Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
________________________________________________________________
Italia anno zero.
Dopo la disastrosa prestazione degli Azzurri in Sudafrica, infatti, il movimento calcistico italiano deve ripartire da zero, magari operando una rivoluzione che parta dalle fondamenta, che riguardi tutto e tutti e che non sia solo limitata alla nostra nazionale maggiore.
Peggio di così difficilmente poteva andare, quest’anno. L’unica nota lieta in campo internazionale è infatti risultata essere la grande prestazione della più straniera tra le nostre compagini, quell’Inter che trascinata dai vari Milito, Zanetti, Samuel, Lucio e Cambiasso è stata capace di imporsi nella massima competizione continentale. Senza però che tra i propri trascinatori ci fosse, appunto, alcun ragazzo nostrano.
Stonatissime, invece, le note riguardanti le nostre rappresentative nazionali: di quella maggiore si è detto di tutto e di più e l’onta di quest’ultimo Mondiale sarà difficilissima da lavare via. Allo stesso modo nemmeno le compagini giovanili non si stanno disimpegnando poi tanto meglio. La qualificazione dell’under 21 ai prossimi Europei di categoria è a fortissimo rischio, la prestazione dell’under 19 nel corso della propria rassegna continentale è stata assolutamente negativa, la rappresentativa under 17 ha invece guardato da casa l’Inghilterra vincere il titolo continentale in Liechtenstein.
Peggio, davvero, non poteva andare.
I cambiamenti, insomma, dovrebbero davvero partire dal basso, perché chi crede che sia solo la nostra nazionale a godere di una cattiva salute sbaglia di grosso. L’impressione, però, è che non ci sia la volontà di rivoluzionare le cose e che come al solito capita in Italia si tirerà a campare, sperando che in futuro si possa raccogliere più di quanto seminato.
In attesa di capire se davvero le cose andranno così o se come mi auspico da tempo si proverà davvero a sistemare le cose c’è da registrare l’inizio di un nuovo corso riguardante la nostra nazionale maggiore: da ieri è infatti iniziata ufficialmente l’era Prandelli, allenatore nativo di Orzinuovi che dopo aver girato l’Italia per una decina d’anni s’è posto all’attenzione di tutti in quel di Parma, confermandosi poi come uno dei migliori interpreti italiani del ruolo a Firenze.
Sarà arduo il compito che spetterà al neo Commissario Tecnico Azzurro: il nostro calcio sta infatti attraversando un momento difficile a tutti livelli, come detto, e la qualità della nostra rappresentativa nazionale non sembra essere all’altezza né di quelle del passato né, tanto meno, delle nazionali che attualmente stanno dominando la scena Mondiale.

Cesare Prandelli
Il coraggio non sembra comunque mancare all’ex centrocampista di Cremonese, Atalanta e Juventus: per provare a far dimenticare fin da subito il naufragio sudafricano, infatti, Prandelli ha effettuato delle scelte non da poco, tagliando diversi giocatori di grande esperienza ma che parevano aver finito la benzina già da qualche tempo per far posto a giocatori giovani o ignorati dalla precedente guida tecnica.
Ecco quindi che la nuova era del calcio italiano nasce, guarda un po’, proprio nella capitale dei Maestri: Londra. E proprio qui l’ex tecnico Viola decide, sfruttando il carattere amichevole dell’impegno con la Costa d’Avorio, di schierare una formazione comprendente ben cinque esordienti assoluti (Sirigu, Motta, Molinaro, Balotelli ed Amauri) più quell’Antonio Cassano che molti invocarono ai tempi delle convocazioni in vista dell’ultimo Mondiale.
Il messaggio è chiaro: bisogna dare un taglio al passato, rifondare, guardare avanti partendo da altre prospettive.
Del resto l’imposizione iridata del 2006 è ormai più lontana che mai: quattro soli anni, ma l’impressione è che sia passata una vita.
Di quella squadra potranno continuare a rivestire un ruolo realmente importante anche per i prossimi due anni, quelli che ci dividono dall’Europeo 2012, solo Buffon, De Rossi, Pirlo e, forse, Gilardino. Il resto della squadra verrà rifondato, con il solo Chiellini ad essere diventato, da allora, un punto fermo di questa squadra.
