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Archive for the ‘Coppa Carnevale '10’ Category

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Per chiudere definitivamente il discorso riguardante la sessantaduesima edizione del Torneo di Viareggio ho stilato – per il portale goal.com – la mia personale Top 11 della competizione, redatta sulla base delle tante partite viste (e commentate). 

La riporto quindi anche qui, di modo da completare l’analisi su questo grande Torneo, seguito molto approfonditamente su questo blog (il pezzo originale lo trovate qui). 

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Il Torneo di Viareggio è terminato con la vittoria della Juventus di Luciano Bruni, vera e propria dominatrice del Torneo. Oltre ad essersi imposti in tutte e sette le partite giocate grazie ad un attacco stratosferico (21 goal realizzati) e ad una difesa granitica (3 reti subite) , infatti, i giovani Bianconeri hanno fatto man bassa anche dei premi, con Immobile vincitore del titolo di Capocannoniere e di Golden Boy del torneo e Pinsoglio vincitore del premio di miglior portiere della competizione. 

I giocatori juventini non sono però stati gli unici ragazzi ad avere ben impressionato nel corso dei quindici giorni in cui si è disputato il Torneo. Andiamo quindi a stilare quella che è una virtuale top 11 del Viareggio per vedere, ruolo per ruolo, chi si è messo in particolare luce quest’anno. 

La scelta del modulo da schierare è semplice: un 4-2-3-1 che può diventare 4-3-3, ovvero sia il modulo della squadra vincitrice. E non solo.

 PORTIERE

Paride Addario (Empoli) – La Giuria ha premiato Pinsoglio, io premio Addario. Intendiamoci, il portiere juventino fa, per il secondo anno consecutivo, un grande Viareggio ma il suo omologo empolese gioca su livelli straordinari questo torneo, trascinando letteralmente la sua squadra sino all’ultimo atto e parando, tra l’altro, cinque penalty: tre con la Roma e due con la Rappresentativa di Serie D. Se volete un pararigori, insomma, sapete dove trovarlo. Peccato solo per la prestazione profusa in finale, sicuramente non all’altezza di quelle precedenti. 

  

DIFENSORI

  

Abdoulaye Bamba (Juventus) – Il terzino destro nativo di Abidjan risulta essere uno dei punti di forza della squadra di Bruni: pur senza strafare, infatti, il giovane ivoriano mette in campo tutto il suo atletismo, che gli permette di fare ininterrottamente tutta la fascia dalla prima all’ultima partita, mantenendo sempre e comunque la giusta lucidità che gli permette di non commettere grosse sbavature, portandolo anzi in più occasioni a rendersi pericoloso nella trequarti avversaria. 

  

Raffaele Alcibiade

Raffaele Alcibiade (Juventus) – L’erede di Ariaudo dimostra di essere all’altezza del suo predecessore: Alcibiade guida infatti la retroguardia Bianconera con grande tranquillità ed efficacia nel corso di tutto il torneo, dimostrandosi una vera e propria colonna della Primavera campione del Viareggio. 

  

Lorenzo Tonelli (Empoli) – La solida difesa Azzurra oltre che sui miracoli di Addario si poggia anche sulle qualità di questo ventenne centrale che oltre a blindare la propria area di rigore sa vestire anche i panni del goleador: due sono infatti le sue reti segnate nel corso del torneo, una delle quali in finale. 

  

Diego Fabian Polenta (Genoa) – Il capitano dell’under 17 uruguayana viene schierato terzino sinistro da Luca Chiappino e lui, centrale nato, dimostra di avere una grandissima capacità di adattamento: nonostante non agisca nel suo ruolo naturale, infatti, Polenta gioca ad alto livello dimostrando di non avere il passo tipico del terzino ma di essere solidissimo in fase difensiva e comunque propositivo in fase di appoggio della manovra. Gasperini potrebbe già puntarci. 

  

CENTROCAMPISTI

  

Sergiu Suciu (Torino) – Dopo essere rientrato a gennaio dal prestito al Legnano la stellina dell’under 19 romena viene aggregata alla Primavera. E lui si ricala nella realtà giovanile con grande voglia ed umiltà tornando subito ad essere una delle colonne della squadra. Titolare in tutti e cinque i match giocati dai Granata Suciu disputa un grande Viareggio risultando determinante tanto nella gara con il Bologna (risolta da una sua doppietta) quanto nell’ottavo contro il Milan (dove fornisce a Taraschi l’assist del goal decisivo). 

  

Roberto Guitto (Empoli) – Il motorino del centrocampo che ha sfiorato l’impresa è lui, Roberto Guitto. Gli osservatori più attenti del calcio giovanile non si stupiranno certo nel vederlo in questa top 11: già nel maggio del 2007 fece bella mostra di sé nel Torneo Europa Unita, riservato alle nazionali under 16. Inserito in una squadra che poteva contare anche su Macheda e Santon Guitto fu uno dei trascinatori della nostra rappresentativa e segnando tre reti in cinque match si guadagnò anche il titolo di miglior giocatore della competizione. Usato alternativamente come mezz’ala sinistra o trequartista centrale Guitto è un giocatore dal fisico non irresistibile ma che fonda tutto il suo talento su controllo di palla, inventiva e visione di gioco. Per non parlare del suo piede mancino, vera e propria arma in più di questo trottolino insostituibile nelle alchimie del gioco di mister Donati. 

  

TREQUARTISTI

  

Stefano Pettinari

Stefano Pettinari (Roma) – Anche lui, come Guitto, si mise in grande evidenza al Torneo Europa Unita, in questo caso del 2008. Con quattro reti nel corso della competizione (una delle quali in finale) Pettinari fu infatti il trascinatore di una nazionale che poteva contare anche sull’apporto di giocatori come Sini, Scialpi, Libertazzi, Dell’Agnello ed El Sharaawy. Prelevato nel 2006 dalla Cisco Roma Pettinari è uno dei leader della formazione Giallorossa che ha visto il proprio cammino in questo Viareggio interrompersi proprio il giorno in cui Stefano non ha potuto partecipare alla battaglia: dopo un girone eliminatorio disputato ad alto livello (quattro goal in tre match) Pettinari ha dovuto saltare per squalifica l’ottavo di finale disputato contro l’Empoli, poi perso ai rigori. Il ragazzo, tra l’altro, ha segnato uno dei più bei goal della competizione andando a finalizzare un’azione personale iniziata con un tunnel di tacco sul diretto marcatore, proseguita con un altro paio di dribbling e terminata con un tiro imparabile per Mezhiev, portiere dell’FK Ventspils. 

  

Federico Carraro (Fiorentina) – Il vivaio in cui è cresciuto fa ben sperare. Questo ragazzo, stella della nazionale under 17 guidata da Pasquale Salerno all’ultimo Mondiale di categoria, venne infatti prelevato dai Viola dal Padova, ovvero sia là dove dieci anni prima spiccò il volo verso Torino (e la celebrità) un certo Alessandro Del Piero. E’ ancora presto per poter dire se il giovane trequartista campione d’Italia lo scorso anno con gli Allievi Nazionali possa ripercorrere le orme di Alex, di certo c’è che oggi si tratta di una delle più solide realtà del panorama giovanile italiano. Anche in questo Torneo, nonostante la sua Fiorentina esca a sorpresa ai quarti, mette in mostra il suo grande talento e l’inventiva di cui dispone, qualità che ne fanno una delle colonne della sua Primavera e che, probabilmente, stuzzicano anche Prandelli, allenatore che in passato lavorò molto bene con i giovani talenti. 

  

Pierpaolo Taraschi (Torino) – La giovane ala Granata disputa un Viareggio ad alto livello mettendo in mostra le sue grandi qualità. Dotato di un dribbling stordente, Taraschi raggiunge l’apice nel corso dell’ottavo di finale contro il Milan quando fa impazzire Ghiringhelli per tutti gli ottantacinque minuti di gioco che disputa trovando anche la rete decisiva a poco più di dieci minuti dalla fine, dimostrando quindi di non essere un giocatore tanto fumo e poco arrosto

  

ATTACCANTE

Ciro Immobile (Juventus) – La scelta della punta non poteva che ricadere sul mattatore di quest’edizione, quel Ciro Immobile che oltre a vincere il premio di Golden Boy (miglior giocatore del torneo) vince quello di capocannoniere segnando la bellezza di 10 reti, cosa questa che rappresenta  un nuovo record. Ma non solo. Da oggi Immobile è anche il miglior marcatore della storia del Viareggio in coabitazione con Renzo Cappellaro: per entrambi 14 reti totali realizzate in questa competizione. Punta di gran movimento, il ragazzo di Torre Annunziata unisce un killer instinct alla Inzaghi ad uno spirito di sacrificio che ricorda molto un altro prodotto delle giovanili juventine: Beppe Sculli. Un mix, questo, che gli ha permesso di imporsi all’attenzione di tutti in questo Viareggio. Ora bisogna solo dargli l’opportunità di giocare con continuità tra i professionisti e vedere dove possa arrivare.

