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Posts Tagged ‘Under 21’

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Gli Azzurrini riscattano la pessima prova giocata contro la Svezia con una prestazione di buonissimo livello, ma che non basta a superare il Portogallo.

Peccano in fase realizzativa i ragazzi di Di Biagio, che mostrano una discreta circolazione della sfera, una grande solidità difensiva ed una ritrovata dinamicità a centrocampo, fallendo però negli ultimi quindici metri, anche per via della buona prova del portiere lusitano Sà.

Ma andiamo a vedere nello specifico giocatore per giocatore come si sono disimpegnati i nostri portacolori.

Bardi 6

Di fatto fa praticamente una parata sola, allo scadere. Poco sollecitato, gara senza infamia né lode.

Zappacosta 7

Si rivede il terzino dei giorni migliori. Quello di grande gamba che arriva spesso sul fondo e crea numerosi pericoli. Davvero non capisco perché uno dei nostri “top club” ancora non ci abbia puntato. E non dico oggi, ma almeno un annetto fa. Molto bravo anche in fase di copertura ieri, tra l’altro.

Rugani 7.5

Per me il migliore in campo in assoluto. Dirige lui la difesa (credo ve ne siate accorti tutti, anche dalla tv… è lui a chiamare i movimenti della linea e a definire le spaziature) e fa una serie di interventi praticamente perfetti con cui blinda la nostra area di rigore. Desse continuità a questo tipo di prestazioni potrebbe guadagnarsi una maglia da titolare molto presto, in quel di Torino…

Romagnoli 6.5

Inizia molto bene, poi tende a giocare un po’ all’ombra di Rugani. Buonissima prestazione comunque, puntuale ed attenta.

Biraghi 6

Come ho già avuto modo di dire ha spesso mostrato di andare in affanno, anche a livello di under 21. Ieri invece ha giocato una prestazione nel complesso buona, partendo forte ed andando in difficoltà verso il settantesimo, al venir meno delle forze.
Lo stop sbagliato al novantesimo ci costa il pareggio: a tu per tu con Sà avrebbe potuto regalarci i tre punti…

Benassi 7

Il migliore tra i centrocampisti italiani. Inizia subito fortissimo, gioca ad alto livello tutto il match. Quantità e qualità, con qualche conclusione importante. Come dicevo venerdì, sicuramente uno dei giocatori da cui ripartire in vista del prossimo biennio!

Crisetig 6.5

Prestazione molto più solida rispetto a quella giocata da Viviani all’esordio contro la Svezia (che pure era partito bene, nel primo tempo). Giocatore di lotta e di governo nel fulcro del centrocampo, garantisce filtro in fase di non possesso ed amministra il gioco in fase di posseso. Mourinho lo portò in prima squadra a 16 anni, perché da sempre mostra qualità importanti. Nei giovani bisogna crederci.

Cataldi 6+

Era il più atteso tra i centrocampisti, anche dopo la buona prova da subentrante contro la Svezia, ma nel complesso è quello che a centrocampo brilla meno, pur disputando un’ottima gara. In attesa che Conte possa pensare a lui per la Nazionale Maggiore resta comunque un altro di quei ragazzi da cui ripartire in vista del prossimo Europeo under 21, quello del 2017.

Berardi 7

Alcune giocate di valore assoluto con cui manda in porta i compagni, che però non ne approfittano. Talento ne ha da vendere, ma non sempre riesce ad essere incisivo né, soprattutto, continuo. Ha però ancora solo 21 anni e tempo per maturare. Speriamo lo faccia in fretta, per il bene del calcio italiano.
Sulla carta, tra l’altro, è uno dei tanti che potrebbe giocare in under 21 anche il prossimo biennio. Conte permettendo…

Belotti 6.5

Certo, in un’Italia in cui non si riesce a segnare il primo imputato dovrebbe essere lui. Ma attenzione, il lavoro che svolge è preziosissimo in entrambe le fasi di gioco. Lotta come un matto su tutti i palloni e riesce sempre e comunque a rendersi pericoloso. Tecnicamente è ancora piuttosto grezzo, ma ha un cuore d’oro.

Battocchio 5.5

L’unico dei titolari a non raggiungere la sufficienza. Capisco a Di Biagio piaccia la sua abnegazione tattica, ma è davvero troppo impalpabile per giocare sempre titolare a questo livello.

  • dal 62′ Bernardeschi 5.5 -> La speranza era lui. Tutti a dire “ora entra, fa una giocata e la risolve”. Il problema è che non è minimamente in condizione. Gioca mezz’ora al piccolo trotto. Troppo poco. Nonostante questo proprio sul finale manda in porta Biraghi… segno che la qualità c’è tutta.
  • Dal 76′ Trotta s.v
  • Dall’84’ Viviani s.v.

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Si sono giocate tra ieri ed oggi le gare di andata  del playoff di qualificazione al prossimo Campionato Europeo under 21.

Le quattordici squadre qualificate si sono quindi fronteggiate in questo primo match che porterà le nazionali migliori in Repubblica Ceca tra il 17 ed il 30 giugno dell’anno prossimo.

Iniziamo con la nostra Italia, impegnata a Zlaté Moravce contro i “cugini” dei padroni di casa, la Slovacchia.

Beh, la squadra di Di Biagio ha iniziato il match in maniera non esattamente decisa, lasciando sin troppo l’iniziativa ai padroni di casa, che comunque non hanno creato particolari grattacapi alla nostra retroguardia.

Italia schierata con l’ormai classico 4-2-3-1 col solito Bardi in porta, Zappacosta e Biraghi come terzini, Bianchetti ed il rientrante Rugani (aggregato alla Nazionale maggiore, ha lasciato il ritiro di Palermo a seguito dell’infortunio di Romagnoli) a completare il pacchetto difensivo. I due mediani sono stati invece Viviani e Baselli, con la tripla B sulla trequarti (Berardi-Bernardeschi-Battocchio) a supporto della quarta B, Belotti (curioso, otto titolari su undici hanno il cognome che inizia con questa lettera).

Con il passare dei minuti l’Italia ha quindi iniziato a mettere la testa fuori dal guscio, sbagliando però molto. In particolar modo Berardi e Belotti hanno sprecato almeno tre o quattro chance nitide per aprire e chiudere il match.