Le incognite sono davvero tante, insomma. Il lavoro da svolgere per Prandelli ancora di più.
Andiamo con ordine: innanzitutto c’è da scegliere il modulo, che con il rientro di Andrea Pirlo, unico ragazzo capace, oggi, di dare vera qualità al nostro centrocampo, potrebbe passare dal 4-2-3-1 di Londra ad un più quadrato 4-3-2-1. Ma sono tutte speculazioni. L’unica cosa certa, dopo il fallimento sudafricano e la sconfitta inglese, è che proprio Pirlo è ancora oggi un giocatore troppo importante nell’economia di questa squadra. Solo lui sa dettare i tempi e verticalizzare il gioco in maniera soddisfacente e di alternative valide ancora non se ne vedono.
Una volta scelto il modulo, quindi, si potrà iniziare a costruire la squadra che oltre alle succitate certezze dovrà probabilmente contare su giocatori a tutt’oggi non di primissima fascia. Ma parliamone in maniera un pochino più approfondita…
Portieri

Gianluigi Buffon
Una delle poche certezze, sulla carta, la troviamo proprio a difesa dei pali della nostra porta: Gianluigi Buffon è infatti ancora oggi uno dei migliori portieri al mondo e senza i tanti problemi che negli ultimi anni ne hanno minato un po’ la salute sarebbe ancora, probabilmente, il miglior interprete in assoluto. E per distacco.
Nessuno, però, è immortale e proprio i recenti infortuni subiti dal portierone Bianconero devono spingere Prandelli a cominciare a cercargli un sostituto per il futuro. Posto quasi sicuramente Gigi non chiuderà la carriera prima dell’Europeo è anche vero che il rischio di andarsi a giocare lo stesso senza averlo disponibile al cento per cento, un po’ come capitato in Sudafrica, è piuttosto alto.
Dopo qualche anno di magra, comunque, le cose non vanno malissimo in questo settore, secondo il sottoscritto. Tra portieri ultratrentenni che hanno giocato le ultime stagioni ad alto livello a ragazzi più giovani ma dal potenziale interessantissimo qualcosa di buono lo si può infatti trovare. Certo, di Buffon ne nasce uno ogni decine di anni, ma le alternative sembrano comunque di discreto livello.
A Londra, come detto, la scelta è caduta su Salvatore Sirigu, ventitreenne portiere nuorese in forza Palermo che è stata una delle note più liete della scorsa Serie A: partito come riserva di Rubinho è infatti stato lestissimo a sfruttare le indecisioni del titolare per convincere Walter Zenga, che del ruolo se ne intende, a puntare su di lui. Fiducia ampiamente ripagata. Personalmente trovo che Sirigu sia un ragazzo dal potenziale davvero notevole. Va fatto crescere con tranquillità, ma il futuro potrebbe davvero essere suo.
Tra i convocati di Londra, poi, anche Federico Marchetti ed Emanuele Viviano.
Il primo dopo un paio di annate positive si è ritrovato titolare ad un Mondiale, visti i problemi di Buffon, ed ha preso parte alla disfatta Azzurra. Non va comunque bocciato, cosa che infatti un tecnico intelligente come Prandelli si è visto bene dal fare. Marchetti, che potrebbe lasciare Cagliari con direzione West Ham, deve comunque puntare a riconfermarsi su certi livelli in campionato. Solo così potrà giocarsi tutte le sue carte. Anche in questo caso, comunque, il fattore relativo all’età potrebbe contare, in maniera positiva per lui, notevolmente.
Viviano, ex titolare dell’under 21, dovrà fare altrettanto, magari puntando anche a migliorare rispetto all’ultima stagione: in questo caso margini di crescita ce ne sono sicuramente, starà solo a lui lavorare in questo senso.