Ciro Immobile

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La sessantaduesima edizione del Torneo di Viareggio è giunta al termine nel pomeriggio di oggi, con la Juventus capace di imporsi per 4 a 2 al termine di una partita combattuta e meritata.

Arrivati alla fine della competizione, quindi, c’è da fare il punto della situazione: chi sono stati i giocatori premiati? Chi i migliori marcatori del torneo? Andiamo a vedere…

Ad aggiudicarsi il Torneo, come detto, è stata la Juventus, autrice di una cavalcata inarrestabile nella quale i Bianconeri sono stati capaci di vincere tutte le partite in cui sono stati impegnati segnando 21 reti e subendone solo tre, mettendo quindi in mostra una fase offensiva letale composta da giocatori giovani ma espertissimi per la categoria nonché a proprio agio in fase finalizzativa oltre ad un reparto arretrato che nonostante abbia perso Ariaudo, leader indiscusso della difesa lo scorso anno, ha trovato in Alcibiade un ottimo sostituto ed ha saputo inglobare al meglio anche Crivello, sostituto, rispetto allo scorso anno, di D’Elia, facendone uscire una linea molto compatta e che, nonostante qualche sbavatura, ha saputo tenere quasi immacolata la propria porta, anche grazie ad uno strepitoso Pinsoglio.
Juve che si aggiudica quindi il Torneo per la seconda settima volta nella propria storia, risultato secondo solo a quello ottenuto da Milan e Fiorentina che guidano questa classifica con otto successi a testa.

Pinsoglio che si aggiudica invece il premio di miglior portiere della competizione, succedendo niente popò di meno che a Vincenzo Fiorillo, portiere che possiamo definire una leggenda del calcio giovanile italiano.
Pinsoglio che già nel corso della scorsa stagione aveva dimostrato tutta la sua affidabilità risultando uno dei migliori portieri della sua generazione, pur essendo meno sponsorizzato del già citato portiere cresciuto nelle giovanili del Doria. Il portiere juventino arriva quindi ad aggiudicarsi un premio che, a mio avviso, aveva meritato già nel corso della scorsa edizione di questo Torneo.
Personalmente debbo dire che, almeno sino a ieri, avrei premiato, senza ombra di dubbio, Addario, portiere empolese. Dopo la prestazione di oggi, però, dove si è reso protagonista negativo in occasione di tre dei quattro goal Bianconeri (solo sulla punizione di Iago ci avrebbe potuto fare ben poco, per il resto ha una parte di responsabilità in tutte le segnature) può sicuramente starci di premiare un Pinsoglio che ha chiuso il torneo con tre soli goal al passivo, contro i quattro subiti da Addario nella sola giornata di oggi.
Addario che comunque, va ricordato, oltre ad essersi reso protagonista di diversi grandi interventi nel corso di Viareggio è stato assolutamente decisivo, forse anche più di Pinsoglio, nel trascinare la sua squadra a questa finale: i suoi cinque rigori parati tra ottavi e semifinali (nei match contro Roma e Rappresentativa di Serie D) pesano infatti tantissimo sull’analisi del cammino compiuto dalla squadra allenata da Ettore Donati.

Ad aggiudicarsi la seconda edizione del premio Golden Boy è invece Ciro Immobile, punta Bianconera di Torre Annunziata che con i suoi goal si è caricata sulle spalle la squadra di mister Bruni sino a trascinarla alla vittoria del torneo.
Immobile che ha messo in mostra grandissime qualità, non limitandosi solo a segnare goal importanti. L’ex Allievi del Sorrento dimostra infatti di rappresentare un mix di qualità molto importanti per un attaccante, qualità che molto probabilmente lo porteranno a trovare una propria dimensione ai vertici del calcio professionistico italiano, se non nella prima squadra juventina. Ad un senso del goal che in certe occasioni ricorda quello di Filippo Inzaghi, infatti, la punta campana unisce grande dinamicità, spirito di sacrificio ed abnegazione, concretezza, altruismo e carattere. Tutte qualità che sono state sicuramente apprezzate dalla giuria di questo premio, composta dagli inviati di Tuttosport, Gazzetta e Corriere dello Sport, dai redattori de Il Tirreno e La Nazione, da un giornalista RAI e dal Responsabile dell’area comunicazione e stampa del Centro Giovani Calciatori, la società organizzatrice del torneo.
Ancora una punta, quindi, si aggiudica questo ambito premio: dopo che lo scorso anno, alla sua prima assegnazione, era stato Guido Marilungo, stella della Primavera doriana finalista ieri e di Lecce ed under 21 oggi, ad aggiudicarselo ecco che un altro attaccante fa suo questo riconoscimento. Con merito, indubbiamente.

Immobile che oltre ad essere il Golden Boy del Torneo vince anche il titolo di capocannoniere. Dieci reti sono un bottino ragguardevole, superiore al già ottimo risultato fatto registrare da Daud lo scorso anno (8 reti in tutto il Torneo), ed è un bottino che permette alla punta di Torre Annunziata di vincere sì il titolo di capocannoniere di quest’anno, ma di salire anche a quota 14 reti totali in questa competizione, record assoluto.
Ecco qui di seguito il riassunto completo della classifica cannonieri della sessantaduesima edizione del Torneo di Viareggio:

Classifica Marcatori

10 goal Immobile (4) (Juventus)
6 goal Beretta G. (Milan);
4 goal Shekiladze (Empoli), Belcastro (Juventus), Pettinari (2) (Roma), Amaral (Leme);
3 goal Comi (2) (Torino), Pucciarelli e Castellani (Empoli), Giovio e Mbakogu (1) (Palermo), Fischnaller (Juventus), D’Angelo (1) (Rapp. Serie D), Vazquez (1) (Chivas), Pisani (Bari), Bangura (2) (Kallon), Alibec (1) (Inter), Viola (Reggina), Gavoci (Cesena);
2 goal Iago (Juventus), Gabbiadini (Atalanta), Tirelli (Rapp. Serie D), Falcinelli (Sassuolo), Tonelli, Dumitru (1) (Empoli), Suciu (1) (Torino), Aya, Acosty e Di Tacchio (Fiorentina), Scardina (Roma), Israel (Maccabi Haifa), Banasiak e Efir (Legia Varsavia), Giannetti (1) (Siena), Scepovic (Sampdoria), Galano (Bari), Arollano, Limenza e Santa Cruz (Club Guaranì), Di Mario (Lazio), Faccini (Mantova), Bianconi (Vicenza), Sklenar, Hanousek e Riha (Dukla Praha), Azizov (Pakhtakor), Badibanga (1) (Anderlecht), Zichi (Vicenza), Cardillo (Cisco Roma), Stevanovic (1) (Inter), Pedrocchi (1) e Oduamadi (Milan), Ciano, Insigne (1) e Maiello (Napoli), Chinellato (Genoa);
1 goal Vaccaro, Failla, Alletto, Benci e Chimenti (1) (Rapp. Serie D), Gavazzeni e Gatto (Atalanta),  Libertazzi e Alcibiade (Juventus), Cappelletti e Laribi (Palermo), Matos, Agyei e Nencioli (Fiorentina), Benedetti e Taraschi (Torino), Vaccaro, Failla, Alletto, Benci e Chimenti (1) (Rapp. Serie D), Brugman, Alderotti, Tognarelli e Saponara (Empoli), Thiam, Jirasek e Bellani (Sassuolo), Tremolada, Destro, Obi e Beretta S. (Inter), Merkel (Milan), Malyaka (Spartak Mosca), Sorbara e Desantis (New York), Sanderson, Vitucci, McConaghy (A.P.I.A), Crommen, Kabasele e Stercky (Anderlecht), Joel, Franco, Juan Aguero e Ivan Aguero (Club Sol de Campo Grande), Carioti e Guidi (Sambenedettese), Vishnjakovs e Ignatans (Ventspils), Bianchini (Esperia Viareggio), Cavalieri (Lazio), Kamara A. (Kallon), Konate, Ogliari, Vinicius e Galassi (1) (Parma), Pomiro (Vicenza), Oussou, Randi e Lignani (1) (Livorno), Aburokem e Hasib (Maccabi Haifa), Pirani e Nazzani (Bologna), Calamai (Siena), Rittinger (1), Major, Kucko, Vadas e Farcas (Kaposvari), Fogaca, Pessalli (1) e Stum (Gremio), Pezzotta, Vezzoli e Bertoli (Pergocrema), Pradisi e Morbidelli (Cisco Roma), Eder  e Everton (Leme), Benitez J. (Club Guaranì),  Mora e Coronado (Chivas), Pompeu (Mantova), Zbozien (Legia Varsavia), Bellomo (Bari), Verdun, Jara e Rojas Peralta (Club Nacional), Tabanelli, Djuric e Ferri (Cesena), Antei, Sciarra e Montini (Roma), Corso, Forgione e Ahmadi (Reggina), Boakye, Miracoli, Aleksic e Polenta (1) (Genoa), Varriale (Napoli).

