivare questa squadra, a maggior ragione senza nemmeno sapere, ancora, quale sarà il prossimo scoglio. A vederla in campo, ieri, comunque, si direbbe non potrà andare oltre i quarti di finale.

Ma c’è sempre un però.
E come ben sappiamo è soprattutto la compattezza, che potrebbe aumentare col passare dei giorni, la forza della nostra Nazionale.

Quindi chissà…

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Il tempo è poco, la tensione tanta. Perché il brivido Azzurro mi ha sempre scosso da dentro in maniera dirompente. E ad ogni grande competizione è sempre la stessa storia… nel bene e nel male.

Troppe chiacchiere si sono fatte in questi giorni.

Logico aver paura, ma la mancanza di rispetto che in tanti hanno avuto nei confronti di Spagna e Croazia, mettendo le mani avanti su di un possibile biscotto insultando così la correttezza e la sportività di questi due popoli, e, non meno, dell’Irlanda, snobbata manco fosse un mix del peggio di Andorra e San Marino, mi ha abbastanza nauseato.

Due sono, dal punto di vista di chi scrive, le cose importanti oggi:

– battere l’Irlanda (prima cosa, fondamentale, anche solo per riscattare un Europeo comunque finora sottotono);

– rispettare chi si ha di fronte.

Punto.

Perché il colmo sarebbe che la Spagna o la Croazia la spuntassero, servendoci su di un piatto d’argento la possibilità di passare il turno, e noi non andassimo oltre un pareggio con l’Irlanda del Trap, che dopo due sconfitte nelle prime due giornate sicuramente vorrà lasciare all’Olanda il triste primato degli zero punti in classifica.

E in questo senso fa riflettere il comportamento di Cesare Prandelli, piuttosto impanicato.

Perché dopo aver effettuato delle convocazioni per continuare, palesemente, sulla strada del 4-3-1-2 ha deciso, all’ultimo, di stravolgere il modulo. Commettendo poi diversi errori di valutazione nella scelta degli uomini da schierare dall’inizio quanto dei cambi da attuare a partita in corsa.

Vistosi mettere con le spalle al muro, con un solo risultato utile per sperare di passare il turno, eccolo tornare sui suoi passi, rivoluzionare la difesa e tornare alle origini, con il modulo che ci ha permesso di volare all’Europeo.

Nonostante tutto questo “rebelott”, come si direbbe dalle mie parti, l’Italia parte favorita stasera.

Diamo quindi per buono che gli Azzurri ce la facciano.

Serve che dall’altra parte, possibilmente, una delle due squadre si imponga sull’altra.

O, quantomeno, che non pareggino con due o più goal per parte.

In questo senso io vedo scarsamente probabile l’eventualità di un biscotto. Un po’ perché tutti gli occhi del mondo saranno puntati su quella partita, vista la pressione mediatica di cui è stata caricata.

Un po’, soprattutto, perché conto tanto sull’orgoglio in particolar modo spagnolo.

Del resto che figura ci farebbero i Campioni d’Europa e del Mondo in carica se biscottassero una partita con la comunque nettamente inferiore Croazia per estromettere la certo non irresistibile Italia?

Oggettivamente una figura barbina.

Poi certo, nel calcio tutto è possibile e qualcuno, come Marca, addirittura rispolvera vecchie ruggini – calcistiche – del passato, citando la gomitata di Tassotti a Luis Enrique, per sottolineare come dei rancori non ancora sopiti potrebbero esserci. Rancori che potrebbero portare all’accordo con la Croazia.

Io a tutto questo non credo.

Penso anzi che le possibilità di qualificazione, a bocce ferme, vedano la Spagna nettamente favorita per il passaggio del turno, seguita proprio dall’Italia. Con la Croazia, quindi, sfavorita rispetto agli Azzurri.

