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Archive for 22 Maggio 2009

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
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Nasceva il 7 febbraio del 1992 con il calcio nel sangue questo ragazzino prodigio prodotto della florida accademia dell’Everton, la stessa che crebbe e poi lanciò nel calcio professionistico un certo Wayne Rooney.

Il calcio nel sangue, si diceva. Perché a Bootle, cittadina sita una manciata di chilometri a nord dal centro di Liverpool, il calcio è una tradizione: qui, infatti, nacquero anche Roy Evans (prima giocatore poi allenatore del Liverpool), Steve McManaman (anche lui affermatosi in maglia Reds prima di passare al Real Madrid), Jamie Carragher (tutt’ora una delle colonne della formazione del Liverpool) ed Alvin Martin (colonna del West Ham per ben 20 anni, dal 1977 al 1996, è a tutt’oggi quinto nella classifica dei giocatori con più presenze in maglia Hammers).

Punta che si disimpegna con profitto anche nel ruolo di centrocampista offensivo Baxter è, esattamente come il proprio capitano nell’under 17 inglese Bostock, un talento precocissimo: entrato nell’Academy a soli 6 anni brucia tutte le tappe, sino ad arrivare all’esordio in prima squadra in un match di Premier contro il Blackburn Rovers. A soli 16 anni e 191 giorni diventa quindi il più giovane debuttante della storia dei Toffees, battendo il record di un suo compagno di squadra, James Vaughan, che era stato capace di esordire a 16 anni e 360 giorni (giusto sette giorni prima di quanto non era riuscito a fare Wayne Rooney, che fino a quel momento era il detentore di questo record).

Aggregato alla prima squadra proprio a partire da quest’anno ha già effettuato 4 presenze sinora: 3 in campionato (di cui una da titolare) ed 1 in Carling Cup.

E proprio grazie a quella partita iniziata da titolare, al The Hawtorns contro il West Bromwich Albion, Baxter ha fatto segnare un nuovo record: è lui, infatti, il più giovane giocatore riuscito a partire titolare in un match ufficiale in tutta la storia di questa società.

Di lui Ray Hall, responsabile dell’Academy, dice che è un giocatore ancora più completo di Wayne Rooney, prendendo a paragone la situazione in cui si trovava l’attuale punta dello United alla stessa età. E se le premesse sono queste c’è da aspettarsi che José scali in fretta posizioni su posizioni, ritagliandosi un ruolo importante nel calcio inglese.

Il marzo scorso la dirigenza Toffees si è voluta tutelare, giusto per evitare di finire come il Crystal Palace nell’affaire Bostock, facendogli firmare un contratto di due anni e mezzo che vedrà quindi la sua scadenza a giugno 2011.

Per intanto quindi questo ragazzino (175 centimetri per 74 chili) continuerà a giocare indossando la maglia Blues, maglia con la quale ha fatto sfracelli nel suo recentissimo passato con le varie rappresentative giovanili, dove segnando goal a valanga ha infranto diversi record.

Se a livello di club è già aggregato ai “grandi”, a livello di nazionale continua invece la sua trafila tra le varie under: dopo aver segnato 3 reti in 8 presenze con l’under 16 è ora un punto fisso dell’under 17, squadra con cui ha disputato il recente Europeo di categoria (nel quale è sceso in campo nel corso delle prime due partite, per poi saltare la terza a causa di una squalifica).

Il suo palmares può già vantare 2 Victory Shield (torneo annuale, che Sky Sports sponsorizza e trasmette, cui partecipano le rappresentative under 16 di Inghilterra, Scozia, Galles ed Irlanda del Nord) ed 1 Tournoi de Montaigu, ma è facile immaginare potrà andare a rimpinguarsi negli anni a venire.

Baxter in una delle sue apparizioni con le rappresentative giovanili inglesi (fansfc.com)

Baxter in una delle sue apparizioni con le rappresentative giovanili inglesi (fansfc.com)

Perché se José Baxter, che è stato inserito al trentunesimo posto nella speciale classifica redatta dal Times riguardante i 50 migliori talenti under 23 al mondo, manterrà le promesse c’è da credere possa davvero diventare una delle stelle del calcio mondiale.

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Bostock è uno degli enfant prodige del calcio inglese (tottenhamhotspur.com)

Bostock è uno degli enfant prodige del calcio inglese (tottenhamhotspur.com)

Il 15 gennaio di diciassette anni fa a Lambeth, quartiere londinese sito nella parte sud-ovest di Londra, sulla riva sud del Tamigi, nasceva John Joseph Bostock, futura stellina del vivaio del Crystal Palace, squadra di un vicino quartiere residenziale.

Bostock è un talento naturale, un artista del pallone… e proprio l’arte deve essere nei geni degli abitanti di Lambeth: qui infatti nacque, tra gli altri, anche uno dei principali artisti del secolo scorso, Charlie Chaplin.

Entrato a soli 7 anni nel settore giovanile degli Eagles brucia rapidissimamente le tappe: il 29 ottobre 2007, a soli 15 anni e 287 giorni, fa il suo esordio in prima squadra al Selhurst Park, davanti al proprio pubblico, in una sconfitta dei suoi per 2 a 0 contro il Watford. Bostock che segna quindi un record, entrando di diritto nella storia di questa società: grazie a quei venti minuti di gioco, infatti, diventa il più giovane giocatore della storia del Palace ad aver esordito in campionato. Sbriciolato il precedente record che apparteneva a Phil Hoadley, capace di esordire a soli 16 anni e 112 giorni in un match giocato contro il Bolton e disputatosi il 27 gennaio del 1968, ben 39 prima dell’esordio di Bostock.