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Juventus ed Empoli si sfidano per decidere chi sarà la vincitrice della sessantaduesima edizione del Torneo di Viareggio.

Bianconeri che arrivavano da campioni in carica a questa manifestazione per provare a riconfermarsi. Bianconeri arrivati a questa finale dopo un percorso netto fatto di ben poche sbavature, trascinati dai goal di Immobile, dalle giocate dei trequartisti – tra cui un grande Belcastro -, dalla solidità difensiva, dal talento di Pinsoglio e dalla compattezza della squadra tutta.

Qualche difficoltà in più per l’Empoli, invece, che ha dovuto terminare ben due match ai rigori per riuscire a guadagnare la finale. Ultimo atto raggiunto poi grazie ad un Addario in forma straordinaria, dimostratosi grandissimo para rigori, e ad un mix tra tenacia e talento davvero importante.

Juventus che per imporsi si schiera con un 4-3-3 che può tranquillamente trasformarsi in 4-2-3-1 nel corso del match: Pinsoglio in porta, Crivello e Bamba terzini, De Paola ed Alcibiade centrali, Giandonato, Belcastro e Marrone in mediana, Iago ed Esposito esterni ed Immobile centravanti. Dal canto suo l’Empoli risponde con un modulo speculare con Addario in porta, Tognarelli e Mazzanti terzini, Tonelli e Alderotti centrali. Centrocampo composto da Signorelli, Crafa e Guitto, Lo Sicco e Pucciarelli esterni offensivi, Dumitru centravanti.

CRONACA
E’ la Juventus a rendersi subito pericolosa con Esposito: l’ala destra Bianconera scambia con un compagno al limite per poi portarsi in area e scoccare un tiro che risulta però essere molto impreciso.
Subito dopo è invece Immobile a rendersi pericoloso, ma il suo diagonale dal limite sarà respinto da un attento Addario.

Al tredicesimo minuto è però l’Empoli ad avere una palla goal clamorosa: Pucciarelli effettua un tunnel a Bamba con cui serve Guitto, il fantasista empolese stoppa e calcia con potenza incrociando sul secondo palo, schiantando però il pallone proprio contro il montante, a Pinsoglio praticamente battuto.
Giusto il tempo di vedere la lancetta dei secondi compiere un giro completo e Dumitru è lanciato in profondità sul filo del fuorigioco, potendosi presentare a tu per tu con Pinsoglio. La punta empolese prova quindi a superare l’uscita del portiere Bianconero con un pallonetto che è però smanacciato da Pinsoglio quel tanto che basta ad agevolare il rientro della propria difesa, che libera.

A differenza di quanto successo per le semifinali, quindi, la stanchezza sembra proprio non farsi sentire.

Nel momento migliore dell’Empoli la Juventus guadagna un rigore: Addario interviene male non trattenendo un cross basso e Tonelli, cercando di liberare il pallone, impatta contro al piede di Iago, che si era infilato tra lui ed il portiere per impossessarsi del pallone. L’arbitro non ha dubbi e fischia il rigore. Sul dischetto si presenta Immobile che spiazza il pararigori Addario.

A quel punto la partita si fa meno spettacolare ma ancora più combattuta. Se smettono di fioccare azioni da goal come all’inizio del match non scema l’interesse nei confronti di una partita che vede due ottime squadre fronteggiarsi a viso aperto e combattere su ogni pallone, in barba alla tanta stanchezza accumulata in queste due settimane fittissime di partite.

Al trentottesimo minuto Guitto prova a rendersi pericoloso con il suo colpo migliore, il tiro dalla distanza. Calciando da più di venticinque metri, però, il fantasista empolese non trova la porta, con Pinsoglio che controlla in tutta tranquillità, lasciando che il pallone si spenga sul fondo.

In chisura Esposito e Bamba orchestrano una buona azione sulla corsia di destra con il terzino ivoriano che riesce a crossare bene in mezzo dove non arriva la deviazione area di Immobile ma su cui si fa trovare puntuale all’appuntamento Giandonato, la cui conclusione di sinistro di prima intenzione non inquadra lo specchio della porta.

In apertura di ripresa la Juventus raddoppia: Esposito se ne va sulla destra e crossa, Addario interviene ancora in maniera rivedibile sul pallone e lo smanaccia corto, con Immobile che si piomba sul pallone e firma la propria doppietta personale.
Al dodicesimo, quindi, la Juve chiude il match: Iago batte una punizione da più di venti metri. Il pallone, colpito con molto effetto, supera la barriera e corre verso l’incrocio dei pali. Addario si distende completamente e riesce anche a toccare il pallone con la punta delle dita, non riuscendo però a toglierlo dall’incrocio. 3 a 0, prodezza balistica del fantasista spagnolo.

Due minuti e la Juve potrebbe rendere ancora più pesante il passivo. Battendo subito una punizione guadagnata poco oltre il limite, infatti, i Bianconeri prendono in controtempo la retroguardia empolese, non ancora schierata. Iago, trovatosi a tu per tu con Addario, non trova però la via della rete, chiusagli in faccia dal portiere avversario.

Al diciannovesimo, quindi, arriva il quarto goal: Iago guadagna una punizione sul vertice destro dell’area che è lui stesso a battere. Sulla traiettoria prova ad intervenire Immobile, che sfiora e basta mettendo in difficoltà Addario, che riesce solo, ancora una volta, a respingere corto. La difesa, completamente in bambola, non lo aiuta certo (né nel respingere il cross né nel liberare dopo la respinta) ed è ancora una volta Immobile a piombare sul pallone, firmando la tripletta personale.

Empoli che prova a tornare in partita, psicologicamente s’intende, al ventottesimo della ripresa quando sugli sviluppi di un angolo Tognarelli svetta più alto di tutti e sfruttando anche un’incertezza di Pinsoglio firma la rete del 4 a 1.
Non contenti, quindi, gli empolesi segnano subito dopo la seconda rete della loro partita, questa volta sugli sviluppi di una punizione. In questo caso è la retroguardia juventina a pasticciare, dando la possibilità a Tonelli di firmare il 4 a 2.

A cinque dal termine la Juve torna a rendersi pericolosa con Iago che mette in mostra tutta la sua qualità e la sua ottima visione di gioco dando un pallone filtrante coi giri contati a Bamba che dopo essersi infilato in area crossa radente il suolo, non trovando però nessun compagno pronto alla deviazione sotto misura. Sarebbe stato il quinto goal facile.

Poco dopo è invece l’Empoli ad avere un’occasione importante, occasione che infiammerebbe gli ultimissimi minuti di gioco. I toscani, però, non dimostrano lo stesso killer instinct degli avversari e non sfruttano al meglio un’uscita a vuoto di Pinsoglio, non riuscendo ad accorciare ulteriormente il distacco.
Partita che si chiude quindi al quarantottesimo, con Pinsoglio che si distende per respingere una bella punizione calciata da Brugman dalla distanza.

COMMENTO
L’inizio di partita è scoppiettante ed assolutamente all’altezza di una finale del Torneo di Viareggio. Sono i Bianconeri a partire meglio, con il proprio forte reparto offensivo a creare diversi grattacapi alla retroguardia empolese, che comunque, di riffa o raffa, riesce a non farsi bucare.

Dopo un ottimo break empolese, con Guitto che colpisce anche un palo, i ragazzi di Bruni dimostrano ancora una volta tutta la propria cinicità ed esattamente come dimostrato come l’Atalanta mettono in mostra tutto il proprio killer instinct: al primo errore toscano, con Tonelli che non arriva in diagonale sul cross, Addario che non lo trattiene e Tonelli stesso che colpisce Iago nel tentativo di porre una pezza, i Bianconeri passano grazie alla freddezza di Immobile, capocannoniere del torneo.

Da lì in poi le fiammate, praticamente continue fino a quel momento, si diradano, ma il ritmo resta alto. Entrambe le squadre combattono infatti su ogni pallone per portarsi a casa la vittoria. Lo spettacolo tecnico ne risente, ma il match continua a restare molto godibile soprattutto per chi apprezza l’atteggiamento gladiatorio.

Nel secondo tempo sale invece l’appannamento, specialmente delle due difese. Ed è una messe di goal.