E ripeto: innanzitutto vincere. Perché non ci sarebbe beffa più grande, nemmeno il biscotto, di una Spagna che distrugge i croati con l’Italia che non riesce a battere l’Irlanda e deve uscire mestamente dal torneo…

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CRONACA

Avvicendamento tecnico sulla panchina Azzurra: se nel primo match era stato Pasquale Salerno a guidare i giovani italiani nella vittoria con la Danimarca visto il contemporaneo impegno di Rocca con l’under 20 è proprio Rocca stesso a sedersi sulla panchina dell’under 16 in questo secondo, e potenzialmente già decisivo, impegno dei nostri ragazzi al Primo Torneo Internazionale di Latina.

Italia che parte meglio, mettendo subito alle corde gli avversari con una miglior capacità di far girare il pallone. Il tutto, però, senza creare grossissimi grattacapi alla retroguardia irlandese.
Interessante, al sesto minuto, la verticalizzazione di Cannataro, mediano in forza agli Allievi Regionali dell’Inter. Sulla palla arriva Velocci, autore del goal partita all’esordio, che però ha qualche problema nel controllare il pallone, non riuscendo quindi ad impedire che lo stesso termini sul fondo.

All’ottavo minuto Rosa Gastaldo penetra centralmente arrivando ad un paio di metri dall’area di rigore, venendo quindi steso da O’Reilly, difensore in forza allo Cherry Orchard. Sul pallone si presenta quindi lo stesso centrocampista Viola, la cui conclusione diretta non metterà però in grande apprensione Eric Grimes, estremo difensore di proprietà dei Ringmahon Rangers.
Due minuti più tardi bella occasione costruita dagli Azzurri: il solito Rosa Gastaldo guadagna una punizione, questa volta per fallo di James McGrath a centrocampo, che viene battuta lunga, giusto al limite dell’area. Qui Petagni effettuerà una bella sponda aerea in direzione di Mattiello che si coordinerà bene di sinistro per scaricare poi un buon mancino, di poco alto sulla traversa.

Dopo tredici minuti di gioco si fa quindi vedere l’Irlanda: tiro da fuori di Thomas Mulroney che mette in difficoltà Luca Lezzerini, che tuffatosi sulla sua destra riesce però a deviare in corner la conclusione del centrocampista in forza al Crumlin United.
Nemmeno un minuto ed è Ryan O’Reilly a partire in percussione palla al piede saltando un paio di uomini per poi essere chiuso in corner da Paramatti. Giusto il tempo di risistemarsi in poltrona e Lezzerini si deve superare, effettuando una grandissima parata su tiro da fuori di Byrne.

Un ottimo inizio per gli Azzurrini, con gli irlandesi che dopo un quarto d’ora trovano le giuste contromisure per contenere i nostri ragazzi e pungerli alla bisogna, soprattutto infilandosi tra le linee con gli ottimi O’Reilly ed O’Neill.

Al venticinquesimo è Mattiello a scuotere i nostri ragazzi: recuperato palla prima della trequarti parte centralmente per poi scaricare un buon sinistro dal limite, terminato di poco sopra la traversa.
Poco più tardi il giovane Paramatti, figlio dell’ex Bologna e Juventus Michele, lascia il posto in campo a Somma, figlio del tecnico ex Empoli e Brescia Mario.

Al ventottesimo minuto il solito Ryan O’Reilly scende sulla sinistra, entra in area e pennella un cross sul secondo palo che è però preda di Rondanini, bravo a smorzare il pallone di ginocchio in favore del proprio portiere.
Tre minuti ed è il solito Mattiello a creare qualche grattacapo alla retroguardia irlandese. Dopo essere fuggito sulla destra, infatti, l’ala destra Azzurra converge in area e spara un cross basso nel mezzo, là dove non riescono però ad arrivare né Petagni né Velocci con la difesa dei Boys in Green abile quindi a liberare. Nell’occasione va comunque sottolineato l’errore delle due punte: nessuno dei due giocatori, infatti, va a tagliare sul primo palo, favorendo l’intervento difensivo.

