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Posts Tagged ‘Manchester City’

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E’ stato un bel match quello che ieri si è consumato ad Anfield. Una partita che ha visto il Liverpool imporsi sui diretti concorrenti del City, ancora non del tutto tagliati fuori dalla corsa al titolo, giusto nel giorno del ricordo della tragedia di Hillsborough.

Un match che io e l’amico Giovanni Armanini abbiamo vissuto e vi abbiamo voluto raccontare in diretta con i live di hangout, un’idea che mi ballava in testa da un po’ di tempo e che sicuramente riproporrò in futuro.

In questo senso diverse sono state le considerazioni interessanti  fatte, e chi volesse può recuperare il tutto su YouTube.

Primo tempo:

Secondo tempo:

Come al solito, poi, in chiusura di match ho fatto alcune tweet-considerazioni sullo stesso, che andrò a riprendere ed ampliare qui.

Ho cercato per almeno venti minuti lo splendido video in cui si sentiva bene Gerrard caricare i compagni a fine partita, dopo le iniziali lacrime per una vittoria che per lui, che perse un cugino nella tragedia di 25 anni fa, è valsa quanto per nessun altro dei propri compagni.

Così mentre in Italia si perde tempo a parlare degli psicodrammi tardo-adolescenziali della coppia Maxi Lopez – Icardi, in Inghilterra un grande Uomo e grande Campione trascinava la sua squadra ad una vittoria che potrebbe essere determinante ai fini del campionato, caricando poi i suoi compagni in vista del rush finale.

Ricordo che vidi giocare per la prima volta Gerrard che aveva solo vent’anni, in un match giocato da esterno destro. Lo vidi e me ne innamorai subito, per qualità e carattere. Il tempo mi ha dato ragione.

Coutinho sta giocando ad altissimo livello, da quando è sbarcato a Liverpool. Ieri ha toccato forse il suo apice.

Perché “dominare” IL match della stagione non è roba da tutti. Sicuramente nessuno, ai tempi di Milano, si sarebbe aspettato di vederlo esplodere così. Per di più giocando mezz’ala, cosa cui in Italia evidentemente chi avrebbe dovuto pensarci non arrivò a postulare.

Credo che a Milano farebbero bene a mangiarsi le mani. Perché acquistare Coutinho per una cifra relativamente bassa quando non era ancora maggiorenne fu una grande mossa di mercato. Peccato che poi un giocatore giovane devi capirlo e metterlo in condizione di rendere, sia da un punto di vista tecnico, che tattico, che – soprattutto – mentale.

In questo senso mi è piaciuto il commento di un amico sulla mia bacheca di Facebook:

cou

Coutinho ieri si è dimostrato giocatore di tutt’altra pasta, rispetto a quello che – non – abbiamo apprezzato a Milano. Mezz’ala a tutto campo in grado di dare quantità e qualità al gioco, corre e si sbatte per novanta minuti recuperando anche un buon numero di palloni. Per poi, sul finire di match, siglare anche la rete che condanna il Manchester City. E, soprattutto, fa fare un nuovo, deciso, passo verso l’imposizione finale al suo Liverpool.

Man of the match senza se e senza ma, pur senza scordare il grandissimo contributo dato dall’intramontabile Gerrard, ovviamente.

Come detto con Giovanni in live, il 2 a 0 maturato ad inizio match è stato più dovuto ad un approccio sbagliato del City, che non ad un eventuale dominio del Liverpool. Se i Reds sono infatti partiti bene ma senza strafare, il City è sceso in campo mantenendo un baricentro assolutamente troppo basso rispetto a quanto avrebbe dovuto.

In più, un paio di macroscopici errori difensivi hanno steso il tappeto rosso ai giocatori del Liverpool, che si sono facilmente portati in duplice vantaggio: dapprima Suarez si libera troppo facilmente sulla trequarti. Poi, pesca senza problemi Sterling, bravo a tagliare tra due difensori. Infine Hart esce solo a metà, e la stessa ala di origine giamaicana ha buon gioco nel realizzare l’1 a 0.

Il secondo goal arriva invece sugli sviluppi di un duplice calcio d’angolo: nel primo nessuno marca Gerrard, esattamente in mezzo all’area, all’altezza della linea dell’area piccola. Serve quindi un miracolo di Hart per tenere in piedi la baracca. Sul corner che ne nasce, invece, Skrtel taglia bene sul primo palo, senza che però nessuno lo contrasti efficacemente. Ancora una volta un giocatore del Liverpool ha libertà assoluta di colpire la sfera. Ed è il 2 a 0 comodo.

Una volta ristabilito il pareggio con un grande secondo tempo, poi, l’errore definitivo, quello che costa il match. Kompany sbuccia una palla facile facile in area. E regala proprio a Coutinho il goal della vittoria.

Che dire? Troppi errori per poter portare a casa un risutlato anche solo parzialmente positivo in una partita del genere. Ma è un peccato, per il City. Perché semplicemente il Liverpool fa un buon match ma, nel complesso, non merita i tre punti. E solo questi tanti e marchiani errori permettono ai Reds di strappare tre punti.

Un pareggio, a mio avviso, sarebbe stato un risultato più corretto (questo anche in nome del fatto che al City non vengono assegnati due rigori netti, uno per fallo in area di Sakho, l’altro per mani di Skrtel).

Dicono sia una delle leggi fondamentali del calcio. Ed in effetti si concretizza piuttosto spesso.

Nel secondo tempo il Manchester City cambia completamente l’approccio al match, spostando di svariati metri in avanti il proprio baricentro. La squadra, più forte e qualitativa degli avversari, attacca più alta e con più uomini. Ed anche in fase di non possesso porta un pressing molto più avanzato, addirittura a ridosso dell’area avversaria.

Proprio questo atteggiamento schiaccia il Liverpool, che fatica a distendersi. E porta al 2 a 2 (anche un po’ fortunoso, in special modo sul secondo goal che è viziato da un tocco decisivo di Johnson alle spalle di Mignolet).

A questo punto il City avrebbe anche il colpo del K.O. tecnico, ma su un’imbucata da sinistra Silva arriva in ritardo, tocca sì la palla ma non quel tanto che basta a deviarla con decisione nella porta avversaria.