Juventus che vince comunque con merito questo Torneo di Viareggio, bissando il successo dello scorso anno.

Vittoria ottenuta nel segno della continuità. Della squadra scesa in campo ad inizio partita oggi, infatti, ben otto giocatori erano stati grandi protagonisti la scorsa stagione.
A quando il salto di qualcuno di questi in prima squadra?

Complimenti doverosi, comunque, anche ad un Empoli che dopo aver eliminato due grandi squadre come Roma e Fiorentina e la sorpresa del Torneo (la Rappresentativa di Serie D) si batte con onore anche in questa finale, non potendo arginare la maggior qualità Bianconera ma dimostrando di essere comunque una squadra importante, che potrà sicuramente integrare numerosi uomini alla prima squadra già a partire dalla prossima stagione.

MVP
Il migliore in campo non può che essere il capocannoniere del torneo, resosi decisivo anche oggi: Ciro Immobile.
La punta campana gioca infatti una grandissima partita fatta di generosità ed incisività, tanto che riesce a segnare tre reti. Non proprio paglia, come si dice.

Immobile che, al solito, mette in mostra grandissime qualità muovendosi tantissimo su tutto il fronte offensivo per tenere in apprensione tutta la retroguardia empolese, dialogando bene coi compagni e dimostrandosi una vera e propria macchina da goal, un killer d’altri tempi che ha ricordato oggi, sotto questo punto di vista, tal Filippo da Piacenza: Inzaghi.
Oltre alla freddezza sul rigore, infatti, la punta Bianconera dimostra di essere assolutamente letale sotto porta, mettendo in mostra un fiuto del goal che ha ricordato oggi, davvero, l’attaccante Rossonero che ha fatto, in passato, anche la fortuna della società di Corso Galileo Ferraris.

Immobile che, tra l’altro, aggiungendo i 10 goal di quest’anno ai 4 della scorsa stagione diventa il miglior marcatore di sempre della storia del Viareggio.

Iago segna un goal d'autore in finale

Honorable mention doverosa per Iago: il fantasista iberico non gioca un Viareggio all’altezza della sua fama e delle sue possibilità, mettendo sì in mostra tutto il suo immenso talento ma non dando continuità alle sue azioni.
Oggi, però, gioca una partita su buoni livelli, trovando un goal straordinario: la sua punizione disegna infatti una traiettoria perfetta che si va ad infilare giusto sotto l’incrocio alla sinistra di un incolpevole Addario, che s’allunga completamente per poter arrivare sulla palla, riuscendo però solo a sfiorarla.

TABELLINO
Juventus vs. Empoli 4 – 2
Marcatori: 20′, 54′, 66′ Immobile, 58′ Iago, 67′ Tognarelli (Emp), 76′ Tonelli (Emp)
Juventus: Pinsoglio, Bamba, Alcibiade, De Paola, Crivello, Giandonato, Marrone, Esposito (22 s.t. Boniperti), Yago, Belcastro (46′ s.t. Libertazzi), Immobile (25′ s.t. Fischnaller). Panchina: Piccolo, Romano, Ferrero, Ferino, Boniperti, Fischnaller, Libertazzi, Pirrotta, Giovinco. All: Bruni.
Empoli: Addario, Mazzanti, Tonelli, Alderotti, Tognarelli, Crafa (33 p.t Shekiladze), Lo Sicco, Signorelli, Guitto, Pucciarelli, Dumitru. Panchina: Gaffino, Pupeschi, Saponara, Brugman, Menegaz, Bianchi, Castellani, Videtta, Shekiladze. All: Donati.

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Di seguito i risultati delle partite giocate alle semifinali del Torneo di Viareggio (in rosso le squadre qualificate alla finale):

Juventus – Atalanta

2 – 0

39’ Iago, 58’ (rig.) Immobile
Empoli – Serie D

0 – 0
(4 – 2 d.c.r.)

 

 

Classifica Marcatori

7 goal Immobile (3) (Juventus)
6 goal Beretta G. (Milan);
4 goal Shekiladze (Empoli), Belcastro (Juventus), Pettinari (2) (Roma), Amaral (Leme);
3 goal Comi (2) (Torino), Pucciarelli e Castellani (Empoli), Giovio e Mbakogu (1) (Palermo), Fischnaller (Juventus), D’Angelo (1) (Rapp. Serie D), Vazquez (1) (Chivas), Pisani (Bari), Bangura (2) (Kallon), Alibec (1) (Inter), Viola (Reggina), Gavoci (Cesena);
2 goal Gabbiadini (Atalanta), Tirelli (Rapp. Serie D), Falcinelli (Sassuolo), Dumitru (1) (Empoli), Suciu (1) (Torino), Aya, Acosty e Di Tacchio (Fiorentina), Scardina (Roma), Israel (Maccabi Haifa), Banasiak e Efir (Legia Varsavia), Giannetti (1) (Siena), Scepovic (Sampdoria), Galano (Bari), Arollano, Limenza e Santa Cruz (Club Guaranì), Di Mario (Lazio), Faccini (Mantova), Bianconi (Vicenza), Sklenar, Hanousek e Riha (Dukla Praha), Azizov (Pakhtakor), Badibanga (1) (Anderlecht), Zichi (Vicenza), Cardillo (Cisco Roma), Stevanovic (1) (Inter), Pedrocchi (1) e Oduamadi (Milan), Ciano, Insigne (1) e Maiello (Napoli), Chinellato (Genoa);
1 goal Vaccaro, Failla, Alletto, Benci e Chimenti (1) (Rapp. Serie D), Brugman, Alderotti, Tonelli e Saponara (Empoli), Gavazzeni e Gatto (Atalanta),  Iago, Libertazzi e Alcibiade (Juventus), Cappelletti e Laribi (Palermo), Matos, Agyei e Nencioli (Fiorentina), Benedetti e Taraschi (Torino), Vaccaro, Failla, Alletto, Benci e Chimenti (1) (Rapp. Serie D), Brugman, Alderotti, Tonelli e Saponara (Empoli), Thiam, Jirasek e Bellani (Sassuolo), Tremolada, Destro, Obi e Beretta S. (Inter), Merkel (Milan), Malyaka (Spartak Mosca), Sorbara e Desantis (New York), Sanderson, Vitucci, McConaghy (A.P.I.A), Crommen, Kabasele e Stercky (Anderlecht), Joel, Franco, Juan Aguero e Ivan Aguero (Club Sol de Campo Grande), Carioti e Guidi (Sambenedettese), Vishnjakovs e Ignatans (Ventspils), Bianchini (Esperia Viareggio), Cavalieri (Lazio), Kamara A. (Kallon), Konate, Ogliari, Vinicius e Galassi (1) (Parma), Pomiro (Vicenza), Oussou, Randi e Lignani (1) (Livorno), Aburokem e Hasib (Maccabi Haifa), Pirani e Nazzani (Bologna), Calamai (Siena), Rittinger (1), Major, Kucko, Vadas e Farcas (Kaposvari), Fogaca, Pessalli (1) e Stum (Gremio), Pezzotta, Vezzoli e Bertoli (Pergocrema), Pradisi e Morbidelli (Cisco Roma), Eder  e Everton (Leme), Benitez J. (Club Guaranì),  Mora e Coronado (Chivas), Pompeu (Mantova), Zbozien (Legia Varsavia), Bellomo (Bari), Verdun, Jara e Rojas Peralta (Club Nacional), Tabanelli, Djuric e Ferri (Cesena), Antei, Sciarra e Montini (Roma), Corso, Forgione e Ahmadi (Reggina), Boakye, Miracoli, Aleksic e Polenta (1) (Genoa), Varriale (Napoli).

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Empoli e Rappresentativa di Serie D scendono in campo a Pistoia per decidere di dovrà affrontare la Juventus in finale.
Per provare ad ottenere il passaggio del turno la Rappresentativa Serie D si schiera con un 4-4-1-1 che vede D’Angelo, autore di tre goal in questo torneo, unica punta. Niente semifinale, invece, per capitan Caciagli, squalificato. L’Empoli che risponde invece con un 4-3-3 con Guitto a guidare il centrocampo ed il tridente Saponara-Shekiladze-Pucciarelli in attacco.

CRONACA
Dopo dodici minuti di gioco è la Rappresentativa di D a farsi pericolosa: D’Anna riceve sulla sinistra e dopo aver portato palla sulla fascia converge al centro per calciare poi arrivato al vertice destro dell’area, non trovando però la porta.
Bisogna invece aspettare diciotto minuti per vedere la prima conclusione dell’Empoli: Guitto verticalizza per Lo Sicco che calcia dalla lunga distanza, non inquadrando lo specchio.