Il vantaggio è quindi arrivato sugli sviluppi di un corner, proprio grazie alla punta del Palermo. Una volta in vantaggio il match non è comunque cambiato: i nostri ragazzi l’hanno fatta da padrone, senza però riuscire a trovare il colpo del K.O.

Su uno dei tanti errori di Belotti, per me peggiore in campo nonostante il goal, è quindi partito il contropiede letale dei padroni di casa, capaci di trovare il pareggio con l’unico vero tiro in porta del match. Nell’occasione Zappacosta non difende benissimo su Zrelak, che controlla in maniera anche un po’ fortunosa e poi trafigge Bardi con un buon diagonale dal limite.

Al ritorno servirà una prova molto più pragmatica per strappare l’accesso alla fase finale, sempre ricordando che siamo i vicecampioni in carica dopo il discreto Europeo disputato dall’under di Mangia lo scorso anno.

Giovedì era invece stata la volta di Olanda – Portogallo, affrontatesi in quel di Alkmaar agli ordini del greco Tasos Sidiropoulos.

Una gara in cui gli ospiti si sono addirittura permessi di schierare un classe ’97, quel Ruben Neves che inserii nella Top XI dell’ultimo Europeo under 17 e che ho schedato anche nel mio ultimo libro, (“La carica dei 301″, vi invito a comprarlo, costa solo 1 euro!). Un giocatore quindi di ben cinque anni più piccolo rispetto ai più “vecchi” in campo (questo è infatti il biennio dei 92-93).

Olanda che nonostante i molti giocatori di valore in campo palesa una generazione non all’altezza degli ultimi trent’anni della propria storia. Così sebbene possa schierare giocatori come Rekik, l’ex interista Castaignos, Maher (schedato nel mio primo libro, “La carica dei 201″ ) e la coppia Willems-Aké (entrambi, anch’essi, presenti ne “La carica dei 301″) l’Olanda non entra mai davvero in partita, ed alla fine è battuta con un sonoro – e probabilmente risolutivo – 2 a 0 dai portoghesi.

Di Sergio Oliveira e Carlos Mané le reti che regalano questa importantissima vittoria esterna ai giovani lusitani.

Terza gara che sono riuscito a gustarmi è stata quindi Francia – Svezia, disputatasi a Le Mans agli ordini del danese Kenn Hansen.

Una gara con davvero poca storia, in cui la superiorità transalpina è emersa in ogni reparto ed in ogni aspetto di gioco.

Francesi in campo con il filippino Areola a difesa dei pali ed una difesa a quattro composta da Kurzawa, Umtiti, Laporta e Zouma (questi ultimi due presenti ne La carica dei 301, assieme ai compagni Martial e Coman).
A centrocampo ecco schierati invece Imbula e Kondogbia come diga in mediana, con Ntep e Sanson ad inventare e rifinire e Thauvin e Martial a provare a pungere.

Una gara come detto a senso quasi unico, in cui i padroni di casa si sono imposti grazie alle reti di Thauvin (rigore) e Kondogbia (testa sugli sviluppi di un corner).

Ed in cui hanno corso qualche pericolo solo per l’ottima prestazione mostrata dall’ex Manchester City Guidetti, che ha fatto il diavolo a quattro per provare a vestire i panni dell’Ibrahimovic dell’under 21, non riuscendo però nell’impresa di trascinare i propri compagni a risultato.

La vittoria più larga è quindi maturata in Ucraina – Germania, giocata a Cerkasy e diretta dal turco Halis Ozkahya.

Il vantaggio arriva già nel primo tempo, al 35esimo, ed è firmato da Philipp Hoffmann. All’intervallo Hrubesch inserisce dalla panca il talento del #carica301 Meyer e la Germania mette al sicuro il passaggio del turno, con le reti realizzate da Volland e dall’altro Hoffmann, Jonas.

Vince anche l’Inghilterra, impegnata al Molineaux Stadium di Wolverhampton contro la Croazia, gara diretta dallo spagnolo Javier Estrada.

Croati che in realtà passano in vantaggio dopo soli tredici minuti quando l’ex interista Livaja gela il pubblico di casa e regala una speranza agli ospiti.

Speranza messa però in ghiacciaia al 58esimo, quando Kane trovare il pareggio. A cinque dal termine, quindi, è un rigore di Berahino a fissare il punteggio sul 2 a 1 finale, che da un certo vantaggio ai giovani d’Albione in vista del ritorno di martedì.

Chiudono il lotto delle gare di playoff due 0 a 0.

Il primo è stato fatto registrare a Jagodina, dove Serbia e Spagna hanno impattato senza riuscire a violare le rispettive reti.

Iberici che schieravano una potenza di fuoco devastante, con Deulofeu, Isco, Muniain e Morata in campo contemporaneamente dal primo minuto, ma che nonostante questo non sono riusciti a bucare la resistenza della sempre arcigna Serbia, nazionale che almeno a livello giovanile è sempre un bruttissimo cliente da affrontare.

Il secondo è invece maturato all’Aalborg Stadion, dove si sono affrontate Danimarca ed Islanda.

Tutto rinviato a martedì, quindi.

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La rincorsa della nazionale under 21 di Gigi Di Biagio verso i playoff di qualificazione ai prossimi Europei di categoria è stata affannosa.

Ma alla fine, soprattutto grazie allo sprint finale, gli Azzurrini ce l’hanno fatta: primo posto nel girone e testa di serie al sorteggio, che ci ha assegnato un avversario comunque scomodo: la Slovacchia.

Un movimento calcistico che vuole crescere e mettere il proprio nome sul planisfero calcistico.

Per farlo, va da sé, si deve passare anche da sfide come quella che vedrà i loro under 21 sfidare i nostri, con vista sulla Repubblica Ceca.

Proprio per conoscere meglio la squadra che il mese prossimo ci contenderà un posto all’Europeo (che, ricordo, darà possibilità di qualificarsi alle Olimpiadi di Rio) ho interpellato Massimo Tanzillo, attivo da anni in rete col suo progetto “Generazione di Talenti” e da qualche tempo anche come talent scount, attività che gli ha permesso di sondare a fondo proprio il calcio giovanile slovacco…

L’urna è stata chiara: Slovacchia. Iniziamo col tratteggiare i contorni generali di questo team. Che tipo di squadra è?

La definirei una squadra ostica. Ha delle individualità importanti che ben si inseriscono in una buona organizzazione di gioco architettata da mister Galad. Diciamo che se il calcio slovacco ad alti livelli non sta vivendo un ottimo periodo può però guardare al futuro con fiducia.