“Goal sbagliato, goal subito” è una regola quasi infallibile nel calcio. Di certo è valsa – anche – in questo caso. Poche azioni dopo il liscio di Kompany di cui parlavo, e il goal che spegne l’ardore Sky Blues sul più bello.

Da appassionato di calcio giovanile, Zabaleta lo conobbi ed apprezzai ben prima che sbarcasse a Manchester, più precisamente nel corso di un Mondiale under 20 giocato – e se non erro vinto – da capitano con la sua Argentina.

Già lì mise in mostra ottime doti: capace di correre su e più per la fascia per novanta minuti, è instancabile e qualitativamente più che discreto. Certo, non avrà la tecnica e l’incisività di un Cafu o un Maicon dei tempi belli, ma è sicuramente uno dei migliori terzini del momento.

Eppure di lui si parla sempre poco. E spesso è proprio questo a fare la differenza tra un buono ed un ottimo giocatore: la sua mediaticità.

Sono convinto, però, che chi di calcio ne capisce non potrà non apprezzare la semplice concretezza del suo gioco.

Certo, col senno del poi sono bravi tutti. Ma come ha potuto sentire o sentirà chi ha seguito il commento live in hangout, dissi subito che il cambio Aguero-Dzeko non mi convinceva. Non tanto in valore assoluto, essendo il primo un ottimo giocatore senza alcun dubbio, quanto in valore relativo. In una partita del genere, e a prescindere dal possibile terzo goal Reds, era logico aspettarsi che nel finire di partita ci potesse essere la necessità di avere una torre là davanti.

Cosa che si è puntualmente verificata.

Certo, non si può nemmeno fare una grossa colpa a Pellegrini, comunque. Se quella deviazione di Silva fosse entrata oggi staremmo probabilmente parlando di tutt’altro…

Come dicevo, alla fine a fare la differenza alla fine è stato l’approccio sbagliato al match da parte del City, e soprattutto quei tre, imperdonabili, errori in occasione dei goal.

Perché per il resto il Liverpool al netto di Gerrard e Coutinho non splende. Certo, per buona parte del primo tempo grande graniticità difensiva. Ma è pure facile, quando l’avversario praticamente rinuncia a giocare.

Davanti bene, come dico nel tweet, Sterling, soprattutto nel primo tempo. Ma Sturridge è poca roba (in questo match, benintesi) e Suarez fa molto meno di ciò che potrebbe, perso anche in un insensato nervosismo di cui è caduto vittima ieri.

Alla fine, comunque, è chi vince ad aver ragione. E per come sono andate le cose il Liverpool ha sicuramente di che fregarsi le mani!

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Domenica sera è andato in onda quello che qualcuno, in rete, ha simpaticamente soprannominato “El Ca$hico”.

A fine match ho buttato un po’ alla rinfusa alcune considerazioni sul match su Twitter. Vorrei quindi riprenderle per approfondirle un po’ meglio…

Poco da aggiungere.
Il City parte forte ma palese una qualche fragilità difensiva che, alla lunga, sembra fiaccare psicologicamente la squadra stessa.

Di qui il Chelsea prende coraggio e inizia a prendere il predominio del campo. Concretizzandolo in particolar modo dopo il goal del vantaggio – che diventerà goal partita – firmato da Ivanovic.

Una grande prestazione per la squadra di Mourinho, che raggiunge appunto una vittoria fondamentale in ottica campionato.

Un tweet che ha generato qualche – comprensibile – polemica in rete.

Mourinho è un allenatore che ha sempre dato una fisionomia ben definita alle proprie squadre. E che ci ha abituato spesso, al netto dei sentimenti che si possono provare per lui, ad affrontare certi match con una tattica fortemente attendista.

Cosa che invece non è successa domenica con il City. Quando il Chelsea è partito venendo schiacciato dalla forza d’urto degli avversari, trovando però la forza di reagire. E finendo col prendere il dominio del campo, sul lungo periodo.

Mourinho che ha studiato benissimo la partita e messo in campo una formazione azzeccata in ogni scelta.

Non solo. Come al solito si è confermato come uno dei migliori motivatori di sempre.

Hazard ha disputato una partita davvero eccezionale. Sicuramente una delle migliori della sua carriera.

Nonostante il City schierasse una serie di giocatori tra i più forti del mondo nei rispettivi ruoli, lui li ha messi in fila e saltati tutti, in continuazione, come birilli.

Una prova da superstar ai limiti dell’onnipotenza per il Vallone d’Oro, che sta forse andando anche oltre ogni più rosea previsione.

Ci sono due giocatori, secondo il mio modesto avviso, che stanno giocando su livelli stratosferici, in Premier. Hazard e Suarez.

Credo che insieme, in questo momento di forma, sarebbero inarrestabili.

Un sogno vederli l’uno al fianco all’altro.

Più che tecnicamente o tatticamente il Chelsea si è preso ed ha vinto la partita proprio da un punto di vista psicologico.

In questo senso credo che abbia influito molto la relativa facilità con cui i Blues riuscivano a bucare la resistenza Citizens.

I quali erano molto sbilanciati in avanti: l’inserimento di Demichelis in luogo dell’infortunato Fernandinho poteva tornare utile proprio per dare più equilibrio alla squadra. Nonostante la discreta prova del centrale argentino, però, le cose sono andate male.

Del resto i due esterni di centrocampo avevano entrambi vocazione prettamente offensiva, che ha sbilanciato molto la squadra. La difesa, in cui Nastasic è apparso per altro abbastanza insicuro e Zabaleta era in costante difficoltà contro Hazard, ha fatto il resto.

Proprio questa fragilità, secondo il mio parere, ha contribuito a minare le certezze dei giocatori in campo. Che dopo un inizio bomba hanno iniziato a subire pressione e qualità degli avversari, fino a vedere l’involuzione del proprio gioco.

Spiego.

Il City gioca – quando riesce a mettere in campo il proprio gioco, ovvero come nella prima mezz’ora dell’ultima partita – un calcio sicuramente migliore di quello che giocava la Juventus di Capello. Efficace, ma sicuramente non esteticamente apprezzabilissima.