Al ventunesimo la prima occasione importante: Lo Sicco se ne va sulla destra e crossa in mezzo pescando Saponara tutto solo al limite dell’area che non riesce però ad arrivare sul pallone, permettendo alla retroguardia dei Dilettanti di liberare l’area.
Pochi minuti più tardi torna invece a farsi vedere la Rappresentativa: D’Anna entra in area con la palla e scarica indietro all’accorrente Mosca, che è però murato proprio al momento del tiro.

Poco oltre la mezz’ora è ancora l’Empoli a costruire una azione da goal: Saponara verticalizza per Shekiladze che dopo aver controllato a seguire il pallone si porta in area fino a trovarsi a tu per tu con Forte, portiere avversario. Che, però, esce molto bene e disinnesca la conclusione della punta georgiana.
Forte che deve ripetersi anche qualche minuto più tardi quando Lo Sicco riceve a circa trenta metri dalla porta e scarica un destro non troppo pretenzioso ma che, visti i rimbalzi irregolari, avrebbe potuto creare dei problemi all’estremo difensore in forza alla Vigor Lamezia.

In chiusura Fabrizio Tirelli scende sulla sinistra e viene chiuso da un tackle scivolato di Mazzanti che però serve involontariamente D’Anna. Per fortuna del difensore empolese il trequartista della Virtus Casarano colpisce male il pallone, effettuando una conclusione sballatissima.

In apertura di ripresa D’Angelo lotta su di un pallone con Tonelli e riesce ad aver la meglio, andando poi a concludere verso la porta di Addario, non inquadrandone però lo specchio.

La partita è comunque molto tirata: entrambe le squadre si chiudono bene e gli spazi sono davvero pochi, tanto da fare uscire una partita non certo particolarmente emozionante da un punto di vista emotivo.

A cinque dal termine Shekiladze ha una delle poche palle interessanti della ripresa ma non riesce a controllare il lancio dalle retrovie, agevolando l’uscita di Forte.

Le cose non cambiano nemmeno nei supplementari tanto che la prima occasione arriva solo in chiusura di primo tempo, quando Signorelli chiude un triangolo con Brugman per andare poi a calciare sul secondo palo, con la palla che si spegne però sul fondo.
Subito dopo è Guitto a provarci, ma il tiro da fuori del centrocampista empolese è messo in angolo da Forte. Dal corner nasce una mischia pericolosa in area piccola, che è però risolta proprio dal portiere della Rappresentativa di Serie D.

Nel secondo tempo supplementare è invece la squadra dei Dilettanti a provarci con D’Anna che porta palla sino a servirla in area a D’Angelo il quale dopo averla stoppata ed essersela alzata si coordina bene per una mezza rovesciata con cui non riesce però a trovare lo specchio di porta.

I pochi tentativi insistiti di trovare la vittoria, comunque, non portano a nulla, così che la partita si decide ai rigori.

SEQUENZA RIGORI
(In verde i giocatori che hanno realizzato il rigore, in rosso quelli che l’hanno fallito)

600px Azzurro con Bande Bianche.png Guitto Forte si distende dalla parte giusta ma non ci arriva
bandiera D’Angelo calcia alla sua sinistra, Addario si tuffa e respinge
600px Azzurro con Bande Bianche.png Alderotti spiazza il portiere con un tocco morbido
bandiera Mosca spiazza Addario appoggiandola d’interno
600px Azzurro con Bande Bianche.png Lo Sicco Forte intuisce ma, ancora una volta, non ci arriva
bandiera Vaccaro Addario intuisce ma il pallone s’insacca, imprendibile, a fil di traversa
600px Azzurro con Bande Bianche.png Signorelli Forte sfiora la palla, che gli passa però sotto la mano
bandiera Verdesca calcia centrale e Addario para facilmente

COMMENTO
Il primo tempo scorre su ritmi non eccessivamente alti, anche per via della stanchezza di entrambe le squadre. A mancare nella prima frazione sono però le fiammate: nessuno dei giocatori in campo riesce infatti a trovare la giocata risolutiva, così che i primi quaranticinque minuti si chiudono su di un tutto sommato giusto 0 a 0.
Tutto sommato perché, in realtà, ai punti meriterebbe qualcosa di più l’Empoli che dimostra una solidità difensiva molto superiore a quella degli avversari ed una capacità di pungere maggiore, questo anche per via del maggior tasso tecnico dei suoi giocatori.

Nella ripresa, invece, la stanchezza inizia a farla da padrona e si impossessa soprattutto delle gambe dei giocatori empolesi, così che ne esce una partita piuttosto piatta e monotona che si trascina stancamente ai supplementari, dove le cose non cambiano.

Così a risolvere la partita sono ancora una volta i calci di rigore.

MVP
Ancora una volta il migliore in campo è lui, Paride Addario.
Esattamente come contro la Roma, infatti, il portiere empolese si erge ad eroe. E se in quell’occasione i rigori parati erano stati tre contro la Rappresentativa di Serie D Addario non riesce a ripetersi, ma ci va vicino: due rigori parati e squadra trascinata, ancora una volta, al turno successivo, dove ad attenderlo c’è l’altro portiere con cui, sicuramente, si giocherà il titolo di miglior estremo difensore del torneo. Carlo Pinsoglio, oggi MVP dell’altra semifinale.

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Juventus ed Atalanta si giocano l’accesso alla finalissima in quel di Viareggio sotto un timido sole, con delle condizioni atmosferiche quindi molto migliori rispetto a quelle avute solo due giorni prima, durante i quarti di finale. 

I Bianconeri, grandi favoriti della vigilia, si presentano con un ruolino di marcia intonso e potendo contare su di un grande attacco (15 reti segnate) ed una difesa quasi impenetrabile (1 rete subita). Per l’occasione Bruni schiera il solito Pinsoglio tra i pali difeso dalla coppia Alcibiade-De Paola affiancati da Crivello e Bamba sulle fasce. Giandonato e Pirrotta i mediani, Esposito, Iago e Belcastro sulla trequarti ed Immobile, capocannoniere del torneo al pari del milanista Beretta, unica punta.
Dal canto suo Bonacina risponde con il suo classico 4-3-3 con Gabbiadini, eroe del quarto contro il Palermo, punta centrale supportato da Meduri e Crncic. 

CRONACA
Dopo una decina scarsa di minuti è l’Atalanta a farsi vedere: Gabbiadini mette una palla in mezzo bassa su cui s’avventa Meduri che prova a girare di prima intenzione, venendo però subito contrato da Crivello che gli stoppa il pallone giusto al momento del tiro, vanificando l’azione. 

Tre minuti e Iago si mangia un’occasione d’oro: Esposito scende sulla destra e crossa in mezzo trovando sul secondo palo Iago, che però spizza solo il pallone non inquadrando la porta e non concretizzando un goal che sembrava fatto.
Al diciassettesimo i due trequartisti Bianconeri invertono le parti, ma il copione non cambia: questa volta è Iago a vestire i panni dell’assistman e dopo una discesa centrale allarga il gioco su Esposito che, puntato il diretto avversario, si crea lo spazio per concludere, non trovando però lo specchio di porta. 

Giusto dieci minuti dopo il goal fallito da Iago l’Atalanta costruisce una palla goal nitida, che pareggia il conto delle occasioni d’oro: Gabbiadini prende d’infilata la retroguardia Bianconera ed una volta portatosi in area si libera di Alcibiade con una sportellata per concludere poi a botta sicura verso la porta, trovando però la pronta risposta di Pinsoglio, che fa suo il pallone. 

Al ventottesimo prova quindi a farsi rivedere Esposito che dopo aver ricevuto palla centralmente salta un avversario portandosi la palla sull’esterno e dopo essersi allargato, creandosi lo spazio per il tiro, batte a rete, non inquadrando però lo specchio di porta. 

Alla mezz’ora Gabbiadini si mangia un’altra ottima occasione: la punta bergamasca viene messa in movimento da un rimpallo avvenuto sulla trequarti, che lo libera completamente solo davanti a Pinsoglio. Ancora una volta però il centravanti atalantino dimostra di non avere un grande sangue freddo, sparando contro al portiere in uscita. 

Dopo trentatre minuti di gioco si fa vivo anche Immobile, piuttosto spento ed abbandonato un po’ a sè stesso fino a quel momento: dopo aver controllato al limite dell’area, quindi, la punta campana calcia con rabbia verso la porta atalantina, trovando però la pronta respinta di un Rossi piazzato ottimamente.
Il goal è comunque nell’aria ed arriva sei minuti più tardi, grazie ad un buco difensivo. Su di un lancio lungo, infatti, uno dei centrali della difesa atalantina prova ad intervenire per allontanare il pallone, bucandolo però clamorosamente e spianando la strada a Iago, che a quel punto si trova a tu per tu con Rossi. Per il fantasista spagnolo è un gioco da ragazzi saltare il portiere della Dea per poi depositare tranquillamente in rete. 