Molti tifosi italiani hanno tirato un sospiro di sollievo. Eppure la Slovacchia nel girone ha sopravanzato la temibilissima Olanda, strappando anche una vittoria esterna storica proprio nel corso dell’ultima giornata…

Come ti anticipavo prima, l’esito dell’urna potrebbe erroneamente far pensare ad un avversario facile per l’Italia, mentre la Slovacchia è stata capace di arrivare prima nel suo girone con 17 punti mettendosi alle spalle nazioni più quotate come Olanda e Scozia. La vittoria è ampiamente alla portata degli italiani, che dovranno però affrontare la partita con il giusto spirito e massima attenzione.

Veniamo un po’ più nel concreto, ai singoli. Prima di chiederti di indicarci tu i giocatori più talentuosi e temibili di questa Slovacchia under 21 ti faccio qualche nome io. Partendo dai due migliori marcatori della squadra: Adam Zreľák ed Ivan Schranz, entrambi autori di quattro marcature.

Zrelak è balzato agli onori della cronaca dopo un ottimo finale nella stagione scorsa, giocato da titolare tra le fila del Ruzomberok (8 reti per lui). E’ un attaccante molto forte fisicamente che predilige partire largo per poi sfruttare la sua stazza e infilare le difese avversarie. Mi risulta ci sia il Cska Mosca su di lui.
Schranz invece gioca nello Spartak Trnava ed è stato forse la sorpresa di questo gruppo riuscendo ad andare a segno con continuità. Vanta già anche una discreta esperienza in campo internazionale avendo giocato con il suo club le qualificazioni di Europa League e il doppio match con lo Zurigo.

Nella rosa della Slovacchia ci potrebbero essere poi un paio di conoscenze del nostro calcio: Martin Valjent, difensore centrale in forza alla Ternana, e l’ex bresciano Richard Lašík, tornato lo scorso luglio allo Slovan Bratislava.

Lasik è da sempre un mio pupillo. In Italia ha forse pagato l’eterno paragone con Hamsik, avendo una storia calcistica simile, ma a mio modo di vedere l’ex bresciano può dare il meglio di sé in chiave di regia, quindi giocando qualche metro dietro rispetto al partenopeo. In patria potrà sicuramente percorrere la carriera che merita.
Anche Valjent è già una conoscenza del nostro calcio, la Ternana lo prelevò dal Dubnica, nasce difensore ma può giocare anche a centrocampo e quest’anno è già sceso in campo in serie B contro Pescara e Crotone.

Beh, da massimo esperto di giovani slovacchi non posso che chiedere a te, ora, di fare qualche nome!

Oltre ai nomi già citati sicuramente il primo che pongo alla vostra attenzione è il centrale di difesa Ninaj, gioca nello Slovan Bratislava e denota grande personalità e sicurezza.
Al suo fianco dovrebbe giocare il lunghissimo Hudak, suo compagno di squadra anche nello Slovan e che ho avuto modo di portare personalmente da giovanissimo in Italia al San Paolo e ora ci ritornerà da professionista nel match di Europa League contro il Napoli.
Mi spiace sia uscito dal giro causa infortunio Pinter, centrale mancino dello Zlate Moravce che ho proposto quest’estate ad un paio di squadre italiane.
Degni di citazione, infine, sono sicuramente anche Ondrej Duda (forse quello con più potenziale di tutti) che ha il compito di collegare il reparto di centrocampo a quello di attacco e il terzino sinistro Mazan del Senica, club con cui ho il piacere di collaborare a stretto contatto.

Buttando un occhio al futuro e pensando già al prossimo ciclo di under 21, ci sono giocatori da tenere particolarmente d’occhio?

Sicuramente punti di forza del prossimo gruppo U21 saranno Satka (difensore già in forza al Newcastle), Kosorin (punta titolare nel già citato Fk Senica) e la coppia dello Zilina Lupco e Mihalik. Infine di grande prospettiva, ma non nell’immediato dell’U21 ovviamente, è Denis Baumgartner trequartista classe ’98 acquistato dalla Sampdoria e che avevo avuto modo di far provinare anche alla Juventus.

In ultimo non posso non chiederti un pronostico: chi passa?

Anche se sono un grande appassionato del calcio dell’est resto un tifoso dell’Italia che d’altronde è tecnicamente e tatticamente nettamente superiore. Forza Azzurri!

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Inghilterra ed Irlanda del Nord si affrontano in un match amichevole che rispetta in pieno le attese: ritmi non eccessivi, pochi colpi proibiti, padroni di casa superiori.

Per vedere la prima occasione realmente pericolosa però bisogna aspettare più di un quarto d’ora. Quando Hodson in ripiegamento fa una pazzia ed, in area, regala palla a Townsend. Appoggio in mezzo all’accorrente Wickham, calcio di prima intenzione e traversa piena a negare il vantaggio, coi nordirlandesi che poi riescono a liberare in qualche modo, e non senza affanni.

Passa un altro quarto d’ora prima che la partita torni a vibrare. Sempre Townsend protagonista, con una penetrazione da sinistra che si chiude con un cross basso ben respinto da Conor Devlin, estremo difensore ospite di proprietà del Manchester United.
Un altro paio di minuti e l’Inghilterra sfiora davvero il goal. Questa volta è capitan Henderson, dalla trequarti, a mettere il pallone dentro, dove Wickham lo stoppa per girarlo in porta, trovando però sulla sua strada il portiere avversario, bravo a chiudere in angolo.

Dopo una mezz’ora un pochino soporifera la partita inizia quindi a scaldarsi. Al trentanovesimo è Ince a cercare la via della rete con un’azione personale che va a concludere con un tiro interessante ma ben respinto da un sempre attentissimo Devlin.
Il tempo di far fare un giro intero di orologio alla lancetta dei minuto ed ecco McEachran effettuare un lancio al bacio per lo stesso Ince, che scattato sul filo del fuorigioco si porta in area dove viene strattonato malamente da Tom Flanagan. Con l’arbitro dell’incontro, John Beaton, che – piuttosto clamorosamente – decide di lasciar correre.

Il goal è però nell’aria e arriva proprio allo scadere, quando il capitano scodella al centro un calcio di punizione battuto dalla destra e Wickham fa valere il suo fisico per raggiungere il pallone e girarlo in porta con un colpo di testa preciso.