C’è però un aspetto in particolare che mi ha richiamato quella squadra e spinto a scrivere questo tweet, che se non spiegato potrebbe suonare come un’eresia (spero non più una volta letto quanto segue): il gioco di David Silva. L’esterno sinistro del centrocampo Citizens che, esattamente come nel 4-4-2 di quella Juve, tende a tagliare il campo centralmente, andando a porsi tra le linee. Proprio come faceva un certo Nedved.

Un aspetto, questo, che sicuramente non si è visto solo in queste due squadre ma che non è nemmeno frequentissimo. Solitamente un esterno, lo dice la parola stessa, tende a giocare prevalentemente sul proprio out.
La posizione di Silva è infatti defilata solo in partenza. Ed in fase di non possesso, per coprire meglio il campo. In transizione positiva ricorda invece moltissimo quella occupata dal ceko una decina d’anni fa.

Come detto in precedenza a sgretolare le certezze dello squadrone di Pellegrini è stata proprio l’incapacità di darsi una solidità difensiva degna delle loro aspettative.

Piano piano, con gli uomini di Mourinho che si facevano sempre più pericolosi, i Citizens hanno iniziato ad avere il “braccino”. Paura.

Il goal di Ivanovic è stato, in questo senso, un colpo tremendo alle già sempre più scarse certezze dei ragazzi in azzurro.

Augurandomi di poter vedere anche di meglio, ovviamente, non c’è stata una partita più bella di questa, almeno tra quelle che sono riuscito a vedere io da inizio stagione.

Logico che la stagione sta entrando sempre più nel vivo: nei prossimi mesi i campionati vedranno giocarsi scontri al vertice più o meno decisivi. In più le coppe europee sono arrivate alla fase ad eliminazione diretta.

Tutti ottimi presupposti secondo cui è plausibile sperare in altri match di questo livello.

Ivanovic ha dominato la sua fascia. Ottimo in entrambe le fasi, nonostante doti spiccatamente difensive. Il goal è stato la ciliegina sulla torta di una grandissima partita.

Il titolo di MVP ovviamente non poteva che andare ad Hazard. Ma subito dopo il fenomeno belga non ci può che essere il terzino serbo.

Bene, soprattutto per quanto concerne la sfiducia nei suoi confronti, anche David Luiz. Che ha sicuramente delle lacune, altrimenti sarebbe un top player, ma che quando ci mette l’intensità di domenica può essere un mediano tutt’altro che disprezzabile. Soprattutto nel gioco di Mourinho.

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Manchester City eliminato dalla Champions League. Ancora una volta.

In realtà era una notizia che ci aspettavamo un po’ tutti un paio d’ore fa. Del resto con due soli punti guadagnati in quattro match sembrava davvero difficile che i Citizens di Mancini potessero sovvertire i pronostici.

City che per altro non fa molto nemmeno per provarci. La prima frazione di gioco è tutta appannaggio madridista. Nella ripresa invece ci si prova, a ribaltare il match. Riuscendo però a trovare solo il pareggio. Su rigore.

Prima di dare il via all’analisi uomo per uomo un solo, ultimo, appunto: hai solo la vittoria a disposizione. Giochi in casa. E scendi in campo col 5-3-2 nonostante tu abbia a disposizione uno dei migliori attacchi del globo (riuscendo per altro a prendere goal dopo soli nove minuti)?

Mancini… Mancini…

Manchester City

Hart 6
Vivacchia salvando anche su Ronaldo, dopo il miracolo di Nastasic, il possibile colpo del K.O.

Maicon 5
I tifosi interisti che hanno guardato questa partita certo non saranno poi così tristi nel pensare che Maicon non difende più la loro fascia di destra. Completamente addormentato sul goal madridista, quando non segue Benzema che, tutto solo, ha buon gioco a trovare la rete del vantaggio. Solo l’ombra di ciò che era un paio d’anni fa.

Zabaleta 6
E’ l’unico tra i difensori Citizens a capirci qualcosa in quella “banda del buco” che è la difesa inglese nel primo tempo. E’ lui il giocatore con più tackle e più palle rubate. Un motivo ci sarà.

Kompany 5
Dovrebbe essere l’uomo in più della retroguardia, appare invece un pugile suonato molle sulle gambe.

Nastasic 6
Nonostante la gioventù prova a rimanere in partita. Sufficienza meritatissima per via del goal salvato sulla linea, che avrebbe probabilmente chiuso il match già nel primo tempo.

Kolarov 5
Come? Giocava anche lui?
(Dal 45′ Javi Garcia 5
Una percentuale di passaggi riusciti da far invidia a Xavi e Pirlo: 91%. Solo che finché non cerca la giocata smarcante è capibile che abbia percentuali del genere. E tutto sommato pure inutile.)

Tourè 6
Il miglior mediano del mondo abbandonato a sé stesso. Che tristezza. Non lo conosco personalmente, ma credo sia tra i primi ad augurarsi il licenziamento di Mancini.

Nasri 5
Si perde nella pochezza del primo tempo Citizens. Esce quando i suoi stanno iniziando a provarci.
(Dal 60′ Tevez 5,5
Prova a dare un po’ di pimpantezza agli attacchi Sky Blues.)

Silva 7
Migliore dei suoi assieme ad Aguero. Prova a dare pimpantezza e brio ad una squadra piatta.

Dzeko 5
Sbaglia tantissimo, soprattutto passaggi (circa uno su due quelli errati). Nel complesso fa davvero troppo poco, pur giocando tutti e novanta i minuti a disposizione.

Aguero 6,5
Come detto, il migliore tra i suoi con Silva. Prova a combinare qualcosa ma nel deserto di idee che è il City manciniano anche i talenti rischiano di combinare poco. Nonostante questo è l’unico a calciare più di due volte (quattro). E, a differenza del compagno di reparto, non sbaglia un passaggio. Qualità. Sprecata.
Certo, quel goal mangiato a un metro dalla porta grida ancora vendetta…

Real Madrid

Casillas 7
Buona parte del merito di questo pareggio che sancisce l’eliminazione del City è suo. Miracolo su Aguero.

Arbeloa 5,5
Partita sufficiente rovinata dall’espulsione con tanto di rigore del pareggio annesso.