Poco dopo è ancora Gabbiadini ad avere un’occasione d’oro: infilatosi sul filo del fuorigioco si porta in area e, con una discreta libertà, arriva a calciare verso la porta avversaria. Ancora una volta, però, il tiro è molle ed è facile preda di un Pinsoglio che deve ringraziare e non poco il centravanti avversario per i tanti errori compiuti nel primo tempo. 

Dopo dodici minuti dall’inizio della ripresa è ancora un errore individuale a punire la Dea: Crncic fa un retropassaggio molto approssimativo che mette in netta difficoltà De Leidi che non raggiungendo il pallone lascia che Immobile gli si infili alle spalle in velocità per puntare la porta. Una volta entrata in area, quindi, la punta Bianconera è atterrata proprio dal centrale atalantino che dopo aver regalato il goal dell’1 a 0 a Iago regala un rigore ad Immobile e la superiorità numerica ai suoi avversari. Dagli undici metri, quindi, Immobile spiazza Rossi e festeggia il settimo goal del suo torneo, cosa questa che lo porta a diventare capocannoniere in solitaria. 

Al ventisettesimo Esposito ed Immobile dialogano bene ma sul passaggio di ritorno della punta Bianconera arriva la chiusura in diagonale di Colombo, che anticipa Esposito.
Sulla ripartenza l’Atalanta si rende pericolosa con Pandiani, subentrato poco prima ad uno stanco Gabbiadini, che dopo aver percorso molti metri palla al piede converge in area e resistendo alla pressione di Alcibiade prova a battere Pinsoglio, che si dimostra però ancora una volta pronto a chiudere il proprio specchio di porta in faccia agli avanti Nerazzurri. 

Alla mezz’ora Giandonato verticalizza per Immobile che s’infila sulla trequarti avversaria e calcia con potenza, trovando però la pronta opposizione di Rossi. Un battito di ciglia ed è Esposito a provarci, ma il suo collo esterno scheggia la traversa e si spegne sul fondo. 

Dieci minuti più tardi è ancora Esposito a provarci quando dopo essere entrato in area di rigore va, dopo una finta, a calciare verso la porta di Rossi, venendo però contrato da un difensore. E’ comunque sempre lui a mantenere il possesso del pallone, vincendo un rimpallo. Ma sprecando tutto con un pessimo tentativo di rabona, che lo porta a cadere goffamente a terra senza nemmeno toccare il pallone.
Un paio di minuti ed è Boniperti, ben liberatosi di Kone, a cercare la via del goal, ma il suo tiro di collo interno si spegne alto sulla traversa. 

COMMENTO
La partita non è quel monologo Bianconero che ci si aspettava ad inizio partita.
Il ruolino di marcia praticamente perfetto della Juventus unito alla non irresistibilità atalantina – che già contro il Palermo dimostrò di essere una squadra che subiva particolarmente il maggior tasso tecnico degli avversari – lasciavano preludere ad una partita che sarebbe stata dominata dalla squadra di Torino e che la Dea avrebbe potuto far propria solo dimostrando grande compattezza in fase difensiva ed unendo alla stessa qualche giocata dei singoli. 

Il primo tempo dà invece dimostrazione del contrario. E’ proprio l’Atalanta a partire meglio, prendendo possesso del campo da subito con il giusto cipiglio e dimostrandosi molto più prodiga nella costruzione del gioco.
A mancare, quindi, sono proprio le giocate dei singoli. Quel Gabbiadini che si era dimostrato risolutore nei quarti di finale con quella splendida rete che valse l’accesso alla semifinale si mangia tre occasioni nitide, che se realizzate avrebbero chiuso il match già dopo i primi quarantacinque minuti. 

E proprio un altro errore di un singolo, nello specifico di De Leidi, punisce oltremodo un’Atalanta che non meritava di passare in svantaggio in quel momento: è proprio il difensore atalantino, infatti, a bucare in maniera tanto grossolana quanto clamorosa una palla su cui sarebbe dovuto intervenire con ben altra sicurezza, spianando quindi la strada a Iago. 

Juventus che dal canto suo pare risentire più dell’Atalanta delle fatiche di questi giorni: arrivati alla sesta partita in tredici giorni molti dei giocatori Bianconeri, Immobile su tutti, dimostrando di essere piuttosto appesantiti dai tanti match disputati in un così breve lasso di tempo. 

Sono proprio gli errori dei singoli, comunque, a fare la differenza: la Juventus pur giocando una partita piuttosto sottotono rispetto alle proprie possibilità gioca con grande tranquillità, senza strafare ma, soprattutto, senza commettere svarioni.
Al contrario l’Atalanta si macchia di alcuni errori davvero gravi, che affossano la squadra. Gabbiadini si mangia tre occasioni nitidissime, Crncic fa un assist al bacio a… Immobile e De Leidi prima buca un pallone sanguinosissimo, poi, ma lì cercava di mettere una pezza ad un errore altrui, si fa espellere regalando un rigore allo stesso Immobile. 

Davvero troppo per pensare di vincere. 

Vivissimi complimenti, comunque, ad un’Atalanta che nonostante dimostri di non essere più, in questo momento, uno dei settori giovanili al vertice in Italia porta la sua Primavera a fare tantissima strada in questo Viareggio, probabilmente anche più di quanto da essi stessi pronosticato. 

MVP
Migliore in campo oggi risulta essere Carlo Pinsoglio: il portiere Bianconero, che molti a Torino pensano possa essere l’erede di Buffon tra qualche anno (tanto che tempo fa si parlava di un interessamento per Fiorillo, poi messo a tacere proprio dalle grandi prestazioni di questo ottimo portiere), disputa infatti una grande partita risultando più volte decisivo e diventando un vero e proprio incubo per Gabbiadini che dopo aver deciso da par suo la sfida contro il Palermo trova sulla sua strada un limite invalicabile. Pinsoglio. 

Esposito gioca una partita molto brillante

Un portiere questo che, secondo la mia opinione, meritava già lo scorso anno il premio come miglior portiere di questa competizione, poi dato proprio a Fiorillo. Che sia questo l’anno buono? La concorrenza di Addario, comunque, potrebbe farsi sentire.   

Honorable mention per Simone Esposito: l’ala destra juventina è in assoluto il giocatore più brillante tra i suoi ed è quello che in più occasioni prova a pungere. I due cannonieri della squadra, Immobile e Belcastro, risultano infatti essere un po’ appesantiti dalle tante partite giocate in questi pochi giorni, mentre la stellina spagnola, Iago, dimostra ancora di non attraversare un grandissimo momento e non incanta come in altre circostanze.
E’ quindi proprio lui a farsi carico di dare brio alla fase offensiva juventina, e lo fa con una buona prestazione, cui manca solo il goal. Ma quella traversa grida ancora vendetta… 

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Di seguito il programma delle semifinali che si giocheranno nel pomeriggio di sabato 13 febbraio. Entrambi gli incontri saranno trasmessi in diretta da RaiSportPiù.

Partita

Arbitro

Orario

Località

Stadio

Juventus – Atalanta

Ostinelli

15

Viareggio

T. Bresciani

Empoli – Rappr. Serie D

Barbeno

17

Pistoia

M. Melani

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Di seguito i risultati delle partite giocate ai quarti di finale del Torneo di Viareggio (in rosso le squadre qualificate alla semifinale):

Fiorentina – Empoli

1 – 2

81’ Matos
52’ Shekiladze, 75’ Pucciarelli
Atalanta – Palermo

1 – 0 (d.t.s.)

92’ Gabbiadini
Juventus – Sassuolo

1 – 0

30’ Belcastro
Torino – Rappr. Serie D

0 – 0
(1 – 3 d.c.r.)