Anche nella ripresa continua il monologo inglese. Con la nazionale di calcio dei Tre Leoni che si porta nuovamente vicino alla rete grazie alla conclusione di Jack Robinson su iniziativa di Andros Townsend. Ancora una volta, però, c’è Devlin a sbattere la porta in faccia ai giovani sudditi della Regina Elisabetta.
All’ora esatta di gioco è invece ancora Ince a rendersi pericoloso, ben imbeccato da Powell. Il tiro dell’ala del Blackpool non trova però lo specchio della porta, per la disperazione di un Connor Wickham che, sulla destra del compagno, avrebbe voluto essere servito per battere a rete da posizione favorevolissima.

Logico che in un’amichevole del genere entrambe le squadre si “lascino andare” a molte sostituzioni.
Ecco quindi che nel classico turbinio di questi secondi tempi vanno un po’ a saltare schemi ed equilibri. Nonostante questo è l’Inghilterra a tenere il pallino del gioco.

Al settantatreesimo è il solito Ince a provare l’imbucata personale, saltando tre uomini per trovare ancora una volta la grande opposizione di Devlin sul più bello.
Due primi più tardi si chiude il match: Afobe dà dimostrazione di tutta la sua rapidità, entra in area per provare a saltare l’estremo difensore avversario che però lo atterra. Sul dischetto si presenta lo stesso Benik che fredda Devlin, per il 2 a 0 finale.

L’ultimo quarto d’ora scorre quindi senza più molto da dire. Così che l’under 21 di Stuart Pearce può uscire dal Bloomfield Road con un buon 2 a 0 e una certa serenità pensando al futuro.

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E’ un’Italia ordinata quella che scende in campo a Siena contro i campioni europei in carica a livello di under 21.

Privato di numerosi cardini della propria squadra (da infortuni e convocazioni “maggiori”) Mangia deve arrangiarsi dando fondo alla profondità del parco giocatori a disposizione per un undici titolare che vede il solito Bardi essere preferito a Perin, con una linea difensiva composta – da destra a sinistra – da De Sciglio, Capuano, Caldirola e Frascatore ed un centrocampo dove si disimpegnano Sala, Crisetig, Marrone e Saponara. Davanti confermata la coppia De Luca – Immobile.

Curiosità, invece, per quanto riguarda Deulofeu, stellina della cantera Blaugrana definito come la stella più lucente cresciuta alla Masia nel dopo Messi.

E se la Spagna sta dominando il calcio mondiale ad ogni livello non è certo un caso. Detto-fatto ecco l’Italia costruire una buona azione, con un tiro di Crisetig dal limite facilmente parato, e sul ribaltamento di fronte l’imbucata centrale per Rodrigo che scatta sul filo del fuorigioco, salta facilmente Bardi e segna la dodicesima rete (in dieci partite) in under 21.

Come non bastasse poco dopo la mezz’ora ecco il raddoppio: difesa altissima, Deulofeu la buca con un filtrante per Sarabia che scatta poco oltre il centrocampo arrivando palla al piede fino in area, dove restituirà palla all’ala Blaugrana che depositerà facilmente in rete a porta vuota.

All’intervallo si arriverà quindi sul 2 a 0 per gli ospiti, frutto di un’Italia solo discreta davanti (comunque incapace di pungere) e assolutamente orribile, almeno a tratti, dietro, dove il meccanismo del fuorigioco non funziona e la linea a quattro sembra traballare più che mai, lasciando praterie in cui i vari Deulofeu, Rodrigo, Sarabia ed Isco (grande qualità complessiva) sguazzano beati.

A scuotere una ripresa tutto sommato monotona ci pensa proprio uno “spagnolo”, l’ex interista Longo. Che ben imbeccato da un lancio d’esterno di Sansone s’infila alle spalle di un avversario per battere Marino con un bel tocco “da futsal” sul secondo palo.

Il goal della punta in prestito All’Espanyol scuote gli Azzurrini, che salgono in cattedra e, anche complici le tante sostituzioni spagnole, provano a ricucire il risultato.
Così nell’arco di una manciata di minuti Gabbiadini (ancora una volta gli è preferito De Luca) si rende pericoloso un paio di volte, ma senza fortuna.

Spagna che non vuol però restare a guardare. Così Marc Bartra, difensore centrale scuola Barça, sale palla al piede, scambia con un compagno al limite dell’area e cerca di bucare Bardi con un tocco a tu per tu, che vede però il portiere livornese mettere una pezza con la manona sinistra.

Iberici che però alla mezz’ora traballano come non mai. Nel giro di pochissimi secondi infatti l’Italia sfiora per due volte il goal: dapprima Longo difende benissimo palla e serve De Sciglio, che è fermato solo da una respinta di un difensore sulla linea. Poi, sul prosieguo dell’azione, arriva il diagonale di Gabbiadini, che è messo in angolo dal buon tuffo di Marino.

A cinque dal termine Longo salta Bartra grazie ad un rimpallo (ed aiutandosi con una mano) per non riuscire però a bucare l’estremo difensore avversario.

Allo scadere arriva il 3 a 1. Muniain taglia la difesa con un filtrante che imbecca Alvaro. Bardi saltato facilmente, goal.

Si chiude così un match in cui l’Italia ha messo in mostra limiti evidentissimi soprattutto in fase difensiva, con capitan Caldirola autore di una brutta prova, Capuano e Frascatore a far certo non molto meglio ed il solo De Sciglio, spostato a centrocampo con l’entrata di Donati, a “salvarsi”.

Maluccio nel complesso un po’ tutti i titolari. Indubbio dire che l’Italia giovi di numerose sostituzioni (Sansone, Gabbiadini e Longo danno quel quid in più là davanti che permette all’Italia di giocarsela e, forse, perdere immeritatamente).

Rimandata la Spagna. Palese che le Furie Rosse, comunque un po’ raffazzonate (basti pensare che Muniain parte in panchina), avrebbe ben altro approccio in un match ufficiale.
E, nonostante questo, ne fanno tre.

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Missione compiuta.

Gli Azzurrini di Devis Mangia tornano a casa dalla Svezia con il biglietto aereo per Israele ben saldo nelle proprie mani.