Pepe 5,5
Partita senza infamia e senza lode. Ma evitate di dargli la palla tra i piedi in fase d’impostazione.

Ramos 6
Idem come sopra. Senza la postilla sulla gestione della sfera.

Coentrao 6
Certo, in Fifa12 era praticamente il miglior terzino del mondo. Cosa che poi non si conferma nella realtà. Disputa comunque un buon match, affrontato con attenzione.

Khedira 5,5
Tanto tanto cuore. Ma troppa approssimazione. Avrebbe sul destro la palla del K.O., ma zappa clamorosamente il terreno regalandola ad Hart.

Alonso 6
Davanti non si fa mai vedere, nonostante sia anche dotato di una bella “castagna”. In fase di possesso non gestisce la sfera come sa fare, essendo tra i migliori registi al mondo (ovviamente ben dopo i “mostri” Xavi e Pirlo). In fase di non possesso, però, è la vera diga della squadra. Peccato si limiti a fare solo il mediano.

Di Maria 6,5
Tra i migliori in campo pur senza brillare. Ma del resto in una partita complessivamente – lasciatemelo dire – così brutta basta poco per risaltare!
(Dall’89’ Albiol s.v.)

Modric 5,5
Ah, giocava anche lui? (cit.)
(Dal 68′ Callejon 5,5
Non dà sostanza.)

Ronaldo 7,5
Migliore in campo per distacco. E del resto credo che questa notizia non stupisca nessuno. Peccato solo non abbia attorno a sé un impianto di gioco che ne possa esaltare fino in fondo le caratteristiche. Cosa che invece accade a Messi.

Benzema 6,5
Ci prova quattro volte, centrando lo specchio una sola. Basta e avanza.
(Dal 75′ Varane s.v.)

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Uno si mette comodo in poltrona per gustarsi il “Super Sunday” inglese tra City e Gunners aspettandosi di vedere chissà quale spettacolo magnetico.

Dimenticandosi però certi particolari non da poco…

Come ad esempio il fatto che, da una parte, sulla panchina di una delle quattro squadre più forti del mondo siede un allenatore che non è ancora riuscito a dare un gioco all’accolita di campioni messi a disposizione dagli sceicchi.

E che dall’altra i tempi dei vari Pires, Ljungberg, Vieira ed Henry sono finiti da un pezzo.

Così quello che ne esce è una partita dai contenuti molto inferiori alle aspettative.

Perché i padroni di casa restano appunto vittime di quella cronica mancanza di un gioco che possa dare un senso alle presenze in campo di grandissimi giocatori come Aguero e Silva.

Non è quindi un caso se per sbloccare il risultato i Citizens debbano affidarsi a un calcio piazzato: a bucare Mannone ci pensa infatti Lescott, che svetta di testa in area avversaria sugli sviluppi di un calcio da corner.

Allo stesso modo l’Arsenal non ha più quel gioco frizzante e ficcante che aveva qualche anno fa, quando pur senza vincere nulla al di fuori dei patri confini era oggettivamente una squadra in grado di impaurire chicchessia.

Ma non solo.

La lacuna più grave di questa squadra risulta essere là davanti.

Troppo pesante la partenza di Robin Van Persie, trasferitosi sulla sponda “rossa” di Manchester a buttare palloni in rete a ripetizione (è già a quota 5 in campionato, e siamo alla quinta giornata).

Questo anche perché il buon Wenger prende delle scelte quantomeno discutibili, schierando Gervinho (giocatore che personalmente trovo anche sopravvalutato) unica punta, con alle spalle il trittico Podolski-Ramsey-Cazorla.

E se potremmo anche passare quei tre trequartisti (per quanto ci sarebbe tanto da dire anche qui) è logico che non può essere Gervinho unica punta il giocatore in grado di non far rimpiangere, dalle parti dell’Emirates, la dipartita di Campioni come Titì Henry e RVP.

Però certo, se Wenger è seduto su quella panchina ed io su questa poltrona un perché ci sarà anche…

L’Arsenal, comunque, riuscirà a trovare il – meritato – pareggio.

Come?

Ma sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ovviamente!

A colpire è guarda caso ancora una volta un difensore centrale, Koscielny, che sfrutta una mischia in area per bucare Hart.

Tristezza, se si pensa il potenziale tecnico in campo.

Un bel sussulto, comunque, questa partita me lo regala: subito dopo il goal dell’1 a 1 Kompany – ovviamente salito per situazione di calcio piazzato, tanto per cambiare – riceve in area, stoppa di petto e rovescia in buono stile, trovando però la pronta risposta di un Vito Mannone molto bravo a chiudere anche la ribattuta di Aguero.

Finisce pari una partita che sinceramente avrei anche potuto non vedere.

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In un calcio italiano sempre più povero di talento, che dopo aver salutato Nastasic ed aver incassato il doppio no di Berbatov ieri ha salutato oggi Maicon, non si può pretendere che le nostre squadre acquistino chissà che top player.

E quindi se la Juventus per puntellare (rinforzare sarebbe una parola grossa) il proprio attacco si trova a scegliere tra Bendtner e Borriello il Milan si trova di fronte ad un bivio per quanto riguarda il puntellamento del reparto nevralgico: il centrocampo.

In via Turati starebbero infatti dibattendo su quale debba essere l’ultimo mediano (perché di giocatori di qualità non se ne parla) ad irrobustire il reparto Rossonero.

Da una parte Nigel De Jong, ormai ai margini del Manchester City, dall’altra Lassana Diarra, che Mourinho farebbe partire volentieri.

E poco importa se solo qualche settimana fa a lasciare Madrid è stato Nuri Sahin, regista turco, questo sì, in grado di far fare il salto di qualità al reparto milanista.

Ad essere in vantaggio, tra i due prescelti, sarebbe l’olandese, già braccio destro – in nazionale – di un altro Oranje recentemente passato da Milano: Mark van Bommel.

L’ex Ajax è un discreto faticatore di centrocampo. Qualità relativa, fors’anche meno del suo predecessore, corsa tanta. Botte ancor di più.

Il top da inserire in un centrocampo muscolare, insomma.