Solo una settimana più tardi John segna un altro record: il 6 novembre 2007, infatti, diventa il più giovane giocatore del Crystal Palace a partire titolare in una partita di campionato allor quando viene schierato nell’undici iniziale nel match che vede gli Eagles opposti al Cardiff City al Ninian Park.

Bostock è un ragazzo prodigio tenuto in grandissima considerazione Oltremanica: dopo aver disputato 6 partite con la nazionale under 16 viene infatti promosso nell’under 17, di cui è tutt’ora il capitano e con cui ha partecipato alla poco fortunata esperienza dell’ultimo Europeo di categoria (lui che aveva partecipato già al naufragio under 17 dello scorso anno, quando la rappresentativa inglese non si qualificò nemmeno agli Europei bloccata al girone qualificatorio da un pareggio con Francia – poi medaglia d’argento – ed Israele e da una sconfitta coi pari età russi).

Trequartista molto dotato tecnicamente, frequentò la scuola calcio brasiliana Lewisham proprio per affinare le sue qualità individuali. Piede molto sensibile sa tanto trovare l’ultimo passaggio vincente quanto è in grado di colpire a rete dalla distanza, avendo anche un’ottima precisione ed una grande capacità di calcio. La sua visione di gioco lo rende comunque un grande prospetto, dato che alle doti tecniche unisce un’ottima capacità di leggere le varie situazioni e di interpretarle al meglio.

Talento purissimo, è stato seguito da diverse squadre quando ancora militava negli Eagles: Chelsea, Manchester United e Barcellona su tutti lo seguirono molto da vicino, ma alla fine a spuntarla è stato il Tottenham, forse per la volontà del giocatore di non lasciare Londra più che per altre questioni.

Quello dal Crystal Palace al Tottenham, per altro, fu un trasferimento complicato: preso atto della volontà del giocatore di trasferirsi al Tottenham, infatti, la dirigenza Spurs e Simon Jordan, Presidente del Palace, iniziarono una trattativa per definire il costo del cartellino del giocatore. La richiesta di Jordan pare si aggirasse sui cinque milioni di euro (più benefit vari a seconda delle presenze), cifra che, ovviamente, gli Spurs ritenevano inadeguata. Non trovando un accordo, quindi, il Presidente del Palace decise di rivolgersi al tribunale della Football League per vedere difesi i propri interessi.

La mossa, però, si rivelò controproducente: la sentenza di quest’ultimo, infatti, fu assolutamente penalizzante per il Palace, che si vide costretto a dover accettare un rimborso di sole 700mila sterline. Per rendere parzialmente più dolce la situazione vennero inseriti alcuni bonus: la cifra, infatti, potrà salire di altre 500mila sterline a seconda delle presenze che Bostock effettuerà in prima squadra, inoltre il Tottenham dovrà versarne altre 200mila nel momento in cui il giocatore effettuerà (se mai questo succederà) il suo debutto in nazionale maggiore e si vedrà costretto a cedere proprio agli Eagles il 15% degli introiti di una sua eventuale cessione.

Una miseria, insomma. Considerazione questa che va ovviamente riferita al contesto: pagare più di un milione di euro per l’acquisto di un ragazzino è sicuramente uno sproposito, ma se si contestualizza la cosa pensando a quello che è il gioco del calcio oggi, e la Premier League in particolare (dove solo in quella sessione di mercato vennero spesi ben 500 milioni di sterline), ecco che pagare quei soldi per uno dei maggiori prospetti del calcio inglese diventa tutto fuorché una pazzia.

“L’abbiamo dovuto vendere per un pacchetto di patatine” è stato il commento di Simon Jordan, e se si pensa al valore che potrà acquistare il suo cartellino nei prossimi anni non si può che concordare con lui…

Infrangere record, comunque, è una cosa che deve piacere molto a John Bostock: dopo essere diventato il più giovane esordiente ed il più giovane giocatore inserito nella formazione iniziale del Palace, infatti, diventa anche il più giovane esordiente del Tottenham. Il 6 novembre scorso debutta in prima squadra contro la Dinamo Zagabria, in un match valevole per la Coppa UEFA da poco conclusasi; all’età di 16 anni e 295 giorni, quindi, John diventa il più giovane esordiente degli Spurs battendo il precedente record, appartenuto ad Ally Dick, per sei giorni.

John Bostock in maglia Eagles, ai tempi in cui militava nel Crystal Palace

John Bostock in maglia Eagles, ai tempi in cui militava nel Crystal Palace

Vedremo quindi dove saprà arrivare questo talentuosissimo ragazzino, che in Inghilterra pensano di strada possa farne molta. Cosa questa che deve essere balzata anche alla mente dei tifosi Spurs quando il giorno del suo esordio non ufficiale (durante un’amichevole spagnola), quando John si presentò subito con un assist che liberò Aaron Lennon al goal, dimostrando la propria capacità di smarcare i propri compagni in zona goal.

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