Partita quasi assurda quella disputata a Kalmar con un’Italia nel complesso superiore ma che dopo aver trovato il doppio vantaggio sbanda e sembra quasi voler buttare via tutto quanto di buono costruito negli ultimi due anni, con i fantasmi bielorussi che tornano ad aleggiare sulla nostra under 21.

Poi però, per fortuna, la superiorità generale mostrata per buona parte della partita torna a concretizzarsi e il solito Immobile chiude i conti, strappando il biglietto per la fase finale dell’Europeo di categoria.

Nel complesso è una squadra ben messa in campo quella che, ligia al solito 4-4-2 di scuola sacchiana si trova a schierare quest’oggi il commissario tecnico.

Qualche sbavatura, forse dovuta anche all’età e alla scarsa abitudine di giocare assieme, ma nel complesso un tasso tecnico e un livello di talento medio sicuramente superiore.

Venendo ai singoli bella prestazione del solito De Sciglio sulla fascia, sempre più una sicurezza ed indubbiamente giocatore che il Milan dovrà cercare di far crescere al meglio, senza bruciarlo. Il futuro è suo.

Così così i due centrali, specialmente capitan Caldirola che subito dopo il 2 a 0 si imbambola su un pallone facilissimo da controllare e regala alla Svezia la scossa che permette ai padroni di casa di tornare a crederci, infiammando così una partita virtualmente appena chiusa.

Meno sbavature per l’attento Capuano, che però sfortuna vuole finisca col servire l’assist dello splendido pareggio di Hiljemark, quando libera l’area di testa recapitando il pallone proprio sul piede dell’avversario.

Prestazione senza infamia né lode per Frascatore. Che non sembra essere oggi all’altezza di chi quel ruolo lo ha ricoperto con continuità negli ultimi due anni – Crescenzi – e che pur non trovando il campo con continuità in Serie B viene preferito, nelle convocazioni di Mangia, anche ad un certo Santon.
Tenuto conto che per lui potrà esserci spazio anche nel prossimo biennio, comunque, le prospettive con questa maglia sembrano rosee.

Centrocampo dai due volti: in mezzo prestazioni discrete per i due scuola Juve Rossi e Marrone (nel complesso quest’ultimo migliore del compagno), super per le ali, Insigne e Florenzi.

Entrambi, non a caso, a segno.

Il primo con un goal da cineteca, palla sotto il sette con tiro a giro, a mo’ di Del Piero. Il secondo con un’imbucata che lo porta a calciare sul secondo palo, ad incrociare. Ma soprattutto una prestazione generosissima quanto ricca di qualità, per uno dei centrocampisti under 21 più interessanti del mondo.

Entrambi, inutile dirlo, meriterebbero la chiamata della nazionale maggiore già oggi.

In attacco, infine, troviamo il solito Immobile, alle volte un po’ troppo egoista – come tutti i bomber, del resto – ma capace di andare a segno, con uno splendido pallonetto, anche oggi.

A fargli da spalla, almeno inizialmente, quel De Luca che proprio Mangia seppe far maturare fino a prepararlo per il salto nel professionismo qui a Varese. Ma che nel complesso, nonostante oggi solo un super Johnsson gli impedisca di siglare l’1 a 0, non sembra ancora all’altezza di indossare una maglia da titolare in questa squadra.

Soprattutto quando ciò significa far accomodare in panca un certo Manolo Gabbiadini, 10 goal in 14 presenze prima di oggi con l’under21.

Gabbiadini che, guarda caso, entra e segna la partita in modo indelebile, andando a portare un’azione personale insistita con la quale riesce a liberare Immobile per la rete del definitivo 3 a 2.

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Sono passati solo undici mesi da quella gara di andata in cui gli Azzurrini seppero imporsi 7 a 2 a Vaduz e tante cose sono cambiate.

In primis quel ricambio generazionale che, solo accennato prima degli Europei, sembra essere ora iniziato a tutti gli effetti.

Non è un caso quindi se uno dei fulcri dei miei discorsi di allora, Insigne, oggi si trovi in nazionale maggiore. E domani, chissà, potrebbe provare ad aiutare Prandelli ad imporsi in Bulgaria.

Non solo.

Nonostante i giocatori prestati – forse per sempre – alla nazionale maggiore (Destro, Insigne, Verratti e Borini avrebbero il potenziale per dominare un qualsiasi girone qualificatorio under 21) questa under 21 convince sempre di più.

Certo, l’approccio oggi non è stato dei migliori.

Probabilmente – ed in fondo giustamente – convinti di poter vincere senza alcuna difficoltà, gli Azzurrini sono partiti in maniera tutto sommato blanda.

La svolta si è avuta con l’espulsione di Gur, che ha spianato una strada già molto più che in discesa.

Difficile quindi commentare una partita scontata viziata anche da un cartellino rosso.

Possiamo solo celebrare la qualificazione ai playoff di questa squadra. Che grazie alle doppiette di De Luca ed El Sharaawy e alle reti di Immobile, Viviani e Sala (su rigore) si sbarazza facilmente del piccolo Liechtenstein.

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Buona vittoria dell’under21 di Ciro Ferrara sui pari età turchi.

Dopo il 7 a 2 in Liechtenstein, quindi, la nostra under procede di buon passo verso l’Europeo che si giocherà in Israele tra due anni.

Bene un po’ tutti i reparti ed i singoli scesi in campo.

Partiamo quindi dalla porta, dove Pinsoglio non aveva convinto appieno nelle ultime uscite (né contro il Liechtenstein né in amichevole con la Svizzera). Ieri, però, si è rifatto alla grande. La sua parata arrivata ad inizio match sullo 0 a 0 è infatti determinante per tenere in partita, soprattutto a livello mentale, i suoi. Subire goal a quel punto avrebbe infatti potuto far sbandare la truppa, che rimasta sui giusti binari ha invece saputo condurre in porto una vittoria importantissima.

Questa mattina su di un giornale locale di Varese leggevo un 5,5 per lui, a mio avviso assolutamente immeritato.

Bene, per quanto concerne la difesa, ancora una volta il solito Crescenzi, che come sottolineato anche dall’ottimo Bizzotto in sede di commento è, ad oggi, il giocatore più continuo e positivo di questo inizio di biennio.