Visti i limiti della rosa milanista, però, ecco che dovrebbe prendere maggior forza la candidatura di Diarra. Che, come sappiamo, può agire con discreta efficacia anche sulla fascia, in particolar modo agendo da terzino. Insomma, oltre a fare il suo sporco lavoro là in mezzo potrebbe anche coprire l’eventuale assenza di Abate. Cosa che un De Sciglio qualsiasi, soprattutto in un momento così difficile per la società Rossonera, può fare senza dubbio con molta più difficoltà.

La soluzione migliore, comunque, sarebbe una: prendere entrambi i giocatori. Perché la rosa attuale non garantisce una grandissima copertura. E se già la qualità è poca una serie di infortuni come quella dell’anno passato potrebbe, in questo momento, mettere a rischio anche un’eventuale qualificazione all’Europa League.

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Citizens stoppati in casa dal Napoli. Ecco le pagelle.

Manchester City

Hart: 6
Sul goal può poco. Per il resto fa il suo compitino senza strafare, e tremando non poco in un paio d’occasioni.

Zabaleta: 6,5
Buona partita dell’ex capitano dell’Argentina under 20 che tiene bene la sua fascia rendendosi protagonista di un buon match sia in fase difensiva che in fase offensiva.

Kompany: 6,5
Meriterebbe mezzo voto in più. Non fosse che ogni tanto si spegne e perde del tutto la concentrazione. Su un paio di suoi errori grossolani il City rischia moltissimo. Per il resto è comunque quasi perfetto. Come quando salva sulla linea un goal già fatto di Hamsik.

Lescott: 6
Fa il compitino. Meno decisivo di Kompany sia nel bene che nel male.

Kolarov: 6,5
Partita da sei la sua, che in un’occasione buca anche una palla che sarebbe potuta essere sanguinosissima (sugli sviluppi di quell’azione Kompany salva sulla linea un tiro di Hamsik). Poi però si inventa il goal del pareggio e allora…
(Dal 74′ Clichy: 6,5
Gioca solo un quarto d’ora ma fa molto bene. Dietro regge e davanti porta sovrapposizioni continue. Essendo fresco gli viene facile, ma comunque si fa vedere con continuità.)

Barry: 5,5
Meriterebbe mezzo punto in più anche lui, ma l’errore da cui scaturisce il contropiede del momentaneo vantaggio partenopeo pesa. Per il resto partita da sufficienza piena.

Yaya Tourè: 6,5
Colpisce una traversa. Ma non solo: diga quasi insormontabile, dimostra anche di avere una tecnica inusuale per un martellatore di centrocampo. I dieci milioni l’anno che prende d’ingaggio non li vale, ma resta comunque uno dei migliori interpreti mondiali nel ruolo.

Nasri: 6
Giochicchia ma senza incidere. Da uno come lui ci si aspetterebbe sicuramente di più.
(Dal 74′ Johnson: s.v.)

Silva: 6
Giocatore che mi piace moltissimo, questa volta, un po’ come Nasri, fatica ad incidere.

Aguero: 7
E’ l’arma in più di questo Manchester City. Bravissimi comunque i difensori del Napoli che, alle volte con le maniere cattive, riescono tutto sommato a contenerlo.

Dzeko: 6,5
Forza fisica straripante, grande punto di riferimento là davanti.
(Dall’80’ Tevez: 5
Gioca solo dieci minuti, ma con una svogliatezza unica. Censurabile.)

Napoli

De Sanctis: 6,5
Maiuscolo in un paio d’occasioni, fortunato in un altro paio, non può nulla sulla punizione di Kolarov.

Campagnaro: 7
E’ il migliore là dietro. Chirurgicamente insuperabile.

Cannavaro: 6,5
E’ tutta la difesa napoletana a giocare bene, in realtà. Del resto concedere un solo goal ad un attacco come quello del City, e per di più solo su calcio piazzato, non è roba da poco. Bravo anche Cannavaro, che guida bene la sua linea arretrata.

Aronica: 6,5
Nel vederlo titolare a Manchester un piccolo sobbalzo non si può non farlo. Aronica però è uno di quei giocatori che seppur non sia certo eccezionale, e forse proprio conscio dei suoi limiti, non molla mai un metro. A nessuno. E così anche stasera compie un solo vero errore: si lancia in scivolata abbattendo Aguero quando, dopo averlo portato sull’esterno dell’area, avrebbe semplicemente potuto provare a temporeggiare aspettando il raddoppio di un compagno.

Maggio: 7
Tecnicamente rivedibile, atleticamente devastante. Ecco chi è Christian Maggio, giocatore che adoro, pur con tutti i suoi limiti. Se proprio l’Inter vuol giocare con la difesa a tre dovrebbe pensare a lui – che oggi offre l’assist a Cavani al termine di un contropiede eccezionale – come esterno destro.

Inler: 7
Scontrarsi in mediana con Barry e – soprattutto – Tourè non è semplice, ma lui non si tira mai indietro. Quantità e qualità ad alto livello. Acquisto realmente importante per questo Napoli.

Gargano: 6,5
Il piccolo uruguagio è il soldatino ideale di una squadra che come questo Napoli di Mazzarri deve correre a perdifiato per novanta minuti, pressando tutto e tutti. Gargano infatti non si ferma mai nemmeno dieci secondi a rifiatare.

Zuniga: 6,5
Scende in campo un po’ a sorpresa al posto di Dossena, certo non fa rimpiangere Mazzarri della scelta. Discreto davanti, attento dietro.

Lavezzi: 6,5
Nel primo tempo è il più vivo dei suoi. Poi si fa male e deve lasciare il campo anzitempo. Peccato.
(Dal 57′ Dzemaili: 6
Fa il compitino senza strafare. Certo non ha le qualità di Lavezzi per poter fungere da spina nel fianco della difesa avversaria.)

Hamsik: 7
Pochissimi giocatori al mondo sanno inserirsi come lui. Che anche quando non riceve palla mette comunque in grande apprensione la difesa avversaria. In più, col suo gioco, aiuta tantissimo tutta la squadra, mantenendo un equilibrio quasi perfetto. In un calcio italiano sempre più povero di talenti è veramente un bene che questo ragazzo – forse un po’ sottovalutato a livello mondiale – sia rimasto nel Belpaese.
(Dall’89’ Santana: s.v.)

