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Archive for the ‘Immagini dal Mondo’ Category

Tutti i diritti riservati all’autore. Nel caso si effettuino citazioni o si riporti il pezzo altrove si è pregati di riportare anche il link all’articolo originale.
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Mario Balotelli non si smentisce mai, dicevo nel pezzo precedente.

Valutazione che può essere applicata anche a Mauro German Camoranesi, da sempre testa piuttosto calda che un po’ tutti ben ricorderete in maglia Bianconera fino a qualche stagione fa (per non dire in maglia Azzurra, Campione del Mondo 2006).

Situazioni particolari che l’hanno visto protagonista ci sono sempre state. E nonostante l’età avanzi le cose sembra non siano destinate a cambiare.

L’ultima mattana del buon Mauro è arrivata proprio in questi giorni, in amichevole.

Lanus – All Boys la partita. In cui, ad un certo punto, e senza un motivo spiegabile guardando le immagini, Camoranesi perde le staffe ed aggredisce Juan Pablo Rodriguez.

Camoranesi, destro naturale, ha sempre avuto un’ottimo piede.

Vedendo queste immagini viene da pensare che abbia anche un buon destro. Inteso come pugno, però.

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Mario Balotelli non si smentisce mai.

E’ assolutamente risaputo che il giovane colored Azzurro sia un po’ una testa matta. La lista delle sue ragazzate è così lunga da non poter essere nemmeno riportata.

L’ultima mattana, in ordine di tempo, si è consumata proprio in questi giorni in America, dove il nostro è impegnato in una serie di amichevoli con il suo Manchester City.

E proprio nella partita con i Los Angeles Galaxy si è consumata l’ennesima sciocchezza compiuta dall’ex fenomeno delle giovanili Nerazzurre.

Eppure il match, per lui, sembrava iniziato bene.

Dopo venti soli minuti di gioco, infatti, Mario si presenta sul dischetto e, con freddezza e senza fronzoli, spiazza l’estremo difensore avversario, portando in vantaggio i suoi.

Se qualcuno, sugli spalti o da casa, pensava che il ragazzo potesse aver così dimostrato un minimo di maturazione in più si sbagliava alla grande.

Dieci soli minuti di gioco, infatti, Balotelli dimostra tutta la sua immaturità e la sua scarsa intelligenza calcistica.

Lanciato alle spalle dei difensori si presenterà a tu per col portiere avversario.

Una volta lì avrà mille modi per raddoppiare, firmando la propria doppietta.

A quel punto, però, la sufficienza si impadronirà di lui, che effettuerà una sorta di rouleta per colpire poi il pallone di tacco, spedendolo a lato.

Incredibile.

La cosa, giustamente, fa infuriare Mancini, che prevede all’immediata sostituzione. Dentro Milner, fuori Mario.

Che uscendo dal campo trova anche il coraggio per bisticciare con il proprio mister.

Incredibile, davvero.

Quanto talento sprecato.

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Due giorni fa Chelsea e Portsmouth si sono affrontati in una delle classiche amichevoli estive di preparazione alla nuova stagione.

E proprio in questo match amichevole si è vista una delle entrate più brutte che un campo di calcio possa ricordare.

Mancano cinque minuti al termine di un match che i londinesi stanno vincendo grazie all’autorete segnata dall’ex Ben Haim al settimo minuto quando il Portsmouth ha l’opportunità di pareggiare.

A quel punto il Portsmouth cerca la via del goal e scodella un pallone al limite dell’area dove arriva Bosingwa che cerca l’appoggio di testa al proprio portiere. Senza però riuscire a capirsi con il proprio compagno, che viene superato dalla sfera.

Sulla stessa fa per avventarsi il buon Micheal Brown, che già pregusta il sapore della realizzazione.

Il giocatore dei Pompey, però, non ha fatto i conti con John Terry, determinato più che mai a fare salva la propria porta.

Determinazione che lo porta ad un eccesso di foga: il capitano Blues infatti arriva con una sorta di calcio volante ad allontanare il pallone, finendo però con l’impattare giusto col collo dell’avversario. Che ovviamente stramazza al suolo.

Un impatto da paura. Sicuramente non volontario, ma che avrebbe potuto davvero avere conseguenze catastrofiche per il centrocampista nativo di Hartlepool.