Antonio Mirante
A Londra ha fatto capolino anche Antonio Mirante, convocato in extremis dopo un risentimento agli aduttori patito da Marchetti. Mirante che dopo le promesse fatte in gioventù ha trovato in quel di Parma la sua dimensione. Nella mia personalissima scala di preferenze partirebbe attualmente dietro a diversi altri suoi colleghi, ma Prandelli fece il suo nome già alla prima conferenza stampa da C.T. e sembra essere tenuto davvero in grossa considerazione dal tecnico di Orzinuovi.
Oltre ai primi selezionati, comunque, ci sono altri ragazzi su cui Prandelli potrebbe decidere di puntare.
Gli over 30 cui accennavo in precedenza, ad esempio. Nello specifico mi riferivo a Marco Storari, che personalmente reputo come miglior portiere dell’ultima Serie A, Stefano Sorrentino, che dal rientro in Italia ha dimostrato di essere un portiere di sicuro affidamento, e Christian Abbiati, che qualora trovasse il campo con continuità potrebbe ancora rappresentare quantomeno un’alternativa di discreto livello.
Abbiati che però in Rossonero è chiuso da un altro papabile, quel Marco Amelia già Campione del Mondo quattro anni fa che dopo quell’alloro iridato cominciò una lenta ma costante involuzione, che l’ha portato ai margini dell’Azzurro. A Milano potrebbe però ritrovare fiducia in sè stesso, magari compiendo quel salto di qualità che ci si aspettava da lui già dopo Germania 2006. Succedesse potrebbe finire con l’essere proprio lui la prima alternativa a Buffon, per altro già investito del ruolo di capitano da Prandelli.
E chissà che non torni in gioco un altro ex under 21, quel Gianluca Curci che dopo essersi ritrovato a Siena tenterà di non far rimpiangere Storari sulla sponda Blucerchiata di Genova: avendo solo 25 anni il tempo per conquistarsi l’Azzurro l’ha tutto.
Altro nome da tenere in considerazione, anche se non per l’immediato futuro, è Andrea Consigli: difendendo la porta di una società di Serie B, infatti, è difficile che possa entrare nel giro da subito. Facile pensare comunque che già dall’anno prossimo tornerà a disimpegnarsi nel nostro massimo campionato, ed a quel punto tornerebbe di prepotenza in gioco per una maglia, foss’anche solo da terzo portiere.
Le alternative sono molte, insomma. E nonostante il fatto che tante grande piazze italiane (entrambe le sponde del Tevere, così come l’Inter) si siano affidate in questi ultimi anni a portieri stranieri qualcosa di buono sta uscendo ed il futuro, a difesa dei pali Azzurri, non sembra così plumbeo.

Vito Mannone
Perché non ci sono solo portieri già titolari nelle nostre società di Serie A, ma anche ragazzi che stanno facendosi e potrebbero arrivare, un giorno, a livelli anche superiori rispetto agli estremi difensori citati fin qui: Vito Mannone, già più volte titolare a Londra sponda Gunners, Vincenzo Fiorillo, grandissima promessa che sta un po’ rischiando di perdersi ultiamamente, Andrea Seculin, Mattia Perin, Francesco Bardi, Carlo Pinsoglio, Simone Colombi, Paride Addario…
Il discorso, però, è sempre lo stesso: per crescere un ragazzo, a quest’età, deve giocare. E qui ci si ricollega al discorso fatto in apertura: in Italia vi è assoluta necessità di ricostruire tutto il movimento dalle fondamenta…
Difensori
Della difesa Campione del Mondo non rimane praticamente più nulla: Cannavaro è l’ombra di quel giocatore capace di aggiudicarsi anche il Pallone d’Oro, Nesta ha abbandonato la nazionale da tempo, Materazzi ed Oddo sarebbero impresentabili non giocando mai nemmeno nel club, Grosso si è già giocato i suoi jolly in Germania, Barzagli si è pesantemente involuto, Zaccardo non è probabilmente mai stato all’altezza.
L’unico ancora forse convocabile, insomma, resta quel Gianluca Zambrotta che è stato tra i pochi a salvarsi un minimo in Germania, ma che, visti i 33 anni, non può certo rappresentare il futuro di questa squadra.