 

 

Classifica Marcatori

6 goal Immobile (2) (Juventus), Beretta G. (Milan);
4 goal Shekiladze (Empoli), Belcastro (Juventus), Pettinari (2) (Roma), Amaral (Leme);
3 goal Comi (2) (Torino), Pucciarelli e Castellani (Empoli), Giovio e Mbakogu (1) (Palermo), Fischnaller (Juventus), D’Angelo (1) (Rapp. Serie D), Vazquez (1) (Chivas), Pisani (Bari), Bangura (2) (Kallon), Alibec (1) (Inter), Viola (Reggina), Gavoci (Cesena);
2 goal Gabbiadini (Atalanta), Tirelli (Rapp. Serie D), Falcinelli (Sassuolo), Dumitru (1) (Empoli), Suciu (1) (Torino), Aya, Acosty e Di Tacchio (Fiorentina), Scardina (Roma), Israel (Maccabi Haifa), Banasiak e Efir (Legia Varsavia), Giannetti (1) (Siena), Scepovic (Sampdoria), Galano (Bari), Arollano, Limenza e Santa Cruz (Club Guaranì), Di Mario (Lazio), Faccini (Mantova), Bianconi (Vicenza), Sklenar, Hanousek e Riha (Dukla Praha), Azizov (Pakhtakor), Badibanga (1) (Anderlecht), Zichi (Vicenza), Cardillo (Cisco Roma), Stevanovic (1) (Inter), Pedrocchi (1) e Oduamadi (Milan), Ciano, Insigne (1) e Maiello (Napoli), Chinellato (Genoa);
1 goal Vaccaro, Failla, Alletto, Benci e Chimenti (1) (Rapp. Serie D), Brugman, Alderotti, Tonelli e Saponara (Empoli), Gavazzeni e Gatto (Atalanta),  Libertazzi e Alcibiade (Juventus), Cappelletti e Laribi (Palermo), Matos, Agyei e Nencioli (Fiorentina), Benedetti e Taraschi (Torino), Vaccaro, Failla, Alletto, Benci e Chimenti (1) (Rapp. Serie D), Brugman, Alderotti, Tonelli e Saponara (Empoli), Thiam, Jirasek e Bellani (Sassuolo), Tremolada, Destro, Obi e Beretta S. (Inter), Merkel (Milan), Malyaka (Spartak Mosca), Sorbara e Desantis (New York), Sanderson, Vitucci, McConaghy (A.P.I.A), Crommen, Kabasele e Stercky (Anderlecht), Joel, Franco, Juan Aguero e Ivan Aguero (Club Sol de Campo Grande), Carioti e Guidi (Sambenedettese), Vishnjakovs e Ignatans (Ventspils), Bianchini (Esperia Viareggio), Cavalieri (Lazio), Kamara A. (Kallon), Konate, Ogliari, Vinicius e Galassi (1) (Parma), Pomiro (Vicenza), Oussou, Randi e Lignani (1) (Livorno), Aburokem e Hasib (Maccabi Haifa), Pirani e Nazzani (Bologna), Calamai (Siena), Rittinger (1), Major, Kucko, Vadas e Farcas (Kaposvari), Fogaca, Pessalli (1) e Stum (Gremio), Pezzotta, Vezzoli e Bertoli (Pergocrema), Pradisi e Morbidelli (Cisco Roma), Eder  e Everton (Leme), Benitez J. (Club Guaranì),  Mora e Coronado (Chivas), Pompeu (Mantova), Zbozien (Legia Varsavia), Bellomo (Bari), Verdun, Jara e Rojas Peralta (Club Nacional), Tabanelli, Djuric e Ferri (Cesena), Antei, Sciarra e Montini (Roma), Corso, Forgione e Ahmadi (Reggina), Boakye, Miracoli, Aleksic e Polenta (1) (Genoa), Varriale (Napoli).

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L’ultimo quarto di finale in programma prevede un derby tutto toscano: da una parte l’armata Viola guidata dalle stelline Babacar e Carraro, dall’altro un Empoli reduce dalla vittoria ai rigori contro la Roma. Entrambe le squadre, al di là dei pronostici, arrivano comunque in quel di Pistoia determinatissime a conquistarsi il passaggio del turno per giorcasi poi l’accesso in finale contro la Rappresentativa di Serie D.

Per cercare di ottenere il passaggio del turno l’Empoli si schiera in campo con un 4-4-1-1 con Addario, autore di una grande prova ai rigori contro la Roma, in porta ed il solito Shekiladze unica punta, mentre la Fiorentina risponde con un 4-3-1-2 con un attacco stratosferico parlando di calcio giovanile: Carraro dietro a Babacar e Seferovic.

CRONACA
La partita non inizia su ritmi altissimi ma è subito chiaro che sono i Viola, come da pronostico, a prendere l’iniziativa.

Dopo un quarto d’ora è proprio la formazione di Buso a farsi vedere con Di Tacchio che verticalizza per Babacar il cui stop al limite lo porta ad allungarsi un po’ il pallone, facilitando l’intervento in uscita bassa di Addario, che lo blocca prima che possa concludere a rete.
Nemmeno il tempo di far fare alla lancetta dei secondi un giro di quadrante completo ed è lo stesso Di Tacchio a provarci, questa volta tentando la conclusione personale dal limite: il suo tiro è però deviato da un difensore empolese, che spedisce la palla in angolo.

Al ventesimo minuto Babacar riceve al limite e serve immediatamente il pallone a Seferovic che trovandosi però la palla sul destro – lui che è prevalentemente mancino – non riesce a dare una grande forza al pallone, che risulta una facile preda per un sempre attento Addario.
Dieci minuti ed è ancora la punta elvetica a provarci, sempre con un tiro da fuori: questa volta, però, senza riuscire a trovare lo specchio della porta.

Al trentacinquesimo è invece Khouma Babacar a provarci: al termine di una percussione centrale prova a calciare dal limite d’esterno destro provando a beffare Addario, con il pallone che termina però a lato del palo.
In chiusura è ancora la punta senegalese a provarci. Dopo una sponda di Seferovic, infatti, Babacar controlla bene palla e fa una mezza torsione per spedire il pallone di sinistro sul palo opposto rispetto alla sua posizione, trovando però la pronta risposta di un grande Paride Addario.

In apertura di ripresa la sorpresa: Guitto batte una punizione dall’out mancino scodellando in mezzo un pallone che passa sopra al mischione creatosi in area e dopo aver messo fuori tempo Seculin, che tentenna sull’uscita, arriva sul secondo palo dove si fa trovare tutto solo Shekiladze, che lo deposita in rete.

Poco oltre il quarto d’ora Carraro si fa trovare puntuale all’appuntamento con una sponda di petto effettuata da Babacar arrivando di gran carriera e colpendo a botta sicura, trovando però il piede di un difensore a deviare in angolo la traiettoria del suo tiro.
Dieci minuti dopo il duetto si ripete, ma questa volta il trequartista dell’under 17 di Pasquale Salerno non riesce a trovare lo specchio della porta per sua imprecisione.

Alla mezz’ora un Empoli sornione prova a chiudere il match: Pucciarelli viene servito in area dal tacco di un compagno e dopo aver saltato Masi anche grazie ad un rimpallo fredda Seculin in uscita.

Al trentaquattresimo Masi prova a farsi perdonare la leggerezza difensiva andando nell’area empolese a svettare su di una punizione battuta da Bettoni. Il colpo di testa del centrale difensivo Viola è però senza pretese ed è facile preda di Addario.

A pensar bene di riaprire il match ci pensa Matos: è il trentaseiesimo quando proprio Matos mette in movimento Babacar che dopo essersi allargato sulla fascia restituisce, con un cross, il pallone al compagno di reparto, che infila Addario con un colpo di testa preciso.
Al quarantesimo è invece Boadu Acosty a provarci, ma il suo mezzo-collo esterno termina, ben controllato da Paride Addario, a lato.

Sul ribaltamento di fronte è quindi Saponara a provarci, ma il suo diagonale è facile preda di Seculin, che si distende e lo blocca con tranquillità.

In chiusura l’Empoli avrebbe la possibilità di chiudere il match: sugli sviluppi di un angolo a favore della Fiorentina Guitto parte in contropiede e dopo essersi liberato in bello stile di un avversario lancia in profondità Pucciarelli che s’infila in area e salta un avversario. Proprio nel momento in cui sta per scoccare il tiro, però, viene contrato da Masi, che lo chiude con un tackle sontuoso.
Poco più tardi è Saponara, sempre sugli sviluppi di un ribaltamento di fronte, a rendersi pericoloso, ma Seculin lo chiude in angolo con efficacia.

COMMENTO
La Fiorentina tiene i ritmi bassi ma gioca in totale controllo della partita. Del resto quella Viola è una delle migliori formazioni giovanili d’Italia, dispone di tanti talenti interessantissimi e dal possibile futuro ad alto livello e può contare su di una maggiore qualità dei suoi interpreti oltre che su di un collettivo molto ben oliato.

Tutte qualità da grande squadra, insomma. Ma del resto, limitandoci al panorama giovanile, quella allenata da Buso è davvero una grande squadra. Basti pensare che, ad esempio, dispone di un portiere che è già, nonostante non abbia ancora esordito in prima squadra, uno dei punti fermi della nazionale under 21 di Casiraghi. Ma non solo: come già detto in sede di presentazione della partita l’attacco è davvero illegale per questa categoria, roba da strofinarsi gli occhi: sulla trequarti milita Carraro, stella e trascinatore dell’under 17 al Mondiale nigeriano. Mondiale che fu vinto, guarda caso, dalla Svizzera, ovvero sia dalla nazionale di Seferovic. E fu proprio un suo goal a consegnare il titolo iridato alla nazionale guidata da Dany Ryser. Babacar, infine: il più giovane del lotto, avendo ancora solo 16 anni, Babacar è una vera e propria forza della natura, un giocatore che, tra l’altro, ha già anche esordito in prima squadra in Coppa Italia contro il Chievo Verona.