Lotta, corre, chiude, riparte, si sovrappone, duetta bene con Insigne. Davvero un mistero come la sua Roma possa aver deciso di fargli fare un altro anno in Serie B quando, è palese, meriterebbe appieno la A. E, forse, quantomeno un ruolo da riserva nella Roma.
Ma sono anche sicuro che Luis Enrique ora che è in Italia avrà modo di osservarlo meglio. E se lo farà è probabilissimo che l’estate prossima Crescenzi tornerà alla base per restarci.

Sulla fascia opposta finalmente una buona prestazione anche di Davide Santon, che da fenomeno assoluto è passato, nel giro di qualche mese, a ragazzo già bruciato.

Ferrara ne ha fatto il capitano di questa nazionale per provare a tirarlo fuori dall’involuzione in cui cadde. Vedremo se la cosa funzionerà.
Ieri, di certo, è sempre stato attento in ogni situazione di gioco. Non ha comunque ancora sviluppato appieno tutto il suo potenziale e, alle volte, dà l’impressione che non lo farà mai.

Bene anche la coppia di centrali. Caldirola ed Antei non saranno Nesta e Cannavaro ma in questo momento rappresentano una coppia solida ed affidabile. Giusto puntarci.

A centrocampo Insigne fa il bello e il cattivo tempo. Se da una parte è una spina nel fianco per la difesa avversaria, riesce a saltare l’uomo con facilità e dialoga bene coi compagni dall’altra si fa espellere per una reazione sciocchissima ed assolutamente evitabile a tempo già scaduto, a partita già vinta.

Insigne che salterà quindi la trasferta turca per una leggerezza assolutamente evitabile. Un vero peccato, posto che a questo livello oggi può fare davvero la differenza.

Luci ed ombre, a suo modo, anche da parte di Saponara. Che per tutto il primo tempo è forse il peggiore dei suoi, ma che poi a cavallo dell’intervallo segna prima un goal per offire poi a Destro l’assist del raddoppio.

Non mi entusiasma, ma ad ora merita sicuramente di esserci.

Fa poi il compitino la coppia di centrali. Marrone e Rossi non sono brillanti e incisivi come in altre situazioni, ma meritano comunque un sei pieno per il lavoro di “taglia e cuci” che fanno in mezzo al campo.

Davanti, infine, leggerezza assurda anche da parte di Gabbiadini.
La punta atalantina, ad oggi vero e proprio punto fermo di questa rappresentativa, si prende un giallo per una simulazione a centrocampo, molto più che evitabile. Anche lui salterà quindi l’importantissima trasferta turca che potrebbe sancire, di fatto, la qualificazione dei nostri ragazzi.
Un vero peccato.

Bene invece Mattia Destro, che segna di rapina e con intelligenza il goal del raddoppio e lavora tanto per la squadra. La sua esplosione sembra essere ancora molto lontana, però. Chissà se saprà confermare tra i professionisti le splendide cose fatte vedere all’epoca delle giovanili Nerazzurre…

Poca roba, invece, questa Turchia, che pur – grazie al fatto di aver giocato due match in più dei nostri, continua a guidare il girone.
In terra turca, comunque, è probabile che le cose cambino. Sicuramente i nostri avversari scenderanno in campo con ben altra aggressività. Sarà quindi importantissimo tenere alti ritmi ed attenzione.

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L’Italia di Ciro Ferrara si impone 7 a 2 sul modestissimo Liechtenstein.

Una squadra che, ad andare bene, in Italia farebbe fatica ad imporsi anche in Promozione.

Insomma, una squadra tutt’altro che irresistibile che non poteva che essere spazzata via dai giovani Azzurri.

Non tutto è oro ciò che luccica, però, dico nel titolo.

Il perché è semplicissimo.

Iniziamo dal fatto che dopo un solo quarto d’ora di gioco i nostri si trovano già sotto di un goal (uscita a vuoto di Pinsoglio che spiana la via del goal ed Eberle, tutto solo sul secondo palo) e di un uomo (espulsione sciocchissima di Borini che, già ammonito, si prende il secondo giallo rientrando senza permesso in campo dopo esserne uscito per infortunio).

Una situazione davvero ai limiti del paradossale per una squadra che rappresenta il futuro di uno dei movimenti calcistici storicamente più importanti, prestigiosi ed evoluti dell’intero pianeta.

Italia che inizialmente non gioca benissimo e che dopo questa doppia botta sembra poco serena e troppo contratta.

Così a cambiare le cose non può che essere la magia di un singolo. Che arriva intorno alla mezz’ora, quando Fausto Rossi, ex stellina del vivaio bianconero, s’inventa un grandissimo goal da fuori.

Da lì in poi l’Italia avrà vita facile e riuscirà a portarsi inizialmente addirittura sul 5 a 1 grazie alla tripletta di Gabbiadini e alla segnatura di Florenzi.

Il tutto fino a poco dopo l’ora di gioco, quando Kieber – il giocatore più interessante dei padroni di casa – tira fuori una magia e dopo aver fatto secco Antei al limite effettua un pallonetto a battere un ancora una volta distratto Pinsoglio.

A chiudere il match ci pensa quindi il talentino scuola Napoli Insigne, che realizza una doppietta nell’ultimo quarto d’ora.

Ok. Ma quindi in questo festival dei goal (arrivato per altro in 10 contro 11) cosa non è andato bene?

Tante cose, a dire la verità. E sembra assurdo quando una partita termina con ben 7 reti fatte, ma è così.

Innanzitutto Ferrara.

Personalmente trovo che gli allenatori “talebani” lascino molto il tempo che trovano, anche perché dimostrano oltre ad una scarsissima duttilità anche una professionalità limitata in quanto fare l’allenatore dovrebbe presupporre mandare in campo la squadra migliore possibile, non quella migliore secondo certi dogmi tattici che ci si autoimpone.

E allora ieri mentre guardavo l’Italia essere sotto di un goal ed un uomo contro il modestissimo Lichtenstein commentavo la partita assieme ad un amico e gli dicevo che Insigne schierato trequartista contro una squadra del genere avrebbe fatto almeno due o tre reti.
Perché giocando tra le linee avrebbe mandato ancora più in confusione gli avversari. E grazie alla sua capacità di dribbling, poi, avrebbe bucato quella difesa praticamente ad ogni azione.

Finita la partita mi sono dovuto comunque ricredere. Giocando lì probabilmente avrebbe potuto puntare al pokerissimo!

Ma detto ciò… il problema non risiede tanto nel fatto che Insigne schierato ala sinistra nel classico 4-4-2 non abbia reso, quanto nel fatto che Ferrara ha deciso di impostare l’under 21 con quel modulo e da lì praticamente non si schiodi mai.