La situazione quindi parrebbe essere piuttosto tragica, perché anche della difesa titolare vista solo poco più di un mese fa ai Mondiali l’unico giocatore già oggi ad un certo livello è Giorgio Chiellini, destinato ad essere il faro del reparto arretrato per gli anni a venire.
Attorno a lui c’è quindi un reparto tutto da inventare.
Ad oggi il favorito a raccogliere l’eredità di Capitan Cannavaro è quel Leonardo Bonucci che proprio di Chiellini è diventato il compagno anche nel club e che proprio con Chiellini ha disputato da titolare l’amichevole giocata in quel di Londra.
Già presente in Sudafrica, dove però non scese mai in campo, Bonucci è uno dei nomi nuovi del nostro calcio: impostosi all’attenzione di tutti grazie al gran campionato disputato nella sua unica stagione barese il centrale viterbese ha bruciato le tappe diventando nel giro di soli dodici mesi titolare della nostra nazionale nonché grande uomo mercato.

Leonardo Bonucci
A fare la differenza oggi nella costruzione delle gerarchie di mister Prandelli sembra poter essere soprattutto la destinazione scelta da Leonardo: sbarcando a Torino, infatti, Bonucci avrà modo di costruire ed affinare una sempre maggiore intesa proprio con quel Chiellini che, come detto, sarà il vero faro della difesa Azzurra. Una volta trovata la quadratura del cerchio nel club, insomma, sarà naturale riproporli assieme anche in nazionale.
Il “contro” della promozione ad un ruolo da titolare del neo centrale juventino resta la sua scarsa esperienza, caratteristica, questa, riscontrabile anche in molti altri papabili candidati ad entrare nel gruppo che proverà a centrare la qualificazione al prossimo Europeo.
Tra i convocati per Londra, infatti, i due centrali scelti come possibile alternativa alla coppia juventina sono stati il cagliaritano Davide Astori e Stefano Lucchini.
Il primo, ventitreenne difensore scuola Milan, ha vestito la maglia Azzurra quattro sole volte, mai in nazionale maggiore. Il secondo, ormai trentenne, l’ha vestita qualche volta in più, ma sempre e comunque solo a livello giovanile. Al di là dei singoli valori, insomma, un’esperienza internazionale praticamente inesistente.
E se le altre possibili alternative che potrebbero arrivare dall’under 21 rispondono ai nomi di Andrea Ranocchia e Lorenzo Ariaudo ecco che la voce “esperienza” per quanto riguarda i possibili back up alla coppia designata ad essere titolare nel prossimo futuro continua a rasentare lo zero.
Ma del resto se l’Inter campione d’Europa si affida a Lucio e Samuel tenendo Cordoba come prima riserva, il Milan fatica a lanciare i giovani della propria Primavera (su tutti Albertazzi, tra i prospetti più interessanti dell’intero continente) e la Roma si affida ai vari Juan, Mexes e Burdisso ecco che non potrebbe essere altrimenti.
Per aumentare il tasso di esperienza, dando un’alternativa valida, in questo senso, quantomeno dalla panchina, andrà quindi recuperato quell’Alessandro Gamberini che pur avendo vestito per sette sole volte la maglia Azzurra ha maturato una discreta esperienza internazionale in maglia Viola, disputando diverse partite in ambito Europeo.
E chissà che da Firenze non finisca col tornare utile anche quel Felipe che avendo il doppio passaporto in virtù di alcuni bisnonni veneti ha dichiarato più volte di sperare in una chiamata Azzurra…

Alessandro Nesta e Fabio Cannavaro
In linea di massima, comunque, le prospettive ad oggi non sono delle più rosee. Perché al di là di uno scarso tasso di esperienza a mancare è proprio la qualità. Se solo pensiamo che il Mondiale tedesco lo iniziammo con la coppia Cannavaro-Nesta, poi…
Le cose non vanno molto meglio sulle fasce nemmeno sulle fasce. Anzi.
Detto del fatto che i terzini Campioni del Mondo quattro anni fa non sono oggi più all’altezza di un posto in questa nazionale ecco che le alternative non sembrano certo abbondare.
