Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________
CRONACA
L’Italia inizia la sua partita con un baricentro piuttosto basso, lasciando quindi l’iniziativa ai propri avversari.
Danesi che non creano comunque grandissima apprensione alla retroguardia Azzurra, schierata con il Gunner Mannone a difesa dei pali ed un quadriumvirato composto dal torinista Ogbonna, il cagliaritano Ariaudo, il catanese Bellusci ed il redivivo Ranocchia.
Partita giocata comunque su ritmi piuttosto blandi. Essendo stata organizzata proprio nel pieno della preparazione dei nostri club, del resto, non poteva essere diversamente.
Il primo brivido arriva quindi all’undicesimo quando un cross tutto sommato innocuo portato da Larsen mette in apprensione Mannone, costretto ad intervenire quindi in maniera tutt’altro che sicura per smanacciare sul fondo il pallone.
Sugli sviluppi del corner, quindi, Mannone effettuerà una seconda uscita piuttosto sballata, spianando la strada agli avanti danesi che non saranno però in grado di approfittarne.
Con i danesi sbilanciati in avanti, quindi, gli Azzurrini proveranno a colpire, andando molto vicini al goal, in contropiede: Barillà recupererà quindi il pallone all’interno della propria area per poi lanciarsi, dopo uno scambio, verso la metacampo. Giuntovi farà quindi filtrare il pallone in direzione di Okaka, cui sarà spianata la strada verso la rete da un erroraccio del proprio marcatore. Spintosi sino all’interno dell’area avversaria, quindi, la punta romanista si farà ipnotizzare dall’estremo difensore danese, che ne disinnescherà quindi la conclusione grazie ad una tempestiva uscita bassa.
I danesi, però, sono superiori ai nostri e vedono bene di concretizzare il tutto al ventesimo minuto, quando Lyng svetterà alle spalle di Ogbonna per colpire con forza il pallone, battendo quindi Mannone.
Azzurrini che proveranno quindi a reagire una manciata di minuti più tardi, sempre in contropiede: con Macheda lesto ad infilarsi tra i due centrali danesi, però, Okaka finirà con l’addormentarsi palla al piede, facendo partire il passaggio filtrante tardivamente. Fuorigioco netto, occasione sprecata.
E proprio la punta dello United è il giocatore più pimpante dei nostri: subito dopo l’occasione appena raccontata è infatti lui a partire palla al piede, tagliando poi in area per Schelotto prima provando in prima persona la conclusione poi. Niente da fare in entrambi i casi per la giovane punta romana capace di convincere niente popò di meno che Alex Ferguson a promuoverlo in prima squadra appena maggiorenne.
E proprio Macheda arriverà, al trentacinquesimo, un attimo in ritardo all’appuntamento con il pallone: sul cross di Schelotto, deviato da un difensore, l’ex attaccante laziale proverà infatti a lanciarsi in spaccata, non raggiungendo però il pallone. Sarebbe stato il comodo tocco che avrebbe sancito l’1 a 1.
Niente da fare, comunque, nel primo tempo Azzurro. Sporadici tentativi, mai vere e proprie occasioni da goal a parte quelle costruite da Okaka e Macheda.
In apertura di ripresa, quindi, l’Italia dimostrerà subito ben altra spavalderia e decisione rispetto alla prima frazione di gioco. Tanto che dopo quattro soli minuti di gioco arriverà la traversa colpita da Ranocchia sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
La beffa, però, è dietro l’angolo. E arriva proprio sugli sviluppi di un angolo: Larsen svetta solissimo in area per colpire di testa, Poli respinge sulla linea, Nielsen ribadisce in rete da pochi passi: 2 a 0.
Italia che quindi, come comprensibile, accusa il colpo. Per ritrovare gli Azzurrini avanti un minimo pericolosamente, quindi, bisognerà aspettare il quattordicesimo quando sarà ancora una volta capitan Ranocchia a rendersi pericoloso: il suo colpo di testa, però, farà spegnere il pallone alto sulla traversa.