Giusto nella partita disputata qui a Varese contro la Svizzera fece vedere qualcosa di poco diverso quando nella ripresa passò al 4-3-1-2 proprio per cercare a tutti i costi il pareggio.

Quando si ha a disposizione un giocatore come Insigne, che in certe cose ricorda molto quel Giovinco che a livello under21 era una star, è davvero un peccato sacrificarlo così.

Perché se la cosa pesa molto poco contro avversari come il Lichtensiten ecco che potrebbe finire per ridurne moltissimo la pericolosità offensiva contro squadre più forti e meglio organizzate.

Detto di Ferrara dobbiamo anche parlare dei giocatori. Perché al di là del fatto che abbiano vinto largamente contro “nessuno” va detto che in diversi di loro si notano dei segnali preoccupanti.

In linea di massima pare infatti di scorgere, nei nostri giovani, segnali che lascino ad intendere che una volta indossata la maglia dell’under 21 e arrivati al professionismo si sentano già arrivati.

Saranno i soldi, le belle ragazze o la popolarità, ma rispetto a dieci o quindici anni fa sembra veramente ci siano delle differenze in questo senso.

Fare nomi sarebbe ingeneroso, ma questo sembra essere veramente un male dilagante nel nostro calcio.

Del resto tatticamente continuiamo ad essere maestri, tecnicamente la nostra scuola si mantiene su buoni livelli, solo atleticamente negli ultimi anni stiamo iniziando a faticare un po’, forse per lo più fermi a metodi di allenamento antiquati rispetto alle nuove avanguardie.

Nel complesso, comunque, nulla che potrebbe di per sè giustificare i pessimi risultati che stanno avendo tutte le nostre nazionali. In primis proprio quelle giovanili.

E anche guardando alla nazionale maggiore, in realtà, possiamo notare come il ricambio generazionale dopo il Mondiale 2006 sia complicatissimo. Perché i tanti talenti nati negli anni 80 hanno per lo più deluso le aspettative. Praticamente nessuno di essi, pur avendo raggiunto sicuramente buoni livelli di gioco, è riuscito a fare il “botto” definitivo.

E anche questo potrebbe essere proprio un problema di testa, più che di tecnica, tattica o atletismo…

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La nazionale under 21 di Ciro Ferrara ha giocato ieri nell’assolato (incredibilmente, visto il tempaccio che c’è stato per tutta l’estate) Franco Ossola di Varese. Che trovandosi ad una mezz’ora abbondante da casa mia è stata mia metà di pellegrinaggio.

Mai prima, del resto, mi era capitato di vedere la nazionale under 21 dal vivo. Occasione da non perdere, insomma.

Tralasciando le note climatiche (ma assicuro che il sole ieri ha influito non poco sulla fruibilità delle partita a chi come me stava nel settore Distinti) veniamo quindi alla partita.

Italia schierata nel primo tempo con il più classico dei 4-4-2 con l’ex juventino Pinsoglio a guardia dei pali protetto da una linea a quattro composta, da destra a sinistra, da capitan Santon, dall’empolese Mori, dall’interista Caldirola e dall’ex romanista Crescenzi.

A centrocampo, poi, D’Alessandro ad occupare l’out destro e Fabbrini quello opposto, con Marrone e Bertolacci cerniera centrale.

In attacco, infine, Borini a supporto di Paloschi.

Italia che parte piuttosto male. Nei primi minuti gli ospiti costruiscono un paio di buone azioni e gli Azzurrini sembrano imbambolati.

Italia che un po’ esce alla distanza e qualcosa prova anche combinarla. Buoni alcuni scambi in velocità con le punte a scendere incontro al pallone sulla trequarti per poi infilare la retroguardia avversaria con passaggi rapidi e con le due ali a provare ad isolarsi, di tanto in tanto, in qualche uno contro uno.

Nel complesso però l’Italia è un po’ poca roba, questo anche perché ogni qualvolta prova a rendersi pericolosa la nazionale guidata da Ferrara trova nel proprio terminale offensivo principe, Paloschi, un giocatore in costante fuorigioco.

Dopo la rete del vantaggio svizzero, firmata da Drmic su dormita difensiva, gli Azzurrini riuscirebbero infatti a trovare il pareggio con Borini. Goal che arriva però a gioco fermo, per via – guarda caso – proprio dell’offside fischiato a Paloschi (che, tra l’altro, fallisce un goal non poi così difficile giusto a tu per tu con Burki, con Borini che poi, appunto, ribadirà in rete a gioco praticamente fermo).

Le cose migliorano nella ripresa. Dove tra l’inizio del secondo tempo e la continuazione dello stesso Ferrara cambia praticamente tutti gli interpreti di gioco, finendo la partita con una squadra molto diversa da quella schierata inizialmente: Pinsoglio confermato tra i pali, difesa composta da Donati, Capuano, Caldirola e Sini, centrocampo a tre con Fausto Rossi, Marrone e Soriano e Borini schierato trequartista alle spalle di Macheda e Gabbiadini.

Ed è un’Italia che con l’andare della seconda frazione di gioco cresce costantemente di tono, finendo col prendere nettamente il sopravvento negli ultimi 10-15 minuti.

Ed è un’Italia che a nove dal termine trova anche il fortunoso pareggio con Borini che fa partire un tiro-cross (più cross che tiro, credo) dalla destra infilando imparabilmente un Burki che fino a lì aveva dato discreta prova di sè tra i pali.

Venendo ai singoli…

Pinsoglio discreto. Il goal è colpa più che altro della difesa. Lui commette solo un paio di errorini in uscita coi piedi. In particolare in un’occasione prova una sorta di bycicle kick lisciando però grossolanamente il pallone, che finisce in angolo. Fortunatamente.

Santon è parso invece piuttosto supponente e svogliato. Un giocatore con le sue qualità (in particolar modo atletiche) dovrebbe dare molto di più, in entrambe le fasi. Speriamo si ritrovi, sembrava essere patrimonio importante del nostro calcio.
Donati è stato invece il solito classico soldatino della fascia destra. Non un fenomeno, certo, ma sempre attento e generosissimo.