Cavani: 6,5
E’ forse il meno brillante di tutto il Napoli. Alla fine, però, la mette. Non si può volere molto di più, no?
(Dall’83’ Pandev: 5
Vale un po’ quanto detto per Tevez: entra molle. A questo punto tanto valeva restare seduto in panca…)

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CRONACA

Il City parte subito col coltello tra i denti. Due minuti e arriva la prima conclusione: a portarla è Nasri dal limite, De Sanctis controlla il missile del francese frantumarsi sui cartelloni a lato del palo.
Al settimo il Napoli prova a farsi vedere in contropiede: Maggio parte veloce sulla destra e serve Cavani sulla trequarti. La punta uruguagia anziché tagliare dentro per Hamsik, inseritosi ottimamente da destra, calcerà malamente da posizione troppo distante, sprecando un’occasione interessante in modo più che censurabile.

All’undicesimo schema su corner del City: palla sul primo palo spizzata sul secondo per l’inserimento di Aguero, che è però a sua volta chiuso in angolo dall’ottimo intervento di De Sanctis, che gli chiude completamente lo specchio di porta.
Due minuti e i padroni di casa si fanno vedere ancora in maniera pericolosissima: la difesa del Napoli si fa trovare scoperta su di una penetrazione centrale di Dzeko che dopo aver scaricato palla ad Aguero s’imbucherà sulla destra. Servito, lascerà partire un diagonale dal limite dell’area, non trovando però lo specchio di porta.

Al quattordicesimo pezzo di bravura di Silva che mette in mostra tutta la sua qualità con un doppio dribbling su Maggio, che non può che fermarlo con le cattive, guadagnandosi un sacrosantissimo cartellino giallo.
L’occasione più clamorosa di inizio match è comunque del Napoli che al diciassettesimo trova il primo acuto di Lavezzi che s’infila in area palla al piede per aprire il piatto sul secondo palo, trovando però una clamorosa traversa.

Ritmi altissimi. Così dopo la traversa di Lavezzi il Napoli mette in difficoltà a stretto giro di posta la retroguardia Citizens in un paio d’altre occasioni, senza però riuscire a bucarne la resistenza.
Al venticinquesimo altra bella ripartenza del Napoli con Lavezzi che riceve sulla trequarti e prova a lanciare Cavani. Il suo passaggio alto, però, è troppo teso, e pur essendo portato col tempo giusto risulta impossibile da raggiungere per il proprio compagno di squadra.

Al trentaquattresimo il City pareggia il conto delle traverse: i padroni di casa partono in contropiede sugli sviluppi di un corner con Aguero che entra in area, fa secco un avversario e appoggia la sfera a Yayà Tourè, che calcia di potenza facendo schiantare la sfera proprio sul legno.
Quattro primi più tardi il Napoli prova a farsi vedere nuovamente. La manovra libera Zuniga al limite, il cui tiro è però piuttosto sballato e non preoccupa minimamente Hart.

Trentanovesimo e il Napoli trema: punizione da lontanissimo battuta da Kolarov, sfera che attraversa tutta l’area senza che nessuno la tocchi e De Sanctis che deve lanciarsi alla sua destra per sventare il possibile goal del vantaggio.
Quattro minuti più tardi Aronica porta sull’esterno Aguero per poi stenderlo in maniera piuttosto sciocca, anziché temporeggiare. Ammonizione, l’ennesima per il Napoli, sacrosanta.

Quattro minuti dall’inizio della ripresa e il Napoli si porta vicinissimo al vantaggio: Hamsik è servito sul secondo palo da Zuniga, il trequartista slovacco colpisce benissimo al volo la sfera battendo Hart ma trovando la respinta sulla linea da parte di Kompany, che salva il risultato.
Significativa l’immagine mostrata dalle telecamere poco più tardi: ventuno giocatori tutti nella metàcampo del Napoli. Col solo Hart in quella del City.

Al cinquantatreesimo la squadra di Mancini prova ad affidarsi ai calci piazzati: corner battuto dalla sinistra da Kolarov, stacco ed incornata di Lescott, che mette a lato.
Partita intensissima quella del City of Manchester. Napoli vivo che al cinquantaseiesimo prova a colpire da fuori con Gargano, che però ha un piede non propriamente killer e mette a lato una mezza mozzarella che non avrebbe comunque impensierito eccessivamente Hart.

Padroni di casa che continuano comunque a fare il match. Così un minuto più tardi è Nasri a provarci dal limite, ma la sua puntina è imprecisa e si spegne a lato.
Grande contropiede, al sessantaseiesimo, del Napoli con Dzemaili che penetra centralmente e libera in area Hamsik, il cui tiro a botta sicura è però deviato in angolo.

Il goal è nell’aria e arriva due minuti più tardi: break centrale di Maggio che dimostra di essere un grandissimo atleta penetrando centralmente in contropiede gli avversari. In situazione di tre contro due servirà quindi Cavani in area che defilato sulla destra calcerà di prima intenzione, per anticipare il ritorno della difesa, bucando Hart. E’ l’incredibile – e comunque meritato – 1 a 0 partenopeo.

Non contento il Napoli ci riprova anche quattro minuti più tardi quando Hamsik è servito da Cavani e scocca un tiro ad incrociare sul secondo palo che termina però a lato.
City comunque vivo che poco più tardi colpisce una traversa.

Anche in questo caso l’odore del goal è nell’aria e arriva al settantaquattresimo quando Kolarov batte un calcio di punizione magistrale dal limite, con cui spedisce la palla in rete per l’1 a 1 dei padroni di casa.

Il goal esalta i padroni di casa: al settantottesimo Zabaleta buca sulla destra e trova Dzeko in mezzo, che controlla e si avvita su sè stesso, mettendo però palla a lato.
A tre dal termine erroraccio di Kompany che serve con un appoggio corto Hart. Sulla parta si fionda Pandev che riesce anche a saltare l’uscita del portiere inglese. Nel farlo, però, non può che allungarsi la sfera, non riuscendo quindi a bucare uno specchio di porta a quel punto sguarnito.

