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E’ terminata la corsa a Sudafrica 2010. Con l’effettuazione degli spareggi atti ad assegnare gli ultimi posti ancora in ballo, infatti, può considerarsi chiusa la rincorsa ad un posto Mondiale.
Tutti i goal degli spareggi giocatisi mercoledì 18/11
Detto dell’Uruguay che pareggiando con il Costa Rica strappa l’ultimo biglietto disponibile, c’è da vedere cosa, nel corso della giornata, avessero combinato le altre nazionali.
Allo stadio Al Merreikh di Omdurman, Sudan, si sono scontrati Egitto ed Algeria. Le due nazionali nordafricane, infatti, avevano da giocarsi in un solo spareggio due anni di lavoro. In territorio neutrale, quindi, le formazioni guidate da Hassan Shehata e Rabah Saadane si sono date battaglia per prevalere sull’avversaria.
Alla fine ad avere la meglio sono stati gli algerini capaci di imporsi 1 a 0 grazie ad una rete messa a segno da Antar Yahia, tra i tanti algerini nativi in terra di Francia che compongono oggi la nazionale nordafricana, al 40′ quando dopo aver ricevuto palla in area di rigore libera un destro di una potenza micidiale su cui El Hadary non riesce ad intervenire, facendosi bucare sul suo palo.
Algeria che torna quindi ad un Mondiale dopo le apparizioni dell’82 (in cui battè clamorosamente la Germania Ovest 2 a 1 ed il Cile 3 a 2) e dell’86 (precedentemente non era mai stata iscritta sino al Mondiale 1970, anno in cui iniziò a partecipare regolarmente alle qualificazioni mondiali).
Alla Donbass Arena di Donetsk, invece, si scontravano Ucraina e Grecia.
Dopo lo 0 a 0 di Atene apparivano essere favoriti proprio gli ucraini che forti dell’appoggio del proprio pubblico si pensava potessero sopraffarre la nazionale guidata da Otto Rehhagel. Shevchenko e compagni, invece, si sono dovuti piegare al cospetto degli ex campioni d’Europa: al 31′ minuto, infatti, Dimitrios Salpingidis, attuale punta del Panathinaikos, entra in area e fredda Pyatov sull’uscita, mettendo a segno la rete che vale la qualificazione al Mondiale.
Greci che torneranno quindi a disputare una rassegna iridata dopo sedici anni: risale infatti al 1994 la prima ed unica partecipazione di una nazionale ellenica ad un Mondiale di calcio. Goal storico quello di Salpingidis, insomma, che vale oro per una nazione che oltre all’exploit di Euro 2004 non ha mai fatto registrare altri risultati rilevanti.
Al Bilinio Polje di Zenica, invece, si sfidavano Bosnia e Portogallo.
I padroni di casa erano chiamati all’impresa: ribaltare l’1 a 0 di Lisbona. Purtroppo per loro, però, Dzeko e compagni hanno fallito la missione, subendo un’altra sconfitta con lo stesso punteggio di quella inflittagli dai lusitani sabato e dovendo quindi dire addio al loro sogno Mondiale. E’ il goal realizzato da Meireles all’undicesimo della ripresa a chiudere i giochi relativi alla qualificazione: è in quel momento, infatti, che il centrocampista del Porto, lasciato tutto solo al limite dell’area da una difesa bosniaca approssimativa nell’occasione, a piazzare la palla dove Hasagic non prova nemmeno ad arrivare, firmando la rete che vale la qualificazione al quinto Mondiale nella storia del calcio lusitano.
Portoghesi che, quindi, raggiungono il Sudafrica anche senza l’aiuto di Cristiano Ronaldo, assente per infortunio, ma che dovranno porre fine ad uno dei loro classici problemi: quello di trovare una bocca da goal capace di segnare con continuità in una manifestazione di livello assoluto. Dopo Eusebio, infatti, è sempre stata questa la pecca più grossa di una nazionale composta da grandissimi palleggiatori e rifinitori ma sempre scarsa in quanto a finalizzazione.
Al Ljudski VRT di Maribor, invece, è andata in scena la clamorosa eliminazione della Russia di Hiddink, strafavorita al passaggio del turno nei confronti dei padroni di casa sloveni. Il tutto a maggior ragione dopo che i russi si erano imposti 2 a 1 in casa propria.
La rete siglata al 44′ minuto da Zlatko Dedic, punta ex Parma e Frosinone oggi in forza al Bochum (squadra nella quale milita anche un altro eroe di questi spareggi, quell’Antar Yahia che abbiamo detto essere stato in grado di matare l’Egitto), vale oro: è questa infatti la seconda qualificazione mondiale raggiunta da una nazionale giovanissima. Fino al 1990, infatti, la nazionale slovena non esisteva, essendo inglobata in quella jugoslava. Nel 1994, poi, non si iscrisse alle qualificazioni. E’ solo dal 1998, quindi, che la nazionale del grande Zlatko Zahovic (giocatore più rappresentativo di questo giovane movimento calcistico, nonché recordman di presenze – 80 – e goal – 35 – con la maglia di questa nazionale) concorre per un posto ai Mondiali. Posto che era già stato raggiunto nel 2002, quando poi si fermarono però al primo turno.
La sfida più attesa in assoluto di questi spareggi mondiali, comunque, si giocava al St. Denis dove i padroni di casa francesi scendevano in campo per difendere l’1 a 0 guadagnato in Irlanda.
Pur partendo favoritissimi la nazionale guidata dall’istrionico Domenech si fa mettere sotto – nel risultato – dopo poco più di mezz’ora quando Robbie Keane porta in vantaggio i suoi. Il risultato, quindi, non cambierà sino al termine del match, costringendo le due squadre a giocarsi il tutto per tutto ai supplementari, onde evitare la crudele lotteria dei rigori.
E proprio qui succede il fattaccio: al 103′ minuto Thierry Henry riceve in area un pallone calciato da una punizione e dopo averlo toccato chiaramente per ben due volte con la mano lo appoggia in mezzo dove William Gallas si fa trovare puntuale all’appuntamento e segna la rete che vale la qualificazione francese. Senza contare, poi, che c’era un fuorigioco in partenza di Squillaci, partito in posizione irregolare e assolutamente attivo nel corso dell’azione.
Su questo blog si è sempre molto attenti ad evitare la facile quanto sterile polemica. Ma in questo caso c’è proprio da dirlo: la svista arbitrale (da intendere come dell’arbitro e dell’assistente interessato) è clamorosa e pesantissima. Convalidare questo goal, infatti, equivale a rovinare i due anni di lavoro effettuati da Giovanni Trapattoni, cui va tutta la mia personalissima solidarietà, sulla panchina irlandese.
EIRE che esce certo a testa alta – a differenza di Henry e Domenech -, ma questo poco importa oggi. La sensazione che devono provare giocatori, staff e tifosi dev’essere davvero amara.
Francia che, quindi, pur in maniera fraudolenta si qualifica al suo tredicesimo Mondiale. Inutile dire che i Galletti giungeranno come una delle squadre papabili alla lotta per il titolo, se non altro perché la loro rosa è composta da campioni assoluti e perché quattro soli anni fa, nel corso dei Mondiali tedeschi, cedettero solo in finale al cospetto della nostra nazionale.
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