La reazione decisa arriva quindi al diciottesimo: Paloschi si veste da Inzaghi e sfrutta al meglio un gravissimo errore della retroguardia danese impossessandosi del pallone sugli sviluppi di un retropassaggio errato per bucare poi l’estremo difensore avversario con un piatto destro chirurgico.
Il goal galvanizza quindi gli Azzurrini, che si riversano nell’area avversaria alla ricerca del pareggio.
Al ventiquattresimo, quindi, è Pasquato a provarci direttamente su punizione, trovando però la pronta respinta del portiere danese, bravissimo a smanacciare in angolo: di fronte a sè, infatti, si erano materializzati ben tre italiani, che sarebbero stati pronti a colpire in tap-in.
Sugli sviluppi dell’angolo arriva poi la seconda traversa del nostro match: Pasquato crossa da destra pescando Okaka sul palo lungo; la punta romanista svetta colpendo con violenza facendo quindi spegnere il pallone sulla traversa. Niente da fare, poi, nemmeno sul tap-in di Schelotto, impossibilitato a colpire in maniera pulita il pallone, deviato sul fondo dalla difesa danese.
Il goal del pareggio è comunque nell’aria ed arriva ad una decina scarsa di minuti dal termine del match: a firmarlo è capitan Ranocchia, che dopo la traversa colpita ad inizio ripresa svetta in area sul primo palo su di un corner calciato da Pasquato per insaccare la rete del 2 a 2, che galvanizza ulteriormente i nostri ragazzi.
Forcing tambureggiante, quindi, per una squadra che meriterebbe la vittoria. E proprio in chiusura la stessa potrebbe essere pescata da Poli, il cui destro, però, sfiora solo il palo alla destra dell’estremo difensore danese ponendo fine al match.
COMMENTO
E’ un’Italia a due facce quella che scende in campo a Viareggio: imballata, spenta ed impaurita nel primo tempo, brillante, aggressiva e meritevole di ottenere anche qualcosa più di un pareggio nella ripresa.
Perché se nel corso della prima frazione di gioco sono i danesi, di fatto, a fare la partita ecco che nel secondo tempo le cose cambiano molto, in special modo, ma non solo, grazie agli ingressi di Pasquato e D’Ambrosio.
I due – il secondo dei quali, tra l’altro, esordiente assoluto a questi livelli – danno infatti brillantezza e ficcantezza ad una squadra parsa piuttosto spenta nei primi quarantacinque minuti di gioco.
Il pareggio finale, quindi, si può dire stia un po’ stretto agli Azzurrini che oltre alle reti siglate da Paloschi e Ranocchia colpiscono anche un paio di traverse e giocano nel complesso un secondo tempo che da solo varrebbe il prezzo del biglietto.
MVP
Man of the match è sicuramente colui che riesce, con il suo ingresso in campo, a cambiare il volto della sua squadra in primis, ma della partita tutta in generale. Perché con la sua brillantezza e le sue giocate Pasquato dà davvero un’iniezione di adrenalina ad un match tutto sommato non divertentissimo che acquista notevole interesse proprio anche, e soprattutto, grazie a lui.
Honorable mention più che doverose, poi, per il capitano di questa squadra, Andrea Ranocchia, e per Danilo D’Ambrosio. Il primo disputa una buona partita in fase difensiva diventando devastante nell’area avversaria (goal e traversa per lui), il secondo dà, quasi al pari di Pasquato, una notevole scossa al match con il suo ingresso nel corso della ripresa: buono in fase di copertura, infatti, risulta molto più incisivo di Bellusci in quella offensiva, finendo quindi col rivitalizzare anche il gioco di uno Schelotto parso piuttosto spento ed imballato nella prima frazione di gioco.
Agli azzurrini ultimamente le cose non vanno proprio bene..