Al novantaduesimo ripartenza fulminante di Tevez che è però chiuso al limite giusto al momento del tiro. Sul corner che ne segue prima Zuniga poi De Sanctis risolvono la situazione senza correre particolari rischi, chiudendo di fatto un match giocando splendidamente dalla squadra di Mazzarri.

COMMENTO

City che gioca di più, almeno nel primo tempo, Napoli che crea più azioni realmente pericolose, almeno fino all’ultimo quarto d’ora.

Nel complesso il pareggio che esce da questo match è quindi un risultato assolutamente accettabile. Anche se, va detto, i campani non avrebbe rubato assolutamente nulla se l’ex terzino laziale non avesse inventato quella bella punizione che è valsa il pareggio.

Perché il Napoli gioca ad armi pari per ciò che riguarda l’atletismo. Ed è questa la vera chiave di volta.
Ciò che rende il calcio italiano nettamente inferiore a quello di Spagna, Inghilterra e Germania è proprio il diverso approccio fisico-atletico ai match.

E il Napoli è l’unica squadra, tra le top in Italia, a saper tenere ritmi vertiginosi per novanta minuti.

Ecco perché riesce a giocarsela a Manchester. Ed ecco perché non ho timore di affermare, nonostante manchi di blasone e forse tecnicamente valga qualcosa meno delle milanesi, che con un girone abbordabile sarebbe l’italiana con più chance di fare strada in questa competizione.

Se giocheranno tutti i match con la stessa intensità di stasera, comunque, i partenopei saranno avversari ostici anche per Bayern e Villareal.

Passare, visto il girone della morte in cui sono capitati, sarebbe un’impresa da annali del calcio.

Vendere cara la pelle, e magari finire a ben figurare da ripescati in Europa League, un ottimo viatico per la prossima stagione.

Quando, almeno spero, il girone di Champions potrebbe essere più abbordabile.

Il tutto comunque deve partire da un assunto: che il giocattolino costruito alle falde del Vesuvio in questi anni non venga rotto in estate.

Già nel corso degli ultimi mesi le cose sono un po’ vacillate: Mazzarri sembrava diretto a Torino, dove è invece poi finito Conte, e Lavezzi pareva in partenza proprio per la sponda Citizens di Manchester.

Nulla da fare per entrambi, alla fine.

E anzi, l’arrivo di un Inler ad impreziosire moltissimo la mediana biancazzurra.

Napoli che, in uno dei momenti più bui della storia del nostro calcio, rappresenta insomma uno dei pochi raggi di sole del nostro movimento.

Mai come in questo periodo storico le italiane devono far tesoro della loro atavica capacità di giocare in contropiede.
Tutte, tranne questo Napoli che può giocarsela con – quasi – tutti, avendo fiato e brillantezza muscolare per novanta minuti.

MVP

Sarebbe ingeneroso, di fronte ad una prova di questo spessore, premiare un solo giocatore.

Quindi mi tolgo virtualmente il cappello di fronte al Napoli tutto. Con la speranza che quanto visto stasera sia solo l’antipasto…

TABELLINO

Manchester City vs. Napoli 1 – 1
Marcatori: 68′ Cavani, 74′ Kolarov.
MANCHESTER CITY: Hart; Zabaleta, Kompany, Lescott, Kolarov (76′ Clichy); Yaya Touré, Barry; Silva, Aguero, Nasri (76′ Johnson); Dzeko (81′ Tevez). A disp. Pantilimon, Richards, Savic, Kolo Touré. All. Mancini.
NAPOLI: De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Inler, Gargano, Zuniga; Hamsik (89′ Santana), Lavezzi (58′ Dzemaili); Cavani (83′ Pandev). A disp. Rosati, Fernandez, Fideleff, Dossena. All. Mazzarri.
Arbitro: Eriksson (Svezia).
Ammoniti: Maggio, Zabaleta, Cannavaro, Aronica, Inler.

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CRONACA

Il derby di Manchester che fa da finale all’edizione 2011 della Community Shield inizia subito su ritmi elevati.
Dopo tre soli minuti di gioco Rooney pesca Young che riesce a guadagnare solo un calcio d’angolo sui cui sviluppi arriva la conclusione di Smalling, intercettata però da Joe Hart.

Sulla sponda opposta Tourè cerca Dzeko con un lob morbido che è però intercettato e chiuso in corner da Ferdinand.
La lotta sembra comunque quasi solo limitarsi a metà campo, dove le due squadre si fronteggiano senza risparmiarsi colpi. Il tutto un po’ a discapito dello spettacolo, che stenta a decollare.

Nel complesso, comunque, è il gioco dello United ad essere un tantino superiore. La squadra di Ferguson mette infatti più qualità nel giro palla, cosa che i ragazzi di Mancini non riescono a fare nonostante le buone qualità tecniche dei singoli interpreti.
Per provare a sbloccare il risultato si prova quindi ad affidarsi ai calci piazzati. Al ventitreesimo allora Rooney si presenta sul punto di battuta di un calcio di punizione che l’ex stellina dell’Everton prova ad indirizzare sotto il secondo incrocio, non riuscendo però a centrare lo specchio di porta.

Splendida, due minuti più tardi, l’azione in velocità imbastita da Nani e Welbeck, che scambiano rapidamente più volte il pallone nello stretto venendo però contrati in corner dall’attenta difesa Citizens.
City che prova a farsi vedere poco prima della mezz’ora quando Silva filtra un pallone per Milner che prova a cercare il secondo palo, senza fortuna.

Per sbloccare una partita ingolfata ci si affida sempre ai calci piazzati. A dieci dal termine è Nani a provarci da circa venticinque metri. Il suo destro, deviato da Dzeko, fa correre qualche brivido ai supporter del City, con la palla che si spegne comunque a lato.
Detto-fatto. Silva batte una punizione da destra che scodella bene in mezzo all’area dove si fionda Lescott, bravo ad anticipare tutti e girare a rete. Nell’occasione, comunque, quantomeno rivedibile De Gea, che accenna all’uscita per poi fare un passo indietro e venire bucato senza appello dal centrale inglese.