Mori continua a sembrarmi inadatto ad un posto da titolare in questa under. Tutte le volte che l’ho visto giocare in nazionale, infatti, non mi ha fatto una grande impressione. Ieri stesso mi è sembrato non meritare quel posto.
Capuano ha invece fatto molto meglio. Vero è che nella ripresa gli svizzeri hanno fatto davvero pochino. Altrettanto vero, però, che lui ha dato l’impressione di essere molto più attento e sicuro del suo omologo empolese.

Caldirola si è ben comportato. Gestisce discretamente la linea difensiva, non ha grandi cali di concentrazione, dimostra anche buoni doti nel gioco aereo. Sembra essere uno dei prospetti migliori lì dietro, anche se i Nesta e i Cannavaro erano, già alla sua età, ben altra roba.

Crescenzi è invece uno dei giocatori secondo me più interessanti di questo gruppo. Terzino di ottima spinta, deve ancora affinare qualcosa in fase difensiva, ma nel complesso, per avere vent’anni, è assolutamente giocatore di valore. Personalmente lo lancerei già ad occhi chiusi in Serie A, quantomeno in una piccola.
Sini, dal canto suo, ha giocato una partita davvero su buon livello, contribuendo a far crescere di tono la nostra nazionale.

D’Alessandro più che discreto. Si è battuto ed ha provato un paio d’affondi interessanti. Con il suo spunto, però, dovrebbe cercare con più continuità l’uno contro uno. Ieri, in particolar modo, sembrava che Daprelà potesse andare in notevole difficoltà se preso in velocità da uno come lui…Fausto Rossi ne prenderà il posto nel secondo tempo andando però a schierarsi come mezz’ala destra. Nulla di particolare la prestazione di questo giocatore che diversi anni fa, ancora minorenne, si mise in mostra in amichevole contro l’Inter causando diversi grattacapi a Maicon. Per altro ieri si è anche mangiato un’occasione d’oro quando dopo aver saltato alla grande in contropiede un avversario aveva solo prateria e portiere davanti a sè… sembra però gli siano mancate le gambe, s’è così fatto recuperare e rubare palla in maniera inaspettata…

Bertolacci è stato il giocatore che mi è piaciuto meno, tra quelli in mediana. Partita piuttosto sottotono per lui, che non è s’è fatto vedere particolarmente in nessuna delle due fasi di gioco.
Soriano è stato invece forse il migliore. Ha giocato mezz’ala sinistra e s’è fatto apprezzare sia in fase offensiva (peccato solo per il goal mangiato su errore di Feltscher) sia in fase difensiva, dove s’è mosso bene ed ha recuperato anche diversi palloni. Dal mio punto di vista lui, lo dico dalla prima volta che lo vidi giocare, ha un futuro in Serie A pressoché assicurato. Giusto montandosi la testa potrebbe vanificare tutto.

Fabbrini ha disputato un primo tempo discreto. Quando parte palla al piede crea sempre qualche patema alla retroguardia avversaria, però dovrebbe imparare ad essere più incisivo. Ha tra l’altro una bella visione di gioco, ma la sfrutta troppo raramente. In più dovrebbe migliorare tantissimo il tiro.
Macheda è stato in assoluto uno dei peggiori di ieri. Anche lui è parso svogliato e supponente. Con le potenzialità che ha dovrebbe fare infinitamente meglio.

Borini ha fatto piuttosto bene. Si è provato a proporre e fare vedere in più di un’occasione, ha cercato diverse volte scambi rapidi con i propri compagni, ha trovato il goal fortunoso che ha permesso all’Italia di salvarsi. Anche lui come Fabbrini, comunque, vorrei vederlo più incisivo.

Paloschi negativo. Si è mangiato davvero troppo. Si muove bene, ma non è “cattivo”. E poi davvero troppi fuoriogiochi.
Gabbiadini ha giocato solo mezz’oretta, senza riuscire a farsi vedere un granché.

Per ciò che concerne la Svizzera, invece, benino Feltscher. Il terzino destro di proprietà del Parma ha mostrato ottime cose in fase offensiva, mettendo in più di un’occasione un po’ in difficoltà i nostri sulla – sua – fascia destra.

Malissimo, invece, Kasami, solo l’ombra del giocatore che si potè apprezzare nel corso dei Mondiali under 17 del 2009.

Infine nota di merito per François Affolter.
Difensore svizzero classe 91 di proprietà dello Young Boys ha alle spalle già quasi un centinaio di presenze in Super League, bottino davvero notevole per un ragazzo così giovane.

E tutta quest’esperienza si è fatta ben notare ieri: ha diretto molto bene un reparto che nel suo complesso lasciava comunque piuttosto a desiderare con un Feltscher spesso un po’ distratto, un Koch più che modesto ed un Daprelà sottotono.
Ottimo senso della posizione, fisico già formato e fondamentali discreti per questo centrale che ha già raccolto anche quattro presenze in nazionale maggiore.
Transfermarkt dà di lui una valutazione di un milione e mezzo di euro. Se davvero costasse una cifra tutto sommato così esigua lo farei quantomeno seguire per bene da qualche osservatore…

Ecco infine, per chi ne fosse interessato, il tabellino del match:

MARCATORI: Drmic (S) al 26’ p.t.; Borini (I) al 36’ s.t.
ITALIA (4-4-2): Pinsoglio; Santon (dal 16’ s.t. Donati), Mori (dal 1’ s. t. Capuano), Caldirola, Crescenzi (dal 21’ s.t. Sini); D’Alessandro (dal 1’ s.t. Soriano), Bertolacci (dal 1’ s.t. F. Rossi), Marrone, Fabbrini (dal 1’ s.t. Macheda); Paloschi (dal 16’ s.t. Gabbiadini), Borini. (Colombi, Bardi, Faraoni, Saponara, Florenzi). All: Ferrara
SVIZZERA (4-2-3-1): Burki; Feltscher, Affolter, R. Koch, Daprelà (dal 1’ s.t. P. Koch); Buff (dal 1’ s.t. P. Toko), Abrashi; Wuthrich, Kasami (dal 12’ s.t. Prijovic), Zuber (dal 12’ s.t. Wiss); Drmic (dal 24’ s.t. Hajrovic). (Deana, Rodirguez). All: TamiARBITRO: Delferiere (Bel)
Ammoniti: Feltscher, Abrashi, Daprelà (S), Soriano (I) per gioco scorretto. Recuperi: 1’ p.t., 2’ s.t.
NOTE: spettatori 1200 circa.

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