Tutta questa qualità, sicuramente superiore a quella a disposizione del tecnico empolese, non basta però ai Viola: le reti di Shekiladze e Pucciarelli, infatti, puniscono oltremodo una squadra che, ai punti, non solo avrebbe meritato il pareggio, ma avrebbe proprio meritato il passaggio del turno.

Così come capitato tra Atalanta e Palermo, però, a passare è la squadra che crea di meno, ma che si dimostra altresì più spietata nel convertire in goal le poche azioni costruite.

MVP
Esattamente come per il match contro la Roma il migliore in campo risulta essere ancora Paride Addario. Questa volta, però, al portiere empolese non serve parare tre rigori per raggiungere questo traguardo. La sua prestazione è comunque sontuosa e assolutamente necessaria ai suoi per poter avere la meglio di una Fiorentina che, come detto, si presentava in campo con un attacco stratosferico per questo livello.

Babacar mette in mostra le sue grandi qualità non riuscendo però a bucare Addario

Ancora tanti complimenti quindi a questo ragazzo, che si dimostra ancora una volta in possesso di qualità importanti. Chissà che dopo questo torneo non si inizi a sentir parlare di lui con più insistenza.

Honorable mention, invece, per Shekiladze e Pucciarelli, gli autori dei goal, e per Carraro e Babacar.
Il georgiano Shekiladze gioca una grande partita nella quale dimostra di saper coprire da solo tutto il fronte d’attacco e di avere grande generosità, oltre ad un senso del goal che lo porta oggi a firmare la quarta rete in questo torneo. Pucciarelli chiude invece sostanzialmente i giochi e segna il goal che si rivelerà poi decisivo ai fini della qualificazione, mettendo anche in mostra una grande efficacia nelle ripartenze.
Carraro e Babacar, invece, peccano solo in fase realizzativa: i due talentini Viola costruiscono infatti molto e tengono in grandissima appressione la retroguardia empolese e quell’Addario che saranno proprio loro a portare ad essere il miglior uomo in campo. Il futuro di questi due ragazzi, comunque, può davvero essere ad alto livello.

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Atalanta e Palermo si scontrano in quel di Viareggio sotto ad una pioggia copiosa per cercare l’accesso alle semifinali, dove si troverebbe la vincente tra Juventus e Sassuolo.

Per assicurarsi il passaggio del turno il Palermo si schiera con un 4-3-1-2 con il solito trio offensivo che vede Laribi a supporto di Giovio e Mbakogu.
L’Atalanta dal canto suo risponde con un 4-3-3 con il nuovo acquisto (debutto assoluto) Toivomaki terzino destro e il trio Villanova-Franciosi-Gabbiadini in attacco.

CRONACA
Nonostante le due squadre siano alla quinta partita in soli nove giorni entrambi gli undici risultano subito essere molto pimpanti, grintosi e vogliosi di portarsi subito in vantaggio per provare a garantirsi un posto al turno successivo.

Dopo diversi minuti di sostanziale equilibrio, con le squadre molto corte e con un atteggiamento tattico atto a non lasciare spazio agli avversari, arriva, al quarto d’ora, una vera e propria occasione da goal: Giovio effettua un assist di controbalzo mettendo in movimento Mbakogu e dopo aver tenuto alle proprie spalle il suo marcatore grazie alla prestanza fisica che Dio gli ha dato calcia debolmente verso la porta difesa da Rossi, che para senza problemi.

Ed è proprio il colored palermitano che cinque minuti più tardi si rende ancora pericoloso, sempre su lancio di Giovio. Questa volta il suo diagonale mancino è scoccato con buona potenza, ma scarsa precisione, spegnendosi sul fondo.

Dopo i primi due sussulti la partita scende un po’ di tono ed inizia a trascinarsi un po’ stancamente per diversi minuti. Il tutto fino al trentottesimo quando Laribi fa una fiammata e calcia di collo pieno da fuori, chiamando Rossi ad un intervento super, distendendosi completamente per deviare in angolo.

In apertura di ripresa prova a farsi vedere l’Atalanta con Meduri che dopo essere entrato in area prova a puntare Siragusa, lasciandosi poi andare su di un presunto contatto con il capitano Rosanero. L’arbitro non ha dubbi ed ammonisce il giocatore atalantino reo, a suo dire, di aver simulato.

Subito dopo è il Palermo a farsi pericoloso: sugli sviluppi di una punizione deviata il pallone giunge a Mbakogu che dal limite dell’area piccola prova a scoccare un tiro a colpo sicuro, che è però murato da un difensore atalantino. Dea che parte quindi in contropiede e porta Villanova a calciare dal limite, sfiorando il palo alla destra di Caroppo.

Atalanta che si fa pericolosa anche un paio di minuti più tardi quando lo stesso Villanova mette un cross morbido in area che non è intercettato da Gabbiadini e che fa finire il pallone sui piedi di Monacizzo, che trovandosi però sulla linea di fondo non riesce a far altro che far terminare il pallone sul fondo.

Per ritrovare una delle due squadre pericolosamente vicine al goal bisogna aspettare la mezz’ora quando Mbakogu brucia diversi metri di svantaggio rispetto ad uno dei centrali atalantini riuscendo ad arrivare sul pallone giusto al limite dell’area arrivando anche in anticipo sul portiere avversario ma calciando a lato un pallone che chiedeva solo di essere spinto in rete.
Al trentasettesimo è invece Giovio a rendersi pericoloso: la punta laria riceve al limite e, pur se circondato da tre avversari, si gira in un fazzoletto e calcia con rapidità, trovando però la pronta risposta di Rossi.

In chiusura, a tempo ormai scaduto, Mbakogu si mangia un goal praticamente già fatto: dopo essere scattato su di un lancio profondo entra in area e fa secco Colombo per calciare poi di sinistro sul secondo palo, mandando però la palla a lato e chiudendo qui un match meritato ma non portato in porto dai Rosanero.

In apertura del primo tempo supplementare Gabbiadini mostra un saggio di tecnica pura: batte una punizione da posizione centrale a circa ventitre metri dalla porta difesa da Caroppo; il suo interno sinistro è preciso sotto l’incrocio e potente abbastanza da fredda il portiere Rosanero, che può solo guardare il pallone infilarsi in rete.

Partita che scorre quindi sulla stessa falsariga sino al termine: corretta, Palermo sempre in controllo del gioco, Atalanta che si affida più ai singoli che alla manovra, reggendosi poi su di una buona organizzazione difensiva. Alla fine, quindi, a fare la differenza è proprio una giocata di Gabbiadini, che risolve la partita su punizione.

COMMENTO
L’inizio ad alto ritmo è solo un fuoco fatuo che si spegne dopo pochi minuti.
La fatica del trovarsi a giocare il quinto match in nove giorni si fa sentire presto ed incide molto per entrambe le squadre.

Nonostante questo esce comunque subito, fin dal primo tempo, una certa superiorità della squadra Rosanera, che può mettere in campo una qualità maggiore rispetto agli avversari.
Superiorità che si mantiene invariata anche nel secondo tempo: la partita non è certo dominata, ma sono proprio i siciliani a costruire di più ed ai punti meriterebbero nettamente il passaggio del turno.

Come già capitato in precedenza, ad esempio contro lo Spartak Mosca, è la precisione sotto porta a mancare, in special modo in quel Jerry Mbakogu che continua a far intravvedere grandi qualità atletiche e discrete capacità tecniche ma che continua a mancare per quanto riguarda la continuità realizzativa.

Bonacina guida i suoi ragazzi sino in semifinale

Mbakogu che deve quindi cospargersi il capo di cenere: come detto anche da mister Pergolizzi ai microfoni di RaiSportPiù nel corso del match non si può pensare di vincere sbagliando tutti quei goal. Ed alla fine, come spesso capita, chi troppo spreca viene punito.

MVP
Non c’è un vero e proprio dominatore della partita, perché nessuno si è realmente elevato sulla massa come capitato in diverse altre occasioni.

Già solo per il goal segnato – sia per la bellezza dello stesso che, soprattutto, per la pesantezza – il man of the match non può che essere Manolo Gabbiadini, 18enne punta atalantina che risolve il match con una splendida punizione che basta a trascinare la Dea in semifinale. E chissà che Gabbiadini non si ripeta anche lì, dove ad aspettarlo c’è l’agguerritissima Juventus, decisissima ad imporsi per difendere il titolo guadagnato l’anno scorso sino all’ultimo atto…

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