Marco Motta, schierato titolare sulla fascia destra in quel di Londra, continua a palesare notevoli limiti in fase difensiva, per quanto sia poi di contro dotato di una discreta capacità propulsiva. A Gigi Delneri spetterà quindi il compito di farlo crescere notevolmente, rendendolo terzino affidabile ad alti livelli. Qualora questo succedesse sarebbe con ogni probabilità lui l’erede di Zambrotta su quella fascia.
L’alternativa attualmente più accreditata qualora Motta non dovesse crescere come si spera risulta essere Mattia Cassani, già papabile convocato per l’ultimo Mondiale, che dovette però seguire da casa essendo stato bocciato all’ultimo da mister Lippi. Nativo di Borgomanero sbarcò a Torino, sponda Juventus, nel 2002. In Bianconero, però, non credettero nelle sue capacità e dopo un breve prestito alla Sampdoria ecco quello, durato ben tre stagioni, al Verona. Nel 2006, quindi, l’acquisto, a titolo definitivo, da parte del Palermo, con conseguente sbarco in Sicilia. E proprio in Rosanero Cassani inizierà a convincere, tanto da crescere sino a diventare il miglior terzino destro del campionato… dopo l’extraterrestre Maicon.
Qualche chance, poi, potrebbe averla anche Christian Maggio, giocatore che però ha sempre palesato notevoli limiti in fase difensiva tanto da non essere mai stato ritenuto adeguato a coprire il ruolo di terzino puro in una difesa a quattro.
Dall’under 21 potrebbero quindi presto essere pescati Lorenzo De Silvestri, che Prandelli conosce piuttosto bene avendolo allenato nel corso della passata stagione a Firenze, e Davide Santon, che dopo aver fatto fuoco e fiamme nel corso dei suoi primi mesi nel giro della prima squadra si è un po’, tragicamente, perso.

Cristian Molinaro
A sinistra, invece, difficilmente potrà essere Cristian Molinaro il titolare: cuore e atletismo in quantità, ma una qualità tecnica molto limitata che dovrebbe renderlo solo un discreto rincalzo e nulla più.
Allo stesso modo, comunque, il titolare non potrebbe essere oggi nemmeno Domenico Criscito, quantomeno se non farà un notevole salto di qualità: alcune ottime prestazioni in maglia genoana, certo, ma un Mondiale giocato pensando giusto al compitino. E quando si punta ad una maglia da titolare di una nazionale quattro volte Campione del Mondo non ci si può accontentare di così poco.
Altri nomi papabili sono quindi quelli di Federico Balzaretti, che potrebbe ricomporre con Cassani il tandem palermitano, Paolo De Ceglie, qualora s’imponesse nel ruolo in Bianconero, e Luca Antonini, reduce da una discreta stagione da titolare in maglia Rossonera e già inserito da Prandelli nella rosa dei convocati per Londra.
Come si può notare, quindi, nessuna opzione di valore per la nostra corsia di sinistra, che ad oggi non può contare su di un interprete davvero affidabile.
Centrocampisti
Nel reparto nevralgico del campo le certezze per l’immediato futuro, come detto, sono almeno due: Andrea Pirlo e Daniele De Rossi. Se in difesa la situazione è tutt’altro che rosea, insomma, a centrocampo le cose fanno sicuramente meglio con due giocatori di livello internazionale a disposizione di mister Prandelli.
Accanto a questi due giocatori di primo livello, poi, troviamo una serie di altri interpreti quantomeno discreti, alcuni dei quali anche con interessanti margini di miglioramento. Tra questi vanno sicuramente citati Claudio Marchisio e Riccardo Montolivo: i due, reduci da un Mondiale giocato agli antipodi (deludentissimo lo juventino, mai nel vivo del gioco, tra i pochi positivi il Viola), non sono infatti ancora all’apice della loro carriera e con i giusti stimoli e tanto lavoro potranno vedere crescere ulteriormente la propria qualità arrivando, chissà, allo stesso livello di Pirlo e De Rossi.