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Finale di ritorno dei playout del girone A di Prima Divisione di Lega Pro.

Si affrontano Ravenna e Sudtirol. Con gli altoatesini cui basterebbe un pareggio per salvarsi.

Al novantaquattresimo il risultato, guarda caso, è proprio di 1 a 1. Alto Adige praticamente salvo.

E poi?

E poi la follia si impossessa di Davide Zomer, portiere degli altoatesini. E succede l’incredibile patatrac.

A partita praticamente finita l’estremo difensore in questione effettua un’uscita bassa con cui anticipa bene la punta avversaria. La quale, però, pare entri in leggero contatto con Zomer. Che perde letteralmente la testa.

Rialzatosi da terra si scaglia con veemenza inusitata contro l’avversario, buttandolo a terra.

Subito fermato dai compagni, l’ha ormai combinata grossa: l’arbitro non ha tentennamenti ed estrae il rosso diretto per lui, assegnando il rigore che, trasformato, regala la vittoria al Ravenna (guarda il video).

Con questo colpo di testa (che ricorda un po’ quello compiuto da Cervone anni fa) a partita praticamente conclusa, quindi, Zomer butta incredibilmente via tutta la stagione. L’Alto Adige non ha infatti più tempo e modo di recuperare il risultato, e se ne sancisce così la retrocessione.

Retrocessione che resterà per sempre sulla coscienza di Davide Zomer…

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Per quanto mi concerne è stato una delle cose più stupefacenti che abbia mai visto su di un campo di calcio.

Stiamo parlando di Roberto Carlos, ragazzi. Qualità abbaglianti le sue.
Velocità sia nel breve che nel lungo, capacità di spinta pressoché uniche, potenza di calcio devastante, piede sensibile come i migliori trequartisti.
Quanti terzini possono rispondere a quest’identikit, oltre a lui?

Di miti nel calcio non ne ho avuti tantissimi, e soprattutto temo di non averne praticamente più. Ma lui tra questi c’è sicuramente.

E oggi, che ha praticamente abbandonato il calcio di altissimo livello, ecco che torna a far parlare di sè.

Questa volta non con un suo tiro fenomenale o una sua punizione da lasciare di stucco (quella calciata nel 98 contro la Francia è forse la miglior – o quantomeno più stupefacente – punizione mai calciata nella storia del calcio), ma per l’invenzione di un dribbling del tutto particolare.

Un dribbling che l’ex terzino Verdeoro ha deciso di mostrare e far conoscere a tutti tramite un video che è possibile trovare in rete. Il tutto in attesa, magari, di provarlo in partita (nonostante l’altissimo coefficente di difficoltà).

Un dribbling che personalmente mi sono permesso di ribattezzare, in attesa che magari sia lo stesso Roby a dargli un nome, Sombrero Plantillazo.

In cosa consiste?
E’ piuttosto semplice. Da spiegare, intendo.

La palla rimbalza davanti al giocatore che le prende il tempo per farsela passare tra le gambe. Una volta lì, sempre col tempo giusto, ecco il colpo di tacco fatto per fare in modo che il pallone possa scavalcare la propria testa. Ed ovviamente quella dell’avversario.

Un sombrero di tacco, insomma. Un Sombrero Plantillazo, appunto.

Spettacolare da vedere già in allenamento, mi immagino cosa non sarebbe vedere un qualche giocatore, magari anche non lo stesso Roberto Carlos, saltare un avversario in questo modo nel bel mezzo di una partita…

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Sabato 2 aprile 2011, ore 17.45, stadio De Grolsch Veste di Enschede: data, ora e luogo di uno dei match più importanti dell’edizione 2010/2011 del massimo campionato olandese. Data, ora e luogo dello scontro tra le due principali forze del campionato: il PSV capolista ed il Twente primo inseguitore.

Partita davvero fondamentale per gli sviluppi dell’attuale Eredivisie un po’ come in Italia lo è stato l’ultimo derby della Madunina: PSV e Twente prima del calcio d’inizio sono infatti divisi da un solo punto, con i biancorossi di Eindhoven a quota 61 ed i Tukkers staccati di una sola lunghezza.