Un ulteriore minuto di gioco e Velocci mette in mostra quello che sembra essere il suo pezzo forte: ricevuta palla in area si trova spalle alla porta, con un avversario in marcatura stretta. La velocità con cui si gira su sè stesso liberandosi al tiro, però, è assoluta, così come buona risulterà anche la conclusione a rete, intercettata però da Eric Grimes.
Al trentottesimo bella azione Azzurra con i centrocampisti che sostengono bene l’azione ed il solito Mattiello a creare grattacapi alla retroguardia avversaria: dopo uno scambio al limite con Petagna, infatti, l’ala destra in maglia azzurra si coordinerà bene di sinistro, scoccando un tiro su cui Grimes non riuscirà ad arrivare ma che s’infrangerà sul palo. Occasionissima che solo la sfortuna impedisce di convertire in goal.

Due minuti più tardi altra bella azione congegnata dagli Azzurrini con Rosa Gastaldo che entra in area da sinistra, concludendo però in maniera sbagliatissima, spedendo il pallone di molto sulla traversa difesa da Eric Grimes.

La ripresa si apre con l’Irlanda in avanti: O’Reilly subisce fallo sulla sinistra da Somma, O’Neill batte la punizione appoggiando palla centralmente in direzione di Dylan Hayes che calcerà da più di trenta metri, spedendo però il pallone fuori.
Al sesto buona occasione di Andrea Petagna, punta Rossonera ex Donatello Udine, che è però fermato in posizione irregolare: al momento del passaggio di Cannataro, infatti, il nipote d’arte (suo nonno Francesco giocò 274 match di campionato con la Triestina) friulano era al di là dell’ultimo difensore irlandese.

All’undicesimo buona occasione per i nostri ragazzi: la difesa irlandese, molto alta, pasticcia oltre la propria trequarti con Petagna che riuscirà quindi a dare dentro a Velocci. La punta del Grifone s’infilerà quindi in velocità oltre a tutti, venendo però anticipata, di pochissimo, dall’uscita di Grimes, che si lancerà in scivolata rilanciando il pallone e salvando la propria porta.
Dopo un quarto d’ora di gioco è Rocco Giordano, appena subentrato a Perrone, a farsi vedere. Dopo aver sfondato il fronte destro della difesa irlandese si lancerà in area, concludendo però a lato del primo palo.

Al diciannovesimo l’Italia passa, ma il goal è annullato per fuorigioco: Rondanini parte a sinistra in percussione e giunto sulla trequarti servirà poi Giordano che coprirà il pallone, facendolo scorrere là dove arriverà, puntuale, l’inserimento di Rosa Gastaldo, il cui destro potente metterà in grossa difficoltà l’estremo difensore avversario che non riuscirà a trattenere il pallone favorendo il tap-in di testa dello stesso Rondanini, che andrà a chiudere l’azione da lui iniziata. La terna arbitrale, però, annullerà, come detto, la rete, reputando irregolare la posizione iniziale del terzino Rossonero.
Azzurrini che ci provano anche qualche minuto più tardi quando Rosa Gastaldo se ne andrà in dribbling sulla destra per centrare poi un pallone su cui Giordano proverà ad intervenire in mezza rovesciata volante, lisciando però il pallone.

La nostra nazionale si avvicinerà al goal anche alla mezz’ora quando Petagna salterà elegantemente un uomo al limite dell’area per poi concludere in maniera interessante verso la porta avversaria, mettendo in difficoltà Grimes, costretto ad alzare il pallone sopra la traversa.
La penultima ‘ultima occasione della partita è irlandese: Mulroney batte una punizione dalla trequarti con la quale pesca Byrne sul secondo palo, giusto al limite dell’area piccola. Il numero nove dei Boys in Green non troverà però lo specchio di porta, sprecando l’occasione del possibile K.O. L’ultima, invece, capita ancora sui piedi di Mattiello, che calci di sinistro dal limite sfiorando solo il palo.

Partita che termina quindi 0 a 0, un punto a testa.

COMMENTO

E’ un’Italia indubbiamente più positiva rispetto a quella scesa in campo nell’esordio contro la Danimarca quella che si trova oggi ad affrontare i pari età irlandesi in un match valido per la seconda giornata del primo Torneo Internazionale Città di Latina.