Altro giocatore utile da subito, tanto da essere stato inserito tra i titolari della gara di Londra, è quell’Angelo Palombo che Campione non lo sarà mai, probabilmente, ma giocatore affidabile anche a certi livelli lo è già adesso. L’esperienza europea che si appresta ad affrontare con la maglia del suo club, poi, potrà farlo crescere ulteriormente soprattutto a livello emotivo e di esperienza: tutte cose che gioveranno al suo gioco.

Andrea Lazzari
Altro giocatore deputato ad entrare nel giro di questa nazionale è anche quell’Andrea Lazzari che, esattamente come Palombo, Montolivo e De Rossi, si è già fatto la trasferta di Londra. Reduce da un campionato notevole con la maglia cagliaritana Lazzari è stato accostato al Milan, salvo poi decidere di rimanere in terra sarda almeno per un altro anno. Questo, comunque, non impedirà certo a Prandelli di convocare il giocatore. Che, chissà, potrebbe essere seguito da Andrea Cossu, altro giocatore in forza alla società di Cellino.
Un nome che personalmente terrei in grossa considerazione, poi, è quello di uno dei giocatori più talentuosi in assoluto, tra quelli convocabili: mi riferisco a quell’Alberto Aquilani che non ha trovato pace nemmeno in terra d’Albione. L’ex romanista, infatti, continua ad essere perseguitato da molteplici infortuni anche in quel di Liverpool. Recuperarlo, però, potrebbe essere davvero importante: la qualità non gli manca, anzi!
Altri giocatori che potrebbero avere chance di convocazione, poi, sono Gaetano D’Agostino e Cristian Ledesma. Ma non solo. In questo senso, per completare la rosa, Prandelli sarà comunque sicuramente molto ricettivo rispetto a quanto verrà sancito in campionato: chiunque, quindi, potrà avere spazio, qualora si imponesse nel club.
Potrebbe continuare ad avere un posto fisso ancora a lungo, poi, Simone Pepe: appena passato in Bianconero, infatti, l’esterno ormai sempre più centrocampista ex Udinese difficilmente uscirà dal giro a breve, nonostante un Mondiale giocato più che sottotono.
Attaccanti
Prandelli l’ha già fatto capire chiaramente: Antonio Cassano e Mario Balotelli, i due attaccanti dotati di più qualità nell’attuale panorama italiano, sono parte integrante di questa squadra. Il tecnico di Orzinuovi, insomma, ha dato subito un taglio netto al passato.
Il punto, quindi, sarà solo capire chi completerà la rosa.
Come prime punte i papabili sono almeno quattro: da Amauri, titolare a Londra, passando per Marco Borriello, il suo sostituto con la Costa d’Avorio, Alberto Gilardino, che Prandelli conosce bene, e Giampaolo Pazzini, che con Cassano potrebbe ricostituire la mefistofelica coppia capace di trascinare ai preliminari di Champions la Sampdoria lo scorso anno.
Alternative a Cassano e Balotelli, invece, saranno i vari Fabio Quagliarella, Giuseppe Rossi e Vincenzo Iaquinta. E chissà che, poi, qualche chance non possano averla anche Fabrizio Miccoli ed Antonio Di Natale, che con ogni probabilità finiranno con l’essere ancora una volta tra le migliori punte del nostro massimo campionato.

Mario Balotelli
In linea di massima, comunque, il reparto sarebbe numericamente abbastanza coperto. Il problema vero è che nessuno di questi, nemmeno Cassano e Balotelli ad oggi, sono giocatori di assoluto livello. Anche davanti, quindi, si palesa una mancanza di qualità che altre nazionali non mostrano.
Il primo atto dell’era Prandelli, insomma, va in soffitta senza infamia né lode. Lasciando però intravvedere qualche flebile speranza per il futuro, anche se non certo in relazione a possibili imposizioni finali a livello Europeo o Mondiale.
Ad oggi, comunque, non posso che fare i miei migliori complimenti a Prandelli: il coraggio dimostrato è stato notevole, ora speriamo solo che anche in questo caso la fortuna premi gli audaci, e lui possa togliersi – e toglierci – qualche soddisfazione alla guida di questa gloriosissima nazionale.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Read Full Post »