Ed è proprio in questa importantissima cornice che va ad incastonarsi la perla di uno dei giocatori più interessanti dell’attuale prima divisione olandese, quel Theo Janssen – quasi trentenne centrocampista di Arnhem con alle spalle più di duecento presenze nel Vitesse – che grazie alla doppietta con cui ha sotterrato il PSV è salito a quota dieci reti in campionato, andando ora ad occupare la quattordicesima posizione in classifica marcatori al pari di Andreas Granqvist, Bas Dost, Willy Overtoom e Luuk de Jong e subito dietro, tra gli altri, a quel Luc Castaignos che in estate, a quanto si dice, si trasferirà sulla sponda nerazzurra di Milano.

Corre infatti l’ottantaduesimo minuto quando il buon Theo, dopo aver sbloccato dal dischetto – una ventina di minuti prima – il match, estrae dal cilindro una perla di assoluto valore: ricevuta la palla all’altezza della propria trequarti la stella della formazione di Enschede decide di fare tutto da sè, puntando dritto per dritto l’area avversaria. Eccolo quindi volare palla al piede per diverse decine di metri sino a portarsi in area di rigore dove dopo aver resistito al ritorno di Francisco Rodriguez supererà il malcapitato Andreas Isaksson con un pallonetto morbido, colpo da biliardo pronto a gratificare anche i palati più raffinati.

Goal davvero di assoluta bellezza, quello segnato da Janssen. Che personalmente proporrei di far vedere e rivedere ad ogni ragazzino che pratica questo sport più e più volte: pezzi di bravura come questi devono infatti essere presi ad esempio in un calcio che sembra sempre più povero di inventiva e talento.

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Domenica 6 marzo 2011, ore 21, stadio Velodrome di Marsiglia: Olympique e Lille si scontrano per definire chi tra le due dovrà guidare la classifica della massima serie francese, se quel Lille ormai da tempo al vertice o quell’OM campione in carica che cerca di ritrovarsi.

Dieci soli minuti di gioco e il belga Eden Hazard dimostra subito a tutti perché ormai quasi due anni fa scrissi di lui come del Vallone d’Oro del calcio belga.

Ricevuta palla sulla trequarti, difatti, il talentino di La Louvière si accentra rapidamente per scaricare poi un mancino al fulmicotone con cui va a fulminare letteralmente il malcapitato Steve Mandanda, che si distenderà alla sua sinistra senza però riuscire ad impedire al pallone di infilarsi praticamente sotto il sette.

Conclusione eccezionale, quella del ventenne trequartista che sta contribuendo all’eccezionale stagione lillois.
Da vedere e rivedere in continuazione…

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Lunedì 7 marzo 2011, ore 20.45, West Leigh Park di Havant, Hampshire.
Ecco, esattamente, il luogo ed il momento d’inizio di Havant & Waterlooville – Dorchester, match valevole per la ventunesima giornata del campionato Conference South inglese.

E proprio nel bel mezzo di questo match che un simpaticissimo invasore decide di dare sfogo alla sua vena di egocentrismo entrando in campo con acconciatura ed abbigliamento a mo’ di Borat, costringendo così l’arbitro a sospendere la partita stessa.

Dopo essersi aggirato liberamente per il campo per diverse decine di secondi, con gli steward – apparsi piuttosto appesantiti, diciamo – incapaci anche solo di avvicinarlo, ecco servita la soluzione del problema: Ashley Vickers, giocatore-allenatore del club ospite, pensa bene di abbattere l’invasore, ponendo quindi fine alla pagliacciata protrattasi sino a quel momento a causa di una notevole sufficienza mostrata dal personale di sicurezza dello stadio.

L’arbitro dell’incontro, però, nel vedere l’ex bandiera dei Dagenham & Redbridge schienare l’invasore decide di applicare al volo la sanzione più dura e pesante, mostrando il cartellino rosso al difensore centrale dei Magpies.

La decisione scatena quindi subito un po’ di parapiglia in campo, con Vickers che non sembra darsi pace e gli stessi giocatori dell’Havant & Waterlooville che paiono contestare la decisione arbitrale, che però non cambierà.