Gli Azzurrini mettono infatti da subito in chiaro le cose, con una partenza molto positiva grazie alla quale mettono nettamente sotto, nel primo quarto d’ora, gli avversari.Una volta trovate le giuste contromisure, però, i Boys in Green riusciranno a contenere bene la manovra dei nostri ragazzi, nel contempo pungendo, e non poco, in fase offensiva, in particolar modo grazie ad un ispiratissimo Ryan O’Reilly.

Nel secondo tempo, però, ci sarà praticamente in campo una sola rappresentativa, la nostra. E se nella prima frazione di gioco gran parte del merito in relazione al buon gioco espresso dai nostri ragazzi è ascrivibile allo juventino Mattiello nella ripresa sarà la coralità della squadra ad imporsi sugli avversari, schiacciati da una superiorità palese che non si concretizzerà però a livello di risultato.

Perché gli Azzurrini segneranno, sì, ma la rete di Rondanini sarà annullata – non so quanto giustamente non avendo avuto modo di rivedere l’azione – dalla terna arbitrale, che invaliderà quindi un goal che avrebbe sancito la meritata vittoria dei ragazzi guidati oggi da Antonio Rocca.

Qualche pecca, questa squadra, l’ha. Ma sono tutte cose dovute più alla scarsa esperienza di ragazzi che, è bene ricordarlo, hanno solamente quindici anni, e tantissimo tempo per crescere sino a diventare giocatori degni di accedere ai livelli più alti del professionismo.
Inoltre, come il tecnico federale che li guida ha giustamente sottolineato al termine del match, era questa solo la seconda uscita ufficiale di questo nuovo corso dell’under 16 ed alcuni meccanismi vanno sicuramente oliati.

Il passo avanti rispetto a martedì, comunque, è stato palese e molto incoraggiante. Ora nell’ultimo incontro di questo torneo i nostri ragazzi si troveranno ad affrontare la nazionale Ucraina – vincitrice oggi sulla Danimarca per 2 a 1 – in un match in cui si giocheranno le proprie chance di riportare la vittoria finale del trofeo stesso.

MVP

Dividiamo il discorso tra primo e secondo tempo.

Nella prima frazione sono infatti due i grandi protagonisti del match: da una parte Ryan O’Reilly, dall’altra Federico Mattiello dall’altra.
Il primo, trequartista esterno in forza al Ballyjamesduff, risulta infatti l’unico giocatore capace di portare scompiglio nella retroguardia Azzurra: abilissimo nell’uno contro uno risulta quasi devastante in progressione grazie ad un’ottimo scatto nel breve ed una buona velocità di base in allungo. Il secondo, invece, è il più ficcante dei nostri ragazzi e sarà proprio lui il giocatore a mettere più apprensione a difesa e portiere irlandese, andando, per altro, a colpire anche un palo con una bella conclusione da fuori.

Per quanto concerne la ripresa va invece premiato, come detto, il gioco corale dei nostri ragazzi, capaci di mettere sotto più o meno costantemente lungo tutto l’arco dei quaranta minuti di gioco la squadra avversaria.
Buona circolazione di palla, fraseggi interessanti e soprattutto una certa personalità che non era uscita in maniera così dirompente nel match contro i danesi, allorquando era stata proprio la nazionale nordica a disputare una partita più ordinata e coralmente più interessante.

TABELLINO

Italia vs. Irlanda 0 – 0
Marcatori: –
Eire: Grimes, Coyne, McFadden, O’ Reilly D., Byrne, O’ Neill (30’ st Murphy), Hayes (19’ st Mulroney), McGrath, Lyons (14’ st McGlade), O’ Reilly R., Mulroney. A disp.: Fagan, Long, Wixted, Grelish. All.: Morling
Italia: Lezzerini, Paramatti (25’ Somma), Rondanini, Del Fabro, Penna, Cannataro, Mattiello, Rosa Castaldo, Perrone (13’ st Giordano), Petagna, Velocci (29’ st Mira). A disp.: Perilli, Frugoli, Cretella, Cristante. All.: Rocca
Arbitro: Gavillucci di Roma. Assistenti: Grispigni di Roma1 e Pegorin di Latina. Quarto uomo: Mariani di Aprilia
Note – Ammoniti: Somma, Mattiello, Mulroney.

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