Lo United prova a reagire. Al quarantaduesimo Young riceve decentrato sulla destra ed esplode un mancino con cui non riesce però ad inquadrare la porta.
In chiusura, però, il City raddoppia. Dzeko prende il pallone sulla trequarti e avanza, con Vidic che gli lascia troppo spazio. La punta bosniaca, così, calcia di destro. Tiro non irresistibile, ma De Gea, forse troppo emozionato per l’esordio, commette un errore grossolano e gli spiana la strada per la rete.

In apertura di ripresa lo United prova a far intravvedere timidi segnali di reazione. Smalling manovra sulla destra e serve centralmente per Cleverley che la gira in area, di prima intenzione, in direzione di Welbeck. La punta cresciuta proprio nel settore giovanile dei Red Devils prova quindi a girare immediatamente di testa verso la porta, senza però inquadrare lo specchio.
Segnali di reazione che si concretizzano al cinquantaduesimo quando – guarda caso – sugli sviluppi di un calcio di punizione Young pennella una palla al centro che viene raggiunta da Smalling, bravo a sgusciare tra Dzeko e Lescott. Giunto sulla sfera il difensore dello United non ha quindi alcuna difficoltà a deviare in rete, accorciando le distanze.

Il pareggio è nell’aria ed arriva cinque minuti giusti più tardi. Rooney-Cleverly-Nani imbastiscono un’azione splendida con l’ala portoghese che a quel punto si trova a tu per tu con Hart, battuto con un pallonetto delizioso.
Qualità del gioco dello United cresciuta nel secondo tempo, ma la squadra di Ferguson, nel complesso, non riesce a bucare con continuità la buona difesa costituita da Roberto Mancini.

Ad un quarto d’ora dalla fine si vede quindi finalmente De Gea. Il tiro che gli arriva, in realtà, non è che sia particolarmente ostico, ma riuscire a respingerlo può comunque aiutarlo a riacquisire fiducia in sè stesso.
Cinque minuti più tardi, sul fronte opposto, è Cleverley a provarci. Il destro del giovane centrocampista in maglia rossa, però, è sballato, e si risolve in un nulla di fatto.

Partita che è sempre bloccata. In chiusura una palla vagante in area è girata a rete senza troppa convinzione da Dzeko, con De Gea che non ha però problemi a parare.
In chiusura, però, erroraccio di Kompany che da ultimo uomo punta Nani facendosi rubare palla con l’ala portoghese che s’invola da solo, salta Hart e segna la rete della vittoria.

COMMENTO

Di fronte a 77169 spettatori è lo United a partire meglio, senza però riuscire a mordere. Sarà che i giocatori dotati di maggior talento non sembrano particolarmente ispirati, ma Hart non corre grossi pericoli.

La prima frazione scorre quindi senza particolari sussulti per più di mezz’ora, con i Citizens quasi solo spettatori non paganti di una partita giocata su livelli atletici interessanti ma con contenuti tecnici non all’altezza delle aspettative.

Negli ultimi sette-otto minuti, però, le cose cambiano. Due fiammate firmate City (o, meglio, due errori di De Gea) regalano infatti alla squadra di Mancini un doppio vantaggio certo non meritato ma sicuramente ben accetto dai tifosi accorsi a Wembley per questo importantissimo derby, che vale il primo trofeo inglese della stagione.

Nella ripresa il copione non cambia. E’ sempre lo United a fare la partita, con il City che continua a non avere gioco.

I ragazzi di Ferguson, così, riescono a trovare due reti nel giro di cinque minuti (la seconda, di Nani, molto bella), riequilibrando il risultato.

La rete-partita, poi, è una cappella allucinante di Kompany, che sbaglia grossolanamente regalando la vittoria agli avversari.

Risultato a parte fa molta tristezza il non-gioco del City. Accolita di grandi campioni gestiti piuttosto male da un allenatore, Mancini, che personalmente non capisco come possa essere ancora al suo posto.

Questa squadra, del resto, ha già dimostrato più volte di non avere gioco. Cambiare allenatore sarebbe quindi “il minimo”.

Eppure l’ex coach dell’Inter è ancora lì.

I tifosi credo non saranno contentissimi della cosa.

MVP

Nani firma una doppietta storica, che vale la vittoria del derby di Community Shield.

TABELLINO

Manchester United vs. Manchester City 3 – 2
Marcatori: 38′ Lescott, 45′ Dzeko, 52′ Smalling, 57′, 90′ Nani.

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Mario Balotelli non si smentisce mai.

E’ assolutamente risaputo che il giovane colored Azzurro sia un po’ una testa matta. La lista delle sue ragazzate è così lunga da non poter essere nemmeno riportata.

L’ultima mattana, in ordine di tempo, si è consumata proprio in questi giorni in America, dove il nostro è impegnato in una serie di amichevoli con il suo Manchester City.

E proprio nella partita con i Los Angeles Galaxy si è consumata l’ennesima sciocchezza compiuta dall’ex fenomeno delle giovanili Nerazzurre.

Eppure il match, per lui, sembrava iniziato bene.

Dopo venti soli minuti di gioco, infatti, Mario si presenta sul dischetto e, con freddezza e senza fronzoli, spiazza l’estremo difensore avversario, portando in vantaggio i suoi.

Se qualcuno, sugli spalti o da casa, pensava che il ragazzo potesse aver così dimostrato un minimo di maturazione in più si sbagliava alla grande.

Dieci soli minuti di gioco, infatti, Balotelli dimostra tutta la sua immaturità e la sua scarsa intelligenza calcistica.

Lanciato alle spalle dei difensori si presenterà a tu per col portiere avversario.

Una volta lì avrà mille modi per raddoppiare, firmando la propria doppietta.

A quel punto, però, la sufficienza si impadronirà di lui, che effettuerà una sorta di rouleta per colpire poi il pallone di tacco, spedendolo a lato.

Incredibile.

La cosa, giustamente, fa infuriare Mancini, che prevede all’immediata sostituzione. Dentro Milner, fuori Mario.

Che uscendo dal campo trova anche il coraggio per bisticciare con il proprio mister.

Incredibile, davvero.

Quanto talento sprecato.

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Quarta puntata della trasmissione di Blu TV dedicata alle maglie.
Dopo aver parlato della maglia da trasferta del Manchester City passiamo a quella da casa.

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