Il direttore di gara risulta infatti essere assolutamente irremovibile, confermando quanto deciso nell’estrarre il cartellino rosso, così che Vickers è costretto ad abbandonare il campo mestamente.

Queste le sue dichiarazioni al termine del match: “Sono sbalordito e senza parole. Un ragazzo correva sul terreno di gioco senza che nessuno degli steward riuscisse a fermarlo e ho pensato di fare loro un favore. Il mio unico pensiero era quello di bloccarlo in modo da poter andare avanti con il gioco. Sono riuscito a prenderlo e buttarlo a terra e la cosa divertente è stata che lo steward mi ha ringraziato per questo. L’arbitro ha però deciso di espellermi, è incredibile. I loro giocatori hanno anche detto all’arbitro di non allontanarmi dal campo e il loro Presidente si è offerta di allontanare anche un proprio giocatore dal campo per pareggiare le cose. L’arbitro ha perso la partita dopo quella decisione, sapendo anche di aver commesso un grande errore, vista pure la reazione dei giocatori dei giocatori di casa. Col senno di poi forse non avrei dovuto farlo, ma parlare col senno di poi è facile. Sono certo che la gente ora mi crocifiggerà per questo, ma io ho le spalle larghe.”

Per la cronaca il match è poi terminato 3 a 1 in favore dell’Havant & Waterlooville.

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Sabato scorso sul campo dell’Ebbsfleet United è stato sancito un record: dopo dieci soli secondi dal calcio d’inizio, infatti, uno svarione difensivo del terzino sinistro della squadra di casa, dapprima incapace di calciare il pallone in avanti con efficacia e poi maldestro nell’appoggio al proprio portiere, spiana la strada alla punta del Farnborough, che può lanciarsi all’assalto della porta avversaria.

Entrato in area, quindi, tocca il pallone di sinistro per spostarlo di quel tanto che basta a saltare Preston Edwards, estremo difensore avversario, che non riuscendo a fare altrimenti finisce con l’abbattere Kezie Ibe, attaccante ospite.

A quel punto l’arbitro dell’incontro, il signor Neil Hair, si vede costretto ad estrarre un cartellino rosso diretto: Ibe, infatti, era lanciato a rete e se non fosse stato atterrato fallosamente avrebbe realizzato la rete del vantaggio ospite.
Dieci soli secondi, quindi, ed il malcapitato Edwards viene espulso.

Dieci secondi, ovvero sia due meno di quelli che il 12 luglio del 2009 impiegò Zé Carlos, ex attaccante del Cruzeiro, a guadagnarsi un cartellino rosso. In quel caso la punta brasiliana mollò una gomitata in faccia ad un avversario dopo dodici soli secondi di gioco, guadagnandosi un rosso sacrosanto.

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A sdoganarla fu Ronaldinho nell’ormai lontano 2003, esibendosi in un passaggio di schiena nel corso di un match con il Murcia. Ronaldinho che qualche anno più tardi si ripetè, anche se forse in maniera un po’ casuale, riuscendo addirittura ad eseguire un assist grazie ad un appoggio del genere.

Fu poi la volta di Ibrahimovic, che eseguì un’espaldinha per mandare al tiro un compagno. Chiuse il lotto Cristiano Ronaldo, autore di questo gesto in un derby con l’Atletico, dove appoggiò il pallone in direzione di Xabi Alonso proprio con la schiena.

Nell’ultimo fine settimana, però, proprio il fenomeno di Funchal ha deciso di far evolvere questo gesto tecnico tutto sommato così poco conosciuto portando l’espaldinha da semplice appoggio per un compagno a vero e proprio dribbling sull’avversario: nel corso del match contro la Real Sociedad (per la cronaca: vinto 4 a 1 dalle Merengue, con doppietta proprio di Ronaldo), infatti, l’ex stella del Manchester United ha saltato, disorientandolo, il malcapitato Dani Estrada proprio stoppando il pallone con la schiena, per poi ruotare rapidamente di centottanta gradi andando quindi a recuperare la palla senza che l’avversario avesse nemmeno potuto capire ciò che stava accadendo e, soprattutto, dove potesse essere finito il pallone.

Le parole, di fronte ad una cosa come questa, non servono. Non mi resta che lasciarvi alle immagini, che hanno già fatto tutto il giro del globo:

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