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7 febbraio 2010. Domenica pomeriggio. Stadio Arena Barueri. San Paolo vs. Santos. Che si può leggere San Paolo vs. Robinho-Neymar, due dei migliori talenti verdeoro dell’ultima generazione.
Perché sì, Robinho, dopo aver tentato la fortuna in Europa, è tornato al suo Santos, la squadra che lo lanciò nel grande calcio otto anni or sono e nel quale giocò 135 match siglando la bellezza di 58 reti. Il tutto prima di sbarcare nel Vecchio Continente. Ad accoglierlo a braccia aperte il Real Madrid, che gli diede le chiavi della squadra per tre stagioni: 131 match, 35 reti all’attivo. Nell’estate del 2008, poi, il passaggio a Manchester, sponda City. Citizens lasciati proprio nel corso dell’ultima sessione di mercato quando Robinho decide di lasciare l’Inghilterra per tornare al suo Santos. L’obiettivo? Assicurarsi un posto in nazionale per la spedizione sudafricana, potendosi quindi giocare la vittoria mondiale.
E proprio per il giorno 7 febbraio è fissato l’esordio di Robinho per questa sua seconda vita al Santos. Il tutto niente popò di meno che contro il San Paolo di Rogerio Ceni, portiere leggendario in Brasile sia per le sue parate che per le sue capacità di battere.
Ed è un esordio speciale. Sia a per lui che per il suo compagno di reparto, quel Neymar che in Brasile viene paragonato ai grandi attaccanti del passato Carioca, da Pelè a Ronaldo.
Ed è proprio Neymar a portare in vantaggio il Santos.
Per farlo la punta di Mogi das Cruzes decide di battere un calcio di rigore speciale. No, niente cucchiaio alla Totti… Neymar decide infatti di ripercorrere le gesta di uno dei più grandi campioni del suo paese. Anzi, del più grande. L’attaccante dell’under 17 carioca mette infatti in mostra qualità e freddezza realizzando quel rigore con una paradinha, gesto tecnico reso celebre ai Mondiali del 70 dal grande Edson Arantes do Nascimiento, meglio conosciuto come Pelè (anche se, a detta di Pelè stesso, la paradinha fu inventata da Didì).
Dopo il momentaneo pareggio firmato da Roger, quindi, il goal della vittoria firmato da Robinho. E, anche questo, non è un goal come un altro: Wesley, 22enne ala di Catanduva cresciuta proprio nel Santos, fugge sulla destra e centra un pallone basso sul primo palo su cui si fionda l’ex Galactico che ricalcando quanto fatto prima di lui da campioni come Bettega, Del Piero e Crespo fredda il buon Rogerio con un colpo di tacco in corsa che non da scampo al recordman verdeoro.
Insomma, due goal notevoli per due talenti limpidissimi. E con i vari rientri degli ultimi mesi (Ronaldo, Adriano, Robinho, Cicinho) il campionato brasiliano comincia a non offrire più solo giovanissimi talenti pronti per essere depredati dagli squadroni europei…
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